Armietirodicembre2014

  • Uploaded by: alberto55
  • 0
  • 0
  • February 2021
  • PDF

This document was uploaded by user and they confirmed that they have the permission to share it. If you are author or own the copyright of this book, please report to us by using this DMCA report form. Report DMCA


Overview

Download & View Armietirodicembre2014 as PDF for free.

More details

  • Words: 94,796
  • Pages: 196
Loading documents preview...
DICEMBRE 2014 - n. 12 - Mensile - ANNO 27 - € 5,30 in Italia www.armietiro.it

50 IDEE REGALO SOTTO L’ALBERO

D I M E N S I O N E

SCELTO PER VOI L’intimo tecnico per la caccia in inverno Le riserve di fatto

Valtteri Bottas

DALLA FORMULA 1 AL TIRO A VOLO

Test

LE SLUG 36 E .410 Galil Sar

IL BLACK RIFLE ISRAELIANO

ESCLUSIVO

Beretta

Shadow

LE NOSTRE PROVE

✔ Adc Fab defense 12,5” calibro .223 Remington ✔ Beretta A400 Shadow calibro 12/76 ✔ Fausti Individual calibro 20 ✔ Hs Hs-9 sub-compact calibro 9x21

✔ Remington 700 Stainless Xcr II calibro .375 H&H magnum ✔ Sako A7 Synthetic stainless calibro .270 Winchester ✔ Tanfoglio Stock III Xtreme calibro 9x21 ✔ Winchester Super X3 Red performance calibro 12/76

Certificati psicofisici e medici militari:

È UN COLOSSALE EQUIVOCO

FEELING BECCACCIA CAL. 12 / 20

www.franchi.com

EDITORIALE Di Massimo Vallini

COSA SERVE DAVVERO COME ERA ABBONDANTEMENTE PREVEDIBILE, L’ENPA (ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI) HA CHIESTO AL PREMIER MATTEO RENZI, NEL SEMESTRE DI PRESIDENZA ITALIANA DELL’UNIONE EUROPEA, DI PROMUOVERE L’ADOZIONE, DA PARTE DEI 28 PAESI MEMBRI, DEL PROVVEDIMENTO DI MESSA AL BANDO DEL PIOMBO DALLE MUNIZIONI DA CACCIA. E ha aggiunto: “Certamente la sostituzione dei pallini di piombo con quelli di leghe non tossiche non può soddisfare chi, come noi, è totalmente contrario all’attività venatoria, ma non può essere in alcun modo sottovalutato quel fenomeno di inquinamento da piombo, oggetto di lunga e documentata denuncia, che non interessa soltanto le zone umide e le loro popolazioni selvatiche, ma terreno, boschi, falde acquifere: una delle facce meno conosciute della insostenibilità della caccia. Il bando di Quito è definitivo, generale e urgente, con la scadenza del 2017”. Be’, avevamo la certezza dell’obiettivo principale dell’Enpa… A Quito (Ecuador) nella riunione Onu della convenzione sulla Conservazione delle specie migratrici (Cms) è stata approvata l’eliminazione graduale dell’uso di munizioni di piombo in tutti gli habitat (zone umide e terrestri) con alternative non tossiche entro i prossimi tre anni. L’adozione degli orientamenti del Cms non è giuridicamente vincolante per i governi, tuttavia come si può ben capire la scelta è stata presa su base emozionale sotto forte pressione da parte delle Ong ambientaliste. L’aspetto scientifico è stato, anzi, del tutto carente, come riferisce la Federazione dei cacciatori europei (Face), e dispiace che a presiedere il comitato scientifico del Cms sia proprio l’italiano Fernando Spina dell’Ispra. Gli studi che supportano la proposta di divieto sono ben noti e datati, tuttavia, nello stesso testo della proposta, si ammette che non è possibile stabilire una relazione diretta tra l’impiego del piombo nella caccia e nel tiro e la supposta diminuzione di uccelli migratori. Le “Linee guida per prevenire il rischio di avvelenamento degli uccelli migratori”, poi, non fanno alcuna distinzione tra munizioni spezzate e metalliche, tra caccia e tiro, quindi non si capisce bene cosa c’entrino gli uccelli migratori. Né la salute umana che pure è stata chiamata in causa. Come riferisce l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni civili (Anpam), “stupisce come sia il Cms sia i rappresentanti governativi europei non abbiano tenuto in alcuna conside-

razione il fatto che la Commissione europea abbia già da tempo intrapreso un percorso di valutazione dell’impatto dell’uso di piombo nelle munizioni da caccia, supportato dalla competenza scientifica dell’European chemichals agency (Echa), che non ha portato ad alcuna richiesta di limitazione di tale uso”. “L’International lead association”, poi, “certifica come il 98,6% del piombo utilizzato ogni anno finisca in batterie (85,1% del totale), vernici (5,5%), laminati (3,6%) e altri prodotti, mentre solo l’1,4% è alla base della produzione delle munizioni. Una porzione del tutto marginale del totale, se si considera infatti una divisione a metà tra usi militari da una parte e sportivi e civili dall’altra scenderemmo allo 0,7% del totale. Aggiungendo poi il recupero del piombo che si effettua sui campi da tiro, per obblighi di legge e per una importante economia dovuta al riciclo del materiale, ecco che la percentuale di piombo dispersa tramite le munizioni sportive e civili raggiunge a malapena lo 0,35% del totale”. Gli appassionati si aspettano che prevalga il buonsenso e che le associazioni di categoria sappiano ricondurre i governi a considerare nella giusta prospettiva la proposta di bando. Che, davvero, avrebbe un impatto gravissimo a livello economico e occupazionale. L’industria ha finora proposto materiali alternativi al piombo per la sola caccia agli ungulati e nelle zone umide, a causa di divieti che purtroppo in alcuni Paesi sono stati introdotti nel tempo, senza trovarne di valide a prezzi e condizioni accettabili per il mercato. Non gradisco la definizione di “male necessario”. Dunque ora mi auguro che non prevalga la corsa alla ricerca di altre alternative al piombo (i cui effetti sull’ambiente sono tutti da verificare) da parte dell’industria, ma che questa si concentri sulla difesa della caccia e del tiro di concerto con tutte le associazioni che hanno dimostrato attenzione alla giusta prospettiva del problema. I cacciatori non intendono certo minacciare l’ambiente e la fauna. Non l’hanno mai fatto. 12/2014 ARMI E TIRO

1

T

Via don L. Sturzo 7 - 20016 Pero (Mi) tel. 02.38.08.52.62 - fax 02.38.01.03.93

Anno XXVII / dicembre 2014 / numero 12

Armi e Tiro collabora con:

[email protected] Direttore responsabile MASSIMO VALLINI In redazione GIULIO ORLANDINI (caporedattore) RUGGERO PETTINELLI (caposervizio) Segreteria di redazione FEDERICA MAZZONI Hanno collaborato: GIULIANO ALFINITO, ALBERTO BALESTRIERI, MAURO BAUDINO, RENZO BERTONATI, CLAUDIO BIGATTI, ANDREA BONZANI, GABRIELE BORDONI, PAOLO BROCANELLI, LEONARDO CEA, MATTEO CAGOSSI, GILBERTO CERVELLATI, ANDREA CIONCI, ALAIN MARCO DELLA SAVIA, MARIANA FILEVA, DOMENICO GIAQUINTO, ALEX GUZZI, DANIELE P. IORI, GIULIO MAGNANI, UGO MENCHINI, LORIS MESSAGGI, NICOLA MIRIANO, EDOARDO MORI, MAURO MILLI, MASSIMILIANO NALDONI, ALESSIO NOTARI, GIANNI PACI, ROBERTO PATRIGNANI, PAOLA PELLAI, ALBERTO RICCADONNA, ROBERTO SERINO, PIERLUIGI TAVIANI, RICCARDO TORCHIA, ANGELO VICARI, CLAUDIO ZUFFADA Fotografie di: GIULIANO ALFINITO, ALBERTO BALESTRIERI, MAURO BAUDINO, RENZO BERTONATI, CLAUDIO BIGATTI, ANDREA BONZANI, PAOLO BROCANELLI, GILBERTO CERVELLATI, ALAIN MARCO DELLA SAVIA, MATTEO GALUZZI, FRANCA GAZZANIGA, DOMENICO GIAQUINTO, ALEX GUZZI, GIULIO MAGNANI, UGO MENCHINI, MAURO MILLI, GIULIO ORLANDINI, GIANNI PACI, ROBERTO PATRIGNANI, RUGGERO PETTINELLI, ALBERTO RICCADONNA, FABIO RICCARDI, RICCARDO TORCHIA Direttore di produzione PAOLO CIONTI Coordinamento tecnico LORENZO PUCCI, ALBERTO ORIGGI Servizio grafico SABRINA BRAMBILLA, SARA CASATI, FABIO CASTIGLIONI, MARIA CELICO, PATRIZIA CIVATI, ROBERTA DUINA, VINCENZO PALMIERI, GRETA PARODI, PATRIZIA RENOLDI, TAMARA VIGANÒ, BARBARA ZALTIERI

L’ELENCO DI TUTTE LE PROVE E I GRANDI SERVIZI PUBBLICATI DAL 1988 PUÒ ESSERE CONSULTATO SUL SITO WWW.ARMIETIRO.IT

s

CENTRO PROVE e SERVIZI S.r.l. CLAUDIO CORTEMIGLIA (responsabile) ALESSANDRO PERELLI E MICHELE FOGLIO Stampa: Arti Grafiche Boccia S.p.A. (Salerno) Distributore: SO.DI.P., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI), Tel. 02/660301 Distributore per l’estero: SO.DI.P. SpA Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel +3902/66030400, FAX +3902/66030269 e-mail: [email protected], www.siesnet.it Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, S/NA Registrazione del Tribunale di Milano n. 832 del 11 dicembre 1987 Registrazione al R.O.C. n. 56291 EDISPORT EDITORIALE Srl Via Don Sturzo 7, 20016 Pero (Mi) tel. 02/380851 - telefax 02/38010393 Amministratore Unico PIERO BACCHETTI Segretario Generale CESARE CRISTINA © Copyright 2014 Edisport Editoriale Srl - Milano. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono

pag.

pag.

86

92

ATTUALITÀ 1 Editoriale 46 La fiera Armex a Montichiari 48 I medici militari e i requisiti psicofisici

RUBRICHE 4 42 45 47 132 155 161 191

La posta dei lettori Guardie informate Libri e video Brevi attualità M&Le Brevi sport Brevi sport Indice generale 2014

pag.

SERVIZI Assoarmieri 43 La voce dell’associazione ConArmI 44 I corsi Tima all’Istituto tecnico Speciale 50 Le nostre idee regalo per il Natale Test - Ottiche 116 Leupold Mark 6 3-18x44 M5B2 118 Bdt Steiner Ics Test - Accessori 120 Oversight shooting SeeAll 121 Laser genetics Nd-3P Sub zero Test - Munizioni 122 Fiocchi e B&P calibro .410 slug Munizioni e ricarica 124 Le polveri Maxam in pistola Personaggio del mese 130 Valtteri Bottas, pilota e tiratore Figt 136 Vendetta nel polverificio 138 Tappa sulla Gotica 139 Non ci riguarda!

PROVE Pistole 60 Tanfoglio Stock III Xtreme calibro 9x21 98 Hs Hs-9 Sub-compact calibro 9x21 Fucili a canna liscia 68 Beretta A400 Shadow calibro 12 82 Fausti Individual calibro 20 92 Winchester Super X3 Red performance calibro 12 Fucili a canna rigata

116

76 Adc Fab defense calibro .223 Remington 86 Sako A7 Synthetic stainless calibro .270 Winchester 104 Remington Xcr II calibro .375 H&H Ex ordinanza e collezione 110 Iwi Galil Sar calibro .223 Remington Soft air 134 Marui Remington 870 Tactical

SPORT Tiro dinamico 140 Il Mondiale Ipsc handgun in Florida 150 Il National Fitds di Shotgun e Rifle Tiro difensivo 156 Il National Idpa Tiro cacciatori 162 Le premiazioni dei circuiti Armi e Tiro Tiro a segno 170 La finale di Coppa del mondo Tiro a volo 174 Giovani e campioni a Lonato 177 Il Campionato italiano società

DIMENSIONE CACCIA Rubriche 183 Brevi 190 Viaggi 180 Tendenze - Intimo tecnico invernale Alto Adige 184 Le riserve di fatto Alce 186 Caccia a Medstugan 12/2014 ARMI E TIRO

3

LA POSTA dei lettori RACCOMANDAZIONI AI LETTORI Questa rubrica è a disposizione dei lettori, i quali possono esprimere opinioni anche non coincidenti con quelle della redazione. Le lettere, i fax e la posta elettronica dovranno essere firmati e riportare l’indirizzo completo del mittente. Non daremo risposte a lettere anonime (ma i lettori che lo vorranno potranno

FILO DIRETTO

richiedere l’anonimato) e non risponderemo mai privatamente. Al fine di consentirci di rispondere al maggior numero di quesiti, preghiamo i lettori di limitare il numero delle domande per singola lettera e di non superare la lunghezza di un foglio. La redazione si riserva il diritto

di apportare tagli o sintetizzare le lettere ricevute. Per facilitare la nostra lettura, invitiamo a scrivere a macchina o a stampatello e di accludere, in caso di esigenze di riconoscimento di armi, foto chiare con l’indicazione di tutti i punzoni e delle marcature leggibili sulle stesse.

➜➜➜➜ NOI SIAMO QUI ➜➜➜➜ Online: www.armietiro.it Posta: Edisport Editoriale Srl, via Don Luigi Sturzo 7, 20016 Pero (Mi) Tel: +39 02.38.08.52.62 - Fax: +39 02.38.01.03.93 Email: [email protected] Pagina Facebook: Rivista Armi e Tiro Gruppo Facebook: Armi e Tiro YouTube: armietiro

condotto da Astra ricerche e commissionato da Cncn e dal coordinamento di associazioni di Face Italia (2.025 interviste on-line Sono un ex cacciatore. Questa crisi e questa legislazione così pu- e telefoniche a un campione rappresentativo di cittadini tra i 18 nitiva nei nostri confronti mi hanno obbligato a smettere. In pra- e gli 80 anni). Se nel sondaggio del 2010 erano solo il 53,2 per tica, si vorrebbe che comprassimo fucili nuovi, tante cartucce, cento gli italiani che si dichiaravano a favore o non contrari alla pagassimo la licenza di caccia, caccia, oggi si è espresso a favoil tesserino regionale, provinciare di una attività venatoria norle, comunale, eccetera. E poi che mata, limitata, responsabile e ce ne stessimo a casa. Sì, perché sostenibile il 56 per cento del se disgraziatamente incontri campione. Quindi, il dissenso qualche volontario della Lipu, aprioristico nei confronti dell’atsei rovinato. Se per errore hai tività venatoria si è ulteriormensparato a una pispola, rischi te ridotto in questi tre anni. Altro l’ergastolo. Non parliamo poi dato molto interessante della ridi sparare a un lupo, ammesso cerca Astra, il calo sostanziale dei che in Italia ne esistano ancora. soggetti completamente ignoranEsistono, eccome se esistono: ti in materia di caccia, passato da nella nostra società, ce ne sono 38 al 33 per cento. Più di tutto, tanti di lupi mannari, che come però, conforta il fatto che la fanocivi andrebbero abbattuti. Si scia di età dei cacciatori tra i 25 rischia di meno a sparare a un e i 34 anni risulta essere superioragioniere che a una pispola. re alla media, in particolare nei Scherzi a parte, avrei un procomuni medio-piccoli, evidenblemino da sottoporvi, dato che ziando con ciò che il ricambio sono un vostro affezionato letgenerazionale, in effetti, c’è. tore, e penso possa interessare Molto interessanti anche le rispole migliaia di cacciatori che per Le cartucce si conservano efficienti per molti anni, a patto che vengano ste a domande sui temi dell’aniforza maggiore hanno dovuto conservate in modo corretto. malismo e dell’ambientalismo: abbandonare la loro passionacmolti dei soggetti che si dichiacia. Custodisco nella mia abitazione circa 500 cartucce calibro rano animalisti, infatti, non sono affatto ostili all’uccisione di 12, in luogo asciutto e buio, questo da una decina d’anni. Per animali se si tratta di ricavare alimenti per gli esseri umani (56 per quanto tempo, le posso conservare e utilizzare, prima che diven- cento), se gli animali sono pericolosi perché aggrediscono gli tino un pericolo? umani o portano malattie (49 per cento), se servono agli scienziaDario Nassini – E-mail ti per scoprire l’origine di certe malattie (49 per cento) e se gli animali appartengono a specie selvatiche non a rischio di estinConservate in luogo fresco e asciutto le munizioni durano a lun- zione, ma anzi sovrabbondanti (48 per cento). (Massimo Vallini) go. Il componente più delicato è l’innesco: eventualmente si verificassero ritardi di accensione, sparando tali cartucce, meglio smaltirle come rifiuti speciali, preventivamente disassemblate. Quanto alle altre considerazioni del lettore, se anche un certo Errata corrige Sul fascicolo di agosto, a pagina 75, nella scheda tecnica del Benelli Argo grado di sfiducia è più che comprensibile, mi permetto di dire E pro, si scrive di valigetta in plastica e di calcioli intercambiabili. La carabina, che la caccia è, oggi soprattutto, doveroso rispetto di leggi e invece, è consegnata in una scatola di cartone e i calcioli intercambiabili regolamenti. Che sono tanti, è vero, qualche volta anche in consono optional (44 euro per entrambi). Sul fascicolo di novembre, a pagina 60, flitto tra loro, ma rappresentano il grado minimo di civiltà dei si scrive che il fodero del Benelli Raffaello deluxe è in acciaio, mentre invece cacciatori. Siamo spesso considerati peggio di criminali, ma è in Ergal. Ci scusiamo con l’azienda e i lettori. solo da una parte dell’opinione pubblica. Lo dice il sondaggio

Scherzi a parte…

4

ARMI E TIRO 12/2014

LA POSTA dei lettori LEGALE La scadenza dei documenti

Sua Maestà “Sentivo avvicinarsi il bramito, ma dagli anfratti oscuri della foresta continuava a non apparire nulla. Dopo interminabili momenti di silenzio, eccolo! Maestoso nella sua formidabile bellezza, illuminato dal sole del mattino, pronto ad affrontare il suo rivale.”

NEW

In fatto di rinnovo di Porto d’armi ho letto la risposta data a un lettore concernente la proroga della validità oltre la naturale scadenza fino al raggiungimento della data di nascita. Nella risposta, a supporto, veniva citata la circolare della presidenza del consiglio dei ministri del 20 luglio 2012, n° 7, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n° 207 del 5 settembre 2012. Orbene, seppur istituzionalmente abituato al lessico burocratico, confesso che l’assunto non mi è particolarmente chiaro. Nella circolare mi è sembrato di capire che tale proroga è applicabile soltanto in occasione di primo rilascio o di primo rinnovo. Sono titolare di porto di fucile e carta europea rilasciati in data 20.02.2009 e scadenti quindi il 19.02.2015, mentre secondo quanto asserito, la scadenza dovrebbe essere automaticamente prorogata al giorno 3 del mese di luglio, data della mia nascita. Gradirei una rassicurante conferma da parte vostra onde non incorrere in defatiganti e/o pericolose disquisizioni in sede di rinnovo. Aldo Petaccia - Roma

La norma è abbastanza chiara. Dice che i documenti di iden-

tità e simili, dal primo rinnovo in poi, verranno a scadere, alla fine del periodo di loro validità, non al giorno e mese del rilascio, ma al giorno e mese della data di nascita del titolare. Soluzione ovvia perché su alcuni tipi di documento, utilizzabili anche all’estero è indicata la data di scadenza e non si poteva cambiarla per legge senza annotare il cambiamento sul documento. Invece nel momento in cui verrà rilasciato un nuovo documento si potrà scriverci sopra, ove utile, che scadrà, per esempio “nel 2020, il giorno del compleanno del titolare”. Nella prima applicazione ci potrà essere qualche inconveniente perché chi è nato, per esempio, il 1° gennaio 1960 e chiede alla fine del 2015 la licenza di caccia, se la vedrà scadere il 1° gennaio del 2021. Se la stessa persona fosse nata il 31 dicembre 1960, se la vedrebbe scadere il 31 dicembre del 2021 e guadagnerebbe così quasi un anno di licenza e di tasse. Chi deve chiedere il rilascio di una nuova licenza farà bene a tenerne conto in modo da riceverla in un momento non troppo lontano dal proprio compleanno. (Edoardo Mori)

Il fucile dal Venezuela

Nuova generazione superzoom Ineguagliabile rapporto qualità/prezzo Meopta, da oggi in una nuova serie di cannocchiali da mira. ∞ MeoStar R2 1-6x24 RD ∞ MeoStar R2 1,7-10x42 RD

∞ MeoStar R2 2-12x50 RD ∞ MeoStar R2 2,5-15x56 RD

EUROPEAN OPTICS since 1933

Distributrice ufficiale: BIGNAMI SPA, tel.: 0471 803000, www.bignami.it

6

ARMI E TIRO 12/2014

Mio cugino ha cittadinanza italiana e residenza in Venezuela, va a caccia con regolare porto d’armi, e pratica anche il tiro a volo. Deve inviarmi un fucile e vorrei sapere se lo deve mandare a me o tramite armeria italiana. Francesco - Benevento

La può mandare direttamente a lei, però lei deve richiedere la licenza di importazione alla questura che deve riportare tutte le indicazioni sull’arma. (E.M.)

La questura può rilasciare ai privati fino a 3 licenze di importazione per anno solare.

Affidati a chi ti è fedele.

ASCENT PLUS GTX® ASC

W|F|W WRAPPING FRAMEWORK

Un perfetto mix tra stabilità, leggerezza, tradizione e tecnologia. La speciale sovrainiezione strutturale W.F.W. sviluppata da CRISPI® rende ASCENT PLUS GTX la scarpa ideale per confortevoli attività. La fodera in Gore-Tex® Performance Comfort Footwear lo rende totalmente impermeabile mentre la tomaia in camoscio idrorepellente e tessuto ad alta tenacità offre robustezza e resistenza. Suola Vibram® con inserto ammortizzante microporoso per ottenere il massimo comfort durante la camminata.

WWW.CRISPI.IT CRISPI Sport srl | Maser (Tv) Italy | Ph. +39 0423 524211 | [email protected]

follow us on:

LA POSTA dei lettori LEGALE Le sciabole da parata? Ri-faccio una domanda di cui ho letto molte volte sulla rivista e che è stata posta al giudice Mori più volte, ma voglio essere sicuro di aver capito bene: le armi bianche vanno denunciate? Intendo coltelli di “tipo militare” come Ka-bar e Camillus, le baionette del Garand o del Carcano, le sciabole di ordinanza. A me sembra assurdo che si possano acquistare senza porto d’arma e addirittura spedite per posta, ma poi in alcune questure pretendano la denuncia. È un problema concreto, comune a me e tantissimi altri ex ufficiali di complemento: abbiamo comprato la sciabola senza alcuna autorizzazione particolare e l’abbiamo da molti anni in casa (io ne ho pure una risalente a prima della seconda guerra mondiale da uniforme e priva di filo). Dobbiamo denunciarla? E come fare dopo tanto tempo? Io ho il Porto di fucile per Tiro a volo e diverse pistole in denuncia, semplicemente non voglio trovarmi nei casini! Lettera firmata

Malgrado la loro funzione sia oggi esclusivamente collezionistica e ornamentale, spade e sciabole sono ancora considerate armi a tutti gli effetti.

Intanto, occorre distinguere tra l’elenco delle “cose” che ha citato, quali siano effettivamente armi e quali no. Per esempio, i coltelli come il Ka-bar e il Camillus non sono generalmente considerati armi, ma strumenti atti a offendere, in quanto la loro destinazione naturale, generalmente riconosciuta, non è l’offesa alla persona (art. 30 Tulps), quanto piuttosto quella di “utensili” per il survival. Le baionette invece sono considerate armi bianche, così come le sciabole d’ordinanza, e questo malgrado il fatto che ormai da tempo queste ultime abbiano perso la loro funzione offensiva, a favore della sola funzione ornamentale o cerimoniale. Purtroppo, però, non ci risulta che finora le stazioni carabinieri e/o i commissariati di polizia si siano dimostrati particolarmente propensi a trattare le sciabole appartenenti al corredo degli ufficiali, alla stregua di quelle katane prive di filo e punta, che si trovano nei negozi di articoli sportivi e di souvenir. Tra parentesi, anche sulle katane in questione c’è qualche funzionario che trova qualcosa da ridire… Di conseguenza, secondo noi sarebbe prudente acquistare tali oggetti solo da quei soggetti che possano rilasciare una dichiarazione di vendita, con la quale sia poi possibile inserirli nella denuncia ex art. 38 Tulps. Certo, nel momento in cui si trovasse a doversi difendere dall’accusa di detenere un’arma bianca non denunciata (la spada), si potrebbe proporre la tesi difensiva secondo cui, appunto, nel momento in cui la lama è priva di punta e filo, manca l’attitudine all’offesa alla persona e, quindi, non di arma trattasi ma di strumento atto a offendere. Ma in tali circostanze, meglio non trovarcisi… (Ruggero Pettinelli) 8

ARMI E TIRO 12/2014

LA POSTA dei lettori LEGALE Insomma, quanti colpi in tutto? Buonasera, innanzitutto complimenti per la rivista. Avrei da porvi un quesito: da troppo tempo, ormai ovunque su diversi siti e forum, si parla della limitazione dei caricatori facendo una grande confusione. C’è chi dice 2 nel caricatore e 1 in canna, chi 4+1, chi 5 nel caricatore e 1 in canna. Ecco vorrei avere da voi, visto che siete esperti del campo, una definitiva delucidazione di come veramente parla la legge (soprattutto nella caccia al cinghiale). Alberto Vicini – E-mail

Non è difficile. Per quanto riguarda il fucile a canna liscia, l’articolo 13 della legge 157/92 consente l’uso a caccia del fucile fino a due colpi, a ripetizione e semiautomatico, con caricatore contenente non più di due cartucce. Per questo i fucili semiutomatici con serbatoio di capienza superiore ai due colpi sono dotati di limitatore. Lo stesso articolo di legge consente anche l’uso del fucile a due o tre canne (combinato), di cui una o due ad anima liscia di calibro non superiore al 12 e una o due ad anima rigata di calibro non inferiore a millimetri 5,6. Nella zona faunistica delle Alpi, però, è vietato l’uso del fucile con canna ad anima liscia a ripetizione. Dunque, per questi casi, a caccia, si possono utilizzare non Sui caricatori per le carabine, più di due colpi nel c’è grande confusione. serbatoio e un terzo in camera. Non era prevista limitazione, fino a pochi mesi fa, per le carabine. È intervenuta in proposito il decreto legge 24 giugno, n° 91 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n° 192 del 20 agosto 2014 che modifica ancora l’articolo 13 della legge nazionale 157/92: “I caricatori dei fucili ad anima rigata a ripetizione semiautomatica impiegati nella caccia non possono contenere più di due cartucce durante l’esercizio dell’attività venatoria e possono contenere fino a cinque cartucce limitatamente all’esercizio della caccia al cinghiale”. Dunque a caccia con la carabina semiautomatica occorre usare un caricatore con due colpi al massimo, cinque solo per l’esercizio della caccia al cinghiale. Con carabina a ripetizione manuale, invece, il limite è rappresentato dal decreto 121 del 5 novembre 2013 che impedisce l’introduzione nel territorio dello Stato e la vendita di armi comuni da sparo lunghe con caricatori o serbatoi, fissi o amovibili, contenenti un numero superiore a 5 colpi. In tutti questi casi la legge parla di caricatore, quindi è lecito tenere il terzo e il sesto colpo in camera di scoppio. (M.V.) 10

ARMI E TIRO 12/2014

APACHE GTX®

BQ BLACK QUALITY

HIGH PERFORMANCE BOOTS FOR TACTICAL ARMIES

BoardLasting

W|F|W

Mechanical Construction

WRAPPING FRAMEWORK

Un perfetto mix tra stabilità, leggerezza, tradizione e tecnologia. La speciale sovrainiezione strutturale W.F.W. sviluppata da CRISPI® rende APACHE la scarpa ideale per confortevoli attività. La fodera in Gore-Tex® Performance Comfort Footwear lo rende totalmente impermeabile mentre la tomaia in camoscio idrorepellente e tessuto ad alta tenacità offre robustezza e resistenza.

WWW.CRISPI.IT CRISPI Sport srl | Maser (Tv) Italy | Ph. +39 0423 524211 | [email protected]

follow us on:

LA POSTA dei lettori ARMI E ACCESSORI Pregi e difetti dei semiautomatici

6(03/,&(0(17( I MIGLIORI, '$$11, $&5(QKDQFHG ACR AC R (Q (QK KDQFed

Mod 0RG Mod FDO5HP FDO5HP(1 : 9”)

‡FDQQDFPFRQVSHJQLÀamma AAC ‡FRPDQGLFRPSOHWDPHQWHDPELGHVWUL ‡PDQHWWDGLFDULFDPHQWRUHYHUVLELOH ‡FDULFDWRUHDFROSL ‡GLVSRQLELOHDQFKHFRQÀ QLWXUDQHUD ‡PLUHDEEDWWLELOL0DJSXO0%86

Sono interessanti le prove dei fucili automatici, per vedere i pregi e difetti. Prossimamente ci saranno nuove prove che parlano dei cut-off, se i pulsanti sono più pratici nella parte inferiore dell’astina, come il Beretta A303 Mc e il Breda Aries 2 magnum quickchoke, a sinistra come il Beretta Al391 Urika o a destra come il Benelli e altri fucili? Visto che sono magnum, sparano tutti le cartucce calibro 12 da 24 a 57 grammi? Magari a fare la prova ci saranno i progettisti e responsabili delle ditte in Beretta, cacciatori, tiratori di pedana ed esperti di tecnica armiera. Vedi la prova di Armi e Tiro del dicembre 2006. Dopo faranno la pagella dei fucili. Magari la Beretta ci ripensa a sistemare il cut-off da sinistra e lo sistemerà nell’astina come nel vecchio A303 mc. Argomento strozzatori esterni a prolunga, tipo quick-choke della Breda, si potranno utilizzare anche nel Beretta Urika perché si possono avvitare con la chiave che a mano nello stesso posto e lasciano il vivo di volata tutto intero senza buchi. Marco Lovato - Arsiero (Vi)

9$50,17(566 VARM VA RMIN IN7( 7(R R SS

0RG M Mod d FDO5HP FDO ReP (1 : 9”)

‡FDQQDSHVDQWHLQR[FURPDWDFP ‡LPSXJQDWXUDDSLVWROD+RJXHJRPPDWD ‡FDULFDWRUHDFROSL

M4-A3

0RG FDO5HP(1 : 9”)

‡FDQQDFURPDWDFP ‡VSHJQLÀ DPPD$ ‡FDULFDWRUHDFROSL

',66,3$725 DISS DI SSIP IP$7 $7OR OR

Mod 0RG Mod FDO3 FDO5HP ReP (1 : 9”)

‡FDQQDFURPDWDFP ‡VSHJQLÀ DPPD$ ‡FDOFLR0DJSXO02(WHOHVFRSLFR ‡LPSXJQDWXUH0DJSXO02(

‡WDFFDGLPLUD0DJSXODEEDWWLELOH0%86 ‡SRQWLFHOOR0DJSXO(QKDQFHG ‡FDULFDWRUHDFROSL

MOEE 308 MO 308

Mod 0RG Mod FDO:LQ(1 : 10”) FDO308:LQ

‡FDQQDFURPDWDFP ‡VSHJQLÀ DPPD$ ‡FDOFLR0DJSXO02(WHOHVFRSLFR ‡LPSXJQDWXUH0DJSXO02(

Distributore:

‡WDFFDGLPLUD0DJSXODEEDWWLELOH0%86 ‡SRQWLFHOOR0DJSXO(QKDQFHG ‡FDULFDWRUHDFROSL

‡7RULQR

PDLO#SDJDQLQLLW‡ZZZSDJDQLQLLW

12

ARMI E TIRO 12/2014

Il Beretta Al391 Urika, uno dei primi “sparatutto”.

Il primo italiano “sparatutto” , in grado cioè di sparare tutte le grammature calibro 12, da 24 a 57, è stato il Beretta Al391 Urika, presentato nel 1999, che ha il pulsante del cut-off sul lato sinistro della carcassa. Il Beretta A303, invece, l’ha sull’astina, così come il Breda Aries 2, commercializzato nel 1995. Ogni componente meccanico della serie Beretta A300-301-302-303 è compatibile quindi intercambiabile con la serie Breda Altair, Altair Special e Altair Lusso, la differenza stava tutta nella personalizzazione e nella canna Breda, peraltro anch’essa montabile sulla linea Beretta. Il modello Aries 2 era in realtà un Beretta A303, su carcassa non più curva, ma con spigolo, e del 303 manteneva tutte le caratteristiche meccaniche, cambiavano solo i legni nel design però erano ugualmente compatibili con la serie Altair Lusso. In definitiva, Altair Lusso e Aries 2 sono identici nel funzionamento. La prima versione Altair corrispondeva alla serie 300-301 Beretta, il modello Altair Special al 302 e il modello Altair Lusso al 303. Da quest’ultimo modello in poi Breda non ha più avuto compatibilità con Beretta. Infine, se ho ben compreso la domanda, il Beretta Urika era equipaggiato con canna Optima bore e strozzatori Optima choke plus. La stessa canna può montare anche strozzatori extended, simili a quelli di Breda “a prolunga” cui fa riferimento il lettore. Quanto alle prove di Armi e Tiro, da tempo abbiamo standardizzato le prove in placca utilizzando, nei diversi calibri, sempre la stessa cartuccia tester, dunque i risultati risultano comparabili. I nostri tecnici esprimono pareri quanto più possibile oggettivi sui fucili, anche sulla disposizione dei comandi. (M.V.)

LA POSTA dei lettori ARMI E ACCESSORI La Feinwerkbau 601 è libera Sono in possesso di una carabina Feinwerkbau 601 calibro 4,5 mm acquistata usata e regolarmente denunciata come arma sportiva, ho saputo dall’armiere dove fu acquistata che non supera i 7,5 joule. Vorrei sapere se è vero e se sia possibile declassarla e toglierla dalla denuncia. Fabio Carcano – E-mail

Ci risulta che la carabina Feinwerkbau 601 sia stata declassificata con numero di conformità 82 (lo stesso del modello 603). Per verificare se l’arma in suo possesso rientra nel limiti dei 7,5 joule, dovrà presentarla al Banco nazionale di prova, che provvederà, in caso affermativo, ad apporre un apposito punzone e a rilasciarle una idonea dichiarazione, con la quale potrà farla defalcare dalla denuncia dalla sua autorità di ps. (R.P.)

OCCHIO SUL MONDO Carlo dichiara guerra agli scoiattoli Il principe Carlo d’Inghilterra ha lanciato una campagna di eradicazione dello scoiattolo grigio dalle sue proprietà terriere: anche in Gran Bretagna, come sul continente, questa specie proveniente dagli Stati Uniti sta causando la scomparsa dello scoiattolo autoctono, quello rosso. È per questo che l’erede al trono ha deciso di esporsi dando dapprima il suo patrocinio al cosiddetto “accordo dello scoiattolo”, firmato nella sua residenza scozzese di Dumfries house da rappresentanti del governo, funzionari delle foreste, ambientalisti. E con il sostegno

Il principe Carlo d’Inghilterra ha dichiarato guerra agli scoiattoli.

14

ARMI E TIRO 12/2014

del ministero dell’Ambiente. L’erede al trono è fra l’altro il patron del Red squirrel survival trust, una fondazione che lotta per il ripopolamento dei “rossi”.

Ruger (ancora) produttore dell’anno Ruger, il noto produttore statunitense di armi, è stato proclamato per l’ottavo anno consecutivo “produttore di armi dell’anno” dall’associazione nazionale dei grossisti di articoli sportivi. Il conferimento del premio si è svolto a Little rock, Arkansas, durante l’annuale meeting dell’associazione, alla presenza dell’amministratore delegato Ruger, Mike Fifer, e del direttore vendite Shawn Leska. “cerchiamo continuamente di venire incontro alle esigenze dei grossisti e alle necessità dei loro clienti, i dettaglianti e gli utenti finali”, ha commentato Fifer, “e il nostro incessante sviluppo della gamma produttiva e i continui miglioramenti al processo di produzione ci consentono di dare continuamente nuovi prodotti ai clienti. Ci siamo impegnati molto anche sulla promozione marketing e sulla comunicazione, naturalmente riconosciamo che la collaborazione dei grossisti è fondamentale per il nostro successo”.

LA POSTA dei lettori MUNIZIONI E RICARICA Canne gigliate e nichel I pallini al nichel si possono usare in un fucile “tradizionale” o è meglio usare un fucile con canne gigliate? Michele Bastiani-E-mail

CARABINE

9

RECORD MONDIALI

2013

E,NODMO`mc`

NEL

CARABINE KEL B LY, L’ALTA PRECISIONE È D’OBBLIGO

TM

Un breve cenno sui caricamenti cosiddetti “no toxic”, che attualmente sono obbligatori nelle zone umide. In luogo del piombo (densità 13, g/cc) vengono utilizzati diversi materiali, tra i quali tungsteno (densità 19,5 g/cc), bismuto (densità 9,8 g/cc), il rame (densità 8,9 g/cc), ferro (densità 7,9 g/cc). Il materiale più simile al piombo è il bismuto, sia per densità sia per durezza; il ferro presenta densità inferiore e durezza maggiore e ha il comportamento balistico peggiore a parità di diametro dei pallini; migliore del ferro è il rame, mentre la massima densità e la massima durezza spettano al tungsteno, che presenta però comportamento balistico superiore al piombo. In teoria, per ottenere il medesimo comportamento del piombo, il prodotto tra diametro del pallino e densità del materiale deve rimanere costante, in modo da mantenere la medesima densità sezionale. Per esempio, per un pallino di piombo del nº 7, con diametro di 2,5 mm, i corrispondenti pallini di pari densità sezionale degli altri materiali dovrebbero avere i seguenti diametri: bismuto 2,9 mm (nº 5), rame 3,1 mm (nº 4), ferro 3,5 mm (nº 2), tungsteno 1,7 mm (nº 11). Mentre il ferro mantiene un costo accettabile, non altrettanto avviene purtroppo per rame, bismuto e tungsteno, benché tutti e tre vengano impiegati generalmente in leghe, sia per ridurne il costo che per migliorarne la resistenza meccanica. Il tungsteno, ad esempio, viene legato con Una confezione di cartucce ferro, nichel calibro 12 con pallini o bronzo, di piombo nichelato. principalmente per ridurne l’eccessiva durezza. L’impiego di canne gigliate (ossia sottoposte alla prova superiore per pallini di ferro) è necessario per cartucce ad alte prestazioni con pallini aventi durezza Vickers HV1 superiore a 40 e diametro superiore a 3,25 mm; non possono essere impiegati pallini con durezza Vickers HV1 superiore a 110. La durezza molto maggiore di quella del piombo impone inoltre l’uso di borre più robuste per evitare danni all’anima delle canne. Una soluzione particolare è rappresentata dal materiale “Tundra” della Fiocchi, composto da una matrice polimerica contenente tungsteno in polvere; i pallini presentano così una densità pari o superiore a quella del piombo, ma con durezza limitata, tanto da poter essere sparati in canne normali. Per quanto riguarda i pallini al nichel, la canna gigliata è necessaria solo se si tratta di nichel in lega col tungsteno, ossia di pallini “no toxic”, di costo piuttosto elevato. Se invece si tratta dei normali e ben più economici pallini di piombo nichelati, cioè ricoperti da uno strato superficiale di nichel per ridurne la deformabilità e migliorarne la sfericità, possono ovviamente essere impiegate la canne normali. (Roberto Serino)

16

ARMI E TIRO 12/2014

LA POSTA dei lettori MUNIZIONI E RICARICA Ricarica di tre celebri western Desidero avere informazioni circa le dosi di ricarica con le polveri Gm3 e Cheddite Granular grossa in riferimento ai seguenti classici calibri della frontiera americana: .38/40 palla 177 grs in piombo da impiegare in fucile originale Winchester mod. 1892 canna 24”; .44/40 palla 200 grs sia piombo che ramata da impiegare in fucile Uberti, replica Winchester mod. 1873 canna 24”; .45 lc palle 230 e 250 grs sia piombo che ramata da impiegare in revolver Uberti, repliche Remington mod. 1875 e Colt mod. 1873 canne 7,5”. Enzo Caruso – E-mail

Le polveri Granular grossa (Cheddite) e Gm3 (distribuita da Nobel Sport) sono entrambe granulari: rispetto alla prima, la seconda è caratterizzata da una combustione più rapida, della quale tenere conto nei dosaggi. Data la varietà di tipologie di palle-bossoli-inneschi utilizzabili in relazione ad ogni polvere, la valutazione senza tutti i dati resta puramente indicativa. Nel caso dei calibri da Lei citati, sono generalmente considerati buoni dosaggi per la ricarica con la Cheddite Granular grossa le dosi di 5,5 grs per il .45lc e per il .44/40, e di 5 grs per il .38/40. Con la Gm3, che come detto è un po’ più rapida rispetto alla Granular, è ritenuto consigliabile ridurre rispettivamente le dosi di 0,5 grs. Le confermo, però, quanto consigliato anche dalle case produttrici delle polveri, ovvero di rivolgersi al rivenditore che Le ha fornito le armi, soprattutto nel caso del fucile originale, per il quale deve essere stata confermata la perfetta efficienza e determinata la tipologia di palla più idonea, oppure Le suggerisco di contattare direttamente le suddette aziende, che sui loro siti rendono disponibili tabelle molto precise (ove sono specificati – se presenti - i vari tipi di polvere, peso e tipo di palla usata, ma anche tipologie di bossolo e innesco), o ancora può contattare i produttori di armi. E in tutti i casi è raccomandato Due grandi classici del west: a sinistra di valutare esattamente i il .44-40, a destra il .45 Colt. dati tecnici di ogni componente, rispettare con attenzione le procedure di ricarica, basandosi sui valori forniti direttamente dai produttori e aumentando i dosaggi in modo molto progressivo. Ringrazio per la consulenza l’amico Osvaldo del Tsn Roma. Di seguito i link per ulteriori precisazioni. Nobel Sport: http:// www.nobelsport.it/public/pages/ITA/p_polveri; http://www. nobelsport.it/public/pages/ITA/contatti.asp; Cheddite: www. chedditeitaly.com; Uberti: www.ubertireplicas.com; Winchester: www.winchesterguns.com(solo in inglese); www.winchester. com (specifico per le domande sulle munizioni, ma solo in inglese); www.winchesterint.com/it/winchester/homepage.php (sito internazionale, anche in italiano); http://ballisticscalculator.winchester.com (una curiosità da provare, utilizzabile su computer o su telefono con app scaricabile, che consente di visualizzare graficamente la resa balistica delle munizioni, inserendo le caratteristiche delle stesse in base all’arma trattata; ovviamente non contempla ogni possibilità in assoluto, ma lo fa per tutte le consigliate e fondamentali). (Anna Arabia) 18

ARMI E TIRO 12/2014

LA POSTA dei lettori MUNIZIONI E RICARICA Dosi per 8x50R, ma cautela…

FUCILI E CARABINE DI ALTA QUALITA’ ‘ BALESTRE PROFESSIONALI TUTTO PER LA CACCIA

MUNIZIONI RICARICHE E ASSISTENZA ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI

Ho letto l’interessante articolo sulla ricarica dell’8x50R Mannlicher (sett. 2005). Vorrei provare il mio Steyr M95 lungo. Ho a disposizione N133 e N140, ma nessuna delle due è stata provata nello studio. La N133 come vivacità, nella tabella comparativa Vihtavuori è al pari della Bl-C2, che però nello studio è stata giudicata troppo progressiva per questa cartuccia (forse perchè testata nella corta canna dello stutzen?) Ho palle Sellier e Bellot da 196, palle Sierra da 220 e alcune palle camiciate in rame originali a punta tonda per l’8x50R di 236 grani (di produttore sconosciuto). Ammesso che N133 e N140 si possano usare in sicurezza, gradirei le dosi per le tre palle, e un giudizio su quale polvere preferire. Fernando Magnanini - Fabbrico (Re)

LINEA CACCIA 76 MM

Pallini in piombo gr. 50 alte prestazioni Pallini in acciaio gr. 36 alternativa per caccia in valle o zone Z.P.S.

LINEA BUFFER PRIMA CARTUCCIA IN ITALIA PER TIRI ESTREMI gr. 43 con buffer americano, piombo speciale 3-4-5

Non è possibile assemblare ricariche con propellenti la cui equivalenza di progressività sia stata stabilita sulla base delle tabelle pubblicate dai vari produttori di componenti da ricarica. Queste equivalenze sono solo orientative, e non possono esere usate per l’intercambiabilità di propellenti. Una delle tante ragioni che impediscono o sconsigliano questa pratica è, tra le più importanti, la differente densità dei diversi propellenti, per cui, anche ammettendo che due di essi abbiano lo stesso approssimativo grado di progressività, le loro rispettive densità, influendo sulla densità di caricamento, determinano comportamenti spesso molto diversi delle pressioni. Pertanto lei, per usare la sua espressione, non può “usare in sicurezza” un propellente al posto di un altro in base alle tabelle. Ciò premesso, l’unico prudente suggerimento, per quello che vale, Una confezione originale di 8x50R Mannlicher, risalente al primo conflitto mondiale.

CFM SERIE 70 gr. 38 piombo speciale 3-4-5

TRAP COMPETITION 2 volte Campione Italiano ITALCACCIA 2014

ANTICA ARMERIA FINCO SAS Via Venezia 54 - Campo San Martino (PD)

Tel: 049 552009 WWW.ARMERIAFINCO.IT 20

ARMI E TIRO 12/2014

è di usare la N133 alle dosi da me studiate per la Tu 3000 (da 42 a 45 per palle di 220 e da 45 a 48 grs per quelle da 220), considerando le notevoli analogie esistenti tra questi due propellenti. Per quanto riguarda la N140, propellente notevolmente più progressivo della Bl-C2 (da 42 a 45 grs), il più progressivo da me usato nello studio di ricarica, può provare ad usarla alle stesse dosi da me studiate per la Bl-C2, preferibilmente con palle pesanti, come le 220 o le 236 grani, eventualmente anche aumentandole di poco se non nota segni di allarme a carico degli inneschi. Senza impegno, ovviamente, da parte mia, e non per uno sciocco atteggiamento da scaricabarile, ma sopratutto per la sua sicurezza. Tenga infine presente che armi come quella in suo possesso, costruite ormai quasi un secolo fa, sebbene dotate di una chiusura assimilabile a quella di un otturatore girevole scorrevole malgrado il suo particolare cinematismo, sono basate su materiali non certo all’altezza dei quelli usati in anni più recenti, sulla cui resistenza strutturale non si può fare affidamento per quanto riguarda le pressioni di esercizio che sono in grado di tollerare. (Andrea Bonzani)

FAUSTI

®

R ATO SEN

Fine Italian Shotguns made in Italy

www.faustiarms.com

LA POSTA dei lettori EX ORDINANZA E COLLEZIONE La doppietta Lorenzotti Ho acquistato una doppietta P. Lorenzotti in calibro 12 a cani esterni, ma ho trovato poche indicazioni su questo fucile. Sulle canne (misurate 690 mm) sono riportati i seguenti valori: prima canna 20,3; 18,4; 17,5; 70; seconda canna kg. 1,260; 18,4; 17,3. Sulla bascula e nei lati della ramponatura delle canne sono riportati: “Psf”, “Finito”. E il simbolo che si vede nella foto allegata che è l’ultimo in basso sulla destra (sembra uno scudo con due fucili) 12, XIII. Logo dentro al quale ci sono una “L” e una “P” una sopra l’altra. Mi piacerebbe avere conferma su che modello di doppietta si tratta, l’anno di costruzione (credo 1957), la strozzatura (3/1–2/4), che tipo di chiusura (Anson-Deeley, Greener o Purdey, non credo H&H), quanto può valere oggi, la pressione massima (kg/cmq 900-1.000-1.200) a cui sono state sottoposte le canne che sono in condizioni buone sia all’esterno e soprattutto all’interno dove conservano ancora la cromatura. Lettera firmata - Montefiore dell’Aso (Ap)

La ditta Pietro Lorenzotti fu fondata a Brescia alla fine dell’Ottocento e, oltre a costruire fucili col proprio nome, teneva un ben avviato commercio di armi, attività che ebbe un incremento quando, finito il sodalizio con un altro noto artigiano dell’epoca, Colturi, che datava dal 1908, Lorenzotti rilevò, nel 1911, il negozio della Fabbrica bresciana d’armi, fallita da poco. La fabbrica di

Una classica “cani esterni” di Lorenzotti, l’arma riprende le linee delle classiche “bresciane” degli anni ‘50.

Lorenzotti all’inizio degli anni ‘30 fornì all’esercito italiano fucili mod. 91/28 Ts. L’azienda ha proseguito la produzione di fucili da caccia con il figlio di Pietro, Luigi, classe 1891, che ha guidato l’azienda del padre sino alla sua chiusura, avvenuta nel 1963. Anche la ditta Lorenzotti ha fabbricato fucili di vario pregio, dalle prime doppiette a cani esterni, passando a modelli con sistema di percussione Anson-Deeley, per arrivare ai più pregiati sistemi Holland&Holland. La doppietta è una tradizionale “cani esterni” di linea bresciana, con batterie a mezza piastra, duplice chiusura Purdey con terza Greener a perno quadro. Si possono individuare i punzoni di Pietro Lorenzotti sui piani di bascula e qualche altro punzone, come l’indicazione del calibro, ma la qualità delle foto è talmente bassa da non permettere ulteriore deduzione. L’anno XIII corrisponde al 1957. Le strozzature corrispondono a 0,9 mm per la prima canna, pari a una stella o full choke, mentre la seconda canna è ancora più strozzata, 1,1 mm di restringimento. Questo può derivare dal fatto che il primo proprietario dell’arma l’aveva richiesta appositamente per utilizzarla in tiri abbastanza lunghi. La pressione di collaudo per queste armi era, all’epoca, di 900 bar. Per dare una valutazione alla doppietta bisognerebbe poterla apprezzare de visu, ma, visto l’andamento del mercato, anche se fosse in condizioni più che eccellenti non potrebbe spuntare quotazioni superiori a poche centinaia di euro. (Alberto Riccadonna.) 22

ARMI E TIRO 12/2014

LA POSTA dei lettori EX ORDINANZA E COLLEZIONE Beschi, su ordinazione

NOVITA’ esclusiva Calciature GARY CANE per carabina aria compressa e fuoco Air Arms, Feinwerkbau, HW, Anschütz, Walther.. visita il sito per l’elenco completo. TRASFORMA LA TUA CARABINA

Bench Rest

Field Target

Sport

Bullpup Consulenza tecnica sportiva per tutte le discipline, vendita accessori match Iscriviti alla newsletter per ricevere sconti, promozioni e omaggi ! DOMINO S.r.l. Via IV Novembre 54, 20019 Settimo M.se (MI) Aperture al pubblico: LUN-VEN 9:00-12:15 / 13:30 -17:00 SABATO 10:00 -16:00 (fino al 20 dicembre) CONTATTACI Tel. 02 33512040 Fax 02 33511587 [email protected]

24

ARMI E TIRO 12/2014

Da qualche anno sono venuto in possesso di un fucile sovrapposto a canna liscia calibro 12/70 prodotto da un artigiano bresciano di nome Mario Beschi. Le incisioni sono di Cabrioliinc. (cosi è indicato sulla bascula). Mi piacerebbe sapere un po’ di più di quest’arma, ma in Internet non ho trovato un granché. Che modello è? In che anno è stato costruito? Info sull’artigiano? Sull’incisore? Eccetera… Pare siano piuttosto quotate negli Stati Uniti, ma non ne capisco il motivo. Andrea Bechini - Castelli Calepio (Bg)

Mario Beschi aveva la sua azienda in via Filippini a Gardone Valtrompia e produceva, dagli anni ‘60, armi da caccia di notevole qualità. Partendo da doppiette e sovrapposti dalle finiture spoglie di abbellimenti per essere usati intensamente a caccia, offerti a prezzi competitivi, si arriva sino al livello della doppietta Imperial, in calibro 12 o 20, interamente costruita a mano, compresa la bascula e gli acciarini Holland. Le caratteristiche di peso, lunghezza e strozzatura delle canne, accoppiate rigorosamente col sistema demibloc, erano frutto di accordi con i clienti, infatti quasi sempre Beschi lavorava su ordinazione. Le incisioni, realizzate dai più validi artisti valtrumplini, coronavano l’opera di abbellimento, nei gradi Extra e Bulino per le doppiette. Tra i sovrapposti ricordiamo il modello Olimpic, che si incontra più frequentemente nelle versioni da tiro, monogrillo con ejector, ma fu realizzato anche con caratteristiche tipiche delle armi da caccia. Tra i sovrapposti un altro modello è il Diamond. Prematuramente scomparso nel 1988, Mario Beschi ci ha lasciato le sue armi, “a testimonianza della profonda passione e dedizione al sacrificio creativo con cui le nostre armi vengono costruite”, come L’incisione della bascula del sovrapposto, realizzata scriveva nel suo catalogo. (A.R.) con nitore ed equilibrio da Cabrioli.

Ricordo di Giovanni Villa Conoscevo Giovanni da non altre cose belle nella propria molto. E precisamente da casa. Era sempre alla ricerca quando mi ero recato nella di tutto quello che poteva sua armeria per vedere il rappresentare l’espressione suo sovrapposto Fabbri di dell’arte armiera italiana. Tutti cui era tanto orgoglioso. ricorderanno le sue iniziative E di cui feci un articolo su per mostrare in tutta Italia il Armi e Tiro del quale lui fu famoso Franchi Montecarlo entusiasta. Mi colpì subito una appartenuto a Gino Bartali. cosa che poi, nel tempo, era L’ultima volta che l’ho visto mi diventata certezza: Giovanni ha voluto mostrare un trittico non era solo un armiere, ma unico di doppiette Holland molto di più. Ovvero non si sempre di Fabbri. E nel parlare limitava a gestire un negozio esprimeva subito, a chi di armi e accessori. Ma era l’ascoltava, la sensazione che un grande appassionato. non volesse venderti qualcosa. Una persona che, per assecondare la sua grande ammirazione per le belle armi, aveva trovato la strada più breve per tenerne tante, ammirarle, contemplarle e farle vedere agli amici nella sua armeria. Così come si possono mostrare con orgoglio una collezione di Giovanni Villa con il Franchi Imperiale quadri, di sculture o Montecarlo appartenuto a Gino Bartali.

Lui ti voleva soltanto rendere partecipe della sua passione e dell’orgoglio di aver saputo cogliere un altro pezzo pregiato. Giovanni, comunque, gestiva una delle più belle armerie d’Italia. Un negozio elegante, ben arredato, signorilmente allestito con tutte le cose proposte in stile veramente d’altri tempi. La sua morte improvvisa mi ha lasciato senza parole, ma solo con la certezza di quanto sia ingiusto che una persona così giovane non sia più tra noi. Mi mancherà moltissimo la sua passione, il suo entusiasmo nel voler farmi vedere l’ultimo gioiello trovato e “salvato” dall’oblio o da chi ne avrebbe fatto solo uno scopo di lucro. Lui non vendeva, ma era quello che oggi non esiste quasi più: un collezionista di cose belle del nostro mondo col quale arredare e dare lustro alla sua bellissima armeria. (Riccardo Torchia)

foto: Gianni D’Affara grafica: Elisabetta D’Affara

I ferri del mestiere. Ovunque. CjdkVHig^`Z6LE6aaLZVi]ZgE^hida/XVccVHJH)&+^cdhh^YVW^aZYV&',bb# 8VggZaadZhXajh^kVbZciZ^c'Xdadg^8ZgV@diZž?jc\aZZ9ZhZgi#9^hedc^W^aZYV
LA POSTA dei lettori EX ORDINANZA E COLLEZIONE Bixio Bruni da Piombino: doppiette di eccellenza Vi scrivo per avere informazioni su una doppietta comprata nel 1982 usata da un privato, a suo sentito dire fatta su misura da un artigiano di nome Bruni Bixio operativo a Piombino (Li). Nella denuncia con il numero di matricola 1.238 si avvale della scritta di marca Franchi sulle canne il nome Bruni Bixio armi Piombino, sul petto di bascula in numeri romani XXVI, sotto la bascula la scritta “Per tiro Piccione”; strozzature entrambe le canne 18,3; batterie credo tipo H&H; peso delle canne kg 1,320, camere da 70 calibro 12. Canne a specchio, brunitura nera, ottime condizioni estetiche. Avendo diverse armi lisce e rigate di cui conosco più o meno la storia, mi è venuta la voglia di saperne di più su questa doppietta che, credo di aver portato sì e no due volte al rientro ai tordi la sera... e sul tiro lungo non se la cava male.

fotol fo fot oto ia ia_# ia_ aa__#4 #4 491904 9 04 9190 40 - ssangl a lilier an ang angl err da d ns n la foré forétt © N IICOLA IC COLA C OLAS LA LAR L A ENTO E ENT

Paolo De Logu - Castiglione della Pescaia (Gr)

Il mirino red dot di nuovissima generazione „ „ „ „ „

Il mirino red dot di nuovissima generazione 3 modalità di funzionamento, da „minimal“ a „power“ Batterie ad elevata durata con notifica esaurimento Luminosità personalizzabile Riproduzione ottimale

L‘originale!

Acquistabile solo nei negozi specializzati

Distributore esclusivo per l’Italia Via Brennero | 10 20900 Monza MB www.adinolfi.com | www.docter-germany.de

26

ARMI E TIRO 12/2014

Il quesito del lettore ci dà la possibilità di parlare di un artigiano poco conosciuto, tra i rari costruttori di armi che la Toscana ha generato in questi ultimi cent’anni. Di lui ci ha tracciato un profilo molto accurato Aldo Londi, titolare della omonima armeria, che ha avuto il privilegio di conoscerlo personalmente e di frequentarne l’officina. Bruno Bixio, di corporatura minuta e grande appassionato di ballo, era un operaio delle acciaierie di Piombino, ma il suo carattere indipendente lo portò a cercare una sua affermazione come artigiano indipendente. Questo avvenne nell’immediato dopoguerra, quando tra il ’46 e il ’48 impiantò la sua officina. Il posto di lavoro, realizzato nello scantinato di casa, era angusto e Bruni si era dovuto costruire anche gran parte degli strumenti di lavoro, non ultimo persino il tornio! Il suo marchio lo depositò presso il banco di Gardone alla metà degli an- Bruni, un eccellente artigiano di Piombino, partiva da grezzi ni ’50. Profondamente ra- Franchi per le sue prestigiose doppiette. dicato nelle sue origini, volle ricordare Piombino anche nel sul marchio: uno scudo con all’interno il “rivellino” delle vecchie mura del paese. La produzione di armi di questo artigiano è valutabile intorno a una cinquantina di pezzi o poco più, tutti realizzati con la pazienza e la cura di chi ama il proprio lavoro. Dalla sua officina sono uscite in prevalenza delle doppiette di eccellente livello, sia per tiro sia per caccia e una discreta rappresentanza di sovrapposti. Un caso sporadico è stato un unico esemplare di automatico a lungo rinculo, ispirato alla meccanica Fabarm. I contatti con la Franchi erano molto intensi, al punto che l’azienda bresciana, oltre a fornirgli tutti i grezzi per il suo lavoro artigianale, più volte gli offrì un posto di lavoro molto ben pagato. Questo voleva dire però abbandonare Piombino, la sua officina e il suo hobby di fotografo. Un carattere libero e, soprattutto, discretamente intrattabile non poteva certo piegarsi a timbrare il cartellino! Così come non volle mai rivelare a nessuno le sue formule esclusive per la brunitura, con le quali riusciva a brunire persino le canne in acciaio inossidabile. Il suo segreto de l’è portato con sé circa 20 anni fa, dopo aver sofferto negli ultimi anni per una tragedia famigliare, la morte del figlio in un incidente stradale. Per descrivere l’arma del lettore, questa è stata realizzata nel 1970 con grezzi di prevalente provenienza Franchi. Analizzando le forme generali della doppietta si notano notevoli similitudini tra le forme dei piani delle camere di scoppio di quest’arma con quelle della doppietta Condor. Anche la tavola di bascula presenta le stesse proporzioni, mentre, contrariamente a quanto realizzato generalmente sul modello Franchi, in questa doppietta è presente la sola chiusura duplice Purdey. A completare le similitudini, se ce ne fosse ancora bisogno, vi sono anche le batterie che presentano le stesse dimensioni e le stesse sedi dei perni di quelle utilizzate sul Condor. Quest’arma è la diretta testimonianza dell’ottimo livello qualitativo di questo artigiano. (A.R.)

LA POSTA dei lettori EX ORDINANZA E COLLEZIONE Restaurare una doppietta Falc Ho deciso di contattarvi perché non riesco ad ottenere le informazioni che cerco. Mio padre possiede la doppietta di mio nonno, una Falc di inizio secolo, e vorrei restaurarla. Per procedere vorrei prima conoscere la storia dell’arma per riportarla alle condizioni originali. Potete indicarmi dove trovare ciò che cerco? Andrea Banfi - E-mail

L’azienda Falc di Camerlata (Co), già attiva nel 1909, ha prodotto armi col marchio Lario sino al 1929, data in cui è stata assorbita dalla Beretta. Tra le armi prodotte sono citate la doppietta Italia e un hammerless di derivazione inglese realizzato con acciai Fiat. L’azienda gardonese trasferì tutti i macchinari e le maestranze della Falc presso i propri stabilimenti, attrezzando in un’ala della propria fabbrica la linea di produzione della doppietta Lario a cani esterni. Con la chiusura della Falc ebbe termine la parentesi industriale armiera del La bascula di una doppietta Lario Fiat, ancora marcata comasco, che aveva già Falc sulla bascula. Notare lo scudo sabaudo, simbolo del banco di prova di Camerlata. visto la chiusura del Banco di prova di Camerlata, nel 1926, dopo un solo anno di attività. Se l’arma è stata costruita tra il 1925 e il 1926, si dovrebbe vedere, sui piani di bascula, oltre alla matricola, uno stemma simile a quello sabaudo, simbolo del banco di Camerlata. La mancanza di tale punzone attesterebbe una data di produzione antecedente, ma una analisi accurata dei punzoni apposti sui piani di bascula dovrebbe permettere di identificare con più precisione l’anno di costruzione. (A.R.)

Ringraziamenti

Sightron SIII 8-32x56 per mia incuria prelevando Alessandro Perino intende ringraziare dall’armadio di sicurezza l’arma su cui è montato pubblicamente, attraverso Armi e Tiro urtavo il montante dello stesso con la torretta di l’armeria Defense di Varese nella persona regolazione Up-Down provocando una vistosa di Gianmarco Drago e l’armeria Fracassi di ammaccatura. Dopo i vari etipeti indirizzati a me Pavia: “la bellissima bilancina D-Terminator stesso non potevo fare altro che rassegnarmi della Dillon, dopo circa un mese dall’acquisto ad avere un ottica eccezionale con una torretta non funzionava più a dovere. ammaccata. Ho telefonato Riportata in armeria, grazie alla Diamant, distributore alla serietà e disponibilità dell’ottica in questione, e Max sia dell’armeria Fracassi di con enorme gentilezza mi ha Pavia (importatore Dillon) sia rassicurato dicendo che mi dell’armeria Defense di Varese, avrebbe fornito una torretta di mi veniva consegnata una ricambio che sarebbe arrivata bilancina nuova fiammante e dagli States. Dopo circa 30 perfettamente funzionante! giorni Max mi ha informato che Grande esempio di serietà mi avrebbe spedito tutte e due e attenzione verso il cliente. le torrette, anche quella per la Grazie a entrambi!”. derivazione. Alla mia richiesta Una bilancina Dillon D-terminator Michelino Bottazzi vuole della spesa che avrei dovuto come quella del lettore. segnalare tramite la rivista sostenere mi ha risposto che che in Italia esistono ancora persone che nel non se ne parlava nemmeno e l’importante loro campo si prodigano (a loro spese) per era che il cliente fosse soddisfatto dell’articolo accontentare la clientela, come Max della acquistato. Un grazie alla Diamant e in particolare Diamant. “Sono felice possessore di un al signor Max!”.

28

ARMI E TIRO 12/2014

RAMO SPEZZATO

CANTO DEL GRILLO

23 dB

14 dB

FRUSCIO DEL FOGLIAME

15 dB

HAI MAI ASCOLTATO IL SILENZIO? *VUSHNHTTHKPJ\ɉL Peltor™ SportTac™ KPTLU[PJOLYHPPY\TVYPMVY[P WLYJVUJLU[YHY[PZ\PZ\VUPWPƒ KLIVSPNYHaPLHSSH[LJUVSVNPH KPHTWSPÄJHaPVULPU[LNYH[H ,JVUPSZPZ[LTH)S\L[VV[O® WV[YHPYLZ[HYLPUJVU[H[[VJVU NSPHS[YPJHJJPH[VYPVWW\YL YPSHZZHY[PHZJVS[HUKVT\ZPJH LYPZWVUKLUKVHS[LSLMVUV K\YHU[LSLWH\ZL

^^^TZOVWP[7LS[VY 4:OVW0[HSPH

A-Tono

([[LU\HaPVULÄUVHK) OKPH\[VUVTPH )H[[LYPLPUJS\ZL *VUZLNUHPUO

LA POSTA dei lettori EX ORDINANZA E COLLEZIONE La bolla è, in effetti, una bolla da artiglieria

Weingarten, armaiolo tedesco sconosciuto

Vorrei capire a che potesse servire la specie di bolla nelle foto allegate. Anche se non si tratta di un particolare di arma comune, è probabile che appartenga a qualche armamento militare: è datata 1917 con marca S. Giorgio, Sestri Ponente.

Possiedo un drilling Anton Weingarten, Dusseldorf, calibro 16/16/8,7 mm. C’è ancora la possibilità di reperire tale cartuccia? Dove posso trovare i suoi dati? Giorgio Assennato - Piaggine (Sa)

Salvatore Giardiello - Piedimonte Matese (Ce)

Il lettore mi ha fatto ritornare indietro di quarant’anni, quando sottotenente di artiglieria da campagna, durante le esercitazioni portavo nella borsa/tracolla da comandante di sezione uno strumento simile, fabbricato dalla Salmoiraghi. Si tratta di una bolla da artiglieria, che si usava per verificare se gli strumenti montati a bordo del pezzo erano aggiustati con precisione. Sulla bocca da fuoco vi era una apposita slitta sulla quale far aderire perfettamente la base dello strumento (e ogni volta che mi riverniciavano gli obici avevo un bel dire di non spruzzare il colore anche sulla slitta…). Impostando i dati di angolo di sito e elevazione della bdf (bocca da fuoco, per i non artiglieri) tramite le due ghiere graduate, se tutto andava bene, la bolla doveva risultare centrata. Lo strumento che ci propone il lettore è una livella a bolla modello Righi e dovrebbe essere stato utilizzato per verificare l’angolo di sito e l’alzo sui pezzi da 75 e da 100 mm usati durante la prima guerra mondiale e ancora, successivamente, durante la seconda per i pezzi fino al calibro 149. Una stima di massima nel valore Una livella per artiglieria in uso durante la prima collezionistico è intorno ai guerra mondiale, serviva per controllare 100 euro. (A.R.) gli angoli di sito e di alzo delle bocche da fuoco.

Anche le nostre ricerche effettuate con l’aiuto dei vecchi cataloghi tedeschi e austriaci dell’inizio del ‘900 non hanno sortito risultati sulla cartuccia 8.7 mm. L’unico riferimento a questo calibro è un catalogo del 1922 che cita la ditta Stiegele, un produttore di palle in piombo pressato che in lista elencava un proiettile da 8.7 mm, usato per il tiro a segno con fucili monocolpo. Pure il produttore dell’arma, Anton Weingarten, non ha lasciato taccia di sé, non é nemmeno citato dallo Stockel, il noto atlante dei costruttori dal ‘500 al ‘900. Se riuscisse a prendere la misura esatta del diametro della canna, sia tra i pieni sia tra i vuoti e, contemporaneamente, potesse farci pervenire le misure della camera di cartuccia, prendendo un calco con lo zolfo o con la lega di Lipowitz, potremmo tentare di capire che tipo di cartuccia a palla utilizzasse il suo fucile. C’è anche la possibilità che il calibro sia da leggere come 8,1 mm. In questo caso ci troveremmo di fronte al calibro 8,1x72, cartuccia dal bossolo conico priva di spalla, adatta alla caccia al capriolo o a ungulati di media taglia, scarsamente diffusa in area tedesca verso i primi del Novecento. Fotografie e misure precise ci potevano essere di aiuto…. (A.R.)

HWM Robuste, affidabili MADE IN GERMANY Since 1899 carabine e pistole ad aria di libera vendita, e non.

HW 977 s3VILUPPATAPERIL&IELD 4ARGET s3CATTOREGOLABILE2EKORD s#ALCIATURAINLEGNO s6ERSIONEINLIBERAVENDITAE COMUNESPORTIVA

HW 977 T

HW 977

HW 977 T s#ONFIGURAZIONE4HUMBHOLE CONCALCIATURASINTETICA s6ERSIONEINLIBERAVENDITAE COMUNESPORTIVA

HW 40 PCA

Versione in libera vendita

HW 38

Calibro .38 Spl.

Distributore ufficiale unico per l’Italia: Bignami Spa - Tel. 0471 803 000 - www.bignami.it

30

ARMI E TIRO 12/2014

LA POSTA dei lettori LA SENTENZA DEL MESE La presunzione di inaffidabilità Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 agosto 2014, n° 4121 1. – Con ricorso proposto dinanzi al Tar Lombardia, sede di Milano, notificato il 28 giugno 2008, il ricorrente ha impugnato il provvedimento del – omissis -, emesso in data – omissis -, con cui è stata rigettata l’istanza da lui presentata per il rinnovo della licenza di porto di fucile per uso caccia. 2. – Con la sentenza in epigrafe, il Tar, accogliendo l’impugnazione, ha annullato il provvedimento, rilevandone il difetto di motivazione. La sentenza ha premesso che, ai sensi dell’art. 39 del rd 18 giugno 1931, n. 773, il Prefetto ha facoltà di vietare la detenzione delle armi, munizioni e materie esplodenti alle persone ritenute capaci di abusarne; parimenti, ai sensi degli articoli 11 e 43 del rd 18 giugno 1931, n. 773, la licenza di porto d’armi può essere ricusata dal Questore a coloro che non danno affidamento di non abusare delle armi. Tale disciplina, rileva il Tar, “è diretta al presidio dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla prevenzione del danno che possa derivare a terzi da indebito uso ed inosservanza degli obblighi di custodia, nonché della commissione di reati che possano essere agevo-

a cura dell’avvocato Gabriele Bordoni

lati dall’utilizzo del mezzo di offesa”. I provvedimenti autorizzzatorii postulano, quindi, che il beneficiario sia indenne da mende, osservi una condotta di vita improntata a puntuale osservanza delle norme penali e di tutela dell’ordine pubblico, nonché delle comuni regole di buona convivenza civile, sì che non possano emergere sintomi e sospetti di utilizzo improprio dell’arma. È sufficiente, pertanto, anche un’erosione minima del requisito della totale affidabilità del soggetto a fondare il diniego di autorizzazione, fermo restando in capo all’amministrazione l’onere di esternare non solo il presupposto di fatto che l’ha indotta ad intervenire, ma anche le ragioni per le quali il soggetto viene ritenuto capace di abusare delle armi e munizioni. Il primo giudice ha, quindi, osservato che il provvedimento di diniego oggetto del giudizio ha fatto riferimento alle condanne penali riportate dall’interessato, tra cui quella per il reato (detenzione illegale di armi) di cui agli artt. 10 e 12 della legge n. 497 del 1974, art. 23, c. 4., della legge n. 110/1975 e 62 bis cp, alla pena di mesi 8 di reclusione e alla multa di lire 140.000, con il beneficio della non menzione e della sospensione condizionale della pena.

In particolare, il giudice penale aveva accertato che il ricorrente possedeva un vecchio fucile da caccia, che, sebbene regolarmente denunciato, non era stato mai immatricolato. La fattispecie, ha sottolineato il Tar, non è stata ricondotta alla diversa ipotesi di chi abbia riportato una condanna per porto abusivo di armi (art. 43, I comma, lett. c, Tulps), la quale sarebbe di per sé automaticamente ostativa alla concessione del titolo abilitativo; ma, al contrario, l’omessa immatricolazione di vecchio fucile (sembrerebbe da collezione), regolarmente denunciato, di per sé, non è un indice presunto di inaffidabilità alla detenzione di armi e va valutata discrezionalmente dall’Amministrazione, con riguardo, nel caso di specie, alla condizione dell’istante, titolare di licenza di polizia da notevole tempo (40 anni), alla mancanza di qualsivoglia ulteriore elemento di riscontro della sua pericolosità per l’altrui incolumità e, soprattutto, alla circostanza che la sentenza penale è riferita a fatto commesso in epoca assai remota, ovvero il – omissis -. Invece, con riguardo ai reati di omesso versamento di ritenute previdenziali ed assistenziali, estinti a seguito del tardivo versamento dei contributi, la sentenza appellata ha ritenuto che non sono certamente pertinenti alla

Record austriaco sulla distanza di 500m, cal 408 Franz Dorfner Vittoria campionati austriaci sui 1000 m cal 408 Franz Dorfner Gara 800Y a Coazze Primo classificato Giovanni Taveggia con 6,5/47 e secondo Livio Bianciotto con 284 Primo classificato campionato italiano UITS 300 m gruppo 2 con 3006 e gruppo 10 con 6,5/47 Giuseppe De Pasquale Primo qualificato girone nord FClass con 7/270 Gianfranco Zanoni

, la palla italiana che vince! 32

ARMI E TIRO 12/2014

A Natale regala il Poker Vincente In vendita solo nelle migliori armerie AL N O I S S E F - PRO sionisti” N A M 0 0 0 TW1 p per i profes “il to

0* o 0 2 R E W PO re ele tt ric so a il d i ss uda i fe s a a bit at i v per la

“il top p TW1000 LADY er la dife sa perso nale”

POWER 200G il d i ss u a so + SPRAY O.C.* p e r l a d i frees el e tt r ico to p a a bit at i va

In Italia è consentita la vendita delle armi elettriche nelle sole armerie ai titolari di idonea licenza di polizia e la detenzione con relativa denuncia al competente ufficio di pubblica sicurezza ai sensi dell’art. 38 del TULPS - R.D. n. 773 del 1931

LA POSTA dei lettori LA SENTENZA DEL MESE materia oggetto del titolo abilitativo disconosciuto, al pari della sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida per omissione di soccorso a seguito di incidente stradale ed ai reati in tema di interventi edilizi. Così pure la misura degli arresti domiciliari, in qualità di indagato per delitto di corruzione propria, ove non seguita da alcun accertamento di responsabilità penale, non può fondare alcun giudizio di riprovevolezza; il Tulps, difatti, assegna valore ostativo alle misure di sicurezza e non a quelle cautelari. Il resto degli addebiti riguarderebbe indagini penali ancora in corso per l’utilizzo di un falso certificato di residenza nel Comune di – omissis -. In definitiva, secondo il Tar, nessuno dei motivi addotti dalla pubblica amministrazione, considerato nella sua isolatezza, ha una portata automaticamente ostativa al possesso della licenza di porto uso caccia, richiedendosi invero una valutazione complessiva della personalità del soggetto destinatario del diniego di rinnovo dell’autorizzazione di polizia, onde valutarne l’incidenza in ordine al giudizio di affidabilità e/o probabilità di abuso nell’uso delle armi, sulla base di una congrua ed adeguata istruttoria, della quale

34

ARMI E TIRO 12/2014

dar conto in motivazione, “onde evidenziare le circostanze di fatto che farebbero ritenere il soggetto richiedente pericoloso o comunque capace di abusi”. In conclusione, ad avviso del Tar, “quantomeno allo stato, i fatti allegati dall’amministrazione non paiono denotare alcun indice sintomatico di scarso equilibrio caratteriale e di indole incline alla violenza ed idoneo a supportare un giudizio di pericolosità sociale dell’interessato per l’ordine e la sicurezza pubblica”. 3.- Propone appello il ministero dell’Interno, secondo cui la pluralità di condanne dimostrerebbe che l’interessato era ben lungi dall’essere esente da mende. Il Ministero ha contestato anche l’interpretazione della normativa fatta propria dal primo giudice, il quale erroneamente non avrebbe attribuito rilevanza alle condanne per illeciti previdenziali, assistenziali ed edilizi, in quanto non attinenti alla materia oggetto del titolo abilitativo. Il Ministero riporta un ulteriore episodio di particolare gravità, trascurato dal primo giudice: l’interessato è stato pure denunciato alla Procura della Repubblica di – omissis - per contraffazione di sigilli e falsificazione di certificazione, al fine di ottenere l’ammis-

sione all’esercizio dell’attività venatoria nella provincia di Alessandria. L’appellante richiama, quindi, i limiti del sindacato giurisdizionale nella materia de qua, che non può estendersi fino a sovrapporsi al giudizio discrezionale di competenza della pa, sostenendo che “nessun giudizio di pericolosità sociale deve precedere il rigetto dell’istanza” essendoci “una profonda differenza tra il mostrarsi del tutto esente da mende ed irreprensibile e non fornire sintomi di pericolosità sociale”. 4. – All’udienza dell’8 maggio 2014 la causa è stata trattenuta in decisione. DIRITTO 1.- L’appello è fondato. 2.- Il Collegio condivide le critiche che il Ministero appellante muove alla sentenza impugnata. Dopo aver ricostruito la normativa applicabile, da cui discende che l’autorizzazione alla detenzione ed al porto d’armi postulano che il beneficiario osservi una condotta di vita improntata alla piena osservanza delle norme penali e di quelle poste a tutela dell’ordine pubblico, nonché delle regole di comune buona convivenza, tale da non destare il sospetto di un possibile uso improprio delle armi, la sentenza contraddit-

LA POSTA dei lettori LA SENTENZA DEL MESE toriamente, poi, ha ritenuto che i fatti allegati dall’amministrazione non fossero sintomatici di indole incline alla violenza ed idonei a supportare un giudizio di “pericolosità sociale” dell’interessato. Invero, nessun giudizio di pericolosità sociale del richiedente deve precedere il rilascio dell’autorizzazione al porto d’armi, ma solamente un giudizio prognostico sull’affidabilità del soggetto e sull’assenza di rischio che egli possa abusare delle armi (Consiglio di Stato, sez. III, 12/06/2014, n. 2987). La valutazione dell’Autorità di pubblica sicurezza è caratterizzata da ampia discrezionalità, perseguendo in tale materia lo scopo di prevenire, per quanto possibile, i delitti (ma anche i sinistri involontari), che potrebbero avere occasione per il fatto che vi sia la disponibilità di armi da parte di soggetti non pienamente affidabili; tanto che il giudizio di “non affidabilità” è per certi versi più stringente rispetto a quello di “pericolosità sociale”, giustificando per esempio il diniego anche in situazioni che non hanno dato luogo a condanne penali o misure di pubblica sicurezza, ma a situazioni genericamente non ascrivibili a “buona condotta” (si è ritenuto, ad es., legittimo il diniego in situazioni di inusuale conflittualità fisica e verbale nei

36

ARMI E TIRO 12/2014

Anche una omissione di soccorso in caso di sinistro stradale, può essere ostativa al rilascio del Porto d’armi.

rapporti familiari, o di convivenza, o di vicinato: Consiglio di Stato, sez. III, 19/09/2013, n. 4666). Secondo la giurisprudenza di questa Sezione, da cui il Collegio non ha motivo di discostarsi, la licenza di porto d’ armi può essere negata anche in assenza di sentenza di condanna per specifici reati connessi proprio al corretto uso delle armi, potendo l’Autorità amministrativa valorizzare nella loro oggettività sia fatti di reato diversi, sia vicende e situazioni personali del soggetto che non assumano rilevanza penale, concretamente

avvenuti, anche non attinenti alla materia delle armi, da cui si possa desumere la non completa “affidabilità” all’uso delle stesse (Consiglio di Stato, sez. III, 29/07/2013, n. 3979). Le norme di cui agli artt. 11 e 43 del r.d. 18 giugno 1931, n. 773, difatti, oltre ad ipotesi tipiche di diniego vincolato, collegato alla riportata condanna per alcuni reati, consentono di negare le autorizzazioni di polizia, in generale, a chi ha riportato condanna per delitti contro la personalità dello Stato o contro l’ordine pubblico, ovvero per delitti con-

LA POSTA dei lettori LA SENTENZA DEL MESE tro le persone commessi con violenza, o per furto, rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione, o per violenza o resistenza all’autorità, e a chi non ha tenuto una buona condotta. In particolare, l’art. 43 cit., per quanto riguarda la licenza di portare armi, prevede il divieto di autorizzazione a chi ha riportato condanna alla reclusione per i medesimi delitti di cui sopra, non colposi, ovvero a chi ha riportato condanna a pena restrittiva della libertà personale per violenza o resistenza all’autorità o per delitti contro la personalità dello Stato o contro l’ordine pubblico; oppure, da ultimo, a chi ha riportato condanna per diserzione in tempo di guerra, anche se amnistiato, o per porto abusivo di armi. Con norma di chiusura, inoltre, l’ultimo capoverso dello stesso articolo dispone che “la licenza può essere ricusata ai condannati per delitto diverso da quelli sopra menzionati e a chi non può provare la sua buona condotta o non dà affidamento di non abusare delle armi” (la prova della buona condotta, a seguito della sentenza della corte costituzionale 16 dicembre 1993, n. 440, grava sull’Amministrazione). Quest’ultimo inciso trova applicazione nella fattispecie.

