Soldi & Diritti -146

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Numero 146 | Gennaio 2016

Supplemento di Altroconsumo n.299

www.altroconsumo.it

XX CONDOMINIO

XX RC CAPOFAMIGLIA

Le tutele che coprono marito, moglie, figli (e il cane di casa) quando fanno un danno a terzi. XX FISCO

Versamenti superiori a quanto richiesto o pagamenti di tasse non dovute? Come chiedere i rimborsi.

RC AUTO

XX

ÊX Consuntivo 2015: prosegue la discesa delle tariffe. ÊX Con il nostro servizio online scegli la polizza giusta.

Anno XLII - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a.Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi

Tutto ciò che bisogna sapere in caso di lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e per gli interventi di innovazione.

Smartphone a rate

FINCHÉ PENALE NON CI SEPARI

2 Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

www.altroconsumo.it

DOSSIER 9

Smartphone a rate Acquistare l’ultimo modello di cellulare, con tariffa inclusa, pagando in tranches mensili? La trasparenza è scarsa e le penali di uscita sono decisamente salate.

Inchiesta nei negozi

11

Le offerte disponibili

12

I dépliant promozionali

Articoli

13

Una anno di rc auto Consuntivo 2015: tariffe in discesa.

18

Rc capofamiglia Tutelare la famiglia da brue sorprese.

22

Riavere i soldi dal fisco Come oenere i rimborsi tributari.

26

Influenzati dalla pubblicità Il

33

Assistenza speciale Le funzioni dell’amministratore di sostegno.

36

Cattivi pagatori Le banche dati che conservano i nomi degli insolventi.

38

Pignoramento Le regole per rifarsi sui debitori che non pagano.

rapporto degli italiani con gli spot.

30

Rubriche

in caso di fallimento della banca.

04 Primo Piano

Effetto bail-in Le nuove regole

I nostri valori Indipendenti Le nostre pubblicazioni non contengono pubblicità. Non accettiamo prodotti gratuiti e non realizziamo test su richiesta dei produttori. Scegliamo solo laboratori competenti e indipendenti da qualunque interesse. L’indipendenza è totale, a garanzia di obiettività di giudizi e consigli. Efficaci Il nostro metodo di lavoro si basa su criteri di rigore scientifico, efficienza e competenza. A test e inchieste lavorano tecnici qualificati e specialisti di settore, che mettono la loro professionalità al servizio dell’informazione, della consulenza, della risoluzione concreta dei problemi.

Lavori in condominio Procedure e maggioranze per i diversi interventi.

16

Altroconsumo è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 1973. Altroconsumo, in piena autonomia e indipendenza, si pone come scopo l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. È membro della CI (Consumers’ International), di ICRT (International Consumers’ Research and Testing) e del BEUC (Ufficio europeo delle associazioni di consumatori). Altroconsumo si finanzia esclusivamente attraverso le quote associative.

Notizie, analisi e commenti dal mondo economico e finanziario

40 Parla con noi Leere ed email per comunicarci dubbi, segnalazioni e denunce

42 Sentenze La voce della legge araverso le interpretazioni dei tribunali

44 Economix Il calendario fiscale e le nostre drie

47 Scelte sicure - Indice

Dalla tua parte La nostra missione è esclusivamente orientata a soddisfare le necessità dei consumatori e a tutelare i loro diritti. Per questo offriamo servizi di consulenza individuale e portiamo la voce e le istanze dei consumatori presso gli interlocutori istituzionali e sociali.

Direttore editoriale: Andrea Doneda Direttore responsabile: Rosanna Massarenti Redazione: Natalia Milazzo, Marzio Tosi (capiredattori), Manuela Cervilli, Matteo Metta, Beba Minna, Simona Ovadia, Adelia Piva (vicecapiservizio), Sonia Sartori, Stefania Villa. Redazione online: Alessandro Sessa (caporedattore), Luca Cartapatti (vicecaposervizio), Michela Di Mario, Roberto Usai. Designer: Maria Grazia Galbiati (coordinatore), Elisabetta Veraldi, Roberto Milanesi, Sara Padidar, Ida Trimboli ALTROCONSUMO EDIZIONI srl Sede legale, direzione, redazione e amministrazione: via Valassina 22, 20159 Milano tel. 02/66.89.01 Reg. Trib. Milano n. 116 del 8/3/1985 © Altroconsumo n. 291252 del 30/6/1987 Stampa: ELCOGRAF S.p.A. Soc. Unipersonale, Via Mondadori 15 - 37131 Verona

Le nostre consulenze Per accedere a questi servizi devi comunicare il NUMERO DI SOCIO che trovi sulla tua tessera

GIURIDICA

02 69.61.550

dal lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18

FISCALE

02 69.61.570

dal lunedì al venerdì h.14/17

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

editoriale

Bail-in, che disastro!

U

fficialmente in vigore dal primo gennaio, il bail-in ha già offerto negli ultimi mesi dello scorso anno qualche primo assaggio di cosa potrà succedere. Stiamo parlando di una direiva europea (2014/59) che stabilisce che non sarà più un intervento esterno – lo Stato – a salvare le banche. Se la banca è da risanare, anche i risparmiatori, che hanno affidato fiduciosi i propri soldi alla banca, dovranno contribuire di tasca propria a un “salvataggio dall’interno” – questo il significato leerale di bail-in - , non solo con la svalutazione o l’azzeramento del valore di azioni e obbligazioni, ma

anche meendo a rischio i soldi di conti correnti e di deposito (vedi a pagina 30). Già a novembre per il salvataggio di quaro banche da tempo in difficoltà (Banca Marche, Carife, Popolare Etruria, CariChieti), dalla sera alla maina, i risparmiatori - gente comune, pensionati, lavoratori, casalinghe, insomma non speculatori finanziari - hanno perso tue le loro azioni e obbligazioni subordinate. Dei loro soldi, magari risparmi di una vita, è rimasto zero. Non è ancora un’applicazione ufficiale del bail-in ma, certo, una prova tecnica di quello che può succedere. In dicembre, è tornato soo i rifleori il caso Veneto Banca

e Banca Popolare di Vicenza. Le due banche, non proprio in salute, avevano fao sooscrivere proprie azioni senza informare i clienti dei rischi. Ora, chi le possiede non riesce a liberarsene anche rimeendoci ( il loro valore è sceso), perché la banca non è tenuta a ricomprarle e non sono quotate. Ma gli azionisti di Veneto Banca, per il cambiamento della natura societaria, hanno il dirio di recedere, cioè di restituire le azioni alla società a un prezzo predeterminato. E il prezzo di recesso è stato anche fissato: 7,3 euro, l’81% in meno rispeo al prezzo cui la banca collocava l’azione fino allo scorso aprile! Nonostante ciò non potranno esercitare il recesso, perché Banca d’Italia ha di recente permesso alle banche “dissestate” di escludere questo dirio. Con un risultato paradossale: per non aggravare ulteriormente i conti della banca, i risparmiatori restano ingabbiati in una società traballante. E saranno tui esposti, da gennaio, al rischio bail-in. Stesso discorso per chi è azionista della Popolare di Vicenza. Qui i tempi per trasformarsi in società per azioni sono più lunghi (primavera 2016), ma la situazione sarà la stessa: addio dirio di recesso, rischio bail-in. Se siete azionisti di queste banche, scriveteci su altroconsumo.it/soldi. Rimane per tui il consiglio di tenersi aggiornati sulla solidità della propria banca e di non farsi sedurre dall’acquisto di sue obbligazioni. Altroconsumo Finanza, il seimanale economico, ha preparato un numero speciale sulle banche dove trovare una classifica di affidabilità di più di 200 istituti di credito, grandi e piccoli.