Non sembra, invero, illogico, alla luce della disposizione normativa, che il – omissis - abbia attribuito rilevanza a fatti e precedenti penali sia relativi alla illegale detenzione di armi e munizioni (condanna della – omissis - con sentenza del – omissis -, confermata dalla corte di cassazione, alla pena di mesi 8 di reclusione e alla multa di lire 140.000); sia non concernenti il buon uso delle armi, ma comunque denotanti senza dubbio una condotta non perfettamente specchiata. Ci si riferisce ai fatti di reato in materia previdenziale e di contributi previdenziali e assistenziali di cui all’art. 2, comma 1, della legge n. 638/83, oggetto del decreto penale del gip della – omissis - del 23.3.1992; alle sentenze del 30 gennaio 1995, del 24 gennaio 1996 e del 26.2.1996, emesse a – omissis -, per omissione di ritenute previdenziali ex art. 2, comma 1°, della legge n. 638/83; alla sentenza della – omissis - del – omissis -, per omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali ex art. 2, comma 1, del D.Lgs. n. 463/1983 ed alla sentenza della Corte di Cassazione del – omissis -, per la medesima fattispecie; anche se si tratta di sentenze tutte che hanno dichiarato estinti i reati a seguito di intervenuto versamento tardivo delle somme dovute.

Appare pertinente anche il richiamo alle violazioni in materia edilizia (ancorché ottenuta la riabilitazione, come osserva il ricorrente nel ricorso introduttivo, pag. 9), nonché alla misura degli arresti domiciliari per il delitto di corruzione, nell’ambito del procedimento penale pendente presso il – omissis - e alla sospensione della patente di guida per omissione di soccorso a seguito di incidente stradale, in quanto si tratta di circostanze tutte insieme valorizzate al fine di valutare la sussistenza del requisito di “affidabilità” necessario al rilascio dell’autorizzazione. In definitiva, il provvedimento impugnato indica fatti e circostanze in modo dettagliato e preciso, e, sebbene in modo scarno, ne ricava congruamente un giudizio di non sussistenza del requisito soggettivo dell’ “affidabilità”, in modo sufficiente a rendere comprensibile l’iter logico seguito e non manifestamente illogiche le conclusioni adottate; trattasi, infatti, di elementi tutti ben idonei, nel loro complesso, a fondare la valutazione fatta dal Prefetto, della quale non si evidenzia alcuna irragionevolezza o difetto di istruttoria, alla luce della chiara propensione dell’interessato ad una non episodica violazione delle regole.

GRAND POWER La pluripremiata pistola K100 (illustrata nella variante X-CALIBUR), vero e proprio concentrato di tecnologia, è il modello che ha decretato il successo mondiale della GRAND POWER: il design moderno ed accattivante, lo scatto SA/DA con cane esterno, i comandi ambidestri e la canna rototraslante la rendono arma d’elezione per il Tiro Dinamico, disciplina nella quale si è guadagnata una solida reputazione tra i tiratori sportivi - anche in virtù delle numerose vittorie conseguite nelle competizioni, quali ad esempio il primo posto ai campionati mondiali IPSC 2011 - divenendo rapidamente l’arma da gara abituale di molti agonisti di livello internazionale. Mod. M

X-CALIBUR cal. 9x21mm

Disponibili anche mod. K100 Mk12, D K100 K Mk7 Target, X-Trim ccon prezzo da Euro 792 iva inclusa

TTutti i modelli fanno parte della categoria

chiusura: lunghezza canna: capacità serbatoio: peso: tacca di mira: mirino: scatto: comandi: materiale fusto: classificazione: di serie:

Distributore:

38

ARMI E TIRO 12/2014

“IPSC Production” geome geometrica - canna rototraslante mm 1 127 15 co colpi 885 ggr. circa, con caricatore tore vuoto vuuotto Elliaso Elliason regolabile con ins inserto a fibra ottica SA/DA ambid ambidestri tecnop tecnopolimero uso sp sportivo slitta montaggio accessorii doppi intagli di presa •

Torino T [email protected] anini it



www.paganini.it

Pertanto, l’appello va accolto. 3. – Le spese del doppio grado di giudizio, liquidate nella misura indicata in dispositivo, seguono, come di regola, la soccombenza. P.Q.M. il consiglio di Stato in sede giurisdizionale – Sezione Terza – definitivamente pronunciando sull’appello come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, in riforma della sentenza impugnata, respinge il ricorso di primo grado. Condanna la parte appellata alla rifusione delle spese del doppio grado di giudizio in favore dell’appellante, liquidandole in complessivi euro 3000,00, oltre accessori di legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. La recente sentenza del consiglio di Stato sezione III 1/8/2014 n. 4121 offre lo spunto per tornare su un argomento delicato e quanto mai attuale. Sul rigetto dell’istanza per il rinnovo della licenza di porto di fucile uso caccia, un cittadino residente in Lombardia, adiva il competente Tar sede di Milano che, in quel caso annullava il provvedimento. Come noto l’art. 39 RD n. 773/1931 consente al prefetto di vietare la detenzione di armi

alle persone ritenute capaci di abusarne. Gli artt. 11 e 43 del medesimo decreto dispongono altresì la facoltà del questore di ricusare la licenza di porto d’armi a coloro che non danno affidamento di non abusarne. In sostanza è necessario che il beneficiario di licenza osservi una condotta di vita improntata a puntuale osservanza delle norme penali e di tutela dell’ordine pubblico, di buona condotta e regole di civile convivenza. Basta una anche minima riduzione del requisito della totale affidabilità di un soggetto per vedersi negata o revocata l’autorizzazione. Nel caso che ci occupa il soggetto aveva in passato riportato condanne penali tra cui quella per il reato di detenzione illegale di armi. Tuttavia essendosi trattato del possesso di un vecchio fucile da caccia che, pur regolarmente denunciato, non era mai stato immatricolato, il Tar precisava che non si era di fronte alla diversa ipotesi di cui all’art. 43, 1 comma, lett. C Tulps automaticamente ostativa alla concessione della licenza, bensì a una situazione che non si poteva considerare quale indice presunto di inaffidabilità alla detenzione di armi. Secondo il Tar, inoltre, le altre condanne riportate dal richiedente, tra cui, omesso versamento di ritenute previdenziali, omissione

di soccorso a seguito di incidente stradale,oltre ad indagini ancora in corso per utilizzo di falso certificato di residenza, non sarebbero ostative al rilascio della licenza in quanto ognuno di questi addebiti considerato nella sua intrinseca natura non avrebbe una portata automaticamente ostativa. Si tratta dunque di valutare complessivamente la personalità di un soggetto onde valutarne l’affidabilità e/o probabilità di abuso delle armi. A queste valutazioni sinteticamente riassunte, si contrappone il ministero dell’Interno che impugna la sentenza amministrativa davanti al consiglio di Stato. Il concetto di base al quale si contrappone il Ministero è quello di (mancata) “pericolosità sociale” . In vero l’aspetto rilevante è quello di (non) affidabilità; ossia un giudizio prognostico sull’affidabilità del soggetto richiedente e sulla assenza di rischio che egli possa abusare delle armi. Sulla scorta di altra richiamata recente sentenza del Consiglio di Stato, la n. 2987del 12/6/2014. si argomenta più in generale su situazioni di c.d. buona condotta, ove il diniego di licenza di porto d’arma da caccia prescinde da eventuali condanne. In alcuni casi è stato ritenuto sufficiente il carattere di inusuale conflittualità di un

12/2014 ARMI E TIRO

39

LA POSTA dei lettori LA SENTENZA DEL MESE soggetto nei rapporti famigliari, di vicinato, di convivenza. (ad es. Cons. Stato sez. III 19/9/2013). In definitiva si sostiene (seguendo un solco giurisprudenziale consolidato) che una licen-

za possa essere negata anche in assenza di condanne per specifici reati connessi proprio al corretto uso delle armi, potendo l’Amministrazione, dotata di un certo margine discrezionale, valutare sia fatti di reato di indole

La Cassazione torna sull’arma da guerra

sostiene che, con l’abolizione del catalogo nazionale delle armi, sarebbe tacitamente abrogato l’art. 23 della legge 110/75 (armi clandestine), tanto più che la pistola risaliva a periodo nel quale non era necessaria la catalogazione delle armi. Le statuizioni della Cassazione non lasciano adito a dubbi; sul richiamo di numerosi altri pronunciamenti, tutti nello stesso senso, viene infatti ribadito che la pistola calibro 9 parabellum è arma da guerra, avendo potenzialità offensiva tipica degli armamenti in dotazione alle forze militari. Anche a seguito della modifica apportata all’art. 2 legge 110/75 dalla normativa di attuazione della Direttiva del Parlamento Europeo, permane la qualificazione di arma da guerra così come per i proiettili 9x19 che vanno considerati munizioni da guerra. Con riferimento alla definizione di arma clandestina la Suprema Corte rileva che sia del tutto irrilevante la soppressione del Catalogo Nazionale delle armi comuni da sparo, essendo per contro sufficiente, secondo il dettato normativo, comma 5 art. 11 L. 110, la mancanza anche di uno solo dei quattro elementi indicati nell’art. 11 L. 110/1975: sigla o marchio di identificazione, numero di iscrizione (anche dopo l’abolizione del Catalogo Nazionale, appunto) numero progressivo di matricola, e il luogo di produzione; nel caso di specie, la mancanza della matricola o l’abrasione della stessa, rendeva di per sé l’arma qualificabile come clandestina.

MOD. 21150

MOD. 1653 LX

©printstudiografico.it

La Cassazione Penale (con la Sentenza n. 31264 del 25/6/2014) si è occupata anche quest’anno dell’argomento (tra gli altri) relativo1) ai criteri distintivi fra arma comune da sparo e arma da guerra; nonché della 2) questione relativa allearmi clandestine, a seguito della abolizione del catalogo nazionale delle armi. Il caso è quello di un cittadino residente in Campania, presso la cui officina era stata rinvenuta una pistola Glock senza matricola e una calibro .38 con matricola abrasa. Nei primi due gradi di giudizio (Gup di Nola e Corte d’Appello di Napoli) l’imputato, oltre che per altro reato, viene condannato per il possesso delle suddette armi e di circa 80 proiettili di vario calibro. La Corte d’Appello aveva anche negato di derubricare il delitto di detenzione della Glock in detenzione di arma comune da sparo, anziché di arma da guerra, giacchè la pistola era in grado di utilizzare munizioni 9x19, rileva la Cassazione, tanto da far ritenere superflua la perizia sull’arma stessa. Tant’è che la Corte rigetta il motivo di ricorso basato su questo criterio di qualificazione della Glock. Sostiene il ricorrente che l’art. 1 L. 110/75 prevede quale criterio distintivo, perché un’arma rientri nella categoria “da guerra”, la spiccata potenzialità, mentre trattandosi di una semiautomatica dovrebbe rientrare nella categoria di arma comune da sparo. Discorso affatto diverso con riferimento alla calibro .38; il ricorrente

diversa, sia situazioni personali che non assumano rilevanza penale e anche non attinenti alla materia delle armi, purchè idonei a far desumere la non completa affidabilità all’uso delle stesse.

40

ARMI E TIRO 12/2014

Merry Christmas and Happy New Year!

LA POSTA dei lettori COMMUNITY

UN ASSAGGIO DEI THREAD TECNICI DIBATTUTI SUL FORUM Tubi & pipe

Alpha63: “Rispetto al sistema Stoner, quali sono i vantaggisvantaggi dei sistemi a pistone? Pistone a corsa lunga o corta, che differenza c’è? Ho notato che gli otturatori di queste armi hanno ben 7 alette, perché?”. Bundesliga: “non ho l’Ar ma quella della presa di gas diretta non mi sembra la cosa più riuscita del progetto Stoner, il successo secondo me è tutto da ricercarsi nel rapporto peso fucile/potenza di fuoco/controllabilità. I sistemi a pistone garantiscono affidabilitá allo sparo, ma si paga con peso maggiore e qualche complicazione meccanica. Le 7 alette non me le sono mai spiegate anche in ragione dell’usura sparando a raffica e la maggiore possibilitá che salti un dente rispetto a 3 o 4 di dimensioni più generose”. Tucojuanramirez: “Mi accodo agli altri e aggiungo una domanda: dato un M4 con sistema Stoner, lo si può modificare trasformandolo in uno a pistone?”. Kappevale: “Cambi blocco presa gas, astina (che è adattata in misura adeguata ad accogliere il pistone) e portaotturatore che non ha più il gas key ma un lug. Per stare in casa li vende anche Nuova Jager”. Duxino: “La differenza fra i vari sistemi è notevole, non è semplicemente una questione “approccio”. Fra le lunghe ho un H&K Sl 8 con pistone corsa corta, un M4 norinco con il classico sistema a tubicino, e un Ak sempre norinco in .223, la differenza fra i tre è abis-

sale, sia nel brandeggio sia al fuoco. L’M4 è il più leggero, e anche il suo otturatore è leggero, quindi al fuoco è stabile, preciso e con poche vibrazioni, ma paga la leggerezza del sistema di alimentazione con un’affidabilità non proprio al top. L’Sl8 una via di mezzo poco appruamento, precisione ottima, affidabilità alta. L’Ak una specie di sportello di cassaforte che si chiude, affidabilità al massimo, ma vibrazioni e appuramento notevoli, precisione al minimo. Giusto per iniziare, altri certo più esperti aggiungeranno”. Vincep: “una curiosità... il tubetto di presa gas degli Ar col tempo si riempe di residui, non si pulisce in nessun modo o non ne ha bisogno?”. Kappevale: “Mai sentito di pulizia del gas tube, probabilmente perché date le alte pressioni non permette l’ostruzione dei residui”. Maximilian II: “Confermo quanto detto da Kappavale sulla pulizia del tubo presa gas. Tranquillo che tutte le schifezze te le ritrovi sparate nel castello, in particolare nella sede dell’otturatore, nel porta otturatore, e nella parte posteriore dell’otturatore. Li devi letteralmente grattare per rimuovere i residui. Il sistema a pistone sporca di meno a fronte di un peso maggiore concentrato nella parte anteriore. La mia esperienza personale, avendo provato entrambi (S&W e H&K), mi dice che è meglio grattare via lo sporco che portarsi dietro tanto peso in più. Poi degustibus. Inoltre la pulizia di un presa gas non è che sia un dramma. Presa la mano, con la metodologia giusta, si fa in 15 minuti”.

12/2014 ARMI E TIRO

41

GUARDIE INFORMATE

A cura di Leonardo Cea

DOPO NES, AXITEA Altri operatori della sicurezza dal futuro incerto, questa volta per le vicende di uno dei colossi della vigilanza, Axitea. Eppure, il comparto è in grado di generare profitti, specialmente in questi tempi all’insegna della criminalità dilagante

È

passato già un anno da quando abbiamo cominciato a farci reciproca compagnia su Armi e Tiro con questa rubrica. Questo mese non posso esimermi dal commentare la triste notizia del caso Axitea, uno dei colossi della vigilanza privata italiana con circa 3.000 dipendenti, operativa in oltre 20 province, che da qualche mese sta lasciando col fiato sospeso tutto il personale. È stato, infatti, depositato un concordato in bianco presso il tribunale di Milano, con il quale si è avviata la macchina della burocrazia italiana: congelamento dei beni e conseguente mancato pagamento dello stipendio, a decorrere dal mese di settembre. Da parte dell’azienda sembra ci sia tutta la volontà di venire incontro ai dipendenti, versando una prima parte dello stipendio di ottobre:

42

ARMI E TIRO 12/2014

Ancora tempi di incertezza per il comparto della vigilanza privata.

sono stati emessi una serie di comunicati nei quali viene spiegata la situazione, inoltre sono stati promossi incontri con la direzione. Tutto ciò, però, sono convinto che non serva a placare gli animi di migliaia di guardie giurate consapevoli del fatto che l’azienda deve presentare un piano di ristrutturazione aziendale, un specie di ancora di salvataggio che di certo non porterà posti di lavoro, ma piuttosto licenziamenti e cassa integrazione. Conosco personalmente moltissimi colleghi di questa azienda e parlandoci con frequenza, il loro stato d’animo è evidente. Il mese scorso avevamo col fiato sospeso i colleghi della Nes, oggi Axitea: e domani? Secondo le ultime news, ci sono colleghi a Roma che protestano per il mancato pagamento dello stipendio da alcuni mesi, stessa sorte per un altro istituto di vigilanza a Brindisi. Cosa sta succedendo alla vigilanza privata italiana? Qual è il destino delle guardie giurate e in particolare di questi colleghi coinvolti in queste tristi realtà? Sembrerebbe un settore attivo, attorno al quale gira una buona parte di denaro, sempre più Istituti di vigilanza tendono ad ampliarsi aprendo nuove filiali in altre province. Allo stesso tempo, però, la crisi prevarica altri grandi colossi, portandoli alla chiusura. Il settore rende, e bene anche, questo è indiscutibile, altrimenti avrebbero chiuso bottega già tutti. I servizi di vigilanza costano, ma l’aumento della criminalità spinge la gente a investire nella sicurezza, dal privato cittadino al grande imprenditore. Il settore non è in crisi perché le entrate e ci sono, vengono meno solo le scadenze verso i fornitori e i dipendenti. Sarebbe opportuno che gli enti preposti, nel verificare la certificazione degli istituti di vigilanza, si accertassero anche delle reali possibilità di pagare gli stipendi e di che fine fanno i soldi in alcune realtà poco chiare. I dipendenti sono stanchi, lavorano da mesi senza essere retribuiti e cominciano a mostrare insofferenza. Sfido chiunque a non perdere il controllo della ragione in queste situazioni e in un momento come questo, in cui ciascuno di loro dovrebbe passare le feste in santa pace con la propria famiglia, anche se impegnati in servizio negli orari più disparati. La situazione è abbastanza seria e delicata e si può solo sperare che si risolva tutto presto, che vengano garantiti i posti di lavoro, retribuiti gli stipendi e le tredicesime e che tutto questo diventi solo un brutto ricordo. A voi tutti e ai vostri cari vanno i miei più sinceri auguri di buone feste e di un felice anno nuovo.

ASSOARMIERI

ARMI E ALCOL Una recente ordinanza del Tar rintuzza l’abitudine di alcuni prefetti di considerare “automatico” il ritiro delle armi e del Porto d’armi a chi sia stato colto in stato di ebbrezza

L’

Assoarmieri porta a conoscenza degli appassionati una recente ordinanza del Tar della Lombardia, che ribadisce ancora una volta i principi da adottare a tutela di un privato cittadino sul presupposto di un non corretto accertamento circa la dipendenza dall’alcol e la successiva emanazione del divieto alla detenzione armi. Nella vicenda esaminata dal Tar il ricorrente, decorsi quasi tre mesi da un controllo stradale della polizia, veniva spossessato dei propri fucili e del porto d’armi a uso caccia, nell’ambito di un procedimento amministrativo attuato dalla prefettura. Ciò accadeva nello stesso momento in cui l’amministrazione, con il medesimo atto, comunicava di sospendere il citato procedimento, in attesa della definizione del procedimento penale aperto per i fatti contestati. L’articolo 30 del Tulps prevedeva la facoltà per il prefetto di vietare la detenzione delle armi e di materiale esplodente regolarmente denunciate alle persone ritenute capaci di abusarne. La norma è stata modificata con il decreto legislativo 121/2013 nel senso che, in caso di necessità ed urgenza, gli ufficiali e agenti di ps possono procedere all’immediato ritiro cautelare delle armi e munizioni: tale provvedimento deve però essere immediatamente comunicato al prefetto il quale, constatata la capacità concreta di possibile abuso da parte della persona mediante un’adeguata istruttoria, anche preceduta da comunicazione di avvio del procedimento ex articolo 7 legge 241/90, procede all’emanazione del decreto di divieto di de-

Il Tar della Lombardia si è pronunciato sul rapporto tra alcool e possesso di armi.

COME SI RICONOSCE IL BEVITORE ABITUALE Dall’analisi tecnica inclusa nella sentenza, risulta un dato molto utile per “rintuzzare” l’eventuale decisione di un prefetto di ritirare il Porto d’armi per una singola sanzione per guida in stato di ebbrezza. In sostanza, è possibile stabilire se un soggetto sia bevitore abituale, grazie all’esame del tasso di etilglucoronide nel capello. L’etilglucuronide (EtG) è un prodotto metabolico dell’alcol etilico che si forma nell’organismo per coniugazione dell’etanolo con l’acido glucuronico. È stato dimostrato che l’EtG si accumula nei capelli dei forti bevitori e che la sua presenza nei capelli al di sopra del cut-off di 30 pg/mg è indice di un consumo abituale di alcool pari o superiore a 4 unità standard/giorno (60 grammi di alcool/die). Rispetto ad altri marcatori di abuso cronico di alcol utilizzati routinariamente (Cdt nel siero) l’EtG nei capelli (hEtG) si caratterizza per l’elevata specificità accompagnata da una elevatissima sensibilità analitica (probabilità di falsi negativi notevolmente più ridotta rispetto alla Cdt). L’esame consente di rilevare l’abuso di alcol anche a distanza di più mesi, con riferimento a capelli della lunghezza di tre centimetri.

tenzione armi che, se non vengono legittimamente cedute a terzi, sono confiscate. Questa, in ipotesi, la procedura corretta. Nel caso posto all’attenzione del Tar, viceversa, la prefettura, anche a seguito della memoria difensiva depositata dal ricorrente, ha sospeso il procedimento finalizzato al divieto di detenzione armi, non sussistendone, per forza di cose, i presupposti. Ne consegue che, se non esiste alcun provvedimento che decreta il divieto di detenzione di armi, munizioni ed esplosivi a carico del ricorrente, allora non è possibile in alcun modo ordinare un ritiro cautelativo d’urgenza di armi e titoli. In altri termini, organi di ps (ufficiali e/o agenti) possono, in determinati e limitati casi, connotati da pericolo e d’urgenza, procedere nell’immediatezza dei fatti (e non dopo tre mesi) a un ritiro cautelativo di armi, ma tale atto poi deve essere “ratificato” dall’autorità competente (prefettura) con il successivo e indispensabile divieto di detenzione, adeguatamente motivato. Il pericolo di abuso delle armi richiede un adeguata valutazione non del singolo episodio ma anche della personalità del soggetto sospettato, che possa giustificare un giudizio necessariamente prognostico sulla sua sopravvenuta inaffidabilità. Secondo il collegio la mera denuncia all’autorità giudiziaria non è circostanza che da sola possa giustificare la revoca ovvero il diniego del porto d’armi. 12/2014 ARMI E TIRO

43

CONARMI

IL TIMA È REALTÀ Presentato ufficialmente a Gardone il corso Tima che, finalmente, ha un programma, una struttura e un’ubicazione definitive. Gli anni di sperimentazione hanno dunque dato buoni frutti

I

l sostegno che ha portato alla realizzazione del progetto Tima (il corso per Tecnico dell’industria meccanica armiera) proviene dalle realtà più vivaci della Valtrompia e non solo, come Conarmi, Istituto d’Istruzione superiore “Carlo Beretta”, Provincia di Brescia, comuni di Gardone e Marcheno, Confartigianato di Brescia, Anpam, Fabbrica d’armi Pietro Beretta e Gaburri e Associati. Obiettivo primario l’organizzazione di un prodotto formativo in grado di favorire l’incontro degli studenti di istituto tecnico con le aziende locali, in modo da garantire all’apparato industriale valtrumplino, colonna portante dell’economia bresciana e non solo, la continua disponibilità di manodopera altamente specializzata, compatibile con le esigenze di ricambio generazionale degli operatori. Un investimento per le aziende, un investimento per i giovani. Dall’ultima volta che avevamo affrontato l’argomento è passato quasi un anno (Armi e Tiro, febbraio 2014) e, in quell’occasione, avevamo portato all’attenzione dei lettori l’importante notizia della firma di un protocollo d’intesa volto a definire, una volta per tutte, questioni fondamentali legate all’esistenza di questo corso: dalla copertura economica del progetto alla costituzione di un comitato tecnico scientifico. Lo scorso dicembre,

44

ARMI E TIRO 12/2014

Il corso Tima dà l’occasione ai giovani del Bresciano di sviluppare competenze fondamentali per l’industria armiera.

i firmatari del protocollo sancirono ufficialmente la trasformazione di quello che era iniziato come un progetto sperimentale in un prodotto formativo definitivo. Il 29 ottobre è stato presentato ufficialmente il programma del corso, in occasione della sua imminente inaugurazione. Il corso ha durata triennale, l’iscrizione è aperta agli alunni dell’Ipsia “Beretta”, l’eventuale ammissione di soggetti esterni è vincolata ai criteri fissati dal Comitato tecnico di vigilanza. La frequenza alle lezioni curricolari dell’istituto professionale è fondamentale per creare le basi per la figura del Tecnico dell’industria meccanica armiera. Il corso si sviluppa durante l’anno scolastico, da ottobre a giugno, e richiede la frequenza a lezioni pratiche e teoriche. Gli studenti frequentano un pomeriggio a settimana il corso pratico che si svolge all’Ipsia “Beretta”, in un laboratorio riservato. Il corso è tenuto da docenti esterni alla scuola, provenienti dal settore produttivo armiero e di comprovata esperienza. Nell’arco del triennio vengono affrontati i seguenti aspetti: esecuzione di operazioni di planarità e perpendicolarità con lime; uso di strumenti di misura e di controllo; esecuzione di operazioni di tracciatura manuale; esecuzione di operazioni di centratura, foratura, svasatura e lamatura con trapano; esecuzione di operazioni specifiche per la costruzione di armi a uso sportivo (adattamento della chiave d’apertura/chiusura con tassello e perno; inserimento e adattamento di cani, leve, molle, stanghette, perni e acciarini; lavorazione dei legni di calcio e asta; assemblaggio di tutte le parti e componenti dell’arma; pulitura e lucidatura delle parti dell’arma). Le lezioni teoriche si svolgono in un secondo pomeriggio a settimana e sono concentrate nella seconda metà dell’anno scolastico. La formazione teorica ha lo scopo di potenziare le conoscenze e le competenze già acquisite dagli alunni in laboratorio e di fornire adeguate nozioni in materia di: classificazione e tipi di armi; legislazione; balistica; sicurezza e maneggio. Sono previste periodiche uscite didattiche in aziende del territorio bresciano, al Banco nazionale di prova, al Tsn e al Museo delle armi di Gardone. A conclusione del percorso triennale gli alunni sostengono un esame e conseguono un certificato delle competenze acquisite, riconosciuto dalle aziende del territorio.

NUOVA UBICAZIONE Da fine gennaio 2014 il corso Tima ha traslocato dallo storico laboratorio, posto al piano terra dell’edificio dell’Ipsia, all’adiacente capannoncino industriale, recentemente restaurato. Il significativo aumento del numero di iscritti, registrato negli ultimi anni, ha reso necessario allestire uno spazio adeguato per lo svolgimento delle lezioni pratiche di lavorazione del ferro e del legno. La nuova sede rappresenta un ulteriore passo nel consolidamento del rapporto tra la scuola e il tessuto produttivo; è un segno della volontà di sostenere i bisogni formativi del territorio, nella prospettiva di migliorare il dialogo tra domanda e offerta di lavoro. Si concretizzano le linee di indirizzo del Comitato tecnico scientifico del corso, di cui fanno parte i sottoscrittori della convenzione quadriennale, appena rinnovata.

LIBRI E VIDEO ARMI

PSYCHOTECH

L’OCCHIO MORTALE

IL PUNTO DI NON RITORNO-LA TECNOLOGIA CHE CONTROLLA LA MENTE

I tiratori scelti italiani nella grande guerra Livio Pierallini, Zergio Zannol Itinera, tel. e fax 0424.50.34.67, www.itineraprogetti.com 132 pagine con foto b/n e a colori 19 euro Un’opera interessante, che compendia le informazioni finora disponibili sulla produzione delle mitiche versioni del ’91 con cannocchiale integrandole con documenti originali e inediti d’archivio. Dopo una introduzione di carattere generale sul fucile 1891 tout court, si entra nel vivo della trattazione, con lo sviluppo, le caratteristiche e le modalità di impiego dei cannocchiali sul fucile italiano, in particolare i modelli Amigues (francese) e Filotecnica (italiano). Un’altra voce preziosa è quella delle testimonianze d’epoca dei soldati che utilizzarono operativamente questi strumenti di precisione, con il corredo di foto “in azione”. A seguire, una descrizione dei supporti per il tiro da postazioni preparate (tra cui il sofisticato modello Pitet, al quale molti supporti per la taratura sportiva dei giorni d’oggi devono qualcosa), un succinto excursus sulle munizioni e la riproduzione fotostatica dei documenti originali utilizzati come fonte. Qualche imprecisione nel testo (in particolare per quanto riguarda la modalità di applicazione dell’ottica Filotecnica sulle armi) non diminuisce l’importanza dell’opera, che resta un punto di riferimento pressoché unico sulla materia. Ruggero Pettinelli

Antonio Teti Springer (www.springer.com) 244 pagine, brossurato formato 14x21 25 euro Le tecnologie informatiche, grazie all’utilizzo di Internet hanno assunto il ruolo del “dispositivo integrato di comunicazione sociale” potenzialmente in grado di esercitare azioni di condizionamento sull’uomo. Se n’è occupato in questo libro Antonio Teti, storico collaboratore di Armi e Tiro, esperto di Ict governance e Ict security, responsabile del supporto tecnicoinformatico della direzione generale dell’università D’Annunzio di Chieti-Pescara, dove ricopre anche incarichi di docenza. Dunque anche la psicologia ha attinto dal settore It, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo e la sperimentazioni di tecnologie in grado di interagire con il sistema nervoso centrale umano proprio come i nuovi strumenti sono stati pensati per aggregare comunità diverse con l’intento di condividere idee e finalità specifiche. Il nuovo settore scientifico della “Psychotechnology” studia come stanno cambiando le nostre culture e le conseguenze che possono derivarne. Non è fantascienza, tutt’altro: un intero capitolo è dedicato alla Psychological warfare e Information warfare, gli strumenti di un possibile scenario del conflitto del futuro, combattuto con le informazioni. Un altro prende in esame la captologia, cioè la tecnologia della persuasione in rete, un altro ancora la cibernetica e la cyberscience e, poi, la dipendenza dalla rete e i fenomeni distorsivi a essa legati. Insomma, imperdibile per chi è rimasto indietro o vuole guardare al futuro. Massimo Vallini

12/2014 ARMI E TIRO

45

ATTUALITÀ fiere e saloni

IL MIO NOME È ARMEX! Di Giulio Orlandini

N

on sono ancora sopiti i commenti per la “morte” di Exa e a Brescia già si parla di una nuova fiera dedicata alle armi, alla caccia e al tiro. Fra i due eventi, però, non c’è alcuna parentela, a partire dalla sede: non più lo storico polo di via Caprera, ma i padiglioni di Montichiari (Bs). A separare Exa e Armex, però, non saranno tanto i chilometri, una ventina, quanto la filosofia organizzativa, come ci ha spiegato Giampaolo Natali, amministratore delegato PrincipeAdv, società di comunicazione e progettazione eventi, che sta lavorando al lancio della nuova fiera. «Armex non vuole essere una fiera della caccia, ma un salotto per gli appassionati delle armi, siano loro cacciatori o tiratori. Puntiamo sull’eleganza e sui giovani, due degli aspetti trascurati per troppi anni da Exa». Exa appunto: perché non siete ripartiti da lì? «Da alcuni anni, collaboravamo con Brixia expo, come consulenti per gli eventi, ma anche organizzando fiere. È stato lo stesso Francesco Bettoni, presidente della camera di commercio di Brescia, a proporci di acquisire il marchio Exa, ma io penso sia un marchio morto. Partiamo da zero, con grande umiltà, senza nessun aiuto, ma a piccoli passi siamo sicuri di riuscire a mettere in campo una fiera interessante per le aziende e gli appassionati. Ascoltando cacciatori e tiratori bresciani, abbiamo la sensazione di essere sulla strada giusta: molti di loro ci hanno detto chiaramente che Brescia è la capitale mondiale delle armi e non può restare senza una fiera dedicata alle armi». E le aziende come stanno reagendo? «In questa momento, siamo ancora in una fase che potremmo definire di avvicinamento. Molte aziende sono state contattate, ma il grosso del lavoro deve

Sarà la nuova fiera di Brescia dedicata alle armi, ma la discontinuità con Exa è netta. «Vogliamo dare valore a tutte le aziende in modo uguale», ha spiegato Giampaolo Natali, amministratore delegato della società organizzatrice. La sede è a Montichiari, a maggio o dicembre

2

1. L’ingresso della fiera di Montichiari che ospiterà la prima edizione di Armex. 2. Giampaolo Natali, amministratore delegato di PrincipeAdv, società organizzatrice di Armex.

46

ARMI E TIRO 12/2014

1

I NUMERI DI MONTICHIARI La fiera di Montichiari può contare su nove padiglioni, il più grande dei quali è 8 mila metri quadrati, per una superficie complessiva coperta di 51.000 metri quadrati, alla quale devono essere aggiunti 29.000 metri quadrati di area scoperta e un’area parcheggio in grado di ospitare più di 10.000 posti auto. Ci sono 5 sale conferenze (da un minimo di 50 a un massimo di 550 posti), un ristorante di 600 metri quadrati, due ingressi, un’area coperta di servizio di 1.400 metri quadrati e il museo Giacomo Bergomi.

ancora essere fatto. Quello che ci ha fatto molto piacere è che alcune si sono già messe in contatto con noi, chiedendoci informazioni per partecipare». In un primo momento, si era parlato di settembre, ma la data ufficiale ancora non c’è. «Esatto. Stiamo parlando con le aziende e l’ipotesi più concreta in questa momento è quella di anticipare Armex a maggio. Devo dire anche che c’è chi ci suggerisce di farla a dicembre, per anticipare tutte le grandi fiere internazionali. Nel giro di poche settimane, comunque, comunicheremo la data ufficiale». Alcuni mesi fa, si parlò di trasferire Exa a Montichiari, ma gli stessi operatori bresciani non sembravano entusiasti. Qualcuno parlò di fiera del bestiame… «Lo so, ma chi parla così non conosce la fiera di Montichiari. Noi abbiamo organizzato in quella sede fiere di altri settori e sono molte le persone che si sono dovute ricredere. Abbiamo analizzato attentamente la location e per quanto riguarda eventuali sovrapposizioni con il mercato non c’è alcun rischio: è organizzato alle spalle dei padiglioni e non inficia gli eventi. Senza dimenticare la vicinanza con l’aeroporto, una porta verso gli operatori stranieri. Attualmente, non esiste una fiera di Brescia: la fiera di Brescia è Montichiari». Si è parlato di una Beretta perplessa… «Non abbiamo avuto contatti ufficiali, ma la decisione di fare Armex è del tutto indipendente dalle scelte Beretta. Ho grande stima per quello che l’azienda di Gardone rappresenta in questo mondo, ma non voglio che condizionino le nostre scelte: se Beretta ci sarà, bene; diversamente, pazienza».

BREVI ATTUALITÀ LA NUOVA DOPPIETTA DI BERETTA Una doppietta davvero indimenticabile, quella che Beretta ha appena presentato al mondo: si tratta del modello 486, realizzato in collaborazione con Marc Newson, uno dei designer industriali più acclamati della sua generazione. La bascula è stata completamente rivoluzionata, “fondendosi” per così dire con la calciatura in legno. Tanto è vero che non è presente una vera e propria coda di bascula a vista, sostituita da un semplice “ovale” dal quale fa capolino il cursore della sicura. L’azienda armiera più antica

IL SITO DI HIT È ON-LINE È on-line il sito di Hit show 2015 (www. hit-show.com), il nuovo appuntamento fieristico organizzato da Fiera di Vicenza da sabato 14 a lunedì 16 febbraio 2015. Nato dall’esperienza di Hunting show, Hit show è l’appuntamento italiano di riferimento per La homepage del sito dedicato a Hit, la fiera di Vicenza. le armi e munizioni sportive e civili, le attrezzature e degli accessori dedicati all’outdoor, caccia, tiro sportivo. Hit show rappresenta il momento di incontro tra i migliori marchi italiani ed esteri con la distribuzione specializzata e il pubblico di appassionati alla ricerca di novità e soluzioni. Una vasta gamma di accessori, abbigliamento e attrezzature completeranno l’esperienza di visita, arricchita da eventi e aree demo in cui il pubblico potrà interagire direttamente con le novità presentate. Tutto in una cornice volta a informare e diffondere la cultura dell’utilizzo consapevole e responsabile dei prodotti in vetrina. Per informazioni: www.hit-show.com.

ARRIVANO I BREDA B4

Uno scorcio delle linee originali della doppietta Beretta 486, disegnata da Marc Newson.

del mondo, dimostra così di aver saputo reinventare in modo originale, innovativo e straordinario una delle armi più classiche della tradizione venatoria. Per illustrare a dovere tutti i molteplici contenuti tecnici innovativi, è stata realizzata una pagina ad hoc del sito Beretta: www.beretta.com/it-it/486-bymarc-newson-doppietta.

Nelle armerie italiane arrivano i Black rifle a marchio Breda: tre cloni Ar 15M4 (battezzati B4) calibro .223 Remington all’insegna dell’elevata qualità. La gamma prevede tre allestimenti: B4-C con canna di 300 mm Lothar Walther con passo di 1:8”, receiver forgiato, astina multirail Yankee hill, gas block originale Breda autocentrante, grilletto monostadio, calcio collassabile Magpul; poi c’è la versione B4-A, con canna sempre Lothar Walther, lunga però 14,5” sempre con passo di 1:8”; infine c’è la versione B4-Se, con canna di 20 pollici (510 mm) Lothar Walther con passo di 1:9”, astina tonda Yankee hill competition, impugnatura anatomica con hand stop Ergo grip e calcio Magpul Prs. Le due versioni con canna corta sono qualificate sportive, la versione più lunga sarà qualificata da caccia con caricatore di 5 colpi. I prezzi sono di 2.139 euro per la B4-C, 2.208 per la B4-A e 2.587 per la B4-Se. Il Breda B4 in configurazione Se. Per informazioni: www.bredafucili.com, [email protected].

DISTRIBUTORE EUROPEO PWS Via Iseppon 4/A 10078 Venaria (TO) [email protected]

MK1 MOD1 - 9.75” - 300BLK

tel: 011-0461027 tel: 011-19323843 fax 011-19585715

12/2014 ARMI E TIRO

47

ATTUALITÀ Requisiti psicofisici

TUTTI IN CASERMA! Alcune questure non accettano più i certificati psicofisici per il rilascio dei Porto d’armi, se rilasciati da medici militari al di fuori delle loro strutture di servizio. A quanto pare, un colossale equivoco generato da una improvvida lettera del 2013 del ministero della Difesa Di Ruggero Pettinelli

I

l caos burocratico italiano genera mostri con cadenza ormai mensile. Per questo, da ormai troppo tempo gli appassionati sono costretti a restare costantemente sugli spalti, a rintuzzare le “genialate” partorite dalla pubblica amministrazione. La novità di questo mese è che alcune questure (quella di Roma in primis) stanno rifiutando agli appassionati che presentano i documenti per il rilascio o il rinnovo di un Porto d’armi, i certificati di idoneità psicofisica rilasciati dai medici militari. A meno che dal certificato stesso non risulti che è stato rilasciato non solo da un medico militare, ma anche all’interno della relativa struttura di servizio (ospedali militari, strutture sanitarie della polizia di Stato). Se, invece, il medico con le stellette ha rilasciato il certificato in un proprio ambulatorio o in altro luogo (pensiamo alle autoscuole), e quindi manca il bollo della struttura, nisba, carta straccia. Ma perché?

UNA LUNGA DIATRIBA Si tratta dell’ennesimo capitolo di una diatriba che va avanti da oltre 15 anni, cioè da quando (28 aprile 1998) fu emanato l’ultimo decreto del ministero della Sanità relativo all’accertamento dei requisiti psicofisici per il rilascio dei porti d’arma. Infatti, mentre l’articolo 35 del Tulps, nello specificare quali autorità fossero competenti al rilascio del certificato medico per il nulla osta (e in senso lato per il Porto d’armi) indicava genericamente “dal settore medico legale delle Aziende sanitarie locali o da un medico militare, della polizia di Stato o del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”. Il decreto ministeriale del 14 settembre 1994 (sostituito da quello del 28 aprile 1998) stabiliva inoltre che il certificato potesse essere rilasciato da “strutture sanitarie militari o della polizia di Stato o da singoli medici 48

ARMI E TIRO 12/2014

L’ospedale militare di Verona. Secondo alcune questure, i medici militari possono rilasciare i certificati per il rilascio del Porto d’armi solo all’interno delle loro strutture di servizio e, quindi, non nei propri ambulatori privati o nelle autoscuole.

del ruolo professionale dei sanitari della polizia di Stato o da medici militari in servizio permanente e in attività di servizio”. Invece l’articolo 3 del decreto attribuì tale competenza agli uffici medicolegali, ai distretti sanitari delle Unità sanitarie locali e alle “strutture sanitarie militari e della polizia di Stato”. Sembra la stessa cosa, ma non lo è: nella prima indicazione, infatti, è il “medico militare” a essere competente al rilascio, mentre nella seconda è la “struttura sanitaria militare”. Ne consegue che nel primo caso il medico militare può rilasciare il certificato sia che stia operando fisicamente nella struttura militare, sia che si trovi nel proprio ambulatorio privato, nel secondo caso teoricamente no. Teoricamente, appunto. Della questione si occupò, in tempi molto rapidi, il Tar del Veneto (logicamente dietro ricorso), pronunciando il 3 settembre 1998 l’ordinanza numero 1.217, con la quale si sospese cautelarmente l’efficacia dell’articolo 3 del decreto. In attesa di un pronunciamento definitivo sulla questione che, a quanto pare, non arrivò mai. A stretto giro si pronunciò anche la Direzione generale della sanità militare del ministero della Difesa con la circolare 559/C28180.10100A(1) del 1° giugno 1999, nella quale oltre a dar conto dell’ordinanza sospensiva del Tar, si precisò che “È parere di questo ufficio che deve ritenersi applicabile il precedente decreto del ministero della Sanità del 14 settembre 1994, limitatamente alla parte oggetto dell’impugnativa (art. 3), ovvero devono ritenersi validi i certificati forniti dai singoli sanitari”. La circolare specificò anche che “Nella considerazione che un decreto ministeriale non può abrogare una norma di legge tuttora vigente (art. 35 del Tulps), la scrivente ritiene che tutti i medici militari in servizio permanente e in attività di servizio, possono rilasciare le certificazioni in argomento che, comunque, come sempre dovranno essere re-

datte secondo gli inderogabili dettami suggeriti da scienza e coscienza e avvalendosi, se del caso, anche della consulenza di specialisti”. Occorre intendersi sul termine “in attività di servizio”, perché ci sarà utile per procedere nel ragionamento. Con tale termine non si intendeva, infatti, che i medici militari dovessero trovarsi fisicamente all’interno dell’ospedale militare, ma che semplicemente vi risultassero in servizio attivo, per differenziarli dai medici militari in quiescenza. La precisazione non era secondaria, perché l’articolo 119 del codice della strada consentiva anche a questi ultimi di emettere i certificati per il rinnovo della patente di guida, mentre per il rilascio dei certificati per il Porto d’armi risultavano tassativamente esclusi.

ANNI DI QUIETE, E POI… Una volta raggiunto questo “equilibrio” di interpretazioni da parte del ministero della Difesa, la situazione non è più cambiata fino al 2013: i medici militari hanno seguitato a rilasciare i certificati in questione nei propri studi o nelle autoscuole (con significativi vantaggi in termini di tempo d’attesa e orari di ricevimento, per gli appassionati d’armi, rispetto ad alcune Asl), questure e commissariati hanno continuato ad accettarli senza colpo ferire, anche dopo l’eventuale perenzione del giudizio davanti al Tar del Veneto (in parole povere, la decadenza di tutto il processo amministrativo del 1998 per il mancato compimento di atti necessari al suo proseguimento da parte delle parti, cosa che generalmente avviene nel termine massimo di cinque anni) e, quindi dell’altrettanto inevitabile decadenza dell’ordinanza sospensiva. Tutto questo fino, appunto, al 2013, più precisamente fino al 4 luglio, allorché l’Ispettorato generale della sanità militare dello stato maggiore della Difesa ha inviato alla questura di Salerno e per conoscenza al ministero dell’Interno una lettera, nella quale ha voluto ribadire e chiarire il concetto

La questura di Roma (sotto) è stata, a quanto pare, la prima ad adottare l’interpretazione “creativa” della lettera del ministero della Difesa sui medici militari. Che però, voleva dire tutt’altro!

di medici “in servizio”. Nella lettera, infatti, si legge che “L’accertamento dei requisiti psicofisici… è riservato esclusivamente al personale medico in attività di servizio. Pertanto, a parere di questo Ispettorato generale, gli ufficiali medici in “ausiliaria” o in “riserva” possono rilasciare i certificati in titolo, purché si trovino nella condizione di trattenuti o richiamati temporaneamente in servizio ed operino presso le strutture sanitarie militari di cui al summenzionato articolo 3. In tale contesto, si ritiene infine opportuno ribadire che risultano tassativamente esclusi dalla potestà certificativa in oggetto i medici militari in quiescenza ovvero cessati definitivamente dal servizio, ancorché gli stessi siano, a mente dell’articolo 119 del decreto legislativo 30 aprile n. 285 recante Nuovo codice della strada, legittimamente abilitati ad altra attività certificativa concernente l’idoneità alla guida di autoveicoli e motoveicoli”. Insomma, si ritorna all’inizio: il ministero della Difesa non intendeva dire che i medici militari dovessero rilasciare i certificati obbligatoriamente dentro le strutture di riferimento ma semplicemente che, per poterli rilasciare, avrebbero dovuto risultarvi in servizio. Vi pare la stessa cosa? In effetti, la scelta delle parole utilizzate nella lettera del 2013 è stata forse poco felice, anche se tutto sommato, per interpretarla nel modo corretto, si sarebbe potuto semplicemente fare riferimento alla “storia” precedente della vicenda (che abbiamo cercato di riassumervi). Alcune questure però hanno preso la strada apparentemente più comoda (in buona o cattiva fede, questo non è dato sapere), ed ecco il patatrac. E ora? E ora, la situazione è così fatta: alcune questure (per fortuna) non si sono adeguate a questo grossolano equivoco, e quindi proseguono con la prassi consolidata; dal ministero dell’Interno, indicazioni precise che giustifichino questo nuovo orientamento non sembrano esserne state emanate. Anzi, nel frattempo, secondo le indiscrezioni pervenuteci sembra che il ministero sia stato recentemente investito della questione, e che i funzionari stiano cercando una soluzione che possa riportare il tutto nell’alveo della normalità. Per quanto riguarda le questure “creative”, in attesa di un provvedimento ministeriale (che si auspica rapido) che possa ripristinare la situazione precedente, le strade sono in effetti tre: la prima, spesso (purtroppo) preferita dagli appassionati per quieto vivere, è quella di abbassare supinamente il capo e mettersi in coda all’Asl quando c’è da rinnovare il Porto d’armi; la seconda è quella di cercare di far ragionare l’ufficio armi della questura, portando a loro conoscenza tutta la vicenda e non solo l’ultimo capitolo (sì, lo sappiamo, è quasi sempre tempo perso, ma non si sa mai!); la terza, al solito, è quella di fare ricorso al Tar quando la questura dovesse rifiutarsi di accettare il certificato medico rilasciato dal medico militare, al di fuori della struttura di servizio. Ma in quest’ultimo caso, visti anche i costi, è preferibile attendere gli sviluppi ministeriali. 12/2014 ARMI E TIRO

49

...e buon Natale Anche quest’anno, una pioggia di strenne rigorosamente “a tema”: dallo scarponcino tecnico caldo e confortevole, alla carabina ad aria compressa in kit per i più giovani, dal coltello da collezione al battery pack per la ricarica di emergenza di smartphone e Ipad

LA LIBERA VENDITA “TATTICA”

G-Force è la nuova carabina Gamo dal look tattico: la struttura è la classica break barrel monocolpo calibro 4,5 mm, solida, semplice e funzionale, “vestita” però con un calcio polimerico tattico che riprende le forme dei moderni black rifle. È dotata di serie di collimatore a punto rosso, costa 145 euro. Adinolfi, tel. 039.23.00.745, www.adinolfi.com.

LE DIANA IN KIT

Paganini, distributore italiano delle carabine Diana, offre quattro kit, per altrettanti modelli delle celeberrime carabine ad aria compressa tedesche: si tratta dei modelli F21 (cod. 10552, 134 euro), F240 (cod. 09933, 154 euro), F31 (cod. 11512, 215 euro) e F34 (cod. 09932, 234 euro), tutte equipaggiate di ottica Bullseye 4x32 con coprilenti e attacchi, confezione di 500 pallini e 5 bersagli di 10x10 cm. Paganini, tel. 011.81.77.860, www.paganini.it.

FUTURISTICHE PER IL TIRO

I FASTI DI NAPOLEONE

L’armeria Buzzini di Milano propone come strenna la replica Pedersoli ad avancarica della pistola modello An XIII della cavalleria napoleonica, nella versione limitata commemorativa della serie “10 anni di collezione”, con cofanetto e pergamena a 860 euro. Armeria Buzzini, tel. 02.266.67.98, www.armeriabuzzini.it. 50

ARMI E TIRO 12/2014

La Domino di Settimo milanese (Mi) importa (su ordinazione) le futuristiche calciature laminate realizzate da Gary Cane per le carabine ad aria compressa e rimfire per il Bench rest e il Field target. Molte le configurazioni tra cui scegliere, versioni compatibili con tutte le principali marche: Air arms, Feinwerkbau, Weihrauch, Anschütz, Walther eccetera. Prezzi ancora non disponibili. Domino, tel. 02.33.51.20.40, www.dominoguns.com.

LA PROMOZIONE TANFOGLIO L’idea di Natale di Tanfoglio è uno sconto del 15 per cento su tutti i prodotti in vendita nel proprio negozio on-line, per ordini perfezionati tra il 22 dicembre e il 6 gennaio inclusi. Tanfoglio, tel. 030.89.10.361, www.tanfoglio.it.

LO SCATTO PERFETTO

LA COMPAGNA DEL FUCILE

Dal catalogo Red rock, la torcia M-Force Mx-T250: progettata per l’applicazione sulle armi, ha un led Cree Xp-G con una potenza di 250 lumen e un’autonomia di 2,5 ore, per una portata garantita di 160 metri. Corpo in lega leggera anodizzata, impermeabile, con interruttore tattico posteriore, alimentazione con 2 batterie Cr123A incluse, il kit comprende anche tre filtri colorati (rosso, verde e blu), interruttore remoto, staffa di montaggio con interfaccia Picatinny e cacciavite, a 69,90 euro. Red rock, tel. 0423.56.50.82, www.redrock.it.

L’armeria Regina di Conegliano veneto (Tv) importa i pacchetti di scatto custom realizzati da Kelbly senior: destinati alle carabine con azione compatibile Remington 700, hanno una peculiare struttura che consente la regolazione del retroscatto e la taratura su quattro livelli preimpostati di peso di sgancio: tipo Bench rest (20-50 grammi), oppure tra le 6 e le 7 once (170-200 g), tra le 10 e le 11 once (280-310 g) o tra le 16 e le 17 once (450-480 grammi). Qualità artigianale al di sopra di ogni sospetto, costa 294 euro. Armeria Regina, tel. 0438.60.871, www.armeriaregina.it.

GUANCETTE A VOLONTÀ

I revolver di Uberti possono essere personalizzati con la scelta di guancette custom, esteticamente accattivanti e pregiate: tra le possibilità c’è il noce scelto con finitura a tampone, il noce con zigrinatura a laser, il polimero nero zigrinato, il finto corno di bufalo, la finta madreperla o il finto avorio. Per l’installazione, è necessario l’aggiustaggio manuale, prezzi su richiesta. Uberti, tel. 030.83.41.800, www.ubertireplicas.com.

VERSATILITÀ MASSIMA

La Stalking jacket di Beretta (GUX7005086) è un capo davvero versatile: reversibile in Gore Windstopper, per i climi più freddi può essere utilizzata in combinazione con giacca o gilet della linea Bis (Beretta interactive system). Un lato è verde combat, l’altro ha pattern mimetico Optifade con tasca radio con zip e passante per antenna, cappuccio staccabile e reversibile, gomiti preformati, tasca porta binocolo, apertura di ventilazione sotto le ascelle, coulisse regolabile, chiusura a zip Ykk, polsini con Velcro. Costa 339 euro. Beretta, tel. 030.83.411, www.beretta.com.

12/2014 ARMI E TIRO

51

CACCIA TRA I ROVI

Maber caccia propone una serie di pantaloni di taglio classico per la caccia tra i rovi o nel bosco fitto, con rinforzi (parziali o totali) in cotone oleato anti-acqua e anti-spina, realizzati in canvas leggero o pesante e in pilor (fustagno toscano). Doppie cuciture al cavallo per garantire la massima resistenza. Due tasche posteriori e due anteriori, taglie dalla 44 alla 60 di serie (oltre su misura), sono ideali per proteggere le gambe dai rovi o dall’intrico della boscaglia più fitta. Colori disponibili: marrone, verde, beige per il pilor; marrone, verde, sabbia per il canvas; marrone o verde per il cotone oleato. Maber caccia, tel. 366.35.97.198, www.maberit-caccia.com.

CACCIA E CASUAL IL PANTALONE PIÙ ESTREMO

Da Alpinhunting, un pantalone specifico per la caccia più impegnativa: si tratta dell’Ibex (www. ibex-outdoor.com) modello Kodiak, realizzato in tessuto tecnico idrorepellente, con imbottitura in Thermore. Tra le caratteristiche uniche di questo prodotto, la tasca per Smartphone, impermeabile al 100 per cento. Costa 208 euro. Alpinhunting, tel. 3471877437, www.alpinhunting.com.

CAPO TECNICO IN CAMPAK LODEN

L’austriaca Jagdhund propone un pantalone tecnico per la caccia, realizzato in Campak loden, ottenuto intercalando un 5 per cento di lana di cammello alla lana di pecora. È dotato di tasca posteriore con zip, due tasche laterali di grande formato con zip coperta, doppio strato rinforzato su sedere e ginocchia, alta protezione renale. Costa 228 euro. Wild and wild, tel. 030.61.89.232, www.wildandwild.it. 52

ARMI E TIRO 12/2014

Dall’immenso catalogo Big hunter, la simpatica felpa Full zip New army, adatta sia per la caccia, sia per il tempo libero: cappuccio in cotone 70 per cento e poliestere 30 per cento con cordino di restringimento, apertura completa con cerniera, due tasche anteriori a taglio trasversale, polsini e fondo elasticizzati. Taglie dalla S alla Xxl, in verde oliva o nero, a 30 euro. Big hunter, tel. 0572.43.542, www.bighunter.net.

IL MUST PER L’AGONISTA

L’armeria Fracassi di Pavia distribuisce il gilet da tiro Rg pro, ideale per il Tiro dinamico: massimo comfort e libertà di movimento, massima protezione dal clima grazie al frontale con piuma d’oca in poliammide idrorepellente e al retro con pile e poliestere idrorepellente elasticizzato. È dotato di cordini laterali per la regolazione della lunghezza e rifinito con zip in diversi colori e tira-zip tricolori, a ricordare che si tratta di un prodotto made in Italy. Costa 142 euro. Armeria Fracassi, tel. 0382.22.364, www.fracassiarmeria.it.

COMPLETO MOSSY OAK

L’Armeria Parini di Settimo milanese (Mi) propone un completo da caccia con pattern mimetico Mossy oak, composto da giacca (105 euro) con cappuccio, zip frontale e polsini elasticizzati e dal pantalone (92 euro). Oltre a essere impermeabili, traspiranti e silenziosi, i capi hanno il tessuto trattato appositamente per inibire l’odore “umano”. Armeria F.lli Parini, tel. 02.33.50.12.65, www.armeriaparini.com.

DEDICATA AL TIRO A VOLO

Aim è la linea di abbigliamento del brand Gordon 1885 di B&P, dedicata al mondo del Tiro a volo. La polo National è realizzata in Piqué 100 per cento e caratterizzata dall’ottima vestibilità, cura nei dettagli, grande qualità made in Italy. Oltre al tricolore in corrispondenza del punto di imbracciata, può essere richiesta con le bandiere di Stati Uniti, Regno unito, Giappone, Germania, Brasile e Russia. Costa 65 euro. Baschieri & Pellagri, tel. 051.78.18.29, www.gordon1885.com.

IL GILET PER LA PEDANA

Il giubbino da tiro Fair Gt600L ha struttura in rete con pannelli in tessuto e comprende due tasche anteriori con profili in similpelle. È disponibile in beige e blu e utilizzabile anche da tiratori mancini, a 143 euro. Può essere acquistato direttamente sul sito www.fair-store.com. Fair, tel. 030.86.11.62, www.fair.it.

LA SOFTSHELL JACKET TATTICA

Tru-Spec 24/7 Tactical softshell jacket è il capo morbido, impermeabile e antivento dal taglio pratico, compatibile con protezioni balistiche e buffetteria di servizio per militari, forze di polizia e istituti di vigilanza. Chiusura con zip frontale, spacchi laterali con zip e bottone a pressione per posizionare la fondina all’esterno, due ampie tasche frontali con zip a doppio cursore, tasca alla cacciatora sul retro e due tasche omerali consentono il trasporto discreto di diverso materiale, mentre i pannelli in Velcro sulle braccia permettono di apporre patch e distintivi. È disponibile nei colori Multicam, nero, Forest green e Coyote brown. Dalla Xs alla 5XL, a partire da 110 euro. Pezt co, 030.74.50.136, www.peztco.com.

LA SCELTA ALL-TERRAIN

Zamberlan ha studiato lo scarponcino 1006 Vioz plus Gtx Rr Wl per offrire la massima robustezza e confortevolezza su qualsiasi terreno. Pellame Hydrobloc pieno fiore idrorepellente, suola Vibram Darwin per ottimo grip, assorbimento dell’impatto, resistenza all’usura e trazione, fodera in Gore-tex, collarino in Microtex per il drenaggio del sudore, sistema Zamberlan Rubber reinforcement system a protezione della tomaia. Costa 240 euro. Zamberlan, tel. 0445.66.09.99, www.zamberlan.com.

LO SCARPONCINO TOTALE

Crispi presenta lo scarponcino Kanada Evo Gtx: tomaia in pelle pieno fiore anfibia ingrassata e idrorepellente, fodera in Gore tex, tecnologia Abss, Dtl e Csf Crispi Skeleton frame che, grazie ai supporti laterali di contenimento, consente il massimo controllo in torsione e, nello stesso tempo, una flessione ottimale nella parte anteriore. Così, è possibile avere prestazioni da “alta montagna” in uno scarponcino di peso contenuto e maggior comfort. Il sottopiede ha struttura differenziata e soletta interna estraibile Crispi Cambrelle, con caratteristiche antiscivolo e antibatteriche. Suola Vibram con intersuola ammortizzante, costa 199 euro. Crispi, tel. 0423.52.42.11, www.crispi.it.

DEDICATO A LEI

Renegade Gtx mid women è lo scarponcino che Lowa dedica al gentil sesso: tomaia in Nabuk (proveniente da concerie italiane) in uno sgargiante colore rosso, fodera in Gore-tex impermeabile e traspirante, profilo ottimizzato per l’anatomia del piede femminile, suola in gomma Vibram Pu, taglie dalla 34 alla 44,5, costa 179 euro. Lowa, tel. 0422.72.88.32, www.lowa.it.

LO STIVALE ARTIGIANALE

Outthere di Seeland è lo stivale in gomma naturale realizzato a mano, che offre grande stabilità, ottimo comfort e ammortizzazione. Grazie alla soletta esclusiva e al design della tomaia, è possibile camminare per ore senza fatica, come indossando una scarpa da trekking. L’interno è provvisto di fodera in neoprene di 4 mm per isolamento termico, rivestito con uno speciale materiale che facilita l’espulsione dell’umidità. La cerniera e il soffietto consentono di indossarlo con facilità e di adattarlo a qualsiasi polpaccio. Disponibile in tinta dark green dalla taglia 40 alla 50, a 139 euro. Ruri vivis, tel. 393.33.26.294, www.seelandinternational.com.

12/2014 ARMI E TIRO

53

SWAROVSKI DOMINA IL CREPUSCOLO

Una strenna prestigiosa da mettere sotto l’albero del cacciatore di selezione è il cannocchiale di puntamento Swarovski Z6i 2,5-15x56 Bt L, con reticolo 4A illuminato. Il campo visivo a 100 metri va da 16,5 a 2,7 metri, la qualità ottica delle lenti Swarovski consente una trasmissione complessiva della luce superiore al 91 per cento, le torrette hanno una sensibilità di 10 mm a 100 metri per ciascun click, con un’escursione di 1,8 metri, correzione di parallasse da 50 metri all’infinito. Misura in tutto 367 millimetri per 655 grammi di peso, con tubo di 30 mm. Costa 2.960 euro. Swarovski Italia, tel. 800.32.42.50.56, www.swarovskioptik.it.

BUSHNELL REGALA BUSHNELL

Se ti regali Bushnell, ti regalano Bushnell! L’offerta natalizia di Bignami prevede, per l’acquisto di un binocolo Bushnell Trophy Xlt 8x32 od 8x42, l’omaggio di una lampada frontale Bushnell Rubicon H150L (con l’8x32, 149 euro) o H250L (con l’8x42, 229 euro). Si tratta di lampade dall’elevato potere illuminante (150 e 250 lumen rispettivamente), abbinato a un’autonomia eccezionale grazie ai led a basso consumo. Qualità delle lenti garantita Bushnell. Bignami, tel. 0471.80.30.00, www.bignami.it.

SGUARDO PUNTATO SULLE EMOZIONI

Occhiali professionali con videocamera Hd integrata, dotati di pratico telecomando con il quale è possibile attivare il video, attivare e disattivare il microfono, scattare fotografie e spegnerli. Sono dotati di un angolo visivo di 170°, registrano video in Hd formato Avi con audio, scattano foto con risoluzione 5 megaPixel. Fino a 3 ore di autonomia in modalità “video” e 8/10 ore in modalità “foto”, resistenti all’acqua. Disponibili in nero con 2 lenti intercambiabili (trasparenti, polarizzate), a 169 euro. Optional disponibili, micro Sd card da 16 giga. Bs planet, tel. 0534.37.428, www.bsplanet.com.

DALLA POLONIA… CON QUALITÀ

Delta optical è un’azienda polacca che ha saputo farsi apprezzare in poco tempo dagli appassionati nostrani, grazie alla qualità ottica e alla precisione della meccanica. Per la caccia in battuta, l’importatore italiano, l’armeria Barbuio di San Martino al Tagliamento (Pn), propone il variabile 1-5,8x24 illuminato, disponibile con reticolo 4A, Fd o Fdhl a 849 euro, oppure i mini-dot Hd24 e Hd26 (275 euro). Armeria Barbuio, tel. 043.48.80.16, www.armeriabarbuio.it.

L’ATTACCO PER LE BLASER LO SPEKTIVE PER TUTTI

Lo spektive Endeavor è potente, pratico ed economico: 80 mm di obiettivo, zoom 20-60x, campo visivo da 37 a 17 m a 1.000 metri, messa a fuoco centrale, ha corpo gommato antiurto, tappo di protezione frontale e custodia in neoprene con cinghia di trasporto. Costa 554 euro. Erredi trading, tel. 030.89.10.743, www.erreditrading.com.

RESISTENTE E COMPATTO

Un puntatore red dot resistente e compatto, del peso di 156 grammi, con finestra-visore di 24x34 mm per la massima velocità di acquisizione del bersaglio. È il red dot Truglo Tru brite (Tg8385B), disponibile con reticolo di 5 moa a scelta rosso o verde e base Weaver integrata. Costa 140 euro. Dbg, tel. 011.97.80.959, [email protected]. 54

ARMI E TIRO 12/2014

Contessa, il noto produttore italiano di attacchi a sgancio rapido per ottiche di puntamento, ha approntato un attacco dedicato alle armi Blaser, denominato Simply black for Blaser, caratterizzato dalla tipica (e comoda) leva di rilascio laterale. Ovviamente, tra uno sgancio e l’altro è garantito il mantenimento della taratura, grazie ai quattro punti di contatto in acciaio temperato. Costa 360 euro. Contessa, tel. 030.86.16.48, www.portaotticacontessa.it.

IL BINOCOLO ERGONOMICO

Il binocolo Konus Emperor 8x42 (228 euro) offre la massima ergonomia anche nell’uso con una sola mano, grazie alla struttura a ponte aperto e alla speciale finitura grippante del guscio esterno. Gli obiettivi grandangolari consentono un campo visivo di 107 metri a 1.000 metri, nella parte inferiore è disponibile anche un attacco standard per treppiede. Massima luminosità grazie al trattamento multistrato delle lenti, struttura interna con prismi a tetto e messa a fuoco centrale, oculari regolabili per l’uso con o senza occhiali. Il peso complessivo è di 743 grammi, che diventano 760 per il modello 10x42. Konus, tel. 045.67.67.670, www.konus.com.

IL LABRADOR DI BROWNING

IL VISORE TERMICO PER TUTTI

Lynx 160 è il visore termico di ultima generazione, utile per la sorveglianza e anche per le operazioni autorizzate di selezione notturna: ha una definizione di 160x120 pixel e una portata tale da consentire il riconoscimento di una figura umana fino a 250 metri di distanza. La batteria interna agli ioni di litio ha un’autonomia di 5 ore, costa 1.769 euro. Pergam Italia, tel. 030.35.31.423, www.pergamitaly.eu.

Browning propone un coltello chiudibile (mod. 322547) con sgancio a pompa, lama in acciaio 420-j2 e manico con placchette laterali decorate a scrimshaw con protagonista il cane labrador. Ogni esemplare è consegnato con astuccio di presentazione e costa 69 euro. Bwmi, fax 030.89.60.236, [email protected].

IL KARAMBIT D’AUTORE

La Coltelleria Collini di Busto Arsizio (Va) commercializza un Karambit realizzato in collaborazione con Extrema ratio. Si chiama Skar e ha lama in acciaio inox N690 lunga 90 mm e spessa 4 mm, disponibile con finitura Stonewashed o Testudo, ha una lunghezza totale di 205 mm e un diametro del foro inferiore di 22 mm. Guancette in alluminio Anticorodal. Pesa 152 grammi e ha fodero in Kydex termoformato, con attacco Tek-lok. Per ciascuna finitura, la tiratura è di soli 50 esemplari numerati: sono forniti 3 metri di paracord nero da utilizzare al posto delle guancette. Con finitura Stonewashed costa 235 euro, con finitura Testudo 250 euro, disponibile anche la versione Training a 45 euro. Coltelleria Collini, tel. 0331.63.26.86, www.coltelleriacollini.it.

LA LAMA SECONDO BLASER

Blaser ha realizzato un prestigioso lama fissa per caccia e collezione, denominato Masalat. Impugnatura in pregiato ebano scuro con tripla inchiodatura, lama in acciaio inox Rwl 34 con durezza 60 Hrc e logo Blaser sul lato sinistro, confezione esclusiva in legno con angoli arrotondati e fodero in vacchetta con passante per cintura. Costa 540 euro. Jawag, tel. 0473.22.17.22, www.jawag.it.

COLTELLO D’AUTORE

Le coltellerie Fox propongono Fx-305 “Zero”, un chiudibile disegnato da Jens Anso con lama di 7 cm in acciaio inox N690 con dureza 58-60 Hrc, manico in nylon rinforzato con fibra di vetro con peculiare texture antiscivolo, clip in acciaio inox reversibile, sblocco a pompa della lama. Costa 65 euro. Fox, tel. 0427.73.03.76, www. foxcutlery.com.

MUNIZIONI DA AMMIRARE

DOPPIA LAMA BASCULANTE

Coltellerie Maserin ha intrapreso la distribuzione dei coltelli Eka, tra i più apprezzati dai cacciatori di tutta Europa. La punta di diamante della gamma è costituita da Swingblade 3G, la più moderna evoluzione del coltello a doppia lama basculante per eviscerazione e scuoiatura degli ungulati. La lama è in acciaio 12C27 con durezza di 59 Hrc ed è lunga 100 e 80 mm (a seconda del lato aperto); il manico è realizzato in Proflex, un materiale polimerico antiscivolo, disponibile in tre colori. Le due lame si alternano premendo semplicemente un pulsante, la lunghezza totale in apertura è di 215 mm, per un peso di 134 grammi e un prezzo al pubblico di 105 euro. Maserin, tel. 0427.71.335, www.coltellidacaccia.com.

L’armeria Frinchillucci propone come idea regalo il porta munizioni da esposizione Ammobox di Technoframes (www.technoframes.com), una nuova generazione di espositori per munizioni che associa l’utilità e la praticità della scatola alla bellezza e lucentezza di un contenitore in metacrilato. Un nuovo modo di raccogliere le proprie munizioni in una vastissima scelta di calibri. Lontano da scatole anonime e scomodi cassetti i calibri preferiti troveranno nuova vita! Costa 199 euro. Armeria Frinchillucci, tel. 06.488.49.57, www.frinchillucci.it.

12/2014 ARMI E TIRO

55

UN PO’ TORCIA, UN PO’ BATTERY PACK

Celestron (www.celestron.it) Trekcel è la serie di strumenti ideale per l’outdoor: si tratta, infatti, di torce a led di intensità variabile, che funzionano anche come caricabatterie per dispositivi elettronici. La batteria agli ioni di litio integrata può fornire una ricarica completa alla maggior parte di smartphone, iPhone, iPod e lettori Mp3, grazie alla grande varietà di adattatori inclusi. La torcia led consente 4 modalità di illuminazione: luce bassa, luce alta, intermittenza e Sos. Sono disponibili in due versioni: Trekcel 2200, con torcia di 95 lumen e 2.200 mAh di capacità della batteria (44 euro), e Trekcel 3300 con torcia di 100 lumen e 3.300 mAh di capacità batteria (64 euro). Auriga, tel. 02.50.97.289, www.auriga.it/ottica.asp.

FESTEGGIARE COME “VALE”!

Bollicine da campioni per il capodanno, con il cava Freixenet Cordon negro, disponibile nel formato originale di 3 litri (90 euro) utilizzato per le premiazioni del Moto Gp e impugnata da tutti i più grandi campioni, come Valentino Rossi. In alternativa, è disponibile anche il Cordon negro in formato di 75 cl (7,90 euro). Biscaldi, tel. 010.61.28.124, www.biscaldi.com.

IN VIAGGIO CON FAUSTI

Da Fausti Stefano, un prestigioso borsone in pelle da viaggio con divisiorio (Bs1000). Le dimensioni sono di 60x40x26 cm e costa 780 euro. Fausti, tel. 030.86.14.75, www.faustistefanoarms.com.

FENIX, LA SUPER-TORCIA

La torcia Fenix Ld60 ha una potenza luminosa davvero straordinaria: ben 2.800 lumen, grazie a 3 led Cree Xm-L2 dalla vita utile di ben 50 mila ore. Sono, però, ben 5 le modalità di luce impostabili, con 30, 160, 500, 1.500 e 2.800 lumen, oltre alla funzione strobo. Corpo in lega leggera anodizzata nera con finitura anti-abrasiva, autonomia da 150 a 1,5 ore a seconda della potenza impostata, impermeabilità fino a 2 metri, alimentazione con 6 batterie al litio Cr123A, lunghezza di 155 mm per un diametro di 63 mm (testa) e 364 grammi di peso. Costa 166 euro. Künzi, tel. 02.61.45.16.27, www.kunzi.it.

L’OMBRELLO DOUBLE FACE

Ombrello reversibile con stecche in bambù, manico smontabile, colore arancione alta visibilità, completo di fodero impermeabile per il trasporto. Un normale ombrello che si trasforma in un capanno di emergenza in caso di pioggia e rende visibile la propria posizione agli altri cacciatori, mettendo in sicurezza l’utilizzatore. Per Natale, disponibile a 60 euro. Kentron, tel. 0583.29.268, www.kentronsport.com.

TRIBUTO ALLE FORZE SPECIALI ENERGIA POCKET, ANCHE PER L’AUTO

Enerjump è il ricarica batterie di Midland: oltre a consentire la ricarica di emergenza per tutti i più comuni dispositivi mobili (cellulari, smartphone, Mp3 eccetera), grazie alla capacità nominale di ben 8 mila mAh e all’uscita 12 V, consente persine di riavviare un autoveicolo in panne, senza necessità di ricorrere all’aiuto di altri veicoli. Il dispositivo è inoltre fornito di una potente torcia a led che permette l’illuminazione notturna e che, grazie a un flash intermittente, può emettere una segnalazione luminosa di Sos. L’indicatore di livello di carica a 5 led segnala in modo immediato lo stato della batteria del dispositivo, da ricaricare con il pratico caricatore da muro. Il tutto, in soli 300 grammi di peso, e 99 euro. Midland, tel. 0522.50.94.11, www.midlandeurope.com. 56

ARMI E TIRO 12/2014

Mec military ha realizzato un nuovo orologio, dedicato alle forze speciali: si chiama Task force 45 e ha ovviamente look mimetico su quadrante e cinturino. È disponibile in tre versioni con cassa di 44 mm in acciaio con trattamento Pvd, impermeabile a 10 atmosfere, con numerazione e lancette luminose. Costa 99 euro. Mec, tel. 051.40.75.673, www.mecmilitary.it.

IL CONTACOLPI PER LA GLOCK

Secubit è un dispositivo elettronico israeliano (è prodotto dalla Caa Tactical, la stessa del Roni) destinato a integrarsi nell’impugnatura delle pistole Glock full size e compatte. Registra con precisione al millesimo di secondo data e ora in cui viene sparato ciascun colpo. È interfacciabile a smartphone e Pc ed è disponibile al prezzo promozionale di lancio di 99 euro. Passalacqua, tel. 348.26.62.149, [email protected].

ANCHE GLI AR CONTANO A

Radetec Ammocontrol Ar15/M4 Digital counter è R il contacolpi pratico e compatto, destinato ai cloni Ar: visualizza il numero di colpi residui sul display A ddigitale, colpo per colpo o a richiesta, premendo il pulsante di attivazione. Tiene anche il conteggio ddei colpi totali sparati dall’installazione ssull’arma, è leggero e resistente perché realizzato in polimeri a specifiche militari, inoltre porta in integrata una minigonna che agevola il cambio ccaricatore. Costa 179 euro. TTfc, tel. 030.89.83.872, www.tfc.it.

LL’ANGELO ’AN ANGELO CUSTODE

Piexon Guardian angel II (www.piexon.com) è il dispositivo antiaggressione al gel di capsicum, pratico e tascabile. Il profilo a pistola è ergonomico e funge da deterrente, premendo il grilletto si proietta un getto (due i colpi a disposizione) con gittata massima di 3 metri, che mettono fuori combattimento l’aggressore senza effetti permanenti. L’apparecchio ha sicura automatica contro l’azionamento involontario, misura 120x85x25 mm, pesa 120 grammi e costa 58 euro. Radar 1957, tel. 0571.22.047, www.radar1957.it.

PULIRLE CON CLASSE

Unico è il kit di pulizia per fucile, pistola e carabina proposto da Stil crin: tutto l’occorrente per prendersi cura della propria beniamina, in una prestigiosa custodiavaligetta in legno tinta noce. Costa 50 euro. Stil crin, tel. 030.95.94.96, www.stilcrin.it.

IL MITICO “88”

Technoframes, specializzata (tra le altre cose) nelle repliche dei calibri famosi della seconda guerra mondiale, ha puntato in alto, proponendo la replica del mitico cartoccioproietto del cannone Flak 18 calibro 88 mm tedesco della seconda guerra mondiale. Realizzate in alluminio, sono repliche perfette, anche nei marchi e nei colori delle granate. Queste ultime sono disponibili sia nella versione antiaerea ad alto esplosivo (480 euro), sia nella versione perforante anticarro (427 euro). Technoframes, tel. 035.66.83.28, www.technoframes.com.

OCCHIO SUL BERSAGLIO

Airblast è l’occhiale tecnico di Rudy project, dedicato alla caccia e al tiro: aumenta l’estensione del campo visivo grazie alla maxi mascherina rimless e al nasello ErgoVi, le aste sono ultrasottili e semi-piatte per consentire l’uso simultaneo con le cuffie. Speciali aperture di ventilazione nelle aste consentono la circolazione dell’aria e prevengono l’appannamento. I terminali delle aste, regolabili in gomma morbida, garantiscono una perfetta aderenza anche sotto l’effetto del più severo rinculo. Il nasello è totalmente regolabile e rivestito in gomma anti-slip, la barra superiore brevettata (VentedBrow bar) distanzia la lente dalla fronte e impedisce che il sudore o impurità disturbino la visione. Le lenti ImpactX Multilaser Photochromic racing red cambiano di tonalità a seconda delle condizioni di luce, assicurando massima definizione, ma anche massima robustezza e infrangibilità. Costano 235 euro. Rudy project, tel. 0422.43.30.11, www.rudyproject.com.

L’ORECCHIO BIONICO

Shothunt è lo straordinario auricolare elettronico, che consente di avere i vantaggi di una normale cuffia elettronica di moderna generazione (amplificazione delle frequenze sonore più basse, schermatura da quelle alte) in un formato ridottissimo. Infatti, compreso il gommino adattatore e la micro-batteria Pr70, il peso è di soli 1,80 grammi! I gommini sono disponibili in tre misure, l’autonomia è di circa 150 ore (con avviso sonoro di imminente esaurimento), costano 590 euro. Euro Sonit, tel. 02.33.10.16.57, www.shothunt.com.

IL BORSONE TATTICO

Vega holster propone 2B08, borsone in poliammide con ampio scompartimento centrale per il trasporto di tutto l’equipaggiamento tattico. Tasche esterne multiuso con chiusura a cerniera, sistema modulare Molle per l’aggiunta di accessori opzionali, ruote e maniglia telescopica per il massimo comfort di trasporto a pieno carico, maniglia di trasporto superiore e doppie cinghie di contenimento. Misura 250x700x300 mm e costa 340 euro. Vega holster, tel. 0587.48.91.90, www.vegaholster.com.

12/2014 ARMI E TIRO

57

EDISPORT EDITORIALE

in edicola dal 1914

www.edisport.it

Caro lettore di T questo Natale REGALA e REGALATI un anno di passione con EDISPORT

 Guarda tutte le proposte su www.edisport.it/compraonline

 Scegli i prodotti che vuoi regalare o regalarti

 Aggiungili al carrello e utilizza questo voucher:

RPTKRATX

 Ottieni così lo sconto del 15% su tutti i prodotti acquistati Questa offerta è valida fino al 31/12/2014.

Per qualsiasi informazione chiama il n. 02.380.85.402 o scrivi a: [email protected]

PROVA pistole semiautomatiche Tanfoglio Stock III Xtreme calibro 9x21

XTREME fuori e dentro Una scelta estetica originale. Ma sono le novità “che non si vedono” a garantire il salto di qualità delle prestazione della entry level di Tanfoglio. Scatto migliorato, nuovi il mirino, le guancette, i pad e tutto il sistema delle molle. Molto curati intagli di presa e cuspidi. Il tutto certificato dal sei volte campione del mondo, Eric Grauffel

Testo di Paolo Brocanelli, foto di Matteo Galuzzi

T

ra i produttori di pistole destinate al Tiro dinamico sportivo, la Fratelli Tanfoglio si è stabilmente posizionata tra i leader mondiali e le performance sportive conquistate nel corso degli anni sono il miglior biglietto da visita di un made in Italy vincente. Ma le richieste e le esigenze dei tiratori oltre a un’attenzione maggiore alle tendenze del mercato, ha spinto i tecnici Tanfoglio a studiare un’ampia gamma di accessori e componenti, da installare sulle pistole, ma anche da vendere come prodotti aftermarket. Dalle sperimentazioni, si è passati ai fatti e da qui è nata l’idea Tanfoglio di creare una nuova gamma di prodotti: la Xtreme line. Prodotti di altissimo livello e ready per inseguire le migliori performance sportive. Dopo aver provato su Armi e Tiro di maggio 2014 il modello Limited Xtreme calibro 9 (il primo della nuova linea lanciato sul mercato italiano), abbiamo messo sotto torchio, in anteprima assoluta, anche la nuova Stock III Xtreme, semiautomatica che trova il suo terreno naturale nelle gare di tiro action, in primis nella Production division del Tiro dinamico sportivo, ma, sempre più spesso, è impiegata anche nelle gare di tiro difensivo. Rispetto al modello Stock III sport, le novità sono davvero molte, mentre il concetto meccanico primario è rimasto invariato: azione di scatto mista (Singola e Doppia azione); canna cilindrica lunga 125 millimetri (per una lunghezza totale di 225 millimetri), con rigature tradizionali; fusto lungo con rail per l’eventuale installazione di ottiche. Il sistema di chiusura è il classico Browning-Petter, con le dimensioni del carrello identiche tra i due modelli con le doppie fresature per la fase d’arma60

ARMI E TIRO 12/2014

mento. Il ponticello è del tipo squadrato, come nei modelli di Stock II sport e Xtreme e Stock III sport e serie Limited: è privo di cuspidi, sia nella parte inferiore sia nella frontale e, vista la forma squadrata, può essere impiegato per un’impugnatura della mano debole più avanzata: il dito indice della mano debole, in questa posizione, va in appoggio e in presa sulla parte frontale ad angolo retto della guardia del grilletto. Questo tipo di impugnatura non è molto diffusa tra i tiratori italiani e internazionali, ma tra i top shooter che impiegano questa presa, c’è il pluricampione Eric Grauffel, fresco vincitore del Mondiale in Production division, dopo averne vinti ben cinque in Open, proprio con la sua inseparabile Tanfoglio, in questo caso una Stock II.