Come contattarci ECONOMICA

02 69.61.580

dal lunedì al venerdì h. 9/13

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via Valassina 22 - 20159 Milano

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4 Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

PRIMOPIANO Evasione fiscale

Ticket sanitari La Regione Lazio sta mandando un avviso bonario di pagamento ai cittadini che, senza averne diritto, hanno usufruito dell’esenzione dei ticket sanitari per il reddito nel 2009-2010. Dal 2011, è direamente il medico che prescrive il farmaco e riporta in ricetta il codice esenzione, ma in quegli anni era il contribuente ad autocertificare il diritto all’esenzione, firmando il retro della ricetta. Se avete ricevuto l’avviso bonario controllate se avevate dirio alle esenzioni: bisogna risalire alle prestazioni e/o ai farmaci per cui avete usufruito dell’esenzione. Se l’avviso non li specifica potete chiedere l’elenco analitico agli uffici della Regione chiamando 800.909.120. Se scoprite che non avevate diritto all’esenzione dovete pagare le somme richieste, anche se è stato il medico a prescrivere per sbaglio, il termine è di 90 giorni. Cosa succede se non pagate entro i termini o non provate di aver avuto dirio all’esenzione? Riceverete la cartella esaoriale di Equitalia. Tue le informazioni su: www.altroconsumo.it/ salute

Bankitalia potrebbe riaprire la conversione in euro

Ancora lire nel cassetto?

A

vete ritrovato banconote o monete nelle vecchie lire, ma non avete fatto in tempo a cambiarle? Non sapete più come convertirle? Non siete i soli. Dimenticate in una scatola, nascoste dalla nonna in un angolo dell’armadio: non capita a pochi di ritrovare un gruzzoleo di lire a distanza di anni. Le lire si potevano cambiare fino a fine febbraio 2012, ma il decreto SalvaItalia del governo Monti aveva anticipato la chiusura, senza preavviso, al 6 dicembre 2011, lasciando spiazzati molti ciadini. La manovra serviva per far risparmiare allo Stato una cifra stimata tra 1,2 e 1,6 miliardi di euro che è stata inserita nel bilancio dello Stato per contribuire a ridurre il debito pubblico. La Corte Costituzionale, però, ha sancito che anticipare per legge la scadenza della prescrizione è anticostituzionale e, quindi, la norma

del decreto non è valida, ma non è andata oltre. Infai, la sentenza non fornisce una soluzione, ma si limita a cancellare la norma. La Banca d’Italia, quindi, dovrà in qualche modo riaprire la conversione delle lire. Al momento sta prendendo tempo e ha comunicato

che, insieme al ministero dell’Economia, sta decidendo tempi e modi. Qualche spiraglio di fare il cambio c’è. Cosa fare? Stiamo cercando di capire quante persone sono coinvolte, per valutare se avviare azioni contro Banca d’Italia e ministero dell’Economia.

Vantaggi per i soci

Carta Altroconsumo: gratis il primo anno Gratis il primo anno per chi chiede di attivare la carta di credito Altroconsumo dal primo gennaio al 31 marzo 2016 (farà fede il timbro postale di invio della leera di richiesta). Non si pagano, quindi, i 10 euro di canone. Anche l’eventuale nuova carta aggiuntiva richiesta (anche da chi ha già una carta principale)

avrà il canone gratuito per il primo anno di possesso. Non solo per i soci la carta è a costo zero, ma restituisce ogni anno lo 0,2% di quanto avete speso. Dal secondo anno la carta, se chiedete l’invio dell’estrao conto online, costa solo 9 euro. Il costo si riferisce al seguente profilo di utilizzo: 12 estratti conto online

di valore superiore a 77,47 euro, un prelievo extraUe di 100 euro, utilizzi extra Ue di 200 euro, spesa annua di 4.500 euro. Per diventare titolari di questa carta emessa da Banca Sella non è necessario cambiare banca né aprire un nuovo conto corrente. Legata al circuito Visa è acceata in tuo il mondo.

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

FOCUS No al canone Rai in bolletta

I

l Governo conferma il suo intento di arginare l’evasione del canone Rai. Per farlo, il maxiemendamento alla legge di stabilità prevede che la tassa si pagherà nella bollea della luce e passerà nel 2016 da 113,50 a 100 euro e, nel 2017, a 95 euro. Volenti o nolenti, gli intestatari di un’utenza domestica di energia elerica potrebbero trovarsi una voce in più (quella relativa alla tassa sulla tv) in bollea. Una manovra discutibile. Come prima cosa, pensare di far ricadere il pagamento su tui gli intestatari di un contrao di energia elerica è sbagliato, perché si dà per scontato che questi siano tui in possesso di una tv. In secondo luogo, l’introduzione del canone Rai in bollea comporterebbe una gran confusione per il ciadino: si finirebbe per non sapere più quanto effeivamente si paga per l’energia elerica e sarebbe difficile orientarsi. Inoltre, nella bollea della luce sono già presenti diversi oneri fiscali ed è impensabile che lo Stato inizi a utilizzarla per fare cassa.

Che significherebbe restituire oltre 100 euro ogni anno alle famiglie italiane ed eliminare la pressione della politica che opprime il servizio pubblico radiotelevisivo. Abbiamo anche chiesto al Presidente del Consiglio di mostrare più coraggio nella riforma della Rai. A nostro avviso dovrebbe restare un solo canale di servizio pubblico che, indipendente e senza pubblicità, sarà chiamato a dare informazioni di qualità; bisogna, inoltre, privatizzare gli altri canali Rai e stabilire obblighi di servizio pubblico a carico delle altre reti private. www.altroconsumo.it/hi-tech

È il momento di dire basta Se anche voi avete ancora le lire da convertire, compilate la scheda che trovate sul nostro sito con i vostri dati personali: vi terremo aggiornati e vi diremo come potete risolvere la questione. www.altroconsumo.it/soldi

Al momento il canone Rai è una tassa dello Stato e come tale va pagata (per sapere tuo sul canone potete consultare il dossier sul nostro sito). Ma fare il proprio dovere di ciadino non significa rinunciare a far sentire la propria voce. Per superare sprechi e inefficienze che, da tempo, contraddistinguono la gestione antieconomica della Rai abbiamo organizzato una petizione per chiedere l’abolizione del canone.

Non si paga alcuna commissione per il rifornimento di carburante. Non solo. In caso di furto o di smarrimento, non vi verrà addebitata la franchigia di 150 euro per gli acquisti fraudolenti fai prima del blocco della carta. I titolari della carta Altroconsumo potranno iscriversi al SellaPayCard, il servizio che permee

di visualizzare online i movimenti della carta nel mese in corso e in quello precedente, e al servizio Sellacard sms, per ricevere un sms ogni volta che la carta viene utilizzata. Verificate che sia la carta più conveniente per voi su: www.altroconsumo.it/carte-dicredito

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6 Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

PRIMO PIANO

PILLOLE SEMPRE PIÙ BAMBINI POVERI IN ITALIA Un milione di bambini in Italia vivono in famiglie che sono in povertà assoluta. L’incidenza della povertà assoluta è triplicata tra il 2005 e il 2014 passando dal 2,8% all’8,5%. Nel Mezzogiorno è ancora più estesa tocca il 9,3%. Sono i dati del 6° Atlante dell’infanzia (a rischio) di Save the Children. L’Atlante evidenzia anche come a fronte di questi numeri le risorse stanziate per l’infanzia sono inadeguate. Infatti, la spesa sociale nell’area famiglia e minori è molto più bassa della media europea con 313 euro procapite contro i 506 della media in Europa e dei 952 euro procapite in Germania. VENDITE ONLINE: IN CRESCITA NEL 2015 L’ecommerce cresce del 28% in Italia nel 2015 e raggiunge 7,2 miliardi di euro. Secondo un’indagine di Confesercenti, Swg e Politecnico di Milano, fanno acquisti online 17 milioni di italiani. L’ecommerce, però, non ha ancora convinto in pieno i piccoli negozi: solo uno su dieci vende anche online. Anche se la maggioranza (55%) dei commercianti vede nel web un’opportunità, una buona fetta (31%) teme che il web a lungo andare, faccia scomparire il negozio fisico.

Mutui indicizzati in franchi svizzeri di Barclays

Il giudice trova clausola vessatoria

I

l mutuo Barclays indicizzato in franchi svizzeri è stato venduto (negli anni tra il 2003 e il 2009) come un prodoo senza rischi, ma si è dimostrato una trappola per molti mutuatari. Nel contrao c’è una clausola che prevede, in caso di estinzione anticipata, che il residuo in euro venga convertito in franchi svizzeri al tasso di cambio convenzionale quello della stipula del mutuo e riconvertito in euro al tasso di cambio dell’estinzione. Quando alla fine del 2014, il franco svizzero si apprezza sull’euro, le famiglie scoprono l’inghippo. Scoprono di dover restituire a Barclays cifre da capogiro per effeo della clausola di estinzione anticipata. Fino a quel momento, le famiglie non si erano rese conto del debito che stavano accumulando perché la banca, con scarsa trasparenza, mandava gli estratti e i piani di ammortamento in euro. A questo punto, Altroconsumo ha diffidato Barclays dall’applicare la clausola di estinzione anticipata ai suoi

clienti, chiedendone l’eliminazione dai contratti. Barclays non si è adeguata e Altroconsumo ha depositato un’azione inibitoria davanti al Giudice. Il Giudice ha deo che la clausola sull’estinzione anticipata è vessatoria. È scritta infatti in maniera non chiara e dunque impedisce al ciadino di fare delle scelte consapevoli e corree. Il singolo può chiedere ora la sua eliminazione con un’azione individuale. Quindi, per tui coloro che hanno ancora aivo un mutuo indicizzato

a franchi svizzeri potrebbe essere eliminata la clausola. Trovate tutti i dettagli della sentenza sul nostro sito: www.altroconsumo.it/soldi Il nostro consiglio, se state cercando un mutuo, è di non affidarsi alle promesse di una sola banca o di un solo intermediatore finanziario, ma meere a confronto le offerte sul mercato valutando i vari tipi di finanziamento disponibili. Scopri quale mutuo scegliere su: www.altroconsumo.it/mutui

Pratica commerciale scorretta sulla garanzia

Apple: 900mila euro di multa, grazie a noi Nel novembre scorso, il Consiglio di Stato ha confermato la sanzione di 900mila euro comminata a Apple nel 2011 dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta e aggressiva, a seguito della segnalazione di Altroconsumo. Nei negozi della Mela la garanzia legale di due anni veniva ignorata. Infai, gli addei alla vendita sostenevano che dopo un anno dall’acquisto del prodotto Apple non dovesse più essere fornita

l’assistenza in caso di difetto del prodoo. La legge sulla garanzia, invece, stabilisce che per due anni dall’acquisto, se il prodoo è difeoso, si ha dirio alla riparazione o alla sostituzione dello stesso senza spese per il consumatore. L’azienda di Cupertino sosteneva di applicare le norme statunitensi invece che quelle italiane, concedendo una garanzia di un anno estensibile solo dietro pagamento - ad un altro

anno. Infai, in caso di estensione per ulteriori 12 mesi i negozi proponevano di acquistare Apple Care al costo di 69 euro. Ora Apple dovrà dare una correa e trasparente informazione al consumatori sulla garanzia legale. Bisogna dire che a seguito della segnalazione di Altroconsumo e della multa imposta dall’Antitrust, l’azienda di Cupertino ha poi esteso a due anni la garanzia sui suoi prodoi.

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

Occhio alla tassa rifiuti

Community noleggio auto gratis

Catasto: adesso i metri quadri

Dexcar, anche no

Dal 9 novembre scorso la visura catastale riporta anche la superficie dell’immobile e i metri quadrati, ai fini della tassa rifiuti (Tari). Non solamente i vani e il valore catastale, che rimangono immutati, ma anche i metri quadri complessivi dell’immobile e quelli che possono aiutare per stabilire la base imponibile della tassa sui rifiuti. Le visure catastali, cioè i “documenti d’identità’’ degli immobili, si arricchiscono quindi di nuove informazioni. La novità riguarda 57 milioni di immobili, censiti come A, B e C, sui 61 milioni registrati e prepara gli archivi dell’Agenzia delle entrate anche in vista della riforma del catasto che, solamente quando sarà approvata, vedrà il superamento dei vani e l’utilizzo dei metri quadrati anche per il calcolo delle rendite. La novità non è solamente formale. Cambiano i dati che ha in mano il ciadino e che già da alcuni anni sono a disposizione sia degli Uffici

delle entrate sia delle amministrazioni comunali. E la maggiore consapevolezza non solo aiuterà e semplificherà gli adempimenti, ma servirà anche a meersi al riparo da sgradite sorprese: controlli, contestazioni e accertamenti. In particolare, il dato sulla “superficie complessiva” servirà a verificare se per la compravendita la superficie dichiarata è “gonfiata’’. Il dato sulla “superficie totale escluse aree scoperte” servirà invece per verificare se il Comune ha calcolato correttamente la tassa sui rifiuti, la Tari, per la quale si deve fare riferimento alla superficie calpestabile, esclusi i muri e le aree scoperte come i balconi e i terrazzi. Se ci sono discrepanze oppure errori nelle informazioni presenti negli archivi, puoi rivolgerti al Contact Center o agli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate . In alternativa, se sei registrato ai servizi online dell’Agenzia delle entrate, fare la richiesta sul sito.

Guida Pratica

Lavoro e benessere Il lavoro occupa una fea importante della nostra vita, quindi è importante saper creare l’atmosfera giusta e affrontare i problemi con capi e colleghi nel modo giusto. La nostra guida analizza il funzionamento degli ambienti di lavoro e gli errori più frequenti che commettiamo. Svela anche le tecniche che vi consentiranno di gestire meglio il vostro tempo, anche ai fini della carriera. Potete chiederla (per i soci c’è un contributo di 1,95 euro) chiamando lo 02/69.61.506 o su: www.altroconsumo.it/guidepratiche

L

o slogan è “La tua auto costa troppo. Noleggiane una gratis: con Dexcar da oggi puoi!” Dexcar è la community che promette un noleggio di auto nuove per due anni a condizioni strepitose: con il solo contributo di 390 euro, ci si assicura un’auto del valore di 15.000 euro, con tanto di assicurazione, manutenzione, cambio gomme. Certo bisogna aspettare, al massimo due anni. E non finisce qui: con un poco d’impegno ci si può anche guadagnare, se si presentano due persone interessate. Come sia possibile non è chiaro. In pratica, il cliente compra un posto all’interno di una “matrice” in cui ci sono 15 posizioni distribuite su 4 livelli: si entra al primo livello nella prima posizione e si avanza fino al quarto livello, lasciando il posto agli altri che man mano aderiscono al sistema. Per arrivare in fondo ci vorranno 14 persone. Per oenere l’auto si devono completare tre matrici: cioè arrivare a 45 persone che accantonano 17.550 euro (45×390), il che copre al massimo il costo di un cliente. E per soddisfare gli altri, quanti dovranno aderire al sistema? Costi e tempi sono esponenziali. Quanto tempo ci vuole per completare il giro? Dicono massimo due anni, ma nessuno può assicurarlo, perché dipende da quanti clienti nuovi entrano nelle matrici. Facile predire che ci saranno ordini insoddisfai: leggendo il contrao si scopre che, contrariamente a quanto si lascia intendere, il noleggio non è garantito. Se non avviene in due anni, Dexcar traiene comunque una cifra di circa 60 euro. Se per miracolo si arriva alla fine del percorso si può ritirare l’auto presso la sede, che a quanto pare è in Germania, o farsela consegnare a proprie spese. Insomma, statene alla larga.