COSA CAMBIA E COSA NO Lo sgancio del caricatore è identico alla versione III sport: maggiorato nella forma, è reversibile per l’utilizzo da parte dei tiratori mancini ed è zigrinato nella zona di contatto con il pollice. Le guancette sono in alluminio di colore nero, con un eccellente grip e, rispetto alla versione III sport, hanno maggior spessore per garantire una presa migliore anche grazie alla presenza di cuspidi e linee verticali antiscivolo. La scritta Tanfoglio sul lato destro e il logo del drago Egd (Eric Grauffel design) completano il look accattivante delle nuove guancette. La sicura manuale ambidestra montata di serie è identica nella forma e nel colore a quella della serie sport: è pratica sia per i tiratori mancini sia per i destrimani nel momento in cui impiegano l’arma con la mano debole; sulla sicura, infatti, va collocato il pollice che può cosi sfruttare un valido appoggio. Il caricatore è rimasto invariato nella forma, nei

4 g

1.318

1.614

Guarda il video

La Tanfoglio Stock III Xtreme.

12/2014 ARMI E TIRO

61

PROVA pistole semiautomatiche Tanfoglio Stock III Xtreme calibro 9x21 2

3

4

1 e 2. La Stock III Xtreme utilizzata per la nostra prova (a destra) a confronto con una tradizionale sport. Si può apprezzare la marcata differenza tra i due grilletti: quello della Xtreme è diverso nella forma e nell’inclinazione per agevolare l’azione di scatto. 3. La leva di scatto è cromata. Proprio sulla qualità nella gestione di Singola e Doppia azione si sono concentrati i maggiori sforzi dei tecnici Tanfoglio per il salto di qualità della linea Xtreme. 4. Il pacchetto di scatto è stato rimodulato e, per integrare al meglio le nuove componenti Xtreme, i tecnici Tanfoglio hanno optato per il ritorno alla leva di scatto in un solo pezzo.

materiali e nella capacità, mentre sono di nuova concezione i pad. Di colore nero, sono realizzati in alluminio e hanno una forma squadrata. Agevolano le azioni dinamiche dei cambi di caricatore sia durante la presa dal porta caricatore sia durante l’inserimento nell’arma. Sulla base del pad è inciso il logo Egd che migliora il grip durante la presa. Il maggior peso del pad in alluminio della serie Xtreme, rispetto al classico in lamierino stampato o in plastica, favorisce anche una caduta del caricatore più veloce, aspetto non essenziale, ma sempre utile. All’occorrenza, per gare non svolte in Production, visti i limiti di rifornimento a 15

cartucce, i nuovi pad garantiscono anche una maggiore capacità, arrivando a 17 cartucce calibro 9x21.

LEVA DI SCATTO “MONOPEZZO” Il cane Xtreme ha un nuovo disegno, ma della versione sport mantiene la parte superiore zigrinata e il classico foro di alleggerimento. Tutto il meccanismo di scatto è stato rimodulato e per far integrare al meglio le nuove componenti, si è tornati alla leva di scatto composta da un solo pezzo. In precedenza, infatti, sui modelli Stock II e III, è stata montata una leva scatto del tipo “sdoppiato”, elemento che è stato sostituito nelle nuove versio-

LO SCATTO XTREME Oltre alle evidenti finiture estetiche, la parte tecnica sottoposta a una più marcata evoluzione è stata sicuramente l’azione di scatto. L’insieme degli elementi Xtreme (grilletto, cane, percussore, leva scatto e relative molle) hanno consentito un salto di qualità davvero importante. La leva di collegamento e il pacchetto espulsore/leva scatto sono cromati per migliorare la scorrevolezza tra le componenti. Il grilletto Xtreme, molto meno arcuato rispetto alla versione tradizionale, permette un miglior contatto dell’indice, grazie a un’inclinazione più naturale della falangetta. Sia la Doppia sia la Singola risultano più controllabili e facili da gestire nella fase di trazione. La diversità d’inclinazione del grilletto Xtreme porta ad avere un trigger reach con i seguenti valori (a confronto con quelli della Stock III sport): 75 millimetri per l’Xtreme contro i 73 del modello sport per lo scatto in Singola; togliendo la precorsa, i valori sono stati per la versione Xtreme di 63 mm, mentre per la

62

ARMI E TIRO 12/2014

sport di 63,5 mm. I dati sono sovrapponibili, ma la sensazione nello scattare è a tutto vantaggio del nuovo grilletto Xtreme. Anche con l’arma nuova, oltre ad avvertire un miglior approccio dell’indice sul grilletto Xtreme, si percepisce chiaramente che anche l’energia necessaria a svincolare i piani di scatto è inferiore. Nella comparazione dei pesi di scatto tra l’esemplare protagonista della prova e una Tanfoglio Stock III sport con all’attivo un numero di cartucce pari all’Xtreme III testata, abbiamo proceduto alla misurazione media degli scatti: la Doppia della Xtreme ha fatto rilevare un peso medio di sgancio di 3.600 grammi, contro i 5.290 grammi della versione “normale”. Con la Singola, la Xtreme si è fermata a 1.660 grammi, mentre la Stock III sport ha fatto rilevare 2.190 grammi. Anche le misurazioni elettroniche eseguite con dinamometro Lyman hanno confermato le sensazioni avute a un primo contatto.

1

1

1. Dal punto di vista dimensionale e meccanico, nessuna differenza con la versione sport. Ma l’effetto cromatico nero-bronzo caratterizza fortemente la Stock III della linea Xtreme. 2. Nella dotazione di serie, oltre al caricatore di servizio ne sono previsti anche tre di riserva.

ni Xtreme. La stessa Tanfoglio ci ha comunicato che anche sui modelli Stock II e III della versione sport, sarà prossimamente installata la leva di scatto composta da un solo pezzo, ritornando così alle origini. Nella parte interna del carrello, che per dimensioni e lavorazioni è identico alla versione sport, si nota il nuovo percussore: ridisegnato in alcuni particolari, è micrometricamente allungato, si interfaccia al meglio con il cane e con la sicura automatica al percussore, anch’essa leggermente rivisitata rispetto all’originale. L’insieme di questi elementi ha portato al miglioramento della percussione, riscontrabile sia per una maggiore impronta del percussore sull’innesco sia per una migliore regolarità d’azione. Il sistema di mira è rimasto invariato per quanto concerne la tacca di mira, la Supersight regolabile a click, mentre il mirino è nuovo della linea Xtreme con inserto in fibra rossa. Ridisegnato nella forma, ma con una larghezza identica all’originale, è fresato sulla parte superiore per permettere alla fibra ottica di ricevere maggiore luce e offrire, quindi, il massimo in termini di luminosità. Il mirino Xtreme monta una fibra di un millimetro, a differenza del modello tradizionale che ha una fibra di 1,5 millimetri. Con la riduzione del diametro, è stata migliorata la definizione delle creste del mirino, perfezionando così l’allineamento con

la tacca di mira. In base alle caratteristiche personali, oltre alle classiche regolazioni di taratura possibili tramite la tacca di mira, si possono sfruttare anche i vari mirini previsti nella serie Xtreme e inseriti nella linea di accessori. Sia la tacca di mira sia il mirino sono inseriti nel carrello mediante un incastro a coda di rondine e fissati nella loro sede tramite viti Allen. L’azione di scatto, davvero eccellente, è comandata da un grilletto di nuova generazione della Xtreme line. Il passo in avanti è stato davvero notevole: si è passati dal classico grilletto dedicato alle armi ad azione mista, molto arcuato e avanzato, a un nuovo concetto di grilletto altamente prestazionale. Diverso nella forma e nell’inclinazione rispetto al tradizionale, agevola l’appoggio dell’indice e migliora l’azione di scatto. Anche la superficie d’appoggio è leggermente variata per dimensioni, a tutto guadagno della condizione d’appoggio dell’estremità dell’indice. Il grilletto che equipaggia la Stock III Xtreme è privo di zigrinature verticali e, come quello adottato dalle pistole della linea tradizionale, ha la vite Allen per la regolazione del retroscatto. Tutte le molle interne fanno parte di una nuova generazione, studiata e realizzata per la nuova gamma Xtreme. Quella di recupero è guidata da un’asta Xtreme, diversa dalla serie sport per rifiniture e fresature. Il congegno di scatto, con la leva di 12/2014 ARMI E TIRO

63

PROVA pistole semiautomatiche Tanfoglio Stock III Xtreme calibro 9x21 collegamento e blocco espulsore completo, è cromato. È stata ripresa, come nei modelli sport, la nuova inclinazione dell’alloggio della molla del cane, che rende più fluido il movimento del grilletto e migliora la percussione. Gli accessori Xtreme che caratterizzano la Stock III Xtreme possono essere acquistati anche singolarmente come componenti aftermarket e montati sulle armi della serie sport, tenendo presente, però, che la componentistica dedicata allo scatto può necessitare di interventi di aggiustaggio, eseguiti normalmente sui modelli Xtreme dagli stessi tecnici Tanfoglio. Nella bella e nuova valigetta, fanno parte della dotazione di serie anche due molle di recupero di diversa durezza; un mirino in acciaio a palo; tre caricatori di scorta con pad in alluminio Xtreme; un kit di pulizia; la chiave per la regolazione della tacca di mira; la chiave Allen per la regolazione della vite del retroscatto del cane, per il fissaggio del mirino e della tacca di mira; la safety flag (l’indicatore in plastica di camera di scoppio vuota) e

un certificato sottoscritto da Massimo Tanfoglio e dal sei volte campione del mondo, Eric Grauffel, a garanzia della qualità del prodotto.

ED È SUBITO FEELING Nonostante conosca molto bene le armi Tanfoglio, ho dedicato comunque diversi minuti al dry fire (il cosiddetto “tiro in bianco”), come primo approccio alla nuova Stock III Xtreme. L’esemplare testato ha finiture e accoppiamenti apprezzabili e tutti i principali comandi, quali sicura manuale e leva di arresto otturatore, funzionano perfettamente. Il mix cromatico delle finiture nero e bronzo opaco sono, a mio avviso, fantastiche e contribuiscono a un design davvero eccellente. L’impugnatura è da sempre un must delle armi Tanfoglio e anche questo modello si accoppia al meglio con l’incavo della mano. Elsa maggiorata, un grip speciale delle nuove guancette Xtreme e la serie di cuspidi di front e back strap garantiscono, da subito, un’impugnatura semplice, naturale e istintiva. Le doppie fresature sul carrello, ampie

1

2

1. Il cane Xtreme ha un nuovo disegno, ma della versione sport mantiene la parte superiore zigrinata e il classico foro di alleggerimento. 2. Le nuove guancette in alluminio garantiscono un eccellente grip. Rispetto a quelle adottate sulla Stock III “normale”, sono caratterizzate da uno spessore maggiore. La presa è migliorata dalla presenza di cuspidi e linee verticali antiscivolo. 3 e 4. La serie di cuspidi ricavate su front e back strap garantiscono un’impugnatura semplice, naturale e istintiva.

3

4

LE PRINCIPALI DIFFERENZE Nel concetto produttivo di base, Stock III sport e Stock III Xtreme sono uguali. A fare la differenza, le componenti della linea Xtreme. La nuova linea è stata migliorata in parecchi aspetti: miglior grip e maggiore spessore delle guancette in alluminio, che garantiscono una migliore presa e una maggiore controllabilità; il grilletto meno arcuato e con un’angolazione diversa, che permette un miglior posizionamento dell’indice, ottimizzando l’azione di scatto in Doppia e in Singola azione; il congegno di scatto e il cane, fulcro del nuovo sistema di scatto che si interfaccia al meglio con la nuova leva di collegamento e con le varie molle di nuova concezione. Non mi era mai capitato di provare una Tanfoglio ad azione mista con una qualità così performante già da nuova. Leva di collegamento e pacchetto scatto/espulsore sono cromati per migliorare la scorrevolezza tra le superfici metalliche. La rivisitazione di alcuni dettagli del percussore, come lunghezza e spessore, garantiscono una migliore qualità della percussione sull’innesco. Sono state

64

ARMI E TIRO 12/2014

modificate anche l’inclinazione della battuta del cane sulla testa del percussore. L’asta guidamolla perfeziona lo scorrimento della molla di recupero e, in base alla molla montata, si può riscontrare anche una riduzione del ciclo funzionale. Il mirino con la fibra di un millimetro, anziché di 1,5 millimetri, permette una migliore visione e un allineamento più rapido con la tacca di mira. La riduzione del diametro della fibra permette di realizzare una migliore visuale del profilo del mirino, che si può così inserire con maggiore precisione, all’interno della luce della tacca di mira. Quest’aspetto migliora la nitidezza dell’allineamento, tenendo conto che la miglior resa nel tiro di precisione la si attua con un mirino a palo nero, mentre la fibra colorata facilità l’acquisizione del bersaglio e velocizza il puntamento. Entrambe le situazioni rappresentano il top nell’allineamento tra mirino e tacca di mira nel tiro action. I pad pesanti in alluminio a forma squadrata agevolano il cambio di caricatore e permettono anche una maggiore velocità di caduta durante il cambio.

Per chi vuole comprarla A chi è indirizzata ai tiratori desiderosi di avere una pistola out of the box per le gare di qualsiasi livello tecnico

Cosa richiede un budget da non sottovalutare per una Production, ma giustificato dalle molte componenti Xtreme, dalle customizzazione dei tecnici Tanfoglio e dalle finiture.

e incisive, ma non taglienti, consentono un’ampia modularità nella scelta della tecnica d’armamento, potendo optare tra la versione classica e quella avanzata. La sicura ordinaria è posizionata sul fusto e tramite l’azionamento verso l’alto blocca l’azione di scatto. Le due alette, poste una a sinistra e una a destra del fusto, offrono un valido appoggio al pollice della mano forte. La pistola, infatti, adotta di serie una sicura ambidestra del tipo non maggiorato. Lo sgancio caricatore custom è reversibile e per dimensioni e posizione si aziona con facilità e dinamicità, senza incorrere in spiacevoli sganci accidentali. Il nuovo mirino Xtreme con fibra di un millimetro ha fornito ottimi riscontri, sia nella fase dei tiri di precisione per il raggiungimento della miglior rosata sia nelle fasi più dinamiche. Tramite la fibra ben luminescente, con una certa facilità si riesce a trovare il giusto allineamento con la tacca di mira. Nelle varie sequenze di tiro, con bersagli posizionati a pochi metri, ma anche oltre i venticinque, la risposta nell’allineamento e nella velocità di ac-

quisizione, sono stati sempre eccellenti. Poche estrazioni per trovare anche a occhi chiusi un allineamento corretto.

LA NOSTRA PROVA Per la prova a fuoco, ho confezionato sei diverse ricaricate: con palle ramate della Dynamic bullets di 145 grani, ricaricata con 3,5 grani di Cheddite Granular fine, e di 124 grani in lega, con 4,4 grani di Cheddite Granular fine; con palle Fmj Fiocchi di 124 e 158 grani, ricaricate, rispettivamente, con 4,6 e 3,4 grani di Vihtavuori N320; con palle Golden hawk della Lead extrusions di 125 e 148 grani, ricaricate con 4,6 grani di Vihtavuori N320 e 3,5 grani di Cheddite Granular fine. Oltre alle cartucce ricaricate, ho impiegato alcune scatole di commerciali Geco con palla di 124 grani. Con la regolazione di fabbrica, l’esemplare sparava leggermente in basso, ma con pochi click della tacca di mira Supersight, è stato semplice arrivare alla resa migliore. Il nuovo grilletto Xtreme, decisamente diverso, agevola il contatto con l’indice e

Perché comprarla ottima nell’affidabilità, è curata nei dettagli con una componentistica di prima scelta. Originale nel look e nelle nuove finiture ad alta resistenza, si impugna che è un piacere e spararci è uno spettacolo. L’assistenza Tanfoglio è una garanzia.

1

2

3

Con chi si confronta con le sorelle di casa Tanfoglio, Stock II e Stock II Xtreme, Stock III, ma anche con Cz Sp01 Orange e versione tradizionale, Sphinx 3000; Sig Sauer P226 nelle varie versioni.

1. Il livello delle finiture e degli accoppiamenti all’interno del fusto è molto elevato. 2. L’asta guidamolla, diversa per rifiniture e fresature, perfeziona lo scorrimento della molla di recupero. Della dotazione di serie, fanno parte anche due molle di recupero di diversa durezza. 3. La canna cilindrica è lunga 125 millimetri e le rigature hanno un disegno tradizionale rispetto alla “sorella maggiore” Stock II.

Elsa maggiorata, il grip delle guancette Xtreme e le cuspidi di front e backstrap garantiscono la presa salda 12/2014 ARMI E TIRO

65

PROVA pistole semiautomatiche Tanfoglio Stock III Xtreme calibro 9x21 1

migliora lo scatto sia in Doppia sia in Singola azione. Il miglioramento globale dello scatto è sensibile, frutto sia delle nuove componenti sia dell’attento lavoro di assemblaggio e aggiustaggio svolto dai tecnici Tanfoglio. I cambi di caricatore in Production sono all’ordine del giorno e i nuovi pad della linea Xtreme agevolano questo fondamentale gesto tecnico: ben proporzionati nella forma squadrata, contribuiscono al miglioramento della presa e del cambio caricatore nella fase più dinamica. Sono realizzati in alluminio e dopo un intenso utilizzo su terreni sassosi, si possono leggermente segnare, senza che ciò provochi il minimo impedimento all’impiego. La percussione sull’innesco, anche se lo scatto nella versione Xtreme è più leggero rispetto ai modelli sport, è netto anche grazie all’azione dinamica della nuova molla del cane e del percussore. Dal canto suo, il nuovo percussore Xtreme, con le nuove tollerante dimensionali, contribuisce in modo essenziale alla corretta percussione sull’innesco. Durante il test, ho sparato oltre 500 cartucce, ricaricate con inneschi Fiocchi, Winchester e Cci, senza avere nessuna esitazione nella percussione. Con le cartucce commerciali della Geco, invece, abbiamo avuto qualche incertezza nella fase di percussione. Il bilanciamento è ottimale e anche nelle sequenze più veloci si ritorna in allineamento in pochi istanti pronti per il nuovo tiro. Nel Dill drill, ottimo esercizio per l’allenamento, in cui si sparano sei colpi alla massima velocità su un solo bersaglio posto entro i sette metri, i risultati sono stati ottimi: riallineamento perfetto sul bersaglio, risultato pieno (tutte alpha) e split da 0,15 a 0,19 secondi. Performance raggiunte tramite il connubio di più fattori tra cui l’ottimo bilanciamento dell’arma; la resa eccellente dell’azione di scatto, intesa sia come fluidità sia come aggancio al nuovo grilletto; l’ottimo allineamento degli organi di mira e la giusta configurazione tra cartuccia e molla di recupero. Un’arma davvero eccellente che consente in pochi minuti una grande adattabilità anche per coloro che sono alle prime esperienze. 66

ARMI E TIRO 12/2014

Nelle prove a fuoco, non mi sono fatto mancare anche il tiro con la mano forte e con la mano debole, durante i quali l’arma non ha dato la minima esitazione nel ciclo funzionale. Ottima l’espulsione del bossolo. Con le cartucce ricaricate, la Stock III Xtreme ha dato il meglio, con serie precise e cadenzate come si addice a una Formula uno della Production division. Per tentare di mettere in difficoltà il ciclo funzionale, ho sparato anche mescolando le cartucce ricaricate con quelle commerciali, decisamente più potenti, ma non ho rilevato alcuna esitazione. Le rosate sono state realizzate con un bersaglio posizionato a otto metri, nella tecnica di tiro a due mani. Durante le string ad ampio brandeggio, con bersagli molto angolati, la pistola è rimasta ben bilanciata senza denotare incertezze rilevanti dovute al peso e alla lunghezza globale di una full size. Al termine della prova, il mio giudizio è più che positivo: la Stock III Xtreme è una pistola ben studiata e ancora meglio realizzata, pronta da subito alle gare, ma anche molto divertente per il tiro ludico. Il nuovo look è originale e, secondo me, azzeccato. Le componenti della linea Xtreme, che

2

1. La tacca di mira è una Lpa Supersight, regolabile a click in altezza e derivazione. Come il mirino, è inserita nel carrello mediante un incastro a coda di rondine. L’esemplare testato ha finiture e accoppiamenti apprezzabili e tutti i principali comandi, quali sicura manuale e leva di arresto otturatore, funzionano perfettamente. Il mix cromatico delle finiture nero e bronzo opaco contribuisce a un design davvero eccellente. 2. Il mirino in fibra ottica rossa della linea Xtreme è stato ridisegnato nella forma. Fresato nella parte superiore per permettere il passaggio di più luce, è largo come il precedente, ma ha una fibra di un millimetro anziché 1,5. Molti i mirini nell’aftermarket della linea Xtreme. 3. L’autore affronta uno stage di Tiro dinamico con la Stock III Xtreme.

3

SCHEDA TECNICA Produttore: Fratelli Tanfoglio srl, via Gardone Val Trompia 39/41, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.80.10.361; fax 03089.10.183, www.tanfoglio.it, [email protected] Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 (disponibili anche in calibro .38 super auto e .45 acp) Funzionamento: chiusura stabile, sistema Browning-Petter Canna: lunga 125 mm, con sei rigature ad andamento destrorso e profilo tradizionale Percussione: cane esterno, percussore inerziale Alimentazione: caricatore prismatico bifilare a presentazione singola Numero colpi: 15 (9x21) Peso rilevato: 1.220 grammi, senza caricatore (1.318 grammi, con caricatore) Mire: tacca di mira regolabile in altezza e derivazione; mirino fisso in fibra ottica Xtreme Scatto: Singola e Doppia azione Sicure: a leva sul fusto, ambidestra (blocco dello scatto); automatica al percussore; prima monta del cane Materiali: fusto e carrello in acciaio Finitura: bicolore con trattamento antigraffio e anticorrosione Classificazione: arma sportiva Prezzo: 1.614 euro, Iva inclusa

TABELLA BALISTICA Munizioni commerciali Marca Geco Rws

Peso palla 124

Oal (mm) 29,40

V0 (ft/sec) 1.090

V0 (m/sec) 335

E0 (kgm) 46

E0 (Joule) 451

Pf 135

Munizioni ricaricate Ricarica 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Marca e tipo palla

Peso palla Oal Polvere Dose V0 V0 E0 (grs) (mm) (grs) (ft/sec) (m/sec) (kgm) Lead extrusions Golden 125 29,25 Vihtavuori N320 4,6 1.050 320 42 hawk Lead extrusions Golden 148 29,25 Cheddite 3,6 890 271 36 hawk Granular fine Fiocchi Fmj 158 29,20 Vihtavuori N320 3,4 820 250 33 Fiocchi Ramata 124 29,18 Vihtavuori N320 4,6 1.040 317 41 Dynamic bullets ramata 145 29,35 Cheddite 3,4 890 271 35 Granular fine Dynamic bullets in lega 124 29,20 Cheddite 4,4 1.042 317 41 Granular fine

E0 Pf (Joule) 412 131 353

131

324 402 343

129 130 129

402

129

Note: per le ricariche impiegate nelle prove al cronografo, sono stati utilizzati bossoli Fiocchi e inneschi Fiocchi small pistol. Velocità rilevate con cronografo Chrony, posto a 2 metri, circa. Le rosate sono state ottenute sparando a una distanza di 8 metri, in posizione isoscele. Si ringraziano per la collaborazione Fiocchi munizioni, Cheddite Italia e Lead extrusions e, per la disponibilità, il Tsn di Bolzano.

Rosata di 5 colpi a 8 metri, ottenuta con palle Lead extrusions Golden hawk di 125 grs, con 4,6 grani di Vihtavuori N320.

Rosata di 5 colpi, ottenuta con palle Lead extrusions Golden hawk di 148 grs, con 3,6 grani di Cheddite Granular fine.

Rosata di 5 colpi, ottenuta con palle Fiocchi Fmj di 158 grs, spinte da 3,4 grs di Vihtavuori N320.

Rosata di 10 colpi, ottenuta con palle Fiocchi ramate di 124 grs, spinte da 4,6 grani di Vihtavuori N320.

Rosata di 5 colpi, ottenuta con palle Dynamic bullets di 145 grani ramate, con 3,4 grani di Cheddite Granular fine.

Rosata di 5 colpi, ottenuta con palle Dynamic bullets in lega di 124 grani, con 4,4 grani di Cheddite Granular fine.

Rosata ottenuta con cartucce commerciali Geco con palla ramata di 124 grs.

sono davvero molte, garantiscono una nuova e più performante funzionalità, garantendo alti standard tecnici. Finiture realizzate ad hoc, una componentistica Xtreme con nuova valigetta e tre caricatori di scorta rappresentano il top per una pistola de-

stinata alla Production. È precisa, affidabile e istintiva; si presta con pochi allenamenti a diventare un’arma che sembra di utilizzare da anni; non è punitiva e divertente sia nelle azioni dinamiche sia nel tiro di precisione. 12/2014 ARMI E TIRO

67

PROVA canna liscia Beretta A400 Shadow calibro 12/76

ESCLUSIVO

Il dono della SINTesi Raccoglie tutto il meglio degli ultimi (e penultimi) semiautomatici di Casa Beretta. Shadow significa ombra, ma in questo fucile non ci sono ombre, soltanto una colorazione nero profondo che ne accentua aggressività e performance. Nuovissima la calciatura e il Kick-off Plus Di Massimo Vallini

A

desso c’è. Il nuovissimo Beretta A400 Shadow è un semiautomatico con calcio in tecnopolimero, tecnologico e concorrenziale, leggero e veloce, vigoroso ma non punitivo. Dalle prove che ho avuto modo di effettuare, a caccia e al tiro, questo semiautomatico mi ha convinto appieno. È il semiautomatico di Beretta che non c’era, ma con le competenze e le esperienze Beretta non era poi così difficile realizzarlo. Non lo dicono, ma è innegabile che il concorrente principale sia “in famiglia” ed è il Benelli M2 Comfortech, 12/76 che, con canna fino a 700 mm, costa circa 1.500 euro. Il prezzo indicativo per il Beretta A400 Shadow è 1.639 euro, con canna di 760 mm (ma anche le altre). Ha un nuovo sistema di smorzamento del rinculo che si chiama Kick68

ARMI E TIRO 12/2014

off Plus, un calcio in tecnopolimero con forma dell’astina e zigrinature del tutto nuove ed efficienti, il cilindro di presa gas con i fori di spillamento più vicini alla camera di scoppio. Un semiautomatico molto reattivo e veloce, dunque, che pesa appena più di 3 chili, cioè meno di tutti i concorrenti. Sulla genesi del semiautomatico, ovvero il suo essere la sintesi del presente e del passato di successo di Beretta, invito a leggere il riquadro specifico in queste pagine. Non si può certo definire semplicisticamente un ibrido: in realtà è stato costruito avendo bene in mente le esigenze dei cacciatori e tutte quelle caratteristiche che, sommate, costituiscono un grande “attrezzo” per la caccia. Il bilanciamento, per esempio, che è facilitato senza spostare il baricentro. Leggero, lo Shadow si brandeggia in modo molto veloce. Concreto e affidabile, tecnicamente la massima espressione del 3 pollici (12/76), in linea con le esigenza del momento. “Trasversale” a più mercati, come deve essere un prodotto di un supergruppo leader mondiale: piace a russi e americani, piace alla rete vendita italiana. Tra breve sarà nei negozi.

Rinculo

-50% g

3.070

VELOCIZZARE IL MOVIMENTO La presa di gas vicina alla camera di cartuccia serve per velocizzare e “rinforzare” l’azione dei gas sul riarmo. L’arretramento misura 40 mm: se i fucili della famiglia A400 normalmente hanno il cilindro di presa gas e i fori di spillamento del gas a 265 mm dalla camera di scoppio, qui sono posizionati a 225 mm. Dunque il fucile riarma prima,

1.639

Guarda il video

La scatola di culatta è macchinata da uno stampato di lega di alluminio allo zirconio con anodizzazione nera. Il semiautomatico è camerato 76 mm e pesa sui 3.000 grammi. Nella pagina a fronte: il nuovo sistema di smorzamento del rinculo Kick-off Plus parzialmente estratto. Stabile, “lavora” in combinazione con l’ammortizzatore idraulico dietro la pistola.

12/2014 ARMI E TIRO

69

PROVA canna liscia Beretta A400 Shadow calibro 12/76

GENESI DI UN SEMIAUTOMATICO Il primo è stato l’A400 Xplor unico, nel 2009, l’anno successivo il Tx 4 sostituito dal 1301 già nel 2012. Poi l’Xcel da tiro nel 2011, quindi l’Xplor light e l’Action. L’anno scorso l’A300 Xtrema, ma qualche grado di parentela questo Shadow ce l’ha anche con l’A391 Xtrema, il primo Beretta con testina rotante, e Xtrema2, che risalgono più indietro nel tempo, rispettivamente al 2002 e al 2004. Di un’ottima famiglia di fucili non si butta via niente e questo Shadow ne è la riprova: la carcassa è del Tx4 o 1301, per via del colore, l’otturatore dell’A400 Action, il sistema di recupero di gas deriva da quello montato sull’Xtrema 2, però più corto; la pala del calcio dall’A400 Xplor Unico synthetic. Parrebbero piccoli interventi quelli apportati sul nuovo semiautomatico, ma in realtà sono decisivi. Quanto al nome, resta soltanto la sigla A400, e uno Shadow molto evocativo, scompare la denominazione Xplor. Poco male, il pubblico è abituato a semplificare…

▲ Con canna lunga 760 mm, l’A400 Shadow della prova è lungo 1.285 mm e pesa 3.070 grammi. Il prezzo è 1.639 euro.

▲ Il calcio “estremo” in sintetico deriva dall’A400 Xtreme Unico synthetic con Kick-off Mega. Il supermagnum è lungo 1.280 mm e pesa 3.500 grammi. Il prezzo è 2.217 euro.

▲▼ Il “progenitore” è il Tx 4 (sopra), sul quale Beretta era intervenuta per avvicinare la presa di gas alla camera di cartuccia. Esperimento poi ripetuto con successo sul Beretta 1301 Comp (sotto).

▲ Il Beretta A400 Xplor action con Kick-off è lungo 1.280 mm e pesa 3.304 grammi. Il prezzo è 1.901 euro.

▲ L’anello di congiunzione è l’A300 Outlander Xtrema, supermagnum equipaggiato con il sistema di presa di gas montato sull’A391 Xtrema 2. La lunghezza totale è 1.305 mm per un peso di 3.450 grammi, circa, con canna lunga 760 mm.

70

ARMI E TIRO 12/2014

1. L’otturatore con testina rotante marcato Blink è fissato alle due bretelle che comandano la molla di recupero. 2. L’intero gruppo di otturazione e recupero. La molla è avvolta sul tubo serbatoio e contenuta in un manicotto in plastica. 3. La molla di recupero a pacchetto quando l’otturatore è in apertura. Le bretelle sono elettrosaldate. 4. Il prolungamento di culatta con l’espulsore caricato a molla e l’anello di battuta della canna attorno alla camera.

1

3

anche se si tratta di frazioni infinitesimali. Ma senz’altro apre la strada alla possibilità di rendere più corto il fucile che risulta perciò anche “flessibile”: l’opzione è stata, comunque, già sperimentata sull’A400 Tx4, poi sostituito dal 1301 Comp e Tactical. Il sistema di presa di gas deriva da quello montato sull’Xtrema 2, però più corto, con cilindro e pistone autopulenti grazie alla fascetta elastica godronata, e valvola compensatrice con molla che consente di scaricare automaticamente all’esterno l’eccesso di gas provocato dalle cartucce più forti: il risultato è che il fucile, senza necessità di regolazioni o interventi, è in grado di sparare dalle cartucce più deboli da 24 grammi alle più forti magnum. Nel cilindro di presa gas sono ricavati due fori di spillamento, uno solo dei quali passante nella canna, e otto di sfiato disposti lungo la circonferenza, verso la valvola e l’esterno. Il diametro dei fori di presa gas e il loro numero sono tarati in funzione

della lunghezza della canna. Il gruppo valvola parzializzatrice con molla è solidale al cilindro. Per le grammature più robuste la maggior parte dei gas rientrano nella canna e seguono la colonna di pallini e la borra nell’uscita dalla volata oppure vengono espulsi tra astina e valvola, mentre una quota serve per il riarmo del sistema, spingendo il gruppo otturatore ad aprirsi.

SERBATOIO PROLUNGABILE Il cilindro di presa gas è “anulare” per consentire il passaggio del tubo serbatoio, sull’estremità del quale è possibile avvitare tubi di prolunga che possono portare la capacità a 9+1 colpi. Una novità per la famiglia A400 venatoria. Altrimenti, il serbatoio, senza riduttore, può contenere tre cartucce calibro 12/76 e quattro calibro 12/70 (a seconda del tipo di orlatura). Il tubo serbatoio è in lega leggera, la molla di recupero coassiale è contenuta in un manicotto in polimero di colore nero. Il sistema di recupero di gas denominato Blink,

2

4

Il fucile, senza necessità di regolazioni o interventi, è in grado di sparare dalle cartucce più deboli da 24 grammi alle più forti magnum 12/2014 ARMI E TIRO

71

PROVA canna liscia Beretta A400 Shadow calibro 12/76 introdotto con l’A400 Xplor unico, secondo Beretta è più veloce del 36% rispetto all’inerziale. Nello Shadow dovrebbe essere ancora più veloce. L’otturatore è il medesimo dell’Xplor unico e dell’Action. Pesa 468 grammi con carrello e testina rotante nonché le bretelle che lo accoppiano a molla e manicotto che scorrono sul serbatoio. L’elettrosaldatura delle bretelle che viene eseguita oggi in Beretta fornisce garanzie notevoli, per non dire assolute. La testina rotante ha alette rinforzate che si impegnano nei corrispondenti recessi in camera di cartuccia. Il carrello ha pista cammata che serve per la rotazione e lo svincolo della testina. La canna è lunga 760 mm (disponibili anche 660 e 710 mm), pesante 1.109 grammi e forata a 18,6 mm, con 3 strozzatori intercambiabili Optimachoke Hp (*, ***, *****). Occorrono le solite cautele per sparare pallini in acciaio, cioè non scendere sotto la strozzatura media. È una Optima bore Hp costruita con tecnologia Steelium: acciaio trilegato (NiCrMo) Beretta, foratura profonda, martellatura a freddo, distensione delle canne sottovuoto. Il profilo interno è rinforzato con doppio cono e raccordi lunghi, che migliorano la balistica interna dei pallini, in particolare proprio quelli di acciaio. Internamente è cromata, esternamente è finita opa-

72

ARMI E TIRO 12/2014

ca. Nella zona dell’interferenza tra culatta e canna c’è l’anello in acciaio cromato che riduce le vibrazioni e impedisce che il colpo sia sparato se la canna non è perfettamente allineata. Il prolungamento di culatta è “scaricato” per ridurre il peso ed equipaggiato con espulsore a molla. La bindella (6x6 mm) è rabescata antiriflesso, saldata su otto ponticelli di ventilazione, il mirino è un cilindretto in fibra (non eccessivamente) fluorescente di colore rosso e largo 3 mm, per caccia.

PARENTELE… La carcassa in Ergal è fresata da macchine ad alta velocità, finita per satinatura, lunga 200 mm e larga 39 mm, alta 72, come quella dell’A400 Action. Alla sommità ci sono gli intagli di presa per montarvi basi per ottiche di puntamento. L’ossidazione anodica è la migliore possibile per trattare e proteggere le superfici di metallo. È nera come quella del 1301. Il sottoguardia è “importante” ma armonico, in tecnopolimero con logo X (che ricorda Xplor), la sicura sul ponticello è reversibile: tutta ergonomia per un grip maggiore e per favorire la discesa dell’indice verso il grilletto. Lo scatto è quello dei semiautomatici Beretta: in due tempi con precorsa di un millimetro, circa, dovrebbe pesare circa 2.600

1. La canna Optimabore Hp costruita con tecnologia Steelium. Il mirino è un cilindretto in fibra fluorescente. Gli strozzatori Optimachoke Hp riportano l’indicazione della foratura della canna, 2. Il pistone cilindrico possiede una fascetta elastica godronata autopulente che serve per fare tenuta e raschiare i depositi carboniosi all’interno del cilindro di presa gas con un foro di spillamento. La valvola con molla è parte integrante del cilindro. 3. La pala del calcio in tecnopolimero con il soffietto del sistema idraulico dietro la pistola e la particolare zigrinatura della stessa. Si nota anche il distanziale per il calciolo da 25 mm; quello da 12,5 è montato. 4. Sul lato sinistro, il pulsante del cut-off. L’astina sormonta la carcassa.

1

2

3

4

1

grammi, ma alle mie rilevazioni (media di dieci pesate) supera i 3.100. Poco male: un po’ di rodaggio potrebbe bastare. Sul lato sinistro del fucile inciso al laser c’è il nome completo del fucile e poi il consueto tasto del cut-off, mentre sull’elevatore c’è il pulsante di blocco del medesimo. Sul lato destro il nome e il marchio, con il pulsante di svincolo dell’otturatore sotto la finestra di espulsione.

IL SISTEMA ANTIRINCULO 1. Con lo spostamento del cilindro di presa gas, l’astina risulta più affusolata. L’ergonomia è al massimo livello. 2. Confortevole, comune alla gamma Xplor, il ponticello del gruppo di scatto in tecnopolimeri con il traversino ambidestro della sicura. Il grilletto è cromato.

Il calcio è in tecnopolimero caricato con fibra di vetro, molto leggero e maneggevole, confortevole e bello. È lungo 364 mm; pieghe al naso di 35 e al tallone da 50 a 65 mm (adattabili con inserti). Di-

2

sponibile anche il distanziale per il calciolo da 25 mm, mentre quello da 12,5 è montato. La zigrinatura è stata studiata solo per questo fucile, con piccole creste su pistola e astina che non sono dolorose e hanno un certo spazio tra loro, efficientissime per il grip con mani nude e anche indossando guanti. Cosa che non si può dire per materiali gommosi utilizzati in passato. Soprattutto qui le creste si puliscono con facilità, basta un panno umido: l’ho provato persino con la plastilina di mio figlio. Beretta assicura efficienza di durata quasi eterna. La coccia riporta il logo delle tre frecce. Bella l’astina con intagli per far defluire i gas, vicini alla canne e, sotto, una sorta di sperone un po’ tagliente con tre feritoie. Una costolatura aiuta la mano debole a trovare la giusta posizione. Il tappo si avvita sul serbatoio e si blocca sull’astina grazie a un fermo con molla. Se il calcio ricorda da vicino quello dell’A400 Xtreme Unico synthetic, contrariamente al Kick-off Mega qui compare l’interessante innovazione del Kick-off Plus, che praticamente funziona al contrario rispetto ai precedenti e, decisamente, annulla i movimenti sulla spalla. C’è un solo pistone idraulico ed è quello posizionato tra pala e pistola, coperto dal soffietto in poliuretano. La compressione avviene, dunque, davanti alla faccia e non

3

3. La nuova conformazione della valvola consente il passaggio di prolunghe del serbatoio che possono portarne la capacità a 9 colpi. 4. La coccia è piatta con il simbolo delle tre frecce. La pistola ha collo sottile. 5. L’elevatore è in acciaio inossidabile. L’alimentazione del fucile prevede di schiacciare il bottoncino quadrato di sblocco del cut-off posto alla base dell’elevatore.

4

5

12/2014 ARMI E TIRO

73

PROVA canna liscia Beretta A400 Shadow calibro 12/76

Per chi vuole comprarlo

1

dietro. All’interno della pala, nascosti dal calciolo in microcore, due cilindretti di politetrafluoroetilene che spingono su altri in elastomero con due molle. L’effetto del rinculo, a sentire Beretta sarebbe ridotto del 50%: un po’ meno del 70% garantito dal Mega, ma decisamente un bel risultato considerando che spalla e viso del cacciatore non subiscono alcun contraccolpo, ma, anzi, si avverte 2

3

solo un sensazione di comfort molto naturale sparando anche le cartucce più toste.

PROVATO A FONDO L’esemplare ha bisogno di un po’ di rodaggio per scatto e movimentazione della testina rotante, mi pare, ma non mi tiro certamente indietro. Sarà un’impressione o frutto della suggestione, ma questo semiautomatico Shadow mi pare effettivamente veloce. E sì che il test avviene a pochi giorni dal Winchester Super X3 Red performance che trovate su questo stesso numero. Mi pare più veloce. Senz’altro molto confortevole e ottimamente bilanciato. Il family feeling con Xtreme unico è deciso, anche se in definitiva si tratta di un Action con calcio in tecnopolimero, comunque bello da vedere, tecnologico e aggressivo. Il calcio è praticamente nuovo, però, e davvero valido: il calciolo non si impunta né si impiglia, la mano debole si trova a suo agio sull’astina e la pistola offre il grip giusto. Sulle basse grammature al Percorso di caccia di Arluno (Mi), lo Shadow mostra subito di che pasta è fatto: i primi cinque piattelli lepre sono suoi senza difficoltà e così anche per fagiano, tortora, beccaccino. L’imbracciatura è rapida è veloce, il fucile non resta mai sul colpo e anche lo scatto, pur non leggerissimo, è molto efficace. Sparo i tre colpi in rapida successione, alterno le grammature e non subisco mai la magnum quando non so che la sto sparando. Lo Shadow è morbido e scarica dritto sulla spalla, senza interessare viso e pollice della mano destra, senza distogliere dalla concentrazione. A caccia col cane, la storia si ripete: porto il fucile sulle braccia, senza cinghia e non mi 4

A chi è indirizzato ai cacciatori di acquatici (che non sparano supermagnum) e ai cacciatori che preferiscono un fucile robusto, rapido e aggressivo

Cosa richiede poco impegno e manutenzione proporzionale a come si maltratta il fucile

Perché comprarlo stabile, non impenna troppo, scarica bene il rinculo; molto veloce; affidabilissimo

Con chi si confronta con i semiautomatici primo prezzo a sottrazione di gas come Baikal Mp153, Browning Maxus, Fabarm Xlr composite, Remington 11-87 sp, Winchester Super X3. Ma il concorrente principale è “in casa”: l’inerziale Benelli M2.

1. Con canna di 760 mm l’A400 Shadow è lungo 1.285 mm e pesa 3.070 grammi. 2. Il sistema di smorzamento del rinculo Kick-off Plus con due cilindretti di politetrafluoroetilene che spingono su altri in elastomero con due molle. Il calciolo Microcore è in poliuretano a cella espansa. 3. Le piastrine della piega e le magliette ad attacco rapido. 4. L’autore durante la prova di tiro.

74

ARMI E TIRO 12/2014

SCHEDA TECNICA Costruttore: Fabbrica d’armi Pietro Beretta spa, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.83.411, fax 030.63.41.421, www.beretta.it Modello: A400 Shadow Tipo: fucile semiautomatico a una canna liscia Calibro: 12/76 Funzionamento: a presa di gas con valvola compensatrice Chiusura: geometrica con testina rotante Canna: Optima bore Hp con anima cromata, lunga 760 mm (disponibili anche 660 e 710 mm), pesante 1.109 grammi e forata a 18,6 mm; con 3 strozzatori intercambiabili Optima choke Hp (*, ***, *****) Alimentazione: serbatoio tubolare da 3 colpi magnum e 4 standard, riduttore a 2 colpi di serie Estrattore: a unghia con molla, sulla faccia dell’otturatore Espulsione: mediante recesso concavo alloggiato nel prolungamento della canna Congegni di puntamento: mirino a cilindretto in fibra di colore rosso; bindella ventilata a ponticelli di 6x6 mm Scatto rilevato: in due tempi con precorsa di un mm, circa; peso di 3.103 g (media di dieci pesate) Sicurezza: manuale a traversino, dietro al grilletto, invertibile Calcio: a pistola in tecnopolimero, lungo 364 mm con Kick-off Plus e calciolo in poliuretano espanso Microcore; pieghe al naso di 35 e al tallone da 50 a 65 mm (adattabili con inserti) Peso rilevato: 3.070 grammi (con canna di 760 e con Kick-off plus) Lunghezza totale: 1.285 mm con canna di 760 mm e con Kick-off Plus Materiali: carcassa in lega di alluminio ad alta resistenza; canna Steelium martellata a freddo in acciaio al NiCrMo Finitura: carcassa anodizzata dura color nero; canna brunita opaca Dotazioni: valigetta in polipropilene; piastrine piega; 3 strozzatori con chiave e magliette ad attacco rapido, olio e garanzia e riduttore a un colpo Prezzo indicativo: 1.639 euro, Iva inclusa

LA PROVA IN PLACCA A 35 METRI ***

***

28

37

41

31

29

24

23

22

25

18

16

32

44

Cartuccia impiegata: Fiocchi FBlue con 24 grammi di piombo 7,5 Totale pallini per cartuccia: 324 Percentuale totale di pallini nel cerchio di 750 mm: 76,5% (248 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio esterno: 56,8% (141 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio interno di 375 mm: 43,2% (107 pallini) Distribuzione: buona in ogni settore.

***

38

36

Cartuccia impiegata: Fiocchi Pl 32 con 32 grammi di piombo 7 Totale pallini per cartuccia: 355 Percentuale totale di pallini nel cerchio di 750 mm: 66,6% (237 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio esterno: 65,8% (156 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio interno di 375 mm: 34,2% (81 pallini) Distribuzione: discreta in ogni settore.

***

45

44

41

45

31

39

20

22

17

13

20

21

13

18

42

Cartuccia impiegata: Fiocchi Semimagnum con 42 grammi di piombo 7 Totale pallini per cartuccia: 466 Percentuale totale di pallini nel cerchio di 750 mm: 55,5% (259 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio esterno: 67,9% (176 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio interno di 375 mm: 32,1% (83 pallini) Distribuzione: discreta in ogni settore.

pesa per un’intera giornata. Si stanca prima il cane. Sotto ferma è perfetto, anche se con quell’aspetto così aggressivo pare destinato anche ad altro, acquatici per esempio e lo vedo bene tra le nevi europee dove può dare il meglio della sua robustezza, del suo vigore e della sua forza “gentile”. La dotazione è standard e consente una buona personalizzazione. Pare che presto sarà disponibile anche il kit Shadow Xxl con altri due distanziali da 12,5 e 25, molla di recupero e tubo serbatoio da 5 colpi, tiretto maggiorato come il 1301 Comp e due strozzatori extended extrafull e full neri. Alla placca l’ho provato in particolare con quattro munizioni che conosco bene. Fiocchi FBlu con 24 grammi di piombo 7,5; Fiocchi Pl 32 con 32 grammi di piombo 7; Fiocchi Semimagnum con 42 grammi di piombo 7; Fiocchi Magnum con 52 grammi di piombo 5. Non ha fornito prestazioni esaltanti, ma comunque buone, anche se gli A400 in genere hanno fatto vedere di meglio. Bene con

34

39

Cartuccia impiegata: Fiocchi Magnum con 52 grammi di piombo 5 Totale pallini per cartuccia: 369 Percentuale totale di pallini nel cerchio di 750 mm: 55,2% (204 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio esterno: 70% (143 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio interno di 375 mm: 30% (61 pallini) Distribuzione: discreta in ogni settore.

Le cartucce impiegate per le prove in placca. Da sinistra: Fiocchi FBlu con 24 grammi di piombo 7,5; Fiocchi Pl 32 con 32 grammi di piombo 7; Fiocchi Semimagnum con 42 grammi di piombo 7; Fiocchi Magnum con 52 grammi di piombo 5.

le 24 grammi e le 32, appena sotto le magnum e le semimagnum. Comunque sempre buona la capacità di concentrare nel cerchio più stretto. Lo metterò ancora alla prova perché credo che sentirò ancora parlare di “lui”. 12/2014 ARMI E TIRO

75

PROVA canna rigata Adc custom Fab defense 12,5” calibro .223 Remington

CUORE italiano, ABITO israeliano Guarda il video

Un Ar15 made in Italy, accessoriato con parti prodotte dalla Fab defense. A produrlo è Dallera, a distribuirlo in esclusiva la Tfc. La matricola è “dedicata” all’azienda di Villa Carcina. Soluzioni meccaniche esclusive e diverse possibilità di personalizzazione Testo di Giulio Orlandini, foto di Matteo Galuzzi

D

alla collaborazione tra due aziende italiane è nato un nuovo Ar15, non un semplice clone, ma una carabina molto curata e originale nel vero senso della parola. Un’azienda è la Adc custom di Concesio (Bs), celebre per le pistole da Tiro dinamico messe a punto da Roberto Dallera, ma che si è già fatta conoscere nel settore rifle con gli Operator; l’altra è la Tfc di Villa Carcina (Bs), distributore noto per le Ex ordinanza, ma anche per i marchi Steyr, Tanfoglio e Crosman. L’idea potrebbe essere così sintetizzata: a ognuno il suo mestiere! Adc produce, ma non ha una vera rete vendita in Italia; Tfc cura la distribuzione e nel suo già ricco catalogo voleva un prodotto “diverso”. A spiegarlo, poco prima di iniziare la prova dell’Adc Fab defense, sono stati Cristian Dallera di Adc e Maurizio Squillanti di Tfc. «La nostra carabina», precisa Dallera junior, «non è un Ar15 come tanti. Dietro c’è un lungo lavoro di

progettazione e di sviluppo in collaborazione con tiratori del Nord e dell’Est Europa, Paesi in cui ci siamo imposti con un prodotto di alta gamma. La collaborazione con la Tfc è per noi strategica, perché ci consente di coprire anche un mercato, quello italiano, che avevamo fin qui trascurato. L’accordo è chiaro: le carabine saranno prodotte in esclusiva per la Tfc, tanto che le matricole inizieranno proprio con la sigla del nostro distributore. Partiamo con la versione con canna di 12,5 pollici (318 mm, ndr), ma stiamo già lavorando anche alle versioni con canna di 18 e 22 pollici, come ci ha richiesto Tfc». «Quello dei cloni Ar15», aggiunge Squillantini, direttore commerciale della Tfc, «è un settore che conosciamo e che abbiamo frequentato con i Norinco Cq-A. Quello che volevamo, però, era un prodotto che garantisse qualità superiori, pur restando in una fascia di prezzo accessibile. Quando ho visto l’ultima evoluzione delle carabine di Dallera, ho pensato a una linea di carabine completate con gli accessori della Fab defense, azienda israeliana che da tempo distribuiamo e che in Italia è molto apprezzata. In questo modo abbiamo un’arma esclusiva, curata e, soprattutto, made in Italy, non un dettaglio, visto che saremo in grado di garantire un servizio postvendita rapido ed efficace, assai difficile con prodotti che provengono dall’estero».

Canna

12,5” g

3.350

UN VERO MADE IN ITALY Il cuore del progetto è la carabina messa a punto da Dallera: chi, un paio di anni fa, avesse avuto a che fare con i primi esemplari dell’Operator si troverebbe di fronte a una carabina che ha subito parecchie migliorie sul piano estetico e funzionale, mentre meccanicamente, Adc ha confermato la scelta del funzionamento a presa di gas con sfruttamento di76

ARMI E TIRO 12/2014

1.980

Da una partnership tra la Adc e la Tfc è nato questo Ar15 accessoriato con parti prodotte dalla Fab defense. Ha la canna lunga 318 mm e può essere classificato sia da caccia sia sportivo. Nella pagina a fronte: l’interno del lower consente di apprezzare il livello delle finiture da carabina custom. Lo scatto sembra un normale mil-spec, ma è dotato di kit molle studiate dalla stessa Adc.

12/2014 ARMI E TIRO

77

PROVA canna rigata Adc custom Fab defense 12,5” calibro .223 Remington retto e la chiusura è affidata a un otturatore con la classica testina a sette tenoni. Upper e lower sono stati rivisitati, rispettando le quote mil-spec, ma ottenendo un’estetica originale: il disegno degli stampi per eseguire la forgiatura con alluminio 7075-T6 è made in Dallera e la produzione viene eseguita da un’azienda italiana. Le due componenti fondamentali di ogni Ar sono volutamente oversize, per renderli più robusti, pur rispettando le quote mil-spec. Nel forgiato, è stata disegnato un bocchettone studiato per ospitare tutti i tipi di caricatore in commercio, anche quando sono utilizzati con l’accoppiatore. Nella zona tra il bocchettone e il ponticello, per esempio, il materiale è stato sottoposto a una lavorazione grazie alla quale è possibile aggiungere accessori aftermarket per la leva di sgancio ambidestra dell’otturatore. Non si tratta, quindi, di una soluzione soltanto estetica, ma ha una motivazione precisa ed è, anche in questo caso, un’idea Dallera.

PERSONALIZZA L’ADC La novità del progetto Adc-Tfc sta nella possibilità di poter effettuare una personalizzazione che definirei di serie. In che senso? Nel senso che la carabina, e così sarà in futuro per le versioni con canna più lunga, viene proposta con una dotazione base di serie: una parte prodotta da Adc (handguard, compensatore, scatto), un’altra da Fab defense. Ma il catalogo di entrambe le aziende è così ampio che non c’è che l’imbarazzo della scelta nell’aftermar-

ket per “costruirsi” l’arma su misura. Sul calcio estensibile, per esempio, si possono installare altri due tipi di calciolo in gomma, l’Assault e lo Sniper con monopiede posteriore integrato; lo stesso discorso vale per l’impugnatura anteriore (verticale od obliqua), per la manetta di armamento e così via. Non ti convince il compensatore di serie? Adc ne produce altri tipi, anche solo con la funzione spegnifiamma. La partecipazione a qualche gara di tiro action suggerisce di velocizzare il ciclo di funzionamento? Oppure ci si aspetta un comportamento diverso della carabine agonistiche, nel ciclo di funzionamento? Come optional la Adc ha messo a punto anche otturatori diversi: quello utilizzato nella configurazione di serie ha la parte interna, quella in cui scorre la testina, cromata e mantiene misure mil-spec; a richiesta, come soluzioni aftermarket, ci sono anche otturatori maggiorati costruiti in acciaio inossidabile, rifiniti con un particolare trattamento superficiale antiattrito al diamante. Di questi due otturatori, uno è heavy classico, mentre l’altro è stato alleggerito pensando proprio alle esigenze delle gare. Entrambi, comunque, sono stati maggiorati negli spessori, ci ha spiegato lo stesso Cristian Dallera, per evitare che nella fase del ciclo lavori non in asse e assicurare che abbia, quindi, una corsa più rettilinea, con minori attriti, con benefici sul comportamento, ma anche con influenza positiva sulla prestazione balistica finale. Anche il compensatore può essere sostituito: quello di cui era dotato l’esemplare protagonista della no-

1

2

3

4

Per chi vuole comprarla A chi è indirizzata a chi ama distinguersi su un campo di tiro; a chi necessiti di un’arma per la difesa abitativa affidabile e controllabile

Cosa richiede il feeling è istintivo, grazie a una serie di soluzioni meccaniche (scatto e compensatore) e di configurazione (accessori Fab defense)

Perché comprarla perché è costruita con cura e presenta soluzioni originali; perché lascia spazio alle personalizzazioni

Con chi si confronta non sono molti gli Ar15 con queste caratteristiche, perciò ci limitiamo a considerare la lunghezza di canna di 12,5”. Haenel Cr 223 Smith & Wesson M&P15, Sps Invictus.

1. Oltre al calciolo dal disegno tradizionale previsto dalla configurazione standard, si può scegliere anche la versione Assault o la Sniper con monopiede posteriore integrato. 2. Nella nostra prova, abbiamo utilizzato l’Adc con handguard “pulito”, ma si può optare anche per un’impugnatura anteriore verticale od obliqua. 3. Il classico sportellino è Fab defense. Costruito in plastica, è dotato di un pistoncino che consente di “recuperare” eventuali giochi da usura. Il marchio dell’azienda israeliana in evidenza per una linea di prodotti che distribuirà in esclusiva la Tfc. 4. Molto confortevole ed efficace la presa sull’impugnatura della Fab defense.

78

ARMI E TIRO 12/2014

1. Nella parte anteriore del lower, sotto al logo della Adc, si può notare la matricola che comprende proprio la sigla dell’azienda di Villa Carcina che curerà la distribuzione. 2. Quello al centro è il compensatore utilizzato sull’esemplare in prova, ma è possibile scegliere tra diverse altre versioni, tutte prodotte da Adc. 3. Dalla foto del semilavorato in alluminio del lower, è più facile apprezzare il lavoro progettuale svolto dalla Adc per ottenere parti originali. 4. Il dettaglio delle sedi delle viti per la regolazione del retroscatto. Dallera ha scelto una posizione diversa rispetto a quella abituale per poter regolare rimuovendo la sola impugnatura. 5. Oltre all’otturatore installato di serie (in basso), la Adc ne prevede altre due versioni per l’aftermarket. Uno è un classico heavy, l’altro è alleggerito per le competizioni.

stra prova non era un semplice rompifiamma, ma un compensatore che ha dimostrato di lavorare efficacemente; nella gamma Adc pensata per la versione Fab defense ci sono, comunque, almeno altri quattro modelli, tra compensatori e rompifiamma, tutti disegnati e prodotti dalla stessa Adc e la scelta è, ovviamente, legata al tipo di impiego che si intende fare della carabina: c’è quello più indicato per l’impiego sportivo “puro”; quello destinato all’ambito tattico, ma la scelta deve anche essere legata alla lunghezza della canna e, quindi, anche alla distanza di ingaggio.

NON SOLO DETTAGLI Uno dei particolari prodotti dalla Fab defense installato è il classico sportellino che si apre nella fase di arretramento della manetta di armamento: non è quello in lamierino che siamo abituati a vedere, ma in plastica. C’è chi potrebbe anche storcere il naso, ma, tutto sommato, la plastica che sbatte sull’alluminio dell’upper dovrebbe evitare fastidiosi segni di usura. È comunque ben eseguito e dotato di un semplice sistema per annullare eventuali giochi dati dall’usura. Non è senza dubbio un dettaglio da trascurare la scelta della canna: produttore e distributore hanno puntato su una Lothar Walther, lasciata completamente flottante grazie all’impiego di un handguard progettato e costruito, anche in questo caso, dalla stessa Adc. Complessivamente, con gli accessori base, la carabina pesa, circa 3.550 grammi, di più

2

3

4

5

1

se si considera la media di tanti Ar145, ma gli effetti positivi quando si spara sono superiori rispetto a quelli negativi. La cura nei dettagli la si nota anche nella scelta della Adc di ricavare, grazie al disegno ex novo, i fori in cui si inseriscono le viti di regolazione del collasso di retroscatto e della tensione dell’upper in una zona, dietro al ponticello, in cui è sufficiente rimuovere l’impugnatura per procedere alle regolazioni. Lo scatto sembra un normale mil-spec, ma è stato studiato da Dallera ed è dotato di un kit di molle di alleggerimento prodotte dall’azienda di Concesio (Bs). Nella dotazione di serie all’interno della valigetta,

12/2014 ARMI E TIRO

79

PROVA canna rigata Adc custom Fab defense 12,5” calibro .223 Remington

1

2 1. Sulla slitta Picatinny possono essere installati anche tacca di mira e mirino abbattibili. 2. Tra gli optional aftermarket, la manetta di armamento maggiorata (a destra) e la leva ambidestra della sicura. 3. Il disegno del bocchettone è stato studiato per agevolare il cambio rapido del caricatore e per ospitare tutti i caricatori commerciali, anche con accoppiatore.

3

la Tfc ha inserito un caricatore, un “cappello” per la protezione del compensatore, la safety flag (l’indicatore in plastica arancione di camera di scoppio vuota); il calcio Fab è il Gi recoil.

LA NOSTRA PROVA La prova l’abbiamo svolta in due sessioni separate: una prima al Tsn di Gardone Val Trompia (Bs), per mettere alla prova l’Adc Fab defense a 100 metri e per alcune “mitragliate” a 25 metri; una seconda nel poligono privato di Armi e Tiro dove abbiamo eseguito tutte le rilevazioni cronografiche e le rosate a 50 metri. Abbiamo deciso di utilizzare munizionamento commerciale: una Sellier & Bellot, una Magtech e una Fiocchi Fmj di 55 grani e una Fiocchi con palla Hpbt di 77 grani. Per prendere confidenza con la carabina, ho eseguito alcune sequenze, senza badare troppo alla precisione, sparando in piedi, da imbracciato e l’impressione è stata da subito assai positiva: la Fab defense, che non è leggera rispetto ad altre colleghe, ha avuto un comportamento docile e un impennamento della volata praticamente impercettibile. Il .223 Remington non è, certamente, una calibro sgarbato, ma quando sparato in una canna piuttosto corta, meglio affidarsi a un compensatore che lavori bene, soprattutto se si ha la necessità, come nelle rapide sequenze di tiro action, di sparare colpi ravvicinati e dover riacquisire rapidamente il bersaglio. Siamo poi passati al bancone, per sottoporre il Fab defense alle prove di precisione: non è nato per que80

ARMI E TIRO 12/2014

4

sta destinazione, presto sarà presentata anche una versione con canna “pesante” di 22 pollici (560 mm), ma il test è comunque significativo. Da seduti, con appoggio anteriore, aiutati da un performante Schmidt & Bender 5-25x56, messo a disposizione dalla stessa Tfc, abbiamo provato le munizioni Magtech e Sellier & Bellot. Le rosate sono state, per noi, soddisfacenti, nonostante la luce all’interno del tunnel fosse già precaria, ma per Cristian Dallera avremmo dovuto fare meglio... Nella nostra linea di tiro privata, abbiamo sparato a 50 metri nelle stessa posizioni, aggiungendo anche i due caricamenti commerciali della Fiocchi. Le

ACCESSORI FAB DEFENSE Ecco gli accessori dell’azienda israeliana che la Tfc ha deciso di dedicare alla linea di Ar prodotta da Adc. Accessorio Prezzo (euro) Porta caricatore da cintura M4/Ar15 15,90 Attacco per ottiche con tubo di 30 mm 285,60 Caricatore in polimero M4/Ar15 10 colpi nero 16,90 Caricatore in polimero M4/Ar15 10 colpi sabbia 16,90 Caricatore in polimero M4/Ar15 10 colpi verde 16,90 Mirino abbattibile per slitta Picatinny 31,50 Tacca di mira abbattibile per slitta Picatinny 48,90 Calciolo in gomma assault 21 Calciolo in gomma sniper 21 Appoggia guancia regolabile per calcio Gi-shock 13,50 Caricatore in polimero lungo M4/Ar15, limitato a 5 colpi, nero 22 Caricatore in polimero lungo M4/Ar15, limitato a 29 colpi, nero 22

4. La regolazione della presa di gas può essere effettuata attraverso i fori ricavati sull’handguard.

ACCESSORI ADC Accessorio Prezzo (euro) Compensatori Tactical 130 Skeleton 69 Alligator 65 Sport 69 Spectrum 150 Competition 140 Gas block Low profile .750 75 Low profile adjustable .750 89 Low profile .936 65 Molle Kit molle reduced power 20 Reduced power stock A2 15 Pin Antiwalk oversize 20 Upper/Lower oversize 20 Manetta di armamento Tactical latch Ovs ambi 35 Handguard Round competition 14,75 240 Round battle 12,75 220 Round compact 10,75 210 Picatinny 4” 35 Picatinny 8” 45 Accessori Otturatore light competition 285 Otturatore standard 280 Sgancio caricatore Ovs (due pezzi) 30

SCHEDA TECNICA Produttore: Adc srl (Armi Dallera custom), via G. Rossa 4, Concesio (Bs), tel. 030.83.70.301, [email protected], www.adccustom.com Distributore: Tfc srl, via G. Marconi 118, 25069 Villa Carcina (Bs), tel. 030.89.80.357, www.tfc.it Modello: Tfc Fab defense Impiego specifico: Tiro action, difesa domiciliare Tipo: carabina semiautomatica Calibro: .223 Remington Funzionamento: a presa di gas con sfruttamento diretto; otturatore girevole e testina a sette alette Canna: Lothar Walther rotomartellata a freddo; rigatura a 6 principi con andamento destrorso e passo 1:9” Lunghezza canna: 318 mm (12,5”); Percussione: cane interno Alimentazione: caricatore amovibile bifilare, con presentazione alternata, limitato con spina passante Numero colpi: 5 (disponibili anche da 10 e da 29 per la versione classificata sportiva) Estrattore: a unghia, sul lato destro dell’otturatore Espulsore: a piolo inserito nella faccia dell’otturatore Mire: slitta Picatinny per ottica e agganci sull’astina per red dot od ottica; mire meccaniche assenti (disponibili aftermarket Fab defense) Scatto: prodotto dalla Adc, in due tempi Sicurezze: manuale alla catena di scatto Calciatura: calcio Fab defense; handgun Adc Peso: 3.550 grammi, scarica Materiali: upper e lower in alluminio forgiato 7075T6; canna in acciaio 38NDC4 Prezzo: 1.980 euro, Iva inclusa

TABELLA BALISTICA Munizioni commerciali Marca Sellier & Bellot Magtech Fiocchi Fiocchi

Tipo palla Fmj Fmc Fmj Hpbt

Peso palla (grs) 55 55 55 77

Una buona rosata ottenuta a 100 metri, sparando da seduti, con appoggio anteriore, utilizzando le Sellier & Bellot con palla Fmj di 55 grs.

V0 (m/sec) 826,6 786,4 803,1 730,6

Sd 5,8 11,6 13,3 2,8

La rosata ottenuta a 50 metri, sparando da seduti con appoggio anteriore, utilizzando le Magtech con palla Fmc di 55 grs. La distanza tra i centri più lontani è 19 mm.

La rosata ottenuta a 50 metri, sparando da seduti con appoggio anteriore, utilizzando le Fiocchi con palla Fmj di 55 grs. La distanza tra i centri più lontani è 15 mm.

1

E0 (joule) 1.218 1.102 1.149 1.332

E0 (kgm) 124,1 112,3 117,2 135,7

Peccato per il flyer, altrimenti la rosata a 50 metri, sparando da seduti con appoggio anteriore, utilizzando le Sellier & Bellot con palla Fmj di 55 grs sarebbe stata un solo buco.

La rosata ottenuta a 50 metri, sparando da seduti con appoggio anteriore, utilizzando le Fiocchi con palla Hpbt di 77 grs. La distanza tra i centri più lontani è 19 mm.

2

rosate a questa distanza sono risultate simili tra loro: a staccarsi sono state le Sellier & Bellot che hanno ”chiuso” meglio delle altre il diametro. Anche in questa occasione, ho avuto modo di sparare parecchi colpi “liberi” e il feeling con il Fab defense è cresciuto notevolmente, grazie a un comportamento davvero neutro, soprattutto dopo aver familiarizza-

to con lo scatto, decisamente superiore rispetto alla media di altri Ar15. L’Adc Fab defense mi è piaciuta: è una carabina curata, non banale, con scelte meccaniche es estetiche originali. E poi, a me piace il fatto che molti pezzi della meccanica siano stati progettati e costruiti in Italia.

3

1. Il particolare disegno della sede del forward assist, spigolosa, anziché arrotondata, e più compatta. 2. L’autore nel corso della prova dell’Adc Fab defense.

3. Il lato sinistro dell’Adc Fab defense. Il compatto esemplare della prova aveva la canna lunga 12,5”, ma presto saranno disponibili anche le versioni da 18” e 22”, quest’ultima indicata per il tiro di precisione a lunga distanza.

12/2014 ARMI E TIRO

81

PROVA canna liscia Fausti Individual calibro 20

Personalizzazione ESTREMA E anche nuovi canoni estetici per questa coppia di sovrapposti che si rifanno in parte ai modelli di successo Brixian, con bascula arrotondata “dedicata” e doppie conchiglie. Incisioni di Stefano Muffolini Di Massimo Vallini

C

on il nome del nuovo modello, Fausti intende segnalare che il grado di personalizzazione di questi fucili è estremo. La coppia di Individual presentata in questo articolo costituisce un prototipo di quanto l’azienda di Marcheno (Bs) può fare per i suoi clienti. A rendere ancora più unica e originale la proposta di Fausti, è la realizzazione esclusiva per questo modello di un nuovo canone estetico che coinvolge fianchi e testa di bascula in una rivisitazione che esalta la linea filante dell’arma soprattutto nelle configurazioni più richieste che sono quelle dei piccoli calibri (28 e .410) o, come in questa coppia, realizzate su precisa scelta del cliente nel classico calibro 20. In questa coppia l’intento principale è stato quello di giocare con le rotondità. La novità delle doppie conchiglie, che si raccordano sui fianchi di bascula, per esempio ne esaltano la rotondità e ne riducono di molto l’altezza.

DERIVANO DAL BRIXIAN Il primo sovrapposto con bascula tonda dedicata al calibro (16-20-28-.410) da Fausti è stato il Venetian, risalente al 2013. Ma Fabio Rizzini ravvede il progenitore di questi Individual nel Brixian, sempre boxlock con chiusura Four-locks a quattro ramponi, una decina d’anni fa declinato nei modelli “Vittoria alata” e “Battaglie bresciane”, che celebrano la storia e i capolavori artistici della città di Brescia, ma soprattutto nel più recente “Futuro antico”. Questi sovrapposti non sono “a tema” e la bascula round body è fortemente caratterizzata dal nuovo profilo con doppie conchiglie che si raccordano elegantemente con la classica campanatura delle 82

ARMI E TIRO 12/2014

canne Fausti. La calciatura è classica a mezza pistola con coccia in acciaio e guardamano allungato, astina sottile all’inglese impreziosita da uno sgancio ad auget particolarmente curato. La bascula è macchinata partendo da un massello di acciaio speciale trilegato ad alta resistenza, non esistono componenti saldati o microfusi, la superfice è lucidata completamente a mano. Sulla superficie tirata della bascula entra in scena l’incisore, in questo caso direttamente dal gotha dell’arte incisoria italiana (anche se il suo laboratorio è a poche centinaia di metri dallo stabilimento Fausti). La firma dell’autore dell’incisione garantisce per il valore artistico del fucile. Stefano Muffolini, per questa coppia di Individual, nel tema della fitta inglesina ha inserito un ornato floreale che incornicia il soggetto venatorio sul petto di bascula espressamente richiesto dal cliente: un fagiano che è il logo del club di appartenenza della proprietaria. Si tratta proprio di una delle richieste che si possono fare per il modello Individual e che rende assolutamente unico e non replicabile ognuno di questi fucili d’alta scuola. Invece del logo può essere semplicemente il monogramma delle iniziali o lo stemma della famiglia. La strada della customizzazione, per la casa d’armi Fausti, è stata intrapresa con successo già da parecchi anni: lo specifico catalogo, denominato “Boutique”, raccoglie tutti quei modelli di sovrapposti e doppiette sui quali il cliente può richiedere le proprie specifiche tecniche ed estetiche. A questa nutrita serie di armi personalizzabili si aggiunge adesso questa nuova proposta che assicura già dal nome la massima libertà per l’appassionato di intervenire su quella che sarà la sua arma. Se tanto è stato l’impegno per la decorazione di questo fucile, lo stesso impegno è rintracciabile

Canne

710 mm g

2.873

17.690

La coppia di Individual di Fausti. È un nuovo modello round body per il quale è prevista la massima personalizzazione. Molto originali le “composite” incisioni di Stefano Muffolini.

12/2014 ARMI E TIRO

83

PROVA canna liscia Fausti Individual calibro 20

1

nella lavorazione della meccanica che è quella classica dei sovrapposti Fausti che derivano da quelli della Emilio Rizzini: chiusure brevettate Four locks con classico tassello basso, comandato dalla chiave di apertura, che impegna i ramponi del monoblocco, più un’altra coppia di ramponi all’interno dei fianchi di bascula che si oppongono ai movimenti laterali.

MECCANICA COLLAUDATA Oltre al logo del fagiano, l’altra personalizzazione evidente riguarda le iniziali LJB incise in uno scudetto incastonato nel calcio. Poi i numeri 1 e 2, rimessi in oro alla radice delle canne, sulle chiavi d’apertura e sulle croci. Tanto acciaio. Il guardamano allungato è ricavato

da un robusto massello di acciaio. È perfettamente incassato a filo sull’impugnatura del calcio e dona ricercatezza ed eleganza all’arma, fondendosi nella coccia anch’essa in acciaio e decorata semplicemente. L’auget è di generose dimensioni ed è riconducibile alla serie Brixian, come la croce che ha un’ampia zona esposta e decorata a forma di cuore. Le canne degli Individual sono leggere e nello stesso tempo eccezionalmente robuste, con prove di sparo certificate a garanzia di anni di performance impeccabili. Le canne sono cilindriche, in acciaio al cromo-molibdeno ad alta resistenza, saldate a caldo sul manicotto, lunghe 710 mm, con geometrie interne particolari, bindella piana 6x6, bindellini pieni laterali, pesanti 1.100 grammi cir-

1. La linea è molto slanciata per questo calibro 20 Individual che è lungo 1.150 mm con canne di 710 e pesa 2.873 grammi. 3. Il numero rimesso in oro è alla base delle canne e sul perno della chiave di apertura. Si apprezzano le doppie conchiglie che sottolineano la rotondità delle bascule.

2

Le doppie conchiglie esaltano la rotondità della bascula e ne riducono l’altezza 84

ARMI E TIRO 12/2014

SCHEDA TECNICA Costruttore: Fausti Stefano srl, via Martiri dell’Indipendenza 70, 25060 Marcheno Val Trompia (Bs), tel. 030/89.60.21789.60.220-86.14.75, fax 030/86.10.155, www.faustistefanoarms.com Modello: Individual Tipo: fucile a due canne sovrapposte per caccia Calibro: 20/76 Canne: cilindriche, assemblate a monoblocco, lunghe 710 mm (disponibili altre lunghezze), cromate internamente, geometrie interne particolari, con bindellini pieni laterali, pesanti 1.100 grammi circa Strozzature: strozzatori interni intercambiabili (*, **, ***, ****, *****) o strozzature fisse Chiusura: a tassello basso, trasversale, sui ramponi Estrattori: automatici Espulsione: a puntoni caricati da molle Percussione: indiretta mediante cani su percussori a lancio inerziale Scatto: monogrillo selettivo (disponibili monogrillo non selettivo o bigrillo); batterie montate sul sottoguardia a molle cinetiche elicoidali e cani a doppia monta Congegni di puntamento: mirino cilindrico, in ottone; bindella piana di 6 mm Sicurezza: a cursore sul dorso di bascula, che blocca lo scatto, con invertitore dei cani Calcio: a pistola in noce selezionato lucidato a olio, calciolo in gomma; possibilità di pieghe personalizzate Peso: 2.873 grammi Lunghezza: 1.150 mm Materiali: bascula in acciaio speciale temprato; canne in acciaio al Cr-Mo Finitura: bascula finita opaca argento vecchio; canne brunite lucide Prezzo indicativo: 17.690 euro, Iva e valigetta incluse

1 1. Gli scudetti con le iniziali della proprietaria e i calcioli in gomma rossa. 2. L’ornato floreale incornicia il soggetto venatorio sul petto di bascula espressamente richiesto dal cliente: un fagiano che è il logo del club di appartenenza della proprietaria. 3. Il lussuoso cofanetto “motor case” destinato a ospitare la coppia.

2

ca. Con le camere di cartuccia sono internamente cromate, per la massima resistenza all’usura e alla corrosione. Sono fornite di estrattori automatici e strozzatori intercambiabili, ma possono essere eseguite anche con strozzature fisse adatte al tipo di caccia prediletta dal cliente. Sono brunite nere, con mirino a sfera in ottone. Le batterie sono montate sul sottoguardia ed equipaggiate con molle cinetiche elicoidali e cani a doppia monta. Il monogrillo, cromato, è selettivo. Ma può naturalmente essere richiesto monogrillo di tipo non selettivo oppure il classico doppio grilletto. I due fucili pesano esattamente lo stesso, con uno scarto davvero irrisorio: 2.873 e 2.874 grammi.

DERIVANO DAL BRIXIAN Il calcio ha disegno principe di Galles, stile Woodward, a mezza pistola. Per la costruzione dei due 3

calci e delle astine legni di noce sono stati attentamente selezionati per omogeneità della venatura e colorazione. L’incassatura è stata sapientemente curata e la zigrinatura delle parti in legno eseguita pazientemente a mano, così come sempre manuale è l’intervento finale del lucidatore, il quale, con ripetute mani d’olio, conferisce alle calciature la giusta protezione mettendo in contempo in grande risalto la vivacità e la bellezza delle venature. L’astina si presenta slanciata, come richiede lo stile inglese. A corredo di armi così “Individual” non poteva mancare la custodia che li contenesse entrambi, una “motor case” richiesta dal cliente: classico bauletto inglese in cuoio, squadrato, con le due cinture, anch’esso costruito a mano e completo di accessori per la pulizia e la manutenzione del fucile. Nella produzione normale la valigetta prevista di serie è comunque di alta qualità, in pelle con il logo aziendale impresso all’interno. Questa coppia finirà tra le mani di una signora americana che spara molto, in particolare drive proprio ai fagiani. La coppia è in procinto di “partire” e sarà accompagnata dai fogli di rosata sui quali si certifica l’impatto con una particolare cartuccia. In genere la rosata di prima canna viene sparata a 32 metri e la seconda per sovrapporsi a 23-24 metri. 12/2014 ARMI E TIRO

85

PROVA canna rigata Sako A7 Synthetic stainless calibro .270 Winchester

La dama BIANCA La Sako A7 è disponibile ora anche in acciaio inox. Accattivante il contrasto con il calcio soft touch, affidabile la meccanica, basette integrate per l’ottica tipo Weaver. Due sole lunghezze d’azione, ma tutti i contenuti tecnici della serie 85 con un prezzo decisamente più amico Canna Testo e foto di Riccardo Torchia

C

i avevano detto che sarebbe uscita, prima o poi, ma pensavamo a tempi più lunghi, visto che il modello A7 in acciaio brunito in fin dei conti è disponibile da poco tempo (almeno in Italia). Invece, eccola: la nuova A7 con azione e canna in acciaio inox. Ricordiamo che la serie A7 affianca la più classica serie 85 e si differenzia da quest’ultima per il prezzo nettamente inferiore, ottenuto grazie a scelte costruttive che mantengono però contenuti tecnici di prim’ordine con, in più, una fisionomia accattivante e, adesso, materiali adatti anche a un uso rude e senza tanti riguardi.

NERO COME LA NOTTE Il calcio è in materiale sintetico. Colore nero profondo, opaco, rivestito di un film di gomma antiscivolo denominato soft touch, che restituisce una sensazione di morbidezza ma con una moderata grippabilità che consente di aggiustare la presa sull’arma, una volta imbracciata, senza però trovarsela impuntata sui vestiti. Il calcio è senza Montecarlo, ma c’è un appoggiaguancia che permette un’imbracciatura più aderente al viso. È dotato di un calciolo in gomma nera dello spessore di 25 mm. L’impugnatura a pistola ha una zigrinatura in rilievo con un profilo futuristico. A noi ricorda una specie di palco di cervo visto di profilo, ma ciascuno può leggervi l’immagine che più gli suggerisce la fantasia. Naturalmente la zigrinatura è ricavata dalla fusione del calcio stesso, ma comunque funziona molto bene. Sotto la pistola, sulla coccia, c’è uno scudetto in plastica con scritto il nome del 86

ARMI E TIRO 12/2014

fabbricante e del modello. Procedendo verso la volata, il calcio si affina: l’asta è molto elegante e relativamente sottile, giustamente perché, secondo la nostra opinione, le astine extralarge non favoriscono affatto una buona impugnatura. Sui lati dell’astina è presente la stessa superfice zigrinata della pistola. Smontata la meccanica dal calcio, possiamo giudicare la rifinitura interna molto buona, senza sbavature o avanzi di fusione. La meccanica entra ed esce dalla sede del calcio con una buona interferenza. L’astina ha una serie di traversini integrali di rinforzo. L’unica componente in metallo è il blocchetto in lega leggera affogato nella zona del recoil lug, che si inserisce nella parte sottostante dell’azione contrastando il rinculo. Sono inoltre presenti, in acciaio inox, i supporti per le magliette porta cinghia a sgancio rapido, ormai dotazione universale per tutte le carabine. La lunghezza del calcio è 350 mm, con piega al nasello e al tallone di 35 mm.