7

8 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

DOSSIER

SMARTPHONE A RATE

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La nostra inchiesta nei negozi di Milano rivela un’offerta confusa e poco trasparente

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

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Le offerte a confronto: non convengono se si lascia l’operatore prima dei 30 mesi

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Occhio ai dépliant promozionali

Finché penale non ci separi Poca trasparenza su costi e vincoli nei pacchetti che abbinano piano tariffario e smartphone. Penali di uscita troppo salate.

A

volte la passione per la tecnologia ci spinge a fare cose un po’ pazze, come inventare le scuse più improbabili per liberarci del vecchio smartphone e prendere l’ultimo modello. Proprio come fa Pif in uno degli ultimi spot di Tim, buttando il suo telefono sotto uno schiacciasassi e lanciando l’offerta che abbina l’ultimo gioiellino della tecnologia a un piano tariffario, il tutto con il pagamento di una rata mensile

GLOSSARIO Dilazione Il prezzo del bene viene spalmato su più rate senza applicare interessi o spese. Prestito finalizzato È il finanziamento per l’acquisto di un determinato bene o prodotto. Prevede il pagamento di un interesse e di spese. Prestito personale È fatto in banca o da una finanziaria senza legami con l’acquisto di un bene.

contenuta. I big della telefonia puntano su questa passione degli italiani per la tecnologia per tenere legati a sé i clienti più a lungo possibile. In un settore come questo, in cui c’è tanta concorrenza, fidelizzare il cliente è difficile: per questo si sono inventati offerte che limitano lo spostamento a un altro operatore. Infatti, l’esca telefonino serve per far sottoscrivere un piano tariffario a cui si resta vincolati per 30 mesi, cioè per ben due anni e mezzo. Un’eternità. Per rendere ancora più appetibile l’offerta ci sono anche operatori, come Tim e Tre, che se dopo un anno, un anno e mezzo, si vuole cambiare di nuovo telefono perché è uscito il nuovo modello, danno la possibilità di farlo. Se si chiede la sostituzione con un cellulare nuovo, riparte la dilazione, cioè si ricominciano a pagare le rate da capo. Così, di fatto, si costringono i clienti a rimanere fedeli per sempre... Un’altra opzione che viene data è quella di

restituire il telefono che già si possiede. Ma non conviene, perché dopo aver pagato le rate per un anno si resta senza nulla in mano.

In giro per negozi Anche quando si va nei negozi degli operatori per verificare sul posto la situazione, la confusione su costi e vincoli regna sovrana. Nel novembre scorso abbiamo visitato a Milano i negozi di tutti i principali operatori di telefonia, due per insegna: volevamo acquistare un Samsung Galaxy S6 Edge con pagamento a rate nel canone telefonico. Intanto, abbiamo portato a casa solamente dépliant incomprensibili, dove le informazioni sono relegate nelle righe piccolissime e le spiegazioni a voce degli addetti alla vendita vengono riassunte a penna sui dépliant stessi (vedi un esempio a pag. 12). Alla fine si esce senza capire davvero quanto costa il tutto né che se si recede prima della scadenza si paga una penale né che si tratta di una dilazione o, nel caso di

DALLE INFORMAZIONI DEI COMMESSI, NON SI CAPISCE BENE QUANTO SIA IL COSTO REALE DELL’OFFERTA

10 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

DOSSIER

SMARTPHONE A RATE

Offerte a confronto

 ALL INCLUSIVE SMARTPHONE PIÙ TARIFFA: L'INFEDELTÀ COSTA CARA Con 35 euro circa al mese hai l’ultimo modello di Samsung Galaxy o di iPhone, con sms, chiamate illimitate e internet: con queste offerte i big della telefonia cercano di fidelizzare il cliente. Se aderisci devi restare fedele almeno 30 mesi, altrimenti paghi una penale salatissima. Ecco le le offerte principali a dicembre 2015.

FASTWEB

POSTEMOBILE

Mobile Freedom con Smartphone

Creami 1000 + Promo Samsung

Offerta. Sms e chiamate illimitate, 5Gb di navigazione a 19 euro al mese per 30 mesi. Anticipo di 99 euro. Quindi, in totale sono 570 euro per il traffico telefonico. Si aggiungono 689 euro se si abbina l’iPhone 549 euro con il Samsung Galaxy .

Offerta. Samsung Galaxy S6 Edge 32 Gb con piano tariffario con sms e chiamate illimitate, 3Gb di navigazione a 32 euro per 30 mesi (22 euro lo smartphone, 10 il piano tariffario). Anticipo 99 euro. In totale 1.059 euro (759 euro per il telefono, 300 euro per la linea). Questa combinazione non è prevista con l’iPhone.

www.altroconsumo.it/soldi

TRE Free Unlimited

19

19

Costo totale dopo 30 mesi (in euro)

FASTWEB Mobile Freedom con smartphone

Costo finale smartphone (in euro)

■ Per individuare lo smartphone che fa per te, consulta il nostro servizio online sul sito, nella sezione hi-tech: puoi confrontare prezzi e prestazioni dei più diffusi sul mercato e verificare dove comprarlo al prezzo più conveniente. Se scegli di comprarlo a rate, verifica quanto ti costa con il nostro servizio:

Operatore e offerta

Penale recesso prima di 30 mesi (in euro)

Confronta e scegli

APPLE IPHONE 6S 16 GB CON PIANO TARIFFARIO DURATA 30 MESI - CLASSIFICA PER PREZZO (DICEMBRE 2015) Anticipo (in euro)



I conti. Dopo un anno si può decidere se restituire o sostituire lo smartphone. Restituirlo non conviene: dopo aver pagato 170 euro si resta senza nulla. Se si sostituisce con uno nuovo si riattiva la dilazione: si pagano le rate da capo. Penali salate se si lascia prima dei 30 mesi: fino a 470 euro.

Canone mensile per piano tariffario (in euro)

SUL NOSTRO SITO

I conti. Se si lascia Postemobile prima dei 30 mesi non si paga una penale, ma solo le rate residue. La dilazione, però, non è a costo zero se si considera che sul sito di Postemobile il Samsung costa 699 euro, 60 euro in meno rispetto all’offerta.

Offerta. Per il Samsung, c’è un anticipo di 99 euro, 12 mesi a rata zero e 18 mesi a 10 euro più un’assicurazione di 5,90 euro al mese. In totale 279 euro a cui bisogna aggiungere il salato piano tariffario da 40 euro al mese. Alla fine dei 30 mesi fanno 1.656 euro. Per l’iPhone 1.746 euro.

Rata mensile per smartphone (in euro)

I conti. Conviene se si tiene per 30 mesi. Se si recede prima la penale è di 150 euro, oltre al pagamento delle rate mancanti. Se si abbina l’iPhone sappiate che, se non si resta fedeli fino alla fine, il telefono costerà di più che se lo si comprava in un negozio Apple e cioè 839 euro contro 779.