570 mm Calibri disponibili

ACCIAIO LUCENTE E veniamo alla meccanica. Il sottoguardia, sede del caricatore, è in materiale sintetico, così come il caricatore che può contenere tre cartucce nel calibro .270 Winchester. I labbri, però, sono metallici grazie a un’armatura interna che assicura la massima fluidità di alimentazione. L’azione della A7 è ottenuta per microfusione e successivamente fresata nella parte interna, dove scorre l’otturatore. L’azione ha una finestra di ampiezza limitata per l’espulsione dei bossoli, allo scopo di conferire ulteriore robustezza e rigidità alla classica azione a ponti aperti, tipo Mauser o Remington per capirci, senza arrivare alla

1.774

La Sako A7 è disponibile anche con azione e canna inox, ancor più impervia agli elementi.

12/2014 ARMI E TIRO

87

PROVA canna rigata Sako A7 Synthetic stainless calibro .270 Winchester configurazione chiusa tipo Trg. Rispetto alla serie 85, sono previste due sole lunghezze di azione, la “S” (short) e la “M” (magnum), idonee all’impiego della maggior parte dei calibri “must” venatori, dal .22-250 al .300 Winchester magnum. Sono al momento importate le camerature .243 Winchester, .270 Winchester, .308 Winchester, .30-06, 7 mm Remington e .300 Winchester magnum, capaci di soddisfare davvero ogni possibile situazione di caccia italiana ed europea. È interessante notare che, rispetto a qualche altro produttore europeo, le camerature magnum non richiedono alcun sovrapprezzo rispetto alle camerature standard. Nella zona della codetta, è presente la levetta della sicura che blocca scatto e otturatore. Ma, cosa comune alla serie Sako 85, un’ulteriore levetta davanti a quella della sicura permette di aprire l’otturatore mantenendo l’arma in sicura, per eseguire lo scaricamento in completa sicurezza. Quando il percussore è armato, inoltre, compare un testimone rosso sotto la coda dell’otturatore, che denuncia lo stato dell’arma. A sinistra dell’azione una pic-

cola levetta, basculante su molla, funge da ritegno per l’otturatore. L’arma viene fornita con basette tipo Weaver già fissate sul castello, cosa che facilita il montaggio dell’ottica con costi ridotti, rispetto all’utilizzo dei (pur ottimi) attacchi Sako a coda di rondine trapezoidale con anelli Optilock. La canna è sprovvista di mire metalliche e mantiene un profilo normale da caccia, a cui corrisponde un diametro in volata pari a 16 millimetri esatti. È lunga 570 mm e ha la volata rifinita molto accuratamente con una leggera svasatura verso l’interno per limitare danni da urti. Lo scatto è contenuto in una scatola in lega leggera, è completamente regolabile ed è dotato di serie di stecher alla francese (cioè il grilletto deve essere spinto in avanti per l’attivazione del sensibilizzatore). Davanti alla sede del caricatore c’è la levetta a molla che ne permette lo sgancio. Per evitare perdite accidentali, però, azionando la leva bisogna contestualmente spingere il fondello del serbatoio verso l’alto. Per quanto riguarda l’otturatore, ha il noce posteriore in materiale polimerico (nella Sako 85

1. La sicura a leva blocca scatto e otturatore, ma premendo il nottolino anteriore è possibile sbloccare l’otturatore per scaricare l’arma in sicurezza. Lo scatto ha stecher di serie, è regolabile, ma già con la taratura di fabbrica è ottimamente sfruttabile. 2. Nella parte anteriore dell’azione, si nota il bilanciere di ritegno del caricatore e, poco oltre, lo scasso entro cui si inserisce il recoil lug annegato nel calcio. 3. Il ponticello-bocchettone del caricatore è polimerico, così come il corpo del caricatore che, però, ha labbri in acciaio. 4. L’azione, seppur a ponti aperti, e molto rigida. È disponibile in due lunghezze, a seconda del calibro scelto.

1

2

3

4

Il serbatoio ha corpo e fondello polimerici, ma un’anima interna in acciaio funge da labbri di alimentazione 88

ARMI E TIRO 12/2014

Per chi vuole comprarla A chi è indirizzata a chi, cercando una carabina abbastanza leggera e molto efficiente, vuole anche un bell’arma esteticamente parlando ma resistente a qualunque sollecitazione esterna dati i materiali impiegati

Cosa richiede la normale selezione, tra le tante, della munizione adatta e una buona conoscenza del maneggio del caricatore amovibile

Perché comprarla

la manetta riportata per interferenza, con foro di alleggerimento sul pomo chiuso, peraltro, da un tappo di plastica. con l’arma è fornito un apposito utensile in plastica che consente lo smontaggio completo con rimozione del percussore, per procedere a una eventuale manutenzione “di fino”. La testa del cilindro ha i tre tenoni tipici della serie 85 che, in virtù del peculiare profilo, svolgono la funzione quasi di sei tenoni distinti ma, soprattutto, fungono da guide di scorrimento molto precise, garantendo una eccellente fluidità di manovra in qualsiasi circostanza. Il fondello della cartuccia è completamente affogato nella testa dell’otturatore, l’estrazione è affidata a un’unghia elastica spinta da una molla interna, mentre l’espulsione è demandata al solito pistoncino a molla presente nella zona dove alloggia il fondello del bossolo. Questa è una delle differenze funzionali più evidenti rispetto alla Sako 85, che utilizza invece un espulsore fisso e ha la parte inferiore della testa dell’otturatore priva del collarino di sostegno del bossolo, cioè perfettamente piana. Anche

l’otturatore, testa inclusa, è ottenuto per microfusione.

LA NOSTRA PROVA Abbiamo portato l’arma nel poligono di Porta Neola di Roma. Bersaglio a 100 metri, appoggio anteriore e posteriore e cartucce Sako con palla Powerhead (cioè Barnes Tsx, ricordiamo che il produttore finlandese ha adottato un nome proprio originale tanto per le palle realizzate “in casa” quanto per quelle realizzate da altri) di 130 grs, più altre con palla Hammerhead di 156 grs. Giornata autunnale, ma temperatura semi-estiva, con addirittura 23 gradi all’ombra e assenza di vento. Al maneggio notiamo subito che l’otturatore scorre bene, l’arma si imbraccia altrettanto bene e il calcio si adatta comodamente in lunghezza. Il caricatore non è molto agevole da togliere, data la necessità di spingerlo verso l’alto mentre si tira la levetta di sblocco, specialmente se si indossano guanti. Però è molto silenzioso, specialmente quando, completamente pieno, urta le pareti della sua sede durante l’in-

1

perché il prezzo non è molto elevato rispetto alla qualità, non ha pecche di funzionamento ne di finiture e nè di materiali ed è attrezzo adatto a chi sa di confrontarsi con condizioni limite meteorogicamente parlando

Con chi si confronta

2

concettualmente, con le altre serie mediumlow cost dei principali produttori europei e statunitensi, come Sauer 101, Mauser M12, Browning A-bolt 3, Remington 783, rispetto alle quali risulta, però, mediamente più curata.

1. La volata è protetta dagli urti, la canna ha profilo medio-leggero da caccia. 2. La testa dell’otturatore presenta le stesse alette sagomate della serie 85, che fungono da guide e garantiscono una eccellente fluidità di scorrimento. 3. Il noce dell’otturatore è polimerico e ben contrasta con il “bianco” generale. È presente l’indicatore di percussore armato.

3 12/2014 ARMI E TIRO

89

PROVA canna rigata Sako A7 Synthetic stainless calibro .270 Winchester

1

2 1. Il calcio ha un appoggiaguancia di tipo inglese, senza Montecarlo. 2. Molto “futuristica”, ma efficace, la texture della zigrinatura nei punti di presa. Sulla coccia è presente un medaglione con il produttore e il nome del modello. 3. L’incassatura è ben realizzata, nella parte anteriore si notano il recoil lug in lega leggera e le costolature di irrigidimento dell’astina.

3

serimento. Durante l’uso, già dalla sistemazione sui rest di appoggio, il rivestimento soft touch ha dimostrato la propria qualità. Ottima anche la presa sulle zigrinature di pistola e asta, anche con guanti indossati. Lo scatto con stecher è veramente ben regolato già di fabbrica e, anche utilizzandolo in modalità diretta, dobbiamo dire che non ci sono grattamenti o impuntamenti durante l’azionamento. Con palla di 156 grs abbiamo avuto rosate di 20x10 millimetri, mentre con quelle di 130 grs i primi 2 colpi sono finiti quasi nello stesso foro, il terzo ha mostrato una leggera tendenza a migrare allargando a 30x40

CALIBRI A CONFRONTO Calibro

Peso palla (grs) 6,5x57 93 .243 Wssm 100 .243 Win 100 .240 Weat mag 100 6 mm Rem 100 .25-06 Rem 117 .25-06 Rem 90 .270 Win 130 .270 Win 156

V0 (m/sec)

E0 (joule)

1.010 948 935 1.038 944 911 1.048 955 830

3.060 2.911 2.841 3.493 2.892 3.149 3.205 3.831 3.482

Caduta a 100 m Caduta a 300 m (mm) (mm) +40 -210 +40 -220 +39 -220 +33 -140 +35 -170 +40 -180 +30 -155 +40 -250 +40 -370

Nota: cadute con azzeramento dell’arma a 200 m.

L’arma è dotata di canna lunga 570 mm, buon compromesso tra la necessità di non svilire le prestazioni balistiche, e la necessità di garantire una buona maneggevolezza.

La calciatura è dotata di pannelli zigrinati dal profilo futuristico e, inoltre, è ricoperta da una finitura Soft touch morbida e grippante 90

ARMI E TIRO 12/2014

SCHEDA TECNICA Produttore: Sako, www.sako.fi Distributore: Pietro Beretta spa, via P. Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.83.411, fax 030.83.41.399, www.beretta.com Modello: A7 Synthetic stainless Tipo: carabina a otturatore girevole scorrevole Calibro: .270 Winchester (anche .243 Winchester, .308 Winchester, .30-06, 7 mm Remington e .300 Winchester magnum) Estrattore: con unghia posta su testa otturatore Espulsore: con pistoncino spinto da molla dentro alla testa dell’otturatore Alimentazione: caricatore amovibile in resina, rinforzato in metallo lateralmente Capacità caricatore: 3 Sicura: con leva laterale posta a destra dell’azione a due posizioni che blocca scatto e otturatore Scatto: con grilletto dotato di stecher regolabile mediante vite a brugola posta davanti al pacchetto scatto Percussione: mediante percussore lanciato Mire: assenti; basette Weaver di serie per l’installazione di ottiche (in prova, Burris 3-12x56 FourX, reticolo 4A illuminato) Lunghezza totale: 1.080 mm Canna: lunghezza 570 mm, profilo medio-light da caccia con volata di 16 mm, passo di rigatura di 1:10” (254 mm) Calciatura: sintetico di colore nero opaco con finitura superficiale in gomma antiscivolo, lunghezza 35 cm, piega al nasello 35 mm, piega al tallone 35 mm, calciolo in gomma nera di 25 mm Materiali: canna e azione in acciaio inox; sottoguardia e caricatore in resina Finitura: satinata Peso: 3.030 grammi Prezzo: 1.774 euro, Iva inclusa

Il bersaglio realizzato a 100 m con cartucce Sako 130 grs Powerhead. Due colpi in 10x10 mm. Bersaglio a 100 m con cartucce Sako 156 grs Hammerhead. Misura 20x10 mm.

Bersaglio a 100 m ancora con le Sako 130 grs. I primi due colpi sono quasi attaccati mentre il terzo è spostato leggermente di circa 20 mm, probabilmente in considerazione del riscaldamento.

mm la rosata. In effetti, complice anche la temperatura ambientale, il riscaldamento della canna (di sezione ridotta) è risultato repentino. Naturalmente la 130 grs è la palla d’elezione del .270, garantendo anche un calo moderato a 300 metri, mentre la 156 risente di più l’abbassamento a questa distanza o, addirittura, anche a distanze inferiori. Comunque, ricordiamo sempre che a caccia è il primo colpo che conta, massimo il secondo. Il terzo, se arriva a 1 o 2 centimetri dai precedenti, non fa certo differenza. La percussione è risultata centrata e l’espulsione ottima. La Sako A7 entra a pieno titolo nella categoria delle armi che, per quello che offrono, hanno un prezzo accessibile, ma restituiscono

anche qualità e prestazioni. Ci vogliono 1.774 euro per averla, ma l’arma ha molti punti validi da proporre. È in acciaio inox, ha ottime rifiniture, basette integrate già pronte per l’ottica, stecher di serie con scatto regolabile, otturatore robusto e fluido, caricatore amovibile, calcio ben disegnato e realizzato con la sua finitura superficiale a prova di scivolo. Senza dimenticare che spara pure bene ed è disponibile in tutti calibri che servono (dal .243 Winchester al .300 Winchester magnum, con due lunghezze d’azione). Unica pecca dovrebbe pesare un poco meno, almeno sotto i 3.000 grammi, ma comunque è appena la di sopra di tale limite e la sua ergonomia aiuta molto nell’uso.

L’autore durante i test di tiro al poligono di Porta Neola di Roma.

12/2014 ARMI E TIRO

91

PROVA canna liscia Winchester Super X3 Red performance calibro 12

Il semiauto DEI RECORD Raniero Testa ha frantumato 12 piattelli con un Sx3, ora Winchester gli offre il grande onore della sua firma sulla carcassa. È senz’altro un semiautomatico efficiente e veloce. Abbiamo provato a vedere quanto... Testo di Massimo Vallini, foto di Matteo Galuzzi

R

aniero Testa ha stabilito il nuovo record del mondo l’11 luglio 2012 al Tiro a volo Montemenola in località Farnete (Lt): l’exhibition shooter frusinate ha rotto i 12 piattelli lanciati in aria tutti insieme da lui stesso. Testa ha battuto il record di 11 piattelli stabilito dall’americano Patrick Flanigan sette anni prima. Denominatore comune dei due record, il semiauto Winchester, le cui prestazioni in termini di velocità e

affidabilità non possono che uscire vincenti. Con il suo Sx3, Testa ha ormai sparato 180 mila colpi in un anno. Flanigan aveva usato il Super X2, Testa l’evoluzione Super X3. Il 3 aprile 2007 Flanigan aveva stabilito il record di velocità con il Super X3: 12 colpi in 1,442 secondi. Il 29 ottobre 2013 Flanigan ha stabilito un secondo record di velocità: 12 colpi in 1.297 secondi con il modello Rhythm 930 della Mossberg, suo attuale sponsor. L’italiano non nasconde di poter tentare anche questo record, ma è ancora presto. Intanto vorrebbe sfidare l’americano sul campo…

Guarda il video

11

SUPER SERBATOIO Winchester ha predisposto un semiautomatico Sx3 speciale, denominato Red performance, proprio per celebrare il record stabilito da Testa nel 2012 così come aveva fatto per il record di velocità di Flanigan. La capacità del serbatoio di questo fucile è naturalmente 11 colpi calibro 12/70 (più uno in camera di scoppio), una cartuccia in meno con le magnum. La canna è lunga 760 mm con strozzatori interni-esterni Invector plus signature concepiti da Briley, con fascetta rossa. La carcassa è anodizzata rossa così come il tappo del serbatoio, il calcio sintetico è ricoperto dalla finitura Dura-touch. Costa 1.579 euro. «Il segreto risiede nel lancio», spiega Raniero Testa. «I piattelli devono presentarsi in maniera ideale. Poi, dopo aver realizzato questo lancio perfetto, occorre avere in mano uno strumento efficace. Il Super X3 che Winchester mi ha messo a disposizione a titolo gratuito è il fucile semiautomatico più rapido al mondo. Questo è il motivo per il quale lo utilizzo, dopo averne provati molti altri». La velocità è fondamentale per rompere i 12 piat92

ARMI E TIRO 12/2014

g

3.488

1.599

Carcassa rosso fiammante per il fucile Winchester Super X3 Red performance, replica di quello con cui il giovane “performer” italiano, Raniero Testa, ha polverizzato 12 piattelli in volo stabilendo il nuovo record mondiale. Nella pagina a fronte: il campione Raniero Testa durante un’esibizione con il Winchester Sx3 Red performance.

12/2014 ARMI E TIRO

93

PROVA canna liscia Winchester Super X3 Red performance calibro 12 1

3

2

4

1. Cinque gli strozzatori Invector plus Signature prodotti da Briley e “dedicati”al Super X3, con fascetta rossa e indicazioni sul grado di strozzature. Si nota il tappo del serbatoio, anodizzato rosso. 2. L’unico pistone collocato sulla sommità del tubo serbatoio in lega leggera. Consente di sparare ogni grammatura di cartuccia da 28 grammi in su. 3. La coppa convogliatrice con i due fori di spillamento del gas dalla canna.

telli in volo. Testa riferisce di aver suggerito piccole migliorie sulla molla, resa più dura e più corta nel passo per accorciare il rinculo, e sul gruppo di scatto, che è stato alleggerito a circa 1.200 grammi. Il rischio d’inceppamento viene superato mediante un’abbondante oliatura delle parti di movimento e mediante l’utilizzo di cartucce 30 grammi piombo 8, veloci per il Trap con contenitore e, soprattutto, fondelli corazzati. Testa “brucia” i piattelli in 2,8 secondi, ma c’è riuscito anche in 2,2 secondi. «Molto dipende dal vento: se distribuisce bene i piattelli tutto risulta più facile. Lancio al massimo a 13 metri d’altezza e, a seconda del vento, sparo da sopra a sotto, altrimenti a grappolo d’uva. Non faccio sempre 12, ma il 10 lo faccio sempre al massimo nei tre lanci. E considerate che quest’anno ho fatto oltre 80 esibizioni». Il fucile Winchester Sx3 Red performance, però, si distingue solo per l’allestimento e gli accessori dalle altre varianti dello stesso fucile semiautomatico. Che si distinguono comunque per rapidità di funzionamento, brandeggio “facile”, naturale acquisizione della mira, affidabilità e debole sensazione di rinculo. L’azienda garantisce 5 colpi in 0,49 secondi, io ho sparato 12 cartucce in 4,50 secondi, impiegando una media di 0,30 secondi con un minimo di 0,16 secondi tra un piattello e l’altro. Davvero, così com’è

il fucile, risulta difficile solo avvicinare i mostruosi record che detiene. Tutto, in questo Super X3 è comunque progettato per la velocità e la performance. Il pistone a corsa corta assicura un’azione velocissima, ma anche più soffice e morbida. È proprio la active valve (valvola attiva) integrata nel pistone che ottimizza il gas dell’esplosione della cartuccia e utilizza solo quelli utili al cinematismo del fucile. Così il Super X3 può utilizzare tutte le cartucce del mercato, dalle più leggere alle più pesanti. Niente di più e niente di meno. La risposta del semiauto è sempre validissima.

4. Altamente personalizzabile il calcio del fucile, sia come pieghe e vantaggio sia come lunghezza, grazie agli spessori in dotazione. 5. Il lato sinistro della carcassa in Ergal, con le fresature per l’eventuale montaggio di basette per ottiche. Il rosso è bello, fiammante, poi c’è la firma di Raniero Testa e il logo dell’azienda.

L’azienda garantisce che sia possibile sparare cinque cartucce in 0,49 secondi complessivi 94

ARMI E TIRO 12/2014

5

1. La bindella è a ponticelli, larga 6 mm, con mirino intermedio bianco, a perla. La canna è finita con trattamento Perma cote Ultra tough di colore grigio.

1

2

2. Il calcio è in polimeri con copertura antiscivolo Dura-touch. 3. L’astina ha forme geometriche, le feritoie servono per far defluire i gas inutili per il cinematismo del fucile, espulsi dalla valvola del pistone. 4. Sulla pistola c’è una goccia con la “W”del marchio statunitense. 5. L’ottimo calciolo Pachmayr Decelerator, studiato per assorbire al meglio l’energia del rinculo.

3

4

5

Per chi vuole comprarlo A chi è indirizzato al tiratore di shotgun Ipsc che, solo, può apprezzare la capienza del serbatoio

Cosa richiede questo fucile è veloce, stabile, ha un calcio molto ergonomico anche se un po’ inconsueto, assai personalizzabile

Perché comprarlo perché è originale e il prezzo invoglia; il marchio è prestigioso e l’affidabilità garantita

Con chi si confronta Benelli Vinci Speedbolt, Benelli SuperSport, Browning Maxus

DAL 2006 Il Super X, costruito dal 1974 al 1981, è stato un grande successo per Winchester. Poi, nel 1999 il Super X2 e, nel 2006, il Super X3. Nella versione Red performance il calcio è in materiale sintetico con copertura Dura-touch antiscivolo molto confortevole, personalizzabile alla conformazione fisica del tiratore grazie a una serie di spessori utili a variare piega e lunghezza del calcio. Il calciolo Pachmayr Decelerator è studiato per assorbire l’energia del rinculo, in modo da mantenere il fucile sempre allineato e fermo sulla spalla. Le dimensioni della pala del calcio e dell’astina sono più sottili e “magre“ per un feeling più leggero e per una maggiore controllabilità del fucile. Il funzionamento, come detto, è un classico recupero di gas, che si basa su una valvola integrata nel pistone a corsa corta, la quale regola il flusso dei gas originati dalla combustione della cartuccia e prelevati da due fori nell’anima della canna, in corrispondenza del cilindro di presa gas saldato alla canna. Il pistone ha al suo interno una molla che, tarata per reagire alle pressioni che superano una soglia prestabilita, si comprime e fa uscire, attraverso i 16 fori di sfiato, i gas in eccesso, che defluiscono poi dalle fessure tra canna e astina. I gas che en-

IL WINCHESTER SX3 A PALLA Munizione Sellier & Bellot Practical Baschieri & Pellagri Target slug Fiocchi Nova slug Fiocchi Slug palla Brenneke Orlandi Extra palla Cervo

Peso palla (g) 28 28 32 31,5 28

V0 (m/sec) 410 430 430 425 445

E0 (J) 2.353 2.530 2.959 2.854 2.772

Rosata (mm) 44 47 46 95 35

trano nel cilindro di presa gas spingono, lungo il tubo serbatoio in lega ultraleggera, il pistone e un manicotto in materiale plastico con una piccola astina d’armamento sporgente, che trasmettono il cinematismo all’otturatore.

CANNA FN La canna del modello provato è costruita dalla Fn, forata a 18,7 e lunga 760 mm (30”), pesante 1.051 grammi. Il mirino ha inserto in fibra (sostituibile) di colore giallo, c’è anche il mirino intermedio a perla, la bindella zigrinata antiriflesso 6x6 mm è a ponticelli. È disponibile anche la canna di 710 mm, per entrambe le canne c’è anche la possibilità di strozzature fisse. È in acciaio Ni-Cr-Mo, cromata internamente con finitura grigia Perma-cote (Ultra tough) che Winchester considera più resistente della brunitura standard. È canna Backbore, cioè leggermente sovralesata nell’anima. La carica dei pallini subisce così uno sfregamento inferiore sulle pareti interne: i tempi di canna sono più rapidi e i pallini conservano intatte le loro qualità balistiche, senza subire eccessive deformazioni. La caratteristica si traduce in un rinculo inferiore e anche gli strozzatori allungati Invector plus, studiati proprio per le canne Back-bore, vedono migliorata la loro efficacia. Qui hanno la propaggine esterna con fascetta rossa e scritte identificative: Cyl (cilindrico), Improved cylinder (****), Modified (***), Improved modified (**), Full (*). Il fucile si smonta svitando il cappellotto del serbatoio, davanti all’astina, anch’esso in alluminio anodizzato rosso. La carcassa è un monoblocco compatto, fresato a controllo numerico, in Ergal anodizzato rosso con intagli per l’eventuale montaggio delle ottiche di puntamento. I profili sono 12/2014 ARMI E TIRO

95

PROVA canna liscia Winchester Super X3 Red performance calibro 12

Il Red performance è lungo 1.295 mm con canna di 710 e pesa 3.488 grammi.

arrotondati. Sul fianco destro compare, in nero, il nome del fucile e la scritta “World record limited edition”, sull’altro fianco il logo dell’azienda, la firma di Raniero Testa e il suo nome. L’otturatore si manda in chiusura mediante il pulsante che si trova sul lato destro della carcassa, mentre non è previsto il cut-off, poiché il rapido sistema di caricamento consente ugualmente l’eventuale cambio della cartuccia in camera. Il traversino della sicura, alla base del ponticello, è reversibile. Il grilletto è molto addossato al ponticello, ha una corsa molto breve e il peso di scatto è notevole: 3.284 grammi sulla media di dieci pesate. Il gruppo otturatore (pesante 294 grammi) è sempre costituito da un carrello e dall’otturatore vero e proprio, oscillante, al cui interno scorre il percussore. Sulla coda dell’otturatore c’è il rampone che va a impegnarsi nella finestra corrispondente nel prolungamento della canna, costituendo la chiusura geometrica dell’arma. Per arrestare il movimento retrogrado dell’otturatore, c’è un cuscinetto elastico che smorza parte del rinculo (già presente sul Super X2 e sul Browning Gold). Un altro tamponcino elastico è posizionato nel bocchettone in cui va inserito il gruppo di scatto. Ser-

2

1

I 12 COLPI AL TIMER n° 1: tempo-0.96”; parziale 0.0” n° 2: tempo-1.18”; parziale 0.22” n° 3: tempo-1.18”; parziale 0.22” n° 4: tempo-2.15”; parziale 0.97” n° 5: tempo-2.57”; parziale 0.42” n° 6: tempo-2.9”; parziale 0.34”

n° 7: tempo-3.09”; parziale 0.19” n° 8: tempo-3.36”; parziale 0.28” n° 9: tempo-3.55”; parziale 0.19” n° 10: tempo-3.71”; parziale 0.16” n° 11: tempo-4.11”; parziale 0.40” n° 12: tempo 4.5”; parziale 0.39”

3

1. L’autore al tiro durante la prova di velocità nel tunnel. 2. La finestra di espulsione ha tutte le superfici arrotondate. L’otturatore, il bottone che comanda l’otturatore e l’elevatore sono in acciaio. 3. Il prolungamento di culatta con la feritoia in cui si impegna il tenone dell’otturatore.

4

5

4. Il gruppo otturatore è costituito da un carrello e dall’otturatore vero e proprio, oscillante, al cui interno scorre il percussore. La manettina è ampia. 5. Il gruppo di scatto è in tecnopolimeri e acciaio. Il peso di scatto è attorno ai 3.300 grammi.

96

ARMI E TIRO 12/2014

SCHEDA TECNICA Produttore: Browning Winchester international sa, www.browningint.com Distributore: Bwmi, via Parte 33, 25060 Marcheno (Bs), fax 030.89.60.236, [email protected] Modello: Sx3 Red performance Calibro: 12/76 Tipo: fucile semiautomatico per tiro Funzionamento: a recupero di gas Chiusura: con rampone oscillante dell’otturatore su asola del prolungamento di culatta Canna: lunga 760 mm, con coni di forzamento allungati e strozzatori intercambiabili Invector plus Briley Signature per pallini in acciaio (Cyl, 1/4, 1/2, 3/4, Full), pesante 1.051 grammi, forata a 18,8 mm back bored Organi di mira: mirino in fibra fluorescente, mirino intermedio di collimazione in ottone, bindella 6x6 mm Alimentazione: serbatoio tubolare da 11 colpi standard e 10 magnum Estrattore: a unghia con molla, sulla faccia dell’otturatore Espulsione: mediante puntone caricato con molla Scatto: gruppo di scatto Lightning migliorato, peso di 3.284 grammi (media di dieci pesate) Calcio: a pistola in composito, lungo 370 mm, con calciolo in gomma, pieghe al naso di 44 e al tallone di 55 Materiali: carcassa in alluminio; calcio in composito; canna in acciaio al carbonio Finitura: carcassa anodizzata nera; canna brunita Ultra tough cote; calcio finito a olio Sicurezza: manuale a traversino, invertibile Lunghezza totale: 1.295 mm con canna di 760 mm Peso rilevato: 3.488 g (con canna di 760 mm) Dotazioni: valigetta in Abs; piastrine piega e lenght of pull; 5 strozzatori (Cyl, 1/4, 1/2, 3/4, Full) con chiave; magliette ad attacco rapido Prezzo: 1.599 euro, Iva inclusa

LA PROVA IN PLACCA (*** INTERNO-ESTERNO, A 35 METRI) 44

38 26

12

22

18

38

50

25

39 13

14

8

14

28

23

Cartuccia: Fiocchi Pl con 32 grammi piombo n°7 Totale pallini per cartuccia: 355 Percentuale di pallini nel cerchio di 750 mm: 69,8% (248 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio esterno: 68,5% (170 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio interno di 350 mm: 31,5% (78 pallini) Distribuzione: buona in ogni settore

Cartuccia: Orlandi Speedfire con 30 grammi piombo n°5 Totale pallini per cartuccia: 213 Percentuale di pallini nel cerchio di 750 mm: 76,9% (164 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio esterno: 70,1% (115 pallini) Percentuale di pallini nel cerchio interno di 350 mm: 29,9% (49 pallini) Distribuzione: buona in ogni settore

La rosata migliore del lotto in prova, 35 mm con le cartucce Orlandi Extra.

Alcune delle cartucce della prova. Da sinistra: Fiocchi Pl 32 con 32 grammi di piombo 7, Orlandi Speed fire con 30 grammi di piombo 5, Orlandi Pallettoni con 9 pallettoni 10/0 per 27 grammi e Orlandi Extra con palla Cervo di 28 grammi.

ve per eliminare gli eventuali giochi dovuti al fatto che i pezzi sono totalmente intercambiabili, come richiede la produzione industriale in serie. Il manettino dell’otturatore è sovradimensionato, di forma ovale, facilmente estraibile.

Ottimi per il tiro istintivo gli organi di mira, costituiti da un mirino in fibra ottica di colore giallo unito a un secondo mirino a perla verniciato in bianco e posto a metà della bindella. Comodo il mirino intermedio soprattutto a palla. Proprio con questa tipologia di tiro, sparando serie velocissime abbiamo ottenuto risultati molto soddisfacenti, sempre attorno ai 10 centimetri, da 3 e da 5 colpi. Le rosate in placca, a 35 metri, con le cartucce a pallini, sono tutte soddisfacenti e guarnite. Otto dei 9 pallettoni della cartuccia Orlandi, a 20 metri di distanza, sono finiti in 300 mm. Da sottolineare come la finestra di alimentazione abbia gli spigoli arrotondati, cosa che facilita non poco il ricaricamento veloce dell’arma evitando dolorosi contatti con la mano che esegue l’operazione. Lo scatto, discreto, avrebbe bisogno di un intervento di accuratizzazione per rendere al meglio. In particolare, è pesante e troppo lunga la corsa necessaria al riaggancio, cosa che talvolta rende difficoltoso il doppiaggio in velocità dei colpi. E ha reso molto difficile il mio tentativo di andare sotto i 4,5 secondi nello sparo in sequenza veloce dei 12 colpi. Ciononostante l’arma non si inceppa mai. E si consumano cartucce che è un piacere...

SUL CAMPO La prova è avvenuta in tunnel e sul campo di Tiro dinamico di Uboldo (Va). Il semiautomatico è venduto in una pesante valigetta che lo contiene montato, perfetta per viaggiare in aereo. Si rivela subito per quello che è: veloce, rapido, confortevole nonostante quel calcio così magro. Il fucile viene bene all’imbracciata considerando le dimensioni non siano certo contenute: nonostante la canna lunga 760 mm e il serbatoio sovradimensionato, lungo altrettanto, il fucile complessivamente non si presenta affatto pesante, né scomodo nell’utilizzo. Ogni cartuccia Orlandi Speedfire carica pesa 42 grammi, il “carico” completo di 12 cartucce è perciò 504 grammi che vanno a collocarsi sotto la canna e si aggiungono ai 3.488 del fucile scarico. Svuotando il serbatoio in velocità si avverte la tendenza della canna a impennarsi, ma basta esserne consapevoli per porvi rimedio.

12/2014 ARMI E TIRO

97

PROVA pistole semiautomatiche Hs Hs-9 sub-compact calibro 9x21

La piccola... GRANDE È una subcompact, ma con 13 colpi nel caricatore che possono diventare addirittura 15 con il caricatore maggiorato. Sicure a profusione, tutte automatiche, eccellente controllabilità e precisione degna di una full size

Testo e foto di Domenico Giaquinto

L

a Hs-9 sub-compact appartiene alla serie Standard del produttore croato ed è pertanto caratterizzata da una realizzazione meno sofisticata dei modelli Xdm. Il che non significa che non sia solida, affidabile e precisa: anzi, le guide al dust cover per l’installazione di sistemi ausiliari di mira e il capace caricatore di scorta con prolunga dell’impugnatura, ne estendono la latitudine di impiego e la proiettano in una sfera operativa che va oltre quella d’elezione delle subcompact. Nella serie di maggiori pretese manca una vera subcompact in 9 mm poiché la Xdm più piccola ha canna di 3,8”(96,5 mm), almeno se ci si limita a visitare il sito Hs. In realtà, l’americana Springfield armory commercializza la Xd-s con canna di 3,3” (83,8 mm), un’interessante Hs in 9 mm e .45 acp con capacità rispettivamente di 7+1 e 5+1 colpi. Mentre, però, la Xd-s è monofilare, la pistola della nostra prova ha caricatore bifilare di 13 colpi, la cui adozione ha conferito al fusto una certa corposità. La Hs-9 sub-compact non è leggerissima e ciò la rende controllabile, unitamente alle reazioni non eccessive della cartuccia camerata.

COMPATTA, MA... Con linea moderna e forme squadrate, la Hs-9 subcompact si distingue per il peculiare rapporto tra l’altezza e la lunghezza, che quasi si equivalgono. L’ampio ponticello col rest, per il tiro con i guanti, ma anche le guide di cui è fornito il dust cover a dispetto della brevità del fusto, concorrono nel renderla valida per il law enforcement, settore nel quale all’occorrenza anche a una subcompact si può chiedere un volume di fuoco elevato. Non a caso, della dotazione di vendita fa parte il citato caricatore di riserva, di 16 colpi, con prolunga dell’impugnatura 98

ARMI E TIRO 12/2014

Xd gear. Sono acclusi: la valigetta di plastica nera con interno in schiuma, il manuale di istruzioni in inglese, la bacchetta di pulizia in plastica e, infine, una bottiglina di plastica da 20 ml per l’olio. Il caricatore standard, d’acciaio inox come quello lungo, presenta sul frontale il foro per il dente di ritegno e il logo Springfield armory con due cannoni incrociati. Del logo, invece, è privo il caricatore più capace. Posteriormente, il caricatore standard reca 10 fori per il controllo delle munizioni, con relativa indicazione numerica, ovvero un foro per ogni cartuccia dal quarto al tredicesimo colpo. Sul pad in plastica figurano le scritte “Hs” e “9 mm 13rd” (cioè 13 colpi). Il caricatore lungo ha 12 fori per il controllo delle munizioni, con relativa indicazione numerica per ogni foro, ossia un foro per ciascun colpo dalla quinta alla sedicesima cartuccia. La prolunga migliora la tenuta dell’impugnatura grazie anche ai pannelli con la stessa quadrettatura antisdrucciolo del front strap e del backstrap del telaio. La Hs-9 sub-compact è una pistola semiautomatica con chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato, fusto in polimeri, percussore lanciato e scatto in sola Singola azione. Articolati i sistemi di sicura, tutti di tipo automatico, all’insegna della massima operatività: il blocco al percussore impedisce che quest’ultimo possa far detonare la cartuccia camerata per inerzia qualora l’arma urti con il vivo di volata in seguito a una caduta; la sicura al grilletto, costituita da una leva ubicata in posizione centrale, grazie alla quale il grilletto medesimo non può arretrare a causa di attriti laterali fortuiti; infine, la sicura dorsale, che impedisce sia lo sparo sia lo scarrellamento se la pistola non è impugnata correttamente. A essere precisi, se la sicura automatica all’impugnatura non è disattivata, il carrello può essere arretrato ma solo per un breve tratto. Alla sicurezza d’impiego

13-15 g

740

690

La Hs-9 sub-compact è una semiautomatica con fusto in polimeri, chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato, scatto in sola Singola azione e percussore inerziale. Camerata in 9x21, ha caricatore di 13 colpi.

12/2014 ARMI E TIRO

99

PROVA pistole semiautomatiche Hs Hs-9 sub-compact calibro 9x21 concorrono gli avvisatori visivo-tattili di colpo in canna e di percussore armato: posizionato sul dorso del carrello, il primo protrude in modo abbastanza evidente a cartuccia camerata; l’altro sporge dalla piastrina posteriore di chiusura del carrello. Il fusto in polimeri è dotato di pulsante ambidestro di sgancio del caricatore, incassato a protezione dalle attivazioni accidentali. L’impugnatura ambidestra ha su entrambi i lati sgusci con risalto poggiapollice. Buona la grippabilità dei fianchi del fusto e della quadrettatura di front strap e backstrap. L’elsa abbastanza pronunciata permette di impugnare alto per contrastare il rilevamento. Nel fusto alloggia un blocchetto metallico dal quale sono ricavate le guide anteriori di scorrimento del carrello; le guide posteriori sono in polimeri, integrali al fusto. Il blocchetto è tenuto da due perni: quello posteriore funge anche da fulcro del

grilletto. Dal blocchetto è ricavato il piano che interagisce con la canna per l’abbassamento della culatta, allo sparo. Posteriormente, il blocchetto presenta un leggero svaso che ad arma in apertura combacia con la rampa d’alimentazione, per facilitare la cameratura. Infine, il blocchetto tiene il perno di fermo della canna, solidale alla leva di smontaggio, che è rigata come l’hold open. Privo di spigoli e parti taglienti che possano ferire il tiratore durante il maneggio, il carrello è ispessito nella zona delle guide di scorrimento. Distanziate e grippanti, le alette inclinate di presa sono presenti sia sulla porzione superiore sia nella parte inferiore, più larga. La robustezza della slitta otturatore si evince anche dal peso, di 330 grammi circa. L’estrattore elastico è interno, la nervatura d’alimentazione è levigata. Apprezzabile il sovradimensionamento del blocco automatico al per-

Per chi vuole comprarla A chi è indirizzata a chi desidera una pistola compatta dalle prestazioni elevate

Cosa richiede la conoscenza del sistema di scatto e delle sicure automatiche per disporne in modo adeguato. Con munizioni appropriate le prestazioni balistiche non risentono troppo della brevità della canna

Perché comprarla per la rapidità di impiego, le dimensioni e il peso contenuti, l’affidabilità e la precisione

Con chi si confronta Beretta Px4 Storm Subcompact, Caracal Cp662, Glock 26, Heckler & Koch P2000 Sk, Ruger Sr9c, Sig sauer P250 Subcompact e Smith & Wesson M&P9c Compact size.

La destinazione elettiva di una subcompact è il porto occulto, ciononostante la Hs ha caratteristiche che strizzano l’occhio al law enforcement: ponticello con rest per il tiro con i guanti, guide al dust cover per l’installazione di sistemi di mira ausiliari e caricatore di riserva di 15 colpi con prolunga dell’impugnatura.

Grazie al caricatore lungo con estensione dell’impugnatura, il rendimento di questa subcompact si avvicina a quello di una full-size 100

ARMI E TIRO 12/2014

1. Alla brevità dell’impugnatura, che è lo scotto da pagare all’occultabilità dell’arma, si rimedia all’occorrenza col caricatore da full size con prolunga Xd gear, fornito di serie. L’azionamento dell’hold open e del pulsante di sgancio caricatore è agevole, particolarmente fluida e leggera la disattivazione della sicura automatica dorsale.

1

2

2. La tacca di mira, d’acciaio, è innestata a coda di rondine. Gli spigoli sono smussati per ridurre il rischio che il tiratore si ferisca scarrellando, il traguardo è abbastanza largo.

3

3. Come la tacca, il mirino è d’acciaio ed è innestato a coda di rondine. Le dimensioni e la forma squadrata facilitano il puntamento sia nel tiro rapido sia nel lento mirato. Il dot per il tiro con poca luce è più grande dei due punti bianchi della tacca.

cussore e dell’appendice di ritegno, che interagiscono. La finestra d’espulsione è maggiorata per agevolare la fuoriuscita del bossolo. La canna, lunga 78 mm, ha un ingrossamento radiale in volata che provvede al centraggio diretto col carrello. La camera di scoppio determina il vincolo meccanico canna-carrello inserendosi nella finestra d’espulsione, all’uopo la camera di scoppio ha conformazione prismatica. La rampa d’alimentazione è finita a specchio. Nonostante la smussatura inferiore del bordo della camera di scoppio, che favorisce l’alimentazione, persino a ore 6 il corpo del bossolo è supportato dalle pareti della canna quasi fino alla gola d’estrazione. Infatti, l’arma restituisce bossoli integri anche sparando le cartucce di maggiore potenza. Sempre per agevolare la cameratura, l’intera circonferenza dell’invito della camera di scoppio è lievemente svasato. L’asta di guida telescopica, con due molle di ritorno del carrello, ammortizza l’arresto a fondo corsa della slitta otturatore e addolcisce la percezione delle reazioni allo sparo. In tema finiture, preme sottolineare la pulizia delle lavorazioni sebbene l’arma a prima vista possa sembrare spartana.

GLI ORGANI DI MIRA E LO SCATTO Le mire, d’acciaio, sono innestate a coda di rondine. La tacca fissa ha gli spigoli smussati per ridurre il rischio che il tiratore si ferisca scarrellando. Il traguardo è largo a sufficienza per acquisire rapidamente il mirino. Quest’ultimo ha forma squadrata e dimensioni generose che agevolano il puntamento sia nel tiro lento mirato sia sparando in velocità. Per il tiro con poca luce, le mire sono fornite del three dot system costituito da due punti bianchi ai lati del traguardo cui corrisponde il più largo dot bianco del

mirino. Il produttore dichiara un azzeramento a 10 metri “a ore 6”, ovvero per tirare leggermente più in alto rispetto al bordo superiore degli elementi di mira. Questi ultimi possono traslare nella propria sede, per la taratura della derivazione. Per modificare l’alzo sono disponibili tacche di tre altezze differenti, spaziate di 0,5 mm: O, G e H, che misurano rispettivamente 6,3, 6,8 e 7,3 mm. Sulla Hs-9 sub-compact in prova è installata la tacca di mira G, di 6,8 mm. Nonostante la brevità fusto, il dust cover è fornito di guide per l’installazione di sistemi ausiliari di mira. Lo scatto in sola Singola azione ha la precorsa molto lunga, terminata la quale anche nel tiro rapido si percepisce chiaramente l’ingaggio del secondo tempo. Quest’ultimo è lungo, è affetto da attriti indesiderati e ha un collasso di retroscatto abbastanza evidente. Il peso di sgancio rilevato è di circa 3.500 grammi, in linea con l’estremo superiore dell’escursione di 2.500-3.500 g dichiarata dalla Casa. Le caratteristiche appena esposte, suscettibili di un certo miglioramento dopo un congruo rodaggio, costituiscono un limite alla gestibilità della Hs. Un limite che è ininfluente per l’uso pratico ma che avverte il tiratore esperto, in grado di sfruttare le elevate potenzialità dell’arma.

LA NOSTRA PROVA Per le prove pratiche ho impiegato cartucce Fiocchi Black mamba, ottimizzate per le difesa personale grazie alla leggera e veloce palla blindata troncoconica Fmjtc di 100 grs. Ho anche impiegato le Fiocchi Top target, con palla Rncp di 124 grs. Infine, ho assemblato tre diverse ricariche utilizzando bossoli Prvi partizan, inneschi Cci small pistol e polvere Sipe N. Dietro palle blindate troncoconiche Fmjtc 123 grs Fiocchi ho caricato una dose (massima) di 12/2014 ARMI E TIRO

101

PROVA pistole semiautomatiche Hs Hs-9 sub-compact calibro 9x21 5,9 grs. La ricarica in parola generalmente fornisce ottimi risultati in termini di potenza e precisione. Quindi, ho assemblato ricariche medie, con palla ogivale blindata Fmj Fiocchi di 123 grs e una dose di 5,4 grs di Sipe N. In pratica, la cartuccia per impiego generico. Infine, la classica tranquilla palla piombo, economica, dolce da sparare e precisa. L’ho assemblata con palle in lega troncoconiche Custom performance bullets di 124 grs spinte da 4,5 grs di Sipe N. L’arma ha funzionato alla perfezione prescindendo dall’intensità di caricamento e dalla tipologia di proiettile, anche a caricatore pieno e sparando in posizione rilassata. Regolari l’estrazione e l’espulsione dei bossoli, dai quali ho rilevato deformazioni anelastiche e affumicatura al di sotto della norma. Buone per potenza e centratura le impronte di percussione, contraddistinte da una sorta di craterizzazione non determinata da pressioni eccessive bensì dalla conformazione della faccia dell’otturatore. Impiegando munizioni spinte, nell’uso pratico si può parzialmente rimediare allo scadimento della velocità del proiettile e della relativa energia cinetica determinato dalla brevità della canna. Infatti, le ricariche con la palla Fiocchi Fmjtc 123 grs hanno erogato un’energia cinetica di ben 48 kgm alla V0 di 344 m/ sec. Molto buono anche il rendimento delle Black mamba, con 46 kgm e 376 m/sec. Apprezzabile il rendimento delle ricariche medie con la Fiocchi Fmj

123 grs, con una E0 di 39 kgm e una V0 di 313 m/sec. Le ricariche palla piombo hanno spinto il proiettile Tcbb 124 grs a 288 m/sec, l’energia cinetica corrispondente è stata di 33 kgm. Le prove di precisione sono state effettuate a 25 metri in tiro lento mirato, sparando a due mani in posizione isoscele, senza appoggio. L’arma ha reso molto bene con le ricariche con la palla troncoconica, sia in lega sia blindate. I colpi di scarto sono stati determinati in primo luogo dalla difficoltà a gestire lo scatto. Le Black mamba hanno prodotto raggruppamenti tutt’altro che disprezzabili, senza la prolunga dell’impugnatura. Con le ricariche con la palla Fmj e con le ramate Top target le rosate si sono allargate. Buona la taratura di fabbrica delle mire, poco rilevanti le variazioni del punto d’impatto in funzione della cartuccia impiegata. Nel tiro rapido la brevità dell’impugnatura è evidente: persino chi ha mani piccole trova difficoltà ad appoggiare il mignolo. La grippabilità degli sgusci con appoggiapollice e delle superfici quadrettate del front strap e del back strap è buona. Le reazioni allo sparo possono essere gestite senza troppe difficoltà sia per la relativa pesantezza dell’arma, per una subcompact polimerica, sia per la natura non punitiva della 9x21. In pratica, con tutte le munizioni il rilevamento è poco pronunciato mentre il rinculo è solo un po’ più vivace per le cartucce più potenti, con palla blindata. A caricatore

1

2

3

Riassumendo Estetica l’aspetto è spartano e “professionale”

Calibro vanta un buon equilibrio tra potenza e controllabilità

Utilizzo pratico scelta valida per il porto occulto ma anche per la difesa abitativa, potendo disporre di sistemi ausiliari di mira e del caricatore lungo

Maneggevolezza ottima, l’arma è brandeggiabile. Le reazioni allo sparo non sono punitive

Diffusione merita una collocazione nel segmento d’appartenenza, che è elitario.

1. Nel fusto in polimeri alloggia il blocchetto d’acciaio dal quale sono ricavate le guide anteriori di scorrimento del carrello. Le guide posteriori sono in polimeri, integrali al fusto. Posteriormente si vedono l’espulsore, il sear e la levetta deputata alla disattivazione del blocco automatico al percussore. 2. Il pulsante di sgancio del caricatore è ambidestro. Il ponticello con rest è ampio. Al grilletto è fulcrata in posizione centrale la leva della sicura automatica che ne previene l’arretramento in seguito ad attriti laterali. Nonostante la brevità del fusto, il dust cover ha le guide per l’installazione di sistemi di mira ausiliari.

4

3. L’esame dell’interno del carrello denota l’apprezzabile qualità delle lavorazioni. Si vedono l’estrattore elastico e la nervatura d’alimentazione levigata. Si noti il sovradimensionamento del blocco automatico al percussore e dell’appendice di ritegno del percussore medesimo, che interagiscono. 4. L’avvisatore visivo e tattile di camera carica è ubicato sul dorso del carrello. L’estrattore elastico è interno.

102

ARMI E TIRO 12/2014

SCHEDA TECNICA Produttore: Hs Produkt, www.hs-produkt.hr, [email protected] Importatore: Dtg srl, Via Del Dosso 62, 21010 Cardano Al Campo (Va), tel. 0331.731468, fax 0331.263068, www.dt-group.it, [email protected] Modello: Hs-9 sub-compact Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9x21 Impiego specifico: difesa personale Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema ColtBrowning modificato Scatto: sola Singola azione, peso scatto dichiarato 2.500-3.500 g Alimentazione: mediante caricatore bifilare da 13 colpi, del tipo ad andamento alternato con presentazione singola della cartuccia; con l’arma è fornito un caricatore lungo, con estensione dell’impugnatura, della capacità di 16 colpi Numero colpi: 13+1 (15+1 con caricatore lungo) Percussione: mediante percussore lanciato Sicura: automatica al percussore; automatica al grilletto; automatica a depressione, all’impugnatura, che impedisce lo sparo e lo scarrellamento; avvisatore visivo-tattile di armamento del percussore; avvisatore visivo-tattile di camera carica Canna: lunga 78,5 mm; rigatura destrorsa a 6 principi, passo 1:250 mm Mire: tacca fissa, d’acciaio, innestata a coda di rondine; mirino d’acciaio innestato a coda di rondine; three dot system con punti bianchi per il tiro con poca luce Lunghezza totale: 157,5 mm Altezza: 120,5 mm (141 mm con caricatore di 15 colpi) Spessore: 33 mm Linea di mira: 126 mm Peso: 740 g scarica (770 g con caricatore lungo) Materiali: fusto in polimeri; canna e carrello d’acciaio al carbonio, caricatori inox Finitura: nera antiriflesso per canna e carrello Prezzo: 690 euro, Iva inclusa

TABELLA BALISTICA Munizioni commerciali Marca Fiocchi Fiocchi

Tipo palla Fmjtc Rncp

Peso palla (grs) 100 124

V0 (ft/sec) 1.233 1.009

V0 (m/sec) 376 307

Sd 5,2 3,5

E0 (ft.lbs) 336 279

E0 (kgm) 46 38

E0 (joule) 456 379

Munizioni ricaricate Ricarica 1. 2. 3.

Tipo palla Peso palla (grs) Fmjtc 123 Fmj 123 Tcbb 124

Polvere Dose (grs) V0 (ft/sec) V0 (m/sec) Sd Sipe N Sipe N Sipe N

5,9 5,4 4,5

1.128 1.028 944

Dose polvere (grs) 5,4 6,0 5,9 5,4 4,5

V0 (ft/sec)

344 313 288

2,4 4,8 7,3

E0 (ft.lbs) E0 (kgm) E0 (joule) 347 287 245

48 39 33

470 390 332

Energia di rinculo Cartuccia

Tipo palla

Fiocchi Fiocchi Ric. 1. Ric. 2. Ric. 3.

Fmjtc Rncp Fmjtc Fmj Tcbb

Peso palla (grs) 100 124 123 123 124

1.233 1.009 1.128 1.028 944

Peso arma (libbre) 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6

Rinculo (ft.lbs) 4,2 4,5 5,3 4,4 3,7

Rinculo (kgm) 0,5 0,6 0,7 0,6 0,5

Rinculo (joule) 5,8 6,1 7,2 6,0 5,0

Si ringrazia l’armeria Manfredi di Nola (Na).

Le prove di precisione sono state effettuate in tiro lento mirato a 25 metri. Con le potenti ricariche con la palla Fiocchi Fmjtc 123, la Hs ha fornito prestazioni eccellenti, per una subcompact.

La rosata delle ricariche palla piombo con la Custom performance bullets Tcbb 124 grs.

pieno l’energia di rinculo si riduce rispetto ai valori indicati. La controllabilità è ancora maggiore col caricatore prolungato che appesantisce ulteriormente la pistola e fornisce un’impugnatura da full size. Nel maneggio, l’azionamento dell’hold open è agevole. Lo sgancio del caricatore richiede una certa decisio-

La canna è lunga 78,5 mm. Il centraggio diretto col carrello è determinato dal lieve ispessimento radiale in volata. La rampa di alimentazione è a specchio. Alle estremità dell’asta di guida telescopica sono vincolate le due molle di ritorno che ne ammortizzano l’arresto di fondo corsa del carrello e incidono positivamente sulla controllabilità.

La rosata delle Black mamba, ottimizzate per la difesa personale grazie al leggero e veloce proiettile Fmjtc di 100 grs.

ne per la posizione incassata dei pulsanti. Grazie alla collocazione nell’incavo dell’elsa, anche i tiratori con mani piccole disattivano in modo naturale la sicura automatica all’impugnatura.

CONCLUSIONI Prodotta sia con carrello opaco sia d’acciaio inox satinato, la Hs ha peso e dimensioni contenuti che agevolano il porto occulto. Ciò nonostante spara alla grande e il volume di fuoco è nient’affatto trascurabile già col caricatore standard. La scelta oculata delle munizioni permette di ridurre il gap prestazionale con le full size in termini di velocità ed energia cinetica. Il potenziale della semiautomatica croata diventa assolutamente rilevante, per una subcompact, usufruendo di sistemi di mira ausiliari e del caricatore lungo con estensione dell’impugnatura. Spartana solo all’apparenza, l’arma in prova è realizzata con materiali e lavorazioni di ottimo livello. Nell’uso pratico, l’assenza di comandi di disarmo e/o sicura permette la massima rapidità di impiego mentre le sicurezze automatiche ne rendono l’utilizzo proficuo in qualsiasi contesto operativo. Il rapporto qualità/ prezzo è favorevole. 12/2014 ARMI E TIRO

103

TECNICA canna rigata Remington 700 Stainless Xcr II calibro .375 H&H magnum

Customizzata PER L’AFRICA Una Remington camerata nel più leggendario calibro per il safari, economica, robusta e maneggevole: sottoposta a un minimo di “cure” custom, è diventata più docile e stabile allo sparo, nonché super-affidabile 104

ARMI E TIRO 12/2014

Testo e foto di Stefano Cicognani

L

a carabina Remington Xcr II calibro .375 Holland & Holland magnum rappresenta una delle soluzioni di minor costo per l’Africa: con un lieve sovrapprezzo per le modifiche che abbiamo deciso di eseguire, è possibile ottenere un’arma affidabile e precisa, in grado di gestire bene il poderoso calibro in cui è camerata. Remington per la sua serie 700 adotta unicamente due lunghezze di azione, la corta per le munizioni della classe .308 Winchester

La silhouette della carabina Remington Xcr II calibro .375 H&H, dopo l’installazione dell’ottica (Ior 2-12x32) e l’esecuzione delle customizzazioni.

Prima della cura

g

3.400 Dopo la cura

g

4.900

1.429

e diversi short magnum, la lunga per tutti i calibri di lunghezza maggiore. Il materiale adottato per azione e canna è l’acciaio inossidabile Aisi 416, rivestito di un trattamento esterno speciale nero opaco di brevetto Remington, denominato TriNyte, che garantisce resistenza molto superiore a graffi e a corrosione rispetto allo stesso acciaio inox non trattato: guardando attraverso l’azione si vede il colore bianco dell’acciaio inossidabile della culatta della canna, a essa avvitata. L’azione della Xcr II è ovviamente lunga, per la munizione che raggiunge i 91,5 mm di lunghezza, il castello è costituito dal robusto anello cilindrico anteriore e dal ponte posteriore chiuso con parte superiore a doppio raggio di circonferenza: sulla sommità dell’azione sono posti i 4 fori filettati per il montaggio della base porta ottica. L’anello anteriore dell’azione è filettato per ricevere la canna, in esso sono anche ricavati i due recessi per i tenoni dell’otturatore. Nella parte inferiore è ricavata la finestratura in cui è inserito il serbatoio fisso, che contiene tre cartucce. Inoltre è ancorato il gruppo di scatto X-Mark Pro, molto funzionale. Dallo stesso gruppo di scatto sporge la leva della sicura, che si posiziona col suo rullino zigrinato sul lato destro dell’azione. Due le posizioni che può assumere: “F”, per fuoco, o “S”, per sicura, in quest’ultimo caso viene bloccato il gruppo di scatto. Per accedere alle regolazioni del gruppo X-Mark Pro è necessario separare la meccanica dalla calciatura: è possibile registrare un peso di trazione al grilletto da 700 a circa 1.800 grammi. Sulla parte anteriore del gruppo di scatto sono poste due viti con testa a brugola di 1/16 di pollice (1,6 mm circa): quella superiore regola il collasso di retroscatto agendo sulla fine corsa del grilletto, la vite inferiore regola il peso di scatto. Sulla parte posteriore del gruppo è posta la vite di regolazione dell’aggancio, che influisce sui piani di scat-

to e corsa del grilletto. Consiglio vivamente di mantenere la regolazione di trazione di sgancio al grilletto superiore al chilogrammo.

STRUTTURA CLASSICA L’otturatore è il classico Remington a due generosi tenoni anteriori: si serra con precisione nell’azione. La sua faccia è incavata e avvolge il fondello della munizione, costituendo una solida e concentrica chiusura detta “dei tre anelli d’acciaio”, particolarità motivo di orgoglio della Remington per comprovata robustezza. Al centro della faccia incavata dell’otturatore c’è il foro del percussore, l’espulsore è a pistoncino caricato a molla, trattenuto in sede da una spina elastica, l’estrattore è costituito da una molla a lamina sagomata che sporge con una piccola unghia verso il centro: lavora flettendo in un recesso ricavato dalla circonferenza interna nella testa dell’otturatore e aggancia la flangia del fondello della munizione quando interferisce. Nella parte posteriore dell’otturatore è saldato il robusto manubrio d’azionamento piegato all’indietro, che termina con il caratteristico pomo ovale zigrinato. Infine vi è il tappo di culatta, al cui interno scorre il codolo del percussore, che svolge anche la funzione di avviso dello stato di armamento. La manovrabilità dell’otturatore è scorrevole e precisa, per poterlo estrarre dall’azione è necessario premere il tastino quadro posto entro la guardia, davanti al grilletto. La canna, lunga 24” (610 millimetri) è ottenuta per rotomartellatura a freddo, la rigatura è a sei principi ad andamento destrorso con passo di 1:12” (305 mm), ha un diametro di 32 mm in appoggio all’azione e di 17 mm alla volata. È dotata di mire metalliche di ottima fattura: la tacca di mira può scorrere su rampa graduata per la regolazione in altezza e mediante vite laterale può essere regolata in derivazione; il mirino a perla di colore

L’azione è quella lunga di Remington, con in più un recoil lug di spessore maggiorato rispetto ai calibri standard.

12/2014 ARMI E TIRO

105

TECNICA canna rigata Remington 700 Stainless Xcr II calibro .375 H&H magnum bianco è fissato su rampa e protetto da tunnel. Tra canna e azione è interposta la spessa lamina del recoil lug che funge da prisma di scarico delle forze, è bloccata dall’avvitamento della canna sull’anello anteriore del castello. Rispetto alle azioni Long per calibri standard, il recoil lug dei calibri magnum presenta uno spessore superiore. È inserito nella sua apposita sede ricavata all’interno del calcio e distribuisce il rinculo lungo la calciatura, evitando sollecitazioni alle viti di unione, per mantenere il più saldo possibile l’accoppiamento tra meccanica e calciatura, a scongiurare l’insorgere di vibrazioni e deleteri giochi a discapito della precisione, ma soprattutto della sicurezza. La calciatura sintetica è in mescola di polimeri e fibra di vetro di colore verde oliva, nei punti di presa sull’impugnatura e sotto la canna sono inseriti cuscinetti antisdrucciolo neri della Hogue, in gomma più morbida e rugosa che rendono l’imbracciata più confortevole. Il calcio è piuttosto dritto e proporzionato, con pistola allungata anche per mani grandi, con appoggiaguancia alla sinistra della pala e speciale calciolo di notevole spessore per l’assorbimento del rinculo, denominato SuperCell. Nella parte inferiore, incernierata al sottoguardia si trova la soletta del serbatoio, che può essere aperta agendo sul comando posto all’interno del ponticello del grilletto, per lo scaricamento rapido. Alle parti estreme del calcio, completano la dotazione i due pomoli forati per le magliette a sgancio rapido della cinghia di trasporto. L’incassatura è priva di bedding, al suo interno e anche dentro la pala del calcio sono presenti una serie di costolature, rinforzi trasversali equidistanti per aumentarne la rigidità. Anche la can-

1

na non è flottante, è presente un punto di appoggio sulla parte apicale del calcio, allo scopo di garantire una pressione di contatto costante tra canna e calciatura. La carabina è stata allestita con slitta monopezzo Leupold Mark 4 in acciaio, robusti anelli bassi a quattro viti della Tps, anche questi in acciaio, e ottica Ior 2-12x32 a reticolo Mp8 illuminabile.

LA PROVA INIZIALE Due i tipi di proiettile in mio possesso, Sierra Game king 250 grs e Speer Grand slam di 285 grs. Ho caricato la Speer Grand slam con 71 grani di Vihtavuori N540, ho inserito il proiettile nel bossolo fino a collimare il bordo del colletto al solco di crimpatura, che ho effettuato piuttosto decisa: ho ottenuto munizioni di lunghezza complessiva di 89,85 mm. La palla Sierra Game king di 250 grs è una Spbt, più slanciata della Speer Grand slam e priva del solco di crimpatura, così non ho modificato la regolazione del die inseritore, ho caricato dietro questa palla 74 grani di Vihtavuori N540, effettuato analoga crimpatura decisa, e ottenuto munizioni di lunghezza complessiva di 91,45 mm. Mi sono accertato, con arma a sicura inserita e tenendo la volata in direzione protetta, che le munizioni fossero compatibili con il serbatoio, eseguendo in bianco l’inserimento, l’estrazione e l’espulsione di tutte le munizioni, con fluidità e alcuna incertezza. Tutto regolare. Mi ci sono volute due sessioni al Tsn di Imola (Bo), per comprendere le reazioni allo sparo e rilevare gli aspetti critici dell’arma. Premetto che avevo controllato, prima di recarmi in balipedio, il serraggio delle viti tra calcio e azione, che risultavano strette e correttamente in tensione

Per chi vuole comprarla A chi è indirizzata a chi desidera affrontare il Safari con un’arma economica, robusta, razionale, precisa

Cosa richiede le scelte tecniche di accuratizzazione alle quali l’abbiamo sottoposta hanno giovato all’affidabilità e al controllo

Perché comprarla perché è una eccellente base di partenza per una bolt-action “umana” nel più famoso calibro africano

Con chi si confronta per fascia di prezzo, con la Cz 550 Safari magnum.

2

1. Il tipico pomo schiacciato e zigrinato dell’otturatore e la sicura a due posizioni.

3

4

2. Trattandosi di un’arma da safari, sono previste anche le mire metalliche. La tacca di mira è montata su una rampa e consente la regolazione (non micrometrica) sia in altezza, sia in derivazione. 3.Il mirino a perla è protetto da tunnel. Una delle customizzazioni eseguite dall’autore è stata l’installazione del freno di bocca, previa filettatura del vivo di volata. 4. Dopo l’applicazione del freno, l’arma è stata sottoposta a “riprova” al Banco nazionale di Gardone (malgrado tale pratica non sia indispensabile). In evidenza anche il recoil lug, interposto tra canna e azione.

106

ARMI E TIRO 12/2014

1

2

1. La faccia dell’otturatore. In evidenza l’estrattore esterno tipo Sako, realizzato custom dopo che l’estrattore originale, concentrico alla corona interna del fondello, ha dato qualche incertezza di funzionamento. 2. Altro lavoro di affinamento, l’aggiunta dei due pilastrini-sede delle viti di unione dell’azione alla calciatura, in acciaio. 3. Aggiunto il glass bedding sull’incassatura, che copre anche i pillar. È stato iniettato materiale polimerico anche all’interno dell’impugnatura a pistola, per irrobustimento generale. 4. Lo scatto X Mark pro è regolabile da 700 a circa 1.800 grammi. Per un’arma da safari, sarebbe meglio non scendere al di sotto del chilogrammo.

3

senza deformazioni visibili al sottoguardia o alla calciatura: così come riportato su diverse fonti, relativamente alle calciature in polimeri prive di bedding, in cui le viti di giunzione tra azione e calcio non devono essere serrate all’esasperazione. Nell’esplosione dei colpi il rinculo è notevole, ma non eccessivo (si capisce, anche questa sensazione è soggettiva, ma ritengo che un qualsiasi “sano” cacciatore riesca bene a contrastarlo), purtroppo però si percepisce netta anche una componente di torsione lungo la calciatura: il rinculo trova dissipazione anche in torsione a causa della leggerezza e poca rigidità del calcio, così come nel tiro all’imbracciata senza appoggio il rilevamento è molto accentuato. Posso anche comprendere la scuola di pensiero, che al posto del bed-

UN CALIBRO LEGGENDARIO PER L’AFRICA La .375 Holland & Holland magnum fu presentata dalla omonima società di Londra nel 1912, per utilizzo venatorio nelle colonie britanniche in Africa e Asia: nel tempo si è guadagnata sul campo grande reputazione, è divenuta la munizione universalmente riconosciuta per tutti i generi di caccia grossa: dagli animali africani più pericolosi, agli orsi e i grandi ungulati di tutto il mondo. Tanti professional hunter preferiscono ancora tra le proprie mani armi camerate in questa brillante munizione, per la potenza che è in grado di esprimere senza essere esasperata; per l’intrinseca gestibilità, che si concretizza in un rinculo sì sostenuto ma umanamente ben sopportabile; per’ottima precisione e capacità di penetrazione superiore a tanti altri calibri da caccia grossa; perché consente un uso agevole dell’arma con doppiaggio rapido dei colpi, senza apportare al cacciatore ulteriore stress durante le fasi di caccia. Il bossolo è del tipo belted, con anello di cintura di rinforzo posto alla base subito sopra al fondello. Dal .375 H&H sono state derivate innumerevoli altre munizioni, accorciando o modificandone la spalla, restringendone o allargando il colletto, per ricordarne alcune: .458 Winchester magnum, .458 Lott, .416 Remington magnum, .300 Holland & Holland Magnum, 7 e 8 Remington magnum, .300 e .338 Winchester magnum, e i calibri Weatherby dal .257 al .340 Weatherby magnum. Oltre un secolo di vita e l’avvento di più moderne munizioni e armi, non hanno intaccato l’affermazione di questa munizione, attualmente i principali costruttori di fucili ne hanno a catalogo almeno un modello. Il range di caricamenti spazia normalmente da pesi di palla da 235 a 300 grani. Norma presenta nei suoi caricamenti commerciali una serie di munizioni denominate African ph, con palle di 350 grani round nose, Soft point o completamente blindata. Buona sensazione anche in ricarica: i voluminosi bossoli scorrono e si adattano ai die con precisione e poco sforzo, sono rimasto piacevolmente sorpreso nel provare facilità di lavorazione al pari di calibri più piccoli.

4

ding predilige per un’arma da caccia l’assemblaggio per punto di contatto costante tra canna e calcio (filosofia di Remington): non è sbagliato, in quanto nell’esercizio venatorio gli appoggi sono i più disparati e altrettanto diverse le situazioni di tiro, a patto però che la pressione si mantenga costante, e non insorgano imperfezioni nella giunzione tra meccanica e calciatura, ma anche che la calciatura sia dimensionata alla meccanica e al calibro. A riprova della validità delle bolt-action Remington, a 100 metri le rosate con entrambi i tipi di munizione, erano distribuite in un diametro di circa 8 centimetri, malgrado la mediocre reazione allo sparo per svirgolamento della calciatura e rilevamento piuttosto forte. Qualche mancato aggancio dell’estrattore si era manifestato già dalla prima sessione di tiro; durante la seconda sessione in poligono, tutto normale per i primi venti colpi, poi il problema si è ripresentato, ho richiuso diverse volte l’otturatore sul bossolo sparato senza riuscire a riaggancialo. Utilizzata la bacchetta di pulizia per estrarre il bossolo, ho sparato un ulteriore colpo, ma l’estrattore non ne ha più voluto sapere di svolgere il suo compito. Sono bastati una sessantina di colpi per compromettere l’estrattore, che risultava completamente arretrato e compresso nel suo recesso: anche la sporgenza sagomata che costituisce l’unghia estrattrice risultava ripiegata sulla sua stessa lamina: probabilmente sarò incappato in un particolare difettoso, ritengo però che lo spazio di lavoro del tradizionale estrattore Remington sia troppo esiguo e insufficiente, in relazione alle dimensioni ed esuberanza della munizione.

LA CUSTOMIZZAZIONE Mi sono rivolto all’armeria Zanotti di Bologna, storica bottega artigiana di Giorgio e Andrea Simoni che in collaborazione con l’amico Gianfranco Manfredini, proseguono la tradizione di produrre raffinate doppiette da caccia sui modelli di Renato Zanotti, 12/2014 ARMI E TIRO

107

TECNICA canna rigata Remington 700 Stainless Xcr II calibro .375 H&H magnum oltreché costruire magnifiche carabine a canna rigata per caccia e tiro a marchio Top gun. Ho raccontato le mie esperienze, e abbiamo concordato di procedere alla realizzazione di pillar bedding in acciaio inox (supporti a pilastrino inseriti nel calcio nelle posizioni di tiraggio delle viti) e glass bedding dell’incassatura, letto di resina nella zona di giunzione tra azione e calciatura, coinvolgente gli stessi pillar entro i quali passano le viti di unione; si è provveduto a eliminare il punto di contatto sulla parte apicale del calcio, lasciando la canna completamente libera di flottare. Questo intervento ha consentito di riassemblare l’arma con serraggio delle viti a valore di torsione definito, per una forza di 7,5 Nm (Newton per metro) con chiave dinamometrica. Smontato il calciolo, dall’interno della pala si è potuto accedere all’impugnatura, che è stata riempita a rinforzo con 450 grammi di resina polimerica epossidica. Per quanto riguarda l’estrattore, mi sono state prospettate due possibilità: sostituzione con nuovo ricambio originale Remington, oppure modifica alla testa d’otturatore e installazione di estrattore tipo Sako, semplice e robusto gancio elastico installato longitudinalmente al corpo dell’otturatore. Intendendo privilegiare l’affidabilità ho scelto senza indugi l’estrattore Sako. Sapevo di poter contare sull’esperienza di Gianfranco e Giorgio, che per una modesta spesa hanno ottimizzato la calciatura originale e apportato miglioria al sistema d’estrazione di questa carabina Remington Xcr II: sono profondamente grato a embrambi. Altro intervento a cui pensavo è stato l’installazione di un freno di bocca, che ho affidato alla Castellucci sport di Forlì. Luciano Castellucci è un

bravo e serissimo artigiano che conosco da vent’anni, svolge l’attività coi figli Cristian e Alex, ai quali ha trasmesso la passione per le armi e il piacere dei lavori fatti a regola d’arte: nel loro campo sono in grado d’espletare all’intera gamma di riparazioni e manutenzioni, sia per parti meccaniche che calciature; rinomati per la fabbricazione di ottimi strozzatori intercambiabili per la canna liscia, sono centro di assistenza tecnica autorizzata dal marchio Benelli. È stata filettata la volata e installato un freno di bocca a 30 fori radiali, molto simile al Kdf-Weatherby, inoltre l’arma è stata sottoposta a riprova presso il Banco nazionale di Gardone, malgrado non fosse obbligatorio. Comunque, nell’arco di un mesetto e per un costo irrisorio, mi è stata restituita la carabina di ritorno da Gardone Val Trompia, nella sua nuova veste compensata. Finalmente ho potuto testare oggettivamente quest’arma, che dopo gli interventi tecnici correttivi, ha potuto esprimere la sua piena potenzialità. L’imbracciata è istintiva e l’occhio si pone automaticamente alla corretta distanza e al centro dell’oculare, risulta molto bilanciata e non si sentono gli effettivi 4.900 grammi di peso. Molto equilibrata la reazione allo sparo, che ora è scaricata longitudinalmente, priva di vibrazioni e sollecitazioni torcenti; il rinculo è diminuito di un buon 40 per cento rispetto a prima dell’installazione del freno di bocca e il rilevamento è assai inferiore: il tutto si traduce in una buona gestibilità e soddisfazione al tiro. A paragone, posso con sicurezza affermare che il comportamento di questa carabina Remington Xcr II così allestita, per rinculo e rilevamento è assimilabile se non inferiore, a bolt-action prive di freno di bocca camerate

1

ARMI E TIRO 12/2014

2. La canna è in acciaio inox e, malgrado le superfici esterne abbiano subito il trattamento TriNyte nero opaco, la parte dentro l’azione presenta il colore naturale. 3. Il lato sinistro. In evidenza il calcio polimerico Hogue con inserti overmolded, con appoggiaguancia poco rilevato e sprovvisto di Montecarlo.

2

3

108

1. Il fondello del serbatoio incernierato, porta inciso il nome del modello.

SCHEDA TECNICA Produttore: Remington, www.remington.com Importatore: Paganini sas, corso Regina Margherita 19 bis, 10124 Torino, tel. 011.81.77.860, www.paganini.it Tipo: carabina a ripetizione manuale Modello: 700 Stainless Xcr II (Xtreme condition rifle) Calibro: .375 H&H Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole Percussione: percussore lanciato Alimentazione: serbatoio fisso bifilare con fondello incernierato Capacità di fuoco: 3+1 Scatto: X-Mark Pro trigger, regolabile da 700 a circa 1.800 grammi Estrattore: unghia sul bordo interno della testa dell’otturatore (sostituito con lamina a gancio longitudinale all’otturatore) Espulsore: piolo caricato a molla Sicurezza: manuale a due posizioni Canna: a profilo conico rotomartellata, lunghezza 610 millimetri, 6 principi destrorsi con passo di un giro in 12” (305 mm) Mire: tacca di mira micrometrica in altezza e derivazione, mirino fisso su rampa con perla di colore bianco protetto da tunnel; linea di mira 490 mm; fori sull’azione per il montaggio dell’ottica (cannocchiale Ior 2-12x32 con reticolo Mp8 illuminabile) Calciatura: in polimeri e fibra di vetro di colore verde oliva, con inserti in gomma antisdrucciolo nei punti di presa; (effettuati pillar bedding in acciaio inox e glass bedding dell’incassatura, l’impugnatura è stata rinforzata con resina epossidica) Lunghezza totale: 1.125 mm (con freno di bocca, 1.190 mm) Peso: 3.400 g (con ottica e accuratizzazione, 4.900 g) Materiali: acciaio Aisi 416 Finitura: TriNyte Prezzo: 1.429 euro (customizzazione esclusa)

TABELLA BALISTICA Munizioni ricaricate Ricarica

Tipo palla

1. 2.

Sierra Sbt GameKing Speer Grand slam Sp

Peso palla (grs) 250 285

Polvere

Dose (grs) Oal (mm)

Vithavuori N540 Vithavuori N540

74 71

91,45 89,85

V0 (m/ sec) 850 790

E0 (joule) E0 (kgm) 5.853 5.755

597 587

Media di 5 rilevazioni eseguite a 2 metri con cronografo Chrony Master alpha.

Rosate a 50 metri. A sinistra i risultati con la palla Sierra, a destra con la palla Speer.

Rosate a 100 metri. A sinistra i risultati con la palla Sierra, a destra con la palla Speer.

Rosate a 200 metri. A sinistra i risultati con la palla Sierra, a destra con la palla Speer.

L’autore durante la prova di tiro al Tsn di Imola (Bo).

in uno dei vari calibri .300 magnum. La prova di tiro è stata effettuata sui rest del poligono di Imola, sulle linee dei 50, 100 e 200 metri. A 50 metri la rosata Sierra è di 32 mm misurata tra i margini più esterni,

con 4 colpi in 20 mm; la rosata Speer è di 34 mm tra i margini più esterni, con 4 colpi in 23 mm. A questa distanza senza strappi, possono essere realizzati raggruppamenti sotto il minuto d’angolo. A 100 metri la rosata Sierra misurata tra i margini più esterni è di 46 mm; la rosata Speer è di 38 mm. Sulla distanza dei 200 metri, la rosata Sierra tra i margini più esterni è di 65 mm; la rosata Speer è di 67 mm. Trovo i risultati ottenuti al tiro molto lusinghieri per quest’arma da caccia, ma soprattutto provo affidabilità del funzionamento, tranquillità nella gestione dell’intrinseca potenza, con un’intensa soddisfazione che solo i grossi calibri sanno dare. Porterò questa carabina nella nostrana caccia di selezione, in attesa di una trasferta verso ambiti più prestigiosi che meriterebbe: per quanto riguarda il calibro .375 Holland & Holland magnum, ha superato brillantemente il suo primo secolo di vita guadagnandosi l’immortalità. 12/2014 ARMI E TIRO

109

PROVA ex ordinanza e collezione Galil Sar calibro .223 Remington

L’Ak di DAVIDE Testo e foto di Diego Ruina

P

ensato per sostituire il Fal, ispirandosi all’Ak, ma basandosi sul Valmet adattato al nuovo calibro della leadership occidentale: sebbene contasse numerose scelte progettuali molto valide il Galil ebbe una vita operativa tanto breve nel Paese d’origine (Israele) quanto variegata nel resto del mondo. La Nuova Jager è riuscita a procurarsene un lotto (demilitarizzato), per la felicità dei collezionisti.

COME È FATTO Dando un’occhiata più da vicino all’arma, siamo di fronte a un fucile d’assalto a fuoco selettivo, che funziona con pistone a corsa lunga, azionato dai gas prelevati dalla canna, otturatore rotante a due tenoni comandato dal movimento del portaotturatore. Insomma, sistema Ak vecchio e ben collaudato ripreso appunto dall’Rk62 finlandese da cui il Galil deriva direttamente, a tal punto che receiver impiegati nei primi prototipi erano prodotti a Helsinki dalla Valmet. Le pressioni del 5,56, rispetto a quelle più tranquille del calibro russo mantenuto dai finlandesi, resero necessario passare a un receiver ottenuto per fresatura di blocco forgiato, più costoso e pesante, ma più resistente. Un altro punto cruciale fu la riprogettazione e il dimensionamento del foro presa dei gas e del blocco che li avrebbe convogliati verso il pistone. Il foro originale, decisamente troppo largo per poter funzionare bene con il più piccolo calibro, fu drasticamente ridotto a 1,8 mm e inclinato di 30°, mentre sulla testa del pistone cromato si decise di aggiungere un secondo anello scanalato per dare un ulteriore appoggio, senza però creare troppa superficie di contatto e consentendo lo scarico dei gas. L’affidabilità è stata così raggiunta, ma la violenza di espulsione del bossolo è tale da rendere quella dei Pe90 della Sig a dir poco modesta. La canna cromata a sei principi destrorsi nelle prime versioni aveva una rigatura passo 1:12 pollici, pensata per la munizione M193 di 55 grani, passata poi a 1:7 pollici per poter utilizzare le più pesanti Ss109/M855 di 62 grani. In volata si adottò uno spegnifiamma a 6 aperture molto simile al birdcage americano primo tipo, pensato per lancio 110

ARMI E TIRO 12/2014

La Nuova Jager ha importato alcuni esemplari del Galil, con i marchi originali dell’Israel defence force. Un pezzo di storia del XX secolo, un progetto straordinario che ha saputo fondere le qualità dell’Ak 47 e quelle del calibro 5,56x45 mm

di granate. Il progetto vide altre interessanti modifiche al disegno dell’arma ispiratrice: dalla nuova manetta di armamento piegata verso l’alto, all’aggiunta di una seconda leva di selezione fuoco vincolata alla prima, ma facilmente azionabile col pollice della mano destra, alla protezione per la leva di sgancio caricatore (già adottata sul progetto finlandese). Il caricatore di 35 colpi si basava sul concetto dell’Ak, ma fu comunque previsto un adattatore per l’impiego dei caricatori Stanag. Come calciatura si scelse una soluzione tubolare di acciaio saldato che ricorda quella presente su alcuni modelli di Fal, vincolata al receiver con un robusto blocchetto saldato. Lo sgancio era facilmente effettuabile con una sola mano e si ripiegava sul lato destro. Le mire furono anch’esse oggetto di particolare attenzione e basate sull’impostazione finlandese: prevedevano mirino regolabile in altezza e derivazione e protetto da un tunnel, fissato sul blocco presa gas. La diottra a “L” posteriore, invece, è regolabile solo in altezza e collocata su un blocchetto saldato al carter posteriore del castello. Ovviamente il posizionamento sul carter (amovibile) ha richiesto un irrobustimento del componente ma, soprattutto, un montaggio più accurato rispetto al receiver. Tanto il mirino quanto la diottra prevedono, inoltre, la presenza di seconde mire abbattibili al trizio. Alcune varianti di Galil prevedevano la presenza di un bipiede da agganciare tramite un perno a molla alla parte inferiore dei gas block appositamente modificati. La robusta struttura in acciaio del bipiede, a quanto pare, fu oggetto di particolare studio e includeva una cesoia taglia fili. Inoltre, l’estremità a gancio era pensata per aprire i tappi a corona delle bottiglie! Si narra che questo curioso utilizzo sia stato previsto a causa dell’abitudine dei militari di aprire le bottiglie con i labbri dei caricatori degli Uzi, pratica che poteva danneggiarli e causare inceppamenti. Nell’arma non fu previsto un attacco baionetta, dato che a quanto pare Israele non prevedeva ufficialmente l’uso della baionetta, se non in occasioni particolari, si optò per un attacco posticcio da fissare temporaneamente alla canna in caso di necessità. Tutte le parti metalliche esterne dell’arma sono parkerizzate, tranne il receiver che presenta una mano ulteriore di smalto nero.