TIM Special Unlimited + Scegli smartphone + Tim Next

119

150

689

1.259

15 + rata finale 119,30

20

100

100

669,30

1.269,30

VODAFONE Relax 3GB

16

34

99,99

300

579,99

1.599,99

WIND WIND Magnum con telefono incluso

18

29

199,90

50 come rata finale

739,90

1.609,90

5,90 per 12 mesi + 20,90 per 18 mesi

40

99

compresa tra 470 e 156

369

1.746

TIM TIM Special Unlimited + Scegli smartphone + TIM NEXT

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

TRE

VODAFONE

WIND

Free Unlimited

Relax 3GB

WIND Magnum Refresh con telefono

Offerta. Sms e chiamate illimitate, 4Gb di navigazione a 35 euro al mese per 30 mesi con iPhone o con Samsung Galaxy abbinati. Anticipo 100 euro. L’offerta prevede che dopo 15 mesi si possa cambiare lo smartphone con uno più nuovo facendo ripartire le rate da capo. Non conviene: dopo aver sborsato 625 euro si rimane senza nulla in mano.

Offerta. Sms e chiamate illimitate, 3Gb di navigazione. L’anticipo è di 99,99 euro. La rata mensile per il Samsung è di 44 euro (34 piano tariffario, 10 telefono), per l’iPhone 50 euro (16 euro per il telefono) per 30 mesi. L’offerta conviene se non si recede per 30 mesi, altrimenti la penale di uscita di 300 euro vanifica la convenienza

Offerta. Il piano tariffario è di 29 euro mensili per 30 mesi, quindi sono già 870 euro da mettere in conto. A questi si aggiungono 10 euro al mese per il Samsung (anticipo 149,90 euro). Se si resiste per 30 mesi il telefono ci costa 449,90 euro. Se, invece, si recede prima la penale è di 290 euro e il telefono ci costa 739,90 euro (caro rispetto al mercato).

I conti. Dietro l’offerta c’è un contratto di finanziamento con Compass: Taeg 6,5%, 29 rate da 35 euro e rata finale di 119,30 euro per iPhone e 95,78 per Samsung. Penale di recesso anticipato: 100 euro.

I conti. Per chi è già cliente Vodafone ricaricabile: per iPhone ci vuole anticipo di 99,99 euro e 23 euro al mese per 30 mesi. Per Samsung: anticipo di 139,99 euro e rate di 20 euro per 30 mesi.

I conti. Per l’iPhone l’anticipo è di 199,90 euro e la rata mensile 18 euro. Il telefono costa così 579,99 euro e se si recede prima 789,90 euro (50 euro di penale). Dopo 18 mesi c’è la possibilità di cambiare telefono.

SAMSUNG GALAXY S6 EDGE 32 GB CON PIANO TARIFFARIO DURATA 30 MESI - CLASSIFICA PER PREZZO (DICEMBRE 2015) Rata mensile per smartphone (in euro)

Canone mensile per piano tariffario (in euro)

Anticipo (in euro)

Penale recesso prima di 30 mesi (in euro)

Costo finale smartphone (in euro)

Costo totale dopo 30 mesi (in euro)

Operatore e offerta

POSTEMOBILE Creami 1000 + Promo Samsung

22

10

99

0

759

1.059

FASTWEB Mobile Freedom con smartphone

15

19

99

150

549

1.119

15 + rata finale 95,78

20

0

100

545,78

1.146

290 come rata finale

449,90

1.320

TRE Free Unlimited WIND WIND Magnum con telefono incluso VODAFONE Relax 3GB TIM TIM Special Unlimited + Scegli smartphone+ TIM NEXT

10

29

149,9

10

34

99,99

300

399,99

1.420

99

compresa tra 470 e 156

279

1.656

5,90 per 12 mesi + 15,90 euro per 18 mesi

40

DISSERVIZI



Le nostre conciliazioni ■ Hai reclamato con un big della telefonia per un disservizio e la risposta che ti ha dato non ti soddisfa? Per evitare tempi e costi del tribunale puoi rivolgerti alle nostre commissioni di conciliazione, attive con Telecom, TeleTu, Tim, Vodafone e Wind. Per informazioni, contatta il nostro servizio: 02 69.61.550

11

12 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

DOSSIER

SMARTPHONE A RATE

Dépliant poco chiari

Uno dei volantini che nei negozi Wind illustra l’offerta Wind Magnum con Samsung Galaxy S6 Edge. Evidenzia uno sconto di 290 euro, ma su cosa? Una rata di 10 euro, per quanto tempo? È scritto in caratteri lillipuziani dietro al volantino: 290 euro è la rata finale che non paghi se resti fedele per 30 mesi, la durata delle rate.

Tre, addirittura di un finanziamento con una finanziaria esterna: in questo caso dovrebbe essere consegnato al cliente il modulo europeo standardizzato che riassume costi e spese del prestito. Se, poi, si vuole leggere con calma a casa il contratto che farà di quell’operatore il proprio partner per i prossimi due anni e mezzo, non si può fare, perché nessuno lo dà prima di firmarlo. La logica è chiara: prima si firma il contratto, poi lo si legge. Una cosa è certa: il vincolo delle offerte è sempre di 30 mesi per tutti gli operatori. Non è poco, soprattutto se si considera che se si recede anticipatamente oltre al pagamento delle rate mancanti è previsto un costo che purtroppo non viene mai bene evidenziato.

Meglio fare bene i conti Meglio fare bene i conti prima di cedere alla tentazione della dilazione. Li abbiamo fatti per voi, mettendo a confronto le offerte dei principali operatori (vedi pagg. 10 e 11). Intanto, bisogna pagare il telefono per 30 mesi, che sono ben due anni e mezzo di fedeltà assoluta senza desiderare alcun altro modello. Insomma, non possiamo guardare nessun altro uomo all’infuori di nostro marito con cui la passione, però, si è spenta già dopo un anno. Non solo. Non possiamo nemmeno flirtare con qualche altro operatore telefonico che magari ha lanciato una nuova offerta vantaggiosissima. Infatti, i circa 35 euro al mese per 30 mesi sono vincolati alla fedeltà assoluta al piano tariffario abbinato allo

100%

SE SI RECEDE DAL CONTRATTO PRIMA DEI 30 MESI PREVISTI, LA PENALE PUÒ ARRIVARE FINO A 470 EURO smartphone. Che, in quelli analizzati, include sms e chiamate illimitate e i giga internet più alti. Se tradisci sarai punito. Nel portafoglio. Perché il recesso prima di 30 mesi comporta il pagamento di una penale che arriva anche a 470 euro. Una barriera che limita la concorrenza e la mobilità del cliente e che segnaleremo all’Antitrust e all’Agcom. Anche perché, tranne che per Tre, trattandosi di una dilazione del prezzo e non di un prestito finalizzato, non rientra nella normativa sul credito al consumo, che prevede che, in caso di rimborso anticipato di un prestito, se il capitale residuo è inferiore a 10.000 euro non si paghi nulla a titolo di indennizzo per l’estinzione anticipata. Dovrebbe essere così anche per le dilazioni di prezzo: per garantire la concorrenza bisognerebbe poter uscire in anticipo solo pagando le rate residue. Tra l’altro, non dimentichiamo che il telefono diventa vostro quando aderite all’offerta. In caso di furto oppure di smarrimento resterete senza telefono, ma dovrete continuare a pagare le rate.