Dalle sabbie del Golan, un’arma leggendaria disponibile per gli appassionati nostrani: il Galil, demilitarizzato dalla Nuova Jager.

12/2014 ARMI E TIRO

111

PROVA ex ordinanza e collezione Galil Sar calibro .223 Remington

1

2 1. La leva di sicura ha un rinvio sul lato sinistro, che fa capolino dalla parte inferiore del castello consentendo la manovra con il pollice della mano destra. L’impugnatura è polimerica. 2. Il calcio ha struttura metallica tubolare ed è originariamente ripiegabile sul lato destro. In ossequio alla normativa sulla demilitarizzazione, è stato bloccato in posizione di apertura.

3

LE VARIANTI I Galil furono realizzati in vari allestimenti; nel calibro 5,56 ci furono le tre versioni base Ar (Assault rifle) con canna di 460 mm, la Arm (Assault rifle machinegun) e la Sar, versione carabina con canna di 332 mm (oggetto dell’articolo) che praticamente avevano la stessa base a cui venivano aggiunte maniglia di trasporto, guardamano in legno maggiorato e bipiede per la versione Arm, mentre la versione Sar montava canna e pistone accorciati. Dei primi anni Novanta è invece il Mar (micro Galil), con canna di 210 mm e diversi parti riprogettate per

4

adattarsi alla nuova misura, mire ridisegnate e selettore a 3 modalità di fuoco: raffica libera, raffica 3 colpi e semi auto. Pochi anni dopo il Micro, fece la sua comparsa il Mark1 Dmr (Designate marksman rifle) una versione sniper con canna selezionata, calciolo munito di appoggiaguancia e bipiede. Furono poi sviluppare varianti in altri calibri come il Galatz (Galil Tzlafirm) nei primi anni Ottanta, variante sniper accuratizzata in 7,62x51 con solo funzionamento semiauto, canna pesante sezionata, scatto in due tempi regolabile, calciatura fissa regolabile, freno di bocca ridisegnato e caricatore da 20 colpi fornito di

3. In primo piano la manetta di armamento, piegata verso l’alto per consentire l’azionamento con la sinistra, la sicura derivata dal sistema Ak, la grossa protezione dello sgancio caricatore. 4. La versione Sar ha la canna lunga soli 332 millimetri, provvista di rompifiamma ma priva di sistema di aggancio per il bipiede.

LA STORIA DEL GALIL Fu con la Guerra dei sei giorni del 1967, 17 anni dopo la sua adozione da parte delle forze israeliane, che l’Fn Fal vide l’inizio della fine della sua carriera, per via della scarsa affidabilità derivata dell’intolleranza cronica della piattaforma di origine belga alla sabbia ed alla polvere che “sfortunatamente” abbondano in medio Oriente. Nacque cosi la richiesta ufficiale per trovare un sostituto. La risposta di Paesi esteri che cercarono di accaparrarsi la fornitura non si fece attendere: arrivò sotto forma di H&K 33 dalla Germania, di M16A1 e Stoner 63 dagli Stati Uniti, e di Ak 47 dalla Russia. Due furono le proposte locali a farsi avanti, una firmata da Uziel Gal, progettista dell’Uzi, la seconda a opera di Yisrael Galil. Fu proprio il progetto di Galil, derivato dall’Rk62 prodotto da Sako e da Valmet per forze finlandesi, a risultare più convincente. Se sulla scelta meccanica non vi furono molti dubbi, grazie alle esperienze di elevatissima affidabilità degli Ak catturati, la scelta del calibro si riversò sull’occidentalissimo e sempre più diffuso 5,56x45. Il subentro degli Stati Uniti al posto della Francia nel ruolo di principale partner fornitore di armi per Israele portano facilmente a presupporre una forte percentuale politica in questa scelta, anche considerando

112

ARMI E TIRO 12/2014

che gli Stati Uniti non avrebbero mai fornito la munizione russa. Qualunque siano stati i retroscena, il progetto Galil fu quello vincente e prese il via vedendo i primi prototipi testati a cavallo tra gli ultimi anni Sessanta e primi anni Settanta. Sottoposti a numerosi test in presenza di fango, sabbia, polvere e sporco per verificarne affidabilità di funzionamento per un totale di diciottomila colpi complessivi per ciascun esemplare, passarono poi a numerosi test operativi che portarono a varie piccole migliorie. Il semaforo verde per la produzione di massa arrivò il 5 settembre 1971: la distribuzione alle truppe, inizialmente prevista per l’anno seguente, ebbe ritardi e il Galil fu presentato ufficialmente ai media solo l’11 aprile 1973. Qualche centinaio di esemplari fu prodotto in tempo per la parata del giorno dell’indipendenza dello stesso anno. Purtroppo i venti di guerra del periodo portarono in pochi mesi al conflitto dello Yom Kippur e fecero ulteriormente slittare la consegna alle truppe. Per ovviare le problematiche di molti Fal ancora in servizio si decise quindi di sostituirli con pistole mitragliatrici Uzi a canna lunga, in attesa dell’arrivo dei Galil che avvenne in massa nel 1974.

serie con un ottica Nimrod 6x40. Esiste poi una variante in .30 M1 pensata per scopi di polizia, denominata Magal e, infine, alcune produzioni civili nate direttamente in semiauto, assemblate in altri Paesi. Ultime in ordine cronologico sono i Galil Ace, una nuova generazione proposta nelle varianti Micro, Sar e Ar camerate in 5,56 Nato, 7,62x39 e 7,62 Nato. Queste versioni, sottoposte migliorie tecniche e progettuali, vedono la presenza di slitte Picatinny per il posizionamento di accessori e altri accorgimenti di ultima generazione (Armi e Tiro, giugno 2013). Purtroppo la vita operativa dei Galil nelle forze israeliane, nonostante le buone premesse, è stata stroncata dall’inizio del piano di aiuti militari americano, e già nel 1975 risultarono molto più convenienti le eccedenze di produzione del Vietnam di M16A1 che la fabbricazione di Galil nuovi, riducendo l’effettivo impiego operativo alla sola versione Sar da parte di unità meccanizzate e corazzate per via delle ridotte dimensioni e del calcio pieghevole. Al contrario l’impiego da parte di numerosi Paesi asiatici e dell’America latina, di alcuni Stati dell’area caucasica, e da alcuni Paesi europei (tra cui l’Italia, Armi e Tiro maggio 2013) è stato molto più variegato, generando una grande varietà di configurazioni e allestimenti tra produzioni su licenza e commissioni estere.

GUARDIAMOCI DENTRO L’esemplare oggetto dell’articolo è stato gentilmente messo a disposizione dall’armeria Army d’Elite di Brescia e fa parte di un lotto di produzione israeliana recentemente arrivato nel nostro Paese, demilitariz-

zato e commercializzato da Nuova Jager. Si tratta di Galil Sar, quindi la versione carabina. A incuriosirci in questo esemplare è la presenza del guardamano in legno maggiorato, progettato per le varianti Arm, che presenta nella parte inferiore la sede per alloggiare il bipiede. Tale accessorio non era infatti previsto sul Sar e lo dimostra anche il blocco presa gas con la parte inferiore piatta, priva di aggancio per bipiede. La presenza di un guardamano di questo tipo non è affatto inusuale, come pure l’assenza della verniciatura nera del receiver di questo esemplare (ma presente su altri esemplari). Che siano quindi armi rivendute da qualche repubblica baltica o da altri Paesi o meno è difficile saperlo, ma i Galil, sia che fossero destinati alle forniture estere, sia che fossero destinati alle truppe erano spesso assemblati o riarsenalizzati con la componentistica disponibile in arsenale senza andare per il sottile. Le condizioni dell’esemplare in questione sono decisamente buone, la fosfatazione è ben tenuta e meccanicamente non ha segni o tracce che lascino presumere un vita operativa particolarmente lunga. L’arma, nonostante le dimensioni contenute, è massiccia e pesante e dà un’impressione davvero robusta. Purtroppo, per via delle norme italiane sulla demilitarizzazione, oltre alle modifiche interne riguardanti il funzionamento automatico, il calciolo risulta bloccato in apertura tramite una saldatura (che perlomeno è abbastanza discreta), ed è provvista di un caricatore orribilmente mutilato a 5 colpi e rivettato. Messo di fianco un Ak, notiamo nel dettaglio le differenze progettuali che lo contraddistinguono. Salta

1

2

1. Il Galil Sar (sotto) a confronto con l’Akm, versione modernizzata dell’Ak 47. La parentela è più che evidente. 2. L’arma in smontaggio ordinario. In alto a destra si nota il cilindro di presa gas, che come nel Valmet è fissato mediante un innesto a “T” e facilmente amovibile per la pulizia.

12/2014 ARMI E TIRO

113

PROVA ex ordinanza e collezione Galil Sar calibro .223 Remington subito all’occhio il nuovo design della manetta di armamento, la seconda leva di selezione fuoco, che davvero risulta molto comoda e facile da a azionare al posto della più vecchia (seppur presente) leva sul lato destro. Soprattutto le mire, sono decisamente più funzionali e di concezione moderna. È interessante vedere come il carter di protezione, su cui è fissata la diottra, sia rinforzato nei bordi e come la sua sede sia estremamente precisa (fin troppo), garantendo un incastro a dire poco solido. Le due diottre a 90 gradi sono pre-tarate per i tiri da 0 a 300 metri, e da 300 a 500 metri, ovviamente con la munizione militare prevista. Il mirino è posizionato direttamente sul gas block tramite un incastro a coda di rondine, la regolazione in derivazione avviene tramite due viti contrapposte e, sulla parte frontale, sono incise tacche di riferimento. La regolazione in altezza avviene tramite un foro nella parte superiore del tunnel di protezione. I riferimenti abbattibili al trizio di questo esemplare non sono presenti: anche se ormai esauriti nella luminosità, sarebbero stati certo un piccolo valore aggiunto al posto dei fori vuoti delle sedi, su cui sarebbe comunque possibile rimontarli con poco lavoro. Il caricatore è un ibrido tra il sistema Ak (nella parte superiore e nel sistema di aggancio), e il sistema Ar (di cui riprende nervature e forma nella parte inferiore). Sul lato destro del receiver, in corrispondenza del bocchettone, è presente un fresatura di alleggerimento che ricorda molto quelle degli Ak 47 con fusto in acciaio fresato, Le posizioni del selettore sono contrassegnate da caratteri in lingua ebraica. Sul lato sinistro del receiver troviamo, in corrispondenza del bocchettone, la fresatura per l’at-

tacco della slitta laterale dell’ottica e, a pochi millimetri, il numero di matricola. Più indietro, in corrispondenza del grilletto, sempre con caratteri ebraici è impressa la scritta “Rs Galil 5.56” e subito sotto la sigla Tz. Più indietro troviamo incisi i riferimenti delle posizioni di fuoco della seconda leva presente subito sopra l’impugnatura a pistola. Nell’ultimo tratto di receiver è inciso il logo dell’Idf (Israeli defence force). Passando all’interno dell’arma le analogie con il genitore sovietico sono a dire poco lampanti: il blocco portaotturatore-pistone, se non fosse per manetta di armamento e secondo anello del pistone, sarebbe pressoché identico, la testa dell’otturatore idem (ovvio con quote diverse e non intercambiabili), qualche differenza è presente nella molla di riarmo, mentre il pacchetto di scatto mantiene le caratteristiche originali, salvo il collegamento interno della doppia leva di controllo. Molto semplificato è invece lo smontaggio del tubo in cui scorre il pistone, che avviene semplicemente sfilandolo. Anche la semplicità di smontaggio è rimasta la medesima dell Ak.

LA NOSTRA PROVA Abbiamo effettuato la prova a fuoco presso il campo di tiro di Mazzano (Bs), che ci ha messo a disposizione una piazzola per effettuare le prove coronografo e quelle a bersaglio. L’arma si è dimostra funzionare bene sia con i colpi commerciali sia con i ricaricati, e si è rivelata anche molto piacevole da usare. Il peso contribuisce a rendere le reazioni allo sparo molto miti e controllabili anche in tiro a cadenza sostenuta (per quanto lo consentisse il caricatore di 5

1

3

114

ARMI E TIRO 12/2014

1. Il gruppi di scatto a confronto. In alto quello del Galil, in basso quello dell’Akm. Anche in questo caso, sono gemelli quasi siamesi. 2. La diottra a “L” è montata all’estremità posteriore del carter parapolvere. Per questo motivo, l’accoppiamento tra il carter e il receiver è molto preciso, altrimenti la precisione risulterebbe erratica. Nella parte frontale si nota la predisposizione per le mire pieghevoli al trizio, mancanti in questo esemplare. 3. Il confronto tra i due portaotturatori. Sotto Galil, sopra Akm. 4. La testa del pistone di presa gas, solidale al portaotturatore. Sopra Akm, sotto Galil con la tipica flangia aggiuntiva. 5. Le teste dell’otturatore sono quasi gemelle (a sinistra quella del Galil), ma ovviamente non sono intercambiabili.

2

4

5

SCHEDA TECNICA Produttore: Israel weapon industries, www.israel-weapon.com, [email protected] Distributore: Nuova Jager srl, via vecchia Novi 21, 15060 Basaluzzo (Al), tel. 0143.48.99.69, www.nuovajager.it, [email protected] Modello: Imi Galil Sar Destinazione d’uso: tiro sportivo, collezionismo Tipo: carabina demilitarizzata Calibro: 5,56x45 (.223 Remington) Funzionamento: semiautomatico, pistone a corsa lunga con otturatore rotante Canna: lunga 13 pollici (332 mm), anima cromata passo rigatura 1:7” Alimentazione: caricatore amovibile a presentazione alternata di capacità massima di 5 colpi; possibilità di usare caricatori Stanag di medesima capacità con un apposito adattatore Congegni di puntamento: diottra a “L”, mirino regolabile in altezza e derivazione protetto da tunnel Peso: 3.750 grammi (scarico), circa Lunghezza totale: 840 mm Calciatura: tubolare in acciaio, saldata in apertura Materiali: acciaio al carbonio, astina in legno, impugnatura polimerica Finitura: parti metalliche con fosfatazione grigia, talvolta il receiver è anche smaltato Qualifica: arma da caccia Prezzo: 1.590 euro, Iva inclusa

TABELLA BALISTICA Munizioni commerciali Marca Sellier & Bellot Magtech

Tipo palla Fmj Fmj

Peso palla (grs) 55 55

V0 (m/sec) 901 880

E0 (joule) 1.451 1.384

E0 (kgm) 147,9 141,1

Munizioni ricaricate Ricarica 1. 2.

Tipo palla Sierra Hpbt S&B Fmj

Peso palla (grs) 69 55

Polvere Hogdon Bl-c2 Pefl 19

Dose polvere (grs) 25,0 25,5

V0 (m/sec) 780 915

E0 (joule) 1.365 1.497

Note: le due ricariche sono state assemblate utilizzando inneschi Cci small rifle e bossoli Ppu.

Rosata ottenuta in appoggio anteriore a 80 metri, con cartucce commerciali Magtech 55 grs Fmj.

Rosata ottenuta con le Sellier & Bellot commerciali, sempre con palla Fmj di 55 grs.

Rosata ottenuta con le ricariche con palla Sierra 69 grs Hpbt. I fori oblunghi indicano una imperfetta stabilizzazione.

Rosata con le ricariche con le palle S&B 55 grs e polvere Pefl 19.

colpi). L’unica pecca è lo scatto, che mostra le stesse caratteristiche di altri scatti trovati su Ak demilitarizzati: lungo, infinito e senza un punto di sgancio netto, il che può risultare piuttosto scomodo almeno nel tiro mirato, specie se non si conosce bene l’arma e non si ha un po’ di familiarità sul dove avvenga lo sgancio. Abbiamo provato cartucce commerciali Magtech e Sellier & Bellot con palla Fmj di 55 grani, mentre per le ricaricate abbiamo provato le 55 grani S&B e delle Sierra 69 grs Hpbt.

La prova a fuoco al campo di Mazzano (Bs).

Entrambe le commerciali hanno avuto un risultato accettabile anche considerando la poca familiarità con l’ama e le mire non propriamente da tiro. Sono risultate un po’ più precise le Magtech. Un’inaspettata quanto spiacevole prestazione per 69 Hpbt, spinte da 25 grani di Hodgdon Bl-c2. Risultate più volte estremamente valide su piattaforme Ar, in questo caso impattavano a bersaglio leggermente intraversate come si vede dai fori ovalizzati. La prestazione migliore di tutte l’abbiamo avuta con 25,5 grani di Pefl 19 dietro una palla 55 grani Fmj della S&B. In tutti casi i bossoli sono risultati pesantemente ammaccati e l’espulsione li proietta a distanze considerevoli, cosa piuttosto scomoda per ricaricatori. Tirando le somme, non possiamo negare che l’arma abbia catturato il nostro interesse: come tutte le Ex ordinanza ha una sua storia e un suo fascino in questo caso accompagnati da un progetto che, seppur ispirato ad altri esistenti, porta valide migliorie. Purtroppo, la presenza delle prescrizioni su calciolo e sui caricatori dovuti alle nostre norme limitano notevolmente eventuali accessori e personalizzazioni per un uso “sportiveggiante”, mentre nella sua configurazione base (almeno questa versione) non ci sentiamo di dire che sia un’arma nata e pensata per il tiro di precisione. Di certo affiancata a un Valmet e a un Ak farà la gioia di molti appassionati... 12/2014 ARMI E TIRO

115

TEST ottiche Leupold Mark 6 3-18x44 M5B2

La supertattica Tubo di 34 mm, lenti ottimizzate per la luce crepuscolare, torretta dell’elevazione M5B2 con frizione automatica e ghiera dei riferimenti azzerabile in un lampo, escursione dello zoom di 6x: qualità veramente grandi, in soli 300 mm e 669 grammi Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi

L

a gamma di ottiche Mark 6 è una delle più recenti (e potenti!) aggiunte al catalogo Leupold. Pensata per impiego tattico, può in realtà trovare ampio uso nel segmento del tiro sportivo o, perché no, della caccia, in virtù dell’estrema robustezza, delle elevatissime qualità ottiche e della praticità e immediatezza d’uso. Il modello 3-18x44, in particolare, offre grande versatilità grazie al fattore di moltiplicazione dello zoom pari a sei volte, alla eccellente luminosità garantita dal tubo di 34 mm, ma con pesi e ingombri del tutto accettabili (669 grammi per 300 millimetri).

SUPERCOMPLETA Il tubo di 34 mm è massiccio ma non tozzo, la torretta dell’elevazione è imponente senza essere incombente. Lì per lì sembra complicata, ma bastano pochi minuti per capirne il funzionamento e riconoscere che tutto ha una funzione precisa, senza alcun tipo di orpello inutile. Cominciamo dalle lenti: partendo dal sistema esclusivo di trattamento Index matched lens system, i tecnici Leupold sono riusciti ad andare ancora oltre, dando vita al sistema Xtended twilight lens system. Si tratta di un trattamento multistrato ottimizzato per fornire la migliore risposta in particolare nelle lunghezze d’onda dello spettro della luce corrispondenti al blu e al violetto, fondamentali in condizioni di luce crepuscolare, assicurando comunque la perfetta resa cromatica anche in condizione di luce normale. Le superfici esterne delle lenti sono, inoltre, ricoperte con il trattamento Diamond Coat 2, che oltre ad assicurare la massima resistenza ai graffi e alle abrasioni, incrementa ulteriormente la trasmissione di luce. Infine, a riprova del fatto che nulla è lasciato al caso, i bordi delle lenti sono anneriti chimicamente, allo scopo di evitare riflessi e aloni indesiderati e per garantire il miglior contrasto dell’immagine in qualsiasi condizione. La ghiera dello zoom consente una escursione veramente ampia, da 3 a 18 ingrandimenti: la zona di presa è solcata da una serie di fresature longitudinali molto grippanti, inoltre sulla corona anteriore è presente un rilievo in corrispondenza del 3x che offre una presa ancor più salda. Per chi volesse qualcosa di ancora più estremo, segnaliamo che è possibile montare, proprio in corrispondenza della corona anteriore, una leva di manovra maggiorata, denominata Leupold Mark 6 Throw lever: 116

ARMI E TIRO 12/2014

una vera e propria “spada” che rende davvero impossibile scivolare, anche se si hanno le mani cosparse di grasso! Il gruppo torrette è costituito dalle due per la regolazione del reticolo in altezza e derivazione, e dalla terza torretta, sul lato sinistro, per la regolazione della parallasse. Quest’ultima presenta riferimenti in corrispondenza di 50, 100, 150, 200 e 500 metri e infinito. La ghiera per la regolazione in derivazione (lato destro) ha un cappuccio a vite di protezione, rimosso il quale si scopre un bordo con fresature

L’ottica Leupold Mark 6 3-18x44 M5B2 è la punta di diamante della produzione tattica dell’azienda americana.

SCHEDA TECNICA Produttore: Leupold, www.leupold.com Distributore: Paganini, corso Regina Margherita 19 bis, tel. 011.81.77.860, fax 011.83.54.18, www.paganini.it, [email protected] Modello: Mark 6 3-18x44 M5B2 Tipo: ottica di puntamento Diametro obiettivo: 44 mm Ingrandimento: da 3 a 18x Diametro tubo: 34 mm Campo visivo: da 2,10 a 12,30 m a 100 m Regolazione: 1 mrad per click Ampiezza regolazione: 100 moa in elevazione, 50 moa in derivazione Reticolo: Cmr-W (anche H58 e Tremor 2) Lunghezza focale: 97 mm Trattamento lenti: Xtendend twilight lens system e Diamond coat 2 Riempimento: miscela Argon-Kripton Regolazione parallasse: da 50 m all’infinito Lunghezza totale: 300 mm Peso: 669 g Dotazione: coprilenti flip-up Butler creek, chiave Allen, manuali di istruzione Prezzo: 3.076 euro, Iva inclusa; con reticolo H58 o Tremor 2, 3.186 euro

1. La ghiera dello zoom ha solcature longitudinali grippanti e la corona anteriore è dotata di un rilievo (a destra) che fornisce una presa ancor più salda. 2. La torretta della parallasse, con riferimenti da 50 metri a infinito. 3. La torretta della regolazione in derivazione ha cappuccio di protezione, mentre quella per la regolazione in elevazione non ne ha bisogno perché è dotata di frizione automatica anti-rotazione. Per azionarla bisogna premere i due pulsanti sulla corona.

1

2

3

4

squadrate molto grippanti. La sensibilità è di un Mrad per ciascun click, corrispondente a uno spostamento del punto di impatto di 1 cm a 100 metri. L’escursione totale della torretta è pari a 50 moa. La torretta può essere azzerata allentando un grano Allen sul bordo della torretta. Qualche parola in più merita, decisamente, la torretta per la regolazione in elevazione: denominata M5B2, non necessita di cappuccio di protezione in quanto è dotata di un sistema automatico di frizione: in pratica, il bordo della torretta è costituito da due pulsanti, per ruotare la ghiera è necessario premerli altrimenti non si muove. Poiché è necessario premerli simultaneamente, movimenti accidentali (con perdite di regolazione) sono impossibili. La sensibilità della torretta è sempre di 1 Mrad, ma in questo caso l’escursione è di 100 moa. Per questo, sulla sommità della torretta è presente un piccolo pistoncino in metallo naturale, che protrude dalla torretta quando si inizia il secondo giro di rivoluzione, mettendo così sull’avviso il tiratore. Per azzerare questo pistoncino, dopo aver effettuato la taratura, si allenta il grano Allen sul bordo della torretta, mentre per azzerare la ghiera con le linee di

4. Sulla sommità della torretta dell’elevazione c’è un piolo che protrude quando si inizia il secondo giro di click. I due pistoncini laterali trattengono la corona graduata, premendoli si può azzerare in un attimo. 5. L’ottica era equipaggiata di reticolo Cmr-W 7,62, specifico per il 7,62x51 fino a una distanza di 1.200 metri.

5

riferimento, basta premere sui due pistoncini laterali e sollevare il disco graduato, ruotandolo a proprio piacimento e poi ricollocandolo in posizione.

IL NOSTRO TEST L’ottica ci è stata fornita con il reticolo multistadia Cmr-W 7,62 mm posto sul primo piano focale. Quindi, si ingrandisce al crescere degli ingrandimenti, in tal modo consente di utilizzare le linee per la telemetria con qualsiasi ingrandimento impostato. La parte centrale del reticolo è costituita da un puntino che copra una superficie del bersaglio pari a 0,5 moa, mentre il circoletto che gli sta intorno ha un diametro interno di 5 moa e un diametro esterno di 7,5 moa. Si tratta di un compromesso perfetto: quando si effettua un puntamento istintivo, basta collimare in un lampo il cerchio, mentre quando si ricerca la massima precisione, si fa riferimento al dot centrale. Le numerose linee stadia nella metà inferiore del reticolo consentono di compensare la caduta del 7,62x51 fino a 1.200 metri e di tenere anche conto dell’eventuale vento laterale. Il reticolo è disponibile anche per il .223 Remington (Cmr-W 5,56 mm), con riferimenti fino a 900 metri. Abbiamo testato l’ottica in combinazione con la carabina Dpms Lr-308 Nato Repr calibro .308 con attacco monolitico Leupold Mark 8 Ims, sia in condizioni di luce diurna, sia nella penombra del nostro poligono indoor con il minimo dell’illuminazione attivata. In tutte le circostanze si è ottenuta una resa cromatica fedele, nitidezza totale anche sul margine esterno del campo visivo e luminosità veramente eccezionale. I click sono molto netti e il ritorno alla taratura precedente è del tutto agevole, le indicazioni relative alle distanze della parallasse sono risultate fedeli (almeno a 50 e 100 metri, che abbiamo verificato). La ghiera dello zoom offre la giusta resistenza e gli stop al minimo e al massimo sono netti. 12/2014 ARMI E TIRO

117

TEST ottiche Bdt – Steiner Innovative combat sight

La situazione IN UN LAMPO Un’ottica 6x, compatta e leggera, sviluppata da Steiner nell’ambito di Beretta defense technologies, per le armi in 5,56x45 e 7,62x51: grazie al telemetro integrato, in un batter di ciglia proietta sul reticolo il punto di impatto reale in funzione di distanza e angolo di sito

La nuova ottica Steiner Ics. Lungo il fianco si nota il telemetro laser del tipo “Eye safe” e con portata massima di 800 metri. L’azionamento del sistema è tramite pulsante lineare, fissabile sui fianchi dell’arma. In futuro potrebbe inserirsi anche sull’Intelligent rail system elettrificato di Bdt.

di Claudio Bigatti

B

eretta defense technologies ha affidato alla consociata Steiner lo sviluppo di una nuova ottica “Combat” 6x40, capace di migliorare nettamente e realisticamente, le probabilità di colpire il bersaglio. Un’ottica semplice, ma nel contempo sofisticata, in pratica una “centrale di tiro” compatta montabile sia sui fucili d’assalto sia sui “battle rifle” semiautomatici (in 5,56x45 e 7,62x51), destinata ai designated marksman in ambito di squadra, piuttosto che agli sniper veri e propri. I primi infatti, hanno un ruolo necessariamente dinamico e al seguito della squadra mentre i secondi, generalmente, hanno tattiche e ruoli più statici. Vi è inoltre, una certa differenza nelle capacità e nelle abilità nel tiro tra le due categorie: i primi solitamente, usufruiscono delle piattaforme standard in dotazione alla squadra, con la sola aggiunta di un’ottica e operano 118

ARMI E TIRO 12/2014

generalmente, alle distanze massime consentite dalle loro “ordinanze”. Gli sniper team, al contrario, hanno dotazioni specifiche per il ruolo, armi e ottiche altamente specialistiche, spektive e telemetri laser operati dallo spotter per tiri alle lunghe o estreme distanze. E, ancora, i designated marksman devono colpire bersagli improvvisi, in modo da contrastare efficacemente le minacce alla squadra mentre gli sniper solitamente ingaggiano bersagli più “strategici” o di opportunità, in agguato e in modo “discreto”. Sulle basi operative dei designated marksman, dunque, si inserisce la nuova ottica Steiner Innovative combat sight e il termine “combat”, non è a caso.

REAZIONE RAPIDA Una delle prime e più importanti valutazioni nel tiro è certamente la corretta valutazione della distanza del bersaglio dato che, di conseguenza, si deve poi applicare la corretta compensazione della caduta della

1

1. In alto è visibile la lettura telemetrica della distanza (435 metri) mentre sotto al crocino, si intravede il “red dot” illuminato con la corretta sopraelevazione e soluzione di tiro per la distanza del bersaglio. 2. Vista posteriore dell’ottica: sopra di essa è montato il nuovo “micro dot” per gli ingaggi a distanza ravvicinata. 3. Vista superiore della Steiner Ics, le dimensioni sono davvero compatte, in rapporto alle prestazioni. 4. L’ottica è montata su un attacco rapido installabile sulle slitte Picatinny.

2

palla. Poi, vi è anche la valutazione dell’angolo di sito rispetto al bersaglio. Per poter sparare alle massime distanze consentite dalla munizione, serve innanzitutto un’ottica con un discreto ingrandimento, quindi ci si affida ai Mil-dot o ad altri reticoli tecnici per la compensazione. Insomma, una serie di valutazioni e azioni che per un tiratore, magari sotto il fuoco nemico, possono non riuscire così automatiche, precise e corrette: difficilmente il primo colpo in queste situazioni è a bersaglio o, addirittura… nei pressi. La Steiner Ics invece, si propone di velocizzare questo processo valutativo offrendo quasi istantaneamente la corretta soluzione di tiro, lasciando al tiratore le sole preoccupazioni della stabilità nell’inquadramento del bersaglio e dello sgancio del grilletto. L’ottica Steiner Ics 6x40 è, quindi, integrata da un telemetro laser, un sensore d’angolo e da un calcolatore balistico: inseriti preventivamente il calibro e le caratteristiche balistiche della cartuccia, si inquadra il bersaglio, si preme un pulsante a switch tab e si aziona il telemetro laser: a questo punto compare quasi immediatamente in alto nel campo visivo dell’ottica, la lettura della distanza in metri e contemporaneamente, si illumina un pallino rosso con l’esatta sopraelevazione per il tiro, nella metà inferiore del reticolo. Tutto molto semplice, rapido e intuitivo: ci è stata data la possibilità di saggiare in anteprima l’Ics presso gli stabilimenti Beretta di Gardone Val Trom-

4

3

pia (Bs) e possiamo confermare la rapidità pressoché istantanea dei computi balistici e l’accensione del “pallino rosso” con il punto di mira corretto.

MICRO-DOT INTEGRATO Il telemetro laser dell’Ics ha una portata massima di 800 metri: questo perché, oltre al 5,56x45 degli Arx 160 e delle future mitragliatrici leggere Beretta, l’ottica si potrà montare anche sui “prossimi” Arx 200 calibro 7,62x51, come su qualsiasi altra arma. Una ulteriore novità è rappresentata dalla presenza, sopra l’ottica, di un micro dot della Steiner: quest’ultimo è inteso per ingaggi a corta distanza. In questo modo l’Ics è davvero un’ottica “combat” completa e che va a coprire tutti gli inviluppi di tiro possibili, dando nuove potenzialità a qualsiasi arma su cui venga montata. L’Ics è lunga 199 millimetri e pesa complessivamente poco meno di 900 grammi: dimensioni e pesi decisamente competitivi per un’ottica con caratteristiche davvero avanzate; l’azienda sottolinea inoltre che la Steiner Ics sarà, anche, estremamente competitiva sotto il profilo del prezzo, ma ovviamente, strettamente limitata ai mercati militari e del law enforcement. Il corpo, estremamente robusto, è interamente in alluminio (Mil std), impermeabile sino a 20 metri di profondità e a prova di condensa, grazie al riempimento interno con azoto. L’unità è alimentata da una singola batteria al Litio tipo Cr123. La versione definitiva tuttavia, potrà mostrare ancora qualche piccola differenza esteriore. 12/2014 ARMI E TIRO

119

TEST accessori Oversight shooting technologies SeeAll

2

1

Battuta PERFETTA Garantisce l’istintività di un red dot, ma è molto più piccolo e non necessita di batteria. Grazie all’uso di un massello in fibra ottica verde fluo garantisce la massima visibilità, eccellente per la battuta al cinghiale Testo e foto di Ruggero Pettinelli

H

a la semplicità e la robustezza di un sistema di mire metalliche, ma è rapido e istintivo come un red dot. Parliamo del sistema di mira Oversight shooting technologies SeeAll, unico nel suo genere! In sostanza, si tratta di un telaio in lega leggera di alluminio, predisposto per l’aggancio sulle classiche slitte Picatinny o Weaver. Nella parte anteriore di questo dispositivo è fissato un “mattoncino”, un parallelepipedo di fibra ottica di colore verde fluo, sul lato posteriore del quale è inciso un triangolo con il vertice rivolto verso l’alto, sormontato da due segmenti laterali sul margine superiore. Il supporto al quale è fissato il “mattoncino” è regolabile in altezza e derivazione, per garantire che punto di impatto e punto di mira coincidano. All’estremità posteriore del supporto, è presente una lente di ingrandimento infrangibile. Il funzionamento è semplice: una volta installato il dispositivo sul castello del fucile o della carabina, traguardando la lente da una distanza di circa 100 mm si ha una visione netta, limpida, luminosa e ingrandita del triangolo e dei due segmenti. Una volta che lo strumento è tarato a dovere, basta appoggiare la sommità del triangolo sul centro del bersaglio, e premere il grilletto. Il gioco è fatto! Indicato sia per il tiro sportivo, sia soprattutto per la caccia in battuta, questo strumento ha, 120

ARMI E TIRO 12/2014

rispetto a un red dot tradizionale, alcuni punti di contatto e alcuni vantaggi. Il punto di contatto principale è che il triangolo e i segmenti sono privi di errore di parallasse, ne consegue che basta farli coincidere con il bersaglio anche se non risultano perfettamente centrati rispetto al campo visivo della lente. Il vantaggio principale è che peso, ingombro e robustezza generale sono inferiori alla media dei red dot in circolazione: le dimensioni possono essere paragonate solo ai modernissimi Aimpoint Micro H1 e R1, ma con un prezzo decisamente diverso e la più assoluta autonomia da qualsiasi fonte di energia. Anche nell’ombra del sottobosco, la luminosità del “mattoncino” risulta eccellente e il triangolo risulta sullo stesso piano focale della preda, garantendo quindi una eccellente definizione visiva (cosa che il punto luminoso di alcuni red dot, specialmente di tipo economico, non garantisce). Per la regolazione del punto di impatto, si agisce su due piccoli grani Allen, alla base del supporto (per l’elevazione) e sul lato destro (per la derivazione). La regolazione avviene in continuo (cioè senza click), ma sulla circonfrenza intorno alle sedi dei grani sono presenti 16 tacche. La rotazione di uno dei grani di una tacca, comporta uno spostamento del punto di impatto di un pollice (25 mm) a 100 yard (91 m). Per il fissaggio del SeeAll alla slitta, sono presenti due grani nella parte superiore, che possono forzarsi sui tegoli della Picatinny.

3

1. Il SeeAll misura 57 mm, la struttura in lega leggera è solida e ben realizzata. 2. La lente ingrandisce il triangolo di mira, che si fa coincidere con il bersaglio. Non c’è parallasse, quindi anche se il triangolo non è centrato rispetto alla lente, il bersaglio viene colpito. 3. La parte inferiore dello strumento consente l’interfaccia con le slitte Weaver e Picatinny.

SCHEDA TECNICA Produttore: Oversight shooting technologies, www.seeallopensight.com Distributore: Redolfi armi, Strada Provinciale 668 (Statale Gardesana Occ.45 Bis), 25025 Manerbio (Bs), tel. 030.93.80.140, fax 030.93.85.348, www.redolfiarmi.com Modello: SeeAll Tipo: dispositivo ottico di mira Lunghezza: 57 mm Altezza: 25 mm Spessore: 25 mm Materiali: lega leggera e polimero Finiture: anodizzazione nera opaca Peso: 49 grammi Prezzo: 125 euro, Iva inclusa

TEST accessori Laser genetics Nd-3P Sub zero

Lanterna VERDE Un puntatore laser che funge anche da funzionale torcia, aumentando o diminuendo la divergenza del raggio. Alla massima concentrazione, portata fino a 1.600 metri

Testo e foto di Ruggero Pettinelli

L 1. Il puntatore Laser genetics Nd-3P Sub zero. 2. Il lato posteriore, con il pulsante di attivazione e le sedi per i due grani di regolazione. 3. La pratica gibernetta per portare il puntatore alla cintura quando non è in uso.

SCHEDA TECNICA Produttore: Laser genetics, www.lasergenetics.com Distributore: Adinolfi Modello: Nd-3P Sub zero Tipo: illuminatore laser a luce verde Laser: Dpss con lunghezza d’onda 532 nm Emissione: onda continua Divergenza: regolabile Portata massima: 1.600 metri (nell’oscurità) Interruttore: posteriore, con eventuale comando remoto Alimentazione: batteria Cr123A (inclusa) Autonomia: fino a 7 ore continue Dimensioni: 89x66x36 mm Peso: 181 grammi Prezzo: 369 euro, Iva inclusa

aser genetics, “costola” del gruppo Gamo dedicata allo sviluppo di torce e puntatori laser a luce verde, propone un interessante apparecchio a duplice utilizzo, compatibile con le slitte Picatinny presenti su pistole, carabine eccetera. Si tratta di Nd-3P sub zero, un dispositivo ibrido che può fungere sia da puntatore laser, sia da torcia per l’illuminazione. Il telaio è in lega leggera, con finitura antigraffio a buccia d’arancia di colore nero opaco, ed è costituito dal corpo principale, grosso modo cilindrico, e da una gondola inferiore, che serve per alloggiare una batteria Cr123A. Ovviamente, l’uso di una batteria più piccola avrebbe consentito una maggior riduzione delle dimensioni, ma questa ha il pregio di una buona reperibilità nei negozi non specializzati e consente una valida autonomia, pari a 7 ore di funzionamento continuo. Una volta inserita la batteria, richiuso il coperchio a vite anteriore, basta fissare il dispositivo alla slitta Picatinny della propria arma, sfruttando l’aggancio rapido a leva. Premendo il pulsante posteriore l’Nd-3P Sub zero si accende, e proietta un fascio laser di colore verde. Ruotando opportuna-

2

1

mente la ghiera porta lente frontale, si può scegliere tra due estremi: fascio diffuso, in funzione di torcia tattica; oppure fascio concentrato, in funzione di puntatore per il tiro istintivo. In questa modalità, abbiamo osservato che il disco luminoso verde, molto brillante, copre una superficie di circa 35 mm a 25 metri, ha contorni nettissimi e una portata veramente eccezionale, pari a 1.600 metri nell’oscurità (secondo quanto dichiarato dal produttore) e oltre 100 metri in piena luce solare diurna (secondo quanto da noi riscontrato). Ovviamente, più grande è la diffusione del raggio, minore è la portata. Il fascio luminoso può essere regolato in altezza e derivazione, agendo su due grani Allen posti all’estremità posteriore del corpo principale (in basso per l’elevazione, a destra per la derivazione), all’estremità posteriore inferiore della gondola porta batteria, invece, è presente il jack per l’aggancio del cavo per l’azionamento in remoto (fornito di serie). Completano la dotazione una gibernetta morbida per il trasporto in cintura, tappo per la lente frontale, una custodia semirigida in cordura per contenere lo strumento e gli accessori, batteria.

3

12/2014 ARMI E TIRO

121

TEST munizioni canna liscia

Piccole slug crescono… Di Massimo Vallini

1

Calibro 36 e .410 di Fiocchi e Baschieri. Standard e magnum, per intenderci, 8 e 9 grammi di peso, energia a profusione. Offrono performance che consentono buoni risultati sul cinghiale

2

S

imili, ma del tutto differenti. Cervo per Fiocchi, Thrillshock per Baschieri & Pellagri, “standard” per Fiocchi e magnum per B&P, cioè 36 e .410. Il minicalibro può essere molto interessante anche per la caccia al cinghiale, considerando distanze di ingaggio molto corte nelle braccate all’italiana e la considerevole prestazione energetica delle cartucce confezionate dalle due importanti aziende italiane. Fiocchi Slug 410 eroga una velocità iniziale di 490 m/sec (e pressione di 720 bar) per un’energia di 960 joule, B&P Big game Thrillshock slug magnum eroga una velocità iniziale di addirittura 570 m/sec (830 bar di pressione) per un’energia di 1.462 joule. Sto parlando di dati forniti dalle aziende, ma i nostri rilevamenti in canna di 710 mm non si discostano poi tanto. Valori che si avvicinano a quelli di un buon .44 magnum con palla di 200 grs, nel primo caso, e addirittura al .44 con palla di 240 grs, nel secondo.

122

ARMI E TIRO 12/2014

COME SONO “DENTRO” La cartuccia Fiocchi è costituita da bossolo calibro 36, alto 63,5 con fondello tipo 3 di 16 mm di colore verde chiaro con chiusura a orlo tondo. Il propellente è Vectan Sp8 acceso da innesco 616 silver. Il proiettile è la classica palla Cervo calibro 36 pesante 8 grammi. È prodotta per stampaggio a freddo con piombo in lega stabile e costituita da un corpo cilindrico con pareti lunghe e sottili che presenta posteriormente una cavità concentrica chiusa anteriormente da una bugnatura che ha la funzione di spostare in avanti il baricentro rispetto al centro di spinta, conferendo alla palla un’elevata precisione direzionale. Le pareti del corpo cilindrico presentano esternamente 12 nervature leggermente elicoidali che si raccordano alla bugnatura in un punto di deformazione preferenziale. In tale zona, al momento dell’impatto, si ha la separazione della parte anteriore della palla dalle pareti laterali, ottenendo così due proiettili con

1. Ecco la munizione Baschieri & Pellagri Big game Thrillshock slug magnum con la scatola da 10 colpi. 2. Bossolo verde chiaro per le “standard” Fiocchi Slug 410.

SCHEDA TECNICA Produttore: Fiocchi munizioni spa, via Santa Barbara 9, 23900 Lecco, tel. 0341.47.31.11, fax 0341.47.32.03, www. fiocchigfl.it Tipo: Slug 410 Calibro: 36 Confezione: 25 pezzi Tipo palla: Cervo calibro 36 da 8 g Altezza rilevata: 58,4 mm Bossolo: 36/63,5/16, verde chiaro Tipo chiusura: orlo tondo Innesco: 616 Silver Polvere: Vectan Sp8 Dose polvere rilevata: 0,77 grammi Peso cartuccia finita rilevata: 13 grammi

2 1. La Fiocchi è equipaggiata con palla Cervo munita di borra in plastica blu e caricata con polvere Vectan Sp8. 2. Due rosate eseguite con le Fiocchi: 17 (a sinistra) e 30 mm, con borre intraversate sulla seconda.

1

Peso palla rilevato (grammi): 8 Pressione massima dichiarata (bar): 720 V2,5 dichiarata (m/sec): 490 V1,5 rilevata (m/sec): 470,5 (canna 710 mm)

4 3. La Baschieri & Pellagri ha palla “proprietaria” Thrillshock slug che è a metà strada tra la borra proiettile Gualandi e la Big game, caricata con polvere B&P M410 modificata.

3

4. La migliore rosata con le Baschieri & Pellagri misura 35 mm di diametro.

SCHEDA TECNICA Produttore: Baschieri & Pellagri, via del Frullo 26, 40055 Marano di Castenaso (Bo), tel. 05.16.06.34.11, fax 05.17.81.464, www. baschieri-pellagri.com Tipo: Big game Thrillshock slug magnum Calibro: .410 Confezione: 10 pezzi Altezza rilevata: 69,05 mm Bossolo: 36/76/16 colore verde Tipo chiusura: orlo tondo Innesco: 616 Silver Polvere: doppia base M410 Dose polvere rilevata: 1,19 grammi Peso cartuccia finita rilevata: 14,66 grammi Peso palla rilevato (grammi): 8,99 grammi Pressione massima dichiarata (bar): 850 V2,5 dichiarata (m/sec): 570 V1,5 rilevata (m/sec): 561 (canna 710 mm)

diverso diametro e differente potere penetrante. La palla per costruzione è adatta a tutti i tipi di canna. La speciale verniciatura ha la funzione di annullarne l’impiombatura interna: limita, infatti, l’abrasione della palla stessa mantenendo la sua forma originale e migliorando la precisione. La borra in plastica blu si inserisce nella cavità interna della palla con un picciolo che la percorre interamente, ha una doppia ammortizzazione e cuvette sul fondo.

LE DUE PALLE La veloce magnum di Baschieri & Pellagri è caricata con una palla Thrill Shock slug pesante 9 grammi. Si tratta di una palla di piombo che racchiude le doti principali di due proiettili collaudatissimi e amati dai cacciatori come la penetrazione della borra proiettile della Gualandi e la forza d’impatto della Big Game. La nuova Thrill Shock slug è dotata di una coda di plastica, la borra, e 12 nervature elicoidali sul corpo del proiettile in piombo temperato nero a ogiva aerodinamica con solchi per avvitamento e stabilità in traiettoria, in grado di fornire precisione e potenza di penetrazione non indifferente. Il bossolo in plastica di colore verde bottiglia è alto 76 mm con fondello tipo 3 di 16 mm, l’innesco è il Fiocchi 616, la polvere è la B&P M410 modificata

in dose di 1,15 g. La borra di stabilizzazione e d’impennaggio è costruita con un doppio guscio speculare montato a clessidra, dalla forma cilindrica e dello stesso diametro del proiettile.

LA PROVA Per le prove in placca ho utilizzato un sovrapposto Franchi Affinity con canna lunga 710 mm e strozzatore interno cilindrico, anche se entrambe le palle possono essere sparate in canne moderatamente strozzate. Le velocità registrate a 2,5 metri con cronografo Chrony Alphamaster sono risultate appena inferiori ai valori dichiarati dalle aziende. A 50 metri la rosata migliore di due colpi Fiocchi ha diametro di 17 mm, durante le prove spesso le palle si sono presentate sul bersaglio con borra intraversata. Le Baschieri sono arrivate sul bersaglio circa 100 mm più in alto del punto mirato, fustellando quasi perfettamente. La rosata migliore di due colpi misura 35 mm. Purtroppo non ho potuto sperimentare l’effetto terminale sul selvatico, ma esperti cacciatori di cinghiale mi riferiscono di risultati molto validi, se non strabilianti, in particolare con le veloci e potenti B&P. Il prezzo per queste, in scatoline da 10, si aggira sugli 8 euro, mentre le Fiocchi, in scatole da 25, costano circa 13 euro. 12/2014 ARMI E TIRO

123

TECNICA ricarica Le polveri Maxam

Arrivano LE SPAGNOLE Finalmente disponibili per la ricarica domestica le polveri Maxam: previste per la canna liscia, dimostrano una eccellente versatilità con i calibri per arma corta e si dimostrano degne eredi delle ormai leggendarie Rex. Le tabelle con dosi e pressioni

Le confezioni delle nuove polveri Maxam, disponibili per il caricamento domestico.

124

ARMI E TIRO 12/2014

Di Roberto Serino

A

ll’inizio del 2014, le polveri Maxam per l’anima liscia sono state omologate in Italia per uso civile, nei pratici contenitori in plastica di 500 grammi. Sono quindi attualmente disponibili al dettaglio le polveri della serie Csb e della serie Psb, alle quali si aggiunge anche la Ssb, formulata specificamente per i caricamenti “steel”, e dunque idonea anche ai caricamenti pesanti di piombo.

LA GAMMA Tutte le polveri sono del tipo a singola base, ottenute mediante il procedimento di estrusione dell’impasto, avente per risultato fili tagliati in dischetti (serie Csb), oppure strisce tagliate in piastrelle (serie Psb e Ssb). Le gradazioni della serie Csb partono dai 24 e 28 grammi di piombo, sia in versione normale sia subsonica, e toccano le grammature leggere e medie dai 30 ai 32, 34 e 36 grammi, con le sigle 10, 8, 6, 5, 4,

3, 1, 1N, 1P e 2; le densità gravimetriche variano dai 340 grammi/litro della più voluminosa gradazione subsonica Csb 10 ai 540 grammi/litro della più densa e lenta Csb 2; il colore, in origine diversificato, è stato ora uniformato sul grigio per tutti i tipi. La serie Psb parte invece dai 24 e 28 grammi normali, e tocca le grammature leggere, medie e medio-pesanti dai 32 ai 36 grammi, con le sigle 6, 5, 3,1 e 2; le densità gravimetriche variano dai 455 grammi/litro della più vivace Psb 6 ai 550 grammi/litro delle più lente Psb 2 e Ssb; anche per questa serie il colore è uniformato sul grigio. La Ssb può considerarsi analoga alla Psb2, della quale conserva la densità, la forma e lo spessore, ma non le altre dimensioni, che risultano inferiori. È la più lenta in assoluto, essendo formulata per i 42 grammi di pallini d’acciaio, grammatura che equivale a più di 2 once di piombo. A eccezione della Ssb, si tratta di polveri ben note ai ricaricatori nostrani, essendo impiegate anche da primarie fabbriche nazionali di munizioni a pallini: come tutte le polveri per l’anima liscia, risultavano potenzialmente idonee

Le polveri che abbiamo sperimentato sono quelle della serie Csb, in dischetti di colore grigio.

LA PROGRESSIVITÀ DELLE MAXAM Maxam Csb6 Csb5 Csb4 Csb3 Csb1 Csb2

Rex Rex 24 Rex 28 Rex 32 Rex 36

Vihtavuori N310 N312 N318 N320 N324 N330 N340

Vectan A24 Ba 10 As A1 A1 Sp Ba 9 A6 Sp

Accurate Nitro 100 Solo1000 Aa#2 Solo1250 Aa#5

Winchester Wst W231 W452 Wsl W473 Wsf

Hodgdon Titewad Hp 38 Titegroup Clays Intl. Clays Univ.Clays -

Alliant Bullseye RedDot Am.Select Promo GreenDot Unique

Imr Trail Boss HiSkore 700X Pb Sr 7625 Sr 4756

Nota: nel posizionamento si è tenuto conto delle prestazioni sia in anima liscia sia in arma corta, pertanto eventuali incongruenze rispetto ad altre tabelle di vivacità sono dovute essenzialmente alla suddetta circostanza.

12/2014 ARMI E TIRO

125

TECNICA ricarica Le polveri Maxam

TABELLA BALISTICA Le dosi per il 7,65 Browning (.32 auto) Tipo palla Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn

Peso palla (grs) 87 87 87 87 87 87 87 87 87 87 79 79 79 79 79 79 79 79 79 79 74 74 74 74 74 74 74 74 74 74

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Tipo palla Dose (grs) 1,7 1,9 1,8 2,0 2,1 2,3 2,4 2,7 3,0 3,3 1,8 2,0 2,1 2,3 2,1 2,3 2,4 2,7 3,1 3,4 1,8 2,0 1,9 2,1 2,2 2,4 2,5 2,8 3,2 3,5

V1,5 (m/sec) 235 263 243 270 249 273 259 291 264 291 266 296 261 286 266 291 277 312 292 320 276 306 284 314 288 315 298 335 312 341

Pmax (bar) 1.102 1.410 1.083 1.369 1.206 1.483 1.166 1.534 1.141 1.439 1.197 1.511 1.191 1.462 1.151 1.413 1.111 1.458 1.168 1.461 1.139 1.437 1.111 1.387 1.215 1.478 1.157 1.504 1.192 1.481

Oal (mm) 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7

Nota: limite Cip 1.600 bar Le dosi per il 7,65 parabellum (.30 Luger) Tipo palla Peso palla Polvere Dose (grs) (grs) Lrn 94 Csb5 3,1 Lrn 94 Csb5 3,4 Lrn 94 Csb4 3,6 Lrn 94 Csb4 4,0

V1,5 (m/sec) 311 341 330 367

anche ai caricamenti per armi corte, ma essendo fornite in fusti ai soli fini industriali sono state fino a ieri relegate nel limbo delle buone intenzioni. Fortunatamente, in parallelo con la procedura di omologazione, Armando Ciani della Maxam Italia ha avviato un intenso programma di prove nei 10 calibri più comuni in Italia, con la collaborazione dell’Armeria Patria di Latina, il cui titolare Giorgio, appassionato tiratore e ricaricatore oltre che armiere, ha messo a disposizione la necessaria attrezzatura di controllo a norme Cip, con rilievo della pressione massima e della velocità a 1,5 metri.

LA NOSTRA PROVA Nei caricamenti per arma corta sono state impiegate le polveri estruse in dischetti, in quanto più facilmente gestibili dai dosatori volumetrici, e precisamente le Csb 5, 4, 3, 1 e 2; le prove hanno riguardato i calibri 7,65 Browning, 7,65 parabellum, 9 corto, 9 Luger, 9x21, 38 super auto, .38 special, .357 magnum, .40 S&W e 45 acp, ognuno caricato con palla in lega, ramata e blindata (a eccezione del 9 Luger). Tra i 126

ARMI E TIRO 12/2014

Pmax (bar) 1.726 2.127 1.671 2.132

Oal (mm) 27,8 27,8 27,8 27,8

Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn

Peso palla (grs) 94 94 94 94 94 94 104 104 104 104 104 104 104 104 104 104 98 98 98 98 98 98 98 98 98 98

Polvere Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 3,4 3,7 3,9 4,3 4,5 4,9 3,0 3,3 3,3 3,7 3,3 3,6 3,9 4,3 4,3 4,7 3,0 3,3 3,4 3,8 3,3 3,6 3,7 4,1 4,3 4,7

V1,5 (m/sec) 325 354 334 368 338 369 272 299 278 312 285 311 300 331 292 319 268 330 300 334 295 321 296 328 302 330

Pmax (bar) 1.757 2.131 1.762 2.215 1.792 2.200 1.697 2.106 1.668 2.172 1.740 2.126 1.715 2.163 1.178 2.132 1.688 2.185 1.679 2.160 1.756 2.146 1.674 2.132 1.735 2.153

Oal (mm) 27,8 27,8 27,8 27,8 27,8 27,8 27,6 27,6 27,6 27,6 27,6 27,6 27,6 27,6 27,6 27,6 27,7 27,7 27,7 27,7 27,7 27,7 27,7 27,7 27,7 27,7

Dose (grs) 2,6 2,9 2,7 3,0 2,9 3,2 3,4 3,7 3,7 4,0

V1,5 (m/sec) 273 305 272 302 296 326 318 346 291 315

Pmax (bar) 959 1.231 995 1.267 980 1.231 1.034 1.266 1.016 1.229

Oal (mm) 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3 24,3

Nota: limite Cip 2.350 bar. Le dosi del 9 corto (.380 auto) Tipo palla Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn

Peso palla (grs) 95 95 95 95 95 95 95 95 95 95

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

1

Tipo palla Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn

Peso palla (grs) 108 108 108 108 108 108 108 108 108 108 93 93 93 93 93 93 93 93 93 93

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 2,1 2,3 2,4 2,7 2,3 2,6 2,9 3,2 3,0 3,3 2,7 3,0 2,8 3,1 3,0 3,4 3,6 3,9 4,0 4,3

V1,5 (m/sec) 208 228 238 268 221 250 242 267 223 245 255 283 253 281 275 311 302 327 283 304

Pmax (bar) 999 1.221 954 1.244 972 1.279 1.027 1.290 1.037 1.294 941 1.192 971 1.192 949 1.263 1.050 1.267 1.081 1.285

Oal (mm) 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 24,7 25,0 25,0 25,0 25,0 25,0 25,0 25,0 25,0 25,0 25,0

Dose (grs) 3,1 3,5 3,4 3,7 3,1 3,5 3,7 4,1 4,4 4,8 3,0 3,4 3,2 3,5 3,0

V1,5 (m/sec) 275 310 297 323 297 330 319 330 328 358 242 274 278 304 257

Pmax (bar) 1.671 2.196 1.766 2.142 1.766 2.142 1,759 2.230 1.768 2.176 1.635 2.165 1.713 2.097 1.660

Oal (mm) 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0

Nota: limite Cip 1.350 bar Le dosi del 9 Luger (9x19 parabellum) Tipo palla Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv

Peso palla (grs) 125 125 125 125 125 125 125 125 125 125 124 124 124 124 124

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3

2

1. Giorgio Patria (a sinistra), titolare dell’omonima armeria di Latina, e Armando Ciani della Maxam Italia. 2. Per il caricamento delle cartucce è stata utilizzata una semplice e robusta pressa Lee.

Tipo palla Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv

Peso palla (grs) 124 124 124 124 124

Polvere Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 3,4 3,6 4,0 4,3 4,7

V1,5 (m/sec) 292 282 314 292 319

Pmax (bar) 2.198 1.739 2.215 1761 2.175

Oal (mm) 29,0 29,0 29,0 29,0 29,0

Dose (grs) 3,2 3,5 3,6 4,0 3,6 4,0 4,2 4,6 5,0 5,5 3,3 3,6 3,5 3,9 3,7 4,1 4,2 4,6 5,1 5,6 3,2 3,5 3,6 4,0 3,5 3,9 4,3 4,7 4,9 5,4

V1,5 (m/sec) 276 302 294 326 297 330 299 327 326 359 283 309 286 319 303 336 320 351 331 364 278 305 296 329 291 325 285 312 323 356

Pmax (bar) 1.715 2.100 1.666 2.124 1.740 2.219 1.753 2.175 1.759 2.226 1.746 2.127 1.656 2.123 1.760 2.231 1.779 2.206 1.751 2.208 1.764 2.161 1.715 2.188 1.680 2.155 1.787 2.210 1.729 2.197

Oal (mm) 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,4 29,7 29,7 29,7 29,7 29,7 29,7 29,7 29,7 29,7 29,7

Nota: limite Cip 2.350 bar Le dosi del 9x21 Tipo palla Peso palla (grs) Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrn 125 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Lrnglv 124 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123 Fmjrn 123

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Nota: limite Cip 2.350 bar.

componenti sono stati impiegati palle incamiciate, bossoli e inneschi Fiocchi, questi ultimi tutti del formato Small pistol, a eccezione del .45 acp che richiede il formato Large; le palle ramate e in lega sono state fornite dalla Dynamic bullets. Tutti i caricamenti sono stati realizzati mediante un’attrezzatura Lee del tipo più comune, comprendente una semplice pressa Loader, del tipo a “C”, e i set da tre matrici nei vari calibri. Dopo una prima tornata esplorativa di dosaggi a volume, condotta utilizzando i misurini tarati, una seconda tornata ha affinato le operazioni utilizzando una bilancina Lyman 5.0.5 a 3 scale, che misura le pesate in decine di grani, in grani e in decimi di grano. In totale, sono state dunque testate 5 polveri con 3 tipi di palle in 10 diversi calibri; le prove hanno evidenziato, tra l’altro, le differenze tra i calibri 9 Luger e 9x21, a tutto vantaggio di quest’ultimo; mentre i dosaggi del 9 Luger possono essere tranquillamente impiegati per il 9x21, non è invece vero il contrario. Infatti, a parità di palla e di altezza finale delle cartucce, nella canna di prova a norme Cip del calibro 12/2014 ARMI E TIRO

127

TECNICA ricarica Le polveri Maxam

TABELLA BALISTICA Le dosi del .38 super auto Tipo palla Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Lrnglv Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn Fmjrn

Peso palla (grs) 125 125 125 125 125 125 125 125 125 125 124 124 124 124 124 124 124 124 124 124 123 123 123 123 123 123 123 123 123 123

Tipo palla Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 4,1 4,6 4,3 4,8 4,4 4,8 5,1 5,6 6,1 6,6 4,0 4,4 4,2 4,7 4,2 4,6 4,8 5,3 5,9 6,4 4,0 4,4 4,1 4,6 4,2 4,6 4,9 5,4 5,9 6,4

V1,5 (m/sec) 329 369 313 350 325 355 357 392 357 386 333 367 324 363 322 353 324 358 359 389 327 360 304 341 316 346 350 386 352 382

Pmax (bar) 1.664 2.166 1.670 2.153 1.749 2.138 1.737 2.170 1.760 2.140 1.702 2.115 1.665 2.155 1.701 2.095 1.695 2.139 1.754 2.141 1.715 2.133 1.634 2.129 1.715 2.115 1.729 2.178 1.780 2.178

Oal (mm) 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0

Dose (grs) 3,3 3,6 3,7 4,1 3,8 4,2

V1,5 (m/sec) 232 253 239 265 265 293

Pmax (bar) 1.126 1.367 1.074 1.355 1.123 1.410

Oal (mm) 37,1 37,1 37,1 37,1 37,1 37,1

Nota: limite Cip 2.300 bar Le dosi per il .38 special Tipo palla Peso palla (grs) Lrn 160 Lrn 160 Lrn 160 Lrn 160 Lrn 160 Lrn 160

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3

9x21 lo spazio percorso dalla palla prima di impegnare la rigatura è maggiore che nella canna 9 Luger, col risultato di incrementare il volume iniziale della camera di combustione, e di ridurre il picco di pressione a parità di ogni altra condizione. Come riferimenti sono stati assunti i dosaggi indicativi impiegati nei caricamenti per l’anima liscia. Confrontando i valori delle polveri spagnole Csb con quelli delle polveri ungheresi Rex, non più prodotte, si può osservare una decisa analogia nelle prestazioni, dipendente logicamente dalla forma fisica e dalle dimensioni dei grani, e dalla densità gravimetrica, oltre che dalla composizione chimica e dal potere calorifico, e presumibilmente anche dall’impulso specifico. In particolare le Csb5, Csb1 e Csb2 appaiono quasi perfettamente sovrapponibili alle Rex 28, Rex 32 e Rex 36, tanto da lasciar intravedere la possibilità di sostituirle integralmente sia nei caricamenti per l’anima liscia sia in quelli per arma corta. Partendo da questi presupposti, le prove hanno confermato la sostanzia128

ARMI E TIRO 12/2014

Lrn Lrn Lrn Lrn Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc

Peso palla (grs) 160 160 160 160 159 159 159 159 159 159 159 159 159 159 143 143 143 143 143 143 143 143 143 143

Polvere Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 4,4 4,9 4,8 5,4 3,0 3,3 3,5 3,9 3,4 3,8 3,9 4,4 4,3 4,9 3,4 3,8 3,9 4,3 4,0 4,4 4,6 5,1 5,0 5,6

V1,5 (m/sec) 280 312 287 323 202 222 219 244 227 254 234 264 246 281 213 238 226 249 249 275 262 292 267 300

Pmax (bar) 1.115 1.433 1.093 1.445 1.136 1.404 1.059 1.353 1.092 1.403 1.081 1.428 1.062 1.443 1.087 1.394 1.092 1.364 1.139 1.416 1.115 1.420 1.085 1.422

Oal (mm) 37,1 37,1 37,1 37,1 35,8 35,8 35,8 35,8 35,8 35,8 35,8 35,8 35,8 35,8 36,6 36,6 36,6 36,6 36,6 36,6 36,6 36,6 36,6 36,6

Dose (grs) 5,4 6,0 6,0 6,6 5,6 6,2 6,3 7,0 8,1 8,9 5,6 6,2 5,9

V1,5 (m/sec) 308 343 305 336 303 336 326 357 355 391 327 362 313

Pmax (bar) 2.151 2.750 2.238 2.808 2.175 2.762 2.193 2.826 2.173 2.770 2.173 2.769 2.253

Oal (mm) 40,6 40,6 40,6 40,6 40,6 40,6 40,6 40,6 40,6 40,6 39,0 39,0 39,0

Nota: limite Cip 1.500 bar Le dosi per il .357 magnum Tipo palla Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Lrn Tcglv Tcglv Tcglv

Peso palla (grs) 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 159 159 159

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4

1

Tipo palla Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Tcglv Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc

Peso palla (grs) 159 159 159 159 159 159 159 143 143 143 143 143 143 143 143 143 143

Polvere Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 6,5 5,8 6,4 6,2 6,9 8,3 9,1 6,3 6,9 6,6 7,3 6,5 7,1 7,5 8,3 9,2 10,0

V1,5 (m/sec) 345 321 355 338 376 372 409 353 387 329 380 346 378 356 395 397 432

Pmax (bar) 2.844 2.195 2.779 2.169 2.816 2.187 2.796 2.258 2.807 2.191 2.796 2.261 2.797 2.197 2.831 2.200 2.749

Oal (mm) 39,0 39,0 39,0 39,0 39,0 39,0 39,0 40,3 40,3 40,3 40,3 40,3 40,3 40,3 40,3 40,3 40,3

Dose (grs) 3,6 4,0 3,9 4,4 3,9 4,3 4,5 5,0 5,0 5,5 3,3 3,7 3,9 4,4 3,6 4,0 4,6 5,1 4,7 5,2 4,1 4,5

V1,5 (m/sec) 266 296 259 293 268 296 269 299 268 295 242 271 259 292 246 273 275 305 250 276 303 333

Pmax (bar) 1.605 2.051 1.598 2.127 1.632 2.056 1.640 2.122 1.619 2.058 1.573 2.040 1.543 2.045 1.618 2.071 1.614 2.071 1.646 2.104 1.660 2.064

Oal (mm) 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5

Nota: limite Cip 3.000 bar Le dosi per il .40 S&W Tipo palla Peso palla (grs) Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Ltc 182 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Tcglv 181 Fmjtc 170 Fmjtc 170

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5

2

1. Le prove in canna manometrica sono state eseguite con i calibri più diffusi per pistola e revolver, utilizzando palle in lega, palle ramate e palle blindate. Ovviamente, le indicazioni di velocità e pressione sono da considerarsi indicative e né l’autore, né l’editore, né il produttore, né l’armeria che ha eseguito le prove possono assumersi qualsivoglia responsabilità in merito. 2. Il 9x21, nelle prove comparate rispetto al 9x19 mm, ha dimostrato maggiori potenzialità, in virtù del più lungo free bore previsto per il calibro “italico”.

Tipo palla Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc Fmjtc

Peso palla (grs) 170 170 170 170 170 170 170 170

Polvere Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Dose (grs) 4,4 4,9 4,4 4,9 5,1 5,6 5,6 6,2

V1,5 (m/sec) 293 326 303 338 306 336 300 333

Pmax (bar) 1.618 2.088 1.652 2.133 1.680 2.113 1.613 2.084

Oal (mm) 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5 28,5

Dose (grs) 3,4 3,8 3,7 4,2 4,1 4,6 4,6 5,1 4,8 5,3 3,5 3,9 4,4 4,9 4,2 4,7 5,1 5,6 5,0 5,4 3,8 4,2 4,2 4,7 4,6 5,1 5,2 5,7 5,4 5,9

V1,5 (m/sec) 223 249 213 241 221 248 216 240 214 237 217 242 217 242 214 240 247 272 211 228 237 262 230 258 236 262 233 255 230 251

Pmax (bar) 962 1.228 898 1.190 952 1.234 951 1.203 952 1.196 965 1.221 971 1.234 940 1.206 981 1.212 970 1.154 971 1.210 938 1.205 970 1.224 986 1.217 977 1.198

Oal (mm) 31,0 31,0 31,0 31,0 31,0 31,0 31,0 31,0 31,0 31,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0 32,0

Nota: limite Cip 2.250 bar. Le dosi per il .45 acp Tipo palla Peso palla (grs) Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrn 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Lrnglv 233 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229 Fmjrn 229

Polvere Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2 Csb5 Csb5 Csb4 Csb4 Csb3 Csb3 Csb1 Csb1 Csb2 Csb2

Nota: limite Cip 1.300 bar.

le equivalenza delle polveri ungheresi e di quelle spagnole, che hanno dimostrato una indubbia adattabilità ai caricamenti per arma corta. I risultati delle prove sono stati raccolti in tavole e saranno pubblicati quanto prima dalla Maxam; una prossima integrazione sarà condotta ripetendo le prove con la polvere Ssb, che lascia prevedere dosaggi più consistenti in tutti i calibri. Scendendo nei dettagli, i dosaggi più spinti sono stati realizzati con la polvere Csb2; in particolare si può arrivare fino a 6,4 grani con palla incamiciata di 123 grani nel calibro 38 super auto (altezza finale 32,0 mm), e fino a 10,0 grani con palla incamiciata di 123 grani nel .357 magnum (altezza finale 40,3 mm), raggiungendo rispettivamente la velocità di 382 e 432 m/sec, e la pressione di 2.180 e 2.750 bar. In definitiva è risultato che nella maggior parte dei caricamenti la Csb 2 ha pressoché uguagliato i dosaggi della Winchester Super field e della Accurate #5, polveri molto diverse in quanto doppie basi sferiche. 12/2014 ARMI E TIRO

129

PERSONAGGIO DEL MESE Valtteri Bottas Valtteri Bottas, giovane emergente finlandese nella scuderia Williams di Formula 1, sta dimostrando passione per il Tiro a volo: dopo un “tutoring” al Tav Uboldo sotto l’ala protettrice di Jessica Rossi, la sua dotazione si è arricchita di un Beretta Dt 11 ricevuto dalle mani di Franco Gussalli Beretta

Il pilota di Formula 1 Valtteri Bottas riceve dalle mani di Franco Gussalli Beretta il Dt 11 che ha espressamente richiesto all’azienda per dedicarsi al Tiro a volo.

Di Ruggero Pettinelli

C

iò che al nostro mondo manca di più, sono i testimonial: personaggi famosi che condividano le nostre passioni e possano pertanto farsi promotori dei valori dei nostri sport presso il pubblico “generalista”. Ebbene, dopo aver visto il pilota di Formula 1 Valtteri Bottas ricevere dalle mani di Franco Gussalli Beretta, vice presidente e amministratore delegato di Fabbrica d’armi Pietro Beretta, un fiammante sovrapposto Beretta Dt 11, da lui esplicitamente richiesto per praticare il Tiro a volo, abbiamo avuto il cuore riscaldato dalla confortante sensazione che il nostro universo abbia trovato un testimonial d’eccezione.

UN COLPO DI FULMINE Valtteri Bottas è un giovane (25 anni) finlandese, con le corse automobilistiche nel sangue. Ha debuttato in Formula 1 nel 2012 con la scuderia Williams e ha avuto modo di mettersi in mostra già durante la sua prima stagione da titolare, quella del 2013. È stato, però, con la stagione 2014 che ha cominciato la sua scalata verso il successo, con un terzo posto nel Gran premio d’Austria e, quindi, con i secondi posti conquistati nei Gran premi di Gran Bretagna e Germania e l’ulteriore terzo posto nel Gran premio del Belgio. Insomma, complice l’età, la determinazione e la capacità di concentrazione, è un astro nascente della Formula 1. La cosa più interessante, però, è che accanto a sport come la corsa, il ciclismo («ma li pratico come forma di allenamento fisico per la mia attività principale», ci ha confidato con semplicità) e l’hockey su ghiaccio, da qualche tempo pratica 130

ARMI E TIRO 12/2014

È DEI NOSTRI! Guarda il video

Bottas con Ferdinando Belleri, responsabile unità produttiva Premium guns, mentre sceglie il massello di legno dal quale sarà ricavato il calcio del suo Dt 11 Sporting.

anche il Tiro a volo. Merito di uno degli ingegneri della scuderia Williams che un paio di anni fa, in Gran Bretagna, gli ha fatto provare la prima esperienza con lo Sporting. A quanto pare è stato amore a prima vista! Quando il direttore di Sky sport, Giovanni Bruno, ha scoperto l’interesse di Bottas (anche) per il tiro, insieme a Marzio Maccacaro, direttore commerciale di Fiocchi munizioni, è stato possibile organizzare una giornata didattica alla Tav di Uboldo (Va), nella quale il pilota è stato affidato agli insegnamenti della campionessa olimpica di Trap Jessica Rossi. Poco tempo dopo, il finlandese ha manife-

SCHEDA TECNICA Produttore: Pietro Beretta spa, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.83.411, fax 030.83.41.421, www.beretta.it Modello: Dt11 Sporting Calibro: 12/76 Canne: Steelium pro, diametro in asta 18,6, cromate, lunghe 760 mm (anche 710 o 810 mm) Strozzature: strozzatori Optima-choke High performance Chiusura: doppio chiavistello conico a recupero automatico del gioco Estrattori: automatici, selettivi

1

Espulsione: a puntoni caricati da molle elicoidali Percussione: indiretta mediante cani su percussori a lancio inerziale Scatto: monogrillo selettivo Congegni di puntamento: mirino a sfera tipo Bradley, in metallo e plastica, bianco; bindella ventilata di 10x8 mm Sicurezza: a cursore sul dorso di bascula Finitura: bascula e parti metalliche nichelate; incisioni al laser, rimessi in oro a mano; canna brunita lucida; calcio finito a olio opaco Prezzo: xxxx euro, Iva inclusa

stato l’interesse per l’acquisto di un sovrapposto Beretta Dt 11 da tiro, rivolgendosi così alla holding gardonese che lo ha accolto a braccia aperte in una tiepida mattina d’autunno per un tour dei reparti produttivi e del museo storico (facoltà accordata a tutti i clienti che desiderano acquistare un Dt 11), mentre contestualmente gli sono state “prese le misure” per la calciatura personalizzata dell’esemplare che, nel pomeriggio, Franco Gussalli Beretta gli ha consegnato con le proprie mani, in allestimento Sporting.

PARLA BOTTAS Abbiamo colto l’occasione per chiedere al giovane pilota qualcosa di più sulla sua carriera di tiratore: «Il mio battesimo l’ho avuto con lo Sporting», ci ha confidato, «ed è una delle specialità del Tiro a volo alla quale mi dedicherò, per la sua varietà. Mi piacerebbe anche confrontarmi con lo Skeet, perché a prima vista mi pare la specialità più difficile…». Il primo colpo, quindi, due anni fa? «Per la verità, la mia primissima esperienza con il tiro è avvenuta durante il servizio militare, che ho svolto per sei mesi nel corso del 2008». Quali affinità hai riscontrato tra i due mondi, quello delle corse e quello del tiro? «Dal punto di vista personale, ci sono grandi affinità: innanzi tutto, in entrambi gli sport si utilizza un attrezzo a elevato contenuto tecnologico; inoltre, nella mia pur modesta pratica in pedana ho avuto

IL CALCIO DI BOTTAS Deviazione al nasello: 1 mm (dx) Deviazione al tallone: 4 mm (dx) Deviazione alla punta: 9 mm (dx) Distanza al nasello: 190 mm Altezza collo: 60 mm Lunghezza pistola: 90 mm Altezza pistola: 97 mm Piega al nasello: 36 mm Piega al tallone: 47 mm Lunghezza calcio (al centro): 363 mm Pitch: 83,5 mm Zigrinatura: standard Astina: tonda Finitura: olio naturale Scudetto: argento con iniziali

2

3 1. La visita al museo storico Beretta. 2. L’opera è quasi finita, si testa al balipedio per verificare piega e vantaggio. 3. Non può mancare l’autografo nella bacheca delle “stelle del tiro”, all’ingresso dell’unità produttiva Premium guns.

modo di apprezzare quanto il Tiro a volo sia utile per sviluppare colpo d’occhio, concentrazione e riflessi, riscontrando effetti decisamente benefici nelle corse di Formula 1. Insomma, in entrambe le discipline ci vuole molto cervello! Dopo la visita ai reparti produttivi di Beretta, però, ho potuto anche apprezzare la notevole affinità tra una grande azienda produttrice di armi e un’azienda dedicata alle macchine da corsa: in entrambi i mondi si utilizzano materiali all’avanguardia, processi produttivi ad alta tecnologia e alto rendimento, innovazione continua e grandissimo lavoro di sviluppo e progettazione». Quindi, che idea ti sei fatto della Beretta? «Ovviamente il marchio mi era noto già prima, ma è stato proprio in questa occasione e, in particolare, con la visita del museo storico interno all’azienda, che ho potuto apprezzare veramente la sua grande tradizione e l’importanza che ha rivestito nel corso dei secoli. È stato impressionante». Hai già avuto modo di conoscere qualche tiratore agonista del tuo Paese? «Sì, mi sono imbattuto in Satu Makela-Nummela (oro nel Trap a Pechino 2008, ndr), una volta abbiamo sparato nello stesso campo e ho avuto modo di scambiare due chiacchiere con suo marito e suo figlio». E per quanto riguarda la caccia? «Chissà, magari in futuro. Per il momento ho intenzione di impratichirmi con questo bellissimo sport, ma non ho alcuna preclusione». 12/2014 ARMI E TIRO

131

M&LE

A cura di Claudio Bigatti

SUBACQUEO PER LE FORZE SPECIALI Il Gign francese (Groupe d’intervention de la gendarmerie nationale) e i Commando “Hubert” del Casm (Commando d’action sous-marine) della Marine nationale, hanno adesso una nuova dotazione comune: gli orologi Ralf tech. Gli orologi subacquei (fino a 500 metri!) di questa prestigiosa azienda francese, ma con manifattura svizzera, hanno superato tutte le prove a cui sono stati sottoposti da questi corpi d’Elite francesi: i Ralf tech Wrx A Hybrid II con cassa in acciaio chirurgico 316L, vetro zaffiro e movimento “ibrido” meccanico-quarzo sono stati selezionati come dotazioni individuali. Sono distribuiti in Italia da Mad max. Per informazioni: Mad max, tel. 06.33.26.37.31, www.madmaxco.com.

L’AR15 (IBRIDO) DI STEYR

ARRIVA LO SCAR “SOVIET” L’Fn Scar, in base alle prime richieste del Socom, doveva essere una piattaforma veramente multicalibro (oltre ai calibri Nato, disponibile anche in 6,8 Spc, 5,45x39 e 7,62x39) e con lower receiver “unificato”. Tuttavia, queste caratteristiche vennero in seguito emendate. Ciò non toglie che, poi, il Socom si sia successivamente ricreduto, richiedendo un “kit” in 5,56x45 per alcuni Scar Mk17-H calibro 7,62x51. Adesso, spunta un nuovo “kit” per il 7,62x39. Al momento non è dato sapere se sia una richiesta del Socom o si tratti solo di un prototipo. Ricordiamo inoltre che, alcune versioni dello Scar Mk16-L 5,56, convertite in 6,8 Spc, sono già state prodotte dall’azienda. Per informazioni: www.fnherstal.com.

132

ARMI E TIRO 12/2014

Lo Steyr Stm-556 calibro 5,56x45 si può considerare un riuscito ibrido tra un M4 e un Aug: la canna infatti adotta un sistema di sgancio frontale, identico a quello impiegato in precedenza sullo Steyr Aug. Il sistema di funzionamento sfrutta un pistone a corsa corta su upper receiver monolitico mentre il semicastello inferiore, mantiene invariate le caratteristiche della piattaforma americana. Otturatore a testina rotante multi alette e buffer-molla di recupero posteriore. Per massimizzare l’opportunità del cambio rapido, l’Stm 556 offre agli operatori ben sette diverse lunghezze di canna: da 293 millimetri (11,5 pollici) a 550 millimetri (22 pollici). Oltre alle comuni mire di back-up, l’arma può essere dotata opzionalmente di una ottica amovibile 1,5x, anch’essa simile a quella impiegata sull’Aug A3Sf, fornita però di attacco specifico. Il rateo di fuco dello Steyr Stm-556 è di 700-900 colpi/ minuto e, con canna di 16 pollici (406,4 millimetri) misura con calcio chiuso, 830 millimetri. Il peso è di 3.200 grammi. Per informazioni: www.steyr-mannlicher.com.

DISCRETO, SMONTABILE E SNIPER Presentato al Sofic (Special operations forces industry conference) a Tampa in Florida, il Remington Csr (Concealable sniper rifle) calibro 7,62x51 è la prima risposta delle aziende a un requisito del Socom noto come Cusr (Concealable take-down urban sniper) per un fucile di precisione leggero, compattissimo (deve stare dentro un 3-Days assault backpack) e smontabile, da impiegarsi in ambito urbano: con canna Proof research lunga 355,6 millimetri (14 pollici) ricoperta in carbonio, pesa meno di 3.600 grammi. Anche l’astina smontabile è in fibra di carbonio e multi slot, agganciata al fusto in lega d’alluminio tramite una leva a “T”. La calciatura scheletrata, regolabile e ribaltabile pare sia mutuata dalla versione “Lightweight” del Remington Msr mentre il fusto, invece, è di nuovo disegno, come pure l’otturatore con inserti in titanio. L’arma si smonta in tre sottoinsiemi principali: calciatura-fusto, canna e astina. Da notare anche, la particolare adozione di una impugnatura ribaltabile: impiega attualmente caricatori metallici Ar10 di 20 colpi e pare sia stata ottimizzata per l’impiego di munizionamenti subsonici con moderatore di suono (Aac). Per informazioni: www.remingtonmilitary.com.

LA NUOVA “MINI” CHAINGUN La mitragliatrice Atk Mk5 calibro 7,62x51, sviluppata congiuntamente con la Hughes helicopters, potrebbe avere un nuovo futuro operativo sia in applicazioni terrestri (arma coassiale nei blindati leggeri, torrette a controllo remoto) sia aeronautiche (sugli elicotteri). Fino adesso l’unica adozione, appunto come arma coassiale, riguardava gli Mbt Challenger 2 e gli Ifv Warrior britannici. La nuova versione però,

beneficia adesso di ulteriori miglioramenti. L’arma tra l’altro, è l’unica Mg in questo calibro con espulsione frontale dei bossoli: in questa versione, un lungo canale corre dal fusto sino al rompifiamma ed è per questa soluzione che la canna appare di un insolito diametro. Con canna di 559 millimetri (22 pollici) pesa intorno ai 13.000 grammi e ha un rateo di fuoco di 500-600 colpi minuto. Per informazioni: www.atk.com. 12/2014 ARMI E TIRO

133

PROVA soft air Marui Remington 870 Tactical 1. Con il Remington 870 Tactical, Marui abbandona il sistema a molla per gli shotgun, passando al sistema a gas. 2. Il funzionamento a gas rende molto più dolce l’azionamento dell’astina, rispetto al sistema a molla.

1

Cambio DI PASSO Marui ha abbandonato il sistema a molla per gli shotgun, a favore del sistema a gas: stesse cartucce-caricatore con 3 file di 10 pallini, serbatoio ad alta capacità nel calcio, mire tradizionali più slitta Picatinny, estetica particolarmente curata Testo e foto di Gilberto Cervellati

2

I

giapponesi ritornano allo shotgun con una nuova replica, quella del celeberrimo Remington 870 Tactical, scegliendo però la tecnologia del gas. Inevitabile fare il confronto con la precedente produzione della Marui, cioé le repliche a molla del Benelli o del Franchi Spas. Quelle furono Asg rivoluzionarie per via del fatto che erano dotate di tre canne disposte a 120° e ciascuna sparava un solo pallino, in questo modo si otteneva la rosata e ogni Bb godeva della stessa potenza. La concorrenza ha sempre usato una sola canna, quindi i loro shotgun sparavano un solo pallino per volta o una fila di proiettili uno dietro l’altro, con evidenti differenze di resa balistica tra loro. Quindi Marui fu innovativa in questo settore. Adottò la molla per i suoi fucili a pompa semplificando molto il loro uso senza snaturare la modalità d’uso, semplicemente bisognava abituarsi alla maggiore forza da applicare all’astina di caricamento. Oggi Marui propone un nuovo fucile che recupera molto della filosofia giapponese originaria, quindi le tre canne, ma alla molla preferisce il gas.

GAS CONTRO MOLLA Volendo fare un confronto esclusivamente utilitaristico tra la tecnologia a molla contro quella a gas, pensiamo che la prima prevalga a mani basse. La 134

ARMI E TIRO 12/2014

molla non richiede di essere alimentata con un propellente, l’energia erogata è sempre costante (il gas varia in funzione del tipo e dello stato di carica del serbatoio). La molla è molto più semplice, non ci sono serbatoi in pressione e relativi organi di tenuta e quello che non c’è non si rompe. Quindi per quale ragione scegliere uno shotgun a gas? Per una ragione importante: il realismo di funzionamento. Questo Remington ha un livello di fedeltà all’originale pressoché totale, se escludiamo l’espulsione del bossolo. Il processo di armamento è fluido come l’originale,

SCHEDA TECNICA

TABELLA BALISTICA

Costruttore: Tokio Marui Distributore: Free shoot srl, via del Tecchione 48/D, 20098 San Giuliano Milanese (Mi), tel./fax 02.98.28.28.51, 392.52.82.559, www.freeshot.it Modello: Remington 870 Tactical Calibro: 6 mm Bb Funzionamento: gas (ripetizione manuale tipo pompa) Lunghezza canna: 220 mm HopUp: fisso Alimentazione: caricatore amovibile, 30 colpi simulante cartuccia calibro 12 Mire: diottra e mirino oppure ottica (non fornita) Peso: 2.680 g Lunghezza totale: 954 mm Materiali: metallo e polimeri Prezzo: 399 euro, Iva inclusa

2

1. Il serbatoio del gas, ad alta capacità, è occultato all’interno del calcio ed è rapidamente sostituibile. 2. All’interno del falso serbatoio tubolare, possono essere inserite un paio di cartucce-caricatore di ricambio. Ogni cartuccia tiene 30 pallini (3 file di 10). 3. 5. Le mire sono costituite da diottra e mirino, con una slitta Picatinny per l’installazione di ottiche o red dot.

Tabella balistica Colpi V0 (m/sec) 1. 98,3 2. 98,1 3. 99,6 4. 97,0 5. 98,1 6. 98,1 7. 98,5 8. 97,1 9. 97,8 10. 97,1 Media 97,97

1

Pallini di 0,2 g, sparati impegnando una sola delle tre canne della replica (un solo Bb nella cartuccia).

3

lo scatto non ha la legnosità del sistema a molla e lo sparo è più scenografico (sbuffo di gas) rispetto alla molla. Il gas porta però con sé la necessità di un serbatoio interno. In questo caso Marui ha avuto buon senso adottando un grosso serbatoio amovibile alloggiato nel calcio. Rimuovendo il calciolo in gomma si svela l’alloggiamento del serbatoio che si può sfilare e rifornire oppure sostituirlo con uno già carico. Questo sistema consente anche di sostituire il componente, che in una replica a gas, è maggiormente soggetto a guasti. L‘870 spara 3 pallini per volta ma può anche produrre una rosata di 6. Arretrando l’astina d’armamento, nella finestra di espulsione compare un piccolo selettore che consente di commutare la rosata da 3 a 6 pallini. Per alimentare i pallini, Marui ha conservato le stesse finte cartucce che contengono 30 pallini (dieci serie di tre, quindi) mantenendo la compatibilità con quelle usate per gli altri suoi shotgun. Questi dispositivi hanno l’aspetto di cartucce calibro 12 ma sono, di fatto, veri e propri caricatori. In quello che nella realtà dovrebbe essere il serbatoio delle cartucce possono essere stivate altre due cartucce di ricambio, svitando il tappo superiore. Per quanto riguarda la balistica, le variabili sono due: la costanza nell’energia erogata e la differenza tra una rosata di 3 e 6 pallini. Tirando rosate di 3 (un pallino per canna) la sagoma posta a 25 m viene attinta sistematicamente da tutti i pallini con la giusta decisio-

ne, mentre la rosata di 6 arriva alla stessa distanza decisamente “spenta”. Per i 6 pallini è meglio dimezzare la distanza o compensare la caduta per guadagnare qualche metro. In entrambi i casi l’energia appare costante, i tiri sono piuttosto ripetibili.

LE MIRE La versione Tactical è dotata di organi di mira fissi e slitta per ottica di puntamento opzionale, calcio fisso e canna di 18,5”. Il mirino è su ampia rampa e presenta un riferimento bianco, mentre la diottra può essere regolata in altezza e derivazione. La traiettoria gode dei benefici di un sistema HopUp fisso come nei modelli precedenti di shotgun. Se si desidera un sistema di puntamento più istintivo, allora si può sfruttare la slitta e installare un punto rosso. Si capisce bene che Marui, come suo solito, ha voluto realizzare una Asg esteticamente appagante e l’ha curata nei minimi dettagli, rendendola estremamente verosimile. Abbondante l’uso del metallo, riservando la plastica solo per il calcio e l’astina; il peso raggiunge i 2.680 grammi, contro i 3.100 dell’originale. Questi tre chilogrammi scarsi sono molto ben bilanciati, grazie al contributo del grosso e pesante serbatoio del gas all’interno del calcio. Possiamo collocare il punto d’equilibrio circa in corrispondenza del ponticello del grilletto e tutto l’insieme ne fa una replica piuttosto divertente. 12/2014 ARMI E TIRO

135

F.I.G.T.

Grande caccia

VENDETTA NEL POLVERIFICIO L’evento Grande caccia Operation revenge, organizzato dal Comitato regionale emiliano, è stato ospitato nella cornice dell’ex polverificio Sipe di Spilamberto, di cui un club locale ha ottenuto la gestione contribuendo ad arrestarne il degrado Di Giampaolo Cavalca

I

l Comitato regionale Emilia Romagna ha sempre prediletto gli eventi sportivi della tipologia a “Pattuglia ricognitiva”, principale specialità per l’attività agonistica, e i classici Combat, che hanno il vantaggio di richiedere una minore organizzazione e impiego di risorse umane. La tipologia Grande caccia, invece, non ha mai avuto grande successo. Uno dei motivi è la filosofia non agonistica, che disorienta quanti interpretano il Soft air nella sua forma più tradizionale (combat). Una

Grande caccia è un evento non competitivo, in cui le squadre di Soft air non si misurano sulla base della conquista di obiettivi, quanto piuttosto nell’interpretazione di un ruolo realistico.

Grande caccia non è un vento agonistico e l’unico mezzo per verificare l’operatività di una fazione è la disamina finale riguardante le varie operazioni messe in atto durante l’evento. Non vi è una classifica e non sempre chi è stato più efficace nel combattimento ha, poi, realizzato lo scopo e gli obiettivi che erano stati assegnati dalla Direzione gara. Una Grande caccia presuppone che una fazione, una pattuglia esegua una missione o un compito che può essere, a prima vista, di scarsa utilità ma che, per il comando di fazione, risulta essere di grande importanza. Non tutti i Comitati hanno squadre capaci di calarsi in logiche mutuate dalla realtà dei combattimenti reali nei quali la dote principale è essere nel luogo assegnato e attendere istruzioni dal proprio comando di fazione! Non tutti i Comitati hanno persone e squadre disposte ad un ruolo di sacrificio e, talvolta, di inazione.

OPERATION REVENGE Il Comitato emiliano ha patrocinato un evento Grande caccia denominato Operation revenge, con organizzazione a cura dei Mamba korps e il fondamentale contributo da parte dei ragazzi dell’Asd V Delta (non ancora affiliata Figt). I V Delta hanno la disponibilità di una stupenda struttura, rappresentata dall’ex polverificio Sipe di Spilamberto (Mo), per il quale hanno assunto l’impegno di vigilanza e di mantenimento. Anche gli abitanti della zona si sono espressi in maniera positiva riguardo all’attività di gioco perché, contestualmente allo svolgimento dell’attività sportiva, si è constatata una sensibile diminuzione degli accessi all’interno della struttura da parte di non autorizzati. La costante attività di gioco all’interno della polveriera ha portato, inoltre, all’individuazione di estranei all’interno dell’area, con la conseguenza di due interventi delle forze dell’ordine che hanno rivenuto refurtiva per un valore superiore a centomila euro! La logica conseguenza di questa positiva azione dei ragazzi del V Delta ha fatto sì che l’amministrazione comunale acconsentisse a regolarizzare con adeguati permessi l’utilizzo dell’intera area.

L’EVENTO La storia inspiratrice della manifestazione si ispira al conflitto svoltosi dal 27 giugno al 6 luglio 1991 nella ex Jugoslavia. Il book inviato a tutte le squadre ha consentito la corretta interpretazione 136

ARMI E TIRO 12/2014

1

I TEAM PARTECIPANTI 1. Iena korps Bologna 2. Ghost commander Imperia 3. Legionari malatestiano Rimini 4. Asaf Faenza 5. Joker from hell Medolla 6. Serenissima legio Venezia 7. Cavalieri apocalisse Castel San Pietro 8. Argonauti Altopascio 9. Sam Montecchio 10. Opfor Forlì 11. Ascu Perugia 12. 506° Pir Albenga 13. X legio Venezia 14. Force of impact Vicenza 15. Badlsa joint team Roma 16. 82° Sat Imola 17. Pgs Faenza 18. Sezione 8 Perugia 19. Elfi Pontedera

2

3

1. L’entrata dell’ex polverificio Sipe di Spilamberto (Mo), di cui un club locale ha assunto la custodia.

delle azioni, che venivano costantemente eseguite coordinandosi con i rispettivi comandi. Operation revenge ha visto la presenza in campo di ben 150 giocatori, in rappresentanza di molti club provenienti dalle varie regioni d’Italia, che sono giunti sul campo pieni di aspettative che non sono state deluse nonostante, comse spesso accade in questa tipologia di gioco, alcune squadre abbiano avuto una limitata attività a causa della imprevista evoluzione del gioco. Negli eventi Grande caccia la situazione evolve costantemente in base alla reazione o all’intraprendenza degli avversari, lo scopo ultimo giustifica anche il sacrificio di unità di una squadra che, per consentire la realizzazione dell’obiettivo, possono essere impiegate in azioni di disturbo.

2. La locandina dell’evento, che rievocava un conflitto della ex Jugoslavia dei primi anni Novanta del XX secolo. 3. Sono stati ben 150 i giocatori coinvolti in “Operation revenge”.

Il bilancio finale è stato ampiamente positivo e non si sono verificate particolari problematiche fatto salvo uno stallo notturno in un’area del campo, che ha tenuto fuori dalle azioni una parte dei giocatori. Cosa che, comunque, non ha inficiato la validità dell’evento ma che, comunque, servirà come esperienza per gli eventi futuri. La Direzione dell’evento, organo super partes che deve garantire la regolarità del gioco ma anche gestire l’evento per evitare periodi di rallentamento o di stallo, è stata messa a dura prova nel gestire un numero così alto di squadre e di giocatori, ma ha dimostrato di essere in grado di portare a buon fine un evento non facile. La presenza sul campo del presidente nazionale Raffaele Mori Taddei, che delle simulazioni non competitive è stato un pioniere, accompagnato dalla sua squadra, gli Elfi Sat di Pontedera, ha dato ancor maggiore valore all’evento e confermato la validità della formula Grande caccia, fungendo da aggregante per molte squadre del Crer nonché per i team provenienti da altre regioni. 12/2014 ARMI E TIRO

137

F.I.G.T.

Campionati regionali

TAPPA SULLA GOTICA La quarta tappa del campionato Toscano si è svolta sul monte Pasquilio, cima delle Alpi Apuane che, finora, era stata offlimit per le squadre di Soft air

1 2

Di Giampaolo Cavalca

L

a catena delle Alpi Apuane, nel Nord della Toscana, si è ben meritata l’appellativo di “Alpi”, malgrado faccia parte del sub-appennino toscano, a causa dell’asprezza dei rilievi. Durante la seconda guerra mondiale ha fatto parte del sistema difensivo tedesco della Linea gotica. Ed è proprio sul monte Pasquilio, in questa zona ricca di storia, che i ragazzi delle squadre Toscane Figt hanno organizzato la IV Tappa del Campionato toscano. L’evento ha una elevata valenza simbolica per il nostro sport, in quanto proprio il monte Pasquilio, luogo di battaglia e di commemorazione, è sempre stato finora off-limit per i softgunner, a causa di un pregiudizio che poco ha a che fare con la reale natura sportiva del Soft air. Ma da un po’ di tempo a questa parte le aperture da parte delle amministrazioni pubbliche sono state sempre più ampie. Aver intrecciato buoni rapporti con gli utenti del luogo quali cacciatori, escursionisti e appassionati di Mountain bike ha di sicuro avuto un ruolo importante in questo “sdoganamento”, così come il rispetto per l’ambiente e per la storia locale. È un campionato regionale anomalo, che non promuoverà alcuna squadra alle fasi finali visto l’impegno organizzativo dell’intero Comitato regionale toscano per la gestione della finale dei campionati nazionali Figt 2014 – 2015. Vista la situazione, il Campionato è stato strutturato in maniera più semplice e con il coinvolgimento di squadre con minore esperienza nell’organizzazione. Per la quarta tappa il consigliere regionale e responsabile arbitrale Andrea “Buio” Bascherini ha convocato uno staff arbitrale di elevato livello: Marco Grilli degli Alfieri Lunezia, Samuele “Giga” Bigazzi dei Bravo two zero di Gambassi terme, Ermenegildo Bianchi dei Cecina Raids commando e Lorenzo “Morfeo” Quattrini della Legione Valdarno. Per l’organizzazione della gara hanno collaborato diverse squadre locali: X legio Victis, 1° Legionari apuani, Black devils, squadra vincitrice del campionato italiano anno 2008-2009, Tsm, Alfieri Lunezia, Special troops, Falcon Contractor e X Cobra. La competizione è iniziata con repentini cambiamen138

ARMI E TIRO 12/2014

1. Il Soft air ha “conquistato” il monte Pasquilio, cima delle Alpi Apuane finora sempre negata a manifestazioni di questo tipo. Un altro segno dei tempi che stanno (fortunatamente) cambiando per questo sport. 2. L’intervento di uno degli arbitri di gara. La scelta dello staff arbitrale è stata di alto livello.

LA CLASSIFICA 1. Legione Valdarno 2. Compagnia ombra 3. Dragon force sac 4. Elfi 5. Argonauti 6 Sezione 8 7 Compagnia esploratori 8. Tigri Livorno 9 Delta d’Arno 10. Raids commando 11. Hell’s frog 12. 2V team 13. Compagnia easy

NUMERI DEL TORNEO 13 squadre in gioco 10 obiettivi da trovare e conquistare 8 ore di gara 3 ricognizioni da effettuare 7 Way point da acquisire 911 i metri sul livello del mare della cima del monte Pasquilio

ti climatici e ha visto la partecipazione di 13 squadre che si sono confrontate per otto ore destreggiandosi tra 10 obiettivi, 7 azioni di ricognizione tattica e 7 way point con lo scopo di rendere più articolata l’azione degli agonisti. Nonostante alcune difficoltà iniziali con le comunicazioni radio, l’evento ha avuto uno svolgimento regolare con le squadre che si sono infiltrate in due scaglioni distanziati di 30 minuti con la partenza fissata per le ore 9 e con termine per le ore 17,30. La classica tipologia di evento a “pattuglia ricognitiva” è stata correttamente interpretata in modo da tenere conto delle caratteristiche del territorio, che presentava dislivelli e scenari molto variabili, passando dal classico ambiente boschivo a suggestive zone pietrose tipiche delle Apuane. Alla fine della competizione, i commenti dei partecipanti hanno confermato il generale gradimento di una gara che ha saputo creare il giusto mix tra tattica e agonismo. Una breve esamina della classifica conferma la validità della competizione, con le squadre più forti della Toscana stabilmente nella fascia alta e soli 50 punti a separare la prima dalla seconda! Marco Pelacani della Legione Valdarno, uno dei promotori del circuito Italian shake, ha commentato positivamente il torneo sottolineando come spesso sia possibile realizzare eventi sportivi di buon livello anche senza avere alle spalle una grande esperienza organizzativa.

F.I.G.T.

Legale

NON CI RIGUARDA! I decreti legislativi 204/10 e 121/13 hanno destato allarme in molti appassionati, spingendoli a chiedere lumi ad alcune questure. Ma in realtà, le disposizioni sul Soft air non sono rivolte agli acquirenti finali Di Francesco Saverio Lepore*

N

egli ultimi mesi, diverse associazioni hanno richiesto chiarimenti sull’attuale disciplina degli strumenti per il Soft air ad alcuni uffici della questura, a seguito dell’entrata in vigore, dal 5 novembre 2013, del decreto legislativo 29 settembre 2013, n. 121 che ha operato una piccola modifica al testo dell’art. 5 legge 110/75, come modificata dal decreto legislativo 204 del 2010. Ricordiamo che proprio con il decreto 204/10 fu introdotta la categoria e la definizione di “strumenti per il Soft air” inserita al comma IV dell’art. 5 della legge sulle armi. In sostanza si stabiliva cos’erano e quali caratteristiche dovessero avere quelle che noi abitualmente chiamiamo Asg. Nel testo dell’articolo si

Per le Asg in mano ai giocatori, non ci sono nuovi adempimenti di legge da assolvere.

stabiliva, inoltre, che questi strumenti fossero sottoposti dall’interessato alla verifica di conformità (delle caratteristiche) presso il Banco nazionale di prova. La domanda che tutti ci poniamo è la seguente: chi sarebbe il soggetto “ interessato”? Per come è strutturato il comma IV dell’articolo citato, l’obbligo grava su importatori e costruttori, poiché l’unica sanzione prevista colpisce “chiunque produce o pone in commercio gli strumenti del presente articolo (quelli per il Soft air, ndr) senza l’osservanza delle disposizioni del presente comma, è punito con la reclusione da 1 a 3 anni e con la multa da 1.500 a 15.000 euro”. L’articolo rimandava a un successivo decreto ministeriale (un regolamento) le modalità di attuazione del comma IV. Il nostro legislatore è intervenuto nel 2013 cancellando solo il rinvio all’adozione del decreto ministeriale. In questo modo, invece di fare chiarezza con un regolamento ministeriale, ha creato una grande confusione, perché la norma così com’è sembra più pasticciata di prima. Non si comprende chi sia il soggetto a cui fa riferimento, ma certo non può essere il possessore di uno strumento per il Soft air privo della certificazione rilasciata dal Banco nazionale di prova, dal momento che non è prevista alcuna sanzione per lui. L’art. 5 fa chiari riferimenti solo a chi fabbrica, produce o pone in commercio gli strumenti per il Soft air: se non ci sono dubbi nell’identificare i produttori o gli importatori, rimane incerta la figura del venditore al dettaglio. Cercando di rimanere con i piedi per terra, l’unica novità che si può cogliere nel Decreto 121/13 è che la definizione di strumento per il Soft air è entrata ufficialmente in vigore, poiché è stata cancellata la necessità dell’adozione di un altro strumento normativo. Inoltre l’uso di uno strumento per il Soft air nella commissione di un reato fa scattare l’aggravante prevista quando si utilizza un’arma (questa disposizione era già in vigore). Non dimentichiamo, infine, che è vietato il porto ingiustificato di strumenti per il Soft air e che il contravventore rischia una pesante sanzione: arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da mille a diecimila euro (art.4 L.110/75). *responsabile dell’ufficio legale Figt 12/2014 ARMI E TIRO

139

SPORT tiro dinamico

DOMINIO A STELLE E STRISCE Al Mondiale in Florida, gli statunitensi conquistano l’oro in tutte e cinque le classifiche a squadre. Nelle individuali, si accontentano di tre: la Revolver all’ecuadoregno Lopez, la Production a sua maestà Grauffel (sesto Mondiale con la Tanfoglio). Super Panetta trascina la squadra di Standard all’argento; molto bene Borsari, Buticchi, Vezzoli e l’eterno Magli. I Senior di Standard sul tetto del mondo; bravissime le ragazze dalla Production. Per l’Ipsc, l’Italia region dell’anno 2014 Testo di Paolo Brocanelli, foto di Nello Capoccia

N

ella cittadina di Frostproof, nello Stato della Florida (Stati Uniti), si sono svolti i Campionati mondiali di Tiro dinamico sportivo di pistola. All’importante evento, giunto alla sua ventisettesima edizione, hanno partecipato anche numerosi tiratori azzurri (sia delle squadre ufficiali Fitds sia con le slot a diposizione delle varie federazioni) in rappresentanza della region Italia, con l’organizzazione della trasferta curata dalla Fitds (Federazione italiana Tiro dinamico sportivo). Tanta Italia tra i tiratori, dunque, ma anche un bel pezzo di made in Italy rappresentato a livello di sponsor dalla fabbrica d’armi Fratelli Tanfoglio di Gardone Val Trompia, nelle vesti di official match sponsor della più importante manifestazione internazionale di questa specialità. Gli Stati Uniti, patria indiscussa in cui il Tiro dinamico è nato, con l’edizione di quest’anno salgono a quota tre edizioni di Campionati mondiali ospitati e organizzati: nel 1983 toccò alla Virginia, nel 1986 e nel 2014 alla Florida. Come dato statistico, ricordiamo che a quota tre Mondiali organizzati nello stesso Paese c’è anche il Sudafrica (1979, 1981 e 2002), mentre il primo Campionato del mondo, invece, è stato organizzato a Zurigo, in Svizzera, nel 1975. Il match mondiale in Florida è stato curato nell’organizzazione dall’Uspsa (United States practical shooting association, la federazione statunitense, che ha conferito l’importante incarico di match director, al noto tiratore e istruttore, nonché patron del campo, Frank Garcia. Come avviene ormai da diverse edizioni nei match di livello IV e V, in pratica nelle gare valide per i Campionati europei e mondiali, il main match si è disputato nell’arco di una settimana, avvicendando la partecipazione dei tiratori nella turnazione del mattino o del pomeriggio, con un giorno di riposo. Escludendo i tiratori squalificati, 67 in tutto il match, i tiratori che hanno terminato la gara sono arrivati alla ragguardevole cifra

140

ARMI E TIRO 12/2014

1 1. Straordinaria prestazione per Cosimo Panetta che, al debutto in un Mondiale, ha conquistato un eccellente sesto posto assoluto, trascinando la squadra alla conquista dell’argento. 2. Le roi. Tutti in piedi, passa Eric. Sei titoli Mondiali consecutivi con la Tanfoglio. Bisogna aggiungere altro?

2

1

2 dall’impegno economico che comporta una trasferta di questo genere, ha scelto di non presentare una squadra ufficiale Revolver division, mentre sono stati accreditati ufficialmente alla delegazione italiana anche i tiratori Manuele Avoledo e Andrea Tomaello (Production), Luca Borsari (Open) ed Esterino Magli (Standard). La delegazione italiana che ha preso parte al Mondiale era completata anche, in qualità di range officer internazionali, da Silvia Bussi e Paolo Zambai.

L’ASSEMBLEA GENERALE

3 di 1.237 (un record per una competizione di Tiro dinamico sportivo), così suddivisi nelle cinque division ufficiali: 97 in Classic, 367 in Open, 379 in Production, 46 in Revolver e 348 Standard. Anche a livello mondiale, dunque, è record di presenze nella Production, sempre di più la division maggiormente frequentata (così come da alcuni anni avviene anche nal Campionato italiano), e grande affluenza nella Classic, al suo primo Campionato del mondo, dopo aver sostituito la Modified. La rappresentativa italiana ha sfruttato al massimo le 61 slot messe a disposizione dall’organizzatore, sia con la presenza dei team ufficiali della Fitds sia garantendo anche un minimo di accrediti ai tiratori meglio classificati durante le gare di qualificazione. All’importante evento, nelle vesti di dirigenti e accompagnatori federali, ma, in alcuni casi, anche come tiratori impegnati nel match, la federazione italiana ha accreditato il presidente federale e capo delegazione, Gavino Mura; il commissario tecnico del settore arma corta, Edoardo Buticchi; Luca Ricciardi e Nello Capoccia come rappresentanti degli atleti. Diversamente da quanto accaduto in altre partecipazioni a competizioni mondiali ed europee, la federazione, per scelta tecnica, condizionata anche

1. Mai un tiratore italiano era arrivato così in alto nella classifica della Open. C’è riuscito Luca Borsari, ottavo, autore di un’eccellente prestazione. 2. Altro pianeta. La russa Maria Gushchina è la neo campionessa mondiale tra le lady della Production. Ha rifilato 300 punti match alla sua più diretta inseguitrice, conquistando anche il 25° posto assoluto. 3. Il commissario tecnico, Edoardo Buticchi, ha conquistato il quinto posto assoluto in Classic, togliendosi la soddisfazione di essere il migliore degli europei.

A poche ore dall’inizio del Campionato mondiale, l’Ipsc (la federazione internazionale) ha organizzato la consueta assemblea generale, alla quale sono state invitate tutte le region affiliate alla federazione internazionale. L’assemblea ha un ruolo molto rilevante, considerando che proprio durante queste riunioni sono effettuate, molto spesso, importanti varianti al regolamento sportivo e viene anche comunicata la sede del successivo Campionato mondiale. All’assemblea hanno partecipato il presidente federale, Gavino Mura, e il regional director, Luca Zolla. In sintesi ecco le novità più importanti: è stato rieletto, in qualità di presidente dell’Ipsc, Nick Alexakos, mentre il prossimo Campionato del mondo di pistola del 2017 si svolgerà in Francia sul campo di tiro di Chateauroux, 200 chilometri a Sud della capitale Parigi; è stata anche assegnata la prossima assemblea generale alla federazione italiana, che la organizzerà in concomitanza con il Campionato del mondo di Shotgun, che si terrà a settembre 2015 al centro sportivo Le tre tiume di Agna (Pd). Per i maggiori progressi e miglioramenti conseguiti durante questa stagione sportiva, la federazione internazionale ha premiato l’Italia come region dell’anno 2014, pari merito con l’ Ungheria. Un riconoscimento davvero importante.

ALCUNE NOVITÀ TECNICHE Nel complesso delle modifiche ai regolamenti sportivi, sono state apportate numerose varianti, inserite nelle tre diverse tipologie d’arma: pistola, fucile calibro 12 e carabina. Per quanto riguarda la pistola, non è cambiato molto, con piccoli aggiustamenti e 12/2014 ARMI E TIRO

141

SPORT tiro dinamico

1 chiarimenti di regole già esistenti che, in alcuni casi, però, hanno introdotto nuovi concetti. La Classic division, al debutto mondiale in forma “sperimentale”, non è più una division provvisoria, ma da gennaio 2015 sarà riconosciuta come division ufficiale a tutti gli effetti; sempre nella Classic, saranno ammesse armi con slitte porta accessori posizionate sul dust cover. Cambiamento generazionale nella Revolver: si chiamerà Revolver standard” e saranno eliminate tutte le restrizioni riguardanti le modifiche ammesse o non ammesse, escludendo comunque l’impiego di ottiche. Introdotta una procedura per il controllo della lunghezza della canna delle semiautomatiche inserite nella Production division e, nella verifica dimensionale della scatola per Standard e Classic division, l’operazione di inserimento sarà eseguita dal tiratore e non dal range officer. Il limite massimo di età per la categoria junior è stato abbassato a 18 anni, in precedenza erano 21 anni: con questa variante, gli italiani sono, in pratica, tagliati fuori dal riuscire a partecipare a un evento internazionale con tiratori juniores, vista la normativa sul rilascio dei porti d’arma che impone il compimento della maggiore età. Forse, sulla spinta delle decisione assunta dalla Ipsc, la Fitds dovrebbe iniziare a lavorare sul Coni per consentire anche ai minori di sparare con le armi da fuoco all’interno delle strutture in cui si pratica il Tiro dinamico: le modalità vanno certamente messe a punto, ma non si capisce il perché nei Tsn una legge lo consenta e, soprattutto, il perché nei campi di Tiro a volo (da un punto di vista normativo del tutto equiparabili ai campi per Tiro dinamico) sia da decenni consentito ai minori di sparare, senza che nessuno abbi nella da ridire. Jessica Rossi docet... Con una nuova regola è stato, poi, inserito un limite massimo del 25% agli esercizi che prevedono la condizione di partenza con arma in condizione scarica, cioè con camera di cartuccia vuota. Con la nuova dizione “gruppo di bersagli”, inoltre, sono state modificate le regole che imponevano il posizionamento 142

ARMI E TIRO 12/2014

1. Nel suo primo anno da senior, Adriano Santarcangelo si è tolto la soddisfazione di aggiudicarsi l’argento individuale e l’oro a squadre di categoria. 2. Immarcescibile. Dopo due Mondiali tra i senior, Esterino Magli si è aggiudicato quello dei Super senior, impartendo una lezione di tiro ai suoi avversari.

2 dei mini target (bersagli di carta e metallici) ad almeno due metri dal bersaglio di dimensioni regolamentari più distante, all’interno dello stage. La modifica, ora, prevede che il posizionamento dei mini target sia da considerarsi dal più lontano bersaglio di dimensioni regolamentari presente nel “gruppo di bersagli” e non il più lontano in assoluto nello stage. Così facendo, si è ampliata la possibilità di utilizzo dei mini target per simulare ingaggi a distanze maggiori. L’assemblea, inoltre, ha incaricato le seguenti region, di portare in fase operativa per un anno la sperimentazione e lo studio delle seguenti componenti sportive: la Germania e l’Olanda inizieranno una sperimentazione su una nuova disciplina del Tiro dinamico sportivo da praticare con la pistola in calibro .22 long rifle, inizialmente nelle division Open e Standard; gli stessi due Paesi, in via sperimentale, condurranno una serie di test sulla possibilità di abbassare ulteriormente la soglia del power factor (fattore di potenza) major a 150 con cartucce commerciali in calibro 9 mm e .38 super auto. La Germania, inoltre, avvierà una sperimentazione sulle armi della Revolver division e sui caricamenti con fattore major con tamburo da 6 colpi e minor con armi con una capacità superiore a 6 colpi.

AMBIENTAZIONE DEGLI STAGE Il Tiro dinamico sportivo trova la sua massima espressione agonistica nel Campionato del mondo, evento in cui i migliori interpreti di quest’avvincente specialità del variegato mondo del tiro action si confrontano con sequenze di tiro mai monotone, realizzate su ambientazioni coreografiche sempre degne di nota. Nello splendido impianto di tiro in cui ha anche sede l’Universal shooting academy guidata da Frank Garcia, tutto è stato preparato a puntino: location fantastica, con un corridoio centrale per il passaggio e la maggior parte degli stage posizionati lateralmente. La cura dei dettagli e il verde della flora circostante hanno creato un insieme davvero unico, difficilmente riscontrabile in strutture di queste dimen-

1

2

sioni. Per il Campionato del mondo, sono stati allestiti 30 stage, suddivisi in 5 aree da 6 stage l’una, più varie safety area e zona crono. L’impegno da parte degli organizzatori è sempre altissimo e in questa edizione del mondiale non è stato necessario allestire un poligono ad hoc, ma è stata semplicemente fatta una scelta tra gli innumerevoli impianti di tiro statunitensi, a volte di dimensioni inimmaginabili per i tiratori europei. Solitamente, almeno così è successo nei Campionati del mondo di Bali (Indonesia) e Rodi (Grecia), le coreografie degli stage hanno preso spunto dalla storia e dal folclore nazionale. Seppur in una forma molto sobria, ma ben curata e apprezzata da tanti tiratori, anche il Mondiale a “stelle e strisce” ha ricalcato questa “consuetudine”: all’interno degli stage, infatti, sono state ricreate coreografie a richiamare ambientazioni tipicamente statunitensi, con immagini e simulacri in stile old west, nativi d’America, gangster, fino alle più recenti situazioni di alieni in stile Area 51 e film di fantascienza. Nella maggior parte dei casi, tutte le paratie

1. La migliore delle ragazze della Production è stata Ilaria Giunchiglia, che ha guidato le compagne alla conquista di un eccellente argento. 2. Molto buona la gara di Roberto Vezzoli, settimo in Classic, anche se il campione italiano non ha sempre trovato il giusto feeling con la sua pistola.

impiegate per la realizzazione delle coreografie sono state del tipo semi-trasparante, a tutto vantaggio della visibilità interna, della spettacolarità per il pubblico e di maggior controllo dei parametri di scurezza da parte degli arbitri. La maggioranza dei tiratori italiani presenti al Mondiale l’ha definita come una gara tecnicamente non difficile e di gran lunga meno impegnativa del Mondiale di Rodi o di altre competizioni internazionali. Trenta stage non sono, però, mai una passeggiata e i nostri tiratori sono arrivati preparati “al peggio”, tecnicamente parlando e in questa circostanza hanno trovato un match meno difficile del previsto. La preparazione specifica che ogni tiratore ha dedicato al Mondiale, la qualità delle competizioni nazionali e il trend portato avanti dalla federazione hanno creato un “zoccolo duro” che ha dato sicurezza e fatto sembrare tutto più semplice. I tiratori più esperti, però , sanno bene che più la gara sembra “facile”, più attenti e concentrati si deve essere. Generalmente, in match di questo tipo, le differenti tecniche tra i vari tiratori tendono ad

TANFOGLIO DA SOGNO La fratelli Tanfoglio, da anni sponsor di Mondiali ed Europei, anche nell’edizione americana era in prima fila con l’importatore statunitense Eaa. Questo Mondiale per la Tanfoglio è stato un successo assoluto, senza precedenti: mai nessuna Casa produttrice al mondo era riuscita nell’impresa di conquistare un cosi elevato numero di medaglie, concentrate nella division più importante del circuito internazionale, la Production: tre titoli mondiali con Eric Grauffel (assoluta), Maria Gushchina (lady) e Frank Garcia (senior). Oltre alla vittoria di Eric Grauffel, tutto il podio assoluto della Production ha parlato italiano: Simon Racaza, vice campione del mondo, e Ben Stoeger, infatti, hanno impiegato una Tanfoglio Stock II. Una vittoria schiacciante. Anche i tiratori del team azzurro di Production senior, vice campione del mondo, hanno impiegato una Tanfoglio, unitamente al team dell’assoluta. Altre posizioni di prestigio sono state conquistate da innumerevoli tiratori internazionali. La soddisfazione del direttore commerciale, Pietro Guerini: «Anche in questo evento siamo stati main sponsor ufficiale con il nostro importatore Eaa. Il colpo d’occhio sul campo di tiro è stato davvero impressionante, con moltissime banner con il nostro logo. I nostri tiratori , con i nostri prodotti,

si sono comportati benissimo. In Production abbiamo vinto tutto quello che era possibile vincere. Un risultato davvero importante. Quello che ci ha fatto piacere, oltre alle medaglie conquistate, è stato l’interesse per le nostre pistole, dimostrato da tanti tiratori provenienti da ogni parte del mondo. Un continuo complimentarsi per la qualità dei nostri modelli Stock II, Stock III, Limited Gold custom e della nuova linea Xtreme. Insomma, un grande successo. «Sono dell’idea», continua Guerini, «che il nostro marchio, in questa edizione del Mondiale, abbia ricevuto la consacrazione di un’azienda veramente vincente. Non c’è stato soltanto il fenomeno Eric Grauffel, che dal 1999 è un tiratore ufficiale Tanfoglio con sei titoli di campione del mondo all’attivo,, ma di una serie di tiratori di molte nazioni che hanno vinto e confermato la bontà del nostro prodotto. Durante la cerimonia di premiazione, i complimenti sono arrivati da ogni angolo, sia dai tiratori sia dagli accompagnatori. Una grande soddisfazione per noi della Tanfoglio, che ci rende orgogliosi, ma, allo stesso tempo, ci fa sentire il peso della responsabilità per proseguire sulla strada intrapresa e per cercare di migliorare i nostri prodotti, tenendo ad alti livelli il marchio Tanfoglio e il made in Italy che rappresentiamo orgogliosamente».

12/2014 ARMI E TIRO

143

SPORT tiro dinamico

LE CLASSIFICHE INDIVIDUALI Open 1. Michel Max (Usa) 100% 2. Coley Shane (Usa) 99,92 3. McIntosh Brodie (Aus) 98,11 4. Eusebio K.C. (Usa) 96,96 5. Obriot Emile (Fra) 96,71 6. Kamenicek Martin (Cze) 96,48 7. Tilley Chris (Usa) 95,82 8. Borsari Luca (Ita) 95,72 9. Ballesteros Jorge (Esp) 95,61 10. Kirsch Saul (Ned) 95,45 42. Ravizzini Andrea (Senior) 85,71; 108. Patria Giorgio 78,28; 110. Barbizzi Daniele (Senior) 77,92; 112. Checcucci Federico 77,81; 114. Miloro Simone 77,59; 132. Montesanto F. Paolo (Senior) 75,87; 155. Nucera Giuseppe 73,83; 169. Rovey Maurizio (Senior) 72,76; 172. Liberti G. Furio (Super senior) 72,61; 186. Olivi Andrea 72,05; 197. Boccia Maurizio 70,32; 255. Mura Gavino (Senior) 64,24; 305. Marzorati Barbara (Lady) 56,28; 339. Busanero Marco (Super senior) 47,48. Standard 1. Jonasson Nils (Usa) 2. Vogel Bob (Usa) 3. Sevigny Dave (Usa) 4. Jaime Diaz Juan Carlos (Esp) 5. Sweeney Matt (Usa) 6. Panetta Cosimo (Ita) 7. Miguez Blake (Usa) 8. Tomasie Travis (Usa) 9. Saldanha Jr Jaime (Bra) 10. Batki Gyorgy (Hun)

100% 98,65 98,63 98.00 97,71 97,28 95,35 95,15 94,29 94,16

13. Santarcangelo Adriano (Senior) 89,82; 18. Tassone Gregorio 88,12; 19. Bragagnolo Max 87,33; 39. Del Rosario Giulio 81,44; 43. Silvera Tullio (Senior) 81,26; 45. Magli Esterino (Super senior) 81,10; 48. Paoletti Paolo 80,64; 61. Comert Ergun 77,76; 63. Forlani Dario 77,64; 71. D’Alessandro Mauro (Senior) 76,74; 97. Simula Salvatore (Senior) 73,65; 99. Berton Marco 73,31; 143. Barani Bruno 67,70; 179. Cugini Antonio (Senior) 65,06. Production 1. Grauffel Eric (Fra) 100% 2. Racaza Simon (Usa) 96,67 3. Stoeger Ben (Usa) 96,12 4. Sebo Robin (Cze) 91,89 5. Momcilovic Ljubisa (Ser) 90,22 6. Yu Paul Bryant (Phi) 87,72 7. Mink Matthew (Usa) 87,56 8. Liehne Zdenek (Cze) 87,41 9. Pichugin Alexey (Rus) 86,93 10. Romitelli German (Arg) 86,13 24. Indizio Davide 83,45; 39. Perazzoli Francesco 80,66; 43. Passalia Gianluca 79,87; 47. Diamante Sebastiano 78,72; 48. Avoledo Manuele 78,57; 53. De Sanctis Maurizio 77,36; 75. Zuccolo Giovanni 73,50; 83. Botturi Enri (Senior) 72,39; 108. Tomaello Andrea 69,68; 111. Donati Edoardo 69,34; 120. Moncada Flavio (Senior) 68,61; 148. Servodio Francesco (Senior) 66,03; 171. Giunchiglia Ilaria (Lady) 64,29; 193. Limarova Marianna (Lady) 62,09; 195. Tozzi Ettore (Senior) 62,02; 206. Boehm Violetta (Lady) 61,32; 227. Tiberi Marco

1 assottigliarsi, creando una sorta di livellamento dei valori, ma a prevalere è sempre la miglior condizione tecnica. Pochissimi penalty target, sovente collocati in movimento flip-up a coprire altre sagome da ingaggiare, distanze d’ingaggio medie e una moltitudine di bersagli “aperti”, privi di parzializzazioni hanno reso la gara divertente. Moltissime sagome in movimento, praticamente in quasi tutti gli stage sono state ricreate situazioni “in movimento” con bob144

ARMI E TIRO 12/2014

1. Ottima prestazione per Enri Botturi che, con il settimo posto tra i senior della Production, ha guidato il team italiano all’argento. 2. Nessuna apparente emozione per il debutto al Mondiale di Gregorio Tassone, diciottesimo assoluto e argento con la squadra di Standard.

(Senior) 58,42; 262. Iona Francesco (Senior) 54,47; 289. Caroli Lucia (Lady) 51,14; 352. Puca Patrizia (Lady) 37,86. Classic 1. Leatham Robert (Usa) (Senior) 100% 2. Rivera Edward (Phi) 99,72 3. Jarrett Todd (Usa) (Senior) 98,73 4. Puente Ted (Usa) 95,50 5. Buticchi Edoardo (Ita) 95,32 6. Reid Jeremy (Usa) 93,29 7. Vezzoli Roberto (Ita) 92,51 8. Boit Julien (Fra) 92,46 9. Martin Wilfredo Jr (Phi) 92,45 10. Hobdell Angus (Usa) 89,63 17. Di Prospero Mauro 81,93; 20. Piccioni Mario 81,30; 22. Iacomini Stefano 80,90; 34. Volpe Oronzo 76,51; 37. Venditti Daniele 74,72. Revolver 1. Lopez Ricardo (Ecu) 100% 2. Lentz Josh (Usa) 98,94 3. Chua Phillipp (Phi) 95,50 4. Back Sascha (Ger) 94,90 5. Reiter Gerald (Aut) 94,34 6. Olhasso David (Usa) 90,45 7. Griffin Matt (Usa) 88,13 8. Kirchweger Hermann (Aut) (Senior) 87,32 9. Azevedo Moacyr (Bra) 85,01 10. Almeida Wagner (Bra) 84,75 30. Peruccacci Filippo 73,30; 31. Sconocchia Bruno (Senior) 72,57; 34. Balducci Andrea 67,75; 41. Zambai Paolo 60,48.

2 ber, swinger, flip-up e moover, a detta di molti i tiratori non eccessivamente veloci nel movimento. Posizioni di tiro particolari hanno fatto, in alcune circostanze, la differenza tra l’adattabilità al tiro del tiratore che si è trovato a dover sparare in tecniche poco impiegate e spesso improvvisate dalle circostanze dello stage. In questi casi, anche una maggiore elasticità muscolare ha reso il tiro più semplice. Molto variegate le start position e alcune string di

1 tiro, in cui ci si è trovati a sparare arrampicati su impalcature, aggrappati a funi, a cavallo, su barche oscillanti e, spesso, sdraiati a terra. Uno stage con la mano forte e uno con la mano debole, farciti, per l’occasione, con bobber hanno completato un insieme di tecniche di tiro e situazioni davvero multiple, in cui sono stati inseriti anche due cooper tunnel e numerosi tiri da posizione accovacciata. Tutti i bersagli metallici, pepper e piatti, sono stati colorati di blu, mentre un fattore di disturbo ha fatto, a volte, la differenza nell’affrontare, a un orario piuttosto che a un altro, alcuni stage. Parliamo della posizione della luce che, spesso, si è infilata dritta negli occhi del tiratore, rendendo anche le sequenze più semplici impegnative e costringendo, in alcuni casi, anche un cambio di strategia nell’esecuzione. Vista la particolarità del campo e dei terrapieni di fondo e laterali, o più semplicemente anche per le abitudini americane, le sagome sono state collocate, nella maggior parte dei casi, in posizione bassa rispetto al terreno. I più attenti alla filosofia del Tiro dinamico statunitense hanno focalizzato immediatamente che questo Mondiale ha ricalcato lo stile di tiro di quel Paese: spettacolare e non difficile nel tiro, con molte posizioni di tiro non accademiche e bersagli, nella maggior parte dei casi, aperti. I bersagli in movimento non sono mai stati del tipo iper veloce.

NON È TUTTO ORO La spedizione italiana è tornata da questo Mondiale con un bel sorriso e con la consapevolezza di essere “nuovamente” tra le migliori region al mondo. Le dieci medaglie conquistate parlano da sole e i migliori sportivi sanno bene che risultati di questa portata non sono mai frutto della causalità o della sola fortuna. Decine di ore di allenamento e altrettanto tempo dedicato alla ricarica delle cartucce, sono stati il pane per parecchi mesi prima della gara per i tiratori impegnati al Mondiale. Anche la federazione ha fatto la sua parte, con un percorso di avvicinamento iniziato già dalle prime gare di Campionato italiano, con l’assegnazione di gruppi “speciali” per i ti-

2 1. C’è anche la firma di Tullio Silvera sulla medaglia d’argento del team senior di Standard. 2. Con il 24° posto finale, Davide Indizio è stato il migliore degli italiani nella classifica assoluta di Production.

ratori di interesse nazionale e proseguito durante la stagione con raduni collegiali e clinic con istruttori professionisti. Con dieci medaglie in bacheca, tutto potrebbe sembrare perfetto, ma in realtà di strada da percorrere ce n’è parecchia se si vuole stabilmente restare nell’elite del Tiro dinamico internazionale. Anche perché l’evoluzione non deve essere concepita solamente come conquista di medaglie. La trasferta in Florida, con pochi giorni di acclimatamento, ha fatto patire a molti tiratori la differenza di fuso orario, con il jet lag a fare da pericoloso, ulteriore avversario durante la gara. In più, la figura del commissario tecnico che è anche un tiratore impegnato nel match continua a essere una situazione paradossale che ci pone nella condizione di dover osservare e imparare dalle nazionali meglio organizzate rispetto a noi. Un’altra cosa che non mi è piaciuta è stata l’assenza di una squadra Revolver, oppure senior, a completamento delle cinque division ufficiali, decisione che ha lasciato l’amaro in bocca soprattutto agli specialisti del settore, lasciati a piedi.

UNA STANDARD DA SOGNO Venendo alle performance sportive, il ranking mondiale parla chiaro e l’Italia è tra le migliori nazioni al mondo e anche il premio ricevuto per l’evoluzione dell’intero movimento sportivo riscontrato nel 2014, la dice lunga sulle potenzialità del nostro movimento. L’Italia ha consolidato “vecchie” performance da medaglie, mentre è tornata sul podio a squadre in division che ci vedevano fuori dai giochi da diverse edizioni: due ori, sette argenti e un bronzo rappresentano davvero un bel bottino. A queste medaglie, vanno anche aggiunte prestazioni di altissimo livello raggiunte da alcuni tiratori, che hanno dimostrato di poter competere a “testa alta” con i professional shooter. Nella Standard division, supremazia assoluta dei tiratori americani: podio tutto a stelle e strisce e a conquistare il titolo di campione del mondo è stato Nils Jonasson, seguito da due ex campioni del mondo della Production division, Bob Vogel e Dave Sevigny, che per questa edizione hanno scelto di spa12/2014 ARMI E TIRO

145

SPORT tiro dinamico

LE CLASSIFICHE A SQUADRE Open 1. Stati Uniti (Michel, Coley, Eusebio Tilley) 2. Repubblica ceca (Kamenicek, Havlicek, Henes) 3. Australia (McIntosh, Kapor, Graham, McConachie) 4. Filippine (Lejano, Francisco, Leviste, Gino) 5. Spagna (Ballesteros, Espilez, Ballesteros, Bernabe)

6.544 6.137 6.125 6.060 5.950

Open juniores 1. Filippine 5.731 (Tuan, Mangudadatu, Arimas, Mangudadatu) Open lady 1. Stati Uniti (Cochran, Lee, Duff, Munson) 2, Repubblica ceca (Sera, Horejsi, Sustrova) 3. Australia (Blowers, Anderson, Blowers)

5.138 5.121 5.038

Open senior 1. Stati Uniti 5.414 (Voigt, Pearson, Townley, Oosthuisen) 2. Italia 5.279 (Ravizzini, Barbizzi, Montesanto Paolo, Rovey) 3. Australia 5.087 (Ginger, Edwards, Workman, Vlakic) Standard 1. Stati Uniti 6.685 (Jonasson, Vogel, Sevigny, Bragg) 2. Italia 6.132 (Panetta, Tassone, Bragagnolo, Del Rosario) 3. Spagna 5.850 (Jaime Diaz, Ibanez, Ferreiro, Davite)

4. Filippine (Bernabe, Tan, Santiaguel, Dionisio) 5. Brasile (Saldanha, Ferreira, Buzzachera, Zander) Standard lady 1. Stati Uniti (Nonaka, Rogers, Randolph, Sevigny) 2. Repubblica sudafricana (Du Plooy, Fischer, O’Donovan, Shawe) 3. Filippine (Quiroz, Gonzaga, Mangudadatu)

ARMI E TIRO 12/2014

5.694

4.577 3.923 3.754

Standard senior 1. Italia 5.573 (Santarcangelo, Silvera, D’Alessandro, Simula) 2. Stati Uniti 5.203 (Avery, Brister, Koppi, Miguez) 3. Brasile 4.784 (Domingues, Franca, Annes, Fior) Production 1. Stati Uniti (Racaz, Stoeger, Mink, ) 2. Repubblica ceca (Sebo, Liehne, Zapletal, Stepan) 3. Francia (Grauffel, Guichard, Lavergne, Felt) 4. Argentina (Romitelli, Quindi, Orozco, Prieto) 5. Filippine (Yu, Carrera, Alejandro, Tayag) 9. Italia (Indizio, Perazzoli, Diamante, De Sanctis) Production juniores 1. Stati Uniti (Hetherington, Katz, Morton, Clagg)

rare nel calibro .40 S&W. I tiratori azzurri del team senior Standard hanno raggiunto il metallo più pregiato, conquistando il titolo di campioni del mondo a squadre. Adriano Santarcangelo, capitano del team, ha conquistato anche la medaglia d’argento nella classifica individuale senior, dando la spinta in più per il raggiungimento di un traguardo così importante, qual è un oro mondiale a squadre. Reduce da un infortunio accorsogli poche settimane prima del Mondiale, il napoletano ha dimostrato, unitamente ai compagni di squadra, Tullio Silvera, Mauro D’Alessandro e Salvatore Simula, di far parte di un team coeso e molto performante. Così ha commentato a fine gara il pluricampione campano: «Da oltre 24 anni pratico il Tiro dinamico, prevalentemente nella categoria Standard, partecipando nel corso degli anni a moltissime gare nazionali e internazionali, con otto Campionati europei e otto Mondiali. Quest’anno, per la prima volta da senior, ho partecipato al Mondiale in Florida in veste di capitano del team senior. Qui ho conquistato la medaglia d’argento individuale e quella d’oro a squadre, con un team composto di colleghi che hanno dimostrato grande tenacia e grinta per tutto il Mondiale. A loro vanno i miei complimenti. Negli ultimi mesi, per motivi personali e fisici, non ho attraversato un buon 146

5.785

6.679 6.313 6.044 6.021 5.962 5.785

5.845

Production lady 1. Russia 4.727 (Gushchina, Chernenko, Vasilyeva, Makarova) 2. Italia 4.472 (Giunchiglia, Limarova, Boehm, Caroli) 3. Stati Uniti 4.424 (Golob, Dunivin, Reese, Thomas) Production senior 1. Filippine (Anglo, Castro, Sy, Gotamco) 2. Italia (Botturi, Moncada, Servodio, Tiberi) 3. Brasile (Ribas, Bicalho, Thompson, Salomao) Classic 1. Stati Uniti (Leatham, Jarrett, Byerly, Dilworth) 2. Filippine (Rivera, Martin, Morales, Magalong) 3. Italia (Buticchi, Vezzoli, Di Prospero, Piccioni) 4, Francia (Boit, Nestolat, Altuna, Pichenot) 5. Repubblica sudafricana (Engelbrecht, Wheeler, Wessels, Da Silva) Revolver 1. Stati Uniti (Lentz, Olhasso, Walsh, Aysen) 2. Austria (Reiter, Kirchweger, Handl, Kroiss) 3. Brasile (Azevedo, Almeida, Polverini, Rosas) 4. Germania (Back, Knaus, Kliner, Schneider) 5. Filippine (Gino, Panes, Barcelona)

5.014 4.932 4.859

6.346 6.343 6.122 5.738 5.508

6.184 5.945 5.685 5.607 5.095

periodo, ma sono riuscito a superare questi ostacoli e ad arrivare al Campionato del mondo motivato e concentrato. Dedico i successi di questo Mondiale alla mia famiglia, ma soprattutto a chi ha sempre creduto in me». La performance di Adriano Santarcangelo, giunto a soli tre match point di distacco dal senior campione del mondo, l’americano Emanuel Bragg, vale moltissimo, considerando anche la tredicesima posizione nella classifica assoluta. Un “vecchietto”, ma sempre molto competitivo e con una grinta da vendere, Esterino Magli, ha conquistato l’ennesimo titolo mondiale: dopo il filotto dei due ori vinti nelle passate edizioni dei Mondiali tra i senior, è passato in questo campionato tra gli over 60, cioè i Super senior, categoria in cui ha vinto il Mondiale. La superiorità messa in campo da Magli ha permesso al pluricampione di terminare il match con un vantaggio di oltre 130 match point sul secondo. A guidare quella che può essere considerata l’impresa più luminosa dell’intera spedizione è stato Cosimo Panetta, capitano del team, è capace di portare a casa anche uno splendido sesto posto assoluto, grazie al quale ha conquistato anche il “platonico” riconoscimento di secondo miglior tiratore del Vecchio Continente. Con i compagni di team Gregorio Tassone, Max Bragagnolo e Giulio Del Rosario è riu-

1

2

3

4

scito nell’impresa di riportare il team Standard su un podio mondiale. Spirito giovane ed entusiasmo alle stelle le carte vincenti di un gruppo che ha raccolto i frutti di prestazioni individuali davvero eccellenti, perché oltre al risultato di Panetta sono arrivati anche i buoni piazzamenti di Gregorio Tassone (18°), Max Bragagnolo (19°) e Giulio Del Rosario (39°). Risultati che acquisiscono maggior valore se si considera che sia Panetta sia Tassone erano alla loro prima esperienza in un Campionato mondiale.

TUTTI IN PIEDI: PASSA ERIC La Production division ha incoronato un campionissimo: il francese Eric Grauffel. Con questa entusiasmante vittoria, Grauffel ha portato a sei i titoli mondiali conquistati in quindici anni e in Florida si è tolto lo sfizio di aggiudicarsi il primo alloro mondiale in una, per lui, nuova division, dopo essere passato tre anni fa dalla “sua” Open alla Production. Ma gli avversari hanno dovuto lottare per il secondo posto. Al fianco di Eric, come già per i cinque titoli in Open, l’inseparabile Tanfoglio: per le pistole di Gardone quello in Florida sarà ricordato come un Mondiale da urlo, visto che tutto il podio Production era targato Tanfoglio, grazie ai due statunitensi Racaza, già sul podio al Mondiale di Rodi, in Open, e

1 e 2. Nell’argento a squadre della Standard senior c’è stato l’importante contributo di Francesco Servodio (a destra) e Flavio Moncada. 3. Nils Jonasson (a sinistra) è il nuovo campione del mondo della Standard division. 4. Ad Andrea Ravizzini la soddisfazione per un doppio argento nella Open senior, ma anche l’amarezza per l’oro nell’individuale sfuggito soltanto nell’ultima giornata di gara.

Ben Stoeger, anch’egli sul podio al Mondiale sull’isola greca proprio in Production. Per l’Italia, dalla Production division sono arrivate due ottime medaglie d’argento dalle squadre dei Senior e delle Lady. In una classifica senior individuale dominata dall’americano padrone di casa, Frank Garcia (ps per l’Ipsc: ma era proprio necessario far sparare il match director?), i tiratori italiani si sono difesi bene, anche se rispetto ad altri Mondiali ed Europei, è venuta a mancare l’acuto individuale. Il migliore azzurro, Enri Botturi, ha chiuso al 7° posto tra i senior, mentre gli altri azzurri, Flavio Moncada, Francesco Servodio e Marco Tiberi, hanno dato il massimo per il raggiungimento di una medaglia mondiale, che resta comunque un eccellente traguardo. Tra le lady, supremazia assoluta e preannunciata della fenomenale russa, Maria Gushchina, addirittura al 25° posto della classifica assoluta. La campionessa ha terminato il match con un vantaggio siderale, oltre 300 match point, per un 14% di vantaggio. Una vittoria schiacciante come mai prima si era vista. Ma le ragazze italiane, capitanate da Lucia Caroli, non si sono fatte impressionate e hanno condotto una gara costante e impostata sul gioco di squadra. Al termine della gara, Ilaria Giunchiglia, migliore delle italiane, ha chiuso con un ottimo quinto posto, mentre vicine e 12/2014 ARMI E TIRO

147

SPORT tiro dinamico

1 compatte per match point all’attivo, Marianna Limarova e Violetta Boehm. «La struttura e le coreografie degli stage», è il commento del capitano Lucia Caroli «sono state molto belle e particolari. Confrontarsi con tiratrici di altri Paesi è stato entusiasmante con un sano agonismo, condividendo le belle performance delle singole atlete. Le “mie” ragazze, come le chiamo affettuosamente, sono state davvero grandi. Nella prima giornata abbiamo sofferto un po’, ma poi hanno spiccato il volo e affrontato la gara in modo davvero superlativo, nonostante le difficoltà di adattamento di una competizione così importante. Gara dura e impegnativa sia fisicamente sia mentalmente, considerando anche che era il nostro primo Mondiale. All’inizio non abbiamo pensato al risultato finale, ma con il passare dei giorni abbiamo iniziato a inquadrare un possibile podio che è stato fortemente voluto. Le russe, campionesse del mondo, hanno meritato la vittoria, con la loro campionessa Maria Gushchina in formissima e inavvicinabile. Nonostante la tensione, sul campo è prevalso il fair play con tutte le tiratrice delle altre nazionali, seppur a malincuore, a riconoscere i nostri

1. Sfida ai piani alti. Eric Grauffel (a sinistra) e Simon Racaza attendono il loro turno. 2. Nell’olimpo del Tiro dinamico. Rob Leatham ha conquistato il suo sesto titolo mondiale, questa volta in Classic, l’ennesimo di una carriera che sembra non finire mai.

2 meriti sportivi al termine delle performance». In una division sempre più competitiva, in cui regna il professionismo tra i top ten, il team maschile impegnato nella classifica assoluta, composto da Davide Indizio (24°), Francesco Perazzoli (39°), Sebastiano Diamante (47°) e Maurizio De Sanctis (53°), ha chiuso con un lusinghiero risultato di squadra, accumulando esperienza e aggregazione di team. La scelta della Fitds di azzerare la squadra che per anni ha portato all’Italia parecchie vittorie internazionali e di puntare su un gruppo di emergenti presentava dei rischi. Forse, il passaggio di consegne avrebbe potuto essere un po’ più graduale, ma dopo la Florida, l’importante è che la Fitds insista su questo gruppo e che i tiratori che ne fanno parte utilizzino questa importante esperienza per trovare la voglia di crescere attraverso il lavoro, per riportare l’Italia nei quartieri alti della Production.

EREDE CERCASI Nella Open, visto l’addio del cinque volte campione del mondo Eric Grauffel, si è aperta la battaglia per la successione sul trono mondiale. Lotta all’ultimo

COSE DA FENOMENI! Eric Grauffel e Rob Leatham, francese il primo, americano il secondo. Che cosa hanno in comune? Sei titoli mondiali individuali conquistati nel corso della loro lunga e prestigiosa carriera. Un’altra particolarità accumuna questi due fenomeni, vere icone del Tiro dinamico sportivo: aver conquistato questi titoli e tantissimi campionati intercontinentali e nazionali, sempre con la stessa fabbrica d’armi. Eric Grauffel è tiratore ufficiale da sempre di Tanfoglio, mentre Rob Leatham ha “sposato” l’americana Springfield. Sono professional shooter al cento per cento e hanno fatto del loro sport una professione. Eric Grauffel è stato campione del mondo in Open division cinque volte consecutive nei Mondiali del 1999, 2002, 2005, 2011, infilando una serie di vittorie mondiali mai riuscite a nessun tiratore. Per trovare nuovi stimoli, è passato alla Production e negli ultimi due anni ha creato il vuoto dietro di sé, dimostrando una superiorità ancora più schiacciante rispetto a quanto già faceva in Open. Per il francese, in questo Campionato del mondo gli unici veri avversari sono stati i padroni di casa, mentre gli europei hanno capito da almeno due anni che se Grauffel spara in Production, la gara che resta

148

ARMI E TIRO 12/2014

è quella per arrivare secondi. Se si esclude uno “scivolone” durante il Florida Open di qualche anno fa, in cui fu battuto, in Open, dal neo campione del mondo Max Michel, Grauffel è imbattuto dal lontano 1999. A queste vittorie si devono sommare innumerevoli titoli continentali, conquistati sia in Open sia in Production, oltre a campionati nazionali francesi in diverse division. Rob Leatham, da quest’anno senior, ha fatto la storia di questo sport: nel lontano 1983, ha conquistato il suo primo Mondiale in Open. Da quella data, un tris di conquiste mondiali, sempre in Open: 1983, 1986 e 1988. Dalla Open è passato alla Standard, division in cui ha conquistato altri due Campionati mondiali, nel 2002 e nel 2005; proprio in Ecuador, vinse pur essendo stato lasciato fuori dal team ufficiale americano. In seguito è passato alla Modified, giungendo secondo al Mondiale di Rodi nel 2011, ma aggiudicandosi il titolo mondiale tra i senior. In questa stagione agonistica, al National statunitense, ha avuto il “coraggio” di vincere il campionato nazionale in Revolver division, entrando di diritto nella hall of fame del Tiro dinamico, per essere l’unico tiratore statunitense ad aver conquistato la vittoria in sei diverse division.

1 match point tra i due americani Shane Coley e Max Michel. Al termine del match, il vantaggio a favore di Max Micheal, nuovo campione del mondo, è stato di soli 1,74 match point, un’inezia. Sul terzo gradino del podio individuale, un ritrovato Brodie Mc Intosh, tiratore australiano. Il pluricampione italiano, Luca Borsari, accreditato dalla federazione italiana come singolo tiratore, a dimostrazione di quanta fiducia fosse riposta su una sua prestazione ad alto livello, è tornato dalla trasferta americana con un sorriso a 32 denti. Borsari ha chiuso il match, in una division in cui mai nessun italiano era arrivato così in alto, all’ottavo assoluto al 95,72%, valore che certifica la sua eccezionale performance, considerando anche il parziale che l’ha visto come terzo tra gli europei, dietro lo strapotere americano (4 tiratori nei primi 8). Nella Open, i tiratori italiani hanno conquistato ben tre medaglie, tutte d’argento. Nell’individuale senior, Paolo Ravizzini ha conquistato un ottimo piazzamento, vincendo l’argento e, con i compagni di team, Daniele Barbizzi, Francesco Montesano e Maurizio Rovey, ha bissato il risultato individuale conquistando anche il titolo di vice campione del mondo a squadre. Le sensazioni di Ravizzini, dopo il doppio argento mondiale: “Ho condotto la gara sempre in testa, davanti di una decina di punti su Michael Voigt, poi l’ultimo giorno ho sparato davvero male. Ero lento e contratto e non sono riuscito a esprimermi come nei giorni precedenti. Il mio avversario, invece, dall’alto della sua esperienza (Michael Voigt, ex presidente della Uspsa, ha vinto il titolo mondiale in Standard division nel 1999 e nella sua carriera sportiva ha conquistato diverse medaglie mondiali, ndr), ha tenuto duro e mi ha superato. Per quanto riguarda la squadra, sapevamo che difendere il titolo in casa degli americani sarebbe stata un’impresa e così è stato, ma, comunque, essere secondi soltanto ai padroni di casa deve essere considerato un eccellente risultato. La stessa cosa la si può dire per il mio risultato individuale, considerati gli avversari: una medaglia d’argento è un grande risultato. Per quanto riguarda la compe-

2 1 e 2. Mario Piccioni (a sinistra) e Mauro Di Prospero hanno fatto parte del team che ha regalato all’Italia il bronzo in Classic division.

tizione in se stessa, credo sia stata una gara ben organizzata, finalmente priva di fronzoli inutili e tutta da sparare”. Tra i Super senior, se l’è giocata alla pari con gli avversari l’azzurro Furio Liberti: determinato e concentrato, al termine del match ha conquistato una preziosa medaglia d’argento, che va a sommarsi a quelle vinte negli anni passati, tra i senior.

AZZURRO CLASSIC Nel primo Mondiale della Classic division, il team azzurro ha portato a casa un bronzo di tutto rispetto. Nella classifica generale, sua maestà Rob Leatham, leggenda vivente del Tiro dinamico, ha incassato il suo ennesimo titolo mondiale, con il filippino Edward Rivera, vicinissimo, pronto a sfruttare qualsiasi piccolo errore per sottrargli la vittoria. Un altro professional shooter americano, già campione del mondo Open nel 1996, Todd Jarrett, ha chiuso il podio individuale. Nella classifica finale dell’individuale, ben quattro tiratori americani nei primi sei posti per un dominio assoluto in quella che, probabilmente, è la più americana delle division. Gli italiani della Classic, tutti esperti tiratori con all’attivo anche vari Campionati del mondo disputati, hanno gareggiato senza soggezione, fino alla conquista di un meritato bronzo a squadre. Edoardo Buticchi, miglior europeo al termine del match, ha chiuso con un ottimo quinto posto individuale, seguito da Roberto Vezzoli, settimo, che ha pagato dazio a una pistola non al meglio meccanicamente. Vicini al termine del match in classifica, Mauro Di Prospero e Mario Piccioni. Nella Revolver division, il tricolore è stato rappresentato da alcuni tiratori italiani, vincitori delle slot messe a disposizione dalla federazione. Nell’assoluta, l’ecuadoregno Ricardo Lopez si è confermato uomo da battere, conquistando il titolo mondiale; l’americano Josh Lentz ha chiuso al secondo posto, mentre ha terminato il match al terzo posto il filippino Phillipp Chua. Il migliore degli italiani è stato Filippo Peruccacci 30° assoluto, mentre Bruno Scanocchia ha chiuso al sesto posto tra i senior. 12/2014 ARMI E TIRO

149

SPORT tiro dinamico

IL 2015 È ALLE PORTE

1 Testo e foto di Roberto Vezzoli

A

conclusione della stagione 2014, la Fitds ha organizzato il National di arma lunga, anche per quest’anno al campo di tiro del Brixia shooting club. Due, intense giornate, praticamente da tutto esaurito, con la presenza anche di alcuni tiratori stranieri, i quali, pur non rientrando in classifica perché la competizione era di livello II, hanno ben figurato sia con la canna liscia sia con la rigata. Match director dell’evento, per la prima volta alle prese con le specialità di arma lunga, è stato il consigliere federale Stefano Iacomini, il quale, con la collaborazione della commissione sportiva, è riuscito a realizzare una gara divertente, scorrevole e tecnicamente probante, probabilmente più in linea con le gare di arma corta, ma, comunque, ricca di spunti e finezze tecniche che hanno lasciato trasparire la malizia di un esperto tiratore. Sabato è stata la giornata dedicata alla specialità dello shotgun: 32 tiratori in Standard, 29 in Modified, 23 in Open e 13 in Standard manual. Otto stage di tiro, di cui due per cartucce a palla “secca”, due a pallettoni e quattro a pallini, per un totale di 66 cartucce a pallini, 38 a palla e 16 a pallettoni. Allo stage 1, otto “super pepperoni” da ingaggiare attraverso cinque aperture, erano posti a distanze variabili dai dieci ai diciotto metri e hanno richiesto particolare attenzione allo strozzatore prescelto, in quanto, anche se non eccessivamente vicini a due penalty plate, richiedevano una generosa spinta per essere abbattuti con decisione; diversamente, cade150

ARMI E TIRO 12/2014

1.Federico Coscelli è stato il dominatore della Open, infliggendo al secondo ben 9 punti percentuali. Qui è allo stage 1 sotto lo sguardo attento del ro Biagio Rutigliano. 2. Campione italiano in Standard, ancora una volta, Roberto Vezzoli, detentore del titolo dal 2003.

2

All’orizzonte, un anno super per gli appassionati di arma lunga: il Mondiale Shotgun in Italia e l’Europeo Rifle in Ungheria. E al National di Mazzano la “tentazione” si è fatta sentire, con l’aumento di tiratori, in modo particolare nel Rifle. In Shotgun, imprendibili Forlani e Vezzoli; clamorosa squalifica del super favorito Silvestroni. In Rifle, Coscelli detta legge, Vezzoli beffato vano certamente, ma, diciamo così, “al rallentatore”, lasciando i tiratori ad aspettare l’esito di ogni fucilata. Lo stage 2 era rappresentato da una shooting area a forma di pentagono, dalla quale ingaggiare, con munizione a pallettoni, otto classic target, posti a distanze variabili dai sei ai venti metri. In questo esercizio, che prevedeva la start position al centro della shooting area, la strategia vincente è risultata quella che prevedeva di ingaggiare per prime le sei sagome dalle aperture di fronte al tiratore che poi arretrava sul fondo della shooting area e concludeva con le due target di lato. Lo stage 3, ancora a pallettoni, prevedeva due sagome ostaggiate in apertura d’esercizio, poste a lato della shooting area; un per-

corso a zig zag portava alla string finale con due mezze sagome e quattro mini pepper disposti in linea sul fondo dell’esercizio. Una cartuccia che garantisse una rosata controllata dei pallettoni ha risparmiato ai più di ribattere i mini pepper di fondo, anche le due mezze carte lontane hanno fatto registrare qualche miss che, negli esercizi con hit factor basso, hanno un grosso peso. Lo stage 4, un long course da 30 colpi, ha suscitato un po’ di perplessità tra i tiratori perché, dopo anni di assenza, è stato riproposto un esercizio a palla con due colpi per bersaglio: questa opzione con lo shotgun non è stata più praticata per ragioni tecniche legate sia all’usura dei bersagli, che si deteriorano velocemente a causa del generoso foro provocato dal passaggio della palla slug, sia, soprattutto, per l’oggettiva difficoltà di lettura dei punti “dubbi” che, in moltissimi casi, si presentano oblunghi o sdoppiati a causa della separazione della borra dalla palla. Spesso, infatti, la borra presenta le medesime alette direzionanti della palla e il passaggio attraverso il bersaglio crea evidenti problemi di valutazione causati dalla somiglianza dei due fori. Lo stage 5, uno short da 8 colpi sempre a palla, prevedeva l’ingaggio di due bobber azionati tramite la trazione di due maniglie poste sulla sommità delle paratie laterali. Proprio la posizione delle due maniglie ha causato qualche squalifica per rottura dell’angolo di sicurezza verticale durante la fase di azionamento. Lo stage 6, un medium da sedici colpi a pallini, prevedeva l’ingaggio di due divertenti clay bobber, una serie di mini pepper non proprio vicini e, dopo un

1

2

3

4

1. Irene Canetta, unica lady in Open Shotgun, impegnata nel tiro in ginocchio con il suo RandR. 2. Matteo Pellegris, con il suo Oberland Match, ottica Nightforce e attacco Warne. Nella foto ha appena sganciato una delle sue doppiette al fulmicotone. 3. Pierluigi Andreato, altro nuovo arrivato nel mondo dell’anima liscia, ha subito guadagnato una buona posizione di partenza con il suo Beretta 1301 Comp. 4. La Subgun non ha raggiunto il numero minimo di tiratori per l’assegnazione del titolo. Nella foto, Daniele Vezzoli con Beretta Cx4 calibro 9x21.

profondo arretramento di una decina di metri, si concludeva con quattro piastre metalliche poste a 180° dal tiratore e interposte ad altrettante piastre penalty. Nello stage 7, dopo essere partiti da seduti su di una seggiola con arma completamente scarica, bisognava ingaggiare quattordici bersagli metallici abbattibili attraverso tre posizioni di tiro. Dalle due posizioni laterali vi erano due popper che, una volta abbattuti, lanciavo in aria un clay bonus; la stessa string prevedeva anche altri tre bersagli e così è stata data al tiratore la possibilità di scegliere quanti e quali appoggi ingaggiare tra il popper e il clay. Credo sia stato lo stage più divertente della gara, nel quale ognuno ha potuto esprimersi al meglio, scegliendo la propria sequenza. L’ultimo esercizio della prova con lo shotgun era un long course da 28 colpi a pallini, sviluppato su una shooting area a ferro di cavallo. Anche in questo caso, la disposizione dei bersagli, visibili da più posizioni, ha garantito completa libertà interpretativa e se ne sono viste delle belle con tiratori che hanno lasciato più di qualche bersaglio ad aspettare di essere ingaggiato. Ulteriore difficoltà di questa prova era la grande variabilità di distanza dei bersagli che da pochi metri arrivava a sfiorare i venti, richiedendo particolare attenzione allo strozzatore più idoneo da utilizzare anche in virtù di alcuni penalty plate molto vicini alle piastre.

LA GARA DI RIFLE La domenica è stata dedicata alla prova con i rifle: i numeri confermano quanto questa specialità stia vivendo un momento felice e i 74 iscritti in Open semi12/2014 ARMI E TIRO

151

SPORT tiro dinamico

1 auto division hanno altresì fatto emergere in modo chiaro la passione crescente per le carabine attrezzate con i più performanti accessori. Quindici tiratori, invece, hanno scelto la Standard semiauto, la division più tecnica e difficile della specialità, nella quale gli ingaggi con le sole mire metalliche di bersagli piccoli o molto distanti richiedono grande “mestiere”. Le division Subgun e Minirifle con, rispettivamente, 9 e 4 tiratori, non hanno raggiunto il numero minimo per assegnare i titoli di campione italiano, ma hanno, comunque, dato la possibilità a chi non dispone di armi in calibri per carabina di divertirsi e partecipare a una gara di alto livello con la minima spesa. Gli stage della gara rifle si sono svolti per la quasi totalità sfruttando le strutture già montate per la gara di shotgun e la sera del sabato, personale del campo di tiro, coordinato da Stefano Iacomini, ha provveduto a sostituire i bersagli e la loro disposizione all’interno degli esercizi. Lo stage 1 è diventato un 16 colpi nel quale trovare le corrette traiettorie senza intercettare le paratie poteva rappresentare il jolly per far abbassare drasticamente il tempo; il parallasse tra ottica e canna, poi, ha creato qualche problemino con le aperture in diagonale e più di qualche colpo le ha attraversate, colpendo comunque il bersaglio, ma facendo scattare la miss in quanto tutte le paratie sono da considerarsi impenetrabili. Lo stage 2 era praticamente identico a quello di shotgun, se non per il fatto che i colpi sono passati da 8 a 16. Lo stage 3, invece, ha visto sparire i bersagli metallici ed è divenuto un semplice short course da 8 colpi che, però, richiedeva un tempo di esecuzione abbastanza alto

2

1. Jgor Jankovic si concentra durante il walk through, seguito dal colonnello Raketic. 2. Il tiratore tedesco Markus Rister ha chiuso lo stage 4 con una posizione plastica. 3. Secondo posto in Standard per Roberto Vezzoli con il suo Oberland Target con canna di 20” preparata da Toni system e Fiocchi commerciali con palla Fmj di 55 grani.

per i punti massimi che poteva dare, abbassando visibilmente l’hit factor. Lo stage 4 era identico a quello di shotgun, ma visto il maggiore numero di colpi a disposizione ha consentito di studiare strategie anche molto diverse, che hanno reso lo spettacolo molto più divertente. Anche lo stage 5 è rimasto sostanzialmente lo stesso, con i colpi raddoppiati, da 8 a 16, e due dei quattro bersagli di fondo sostituiti con due “hardcoverati” in verticale, con la sola striscia di bersaglio che contiene l’alpha ingaggiabile. In questo stage, sono emersi i problemi di gestione dell’angolo di sicurezza verticale da parte dei tiratori che impiegavano un’arma con canna corta (12 o

3

TAGLIO O NON TAGLIO? Nello stage 4, sia della gara Rifle sia di quella Shotgun, la shooting area prevedeva una serie di 4 curve con cambio di direzione a 90°, di cui la prima a destra. Alcuni tiratori sono stati sanzionati per aver “tagliato il percorso” e a loro è stata comminata la penalità di cui all’articolo 2.2.1.5: “Se un esercizio comprende un percorso visibilmente delimitato da fault line e/o una ben precisa shooting area, chiaramente marcata, ogni tiratore che dovesse uscire dal percorso stabilito, accorciandolo, incorrerà in una procedura per ogni colpo sparato da quel punto in poi”. Come emerge in maniera evidente dalla lettura dell’articolo, la sanzione è applicabile se il tiratore esce dalla shooting area e, cioè, appoggia almeno un piede fuori dalle fault line, accorciando il percorso. In alcuni casi, invece, la sanzione è stata comminata in mancanza che ciò

152

ARMI E TIRO 12/2014

avvenisse, ma perché il piede, non d’appoggio, era passato sopra l’area neutra esterna alle fault line che delimitavano l’angolo della curva. Questa decisione di interpretare in modo restrittivo il concetto di “taglio” trova riscontro anche in ambito internazionale soltanto se entrambi i piedi “tagliano” la curva, saltando l’angolo e soltanto se il vantaggio riscontrato è palesemente quantificabile. Nel caso specifico, tale interpretazione ha creato una situazione di incertezza che sarebbe stato molto meglio fosse chiarita dal range master. Ciò non è avvenuto e le classifiche ne hanno pesantemente risentito. Dal punto di vista pratico sarebbe stato consigliabile porre in corrispondenza delle curve un bidone o una colonna di pneumatici, così da impedire in ogni modo eventuali involontarie traiettorie dubbie.