Le alternative ci sono Se volete sottoscrivere le offerte che abbinano telefono e piano tariffario, valutate bene quanto costa complessivamente il telefono

con la dilazione, sommando le rate periodiche da pagare per 30 mesi, l’anticipo e l’eventuale rata finale. Abbiamo fatto qualche conto per voi (vedi le tabelle delle pagg. 10 e 11) di quanto vi sarà costato tutto il pacchetto alla scadenza dei 30 mesi: per Samsung Galaxy S6 Edge 32 Gb si va da 1.059 euro (PosteMobile) a 1.656 euro (Tim), per iPhone S6 16 Gb si va da 1.259 euro (Fastweb) a 1.746 euro (Tim). Cifre da confrontare con l’acquisto dello stesso smartphone in un negozio (anche a rate) abbinato a una sim ricaricabile o l’abbonamento del gestore. Se comprate a rate in negozio non dovete pagare alcun anticipo e potete rimborsare il prestito in qualsiasi momento pagando le rate mancanti, senza alcuna commissione di estinzione anticipata. Poi siete liberi di aderire alle offerte di altri operatori per il traffico telefonico. Meglio se il Taeg (cioè costo complessivo del prestito) è zero: verificatelo con il nostro servizio online (vedi riquadro a pag. 10). Un’offerta da cui stare lontani è quella che abbiamo trovato sul sito di Apple per comprare a rate il nuovo iPhone 6S 16 Gb. Costo: 779 euro. Se si compra a rate in 24 mesi (tramite Agos, la finanziaria convenzionata con Apple), il Taeg è pari al 17,06%. Davvero alto: non conviene.

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

CONDOMINIO

13

Regole e maggioranze

Lavori di palazzo Manutenzione ordinaria, straordinaria, innovazioni e imprese: come fare a orientarsi.

I

l palazzo comincia a mostrare i suoi anni: l’androne andrebbe un po’ ritinteggiato, l’ascensore meriterebbe qualche attenzione in più... Avviare i lavori non è comunque cosa da poco, anche perché è necessario trovare un punto di incontro tra i condomini. Gli interventi – a seconda del tipo e dell’entità - richiedono differenti quorum per l’approvazione: dalla maggioranza dei presenti in assemblea fino al voto unanime nei casi più delicati.

Vai di manutenzione Tinteggiare le scale, riparare il pavimento del cortile, sostituire le lampadine nelle aree comuni sono considerati interventi di manutenzione ordinaria, cioè lavori che mantengono efficienti gli impianti esistenti.

Piccole opere gestite dall’amministratore senza convocare l’assemblea. Quest’ultima può comunque deliberare (con la maggioranza dei presenti e un terzo dei millesimi), intervenendo su modalità e condizioni per l’esecuzione dei lavori. Rifare il tetto, intervenire sulla facciata, procedere alla ripavimentazione del cortile sono invece interventi “straordinari”, cioè di notevole entità, che comportano spese elevate. Per poterli iniziare è necessario il sì della maggioranza in assemblea e della metà dei millesimi.

Interventi di innovazione Optare per l’introduzione del portiere o per l’installazione di un nuovo ascensore, intervenire sulle parti comuni per migliorare

la qualità di vita nel condominio è un atto di “innovazione”. In questi casi la decisione deve essere approvata dalla maggioranza dei condomini presenti in assemblea, con i due terzi dei millesimi. Chi non fosse d’accordo con l’opera avviata non è tenuto a sostenerne i costi, salvo poi non usufruire. È il caso, ad esempio, della costruzione di una piscina: chi non ha contribuito, potrà godersela solo dalla finestra. Sia per gli interventi di manutenzione straordinaria sia per quelli di innovazione, se le opere sono date in appalto e pagate ad avanzamento lavori, l’assemblea deve costituire obbligatoriamente un fondo speciale di importo pari all’ammontare degli interventi; il fondo può essere costituito anche per far fronte alle singole tranche di pagamento. Altro discorso per le innovazioni

14 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

CONDOMINIO ASSEMBLEA CONDOMINIALE

Regole e maggioranze



Le maggioranze per la validità delle decisioni Perché l’assemblea possa tenersi, in prima convocazione devono essere presenti ½+1 dei condomini, in rappresentanza di almeno 2/3 dei millesimi del palazzo; in seconda convocazione 1/3 dei condomini e 1/3 millesimi. In basso a ciascuna schedina, riportiamo le maggioranze necessarie perché i provvedimenti votati siano validi.

Interventi ordinari

Innovazioni

Interventi di manutenzione e riparazione ordinari o straordinari se di lieve entità (tinteggiatura delle scale, sostituzione della gettoniera dell’ascensore, riparazione dell’autoclave, illuminazione delle scale, manutenzione del giardino...). SECONDA CONVOCAZIONE ½+1 DEGLI INTERVENUTI E 1/3 DEI MILLESIMI

Interventi straordinari Riparazioni straordinarie di notevole entità (facciate, tetto, rifacimento della copertura dei box...). Ricostruzione dell’edificio. Progetti locali per il recupero del patrimonio edilizio. INNOVAZIONI DI INTERESSE SOCIALE O AMBIENTALE • Opere e interventi volti a migliorare la sicurezza e la salubrità degli edifici e degli impianti. • Opere e interventi per eliminare le barriere architettoniche. • Contenimento del consumo energetico degli edifici. • Realizzazione di parcheggi. • Produzione di energia mediante l’utilizzo di impianti di cogenerazione, di fonti rinnovabili su parti comuni. • Installazione di impianti centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso ad altro flusso informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino alla diramazione per le singole utenze. 1/2+1 DEGLI INTERVENUTI IN ASSEMBLEA E 1/2 DEI MILLESIMI

Interventi diretti a migliorare l’uso o il rendimento delle cose comuni (trasformare il tetto in terrazzo, attrezzare un’area giochi in giardino, allargare un portone...).

1/2+1 DEGLI INTERVENUTI IN ASSEMBLEA e 2/3 DEI MILLESIMI

Modifica della destinazione Modifica della destinazione dell’uso di parti comuni per esigenze condominiali (per esempio, dismettere lo stenditoio comune per usarlo come sala riunioni). 4/5 DEI CONDOMINI E DEI MILLESIMI

Modifica diritti indisponibili • Servitù a carico del condominio. • Innovazioni che possono creare danno alla stabilità, sicurezza, decoro del fabbricato. • Innovazioni che rendono una parte dell’edificio inservibile al godimento o all’uso anche di un solo condomino.

100% DEI CONDOMINI E DEI MILLESIMI

socialmente rilevanti: per eliminare le barriere architettoniche, creare posti auto, produrre energia da fonti rinnovabili, installare antenne centralizzate, satelliti e adsl basta una maggioranza dei presenti in assemblea e la metà del valore dell’edificio.

per il quale sono necessari i quattro quinti dei condomini e i quattro quinti dei millesimi. Vietati invece gli interventi che possono pregiudicare la stabilità e la sicurezza dell’edificio o alterarne il decoro architettonico o rendere alcune parti comuni inservibili.

E tutto il resto?

Scegliere l’impresa

Più complicato il cambio di destinazione d’uso di parti comuni (ad esempio la trasformazione del locale stenditoio in sala riunioni),

Preventivi contenuti e competenze tecniche, ma anche e soprattutto solidità, serietà e capacità economica e logistica di intervenire

con efficacia in caso di difetti dei lavori eseguiti: devono essere questi i criteri per scegliere l’impresa che farà i lavori nel palazzo, una volta approvati dall’assemblea. L’amministratore preparerà un capitolato tecnico, con l’elenco degli interventi, in base al quale saranno formulate le offerte delle imprese: l’assemblea sceglierà la migliore. Per seguire lo stato di avanzamento degli interventi ci si può affidare a un direttore di cantiere, al quale spetta il compito di

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

Il taglio dell’albero in giardino Abbiamo in cortile un bellissimo abete che, secondo alcuni toglierebbe spazio condominiale. Per questo motivo, alcuni condomini hanno chiesto all’assemblea di votare l’abbattimento dell’albero. La richiesta, purtroppo, è stata accolta e adesso stiamo aspettando la motosega. Io non sono d’accordo. Ci tengo a precisare che l’albero è piantato nel rispetto delle distanze di legge ed è lì da sempre. Cosa posso fare? C.D. - Milano Gli alberi sono un bene comune e appartengono a tutti i condomini: la giurisprudenza è abbastanza concorde nel ritenere che per tagliare gli alberi condominiali occorra l’unanimità dei partecipanti. Dunque la delibera assembleare assunta a maggioranza è nulla.

vigilare sull’operato dell’impresa. Se i lavori non procedono come previsto dagli accordi, il condominio può contestarli. Sarà cura dell’amministratore inviare quindi una “diffida ad adempiere”, in base alla quale si può anche recedere dal contratto e chiedere i danni. Alcuni difetti possono essere notati solo con il passare del tempo (se l’impermeabilizzazione del tetto non è stata fatta a regola d’arte, si scoprirà con le prime piogge): per questo motivo la legge concede due anni dalla consegna per far valere i proprio diritti.