LE CLASSIFICHE DI SHOTGUN

1 14 pollici), i quali, nell’azionare le maniglie di sgancio dei bobber poste sopra le paratie, sono usciti dall’angolo di sicurezza, guadagnandosi un dq. Nello stage 6, si dovevano ingaggiare due mini clay di 50 mm, a 25 metri, circa, di distanza e per molti tiratori questi due divertenti bersagli frangibili si sono dimostrati uno scoglio quasi insormontabile. Nello stage 7, si ingaggiavano 4 mini target a poco meno di 40 metri da sdraiati: due erano libere, mentre due erano parzialmente coperte da penalty target che lasciavano libera soltanto un’area di un’ottantina di millimetri. Questi, con i due clay del 6, sono risultati i tiri più impegnativi della gara. Ultimo stage con il rifle, l’8, era un long course da 32 colpi, molto fluido e divertente, che non presentava grossi problemi tecnici legati al tiro, ma richiedeva un perfetto controllo della volata negli spostamenti laterali, per assicurarsi il rispetto degli angoli di sicurezza. È bene ricordare che il 2015 sarà l’anno dell’arma lunga: a giugno, in Ungheria, si disputeranno gli Europei di Rifle e sarà interessante valutare l’opportunità di presentare rappresentative italiane ufficiali, che vadano a confrontarsi con i maestri nordici di questa specialità; a settembre, invece, sarà l’Italia stessa al centro del mondo, con il Mondiale di Shotgun sul campo di Agna (Pd)

I RISULTATI Nello Shotgun, l’autore si è aggiudicato la Standard division, staccando di circa 16 punti percentuali un

Open assoluta 1. Forlani Dario 2. Pesce Fabrizio 3. Teodori Fabio

100% 91,45 88,54

Open Senior 1. Teodori Fabio 2. Alessi Gabriele 3. Pepe Nicola

88,54 83,06 70,42

Standard 1. assoluto Campionato italiano 1. Vezzoli Roberto 2. D’Agostino Marcello 3. Fuin Marco Mariano

Jgor Jankovic 100% 84,27 80,56

Standard Senior 1. Schiappa Fernando 2. Andreato Pier Luigi 3. Alberti Fausto

75,60 66,31 61,04

Standard Manual assoluti 1. Zambai Paolo 2. Bellini Davide 3. Fossati Fabio Egidio

100% 89,53 77,34

Modified 1. assoluto Raketic Branislav Campionato italiano 1. Bontempo Santo Ignazio 100% 2. Cerrato Davide 98,64 3. Palmisano Claudio 96,87 Modified Senior 1. Bontempo Santo Ignazio 2. Fazzini Paolo 3. Mura Gavino

1. Il presidente della Fitds, Gavino Mura (a sinistra), con il match director della gara, Stefano Iacomini. 2. Furio Liberti si è aggiudicato la Open Super senior, ma l’esiguo numero di partecipanti non ha consentito di assegnare il titolo. 3. Marco Sartor, dopo gli allori in Revolver e l’esperienza positiva in Production, ha provato a cimentarsi con il calibro 12. Alla sua “prima”, ha concluso al nono posto.

100% 93,26 78,79

A SQUADRE Open 1. Uboldo (Forlani Dario, Todisco Luciano, Gravante Francesco Rocco, Surace Michele Francesco) 2. Bologna Sc (Teodori Fabio, Simoncelli Luca, De Luise Carmine) 3. Jeff Cooper (Pepe Nicola, Passetti Eugenio, De Vivo Bonaventura, Sessa Amedeo) Standard 1. Shooting club polizia di Stato Bg (Vezzoli Roberto Ferruccio, Fuin Marco Mariano, Bettinelli Ramon, Zucchelli Massimo) 2. Robin (Bertelli Andrea Francesco, Mazza Mirko, Manenti Eros, Alberti Fausto) 3. Esercito Tds (Martella Saverio, Del Monaco Sandro, Anticoli Livio) Modified 1. Bologna Sc (Cerrato Davide, Baccaro Nicola, Di Stasi Mauro, Rossi Pierangelo) 2. Florence (La Bruna Bruno, Galgani Roberto, Guerrini Paolo, Fornaballi Fabrizio) 3. Shooting club polizia di Stato Bg (Foresti Elia, Pupillo Michele, Vezzoli Claudio, Burgio Francesco)

fortissimo e sempre in crescita Marcello D’Agostino del New shooting club che, con questa prova, entra di diritto nei Tin in vista del prossimo Mondiale; alle sue spalle, un solido Marco Fuin, neo acquisto dello Shooting club polizia di Stato Bergamo che con Andrea Bertelli, Luca Ricciardi e Ferdinando Schiappa (che si è aggiudicato la classifica Senior) ha chiuso un quintetto di livello assoluto per la division regina dello Shotgun. Nella classifica “open”, il primo è stato il fortissimo serbo Igor Jankovic che, però, ha dichiarato di voler gareggiare il prossimo anno in

2

3

12/2014 ARMI E TIRO

153

SPORT tiro dinamico

LE CLASSIFICHE DI RIFLE

1 Modified. La classifica a squadre, per il terzo anno consecutivo, se la sono aggiudicati i tiratori dello Shooting club polizia di Stato Bergamo. Nella classifica della Standard manual (i fucili a pompa), ha fatto scalpore la squalifica del tiratore che da anni è il dominatore di questa division, Luigi Silvestroni, il quale a causa della partenza accidentale di un colpo in fase di caricamento ha dovuto dire addio a un titolo che aveva praticamente già in tasca a favore di Paolo Zambai; al secondo posto Davide Bellini, ma la sorpresa è stato Fabio Fossati, terzo: il portacolori del club Camuno a conclusione della sua prima stagione con lo shotgun ha festeggiato una strameritata medaglia. Interessanti novità in Modified: riconfermata la straordinaria forma del colonnello serbo Branislav Raketic, che si è aggiudicato la classifica assoluta, il titolo italiano lo ha conquistato un veloce e sicuro Santo Ignazio Bontempo, che con il suo Winchester ha staccato di soli otto punti match Davide Cerrato, mentre un ritrovato Claudio Palmisano si è classificato al terzo posto: il giovane tiratore del Grand master shooting club, alla sua prima volta in Modified, ha raggiunto il podio assoluto, dando prova di innate doti agonistiche e tecniche che sta mettendo a

Open assoluta 1. Coscelli Federico 2. Pellegris Matteo 3. Forlani Dario

100% 91,26 88,59

Open Senior 1. Barbizzi Daniele 2. Anese Renato 3. Teodori Fabio

84,95 83,16 79,62

Open Super senior 1. Corazzini Massimo 2. Catellani Pier Giuseppe 3. Moriondo Roberto

75,86 66,67 62,53

Standard assoluta 1. Zambai Paolo 2. Vezzoli Roberto 3. Bragagnolo Max

100% 92,87 87,77

1. Claudio Palmisano ha gareggiato in Open Semiauto con un Adc con canna di 18”, accessoriato con punto rosso e handguard, calcio, bindella e minigonna by Toni system. 2. Luciano Todisco del 3Gun decimo in Open. 3. Roberto Bortot impegnato nel tiro a terra, sfruttando l’appoggio del bipiede.

2

154

ARMI E TIRO 12/2014

A SQUADRE Open 1. Uboldo (Forlani Dario, Galliani Alessio Patrizio, Todisco Luciano, Gavazzeni Andrea) 2. Shooting club polizia di Stato Bg (Pellegris Matteo, Sartori Oscar, Fuin Marco Mariano, Foresti Elia) 3. Cuneo combat (Rovey Maurizio, Corazzini Massimo, Moriondo Roberto, Bortot Roberto Giacinto) CLASSIFICA COMBINATA Open 1. Forlani Dario 2. Palmisano Claudio 3. Teodori Fabio Standard 1. Zambai Paolo 2. Vezzoli Roberto 3. Ricciardi Luca

188.5903 178.7788 169.4893 200.00 192.8671 161.7690

frutto per conquistarsi la maglia azzurra. Tra i Senior, da segnalare la terza piazza di Gavino Mura: il presidente della Fitds è stato sottoposto qualche mese fa a un delicato intervento di cardiochirurgia, ma la passione, lo spirito e la grinta che lo legano al Tiro dinamico non gli hanno consentito di stare troppo lontano dai campi di gara. Le squadre di punta si sono sfidate in un testa a testa avvincente che ha visto prevalere di una decina di punti su mille e seicento il Bologna shooting club sul Florence. In Open, netto l’aumento di iscritti e il podio è stato così formato: Dario Forlani neo campione italiano, Fabrizio Pesce secondo e Fabio Teodori terzo, oltre che neo campione italiano senior. Nel Rifle, soltanto le due categorie semiauto, Open e Standard, hanno raggiunto il numero per assegnare i titoli. In Open, titolo italiano al fortissimo Federico Coscelli, che ha staccato di 9 punti percentuali un guru dell’arma lunga in Italia, Matteo Pellegris. In Standard, la vittoria è andata a Paolo Zambai, davanti all’autore e a Max Bragagnolo. La speciale classifica riservata alla Combinata (Shotgun più Rifle) ha escluso Minirifle e Subgun e così i titoli assegnati sono stati due: in Open a Dario Forlani; in Standard a Paolo Zambai.

3

BREVI SPORT AZZURRI IN FORMA AD HAMMINKELN Anche questa volta, i tiratori azzurri del Br 22 sono tornati vincitori della gara svoltasi ad Hamminkeln (Germania). L’allenamento ha dato i suoi frutti non solo a livello personale, ma anche di squadra, trovando il giusto equilibrio che ha contribuito a sbaragliare gli avversari. Le squadre italiane erano così composte: Team Ita 1: Pino Leone, Gianpietro Mazzolari, Giovanni Atzeni; Team Ita 2: Giuseppe Mesoraca, Carmen Papaleo, Christian Peverelli; Team Ita 3: Daniele Riccardo, Pino Marmiroli, Paolo Castellani; Team Ita 4: Franco Vito, Tiziano De Tomi, Manfredo Candia. I primi tre team hanno iniziato venerdì con la Sporter. Carmen Papaleo e Giuseppe Mesoraca non hanno atteso a farsi riconoscere distanziando da subito i loro avversari. La loro strategia di gioco è stata supportata dall’utilizzato di cartucce Rws R50 sulle loro Anshutz 2013, ottica Leupold. Il secondo e il terzo bersaglio non hanno fatto che confermare le prime due posizioni del podio. Queste tre fantastiche squadre italiane hanno raggiunto il primo (6677,353 punti), secondo (6647,348) e quarto posto (6643,317). Si è quindi svolta la gara della categoria Hv, e sebbene il vento non aiutasse le prestazioni dei tiratori, l’Italia non ne ha subito alcun impedimento. Christian Peverelli sale il gradito più alto con

Grande prestazione per gli italiani nella gara Br 22 di Hamminkeln (Germania).

un punteggio di 746/44, aiutato dalla sua Anchutz 1907 e utilizzando cartucce Rws, lo segue Giovanni Atzeni con 745/51, distanziato di poco dal francese Alain Couraton con 745/45. Tale gara ha dato atto della bravura di molti tiratori che si sono distanziati per poche mouche, infatti al quarto posto troviamo Giuseppe Mesoraca che per sei mouche non ha potuto salire sul podio. In questa competizione le Anschütz 1907 hanno fatto la loro bella figura appropriandosi dei primi posti in classifica. Nella giornata seguente, in conclusione della gara Hv, l’Italia ha definitivamente sbaragliando la concorrenza conquistando i primi sei posti. (E.C.)

F-CLASS 22 A PISA Il Tsn di Pisa ha ospitato la prima gara organizzata sulla base del regolamento della F-Class 22. Organizzata da Stefano Sgherri con la collaborazione del Tsn, la competizione si è svolta sulla distanza dei 200 metri e ha visto un folta partecipazione di tiratori. Tra questi, sia vecchie conoscenze della F-Class “maggiore”, venuti a provare la nuova categoria recentemente introdotta dalla Nra of Italy, sia tiratori alla loro prima esperienza. Il regolamento F-Class 22 prevede che i tiratori debbano impegnarsi in 4 batterie, tutte valide ai fini della classifica, con rotazione delle pedane. Due le categorie previste: Tr 22 e Open 22. Alle 9, come da programma, è iniziata la prima batteria composta da tiratori che gareggiavano nella categoria F/Tr 22, subito dopo la seconda composta da tiratori di F/Tr 22 e F/O 22. Per quest’ultima, tutti i tiratori hanno usato bipiedi tipo “Fclass” in alternativa ai tradizionali appoggi da bench rest. I

‡ /HQWLFRQWrDWWDPHQWRPXOWLVWrDWR HEHGGLQJDQWLrLQFXORSHrFDOLErL XOWrDPDJQXP ‡RHWLFRORVWDGLDPHWrLFRHXQWSPDrW FRQLQGLFD]LRQHGHOErDQGHJJLR ODWHrDOHSHrLOYHQWR

La prima gara di F-class 22 al Tsn di Pisa.

punteggi sono stati da subito interessanti, con Butti a 45,4 in F/Tr 22 e Cosenz a 44,2 in F/O 22. Nella seconda manche, alcuni hanno preso sbandate, altri hanno migliorato quello che avevano già fatto nella prima, con uno stratosferico Butti a 48,5 e Lavagna a 47,2, entrambi in Tr 22. Nel terzo match, la temperatura fredda della mattina si è alzata e il riverbero ha cominciato a mettere in seria difficoltà

un po’ tutti i tiratori, tranne il solito Butti con 45,2 e per Proia che è riuscito a prendere le “misure” al bersaglio e a realizzare un bellissimo 46,2 in F/O 22. Nel quarto match il riverbero è diventato decisamente fastidioso tanto da far perdere il primo posto in F/Tr 22 a Butti in favore del più costante Lavagna, mentre Ferroli con 45,3 ha dato la stoccata decisiva per conquistare la gara in F/O 22. Da segnalare anche l’ottimo 46,3 di Potenza che gli ha permesso di aggiudicarsi il secondo posto finale in F/Tr 22. Conclusasi la gara si è proceduto alla premiazione dei primi 3 classificati per categoria con accessori offerti dalla ditta Kentron, sponsor della manifestazione. Vincitore nella categoria Open è stato Sandro Ferroli (155,6) seguito da Davide Galletti (154,5) e Carlo Cosenz (154,2). Nella categoria Tr a prevalere è stato Gianclaudio Lavagna (173,4) davanti a Nicola Potenza (168,3) e Bruno Butti (166,11). (S.S.)

‡THFQRORJLD“TrXHBC”SHrODPDVVLPDSrHFLVLRQHDOOHOXQJKHGLVWDQ]H ‡TRrrHWWDFXVWRPWDrDWDLQPHWrLVXOODWrDLHWWRrLDGHOODVSHFLILFDPXQL]LRQHLQXVR ‡PPGLRELHWWLYRHPPGLWXERSHrODPDVVLPD OXPLQRVLWjDWXWWLJOLLQJrDQGLPHQWL ‡RHJROD]LRQHSDrDOODVVHLVWLQWLYDHGLPPHGLDWD GDOODSRVL]LRQHGLWLrR

12/2014 ARMI E TIRO

155

SPORT Idpa

L’ITALIA RIPARTE Dopo la pausa forzata dello scorso anno, il campo di Rocca Massima ha ospitato l’appuntamento finale della stagione. In una gara all’altezza dell’evento, Cochi ha realizza la miglior prestazione del match, conquistando anche il titolo in Esp; Carluccio ha confermato il predominio in Ssp; e un ritrovato Gavazzeni ha fatto sua la Cdp. Di rilievo il numero di partecipanti e l’organizzazione, da migliorare i controlli. Ma serve un area coordinator

Testo e foto di Loris Messaggi

F

inalmente! A due anni dall’ultimo National (anzi, state match, in quanto Idpa head quarter sembrerebbe ostinarsi nel non voler concedere l’appellativo di National alla gara che chiude la stagione), gli appassionati del tiro Idpa hanno potuto ritrovarsi per disputare quell’evento che, dopo continui rinvii, era stato definitivamente cancellato lo scorso anno. Da allora, parecchia acqua è passata sotto i ponti, molte cose sono cambiate in meglio, mentre altre sembrano graniticamente immutabili, seppur con la speranza di cambiamenti per il futuro. Negli ultimi due anni, il tiro difensivo Idpa in Italia ha risalito la china e ora sta vivendo una seconda giovinezza, riscuotendo, grazie anche all’intensa opera di proselitismo dei club (attualmente una trentina), un interesse in costante crescita unitamente a un numero di tiratori, magari provenienti da altre realtà, in continuo aumento. C’è ancora molto da fare per restituire a una realtà, quella italiana, seconda soltanto agli Stati Uniti quanto a numero di iscritti, il ruolo che le spetta. Appare chiaro, per esempio, come la designazione di un vero area coordinator, dotato di poteri in grado, se necessario, anche di imporre decisioni, sia una condizione irrinunciabile e non differibile sia per stabilire chiaramente gli obiettivi futuri, consultando tutti i presidenti di club e coordinandone efficacemente l’azione, sia ponendo fine a diatribe, contrasti e rivalità che troppo spesso non trovano altro sbocco che chilometriche e stucchevoli discussioni sui social network, a volte seguite da “faide” e ripicchine tra i sostenitori dei diversi schieramenti. Al di là delle questioni “politiche”, la situazione sportiva appare rosea: prova ne sia la grande risposta dei tiratori italiani per un evento che ha fatto registrare quasi 240 iscrizioni; e pensare che i circa 150 concorrenti di Agna nel 2012 erano già considerati come un grande risultato! Contrariamente a quanto accaduto nell’ultima edi156

ARMI E TIRO 12/2014

Per Massimo Mari, che qui “aggredisce” la scala all’inizio dello stage 5, un National in salita condizionato da errori e da problemi meccanici che gli hanno impedito di lottare per la vittoria finale in Ssp.

zione, quando la gara era stata organizzata da più club, a Rocca Massima (Lt) l’intero onere della manifestazione è stato assunto dal club Atts e dal suo vice presidente Antonio Di Costanzo, che ha ricoperto anche il ruolo di match director; la location è stato l’ampliato campo di Rocca Massima, soluzione ritenuta ragionevolmente “comoda” per i partecipati provenienti, oltre che dalle varie zone d’Italia, anche dall’estero, con tiratori da Austria, Romania, Finlandia, Lituania e Germania, che con la loro presenza hanno innalzato a livello internazionale il prestigio della gara. A completare il quadro generale, doveroso citare il corretto rispetto dei tempi di gara e di esposizione dei risultati, grazie all’utilizzo di un software appositamente creato per agevolare l’inserimento dei risultati ed eliminare eventuali errori di trascrizione, oltre a una premiazione in grande stile, compresi i premi a estrazione offerti dai diversi sponsor.

1

3 Generale l’apprezzamento da parte dei partecipanti al livello tecnico e scenografico dei 12 stage; gli allestimenti scenografici, in particolare, hanno rivelato una cura non comune riservata dagli organizzatori a quest’aspetto, senz’altro secondario rispetto al livello tecnico delle prove, ma indispensabile per coinvolgere il concorrente in un contesto il più possibile “realistico” anche mediante diverse le strutture realizzate per l’occasione.

IL MATCH Il risultato? Una gara bella, impegnativa e coinvolgente. In una parola: divertente. Tecnica al giusto livello, con il corretto mix tra ingaggi a media/lunga distanza e sequenze più veloci, brucianti, unitamente a molti tiri in movimento o da posizioni scomode o inconsuete. Forse limitata la presenza di bersagli ad azionamento meccanico o congegni in movimento, limi-

1. Davide Cerrato nell’esercizio 3 (standard). Per poco più di un secondo, il campione 2012 della Cdp ha dovuto lasciare il passo ad Andrea Gavazzeni. 2. Non ha mancato l’appuntamento con il successo in Ssp Domenico Carluccio, a cui è andato anche il titolo 2014 della Military. 3. Uno scorcio del campo di Rocca Massima, in provincia di Latina, che ha ospitato l’edizione 2014 del National Idpa.

2 tata a due soli bobber e a uno swinger; l’aggiunta di altri bobber, swinger, up & down avrebbe innalzato il livello di difficoltà, rendendo la gara più impegnativa e divertente, ma parimenti avrebbe richiesto un maggior tempo di ripristino, fattore che in un match dai tempi ristretti qual è un National, avrebbe inciso negativamente sul rispetto degli orari. Comprensibile e condivisibile, quindi, la scelta degli organizzatori sul limitato utilizzo di questi bersagli. Ingannevole e insidiosa l’aderenza offerta dal terreno in diversi stage, problema segnalato dagli so, ma che non ha evitato a diversi tiratori grossi dispiaceri con squalifiche conseguenti a cadute o scivoloni. Tra gli stage, da segnalare sia per il livello tecnico sia per quello scenografico, gli esercizi 1, 5, 10 e 12. Nel primo, probabilmente il migliore a livello scenografico, il tiratore partiva impugnando i manici di una carriola e, al segnale acustico, ingaggiava tre sagome in priorità tattica, recuperava il sacco contenete l’oro e procedendo lungo un ponte, ingaggiava con la sola mano forte e in movimento due ulteriori sagome per concludere l’esercizio, da copertura bassa dietro a un bidone sotto un tunnel, con l’ingaggio di tre sagome di cui una parzializzata da un no-shoot. Nello stage 5, al tiratore era richiesto l’ingaggio un bobber piuttosto veloce, per buona misura posto anche a una quindicina di 15 metri di distanza, per poi proseguire con due sagome in movimento, terminando con l’apertura di una porta da cui ingaggiare i restanti ostili, operazione delicata e molto tecnica con il concreto rischio di pericolosi incroci tra la volata dell’arma e la mano debole del tiratore e conseguente squalifica. Lo stage 10 non brillava, forse, per livello scenografico, ma eccelleva sul piano tecnico richiesto dalla sua esecuzione: dopo una partenza con sequenza ravvicinata da eseguire con sola mano forte, si doveva arretrare, liberarsi della valigetta impugnata con la mano debole e proseguire con ingaggi e brandeggi decisamente difficoltosi anche a causa del 12/2014 ARMI E TIRO

157

SPORT Idpa

LA VOCE DEI PROTAGONISTI Al termine della gara, abbiamo rivolto alcune domande ai neo campioni italiani 2014, Antonio Cochi (Esp), Domenico Carluccio (Ssp), Andrea Gavazzeni (Cdp) oltre che a Davide Cerrato vice campione Cdp. Quali sono le vostre impressioni sul match? Carluccio: «La gara mi è piaciuta molto, con un livello tecnico adeguato all’importanza dell’evento. Credo siano state affrontare tutte le possibili situazioni di tiro e saggiate tutte le capacità che un tiratore Idpa deve avere. Molto ben curato l’aspetto scenografico, con varie strutture costruite per l’occasione che indicano impegno non comune da parte dell’organizzazione. Hanno riscosso successo anche le barricate che riproducevano sfondi metropolitani, più piacevoli dei soliti, noiosi teli monocromatici. Pochi, invece, i congegni di movimento, con due soli bobber e uno swinger». Cochi: «La gara non poteva esser più bella, con le varie difficoltà di tiro, degna di un National, dai tiri lunghi da paratia al tiro da terra, dall’esecuzione in movimento con la sola mano forte al tiro da copertura bassa con la mano debole alle varie sagome a scomparsa; veloce e tecnica allo stesso tempo. Un cocktail ben miscelato, per mettere a dura prova le abilità dei tiratori nelle varie posizioni e situazioni del tiro difensivo». Gavazzeni: «La gara mi è parsa molto ben organizzata, curata nelle coreografie come un National americano e con un livello di tiratori in crescita. Sul piano tecnico relativo alla costruzione degli stage, avrei preferito poter effettuare qualche cambio in emergenza in più come nelle altre division, ma tutto non si può avere…». Cerrato: «Gara bella e divertente, abbastanza tecnica soprattutto per i diversi tiri a distanze medio-lunghe, in pratica quelli che hanno fatto la differenza, e finalmente tiri in movimento, una decina di bersagli alcuni anche a mano forte. Spettacolari gli scenari di alcuni esercizi, come per esempio, quello della miniera o quello dell’autobus oppure quello del cimitero». Alcuni tiratori si sono lamentati dell’arbitraggio e dei controlli su armi ed equipaggiamento… Carluccio: «Lo staff arbitrale mi è sembrato quasi tutto all’altezza della situazione e adeguatamente preparato. Purtroppo, qualche so ha perso di vista il compito di “ospite” dei tiratori nel proprio stage e si è lasciato andare ad atteggiamenti che hanno poi creato spiacevoli discussioni. Credo che il compito dell’arbitro sia innanzitutto quello di garantire la sicurezza e il divertimento di tutti. L’arma non è stata pesata e verificata, la prova crono è stata effettuata sulla base di un peso palla errato perché la bilancia non era perfettamente

funzionante e in caso di pf insufficiente il tiratore veniva convocato in area crono per ripetere la prova». Cochi: «Io facevo parte dello staff arbitrale e non sarebbe elegante commentare una domanda che mi vede parte in causa. Sicuramente, come in ogni cosa, ci sono margini per migliorare». Gavazzeni: «Nel complesso, la gara mi è sembrata ben arbitrata. Certamente, ci sono state alcune situazioni contestate, una delle quali, tra l’altro, mi ha visto protagonista, ma è stata risolta positivamente con l’intervento del md. In generale, il livello degli so mi è sembrato adeguato. Concordo con quanto detto dagli altri sui controlli armi, mentre per quanto riguarda le modalità della prova crono con un’arma diversa da quella del tiratore con eventuale verifica in caso di esito negativo, posso dire che è la stessa procedura utilizzata nei match negli Stati Uniti». Cerrato: «Purtroppo, non sono sempre d’accordo con i colleghi dello staff arbitrale, in particolare sulle procedure dei cover. Vorrei sapere come si fa a distribuire procedure a manetta su un cover in cui il bersaglio che si dovrebbe ingaggiare si vede da una finestra obliqua che a distanza di 3 metri copre tutta la parte bassa, lasciando scoperta soltanto la testa e il tiratore è coperto per più dell’80% di tutto il corpo. O, ancora, mi chiedo: il safety che vede un tiratore che si posiziona in modo non corretto prima dello start non dovrebbe correggerlo e farlo partire nella posizione giusta anziché dargli una procedura? Mi scuso per lo sfogo sui colleghi so, ma, purtroppo, io leggo e conosco il regolamento». Soddisfatti della vostra prestazione? Carluccio: «Sono molto soddisfatto, considerato che è la mia prima stagione in Idpa». Cochi: «Un risultato che mi ripaga dell’impegno e del tempo dedicati. Ora guardo alla prossima stagione con nuove sfide». Gavazzeni: «Mancavo da circa due anni da gare Idpa e quest’anno non ho preso parte a competizioni con la pistola. Per queste ragioni e per l’alto livello dei miei avversari, sono contento di avere centrato l’obiettivo della vittoria. Ringrazio gli organizzatori per avermi fatto gareggiare al National più bello al quale ho partecipato in Italia». Cerrato: «Nonostante il poco allenamento, sono abbastanza soddisfatto della mia prestazione. Ho sparato un po’ in difesa senza forzare al massimo, un piccolo problemino alle ginocchia mi impedisce di fare quello che vorrei e mi costringe a utilizzare un tutore sotto sforzo, ma questo non ha interferito sulla mia determinazione».

CHE COSA UTILIZZANO IN GARA Tiratore Arma Calibro Bossoli Polvere Dose polvere (grs) Tipo palla Peso palla (grs) Buffetteria Andrea Gavazzeni Adc Master elite 1911 .45 acp Fiocchi Vihtavuori N320 4,8 Target Lrn 230 Ghost Domenico Carluccio Cz 75 Sp-01 Sport 9x21 Misti Cheddite Granular grossa 3,7 Los ramata Fp 145 Ghost Davide Cerrato Tanfoglio Witness .45 acp Misti Cheddite Nd Palla in piombo 254 Ghost Antonio Cochi Adc Master elite 1911 9x21 Fiocchi Gm3 4,2 Dynamic bullet 125 Ghost

Per quanta attenzione ci si metta, l’errore è sempre in agguato. Nella foto, il so assegna la relativa procedura di penalità.

limitato spazio determinato dal corretto rispetto delle coperture. Un esercizio davvero tecnico, impegnativo e molto insidioso che ha fatto selezione tra i concorrenti. Non male anche lo stage 12 che riproduceva un cimitero con tanto di lapidi e pietra tombale; un esercizio progettato per esaltare velocità e precisione, che richiedeva l’ingaggio in priorità tattica delle sagome più vicine fino alle più lontane con l’aggiunta di piatti metallici che, una volta abbattuti (condizione obbligatoria anche da briefing), attivavano due sagome a comparsa.

CONTROLLI E ARBITRAGGI Gli aspetti meno “convincenti” dell’intero match hanno riguardato i controlli e alcuni atteggiamenti di parte della componente arbitrale. Per quanto riguarda i controlli, anche per questioni di tempo 158

ARMI E TIRO 12/2014

1 1. Di buon livello il National di Massimiliano Cutrignelli, che è riuscito a conquistare il nono posto assoluto della Ssp. 2. Stefano Rossi, quinto in Ssp Sharpshooter, impegnato nel tiro da terra allo stage 8. Qualche rimpianto per il toscano che ha mancato la promozione alla categoria superiore per poco più di due secondi. 3. Salvatore Russo affronta gli ostili nello stage 12: il tiratore doveva destreggiarsi tra lapidi, pietre tombali e insidie varie.

3 e di gestione del numero di tiratori, gli organizzatori hanno optato per una serie limitata di verifiche su armi e munizioni, scelta comprensibile visto il numero dei partecipati che, tuttavia, appare poco conforme al livello di una finale nazionale, soprattutto se si considera la totale assenza di verifiche sulle armi, che non sono state né verificate né tantomeno registrate su fogli giro o in altro modo,

prassi che annulla, di fatto, ogni possibile verifica sull’eventuale concorrente che decida, per esempio, di sostituire la propria arma durante il match per trarne illecito vantaggio. Interessante, invece, la novità (almeno per l’Italia) introdotta per il controllo del fattore delle munizioni: effettuare, mediante un’arma con caratteristiche “standard”, una prova cronografica preliminare del munizionamento e del relativo power factor e, nel caso di accertamento di un pf inferiore ai limiti previsti, si convoca il tiratore per ripetere la prova con la sua arma. Venendo all’arbitraggio, diverse sono state le rimostranze sull’operato o sull’atteggiamento tenuto da alcuni arbitri; oltre a ciò, parecchi tiratori provenienti dall’area Nord hanno ravvisato nei propri confronti l’applicazione di un metro di giudizio diverso rispetto ai tiratori di “casa” in caso di contestazioni, procedure o penalità comminate; non ultima la concessione generosa di qualche reshoot.

I VINCITORI

I CAMPIONI ITALIANI Cdp Assoluta: Gavazzeni Andrea. Master: Gavazzeni Andrea. Expert: Magotti Sergio. Sharpshooter: Mainardi Danilo. Marksman: Fanfarillo Silvio. Novice: Sersanti Luca. Esp Assoluta: Cochi Antonio. Master: Cochi Antonio. Expert: Failla Roberto. Sharpshooter: Borgesano Ferdinando. Marksman: Pennacchi Andrea. Novice: Pescuma Pasquale. Ssp Assoluta: Carluccio Domenico. Master: Carluccio Domenico. Expert: Abrugia Stefano. Sharpshooter: Angelini Matteo. Marksman: Livoni Ivan. Novice: Benucci Alessandro. Esr Assoluta: Tranquilli Valter. Master: Tranquilli Valter. Expert: Lipa Andrej. Marksman: D’Abramo Giovanni. Ssr Assoluta: Di Costanzo Antonio. Master: Di Costanzo Antonio. Expert: Tellaroli Patrick. Sharpshooter: Ercolani Gianluca. Marksman: Brencio Alessio.

2

High Senior: Trioli Paolo Master, 259,36 (22) High Distinguished senior: Manarolo Maurizio Sharpshooter, 369,34 (107) High Lady: Nardi Maria Laura Marksman, 384,82 (97) High Law enforcement: Abrugia Stefano - Expert, 258,87 (59) High Military: Carluccio Domenico - Master, 237,94 (55) High Industry: Luukkonen Antti Marksman, 407,22 (48) High Press: Messaggi Loris Expert, 270,35 (65) High International: Silbitzer Hans - Master, 271,05 (75) Most accurate: Trioli Paolo Master, 259,36 (22)

La Stock service pistol si è confermata division regina, richiamando ancora una volta il maggior numero di concorrenti e staccando tutte le altre con ben 122 tiratori. Nella classifica assoluta, vittoria e conferma per il triestino Domenico Carluccio, che ha concluso in grande spolvero la sua prima annata in Idpa, che gli ha fruttato grandi soddisfazioni; a completamento della sua prestazione, Carluccio ha conquistato anche il titolo riservato alla categoria Military e la prima posizione nella Master. In seconda posizione, Luca Fiamma ha confermato le sue doti di tiratore con una prestazione che gli è valsa anche il secondo posto tra i Master, mentre terzo è giunto il sorprendente Expert Stefano Abrugia, che ha centrato, oltre al gradino più basso del podio, la promozione sul campo tra i Master, sopravanzando, per poco più di mezzo secondo, Paolo Trioli, che comunque si è consolato con il primato tra i senior, unito alla palma di most accurate shooter della gara. Lontano dalla lotta per le prime posizione uno dei grandi favoriti della vigilia, Massimo Mari, autore di una prestazione in cui errori e problemi meccanici hanno influito sul risultato finale. 12/2014 ARMI E TIRO

159

SPORT Idpa

1 1. Graziano Bacciarelli affronta la parte centrale dello stage 1, cercando di portare in salvo la borsa con l’oro... 2. Terzo gradino del podio tra gli Expert della Ssp per Mirko Bessi, qui durante l’ingaggio degli ostili allo stage 6. Notare i due bossoli in volo e l’arma perfettamente riallineata per il terzo colpo diretto al box. 3. Ingaggio dello swinger dall’interno dell’autovettura, condizione iniziale dello stage 9.

3 In Esp (68 partecipanti), notevole la prestazione del tiratore di “casa” Antonio Cochi, che ha posto la sua firma sulla miglior prestazione del match, conquistando anche il gradino più alto del podio in Master con un distacco netto, oltre sedici secondi, su un tiratore del calibro di Gianpaolo Ca-

4. Non solo presidenti di club e organizzatori. Per il match director, Antonio Di Costanzo (a destra), primato in Ssr; per Sergio Magotti il gradino più alto del podio in Cdp Expert.

2 nova. Alle loro spalle praticamente il vuoto, con il terzo, Roberto Failla, primo Expert, attardato di quasi trenta secondi rispetto a Canova. Molto più serrato e spettacolare il confronto in Cdp (28 concorrenti): Andrea Gavazzeni, da tempo assente dalla scena Idpa, ha pensato bene di ritornare alla grande, conquistando il titolo al termine di un emozionante testa a testa con Davide Cerrato, conclusosi con un distacco tra i due di poco superiore al secondo. Da sottolineare anche la prova di Valerio Corradini, terzo classificato a completare il podio. Come ormai tristemente consueto, scarsa la partecipazione dei tiratori alle division riservate ai revolver, disaffezione non confinata alla sola realtà italiana, se è vero che anche negli Stati Uniti si ipotizza di riunificare le due division attuali in una sola, per cercare di incrementare il numero complessivo di partecipanti. Successo dello specialista Ipsc, Valter Tranquilli, in Enhanced service revolver, e di Antonio Di Costanzo in Stock service revolver.

L’IDPA CRESCE AL SUD Oltre al ruolo di match director del National, Antonio Di Costanzo ha lavorato a lungo per diffondere il movimento Idpa anche nelle regioni del centro e Sud Italia. Quali sono le tue impressioni a caldo? «Incredibile. Permettimi di utilizzare questo termine per definire l’Italian state match 2014. Un’intensa tre giorni di gara, il primo dei quali dedicato a tutti gli so, che ha visto la partecipazione di oltre 240 tiratori; compresa la presenza di numerosi ospiti internazionali provenienti da Austria, Romania,

4

160

ARMI E TIRO 12/2014

Finlandia, Lituania e Germania. Sono estremamente soddisfatto di come sono andate le cose». L’organizzazione di questo evento ha comportato impegno e sacrifici… «Un evento di tale importanza richiede organizzazione, collaborazione, passione e soprattutto tanto, tantissimo tempo da sottrarre ai propri impegni e alla famiglia. Lasciami dire che questo non sarebbe stato possibile senza il supporto dei club italiani di Idpa, degli so e del mio staff tecnico, di Filippo Frezza, presidente dell’Atts Rocca Massima, dei miei soci e amici, ma in primis di mia moglie Laura. Con loro abbiamo cercato di curare al meglio ogni dettaglio, dalle scenografie all’allestimento alle sistemazioni alberghiere alla premiazione finale». Per quanto concerne l’aspetto sportivo e arbitrale del match, cosa puoi dirci? «Anche su questi aspetti non posso che ritenermi soddisfatto. Non abbiamo avuto particolari contestazioni a eccezione del comprensibile malumore di quei tiratori incorsi in una squalifica secondo l’applicazione del regolamento,

rimostranze che, tuttavia, sono rimaste nei giusti binari del confronto e del rispetto reciproco. Vorrei anche sottolineare la grande sportività ed educazione dei tiratori stranieri, comportamenti da prendere come esempio da tutti noi. Lo svolgimento del match è stato fluido, senza “tappi” o grossi ritardi. Per quanto riguarda l’arbitraggio, pur prendendo atto delle voci sulla presunta difformità di trattamento che sarebbe stato riservato ai concorrenti di “casa”, mi sento di affermare che gli so hanno agito in modo imparziale e con professionalità, fedelmente al regolamento, cercando di favorire sempre tutti i tiratori e farli divertire nel rispetto della sicurezza». Puoi darci un quadro della situazione Idpa nella tua area? «Mi ero riproposto l’impegno di incrementare la presenza Idpa in Italia nel 2014. Al termine della stagione, e grazie anche alla collaborazione di tutti, con grande soddisfazione posso affermare che circa un anno fa Idpa era una realtà con molti club al Nord, mentre ora l’opera di proselitismo messa in atto ha portato alla nascita di 12 nuovi club».

BREVI SPORT LA SCUOLA ACTION DI LORENZONI La Lorenzoni shooting academy è nata da una idea del titolare dell’omonima Armeria di Rivoli (To), allo scopo di promuovere l’utilizzo sportivo delle armi nel Tiro action. Istruttore qualificato sarà Luca Muglialdo, agonista sportivo con un’anzianità di ben 15 anni e numerose affermazioni internazionali. «Lo scopo di questa mia iniziativa», afferma Muglialdo, «è insegnare alle persone a maneggiare in assoluta sicurezza un’arma e allenarsi per potersi divertire con ottimi risultati, ma sempre in maniera personalizzata in base alla disponibilità di tempo del corsista, al quale è anche garantita una continuità e un appoggio per ogni interrogativo e dubbio su ciò che riguarda le varie dinamiche di maneggio e di gara. Insomma, una educazione legittimata dal divertimento». I corsi si svolgeranno principalmente, ma non solo, presso il Campo di tiro Tori Nonaka in località Macello e di proprietà del Sottotiro. La scuola ha l’importante patrocinio di Tanfoglio e Fiocchi. Per informazioni: Armeria Lorenzoni, tel. 011.95.35.315, www.armerialorenzoni.it.

ATS VERONA COME L’ARABA FENICE L’Associazione tiratori scaligeri è tornata a nuova vita: nata nel 2000 da un gruppo di amici frequentatori del Tsn Verona e della gare organizzate da Unuci Verona, si era originariamente costituita come Advanced tactical shooting. Aveva raggiunto una buona presenza sul territorio con circa ottanta soci, diventando anche uno dei primi club italiani affiliati a Idpa. Le situazioni della vita hanno allontanato alcuni degli animatori dalla presenza associativa attiva, portando a una lenta flessione culminata con la diaspora del nucleo Idpa confluito in un nuovo club. Sulla spinta di una rinnovata passione mai sopita di Davide Brutto, e sul ritorno all’interno del club di tre astri nascenti dell’Ipsc (Francesco Perazzoli, Davide Indizio, Sebastiano Diamante), che hanno esplosto i primi colpi proprio nel club, è stato rinnovato il consiglio direttivo con l’inserimento anche dei presidenti dei Tsn di Caprino veronese e Verona. Nella stessa occasione è stata presentata la nuova maglia associativa con i loghi degli sponsor, il nuovo logo associativo, il nuovo sito (www.atsverona. it) e il programma di sviluppo sportivo centrato sull’Ipsc, sul Tiro rapido sportivo e sull’Idpa, nonché sulla presenza a gare militari in Italia I componenti del direttivo dell’Ats Verona. Da sinistra: Osvaldo Prando (consigliere), Flavio Fasol (vicepresidente), e all’estero. (M.F.) Davide Brutto (presidente), Davide Indizio (consigliere), Per informazioni: Sebastiano Diamante (consigliere), Francesco Perazzoli (consigliere), Giorgio Bistaffa (consigliere). www.atsverona.it.

LO ZOMBIE MATCH HALLOWEEN IDPA

Una delle suggestive scenografie dello zombie match Halloween Idpa.

Con un’inedita quattro giorni di gara, si è svolto presso il poligono “Tactical force” di Erba, il primo Zombie match Halloween Idpa. Agevolati dalle caratteristiche indoor della struttura, che consente di allestire scenari con condizioni di illuminazione che possono variare dalla luce piena, alla penombra per arrivare alla completa oscurità, gli organizzatori hanno allestito, con notevole impegno, quattro stage di grande impatto scenografico, in cui lapidi, bare, vampiri, pipistrelli e mostri vari dipinti sulle sagome, si alternavano nelle sequenze d’ingaggio richieste ai circa 60 concorrenti iscritti con modalità che richiedevano molte delle tecniche di tiro Idpa, non ultima quella con l’assistenza della torcia tattica. Abbondanti anche i bersagli ad azionamento meccanico, presenti in numero significativo a innalzare il coefficiente di difficoltà e divertimento del match. La classifica generale finale, ha visto il successo di Lorenzo Mischi, seguito da Paolo Trioli e da Pietro Molle. (L.M.)

12/2014 ARMI E TIRO

161

SPORT circuiti Armi e Tiro

CHIUSURA IN BELLEZZA La stagione 2014 (la quindicesima consecutiva) dei circuiti Armi e Tiro si è chiusa con una bella giornata passata nella redazione di Pero, alla presenza di organizzatori, cacciatori, tiratori e sponsor. Gettate le basi per il 2015: solo aggiustamenti nel Tiro cacciatori; il titolo a squadre del Cinghiale corrente assegnato con la finale; via i quattro rientri nella Lunga

16 1 162 62 62

AR ARM ARMI AR RMI MI E TTIRO M IRO IR IRO RO 1 12/ 12/2 12/2014 2/2 2//2 2 2/20 /20 014 01 14 14

L’ARMA DELL’ANNO Come ogni anno, la redazione di Armi e Tiro ha assegnato la targa per la carabina dell’anno. La scelta, che coinvolge le armi utilizzate in tutti e tre i circuiti (Tiro cacciatori, Cinghiale corrente, Lunga distanza), tiene conto di vari aspetti, da quelli più squisitamente sportivi legati alle prestazioni, senza tralasciare l’aspetto tecnico e la capacità di innovazione. Quest’anno, la scelta è caduta sulla Benelli Argo, semiautomatica sviluppata dall’azienda di Urbino per la caccia al cinghiale e ora arrivata all’ultimo sviluppo, la Endurance. La Argo, oltre a essere una delle semiautomatiche più utilizzate in assoluto tanto in campionato quanto nella finale, quest’anno nell’ultimo atto stagionale di Godega (Tv) ha fatto il pieno: nella Canna rigata, infatti, ha conquistato la medaglia d’oro oltre al terzo gradino del podio.

A ritirare la targa di Arma dell’anno era presente Paolo Guerini, dell’ufficio marketing della Benelli.

Testo di Giulio Orlandini, foto di Giulio Orlandini e Massimo Vallini

C

La sala convegni della Edisport editoriale, abituale punto d’incontro per la chiusura della stagione dei circuiti Armi e Tiro.

on l’annuale riunione ospitata nella sala convegni della Edisport editoriale, si è chiusa la quindicesima stagione dei circuiti Armi e Tiro, iniziativa della nostra redazione che ha fatto il suo esordio con il Tiro cacciatori nel 2000. Nel corso degli anni, la famiglia si è allargata e i circuiti sono diventati tre: nel 2014, i calendari hanno toccato quota 51 gare in giro per tutta Italia, con 27 gare di Tiro cacciatori; 17 di Cinghiale corrente; e 7 di Lunga distanza. E dalla riunione di novembre è uscita la concreta possibilità del rientro di una gara (Chieti) e dell’arrivo della terza gara valdostana. Nulla ancora di ufficiale perché il calendario è in fase di definizione, ma i circuiti Armi e Tiro si dimostrano vivi e ancora in grado di seminare interesse da Nord a Sud, da Est a Ovest. Anche in tante gare fuori dal circuito, le regole messe a punto nel corso degli anni sono diventate dei parametri. Nella stagione che si è conclusa da poche settimane qualche inceppamento c’è stato, ma non bisogna dimenticare il gran lavoro svolto dagli organizzatori e lo spirito costruttivo dimostrato in più di un’occasione da molti tiratori e cacciatori. Lo stesso spirito messo in campo in occasione della riunione che ha preceduto la consegna dei premi e nel corso della quale sono state affrontate con grande serenità le criticità sorte nelle gare di qualificazione. In qualche caso, per esempio, è stata registrata la negligenza di alcune organizzazioni nell’utilizzo dei bersagli ufficiali del Tiro cacciatori: per evitare che si ripetano certe situazioni, si dovrà attivare una più efficace collaborazione con gli organizzatori. Un altro degli aspetti affrontato nel corso dell’incontro ha riguardato gli appoggi messi a disposizione delle organizzazioni di gara a cacciatori e tiratori: nella stragrande maggioranza dei casi, gli stessi protagonisti del circuito hanno confermato di trovare materiale di buona qualità, mentre in qualche occasione sono nate frizioni tra le 12/2014 ARMI E TIRO

163

SPORT circuiti Armi e Tiro

1 parti, vale a dire tiratori e organizzatori. All’attenzione dell’assemblea è stata portata la proposta di ammettere appoggi commerciali “riconosciuti” (sul tipo di Caldwell e Smartreloader) che ogni tiratore poteva portarsi da casa. L’idea non è piaciuta e, quindi, si è deciso di meglio precisare nel regolamento, modificando in questo modo il punto 5: La posizione di tiro sarà libera (da seduti o da sdraiati), mentre la scelta del tipo degli appoggi (che devono essere anteriore e posteriore), sarà a discrezione dell’organizzazione di ogni singola gara. In ogni caso, non sono ammessi appoggi proposti dai tiratori. La modifica ha riguardato due aspetti: è stata eliminata la dicitura che il numero degli appoggi è a discrezione dell’organizzazione,

LA GARA DELL’ANNO Dopo la bolognese Borgo Tossignano (2012) e la frusinate Guarcino (2013), la gara dell’anno resta sull’Appennino: per la stagione 2014, la redazione di Armi e Tiro ha deciso di assegnare il riconoscimento alla gara di Varsi, sulle colline parmensi. Alla base della nostra scelta, l’ottimo lavoro svolto in questi anni: “aggregata” ai circuiti Armi e Tiro Cinghiale corrente e Tiro cacciatori quasi in sordina, in pochi anni ha saputo ritagliarsi un importante ruolo nelle gare in calendario, trasformando quello che poteva sembrare un punto debole, il primo week end agosto, in un punto di forza, scelta da molti come una delle ultime possibilità di agguantare punti in vista della finale. Gli organizzatori di Varsi, inoltre, sono riusciti a coinvolgere nel circuito anche il Tsn di Codogno (Lo) che nel 2014 è stata la gara d’apertura del Tiro cacciatori. Sempre nel 2014, la disponibilità degli organizzatori di Varsi ha permesso di recuperare la prima tappa del circuito Sako-Tikka. La redazione di Armi e Tiro ha assegnato il trofeo di Gara dell’anno a Varsi, appuntamento di inizio agosto sull’Appennino parmense. Da sinistra: gli organizzatori Alberto Vermi e Marco Magni; la segretaria di redazione, Federica Mazzoni e Giulio Orlandini.

164

ARMI E TIRO 12/2014

2

1. Il numero uno 2014 della Cacciatori. Giuseppe Luigi Mennucci (al centro) con Giulio Orlandini e la segretaria di redazione Federica Mazzoni, che gli consegna il mockup del combinato messo in palio dalla Sabatti. 2. Il campione 2014 della Sport del circuito Lunga distanza è Domenico Squaratti. Per lui, la targa Armi e Tiro consegnata da Federica Mazzoni e la carabina Howa consegnata da Michele Adinolfi, importatore italiano del marchio giapponese.

in quanto in qualche caso ne è stato messo a disposizione uno soltanto; il fatto che debbano essere anteriore e posteriore significa che devono essere almeno due. Un paio di chiarimenti e aggiornamenti, invece, sono stati apportati alle categorie Cacciatori e Open. Nel primo caso, su richiesta di alcuni cacciatori, è stato deciso di allargare la platea dei calibri non ammessi anche a 7x47, .30x47, .30 Ppc che, ovviamente, sono consentiti nella Open. Sempre in Open, si è lavorato per risolvere la questione astina che, come nella stagione 2013, ha creato qualche dissapore. Il punto 7 è stato così aggiornato: Sono ammessi sia il bedding sia l’accuratizzazione o la sostituzione dello scatto. L’asti-

1. I premiati della Open, presenti alla premiazione. Da destra: Cesare Damiani (quarto), con il buono per le munizioni Fiocchi; Matteo Dragoni (terzo), con l’ottica Redfield messa in palio dalla Paganini; il neo campione Mariliano Tescaro, con il mockup del Breda Xanthos e la targa Armi e Tiro; Fabio Vezzini agente della Paganini; Riccardo Cassin, product manager di Fiocchi munizioni. 2. Giulio Orlandini consegna la targa premio a Elisa Delucchi, campionessa 2014 del della categoria Libera.

1 2 na non deve essere più larga di 55 mm (con tolleranza massima di 2 mm) e la parte d’appoggio deve essere piatta o convessa. È vietato applicare o elaborare l’astina in qualsiasi altro modo, atto a creare ulteriori punti appoggio. L’obiettivo di questo intervento è quello di evitare una “sportivizzazione” troppo spinta delle carabine della Open, anticipando la spinta verso calciature esasperate, che hanno “casa” nella Libera. Nella Open, non saranno, dunque, ammesse astine sulle quali siano stati ricavati due punti di appoggio (base concava o soluzioni simili). Nel corso dell’incontro, non è stata evitata la “patata bollente” della finale di Godega (Tv), nel corso della quale alcuni, spiacevoli episodi hanno avve-

I NOSTRI SPONSOR

Sabatti s.p.a.

12/2014 ARMI E TIRO

165

SPORT circuiti Armi e Tiro

1

2

3 1. Cesare Damiani riceve da Riccardo Cassin il buono per le cartucce Fiocchi. 2. Matteo Dragoni (a destra), terzo classificato nella Open, premiato da Fabio Vezzini della Paganini e Riccardo Cassin. 3. Gianmattia Molina della Bcm (a destra) con la pressa per Loris Zendri, quarto nella Cacciatori.

4

5

4. Emanuele Bersani, terzo nella Libera, premiato con un’ottica Benthley messa in palio dalla Erredi trading e con cartucce Fiocchi. 5. Francesco Vanzella (al centro) ritira i premi destinati a Omar Montesel ed Elio D’Assiè, terzo e secondo nella Cacciatori. Al primo, un telemetro Swarovski messo in palio da Ermesport, al secondo un buono di 500 euro consegnato da Nicola Salvador dell’armeria Regina. 6. Peter Unterholzner di Bignami, consegna a Francesco Vanzella lo Zeiss per Elio D’Assié, secondo della Libera.

6 Il campione 2014 della Tactical Lunga distanza è Mariliano Tescaro. Giulio Orlandini gli consegna la targa di Armi e Tiro; Federica Mazzoni il mockup della carabina messa in palio dall’armeria Parini.

166

ARMI E TIRO 12/2014

7

7. Enrico Vanzella, quarto nella Libera, con le cartucce Fiocchi.

lenato il clima del sabato. Per cercare di arginare il ripetersi del “fenomeno” dei tiri incrociati (tutti d’accordo nel considerarlo un episodio isolato, legato a una situazione creatasi nel corso della stagione e difficilmente ripetibile), sono state valutate alcune opzioni: una, per esempio, prevedeva, per la sola finale, un tempo prestabilito per i colpi di prova, prima di passare ai colpi di gara, da sparare uno per volta, su comando del direttore di tiro, un po’ come avviene nel Tiro a segno; un’altra, invece, mirava a imporre un numero massimo di munizioni da sistemare a vista sul bancone. Alla fine, si è optato di provare nell’edizione 2015 a coinvolgere e a responsabilizzare tutti i finalisti: così, quando sulle linee ci saranno i tiratori di una delle tre categorie, quelli delle altre due dovranno essere disponibili a disporsi alle spalle di chi spara con il ruolo di “conta colpi”, come avveniva anni fa nei Tsn. Oltre a rendere più responsabili tutti, si punta anche all’effetto deterrenza su chi sparerà, sapendo di avere alle spalle un controllo.

LE SQUADRE DEL CINGHIALE CORRENTE La speciale classifica riservata alle squadre del Cinghiale corrente piace. Non è un caso che dal prossimo anno si assegnerà il titolo attraverso la finale; così come non è un caso che alcune squadre 2014 siano state formate con il preciso obiettivo di battere agguerriti avversari. Su tutte ha prevalso il gruppo del memorial Grementieri: agli specialisti che da alcuni anni mietono allori nel circuito Armi e Tiro, e che sono parte integrante dell’organizzazione della gara di Borgo Tossignano (Bo), quest’anno è stato aggiunto il padovano Carlo Mattiello, lui pure tra i migliori interpreti del Cinghiale corrente. Il risultato è stato una doppietta, con vittoria sia nella Canna liscia sia nella Canna rigata. Il risultato assume maggiore rilevanza se si valuta il livello tecnico delle squadre in campo: dagli specialisti toscani, “azzoppati”, però, da alcuni forfait, a un Nord-Ovest di alto livello, passando per la “scuola” degli orvietani, quest’anno un po’ sottotono, ma, ne siamo convinti, pronti a raccogliere il guanto di sfida per il 2015. Nel corso della premiazione dei bi-campioni del memorial Grementieri, da sottolineare il gesto d’affetto nei confronti di Nerio Righini, uomo di punta della squadra: assente per un problema di salute, è stato incoraggiato dai compagni di squadra con un simpatico cartello. Questo sì che è gioco di squadra...

LE CLASSIFICHE CANNA LISCIA MEMORIAL GREMENTIERI: Valter Cimatti 6; Carlo Mattiello 6; Nerio Righini 8; Italo Militerno (-). TOTALE: 20. NORD-OVEST: Silvio Granito 22; Gianpiero Vitali 22; Matteo Olivieri 25; Ignazio Rosa (33). TOTALE: 69. ORVIETO 2: Carlo Arcangeli 23; Antonio Paioli 24; Alberto Paioli 29; Tommaso Bartolini (-). TOTALE: 76. CANNA RIGATA MEMORIAL GREMENTIERI: Valter Cimatti 6; Carlo Mattiello 10; Nerio Righini 12; Italo Militerno (-). TOTALE: 28. NORD-OVEST: Matteo Olivieri 15; Gianpiero Vitali 19; Silvio Granito 20; Ignazio Rosa (47); TOTALE: 54. ORVIETO 1: Antonio Paioli 5; Carlo Arcangeli 17; Michele Pagliarello 27; Tiziano Zucca (-). TOTALE: 49.

IL CINGHIALE CORRENTE Sono due le novità più sostanziose introdotte nel Cinghiale corrente. La prima riguarda la speciale classifica riservata alle squadre: per stilare la graduatoria e assegnare il titolo, non saranno più utilizzati i punteggi ottenuti nelle gare di qualificazione, ma la finale, alla quale saranno ammessi, oltre ai venti finalisti della individuale, anche i componenti delle migliori cinque squadre che non dovessero aver conquistato il diritto a partecipare all’individuale. Resta immutato il numero dei car-

Super en plein per la squadra del memorial Grementieri che si è aggiudicata sia la classifica Canna liscia sia la Canna rigata. Da sinistra: Duilio Grementieri; Stefano Caporetti (deus ex machina della gara di Borgo Tossignano); Walter Cimatti e Carlo Mattiello. Il cartello rivolge un saluto al quarto membro, Nerio Righini, assente per un’indisposizione.

telli, che saranno sempre tre. Più delicato l’altro cambiamento con il quale, anche in questo caso, si cerca di prevenire: dalla stagione 2015, la redazione di Armi e Tiro, con la collaborazione di organizzatori e cacciatori, stilerà un elenco di carabine semiautomatiche ammesse nella categoria Canna rigata, per evitare il proliferare di armi sensibilmente più performanti delle classiche e poco legate alle tradizioni dell’attività venatoria. L’elenco, come già avviene per la Cacciatori, sarà “aperto”, nel senso che potrà es-

I NOSTRI SPONSOR

12/2014 ARMI E TIRO

167

SPORT circuiti Armi e Tiro

1 1. Fabio Berni di Radar 1957 (a sinistra) consegna i premi a Mauro Forlai, sesto nella Cacciatori.

sere aggiornato ogniqualvolta sul mercato italiano debutterà un modello ritenuto in linea con l’attività venatoria classica.

LA LUNGA DISTANZA Dei tre circuiti Armi e Tiro, quello dedicato alle Lunghe distanze sta vivendo un momento di stasi, molto più probabilmente anche di trasformazione: il venir meno delle gare con distanze come i mille metri (o mille yard) che da sempre accendono le fantasie degli appassionati di questo tipo di gara, così come l’affermarsi del Campionato italiano F-class ha tolto un po’ di appeal al nostro circuito. Anzi no! Perché no? Perché le classifiche di alcune gare che ospitano anche il nostro circuito testimoniano esattamente il contrario: è il caso della bergamasca Schilpario; oppure delle gare valdostane, che pur non facendo parte del nostro circuito Lunga distanza, da sempre organizzano classifiche a 500 metri, coinvolgendo decine di appassionati che nella piccola regione possono contare su una grande tradizione; molto simile anche la situazione in alcune gare venete. La risposta, quindi, è che non tutti ambiscono a disputare il super competitivo campionato F-class e che, anzi, sono tanti coloro che vogliono mettersi alla prova, anche “solo” a 500 metri, spesso con armi “normali”, da caccia, “tattiche” commerciali o sportive di serie. L’assemblea, con presenti o rappresentate quattro delle sette gare della stagione 2014, ha pensato di eliminare il limite dei quattro rientri da dichiarare al momento dell’iscrizione. I rientri massimi consentiti sono dieci e ai fini della classifica saranno sommati i due migliori risultati ottenuti nella singola gara. Restano le due categorie: la Sport e la Tactical, con quest’ultima che conferma la scelta fatta a 168

ARMI E TIRO 12/2014

2 2. Carlo Burlando (a sinistra), quinto nella Cacciatori, premiato da Peter Unterholzner della Bignami.

IL TROFEO SAKO-TIKKA In concomitanza con la premiazione dei circuiti Armi e Tiro, si è svolta anche la consegna dei premi messi in palio dalla Fabbrica d’armi Pietro Beretta per la prima edizione del trofeo SakoTikka, mini circuito di quattro gare del calendario Armi e Tiro Cacciatori e Lunga distanza. A tiratori e cacciatori è stata offerta la possibilità di provare alcuni prodotti di punta di aziende che fanno parte della holding Beretta: carabine Tikka e Sako, cannocchiali Burris e Steiner, oltre alle munizioni Sako. Sono stati davvero tanti coloro che si sono iscritti alle singole gare e alcuni di loro hanno seguito anche il circuito, andando a gareggiare anche nella lontana Campagna di Salerno. I circuiti Armi e Tiro, dunque, si sono confermati anche come valido canale di promozione da parte di aziende di armi, ottiche e munizioni. A farla da padroni sono stati cacciatori e tiratori piemontesi, dall’espertissimo Giovanni Taveggia al (quasi) esordiente Simone Borgesa: con Vittorio Taveggia e Marco Cenni si sono divisi il ricco montepremi messi in palio da Beretta.

LE CLASSIFICHE (E I PREMI) Cacciatori 1. Borgesa Simone (Tikka T3 Light) 2. Cenni Marco (Steiner Ranger Xtreme 8x42) 3. Taveggia Giovanni (Burris Four-X 3-12x56)

Tactical 1. Cenni Marco (Tikka T3 Varmint) 2. Taveggia Giovanni (Steiner Ranger Xtreme 8x42) 3. Taveggia Vittorio (Burris Fullfield 6,5-20x50)

Fausto Massolo della Fabbrica d’armi Pietro Beretta (secondo da destra) con i premiati del trofeo Sako-Tikka. Da sinistra: Simone Borgesa, vincitore della Cacciatori; Marco Cenni, che si è aggiudicato la Tactical; Giovanni Taveggia, terzo nella Cacciatori e secondo nella Tactical.

1

2 1. I cacciatori del Cinghiale corrente Canna liscia presenti alla premiazione. Da sinistra: Walter Cimatti (quarto), premiato con le cartucce B&P. Fabrizio Franco Rondisson (secondo), con il mockup del Franchi Affinity; Renato Linzi (terzo), con i buoni per le cartucce Rc; Paolo Guerini della Benelli, che sorregge l’immagine dell’Argo per il neo campione Marco Cleri (assente). 2. I protagonisti del Cinghiale corrente Canna rigata, presenti alla premiazione. Da destra: il neo campione Walter Cimatti, premiato con il semiauto della Fausti; Renato Linzi (secondo) con il pompa messo in palio dalla Bernardelli; Enzo Calamante (terzo) con i buoni Baschieri & Pellagri; Stefano Sgherri (quarto) con i buoni della Rc.

3 fine 2013 di essere riservate alle carabine “tattiche”, ma di serie, sul modello di quanto avviene nel gruppo 8 del Campionato Ex ordinanza a ordinanza a 300 metri dell’Uits. L’obiettivo è quello di creare una serie di gare entry level, in grado di raccogliere i tanti appassionati italiani delle lunghe distanze.

LE PREMIAZIONI

3. Stefano Sgherri (a sinistra), in rappresentanza di Kentron, consegna il premio a Claudio Longhi, terzo nella Tactical del circuito Lunga distanza. 4. Peter Unterholzner della Bignami consegna il premio 5.11 per Paolo Graziano (ritirato da Matteo Dragoni), secondo nella Tactical Lunga distanza.

Dopo la mattinata dedicata alle modifiche regolamentari e a un abbozzo di calendario 2015, la giornata è continuata con le premiazioni dei mi-

I NOSTRI SPONSOR

4 gliori cacciatori e tiratori della stagione 2014 dei tre circuiti Armi e Tiro. Anche quest’anno, lo sforzo compiuto dalle aziende sponsor, alcune ormai storiche, altre new entry, attirate da questo genere di gare, è stato rilevante: dieci armi lunghe, tra fucili a canna liscia e carabine a canna rigata; più di cinque mila cartucce, una decina di ottiche, tanti accessori per un montepremi che ha superato i venti mila euro. Niente male se si considera il periodo non certamente facile: ma i circuiti Armi e Tiro si sono da tempo ricavati stima e considerazione di produttori e importatori. Un grande ringraziamento alle aziende che anche quest’anno hanno supportato i circuiti, così come un grande ringraziamento va agli organizzatori, vecchi e nuovi, che dedicano tempo ed energie per creare eventi sempre più accoglienti. Per ultimi, ma non ultimi, i cacciatori e i tiratori, vero motore dei circuiti, disposti a sobbarcarsi migliaia di chilometri per prendere parte alle gare, per sfidare vecchi e nuovi amici: la foto più bella delle gare Armi e Tiro è proprio l’amicizia che, anno dopo anno, si crea sulle linee di tiro. Amicizia e rispetto di gran lunga più forti dei piccoli screzi che, di tanto in tanto, provano a minare una realtà che dopo 15 anni ha piantato solide radici. 12/2014 ARMI E TIRO

169

SPORT tiro a segno

LA SOLITA COPPIA Nella finale di Coppa del mondo in Azerbaigian, Petra Zublasing e Niccolò Campriani conquistano due secondi posti. Il russo Leonid Ekimov si aggiudica la coppa nel Rapid fire e strappa il record di finale a Riccardo Mazzetti. Dall’arma corta alcune sorprese, con le vittorie degli outsider Sergey Chervyakovskiy e Alejandra Zavala nell’aria compressa e di Monika Karsch a 25 metri Testo di Claudio Zuffada, foto Issf

A

Gabala, in Azerbaigian, la International shooting sport federation, in collaborazione con la locale federazione, ha organizzato l’edizione 2014 della finale di Coppa del mondo in tutte le 15 specialità olimpiche del Tiro a segno e del Tiro a volo. La manifestazione ha interessato 154 atleti in rappresentanza di 39 Paesi, ammessi secondo il regolamento vigente: i migliori otto di ogni specialità, in base ai risultati ottenuti durante la fase di qualificazione, ai quali vanni aggiunti i vincitori della passata edizione e i tiratori saliti sul podio negli ultimi campionati del mondo di Granada, con il vincolo di un massimo di due atleti per Paese. L’Italia del Tiro a segno era presente con Niccolò Campriani (fiamme gialle) e Petra Zublasing (carabinieri), qualificatisi entrambi nelle rispettive specialità della carabina tre posizioni e ad aria compressa; Sabrina Sena (forestale), pure lei nelle tre posizioni; Andrea Amore (fiamme oro), nella Pistola a 10 metri; e Riccardo Mazzetti (esercito) nella Pistola automatica. La prima della squadra azzurra a scendere sulle linee di tiro dell’impianto caucasico è stata Petra

2

170

ARMI E TIRO 12/2014

1 1. A Gabala, la specialità che ha dato più soddisfazione a Niccolò Campriani è stata la carabina ad aria compressa. In finale, ha sofferto meno del solito le nuove regole e ha lasciato spazio al solo Nazar Louginets. 2. L’ultimo colpo di finale della Zublasing, un malaugurato 8,5, ha dirottato la coppa verso la croata Pejcic per tre decimi di punto. Un vero peccato, ma l’altoatesina si è confermata ai vertici mondiali della carabina sportiva.

Zublasing nella gara di C10, specialità in cui l’altoatesina poteva vantare il fresco titolo 2014di campionessa del mondo conquistato a Granada. Petra ha terminato la fase di qualificazione sui 40 colpi al quinto posto, con il punteggio di 417,7 punti, 398/400 se si considera il vecchio regolamento. In otto decimi, si sono raggruppate cinque tiratrici, alle spalle della quarantatreenne tedesca Sonja Pfeilshifter, al primo posto provvisorio con 419,6 punti, realizzando, sempre con il vecchio regolamento, l’ennesimo 400/400 della sua super carriera. In finale, l’azzurra ha lasciato, da subito, troppi decimi alle avversarie e la sua gara si è conclusa con il quinto posto finale. Anche la Pfeilshifter non ha saputo replicare la performance ottenuta in qualificazione e ha terminato la sua gara addirittura alle spalle di Zublasing. Chi, invece, ha cambiato marcia rispetto alla qualificazione, è stata la cinese Siling Yi che, dopo un’unica incertezza iniziale, non ha più abbandonato il “10” e, alla fine, per tre decimi di punto, ha avuto la meglio sulla serba Andrea Arsovic. A completare il successo cinese, sull’ultimo gradino del podio è salita Liuxi Wu. Poco più tardi, dopo la gara delle donne, è stata la volta degli uomini a sfidarsi nella stessa specia-

1 1. Dopo una qualificazione non brillantissima, Siling Yi ha cambiato marcia in finale, dando vita con la serba Andrea Arsanovic a un’emozionante finale di C10. Alla fine, la cinese si è imposta per tre decimi. 2. Successo più che meritato per Sergey Kamenskiy nelle tre posizioni. Il russo si è dimostrato tra i migliori sia nei centoventi colpi di qualificazione sia in finale, nella quale ha tenuto a debita distanza il tedesco Daniel Brodmeier.

2 lità a 10 metri. Anche Niccolò Campriani, come la Zublasing, ha terminato la qualificazione al quinto posto, staccato dalla testa della graduatoria, comandata dal diciottenne Haoran Yang, di poco di più di due punti. Inaspettatamente, in finale, l’enfant prodige cinese si è fatto eliminare prematuramente, terminando la sua prova al quarto posto, mentre Campriani, in questa occasione, ha sofferto meno di altre volte la rapida successione dei colpi di gara, fissata dal nuovo regolamento, ed è riuscito a mettersi alle spalle l’altro blasonato cinese, Qinan Zhu. Il fiorentino, però, nulla ha potuto contro uno scatenato Nazar Louginets che, a completamento di una stagione da incorniciare con due vittorie in coppa del mondo e l’argento di Granada, è andata a vincere la sua prima coppa di cristallo con più di tre punti di vantaggio sull’azzurro.

3. Nelle tre posizioni, Snjezana Pejcic ha avuto il merito di crederci fino alla fine. Prima dopo i sessanta colpi di qualificazione, in finale la croata ha tenuto il passo di Petra Zublasing, approfittando del passo falso dell’azzurra all’ultimo colpo.

terra, ha guadagnato con i primi colpi in piedi la testa della gara. A una distanza di circa due punti, l’azzurra era seguita dalla croata Snjezana Pejcic e dalla cinese Jing Chang. Quando il proseguo di gara sembrava proiettare l’azzurra verso una vittoria certa, proprio all’ultimo colpo Petra è incappata in un brutto 8,5, mentre la Pejcic ha realizzato un 10,2. Così, per tre decimi di punto, la coppa di cristallo è stata alzata al cielo dalla croata, mentre il bronzo è finito al collo della Chang, dopo ben tre colpi di spareggio con Pejcic. La specialità delle tre posizioni ha visto al via anche Sabrina Sena, grazie alla qualificazione maturata con la vittoria nella tappa di Monaco. La pugliese, con 577/600, si è classificata all’undicesimo posto. Epilogo con pronostico rispettato quasi in toto nella Carabina libera tre posizioni, se si raffrontano i risultati dopo i centoventi colpi iniziali. La graduatoria provvisoria era guidata dal norvegese Ole Kristian Bryhn con il punteggio di 1.182/1.200, davanti al russo Sergey Kamenskiy e a Campriani, entrambi autori di 1.180 punti. In finale, Bryhn si è portato avanti, dopo le frazioni in ginocchio e a terra, di circa un punto rispetto ai più immediati avversari, ma poi nella posizione in piedi non è riuscito a conservare il vantaggio, perdendo l’opportunità di lottare per la coppa di specialità. Coppa che è finita nelle mani del ventisettenne Kamenskiy, bravo a resistere al ritorno del tedesco Daniel Brodmeier durante gli ultimi colpi tirati in piedi. Chi non è riuscito a confermarsi tra i migliori, è stato, purtroppo, Campriani, il quale dopo l’ottimo score ottenuto in qualificazione, in finale si è trovato subito in difficoltà, accumulando un sensibile ritardo in ginocchio che, poi, non è riuscito ad annullare nella frazione a terra e nella

3

RISCATTO (CON BEFFA) PER PETRA Nella Carabina sportiva 3 posizioni, la Zublasing era chiamata a difendere il titolo conquistato nella finale della passata stagione a Monaco di Baviera. In qualificazione, Petra si è limitata, con il suo quinto posto, ad assicurarsi il passaggio in finale in cui, dopo le posizioni in ginocchio e a 12/2014 ARMI E TIRO

171

SPORT tiro a segno

LE CLASSIFICHE Cl3p: 1. Kamenskiy Sergey (Rus) 459,3 (1.180); 2. Brodmeier Daniel (Ger) 458,6 (1.170); 3. Bryhn Ole Kristian (Norvegia) 446,7 (1.182); 8. Campriani Niccolò (Italia) 402,7. Clt: 1. Brodmeier Daniel (Ger) 210,5 (625,0); 2. Zhao Shengbo (Chn) 208,5 (630,3); 3. Junghaenel Henri (Ger) 187,9 (627,8). C10: 1. Louginets Nazar (Russia) 209,0 (627,2); 2. Campriani Niccolò (Italia) 205,8 (627,2); 3. Zhu Qinan (Chn) 184,2 (627,4). Pl: 1. Wang Zhiwei (Chn) 195,8 (556); 2. Matsuda Tomoyuki (Gia) 194,8 (554); 3. Pang Wei (Chn) 170,1 (556). Pa: 1. Ekimov Leonid (Rus) 35 hits efwr (583); 2. Klimov Alexei (Rus) 31 hits (586); 3. Li Yuehong (Cina) 26 hits (583); 10. Mazzetti Riccardo (Italia) 576. P10: 1. Chervyakovskiy Sergey (Russia) 200,4 (573); 2. Carrera Pablo (Spagna) 199,9 (575); 3. Pang Wei (Cina) 177,4 (582); 11. Amore Andrea (Italia) 563. Cs3p: 1. Pejcic Snjezana (Cro) 460,2 (589); 2. Zublasing Petra (Italia) 459,9 (586); 3. Chang Jin (Chn) 450,0 (586); 11. Sena Sabrina (Ita) 577. C10: 1. Yi Siling (Chn) 207,7 (417,4); 2. Arsovic Andrea (Ser) 207,4 (418,0); 3. Wu Liuxi (Chn) 185,6 (418,0); 5. Zublasing Petra (Ita) 417,7. Ps: 1. Karsch Monika (Ger) 7 hits (575); 2. Otryad Gundegmaa (Mon) 3 (583); 3. Zhang Jingjing (Chn) 8 hits (578). P10: 1. Zavala Alejandra (Mex) 201,5 (378); 2. Bres Klaudia (Pol) 200,6 (379); 3. Goberville Celine (Fra) 176,2 (383).

1 prima serie in piedi. Alla fine, l’azzurro ha dovuto lasciare per primo la finale, terminando la sua prova in ottava posizione. Questa stagione rimarrà particolare anche per la trentunenne Monika Karsch che, dopo il suo primo successo in coppa, ottenuto nella tappa di Maribor (Slovenia), ha messo in bacheca anche il trofeo di cristallo nella specialità della Pistola sportiva. Si può affermare che, nella circostanza, una mano alla tedesca l’abbia data anche l’attuale regolamento Issf che, all’inizio di finale, azzera i punteggi ottenuti in qualificazione. Dopo i sessanta colpi preliminari, infatti, Karsch aveva ben dieci punti di distacco dalla provvisoria prima posizione, guadagnata dalla georgiana Nino Salukvadze, un gap che ben difficilmente avrebbe potuto essere annullato con le regole precedenti. Stavolta,

1. Dopo una qualificazione in cui ha ottenuto il passaggio in finale per il rotto della cuffia, la trentaduenne tedesca Monika Karsch è cresciuta gradualmente, guadagnandosi l’opportunità di giocarsi il primo gradino del podio con la mongola Otryad Gundegmaa. 2. L’eclettismo di Leonid Ekimov gli permette di spaziare in modo competitivo dal tiro mirato al rapido. A Gabala, il russo si è imposto nel rapid fire, eguagliando anche il primato mondiale di finale di Riccardo Mazzetti.

2

172

ARMI E TIRO 12/2014

invece, la Karsch, dopo essersi guadagnata in semifinale la possibilità di giocarsi il titolo con Otryad Gundegmaa, ha battuto la vice campionessa olimpica di Pechino 2008, inanellando 7 “centri” contri i 3 della mongola. La finale di Gabala non si è rilevata particolarmente fortunata per una leggenda del tiro come la Salukvadze che ha dovuto lasciare il bronzo alla fresca campionessa del mondo, la cinese Zhang Jingjing.

MAZZETTI PERDE IL PRIMATO La specialità della Pistola automatica, il rapid fire internazionale, ha prodotto il risultato tecnico più interessante dell’intera manifestazione. Ne è stato protagonista l’eclettico russo Leonid Ekimov che, in finale, con i suoi 35 “centri” ha eguagliato il primato mondiale stabilito nel giugno scorso a Pechino dall’azzurro Riccardo Mazzetti. Presente anche a Gabala, il rappresentante dell’esercito non è riuscito a entrare nel gruppo dei migliori sei che, poi, si sarebbero giocati la finale, terminando al decimo posto con 576 punti. Ekimov ha avuto la meglio sul connazionale Alexei Klimov e sul cinese Li Yuehong. Anche in Pistola libera si è visto una conclusione completamente differente rispetto alla situazione che si era venuta a delineare nelle fase di qualificazione. Lo spagnolo Pablo Carrera, capofila dopo i sessanta colpi iniziali, ha pagato un inizio di finale sottotono con la conseguenza di essere tra i primi a dover lasciare la competizione. Completamente all’opposto la situazione che si è delineata, invece, per i cinesi Zhiwei Wang, Wei Pang e il giapponese Tomoyuki Matsuda che, approdati in finale con gli ultimi tre posti disponibili, si sono giocati le medaglie con Wang. Al termine, grazie a una brillante prima parte di finale, per un punto esatto Wang ha avuto la meglio sul nipponico, mentre il suo compagno di squadra ha conquistato il terzo gradino del podio. Un’altra sorpresa si è registrata nella P10: in questa caso, è toccato alla messicana Alejandra Zavala l’onore di alzare al cielo la coppa di cristallo. La trentenne di Guadalajara che, comunque, pro-

prio sconosciuta non era, visto che poteva già vantare un oro e un argento in coppa prima di Gabala, qualificatasi per la finale con l’ultimo posto disponibile, è riuscita a infilare una seconda parte di finale davvero buona, colpendo il 10 undici volte su quattordici e mettendo insieme 201,5 punti. Questa prestazione le ha permesso di imporsi sulle dirette avversarie, in primis sulla ventenne polacca Klaudia Bres per nove decimi di punto e sulla francese Celine Goberville che, a sua volta, aveva relegato fuori dal podio Ekaterina Korshunova, la russa che guidava la graduatoria provvisoria dopo la qualificazione. Anche la P10 uomini ha incoronato uno degli atleti che, alla vigilia, era considerato un outsider il ventottenne russo Sergey Chervyakovskiy che ha avuto la meglio per cinque decimi di punto sullo spagnolo Carrera, mentre il bronzo è andato al cinese Wei Pang. Anche in questo caso, il nuovo regolamento ha scompaginato la fase di finale, ribaltando completamente la graduatoria, visto che Carrera e Chervyakovskiy avevano terminato i quaranta colpi, rispettivamente, al settimo e all’ottavo posto. L’azzurro Andrea Amore, che si era guadagnato la trasferta in Azerbaigian come defender 2013 di specialità, grazie al successo ottenuto a Monaco nella passata stagione, non è riuscito a passare la fase di qualificazione, terminando all’undicesimo posto con 563/600. Daniel Brodmeier, dopo il secondo posto nelle tre posizioni, ha confermato il suo ottimo stato di forma, conquistando il gradino più alto del podio nella carabina a terra. Il ventisettenne tedesco, dopo l’incertezza di un 9,8 nel primo colpo di finale, ha inanellato una serie ininterrotta di colpi quotati dal 10,3 in su, una prestazione che gli ha

1 1. Non era il più titolato, ma a Gabala, Sergey Chervyakovskiy non si è lasciato sfuggire l’occasione per arricchire il suo curriculum. Il russo ha gestito al meglio la fase finale, aggiudicandosi la coppa. 2. La finale di P10 ha messo in luce la grande personalità di Alejandra Zavala. La messicana, grazie a una notevole seconda parte, ha respinto l’assalto di un’emergente Klaudia Bres, campionessa juniores di specialità nel 2013. 3. Il 2014 è stata una stagione da incorniciare per Daniel Brodmeier. Il ventisettenne tedesco dopo il secondo posto nelle tre posizioni, si è imposto nella carabina a terra in modo netto sul cinese Shengbo Zhao.

2 permesso di avere la meglio sul cinese Shengbo Zhao e sul connazionale Henri Junghaenel classificatisi nell’ordine.