Signori, si cambia Non è raro che durante i lavori, si rendano necessarie modifiche rispetto al progetto iniziale. Se la variazione è richiesta dall’impresa, questa dovrà chiedere l’approvazione al condominio. Potrà rifarsi degli eventuali maggiori costi solo se il contratto non prevede un pagamento globale, ma per singole voci. Se la richiesta di variazioni, invece, arriva dal condominio, l’impresa ha l’obbligo di accettarla e ottenere il pagamento della differenza. È possibile chiedere una riduzione degli interventi solo se il loro valore non supera un sesto del preventivo. In caso di

E ci sono diverse sentenze che chiariscono questo concetto. Vi sono poi differenti normative che in diverse Regioni e Comuni tutelano gli alberi e regolano il taglio delle piante. In ogni caso, il cittadino che intende abbattere uno o più alberi su suolo privato deve richiedere l’autorizzazione al Comune, riportando la motivazione dell’abbattimento. Spesso il Comune che concede l’autorizzazione esige la sostituzione dell’albero abbattuto con altre piante: a garanzia di questo obbligo si chiede al cittadino un deposito cauzionale, che verrà restituito ad avvenuta sostituzione, dopo la visita di collaudo da parte dell’Ufficio tecnico. Di norma l’autorizzazione viene rilasciata dietro presentazione di una perizia che dimostri la necessità di tagliare l’albero per ragioni di sicurezza o di salute della pianta.

LE NOSTRE GUIDE PRATICHE Richiedi la nostra guida per affrontare concretamente i problemi di convivenza nel tuo palazzo. La guida (per i soci c’è solo un piccolo contributo spese di 1,95 euro) può essere ordinata telefonando al numero 02/69.61.506 oppure richiesta all’indirizzo web:

www.altroconsumo.it/guidepratiche

OPERE URGENTI

15



In emergenza ■ Un cornicione che cade a pezzi, una conduttura che si rompe, strutture inagibili o pericolanti a causa di forti piogge. Quando si verifica un’emergenza oppure alcuni interventi non possono essere più rimandati per questioni di sicurezza, l’amministratore del condominio deve intervenire anche senza l’approvazione dell’assemblea, altrimenti dovrà rispondere in prima persona di “omissione di lavori in edifici minacciati di rovina” (art. 677 del codice penale). ■ Dovrà poi informarne i condomini alla prima assemblea. Se l’amministratore del condominio non fosse in grado di far partire i lavori necessari, dovrà dimettersi per evitare di assumersi responsabilità penali.

crescita dei costi in corso d’opera (aumento dei materiali, della mano d’opera) l’onere ricade sull’impresa. Soltanto nel caso in cui i costi dei materiali o della manodopera aumentino più del dieci per cento per cause imprevedibili, l’impresa può chiedere una revisione del prezzo, ma solo per la parte che eccede il 10% di quanto pattuito. Può invece ottenere un indennizzo se l’aumento del costo dipende da cause geologiche, idriche e simili, che si manifestano in corso d’opera.

Responsabilità e sicurezza La responsabilità della sicurezza per i lavori in condominio è del condominio stesso e di conseguenza dell’amministratore, che ne è il rappresentante legale. Quest’ultimo deve adempiere a tutti gli obblighi che la legge prevede per i diversi interventi: dalla notifica all’Asl per l’apertura del cantiere alla valutazione del idoneità dell’impresa a svolgere i lavori. Anche vigilare che gli interventi non pregiudichino i lavoratori abituali del condominio (portiere, giardiniere, chi fa le pulizie...). Fortunatamente, la legge dà la possibilità di incaricare una persona responsabile dei lavori per conto del condominio.

16 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

ASSICURAZIONI

Consuntivo 2015

Rc auto in calo Prosegue la discesa delle tariffe. Scegliere la polizza giusta permette di risparmiare anche centinaia di euro.

SUL NOSTRO SITO



Le migliori

Puoi risparmiare in modo semplice e veloce, usando il nostro servizio online che confronta le tariffe rc auto (o rc moto). Vai sul nostro sito o telefona al numero 02/69.61.566: comunicando i tuoi dati personali e quelli della tua auto (o della tua moto), ti indicheremo le cinque polizze più economiche a seconda delle tue caratteristiche di automobilista (età, classe di merito, cilindrata dell’auto...). Se la compagnia più conveniente per te risulta Genialloyd o Zurich Connect, puoi usufruire di una tariffa preferenziale sulla rc auto (o rc moto) e di ulteriori sconti sulle garanzie chiamate “rischi diversi”.

www.altroconsumo.it/rcauto

A

nche il 2015 delle tariffe rc auto si conclude con il segno meno, confermando la tendenza positiva del settore già registrata lo scorso anno: nel complesso, i premi hanno subìto riduzioni che oscillano da un minimo del 2,65% fino a un massimo del 9,17%. L’automobilista che sceglie la polizza più conveniente rispetto alle sue caratteristiche (età, classe di merito, cilindrata del veicolo...), può risparmiare davvero tanto. In soldoni: un ventottenne, in classe CU 6, con un auto da 1.360 cc (per esempio, Citroen C3 1.3 benzina) può risparmiare fino a quasi 300 euro a Milano, oltre 450 euro a Roma, 800 euro a Napoli e oltre 360 euro a Palermo. Buone le possibilità di risparmio anche per un automobilista trentacinquenne in classe CU 4 e per un quarantenne in classe CU 1:

chi sceglie la compagnia giusta, può tenersi in tasca almeno oltre 130 euro (vedi schede qui sopra a destra). Un discorso a parte va fatto per i neopatentati. Questi ultimi, grazie alla cosiddetta legge Bersani, in caso di acquisto dell’auto, possono avvalersi della possibilità di “ereditare” la classe di merito di uno dei genitori o dei fratelli (vedi SD 141, marzo 2015), pagando in questo modo molto meno di quanto avrebbero dovuto versare se fossero entrati nella classe di merito riservata ai neopatentati. Detto questo, il giovane automobilista che non può usufruire dei vantaggi della legge Bersani, scegliendo la compagnia giusta riesce comunque a risparmiare addirittura fino a oltre mille euro. Nonostante le buone possibilità di risparmio, i neopatentati rimangono i più penalizzati: i premi medi per un diciottenne rimangono ben al di sopra dei 2.000 euro, sia al Nord sia al Sud.

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

AUTOMOBILISTI



Premi in discesa anche durante l’ultimo anno Abbiamo analizzato le tariffe per due automobilisti in quattro città. Qui sotto trovate la variazione dei premi medi durante l’ultimo anno e le prime due compagnie più convenienti per ciascuno degli automobilisti.

Tariffa media in euro dicembre 2015 Differenza dicembre 2014/ dicembre 2015

Premio in euro

ALFONSO, 28 ANNI

ANNA, 40 ANNI

Impiegato, assicurato con continuità da 8 anni, è in classe CU 6, nessun sinistro sull’attestato di rischio, guida una Citroen C3 1.3 benzina (immatricolata e acquistata da 4 anni), massimale minimo di legge.