IL CHAMPIONS TROPHY

3

Grazie al trofeo Champions trophy che, tradizionalmente, chiude la finale di Coppa del mondo, il nostro Campriani è tornato dall’Azerbaigian, un po’ più ricco. Il match esibizione sponsorizzato dalla Sius Ascor e riservato solamente ai tiratori che hanno conquistato un posto sul podio durante l’atto finale del circuito di coppa del mondo, garantiva ai vincitori un premio di cinquemila euro. Gli atleti si sono confrontati senza distinzione di sesso, nelle specialità di carabina e pistola a 10 metri. La procedura di gara prevede una formula per la quale, di volta in volta, viene eliminato il tiratore con il punteggio più basso, fino a qualificare per la finalissima due tiratori per specialità. A questo punto, il punteggio viene azzerato e si decide il tutto in tre colpi. Campriani si è intascato l’assegno messo in palio dallo sponsor, conquistando il trofeo di carabina a scapito della cinese Siling Yi, mentre il compagno di squadra della cinese, Pang Wei, si è imposto nell’arma corta sul russo Leonid Ekimov. 12/2014 ARMI E TIRO

173

SPORT tiro a volo

IMPARARE L’ARTE Al Trap Concaverde di Lonato, un altro successo per Giovani e campioni, l’iniziativa promossa da Beretta e patrocinata dalla Fitav che ha permesso a 70 tra ragazzi e ragazze del settore giovanile di partecipare al clinic con una trentina di campionissimi Di Massimiliano Naldoni

S

inergia è termine fin troppo abusato per descrivere percorsi che, in realtà, spesso sono soltanto paralleli. Nel caso di #GiovanieCampioni, manifestazione promossa dalla Fabbrica d’armi Pietro Beretta e patrocinata dalla Federazione italiana Tiro a volo, il termine calza, invece, perfettamente. Perché quello che è stato proposto un anno fa con il lancio di un’iniziativa inedita e innovativa come #GiovanieCampioni, e quello che si è ripetuto anche quest’anno, sulle pedane del Concaverde, con l’edizione 2014 della stessa iniziativa, rappresenta un’energica e generosa stretta di mano tra la federazione di viale Tiziano e la più antica e prestigiosa firma del settore industriale armiero al mondo. Non ci sono probabilmente gesti più sinergici di una stretta di mano, perché simbolicamente quel gesto descrive un’autentica comunione di intenti e, in questo caso, la precisa volontà di compartecipare al futuro del Tiro a volo italiano. Inaugurata da una conviviale organizzata dal Panathlon club di Brescia nella sede Beretta a Gardone Val Trompia (Bs), alla presenza del presidente Ugo Gussalli Beretta; del presidente Fitav, Luciano Rossi; dell’assessore allo Sport della regione Lombardia, Antonio Rossi; del presidente del Coni della Lombardia, PiPerluigi Marzorati; e di un pool di super campioni azzurri del Tiro a volo (Chiara Cainero, Jessica Rossi, Giovanni Pellielo e Andrea Benelli), l’edizione 2014 di #GiovanieCampioni ha riunito sulle pedane del Concaverde di Lonato (Bs) una trentina di big della scuderia Beretta che hanno messo la loro esperienza e il loro talento a disposizione di settanta tra ragazzi e ragazze under 20 del tiravolismo italiano. Luciano Rossi ha sottolineato che «anche quest’anno #GiovanieCampioni ha costituito un’opportunità importante per tutti i ragazzi e le ragazze del settore giovanile che vi hanno preso parte, perché

174

ARMI E TIRO 12/2014

Foto di gruppo per i giovani, i campioni e i dirigenti di Beretta e di Fitav che hanno preso parte all’edizione 2014 di #GiovanieCampioni, sulle pedane del Trap Concaverde di Lonato (Bs).

si tratta di un’iniziativa che oltre a fornire nozioni tecniche dalla viva voce dei massimi esperti delle discipline olimpiche, consolida la passione per lo sport del tiro e alimenta quel sogno olimpico che tutti i giovani atleti devono avere l’opportunità di accarezzare. Anche perché quel sogno olimpico è, prima di tutto, un ideale che ciascun atleta deve perseguire in quanto sportivo, ma che deve sempre trovare analoga applicazione nel quotidiano». Senza mezzi termini dispensa elogi ai ragazzi e alle ragazze della Fossa olimpica un fuoriclasse del calibro di Giovanni Pellielo: «Alcuni ragazzi li avevo già visti in occasione dell’edizione 2013, altri li ho visti per la prima volta. Devo dire che sono tutti ragazzi talentuosi. Magari, alle volte, si comprende che occorre qualche intervento a livello di impostazione e di tecnica, ma dal punto di vista generale si vede che sono seguiti da ottimi maestri. I giovanissimi del gruppo che ho potuto esaminare hanno la tendenza a indietreggiare durante l’azione di tiro perché fanno comprensibilmente fatica a sorreggere il fucile e, quindi, tendono ad alzare la fucilata. Però, quello che è significativo e incoraggiante è che ho constatato più o meno in tutti un approccio nei confronti del bersaglio che è molto naturale e stilisticamente anche molto bello da vedere».

L’ENTUSIASMO DEGLI ALLIEVI Entusiastica anche la risposta di molti dei giovani a cui è indirizzato il clinic di Lonato. «Come già lo scorso anno», spiega Cecilia Gallareto, «anche in questa edizione ho imparato molto. Essere seguiti da

1 grandi talenti come Jessica Rossi e Johnny Pellielo rappresenta una grande occasione per crescere tecnicamente e agonisticamente. L’estate scorsa ho partecipato ai Fitav summer camp a Todi: in quel caso si è trattato di un clinic di un paio di settimane in cui si potevano affrontare con cura tutti i problemi. Quella di Lonato è un’iniziativa concentrata in poche ore, ma, forse, proprio per quello è sempre un’esperienza bellissima». Anche Lorenzo Ferrari ha partecipato alle due iniziative Fitav del 2014 e il giudizio del quattordicenne bresciano è analogo a quello della sua collega: «Ho iniziato a sparare con mio padre Renato e, quindi, sia i Fitav summer camp sia #GiovanieCampioni hanno rappresentato il passaggio a un contatto meno familiare e più tecnico con la pratica del Tiro a volo. In certi casi, i campioni che ho incontrato a Lonato mi hanno indicato correzioni, in altri mi hanno confermato che sono sulla strada giusta. Con questi grandissimi campioni si impara soprattutto che in pedana non si finirà mai di imparare». Molto soddisfatto anche Luigi Agostino Lodde sul versante dello Skeet. «Questi ragazzi hanno necessità di sparare tanto per perfezionare la loro tecnica, però vedo in loro una gran voglia di fare, che è, del resto, a dispetto di qualche cliché, un pregio tipico di tutti noi italiani. Mi diverto sempre molto quando ci sono giovani tiratori e il premio vero di iniziative come #GiovanieCampioni per noi è proprio la gratitudine che ci riservano questi giovani atleti. Beretta e Fitav hanno ideato una manifestazione bella e importante: mi piace pensare che il futuro del nostro sport consista più in questo genere di attività e di iniziative, che non piuttosto nelle difficoltà che incontriamo quotidianamente tra piattelli ed eventuali errori in pedana». Concorda con Lodde anche Edoardo Aloi, golden boy dello Skeet “made in Lazio” che ha preso parte al clinic di Lonato: «Quando mi dedicai allo Skeet, sapevo di aver scelto una disciplina molto tecnica che avrebbe richiesto tanto allenamento. E quello è appunto il lavoro che si esegue quotidianamente con il proprio istruttore. Un’esperienza come #Giova-

2

3 1. Giovanni Pellielo, monumento del Tiro a volo italiano e mondiale. 2. La fuoriclasse e campionessa olimpica di Trap a Londra 2012, Jessica Rossi. 3. I consigli di Ennio Falco, fuoriclasse dello Skeet.

nieCampioni permette in un colpo solo di dare una spinta verso l’alto al tuo modo di sparare. E in più, sai per certo che suggerimenti che provengono da un Ennio Falco o da un Gigi Lodde sono frutto dell’esperienza di lunghi anni di lavoro e in qualunque momento della tua carriera possono continuare a rappresentare un appiglio importante».

E C’ERA ANCHE IL DJ Ma #GiovanieCampioni 2014 non è stato, per così dire, soltanto giovani e neppure soltanto campioni. Come iniziativa collaterale, Beretta ha inaugurato una partnership con il marchio Mini e con Bonera group, concessionaria ufficiale per l’area bresciana del marchio britannico. Questa partnership ha assicurato una sorta di significativo restyling all’immagine generale della manifestazione mediante una “fun area” vitalizzata da un dj set che ha attribuito una frizzante sferzata “giovanile” al clinic, ma ha anche permesso a una ventina di clienti under 30 di Bonera group di sperimentare il battesimo del Tiro a volo, con maestri d’eccezione come Chiara Cainero e Claudio Franzoni. 12/2014 ARMI E TIRO

175

SPORT tiro a volo 1

2 3

1. I suggerimenti di Marco Innocenti. 2. Chiara Cainero segue con attenzione una giovane allieva. 3. I consigli di Luigi Agostino Lodde. 4. Il campionissimo Giovanni Pellielo posa al termine della manifestazione con lo staff Beretta: Roberto Zarrillo (primo da destra), Carlo Ferlito e Luisa Achino.

4 «Come azienda», ha dichiarato al termine della manifestazione Carlo Ferlito, direttore generale della Beretta, «siamo onorati di questa collaborazione con Fitav e siamo molto stimolati dal fatto che la stessa federazione apprezzi l’iniziativa. È bello vedere che la federazione sposa in pieno queste iniziative ed è altrettanto gratificante vedere che intende farle crescere ulteriormente. Peraltro, vedere anche ragazzi e ragazze che arrivano in gran nu-

CHI C’ERA... I giovani… Fossa olimpica: Alberto Belluzzo, Andrea Boeri, Emanuele Buccolieri, Lorenzo Buratta, Gianluca Coati, Simone D’Ambrosio, Federico Baratelli, Davide Barbieri, Fabio Beccari, Leonardo Benassi, Barbara Casello, Alessandro D’Alfonso, Daniele Flammini, Alessio Franquillo, Matteo Marongiu, Luca Miotto, Michele Nicoletti, Andrea Patarello, Diego Valeri, Rachele Amighetti, Alessia Iezzi, Michaela Borgia, Maria Lucia Palmitessa, Mara Pisanello, Antonia Ricciardi, Greta Ragazzini, Andrea Malara, Giulio Nelli, Lorenzo Oddo, Carolina Paganin, Gaia Ragazzini, Filippo Vidoni, Ceclia Gallareto, Diana Ghilarducci, Giulia Grassia, Francesco Incisa Della Rocca, Lorenzo Ferrari, Riccardo Lolli, Lorenzo D’Alfonso, Alessandro De Grandi, Alberto Facci, Elisa Forno, Luca Forno, Nicola Leali. Skeet: Edoardo Aloi,

176

ARMI E TIRO 12/2014

Christian Benet, Matteo Chiti, Cristian Ciccotti, Leonbruno Cavaliere, Valerio Meschini, Andrea Candiago, Matteo Cusigh, Manuel Marelli, Alessio Saincich, Valerio Palmucci, Lorenzo Ranieri, Elia Scdruccioli, Francesca Del Prete, Gloria Mantuano, Giorgia Mercolini. Double Trap: Eraldo Apolloni, Riccardo De Gasperi, Nicolò Liceti, Pietro Martinelli, Florin Narcis Ursachi. … e i campioni Diana Bacosi, Antonino Barillà, Chiara Cainero, Federica Caporuscio, Tammaro Cassandro, Giovanni Cernogoraz, Francesco D’Aniello, Ennio Falco, Claudio Franzoni, Erminio Frasca, Riccardo Filippelli, Anton Glasnovic, Josip Glasnovic, Jesper Hansen, Marco Innocenti, Sven Korte, Luigi Agostino Lodde, Giovanni Pellielo, Alessandra Perilli, Arianna Perilli, Jessica Rossi, Simona Scocchetti, Jesus Serrano, Katiuscia Spada.

mero da ogni parte d’Italia per partecipare a questo evento, per noi è un segno importantissimo: è l’indicazione più precisa che la strada è quella giusta. La nostra è un’azienda molto pragmatica: veniamo dalla tradizione artigiana della Val Trompia, la tradizione del fare e, quindi, ci piacciono queste iniziative concrete che producono effetti immediati come la possibilità di permettere ai ragazzi di affinare la propria tecnica e di far crescere il loro talento. Ma ci piace anche perseguire la possibilità di creare nuovi tiratori e di creare un terreno per nuovi appassionati negli anni che verranno». Sul fatto che l’iniziativa Beretta-Fitav possa produrre anche un benefico effetto-domino, concorda anche Giovanni Pellielo: «Questa iniziativa è straordinaria anche perché crea interesse collaterale: i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato trasmetteranno le loro impressioni ad altri ragazzi e ragazze che vorranno a loro volta vivere la stessa esperienza. Auspico che Beretta e Fitav vogliano investire sempre più in eventi di questo genere. Ripensando a quando avevo l’età di questi ragazzi, mi viene in mente che a quei tempi Luciano Giovannetti condusse un clinic analogo e mi impressionò moltissimo. Ricordo bene che non potevo che rivolgermi rispettosamente con il “lei” a un gigante di quella levatura. Alcuni ragazzi si rivolgono a me nello stesso modo. Poi, magari, un attimo dopo si rendono conto che, nonostante io sia un quarantaquattrenne, in fin dei conti siamo tutti giovani. Anzi, semmai: giovani e campioni…».

SPORT tiro a volo

GIOCHI DI SOCIETÀ 1

2

3

Il Campionato intersocietario di Fossa olimpica è uno dei principali eventi del calendario agonistico e costituisce anche un condensato delle aspirazioni e degli obiettivi dei club italiani. Assegnati i titoli fino alla Quarta categoria Di Massimiliano Naldoni

P

uò l’affermazione, o anche soltanto un brillante piazzamento, in una competizione rappresentare annualmente un punto di svolta per molti club italiani della Fitav? La riposta è: sì. La gara è il Campionato italiano delle Società di Fossa olimpica che rappresenta il momento agonistico più ambito per un congruo numero di sodalizi italiani che in quella manifestazione intendono ben figurare. Ma qual è il motivo di questa corsa al successo in una sfida, tradizionale e quindi suggestiva quanto si vuole, ma che sembra un appuntamento ordinario tra i tanti del cartellone stagionale della Fitav? Il campionato di Trap riservato ai club è un motore dell’attività societaria e, oltre a rappresentare una competizione che attribuisce prestigio (e questo è, per così dire, un dato emotivo) ai singoli club, offre soprattutto la possibilità di rendere visibile il proprio lavoro di scouting a livello di talenti reclutati. Concorda con questa posizione Ferdinando Donati, figura storica del movimento tiravolistico umbro, che da una ventina d’anni è al timone della società Cascata delle Marmore. Che il titolo intersocietario di

1. Ferdinando Donati (al centro, ai piedi del podio, con la maglia ufficiale del team ternano) ha guidato al successo il sodalizio di Cascata delle Marmore tra le società di Prima categoria all’intersocietario di Trap. 2. Oscar Rota è stato una delle colonne del team di Cascata delle Marmore. 3. Determinante per la vittoria di Cascata delle Marmore anche il ruolo di Corrado Pontecorvi, titolato ex azzurro.

Fossa olimpica sia un traguardo a cui Donati e i suoi collaboratori mirano con costante determinazione, lo dice il fatto che il club ternano ha conseguito la vittoria tra le società di Prima categoria, cioè nella massima divisione, per tre volte negli ultimi quattro anni: prima dell’affermazione sul terreno dei “cugini” di Umbriaverde, il sodalizio di Ferdinando Donati si è imposto nel 2011 a Laterina (Ar) e nel 2012 a Montecatini (Pt), cedendo il titolo ai pugliesi di Fasano (Br) soltanto nella sfida del 2013 a Bologna. «La vittoria nel campionato delle società di Fossa olimpica è senza dubbio un’arma in più nelle mani della dirigenza di un club», ha confermato proprio Ferdinando Donati, «perché è un evento agonistico che permette a un club di coagulare tiratori attorno alle proprie insegne. A maggior ragione se questi successi non sono traguardi episodici, ma, come avviene per esempio nel nostro caso, sono quasi un successo sistematico che si ripete negli anni. L’eventualità di essere inserito in una squadra è maggiormente possibile per un praticante se la società con cui quel praticante si tessera concorre abitualmente a tutte le competizioni intersocietarie e vi concorre con l’obiettivo di conseguire successi e piazzamenti. 12/2014 ARMI E TIRO

177

SPORT tiro a volo

LE ALTRE CATEGORIE La superiorità tecnica manifestata a Umbriaverde dal sestetto delle fiamme oro ha eletto la formazione selezionata da Pierluigi Pescosolido, in corsa tra le formazioni dei corpi dello Stato e delle forze armate, come il team in assoluto più forte del torneo intersocietario di Trap del 2014. Sulle pedane di Umbriaverde, le fiamme oro hanno schierato un team di nomi illustri: Mauro De Filippis, Erminio Frasca, Simone Lorenzo Prosperi e Mario Verrengia e ci sono poi anche i più giovani Carlo Mancarella e Luca Miotto. Con 430 bersagli utili, i blu-amaranto hanno preceduto il corpo forestale dello Stato e i carabinieri. Se le fiamme oro hanno letteralmente fatto fuoco e fiamme, non hanno scherzato neppure i portacolori di Cascata

delle Marmore che hanno artigliato il titolo tricolore di Prima categoria. A suon di punteggi di alto livello qualitativo e con una solida omogeneità di rendimento, il sestetto del presidente Ferdinando Donati, diretto da Daniele Lucidi, ha totalizzato 424/450 e ha costretto alle sedi basse del podio i marchigiani di Fano e i lombardi di San Fruttuoso. Tra i sei di Cascata è stato Oscar Rota il primo della classe: con tre perfetti 25, Rota ha contribuito significativamente al successo del gruppo umbro, ma determinanti sono stati anche tutti gli altri portacolori del sodalizio ternano Andrea Pagliaricci, Marco Leonardi, Corrado Pontecorvi, Maurizio Calzettoni e Giuseppino Contessa. Trentuno formazioni si sono date battaglia a Cieli

1 1. Il team della polizia di Stato selezionato da Pierluigi Pescosolido si è aggiudicato il titolo tra le formazioni dei corpi dello Stato e delle forze armate. 2. Il quattordicenne Lorenzo Ferrari è stato il più giovane dei convocati dal coach Chitò per l’intersocietario di Trap.

aperti (Bg) per il titolo delle società di Seconda categoria. Sulle pedane dell’impianto bergamasco è stato il team della Ghirlandina a conquistare lo scudetto stagionale: gli emiliani hanno totalizzato 548/600 e sul podio bergamasco hanno preceduto il team veneto del Giorgio Rosatti di Ponso (Pd) e quello piemontese di Pecetto (To). Confronto riservato alle società di Terza categoria sulle pedane del Concaverde (Bs). Con 556/600 si è aggiudicato il titolo il sestetto di Ventimiglia davanti ai veneziani della Fattoria di Mira e ai lombardi di Mattarona. Con 544/600 la squadra di Pachino ha vinto lo scudetto tricolore delle società di Quarta categoria: sulle pedane di Bologna i siciliani hanno preceduto Poggio dei Castagni e Aosta.

Il mondo del Tiro a volo, come sappiamo, non è in grado di offrire, se non a una cerchia ristretta di super-campioni, che diventano, di fatto, professionisti, un ritorno di natura economica. Si profila però un significativo ritorno dal punto di vista della gratificazione personale e sportiva che è un ingrediente preziosissimo per il praticante medio. Riuscire a essere uno dei membri della squadra che ha conseguito una vittoria o un piazzamento di prestigio rappresenta un traguardo ambito per molti dei nostri tesserati. Da qui, la corsa a tesserarsi con un sodalizio che può valorizzare le doti tecnico-agonistiche del tiratore. In parallelo, per un sodalizio l’equazione diviene: più titoli conseguiti, maggior numero di praticanti che vorranno affiliarsi. Ecco che, appunto, vincere ripetutamente un titolo di squadra significa assicurare al club stesso un apporto costante di tesserati che vorranno mettersi in luce per conseguire la convocazione in squadra e lo faranno a suon di presenze nelle gare societarie e di attività di preparazione nello stesso impianto di appartenenza». Non ultimo, tra i motivi che possono indurre un tiratore dalle legittime ambizioni a scegliere di tesserarsi con un sodalizio, il fatto di poter condurre, se convocato in squadra, un lavoro di sistematica riqualificazione della propria tecnica attraverso il coach prescelto dalla società. Nel caso di Cascata delle Marmore, per esempio, il mister del team che ha vinto il titolo intersocietario 2014 è Daniele Lucidi: stimato agonista, è un valente tecnico federale, a cui è affidata la nazionale universitaria della Fitav.

CHITÒ: «CI VUOLE UMILTÀ»

1 178

ARMI E TIRO 12/2014

Come sempre accade, anche nel caso di quanto avviene nella suggestiva cornice del campionato delle società di Fossa olimpica, non è però proprio tutto idillio. Lo segnala Fausto Chitò, dirigente della società San Fruttuoso di Castelgoffredo (Mn) e coach della formazione che tra i sodalizi di Prima categoria ha conquistato il terzo gradino del podio: «Abbiamo conquistato il podio di Umbriaverde, perché abbiamo scommesso su un gruppo di giovani promettenti. A parte gli esperti e più maturi Agenore Lorenzini e Silvio Baccolo, in squadra ho inserito due ventiduen-

ni, Luca Zanola e Stefano Fenaroli; un ventunenne, Davide Barbieri; e addirittura Lorenzo Ferrari che di anni ne ha appena quattordici. Abbiamo potuto far questo perché siamo una società che costruisce nuovi tiratori: li individua, li perfeziona tecnicamente e permette loro di esprimersi nelle competizioni. Ma questo prezioso lavoro di scouting qualche volta si trasforma in un’arma a doppio taglio. Costruire un nuovo talento non significa automaticamente riuscire a fidelizzarlo al tuo club. Ho visto da un lato tiratori che si sono formati da noi che sono stati attratti dalle sirene di qualche altra società e assisto anche al fenomeno parallelo: al tentativo costante di sodalizi che non dispongono di un impianto di impossessarsi di talenti già forgiati sulle nostre pedane. Io opero nel mondo del tiro da quarant’anni e in quel mondo lavoro giorno e notte: credo, pertanto, di essere nella condizione di poter esprimere un’opinione senza essere tacciato di presunzione. Il mondo del Tiro a volo dovrebbe rivalutare l’umiltà. Ritengo, per esempio, che gli atleti della mia squadra abbiano saputo conseguire il risultato che hanno ottenuto a Umbriaverde perché sia i giovani sia i più maturi hanno un forte senso dell’umiltà: ascoltano chi ha più esperienza di pedana di loro e applicano quello che hanno appreso. E in più quegli atleti hanno volontà e voglia di mettere in pratica quanto hanno appreso. È una questione di cultura del Tiro a volo. Attualmente, molti praticanti non possiedono

1

2

3

4

1. La squadra di Cascata delle Marmore con il coach Daniele Lucidi. 2. Fausto Chitò ha guidato il team di San Fruttuoso alla conquista del terzo posto tra le Prima categoria. 3. La squadra marchigiana di Fano ha conquistato il secondo posto tra le società di Prima categoria 4. Marcello Palazzi, massimo dirigente della società di Fano, al vertice del podio della classifica riservata ai presidenti di società al campionato della struttura federale.

quella cultura e da semplici sparatori, come li chiamo abitualmente, si ergono a tiratori capaci di insegnare e dare suggerimenti tecnici. Tutto questo è un panorama che non giova allo sviluppo del mondo del tiro che ha, invece, urgenza di rivalutare il proprio patrimonio culturale specifico». Ma il campionato delle società è anche una efficace vetrina per i club di nuova creazione che hanno bisogno di segnalarsi tra i praticanti di tutta la penisola. È il caso della società Fano del presidente Marcello Palazzi, che ha centrato il secondo posto tra i club di Prima categoria: «Siamo una società che sta rivalutando il proprio ruolo e la conquista dell’argento a Umbriaverde ha puntato di nuovo i riflettori su di noi. Nel giro di poche settimane, abbiamo ospitato il campionato delle regioni di Fossa olimpica e quella competizione ha rivalutato la nostra fama. Abbiamo attraversato un cono d’ombra qualche stagione addietro per alcuni problemi organizzativi; poi, con determinazione, siamo riusciti a rialzare la testa e dal momento che siamo una delle poche società italiane che sorge su terreno comunale e intratteniamo un rapporto esemplare con la pubblica amministrazione della nostra città, credo che sia utilissimo per l’intero mondo del Tiro a volo che la nostra condizione generale di sodalizio sia conosciuta e valorizzata. E lanciare il proprio team nelle parti alte della classifica di una gara come il campionato delle società di Trap è uno dei modi». 12/2014 ARMI E TIRO

179

Tendenze - L’intimo tecnico per la caccia

PREPARATI SULLA PELLE

L

a passione per la caccia è talmente forte che non si ferma neppure di fronte alle temperature del rigido inverno. Ma per poterla praticare in condizioni fisiche ottimali bisogna sapere cosa indossare. Spesso ci si veste a strati, la cosiddetta cipolla, condizionando la libertà dei movimenti e appesantendo la nostra camminata. E, invece, basta dare la giusta importanza a quello che troppo spesso trascuriamo per centrare al meglio il bersaglio. Sì, in

pochi pensano che una maglietta o una calzamaglia possano spesso fare più di un ingombrante maglione norvegese, ma è così. Ecco allora che si rivela fondamentale porre la giusta attenzione nella scelta di capi underwear che assicurino il corretto controllo termico (impedendo, tra l’altro, eccessive sudorazioni e conseguenti cattivi odori), con materiali tecnologicamente testati. Tanto caldo in poco peso, ecco la combinazione vincente.

BERETTA BZERO

Uno degli strati dell’intimo Beretta è in Deocell, una fibra naturale a base di cellulosa che neutralizza fino al 95 per cento degli odori corporei, perché scompone il legame chimico delle molecole di ammoniaca, acido acetico e composti trimetilaminici. WarmUp, invece, è una fibra capace di assorbire la traspirazione corporea, trattenendone il calore ed eliminando l’umidità in eccesso. Asciuga 3 volte più velocemente del cotone e mantiene meglio e più a lungo di altre fibre il calore della traspirazione. Bzero è realizzato in sei capi unisex, in verde o nero: maglia a manica lunga con collo alto o girocollo (89 euro), maglia a manica corta (79 euro), leggins (94 euro), boxer (46 euro) e calzettone (34 euro). Beretta, tel. 030.83.411, www.beretta.it.

BADLANDS

Badlands sfrutta la fibra di bambù, per dar vita a un capo traspirante e ventilato. Inoltre, la fibra di bambù ha anche ottime proprietà anti-odore. La maglia Latitude a girocollo manica lunga, leggera e ideale per l’inizio stagione venatoria, è disponibile a 51,50 euro in tinta marrone, i leggins in coordinato sempre a 51,50 euro. La maglia Longitude, più corposa, ha invece tinta grigia e zip pettorale (61,50 euro), sempre con leggins coordinati (61,50 euro). Bignami, tel. 0471.80.30.00, www.bignami.it.

KALIBRO UNDERWEAR

Completo Kalibro distribuito da Big hunter, costituito da maglia e calzamaglia made in Italy in Dryarn (95 per cento polipropilene, 5 per cento elastane): tra le più leggere in assoluto, supera la lana quanto a isolamento termico e le fibre naturali o sintetiche quanto a capacità di espulsione del sudore. Ha cuciture piatte e una speciale lavorazione che protegge le zone più critiche, creando pressioni graduate sulle fasce muscolari a beneficio di comfort e libertà di movimento. Ha proprietà antibatteriche, è antistatica, non stinge e non si ritira. La maglia costa 41,95 euro in verde (49,95 in tinta camo wood), la calzamaglia 39,95 (47,95 in camo wood). Big hunter, tel. 0572.43.542, www.bighunter.net.

180

ARMI E TIRO 12/2014

FIRST LITE

Quest’azienda sfrutta le proprietà naturali della lana Merino, per dar vita a capi termici, ma leggerissimi, traspiranti e con proprietà antiodore. La gamma comprende T-shirt (74 euro), maglia a manica lunga con fori per il pollice sul polsino (96 euro), boxer con fascia elastica jacquard (57 euro), calzamaglia Allegheny di tipo leggero (106 euro) o Exp (più pesante del 35 per cento, 114 euro). Ampia la scelta di calzettoni: Mountain Athlete crew sa, appena sopra lo stivale (20,50 euro), Mountain Athlete cold weather (più alto, 27,50 euro), Mountain Athlete comp sa (a compressione graduata, 27,50 euro). Chiude la serie il pratico buff proteggi collo (ma anche naso e orecchie) Neck gaitor dry earth (39,50 euro). Bignami, tel. 0471.80.30.00, www.bignami.it.

HÄRKILA COLDFRONT X-JAGD

Distribuita in Italia dalla Wild&Wild, l’austriaca X-jagd propone l’accoppiata “intima” composta dalla maglietta a maniche lunghe Royston e dalla calzamaglia Langley. Hanno eccellenti qualità di resa termica, traspirabilità, comfort e leggerezza. La loro caratteristica vincente è il mix di materiali naturali e sintetici (41% Tencel, 26% lana merino, 31% poliestere, 2% elastan) e un disegno ergonomico avanzato. Progettati con differenti spessori nelle diverse aree del corpo, con attenzione al maggiore o minore lavoro muscolare. Coniugano il mantenimento del calore a un’alta traspirabilità in ogni condizione. Le cuciture totalmente piatte riducono gli sfregamenti assicurando comodità anche sotto sforzi fisici impegnativi. La maglietta costa 90 euro, la calzamaglia 70 euro. Wild and wild, tel. 030.61.89.232, www.wildandwild.it.

Distribuito dalla trevigiana Ruri Vivis, il marchio Harkila suggerisce Coldfront, un completo intimo termico performante in tessuto miscelato di lana merino, acrilico e poliestere per una riuscita in termini di isolamento, comfort, durata. Favorendo l’evacuazione dell’umidità, lascia il corpo sempre asciutto e caldo. Le cuciture piatte evitano fastidiose frizioni a contatto con la pelle. Il top ha la mezza zip sul collo e nel polsino il foro passapollice che fa restare la manica sempre nella corretta posizione. Coldfront è disponibile nel colore Hunting green nelle taglie dalla S alla 4Xl. La maglia Shirt costa 99 euro, così come il pantalone Long Johns. Ruri Vivis, tel. 393.33.26.294, www.harkila.com.

SEELAND MELDON

Meldon è un completo intimo tecnico, in tessuto di poliestere molto morbido con un forte potere isolante termico: maglia e pantalone sono venduti insieme a 69 euro. Il completo è distribuito nel colore Phantom Green, nelle taglie dalla S alla 3XL. Meldon favorisce l’evacuazione dell’umidità contribuendo a mantenere il corpo asciutto, avvolto in una sensazione di benessere e nella più totale libertà di movimento. Il top ha la mezza zip sul collo, mentre il pantalone ha l’elastico in vita. Ruri Vivis, tel. 393.33.26.294, www.seeland.com.

ODLO EVOLUTION WARM

Realizzata da Red rock, la linea Odlo punta su Evolution warm, un completo composto da una maglia con manica corta, di colore nero dalla S alla Xxl (64,90 euro) e da una calzamaglia nello stesso colore e taglie (69,90 euro). È l’isolamento giusto per il freddo, ideale in tutte le attività outdoor, soprattutto nel periodo invernale, quando le battute di caccia diventano una sfida nella sfida. Assicura una buona rimozione dell’umidità e lascia un gradevole tepore sulla pelle asciutta. Il completo è realizzato in fibra funzionale Effect con azione antibatterica che previene lo sviluppo dei cattivi odori. Composizione: 60% poliestere, 34% poliammide, 6% elastan. Red rock, tel. 0423.56.50.82, www.redrock.it.

WARM LINE

Nella Warm line della vicentina D.Fenstec c’è tutto l’underwear che può servire nei mesi invernali per l’outdoor, suddiviso in capi per uomini e per donne. Tutti sono caratterizzati da un tessuto made in Italy e da una struttura molto particolare caratterizzata da un lato esterno liscio e compatto e da una finissima spugna interna che, oltre ad agevolare la fuoriuscita del sudore, imprigiona una maggiore quantità d’aria per un’elevata termicità. L’intera serie maschile è nei colori nero, verde, bianco, oliva e nelle taglie dalla S alla 3Xl. La linea femminile è in nero o bianco, dalla 2Xs alla Xl. T-shirt uomo a 37 euro, donna a 40; lupetto zip manica lunga uomo 56 euro, versione femminile 50. E tanto altro ancora. Dfenstec, tel. 0444.17.50.103, www.dfenstec.com.

12/2014 ARMI E TIRO

181

DIMENSIONE CACCIA Tendenze - L’intimo tecnico per la caccia XTECH SPORT PREDATOR

Particolarmente attenta all’anatomia, la Xtech sport ha realizzato la maglia Predator con una tecnologia specifica per aderire perfettamente alle forme del corpo. Questa caratteristica e l’elasticità del tessuto garantiscono la massima libertà di movimento. L’utilizzo di polipropilene e carbonio offre, inoltre, un’ottima traspirabilità e un elevato isolamento termico in qualsiasi condizione meteo. Punto di forza sono gli inserti microforati, localizzati nei punti di maggiore sudorazione, così da lasciare respirare il corpo ed eliminare i batteri causa di cattivi odori. È disponibile in polipropilene e in lana merino, con maniche lunghe (40 euro) o corte, abbinabili ai panta Predator (32 euro), con identiche caratteristiche tecniche. Xtech sport, tel. 030.68.97.553, www.xtechsport.it.

I-RONIC ISOFT TRABALDO 400/DRYARN

Trabaldo propone una nuova generazione di abbigliamento per l’intimo tecnico in Dryarn, con tecnologia seamless e struttura Body mapping system, un mix integrato di strutture tessili e filati accuratamente posizionati per offrire speciali benefit di gestione della sudorazione, del calore e della compressione. Il sistema Clima control interviene dove serve e quando serve, per creare un micro-clima interno costante senza over-heating e accumuli di sudorazione, aiutando a mantenere più a lungo l’ideale temperatura corporea sia sotto sforzo sia durante i periodi di inattività. La maglia costa 93 euro, la calzamaglia 80. Trabaldo, tel. 0163.21.571, www.trabaldogino.it.

I-Ronic Isoft è la maglia tecnica underwear invernale unisex (69 euro), realizzata in poliammide 60 per cento, polipropilene 35 per cento, elastan 5 per cento. Si adatta perfettamente a un utilizzo sportivo trasversale. Il trattamento brevettato i-Soft conferisce morbidezza, un colore e una consistenza paragonabile solo a quella dei tessuti naturali. I-Soft non altera le caratteristiche tecniche e funzionali del tessuto ma aggiunge un effetto di calore grazie alla felpatura che genera una barriera isolante e termoregolante che mantiene costante temperatura e umidità. Le prestazioni dei tessuti si mantengono intatte durante tutta la vita del documento nonostante lavaggi e usura. Inoltre, ha inserti riflettenti per essere visibili in ogni situazione, tessuto a struttura differenziata per assorbire l’umidità in eccesso, due tasche interne sulla maglia e sul pantalone rivestite in materiale impermeabile per portare con sé piccoli oggetti. Il foro per l’inserimento dei pollici protegge dal vento e trasforma la manica in guanto protettivo. La soluzione ideale per combattere il gelo più insistente. Domino, tel. 02.33.51.20.40, www.dominoguns.com.

SALEWA WARM MERINO

Un marchio collaudato a temperature polari che ben si ritrova nella linea Warm merino. Abbiamo scelto la t-shirt leggera (175 g, 100 euro) a girocollo con maniche lunghe. Perfetta da indossare sola, sotto uno strato intermedio o con una giacca, garantisce calore e protezione dal gelo anche quando si è fermi grazie alle proprietà termiche della lana merino. Il Dryan assicura una pelle sempre asciutta anche durante gli sforzi più intensi, mentre la seta aiuta a regolare la temperatura corporea. Le maniche raglan senza cuciture sulle spalle rendono più facile il trasporto dello zaino. L’elasticità del tessuto e le cuciture piatte migliorano comfort e agilità. Stesse caratteristiche tecniche e di materiali per i pantaloni (peso 125 g, 90 euro) la cui lunghezza 7/8 consente di eliminare i punti di pressione sul sul malleolo con scarponi alpini. Entrambi i capi sono disponibili dalla S alla 3Xl. Salewa, tel. 0471.24.29.00, www.salewa.it.

182

ARMI E TIRO 12/2014

SOLOGNAC TAIGA 100

Il completo Taiga 100, composto da maglia e calzamaglia, abbina le capacità di isolamento termico del pile alla traspirabilità della fibra di poliestere (idrorepellente). La maglia ha manica lunga e collo alto, con zip pettorale. Soluzione pratica ed economica: la maglia costa 12,95 euro, la calzamaglia 9,95 euro. Decathlon, tel. 199.15.58.05, www.decathlon.it.

BREVI SI RIAPRE LA DIATRIBA LEICA-SWAROVSKI

CIA E ARCICACCIA CONTRO I DANNI La Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) e Arcicaccia hanno iniziato una collaborazione per trovare soluzioni all’annoso problema degli animali selvatici, che devastano i campi coltivati e minacciano gli allevamenti. “È necessario riprendere il dialogo tra il mondo agricolo e quello della caccia. Bisogna costruire buone relazioni tra queste due realtà, per proporre assieme nuove indicazioni alle istituzioni, finalizzate a modificare la legislazione in vigore sulla gestione delle specie cacciabili e il loro monitoraggio”. Lo hanno sostenuto durante un incontro

presso la sede nazionale della Cia il presidente confederale, Dino Scanavino, e il presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano. “Il grave problema dei danni causati dagli animali selvatici in molte zone d’Italia”, hanno detto i leader delle due organizzazioni, “deve essere trattato come una vera emergenza, una situazione da affrontare sia sul piano dei comportamenti sia su quello delle regole”. “Ora”, hanno concluso Scanavino e Veneziano, “istituiremo un tavolo di confronto per elaborare, in tempi rapidi, alcune proposte concrete da sottoporre al legislatore”.

219,00

MIMETIC 2013

RIPRODUTTORE 100 CANTI FUNZIONE MIX TELECOMANDO CON DISPLAY

VIETATO L’USO VENATORIO

Leica ha pubblicato un comunicato nel quale dà conto del fatto che “La Corte d’appello dell’ufficio brevetti europeo (Epo), a Monaco di Baviera, ha accolto le richieste di Leica Camera Ag e di un altro noto produttore di cannocchiali di puntamento e ha revocato il Brevetto Europeo 1 746 451 detenuto da Swarovski Optik poiché, nell’opinione della corte, non contiene alcun elemento di innovazione. La revoca del brevetto ha effetto immediato ed è valida per tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Subito dopo la fiera Iwa Outdoor classics, nel marzo 2011, Leica fu accusata di aver violato il brevetto Swarovski in questione con i suoi cannocchiali Magnus. Leica ha sempre sostenuto che tale brevetto non fosse legalmente valido. La decisione della Corte d’appello dell’Epo ha dato ragione a questa posizione”. Swarovski optik ha fornito il proprio commento: “I tribunali e gli uffici brevetti hanno emesso un totale di cinque sentenze riguardanti la validità dei diritti di proprietà intellettuale relativi a questa famiglia di brevetti. Quattro di queste sentenze hanno confermato L’ottica Leica Magnus 1-6x24. l’altezza inventiva di Swarovski optik alla base di questo brevetto. Vi sono inoltre altri brevetti e modelli di utilità di Swarovski optik riguardanti il cannocchiale da puntamento Z6 che sono già stati concessi o in corso di valutazione. Nell’ottobre del 2014, il Consiglio d’appello dell’Ufficio brevetti europeo ha deciso di revocare il brevetto europeo riguardante l’ottica del cannocchiale da puntamento Z6. Swarovski optik, tuttavia, ha ancora possibilità legali che può e che intende utilizzare. La sentenza del Tribunale dei brevetti del Regno Unito del maggio del 2013, in base alla quale Leica Camera Ag è risultata colpevole di violazione di un brevetto di Swarovski optik è stata definitivamente confermata nel giugno del 2014 da una Corte di appello del Regno Unito”.

VISITATE IL NOSTRO SITO WWW.BIRDSOUND.IT

Richiedetelo nelle migliori armerie o direttamente a: Via Ospedaletto, 90 - 55054 PIANO DI MOMMIO- ITALIA tel. +39 0584 969031 - fax +39 0584 996787 E mail: [email protected] 12/2014 ARMI E TIRO

183

Riserve di fatto

NON È (SOLO) PRIVILEGIO...

1

Le riserve comunali di caccia nelle alpi orientali derivano dalla legislazione austro-ungarica. Oggi sono considerate un privilegio, ma in Trentino per esempio si caccia esclusivamente su riserve di circa mille ettari, pagando un permesso che va da 400 a 1.000 euro di Umberto Zamboni*

L 1. Una malga di Cavalese (Tn) nel 1938. In questi territori vi è una tradizione millenaria per un utilizzo, collettivo e in favore della comunità, delle magre risorse fornite dal territorio. 2. Il decreto prefettizio di Trento per la costituzione di una riserva nel comune di Vigolo Vattaro.

184

ARMI E TIRO 12/2014

2

e riserve comunali di caccia trovano la loro origine nella legislazione austro-ungarica. Pur essendo state presenti per alcuni decenni su tutto l’arco alpino, oggi sono presenti ancora soltanto nelle Province autonome di Bolzano, Trento, nella regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Belluno. In questo ampio territorio, del Nord-Est per lo più alpino, le riserve comunali si sono mantenute attraverso gli ultimi 3 secoli come struttura territoriale di organizzazione venatoria, ma anche sociale, passando quasi indenni anche le tre grandi leggi nazionali del XX secolo. Ci si riferisce al primo Testo unico sulla caccia, divenuto definitivo nel ’39, proseguendo per la rivoluzionaria legge 968/77 sino all’ultima 157/92. Queste ultime due hanno stravolto lo storico principio patrimoniale della fauna selvatica passando dal concetto economico della fauna “res nullius” a patrimonio indisponibile dello Stato.

In sintesi le riserve comunali si possono sostanziare nei seguenti requisiti: il diritto di caccia riservato ai cacciatori residenti in quell’ambito che sono responsabili della gestione venatoria e in parte faunistica, seppur con diversi gradi di autonomia; la gestione faunistica e venatoria viene svolta secondo direttive/indicazioni degli organi venatori provinciali. Il principio fondante va però oltre il semplice ancoraggio del cacciatore a un territorio, così come formulato anche nella legge nazionale che ha istituito gli Atc e i Comprensori alpini, strutture finalizzate a una regolamentazione della pressione venatoria al fine di distribuire i cacciatori sul territorio impedendo il fenomeno del nomadismo.

DALL’OTTOCENTO L’origine storica delle riserve comunali è rintracciabile nel contesto della legislazione dell’impero austro-ungarico che nell’800 interessava diverse etnie e lingue e comprendeva gran parte dell’Europa orientale compreso tutto il Triveneto. In dettaglio, l’atto giuridico che ne dà origine è la patente sovrana del 7 marzo 1849. Nella stessa viene abolita la caccia libera e il diritto di caccia esclusivo (è bene notare come non sia quello sulla proprietà della fauna) è riconosciuto al proprietario di almeno 115 ettari, in caso diverso il diritto di caccia è assegnato al comune che a sua volta è obbligato ad affittarlo per conto dei proprietari così come evidenziati nel catasto allora già operante. La nascita di tale disciplina, del tutto innovativa, è successiva e conseguente al grave depauperamento del patrimonio faunistico avvenuto dopo la soppressione dei diritti di caccia riservati al clero e ai nobili a opera di Napoleone Bonaparte. Successivamente alla prima guerra mondiale, il Triveneto diventa parte del Regno d’Italia ove non esisteva una legge nazionale sulla caccia. Lo Stato italiano, conseguentemente e con grande saggezza, conservava vigente la legislazione preesistente, confermando gli appalti del diritto di caccia in ambito comunale. Il sistema delle riserve comunali viene successivamente recepito nella legislazione nazionale prima nel 1923 e poi nel Testo unico del ’39 che addirittura estende il sistema riservistico a tutto l’arco alpino. Le riserve alpine, grazie in parte anche all’autonomia legislativa assegnata nel frattempo ad alcune regioni, permangono solo nel Nord-Est anche dopo l’entrata in vigore della nuova legge nazionale come ambiti di caccia particolari. In questi territori, infatti, vi è una tradizione millenaria per un utilizzo, collettivo e in favore della comunità, delle magre risorse fornite dal territorio.

RISORSA COLLETTIVA Si citano le proprietà collettive, consortele o comunità di varia natura, tramandate ai capi famiglia e il diritto di uso civico di legna e pascolo. La fauna e il suo utilizzo, pur non essendo mai stati ricompresi nell’uso civico, rientrano seppur in mo-

do meno diretto come una risorsa collettiva grazie ai proventi degli appalti prima e alla gestione territoriale poi. Conseguentemente anche il ruolo e la visione della figura del cacciatore da parte delle comunità di questi territori ha assunto aspetti profondamente diversi da quelli sorti in ambito nazionale. Il principio originario che mantiene inalterato tutto il suo valore anche in proiezione futura è una felice sintesi tra il principio dominante in ambito europeo, soprattutto nell’area nordica dove il diritto di caccia è riservato a pochi e legato alla proprietà e quindi è una risorsa economica e come tale gestita e il principio romanico di caccia “democratica” consentita a tutti i cacciatori indipendentemente dal censo e dalle proprietà. Nella riserva comunale, alpina in prevalenza per le ragioni sopra evidenziate, i cacciatori locali originariamente destinavano le risorse derivanti dal costo del permesso (appalto) alla comunità locale per strade, scuole, eccetera, attualmente anche se non corrispondono in modo diretto denaro alla collettività i cacciatori sono chiamati a rispondere a quest’ultima, divenuta oggi particolarmente “sensibile”, della conservazione del patrimonio faunistico e della gestione equilibrata con l’ambiente, e comunque sono a loro carico la vigilanza e il risarcimento dei danni da fauna con costi considerevoli.

A caccia di lepri nel distretto destra Adige. Nel Nord-Est per lo più alpino, le riserve comunali si sono mantenute attraverso gli ultimi 3 secoli come strutture territoriali di organizzazione venatoria, ma anche sociale.

*già direttore dell’Associazione cacciatori trentini 12/2014 ARMI E TIRO

185

alce in Svezia

QUANDO SI DICE LA JELLA

Torno a mani vuote da Medstugan, in Svezia vicino a Åre. Tutto perfetto: organizzazione (elicottero compreso), equipaggiamento, compagnia. Ma mi va tutto storto, a cominciare dalla valigia. Niente alce!

1

Di Massimo Vallini 1. La zona di caccia è talmente ampia che per spostamenti e recuperi l’organizzazione utilizza l’elicottero. 2. Una zona molto ricca di animali quella gestita da Fjelljakt (tel. +46.73.04.47.707, johan@fjelljakt. se, www.fjelljakt.se): sui 15 mila metri quadrati anche quest’anno saranno abbattuti circa 50 alci.

2

186

ARMI E TIRO 12/2014

M

aledetta frustrazione. Quando ti invitano tre giorni a caccia in un posto bellissimo e non hai limite per il trofeo, tornare a mani vuote è frustrante. Con l’alce decisamente non sono fortunato. Eppure Johan Persson ha fatto il possibile e forse anche l’impossibile per farmi sparare. Ma nemmeno ne ho visto uno.

Medstugan è a pochi chilometri dal centro sciistico di Åre, Svezia centrale, e anche a pochi chilometri dalla frontiera norvegese. È zona poco popolata per come è popolata la Svezia: la densità media di abitanti, in tutto quasi 9 milioni, la maggior parte dei quali concentrati nelle città principali (Stoccolma ha circa 700.000 abitanti), è pari a 21 per chilometro quadrato. Il 62% del territorio è occupato da foreste, il 9% da zone umide, il 9% da fiumi e laghi. La bellissima casa di caccia in legno arancione che risale all’inizio del Novecento si affaccia su un’ampia zona dove Persson organizza la caccia con la sua società Fjelljakt: addirittura 15 mila ettari con un grande lago alimentato da un fiume. Poiché si caccia prevalentemente alla cerca con i cani, in zone desolate su terreni vallonati ricoperti di tundra e un alce maschio può arrivare a pesare anche 500 chili (i “piccoli” un centinaio), Persson si avvale di un elicottero per gli spostamenti e i “recuperi”. Il primo giorno di caccia, lo scorso 13 ottobre, non ho ancora la valigia che sta viaggiando verso Östersund da Stoccolma. Per fortuna Bergans offre ai 4

1 colleghi e a me l’abbigliamento completo, che si rivela perfetto, mentre una guida mi offre un paio di stivali Viking che mi riprometto di acquistare per la prossima volta. I colleghi sono il tedesco Thore Wolf di Wilde hunde, il norvegese Jørund Lien di Jakt, il portoghese Pedro Vitorino di Federcaza e il francese Lyonel Chocat di Le chasseur français. Poi ci sono Jean Freyeisen di Merkel, Matthias Vogel di Ruag, Michael Agel di Leica e Peter Carati di Bergans, i nostri gentili ospiti.

GUIDA, CANE, ELICOTTERO Ognuno di noi ha una guida con un cane, ma il primo giorno niente elicottero. Ci spostiamo in macchina verso la nostra zona. La mia guida Magnus ha un cane Laika completamente bianco, una femmina che si chiama Vilda. Mi spiega che è più selettiva dei classici moosehound che si usano da

queste parti, quindi deve tenerla alla lunghina più a lungo e liberarla solo quando dimostra di aver fiutato una traccia. E Vilda dimostra di voler seguire l’alce dopo appena un chilometro. Magnus la libera: la seguiamo con lo sguardo finché possiamo, poi interviene il Garmin che qui va per la maggiore. Una volta sull’alce il cane abbaia e spetta all’alce decidere se restare sul posto o togliersi di torno. Vilda va e che viene, una sola volta sentiamo abbaiare due cani uno dei quali è Vilda. Ma l’alce riuscirà a dileguarsi. Solo una sosta per il pranzo nel bosco con spezzatino di carne d’alce, patate e crema di rafano, una sorta di piatto nazionale. Insomma, niente di fatto, ma almeno 12-13 km a piedi e su questo terreno non è proprio facile camminare. La cena è sontuosa e raffinata, con vino italiano e carne svedese, uno chef che cura i piatti personalmente con gusto e passione.

2 1 e 2. Carl Fredrik Liljevalch ha commissionato la costruzione della casa di caccia di Medstugan nel 1896-97, su disegni dell’architetto Agi Lindegren. La casa, gestita in esclusiva da Fjelljakt, è perfettamente attrezzata con cinque stanze doppie e tre singole con una dependance da quattro singole. 3. Questo è Pedro Vitorino che è stato più bravo di me. L’alce è un maschio di età tra i 6 e i 12 anni, con un trofeo di 12 punte. Quattro cacciatori su cinque (me escluso!), in tre giorni di caccia hanno abbattuto sette alci.

3

12/2014 ARMI E TIRO

187

DIMENSIONE CACCIA alce in Svezia

ESPERIENZA NORVEGESE Bergans (bergans.com) è azienda norvegese con esperienza centenaria che ha fornito le spedizioni polari di Roald Amundsen, Robert F. Scott ed Ernest Henry Shackleton e un decennio fa Rolf Bae, Cecilie Skog e Per Henry Borch, quelle himalayane di Charles G. Bruce ed Edmund Hillary, più recentemente Tormod Granheim e Thomas Olsson. Ha fornito l’esercito norvegese e produce abbigliamento tecnico di alta qualità per la montagna, l’outdoor e naturalmente la caccia con un catalogo specifico che comprende anche zaini, sacchi a pelo, tende e canoe. Per ora niente scarpe. Ho avuto la fortuna di provare due completi altamente specialistici. Il più leggero e silenzioso Pasvik e il Budor. Il primo è realizzato esternamente in micropile spazzolato impermeabile e antivento con interno in soffice e confortevole Dermizax. Cappuccio regolabile e tasche di utilità per gps

e radio. Zip a 2 vie, tasche scaldamani e zip di ventilazione. Pesa 850 grammi. I pantaloni sono nello stesso materiale con aperture di ventilazione, tasche frontali e laterali, una specifica per gps, sezioni articolate per le ginocchia, altre rinforzate nell’interno delle cosce, chiusura regolabile al fondo. Pesano 625 grammi. Il completo Budor è invece realizzato con membrana esterna in Dermizax Nx con superiori caratteristiche di impermeabilità e traspirabilità, tante tasche, cappuccio regolabile e una fodera in Fieldsensor, materiale che si asciuga rapidamente, lunghe tasche di ventilazione sotto le braccia, zip a 2 vie. Pesa 1.160 grammi. Anche i pantaloni sono realizzati con gli stessi materiali, sezioni articolate per le ginocchia, altre rinforzate nell’interno delle cosce, chiusura regolabile al fondo. Pesano 720 grammi.

Il completo Budor colore verde oliva.

Il più leggero completo Pasvik in verde oliva.

NIENTE DA FARE

Peccato non averci sparato neanche un colpo. È la straight-pull Helix di Merkel nella versione Alpinist con nasello regolabile e ottica Leica Magnus.

188

ARMI E TIRO 12/2014

Il secondo giorno, a valigia recuperata, si apre con un divertente viaggetto in elicottero. Mi accompagna lo stesso Johan con il suo moosehound Snöa (significa neve). Ho scelto l’abbigliamento Bergans meno idrorepellente e più silenzioso… hai visto mai? Però piove leggermente e il risultato non cambia. Cambiano gli scenari che sono sempre bellissimi e camminiamo un po’ meno, meno di 10 chilometri. Johan è insoddisfatto e preoccupato per Snöa che, seppure campionessa svedese di questo tipo di caccia, sembra svogliata. Abbaia una sola volta all’inizio e ci costringe a un inseguimento di corsa, ma l’alce che è stato visto anche da un altro gruppo di cacciatori sulle rive del lago, esce dalla zona di caccia guadando il fiume. Johan mi spiega che la media degli abbattimenti in Svezia è 10 per mille ettari, quindi in questa zona dovrebbero essere annualmente 150.

1

2

5

3

4

Normalmente 50% adulti e 50% piccoli. Quest’anno sono già a quota 21 e ne cacceranno almeno una cinquantina. Nell’intera Svezia l’anno scorso ne sono stati abbattuti 300 mila. La caccia all’alce in Svezia comincia il primo lunedi di settembre al Sud e nella prima settimana di ottobre nel resto del Paese. Chiude a fine gennaio e, con la neve, non è considerato etico sparare. Ma adesso non nevica e gli abbattimenti non sono certo completati. Quindi ci sarà, pure, un alce per me!

CHE SFORTUNA! Alla fine del secondo giorno siamo ancora a mani vuote in due, ma il terzo giorno è pensato proprio per noi “sventurati”. Una piccola battuta la mattina, per far convergere gli animali sulle poste. Inutile dire che da me, una posta che sembra l’ideale, non passa proprio niente. Pedro, che fino a quel

6 momento non aveva sparato, abbatte un maschio di età tra i 6 e i 12 anni, con un trofeo di 12 punte. Johan mi propone di saltare il pranzo e di andare con l’altra guida Matthias e il suo Jakko, giovane cane che promette bene. Ovviamente acconsento: torno con l’elicottero come se fosse un taxi e inizio la peregrinazione pomeridiana con Matthias. Jakko si muove, si allontana anche di due chilometri, ma non mantiene. Lo sentiamo abbaiare una volta sola, ma interrompe quasi subito. Si avvicina il buio e decidiamo di sospendere non certo senza una buona dose di insoddisfazione. Ma i colleghi sono gentili e l’ennesima ottima cena mi rinfranca un po’. Quattro giorni decisamente sfortunati si concludono con la rottura dell’Ipad sull’aereo di ritorno. Mi hanno detto che la chiave del successo per questo tipo di caccia è non avere fretta… Suona un po’ beffardo!

1. Questa è Vilda, cane Laika, con il suo conduttore Magnus (a destra) e Matthias Vogel di Ruag. 2. Uno degli splendidi scenari di questa zona della Svezia a metà ottobre. 3. Eccomi ancora speranzoso nel pomeriggio del secondo giorno. 4. Johan con Peter Carati di Bergans si attrezzano per la pioggia. 5. Il satellitare Garmin è fondamentale per localizzare il cane, che di suo abbaia sul selvatico, ma a volte si trova lontano. Le guide utilizzano anche sistemi collegati al telefono. 6. Una sosta per il pranzo nel bosco. Spezzatino di alce con patate e crema di rafano, una sorta di piatto nazionale.

12/2014 ARMI E TIRO

189

VIAGGI

A cura di Paola Pellai

A CACCIA DI AURORE BOREALI NAVIGANDO TRA I FIORDI POLARI

Un imponente trofeo di cervo: una consuetudine in Ungheria.

SELEZIONE A DAINI E CERVI IN UNGHERIA Nuova Diana star è un’agenzia venatoria ubicata direttamente sul territorio ungherese, gestita da Ilona Kovacs, con l’aiuto di professionisti italiani. Un’esperienza quarantennale che oltrepassa i confini ungheresi per spingersi fino a fantastiche battute in Azerbaijan e Georgia. Tra le tante proposte quella della caccia ungherese di selezione a cervi e daini maschi, in una riserva esclusiva nei pressi di Szigetvar, a 150 chilometri dal confine sloveno. Un’area di 12 mila ettari con una presenza annuale di 900 capi all’anno. Possibilità di alloggio con mezza pensione in una lussuosa casa di caccia dotata di aerea wellness, vicino alla riserva, a 75 euro quotidiani. Licenza e assicurazione 60 euro. I prezzi per le giornate di caccia: 3 giorni (6-7 uscite) costano 300 euro, due giorni e mezzo (5 uscite) 250 euro, 2 giorni (4 uscite). Prezzi dei trofei a seconda delle dimensioni. Per informazioni: Nuova Diana star, tel. 348.55.15.380, www.nuovadianastar.com.

Dicembre è il mese giusto per farsi un regalo che dura tutta la vita. Un viaggio attraverso gli arcipelaghi delle isole Lofoten e Vesteralen, realizzando escursioni con le ciaspole, conducendo una slitta trainata dai cani husky e navigando sull’Hurtigruten, il famoso postale dei fiordi, i cui ponti e saloni saranno un punto ideale per osservare e fotografare la bellezza delle aurore boreali. Il tutto accompagnati da un gruppo massimo di 8 viaggiatori. Quattro le date possibili: dal 2 all’8 dicembre, dal 27 dicembre al 2 gennaio 2015, dal 14 al 20 febbraio 2015 e dal 20 al 26 febbraio 2015. Il prezzo di 1.995 euro (il 40% è da versare al momento della prenotazione) comprende il volo di linea, tutti i trasferimenti interni, i pernottamenti in guesthouse o cottage durante il tour, tutti i pasti, la visita al centro delle aurore boreali di Laukvik, il safari con i cani, tutti i trekking previsti dal programma, la navigazione a bordo dell’Hurtigruten, una guida per l’intero periodo. Per informazioni: Terre Polari, tel. 0445.36.60.53, www.terrepolari.com.

Safari sulle slitte trainate dagli husky: esperienza indimenticabile.

CACCIA DI OCHE E ANATRE A RIDOSSO DELLA FOCE DEL DANUBIO Romania caccia è un’organizzazione venatoria che opera direttamente sul territorio garantendo riserve tra le più belle ed appaganti. Dal 15 novembre al 15 gennaio si possono cacciare anatre e oche a ridosso della foce del Danubio da appostamenti fissi, botti, coveggie e con l’ausilio di stampi e richiami. Il pacchetto di 5 notti e 4 giorni di caccia costa 1.400 euro, comprensivi di alloggio con pensione completa, tutti i trasferimenti interni, il permesso di caccia romeno, l’utilizzo di attrezzature e stampi, l’abbattimento senza limite di capi, la preparazione e la conservazione della selvaggina. È escluso il viaggi di andata e ritorno per la Romania. Per entrare in Romania con le proprie armi è sufficiente la carta europea delle armi che consente l’importazione di 2 fucili muniti di fermo a 3 colpi per cacciatore e di 100 cartucce per fucile (massimo 5 Kg a persona). Per informazioni: Romania caccia, tel. 0040.72.22.75.159, Caccia agli anatidi alla foce del Danubio. www.romaniacaccia.ro.

190

ARMI E TIRO 12/2014

INDICE GENERALE 2014

a cura della Redazione L’elenco delle prove pubblicate dal 1988 è consultabile sul sito www.armietiro.it

Prova Fascicolo Pagina Attualità L’Hunting show raddoppia ............................................1 ...........32 La polizia vuole il peperoncino......................................1 ...........34 Il punto su Exa ...............................................................2 ...........38 Ricordo di Mikhail Kalashnikov.....................................2 ...........40 Exa c’è ............................................................................3 ...........48 Il Banco taglia le baionette ............................................3 ...........50 La situazione di Exa 2014..............................................4 ...........54 Riparliamo del decreto 121...........................................4 ...........56 Il certificato di idoneità non scade!...............................4 ...........58 Le elezioni europee........................................................5 ...........52 La denuncia di detenzione armi ....................................5 ...........54 I corsi di Exa forces .......................................................5 ...........58 Il nuovo poligono indoor di Erba ..................................5 .........156 Un brevetto di un lettore................................................6 ...........42 Gli spray al gas Cs .........................................................6 ...........52 Le palle atossiche di Sako .............................................6 .........140 Nasce Hit Vicenza ..........................................................7 ...........52 La disciplina delle “liberalizzate” ...................................7 ...........54 Il decreto 91/2014 .........................................................8 ...........58 Il magistrato Claudio Lo Curto ......................................8 ...........60 L’apertura della stagione di caccia ................................9 ...........66 Più armi ai cittadini, meno crimini ................................9 ...........70 I 1.000 metri sulle Alpi austriache ................................9 .........158 La circolare esplicativa del decreto 121......................10 ...........58 Le modifiche alla legge 157/92...................................10 ...........60 Il caricatore a 5 colpi per il cinghiale...........................10 ...........64 Il sequestro degli Zastava M76 ...................................11 ...........52 Il Taser alla polizia........................................................11 ...........58 Anteprima Glock 42 calibro 9 corto ................................................3 .........116 Heckler & Koch Vp9 calibro 9x19...............................10 .........118 Tecnica Il sistema Tracking point ...............................................3 .........150 Come modificare le presse Dillon.................................4 .........148 Dummy magazine fai-da-te...........................................7 .........137 Munizioni e ricarica Il 6,35 mm Brownin ......................................................1 .........100 Le polveri Pefl nei piccoli calibri....................................1 .........120 Il 7 mm Remington magnum .......................................2 .........164 Il 7 mm Rsaum..............................................................3 .........162 Il .257 Weatherby ..........................................................4 .........152 Il 7x75R e l’8x75R .........................................................5 .........132 Il .340 Weatherby ..........................................................6 .........136 Gara di ricaricatori .........................................................6 .........142 Il 9,3x74R ......................................................................8 .........134 Il .458 Winchester .........................................................9 .........128 La chiusura Paci ............................................................9 .........132 Il .450 Ackley ...............................................................10 .........146 Le polveri Fiocchi F-rex ...............................................11 .........120 Test – Abbigliamento Gli scarponcini da caccia...............................................2 .........160 B&P Gordon 1885.........................................................7 .........138 Test – Accessori Beeper baritonale Cinotecnica Roberti .........................1 .........108 Galco concealeable........................................................3 .........140 Lavabossoli ad aghi Lem ..............................................3 .........146 Tony system per il Tiro action .......................................6 .........124 Piexon Guardian angel II e Jpx .....................................6 .........128 Secubit Gsc per Glock ...................................................7 .........132 Mvm small parts............................................................7 .........134 De Santis super fly ........................................................7 .........136 Caricatori gemellati Fab defense ...................................8 .........124 Fondine Imi defense ......................................................8 .........126 Silenziatore Walther Sd 22 ..........................................11 .........114 Gerber Bear Grylls .......................................................11 .........126 Test – Ottiche Blauoptik Dot round ......................................................1 .........110 Browe Bso 4x32 ............................................................1 .........112 Nite Site Ns200..............................................................1 .........114 Swarovski El 8x32 e 10x32 Wb ....................................1 .........116 Zeiss New Conquest 56 mm.........................................2 .........162 Le novità Zeiss 2014 .....................................................3 .........142 Meopta Tga 20-60x75...................................................4 .........150 Docter Sight II Le...........................................................5 .........128 Binocolo Swarovski 7x42 Ga ........................................6 .........132 Vortex Viper Hs 4-16x44...............................................8 .........122 Zeiss Victory 8x42 Sf ....................................................8 .........126 Swarovski 8x56 Slc Hd ...............................................10 .........138 Deon March 2,5-25x52 Ti ...........................................11 .........124 Test – Munizioni Cheddite Ch6 .................................................................1 .........126 Le novità B&P................................................................2 .........168 Fiocchi Ultramagnum calibro 12/89 .............................3 .........168 Lead extrusion Golden hawk.........................................5 .........130 Fiocchi Sporting 28 grammi calibro 12........................5 .........138 Fiocchi 4Hv Sporting 28 grammi..................................6 .........134 Fiocchi 28Hp e Magnum bior .410 ...............................7 .........144 Nsi .410 Law enforcement ............................................8 ...........82 Cheddite Sg Young calibro 12 ......................................8 .........140

Prova Fascicolo Pagina Fiere e saloni Milipol a Parigi ...............................................................1 .........128 Shot show 2014 ............................................................2 ...........44 Hunting show a Vicenza................................................3 ...........52 Iwa di Norimberga.........................................................4 ...........60 Bignami day ...................................................................5 .........142 Eurosatory a Parigi ........................................................8 .........142 Sofex ad Amman .........................................................10 .........150 Speciali Turchia – Ata arms ........................................................1 .........136 Comparativa ottiche da battuta .....................................3 .........124 La Hatsan .......................................................................4 .........160 Personaggio del mese Latif Aral .........................................................................2 ...........36 Antonio Diodati ............................................................11 .........132 Uomini in armi Il tour della portaerei Cavour.........................................5 .........148 I 200 anni dei carabinieri ...............................................9 .........148 I soldati italiani lasciano l’Afghanistan ........................11 .........134 Security Maritime firearms competency ....................................7 .........148 Profilo d’azienda Victorinox.......................................................................1 .........144 Stefano Fausti a Marcheno ...........................................4 .........156 Ballistol compie 110 anni ..............................................9 .........144 I nuovi reparti produttivi Beretta .................................11 .........128 Armeria del mese Bass pro a Las Vegas ....................................................3 .........158 Guidi a Legnano.............................................................7 .........146 Ermesport a Grosio .......................................................8 .........150 Armi militari Colt Cm901 calibro 5,56 e 7,62 ....................................2 .........146 Heckler & Koch Vp70 calibro 9x19 mm.......................2 .........154 Profense M-134 Minigun calibro 7,62 Nato.................6 .........116 Sako Trg M10 calibro 7,62x51....................................10 ...........72 Pistole Taurus Pt709 calibro 9x21 ............................................1 ...........48 Gsg Conversione calibro .22 lr Hv ................................1 ...........82 Taurus Pt738 calibro 9 corto ........................................2 ...........98 Hs Xdm-9 calibro 9x21 .................................................2 .........110 Rock island armory Tac 2011 Single stack Night calibro .45 acp ................................3 ...........94 Glock 30S calibro .45 acp .............................................4 .........114 Glock G42 calibro 9 corto .............................................5 ...........60 Tanfoglio Limited Xtreme calibro 9x21.........................5 ...........78 Glock 41 calibro .45 acp................................................6 ...........76 Bul G-Cherokee compact calibro 9x21.........................6 ...........94 Sig Sauer P226 X-short Pro Pdt calibro 9x21 .............7 ...........62 Smith & Wesson M&P Bodyguard calibro 9 corto .....7 ...........88 Ruger Lc380 calibro 9 corto .........................................7 .........104 Kahr Cw 45 calibro .45 acp ...........................................8 ...........90 Sphinx Sdp Compact calibro 9x21 ...............................9 ...........86 Ruger Sr22 calibro .22 lr...............................................9 .........104 Kimber Ultra raptor II calibro .45 acp .........................10 ...........80 Beretta Arx 160 pistola calibro .22 lr ..........................11 ...........74 Rock island armory Pro match 1911 6” calibro 9x21...11 ...........96 Revolver Fap Pietta Saa 1873 calibro .44 magnum ....................3 ...........82 Smith & Wesson 637 calibro .38 special+P ................3 .........106 Smith & Wesson 627 Pro series calibro .357 magnum..5 ...........98 Olmi 963 Mf-4 calibro .357 magnum...........................6 ...........56 Taurus The judge calibro 36/.45 Colt............................8 ...........76 Olmi 963 Mf-2,5 calibro .357 magnum........................9 .........110 Fap Pietta Remington 1858 New model shooter e Pedersoli Remington Pattern target calibro .44 ......10 ...........98 Fucili a canna liscia Caesar Magnus light calibro 12 ....................................1 ...........42 Beretta A300 Xtrema Camo Max-4 calibro 12/89........1 ...........54 Cosmi Hermitage calibro 20 e 28 .................................2 ...........78 Bernardelli Mega Silver calibro 12 ................................2 ...........92 Marocchi Si20 calibro 20 ..............................................2 .........118 Benelli Raffaello Black calibro 12 ..................................3 ...........74 Silma M70 calibro .410 .................................................3 .........100 Caesar Guerini Invictus calibro 12 ................................4 .........100 Effebi Black diamond calibro 28 ...................................4 .........120 Osmanli Seylan Tm1950 calibro 12 .............................4 .........126 Fabarm Axis Rs Qrr Sporting calibro 12 ......................5 ...........72 Fair Racing Sporting calibro 12 ....................................6 ...........64 Bernardelli Mega synthetic Vb performer calibro 12 ...6 ...........88 Browning B725 Hunter calibro 20 ................................7 ...........68 Beretta S686 Sporting calibro .410 ..............................7 ...........82 Bora arms Barak Br 99 calibro 12 ................................7 ...........92 Beretta 690 Field III calibro 12 ......................................8 ...........62 Franchi Esprit calibro 20 ...............................................8 ...........84 Fabarm Stf/12 compact calibro 12 ...............................9 ...........74 Benelli Vinci Speedbolt, Supersport e Cordoba calibro 12 ...9 ...........92 Franchi Intensity calibro 12/89 ...................................10 ...........66 Perazzi Mxs calibro 12 ................................................10 ...........86 Benelli Raffaello Deluxe calibro 12/76 ........................11 ...........60 Sabatti Cts calibro 12/70 .............................................11 ...........86

Prova Fascicolo Pagina Fucili a canna rigata Christensen arms Carbon custom calibro .300 Winchester magnum ................................1 ...........36 Smith & Wesson M&P10 calibro .308 Winchester .....1 ...........60 Steyr Aug/Sa calibro 9x19 ............................................1 ...........66 Kelbly Stolle Kodiak calibro .30 Br................................1 ...........74 North eastern arms Nea 15 calibro .223 Remington e .300 Aac ......................................................................1 ...........86 Browning X-bolt Grs calibro .243 Winchester .............2 ...........86 Ruger Sr556E calibro .223 Remington ........................2 .........104 Tikka T3 Custom by Ermesport calibro .300 Winchester magnum ................................2 .........124 Ppk K1 calibro 7x57R....................................................2 .........130 Sabatti Tactical synthetic calibro 6,5x47 ......................3 ...........88 Fanzoj The ivory hunter calibro .416 Rigby..................3 .........112 Steyr Ssg-08 calibro .338 Lapua magnum ..................4 .........106 Walther Hk Mp5 calibro .22 lr Hv .................................4 .........132 Rizzini Rhino express calibro .375 Flanged magnum .5 ...........66 Savage Axis II calibro .308 Winchester........................5 ...........86 Zoli Taiga Bls calibro .270 Winchester .........................5 ...........92 Nuova jager Ar 15 calibro 6,8 Spc ................................5 .........104 Savage 11 Long range hunter calibro .308 Winchester6 ..........70 Iwi Tavor Sar 21 calibro .223 Remington.....................6 ...........82 Fabarm Iris calibro .300 Winchester magnum ............7 ...........74 Fortmeier M2002 calibro .338 Lapua ...........................7 ...........98 Hs Vhs-1ds calibro .223 Remington ............................7 .........110 Benelli Argo E pro calibro .30-06..................................8 ...........70 Dpms Lr308 Nato Repr calibro .308 Winchester ........8 ...........96 Browning X-bolt Composite Sf recoil reducer calibro .308 Winchester ................................................8 .........104 Vi-ma Pegaso extra calibro 7 mm Remington e .243 Winchester .........................................................8 .........110 Browning A-bolt 3 Composite calibro 7 mm Remington ..9 ...........80 Christensen arms Extreme R93 calibro .270 Wsm .....9 ...........98 Sabatti Rover scout calibro .308 Winchester.............10 ...........92 Weatherby Vanguard S2 Black reaper calibro .300 Winchester magnum ..............................10 .........106 Haenel Cr223 calibro .223 Remington .......................10 .........112 Keppeler Hunting match calibro .308 Winchester .....10 .........122 Cz 805 Bren S1 calibro .223 Remington....................11 ...........66 Savage 111 Long range hunting calibro .338 Lapua.11 ...........80 Browning Bar Longtrac composite fluted Hc calibro .30-06 Ex ordinanza e collezione Browning 1906 calibro 6,35 mm..................................1 ...........94 Pioneer arms Pps43c calibro 7,62 Tokarev .................2 .........138 Mauser 1914/34 per la Kriegsmarine...........................3 .........118 Nagant 1895 calibro 7,62 Nagant.................................4 .........144 Le Luger P08 della Mauser sotto controllo francese ...5 .........122 Enfield modificato Terni calibro .22 lr...........................6 .........104 La Dwm 1922 calibro 7,65 mm....................................6 .........110 Radom Vis Wz 35 calibro 9 mm...................................7 .........118 Walther Pp super calibro 9x18 .....................................8 .........116 Le Luger della polizia.....................................................9 .........118 I ’91 in 8x57 .................................................................10 .........128 Sauer 38H calibro 7,65 mm........................................11 .........106 Aria compressa Feinwerkbau 500 calibro 4,5 mm .................................1 .........104 Hatsan Bt 65 calibro 5,5 mm ........................................4 .........138 Fx Cyclone Walnut Me calibro 5,5 mm ........................5 .........116 Gamo mp 9 calibro 4,5 mm..........................................6 .........100 Gun power Xs calibro 5,5 mm......................................7 .........126 Gamo G-Challenge Igt calibro 4,5 mm.........................9 .........114 Crosman Benjamin Marauder calibro 4,5 mm ..........11 .........102 Libera vendita Pedersoli Boutet calibro .45 ..........................................2 .........134 Pedersoli Jäger Target calibro .54 ................................5 .........110 Soft air Cybergun Tanfoglio limited ...........................................3 .........170 Umarex Beretta Arx 160A1 ...........................................4 .........168 Umarex Hk416C ............................................................6 .........154 King arms Vss Vintorez.................................................7 .........156 G&P Magpul battle rifle...............................................10 .........156 Dimensione caccia Gli italiani e la caccia a Pesaro ......................................1 .........174 La battuta al cinghiale in Ungheria................................1 .........176 I sette peccati .................................................................1 .........182 A caccia con Meopta .....................................................2 .........186 Zeiss adventures, La terra dei giganti ...........................3 .........186 Piccoli cacciatori crescono............................................4 .........184 La convention di Las Vegas del Sci ..............................5 .........186 Incontro a Montefiorino ................................................6 .........182 Zeiss adventures, Caccia nello Zululand.......................6 .........187 Game Fair a Tarquinia....................................................7 .........178 Il Muntjiac ......................................................................7 .........186 La prova dello Zeiss V8 in Danimarca ..........................8 .........178 A caccia in Toscana con Swarovski ..............................8 .........182 Zeiss adventures, la zebra di montagna .......................8 .........188 Zeiss adventures, caprioli in Polonia ............................9 .........186 Lunga distanza, c’è chi dice sì.....................................10 .........188 La prova a caccia del Zeiss V8 ....................................11 .........184

12/2014 ARMI E TIRO

191

T

COME FARE LA RICHIESTA PER: ABBONAMENTI - ARRETRATI - ANNUNCI

SERVIZIO CORTESIA

Compilate in stampatello e spedite in busta chiusa o via fax allegando la ricevuta del pagamento a: Edisport Editoriale s.r.l. - Ufficio Annunci, Arretrati e Abbonamenti Via Don Luigi Sturzo 7 - 20016 Pero (MI).

Dati richiedente:

tel. 02 38085402 - fax 02 38010393 e-mail: [email protected]

(Si prega di scrivere in stampatello - Tutti i campi sono obbligatori)

Nome/Cognome ...................................................................................................................................................................................................................................................................... Indirizzo e n.

................................................................................................

CAP ........................... Città .................................................................................................... Prov. ................

Tel. .................................................................................................................. E-mail .............................................................................................................................................................

ABBONAMENTI A LL’abbonamento per 12 numeri decorrerà dal primo numero raggiungibile dopo il ricevimento della richiesta completa. Il prezzo indicato comprende le spese di spedizione.

Italia € 53.80

Unione europea € 85.00 U

Resto del mondo € 120.00

Inviare abbonamento a (se diverso dai dati del richiedente): Nome/Cognome ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Indirizzo e n. .....................................................................................................................................CAP................................Città ....................................................................................................Prov. ......... Tel. ............................................................................................ E-mail......................................................................................................................................................................................................................

ARRETRATI A

IlI prezzo di ogni singolo arretrato è di € 13,00 per l’Italia, € 15,00 per l’Unione europea, € 20,00 per il resto del mondo. Se il fascicolo è esaurito, invieremo la fotocopia del servizio che vi interessa. ANNO

MESE

SERVIZIO...................................................................................................................

ANNO

MESE

SERVIZIO...................................................................................................................

ANNUNCI A LL’annuncio è a disposizione dei privati ed è pubblicato gratuitamente. L’opzione superannuncio è invece a pagamento. La richiesta deve pervenire entro il 25 del mese per la pubblicazione nel secondo mese successivo. Si rammenta che la cessione di armi da guerra non è consentita neppure a coloro che sono in possesso di relativa licenza di collezione. BARRARE LA CASELLA Vuoi dare più risalto al tuo messaggio? CAMBIO COMPRO VENDO Utilizza il “superannuncio” riquadrato con foto al prezzo di 29 €. BARRARE LE CASELLE DELLA SEZIONE CHE INTERESSA pistole revolver canna liscia canna rigata militaria ex ordinanza libera vendita varie

T è anche disponibile su

SI RICHIEDONO I SEGUENTI ARRETRATI

T.it REGISTRATI PER LEGGERLO DOVE VUOI Ricordati che registrandoti sul sito www.pocketmags.com, con un solo pagamento, hai la possibilità di leggere la rivista su tutti i tuoi supporti digitali: pc, tablet e smartphone.

OPZIONE SUPERANNUNCIO Le tariffe affari vengono applicate alle attività di carattere commerciale. L’Azienda si riserva il diritto di definire la categoria di appartenenza.

Marca ...................................................................................................................................................................... Anno ......................................... Modello .......................................................................................................................................................................................................................

COME ACQUISTARE

TESTO: ........................................................................................................................................................................................................................

Scarica gratuitamente l’app dallo Store. Scegli l’opzione che preferisci: 1 numero - 6 numeri - 12 numeri

..................................................................................................................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................

Importo Euro: ..............................................

❏ con assegno intestato a: Edisport Editoriale s.r.l. ❏ c/c/p n.492207 intestato a: Edisport Editoriale s.r.l. ❏ c. cred. Pagherò con carta di credito n°:

CV2

data di nascita

scadenza

codice di 3 cifre sul retro della carta

mese

anno

giorno

mese

anno

Nome e cognome del titolare................................................................................................................................... Firma............................................................................................................................................ Edisport Editoriale s.r.l., in qualità del Titolare del trattamento, garantisce la massima riservatezza dei dati da Lei forniti ed il rispetto del Codice Privacy Dlgs 196/03 e Le garantisce tutti i diritti di cui all’art. 7 (in particolare origine, aggiornamento e cancellazione). L’interessato può richiedere l’elenco completo ed aggiornato dei responsabili del Trattamento Dati. I Suoi dati personali saranno trattati manualmente ed elettronicamente e verranno utilizzati per l’Abbonamento/Richiesta d’Arretrati/Richiesta Annunci, oltre che per l’invio di Materiale Informativo, d’Inviti e di Informazioni Commerciali, Analisi statistiche e di mercato (anche a mezzo di soggetti terzi quali Gestori di abbonamenti, Distributori, Corrieri, altre società del Gruppo Edisport, ecc) sia a mezzo posta che e-mail. Letta l’informativa e consapevole che il trattamento dei dati è necessario per ottenere il servizio descritto nell’offerta, consento al trattamento dei dati, con le modalità precisate e dichiaro di essere maggiorenne.

CONCESSIONARIA DELLA PUBBLICITÀ

c

segui armietiro.it su

SEDE MILANO Via Don Luigi Sturzo, 7 20016 Pero (MI) Tel. 02.380.85.501/502 Fax 02.380.10.393 e-mail: [email protected]

T è una pubblicazione

EDISPORT EDITORIALE s.r.l.

Direzione - Redazione - Amministrazione Via Don Luigi Sturzo, 7 - 20016 Pero (MI) Tel. 02.380.85.1 - Telefax 02.380.10.393 Iscritta al R.O.C. n° 6603/10-12-2001

Copyright by EDISPORT EDITORIALE s.r.l. Socio effettivo:

associata al sistema CONFINDUSTRIA



Non si accetta pagamento in contrassegno

Telefono ...................................................................................... E-mail ...................................................................................................................

Testata ed approvata da oltre 1.000.000 di cacciatori

BAR ZENITH ULTIMATE HAND COCKING

BAR

La carabina semiautomatica più venduta al mondo

ento i ar m a m d a v e l a L manuablilee adesso su tutti i ib è dispon r Zenith! Ba modelli

q!FjDABILIT¬ PRECISIONEEDUNIMPUGNATURA ECCEZIONALI qANNIDILEADERSHIPNELLASUACATEGORIA PI–DI DIUNIT¬VENDUTE

BAR BAR ZENITH BA ZE NI ZEN ZE NITH NIT TH BIG GAME HC

BAR BA R ZENITH ZE WOOD HC

Per trovare il vostro Browning Dealer Partner più vicino, visitate il nostro sito internet www.browning.eu

Related Documents

Armietirodicembre2014
February 2021 0

More Documents from "alberto55"