Impiegata, assicurata con continuità da 20 anni, è in classe CU 1, nessun sinistro sull’attestato di rischio, guida una Citroen C3 1.3 benzina (immatricolata e acquistata da 4 anni), massimale minimo di legge.

Milano

Roma

Napoli

Palermo

585

835

1.521

806

-5,80% -7,98% -7,43% -2,65% Direct Line

Quixa

Quixa

Quixa

287

377

722

440

Quixa

Direct Line

Cargeas

Direct Line

361

463

1.136

459

A caccia della compagnia La generale diminuzione dei premi rc auto a cui stiamo assistendo negli ultimi anni è la conseguenza di più fattori. Un elemento importante è sicuramente il calo degli incidenti (i cosiddetti “sinistri” in linguaggio assicurativo): meno costi per le compagnie significa, di riflesso, che queste ultime hanno più agio di agire per abbassare le tariffe. Anche alcune misure più prettamente tecniche possono aver contribuito a consolidare la tendenza al ribasso. Un’influenza positiva ha sicuramente avuto l’abolizione del cosiddetto tacito rinnovo, per cui se l’automobilista non avvisava la propria compagnia di voler cambiare, alla scadenza della polizza quest’ultima si intendeva automaticamente rinnovata. La cancellazione di questa regola ha reso gli automobilisti più attivi, spingendoli a valutare le differenti proposte

Tariffa media in euro dicembre 2015 Differenza dicembre 2014/ dicembre 2015

Premio in euro

Milano

Roma

Napoli

Palermo

359

510

922

492

-5,82% -9,17% -8,85% -7,61% Direct Line

Cargeas

Quixa

Cargeas

224

321

627

314

Cargeas

Quixa

Reale Mutua

Direct Line

233

339

693

347

assicurative del mercato prima di optare per il rinnovo. Dall’altro lato, la misura ha senz’altro favorito la concorrenza tra compagnie. Anche la cosiddetta “dematerializzazione” dei documenti (vedi riquadro qui a lato) dovrebbe apportare novità positive al settore, contribuendo a limitare drasticamente il numero delle frodi e a ridurre notevolmente il numero dei veicoli circolanti senza adeguata copertura assicurativa. Per gli automobilisti, il sistema migliore per ottimizzare il risparmio è quello di valutare, con anticipo rispetto alla data di scadenza della polizza rc auto, tutte le proposte presenti sul mercato. Per facilitare questo compito, è a disposizione dei soci il nostro calcolatore (si trova sul nostro sito, nella sezione “Auto e moto”), che permette di fare un confronto tra varie offerte delle compagnie e trovare la tariffa più bassa a seconda delle proprie caratteristiche di automobilista.

DOCUMENTI



Cosa è cambiato ■ L’attestato di rischio non è più cartaceo: viene messo a disposizione dell’assicurato (almeno 30 giorni prima della scadenza del contratto) nel sito della compagnia. In caso di cambio di polizza, sarà la nuova compagnia a recuperare l’attestato dalla banca dati controllata da Ivass, l’organismo che sovraintende il settore assicurativo. ■ Anche il contrassegno assicurativo non deve più essere esposto sul parabrezza dell’auto. Rimane invece obbligatorio tenere a bordo il certificato di assicurazione.

17

18 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

ASSICURAZIONI

Rc capofamiglia

Assicurati Le polizze rc capofamiglia convengono: costano poco e offrono una buona protezione

GLOSSARIO Franchigia È stabilita dal contratto e corrisponde alla parte di danno che non viene coperta dalla polizza e che quindi rimane a totale carico dell’assicurato. Massimale È la somma massima che viene pagata dalla compagnia assicurativa come risarcimento di un danno previsto nelle condizioni di polizza. Sovrappremio È la somma che l’assicurato deve pagare alla compagnia in aggiunta al normale premio per poter ottenere una copertura più ampia.

A

ppassionati di masterchef che avvelenano per sbaglio i commensali, ciclisti distratti e inquinatori involontari. L’elenco di chi può beneficiare di una polizza responsabilità civile capofamiglia è quasi infinito: questi tre casi non proprio conosciuti ci servono per evidenziare l’enorme spazio di copertura a costi relativamente bassi offerto da questi prodotti. La nostra indagine ha preso in esame 18 contratti presenti sul mercato: nella tabella a pag. 20 li trovate elencati secondo i risultati ottenuti. A essere coperti sono il capofamiglia e le persone che coabitano con lui, in particolare i figli minori e i domestici. In ogni caso, nel contratto viene sempre indicato chi deve

ritenersi assicurato e chi no. La copertura è “limitata” alla vita privata, domestica e non, alle vacanze, al tempo libero (hobby e sport) e non riguarda i danni provocati dall’attività professionale o dalla violazione di contratti. L’estensione è quasi sempre mondiale (copre i danni provocati ovunque).

Animali Una delle fonti più probabili di danni a terzi sono gli animali domestici. Come si vede dalla tabella, i risultati sono piuttosto buoni un po’ per tutte le compagnie. Occhio, però, alle franchigie, che variano da 50 a 250 euro. Alcuni consigli sono d’obbligo: anzitutto è bene specificare chiaramente il tipo di animale posseduto e, nel caso dei cani, anche

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

a basso costo SERVIZI VETERINARI



Cani pericolosi

■ Avere una polizza che copra i danni causati dal vostro cane non è così immediato come sembra. Anzitutto, bisogna dire che al momento risulta abolita la lista dei cani pericolosi, istituita da precedenti ordinanze del ministero della Salute.

SONO COPERTI I DANNI PROVOCATI A TERZI DAL CAPOFAMIGLIA E DALLE PERSONE CHE VIVONO CON LUI, OLTRE AGLI ANIMALI DOMESTICI E ALLA COLF la razza (vedi riquadro a destra). Per quanto riguarda gli altri “pet” il problema è la definizione: le polizze parlano di animali “domestici”: in realtà, questo termine non è chiaro, perché in ambito veterinario si parla di animali “da affezione”. L’esempio classico sono i conigli: di solito sono animali “da reddito”, (vengono allevati per la carne). Recentemente, però, sono diventati anche animali “da affezione”. Rientrano tra quelli coperti dalle polizze? Difficile dirlo, per cui è bene specificare nel contratto che cosa si possiede.

Sport e minori Gli sport sono generalmente coperti, se non praticati in modo professionale. Sono generalmente escluse, invece, le partecipazioni

a gare e competizioni (anche da parte di dilettanti), perché coperte da specifiche assicurazioni. Chi pratica sport particolari, come ad esempio il paracadutismo, il parapendio, il pugilato o l’atletica, deve verificare le clausole contrattuali: alcune compagnie escludono esplicitamente certe attività perché considerate particolarmente pericolose (ad esempio Generali, Axa, Genialloyd, Groupama, Poste, Cattolica, Vittoria, Unipol). Le polizze coprono inoltre i danni provocati dai minori. Una copertura molto utile, che tutte le polizze offrono, è quella legata alla guida dei veicoli a motore (coperti da rc auto) da parte dei figli minori senza patente e avvenuta all’insaputa dei genitori. In

■ Quello che attualmente prevedono le disposizioni ministeriali è la valutazione dei comportamenti del singolo cane da parte dei servizi veterinari. La misura viene applicata solamente ai cosiddetti cani impegnativi, quindi non è un giudizio complessivo su una determinata razza, ma un’analisi di ogni singolo esemplare. ■ Qualora il cane abbia avuto in passato episodi “pericolosi” (per esempio, episodi di morsicatura oppure di aggressioni), viene iscritto in un apposito registro e il proprietario dovrà stipulare una polizza responsabilità civile capofamiglia. ■ Come si comportano in concreto le compagnie di assicurazioni? Alcune continuano a escludere i cani pericolosi inclusi nella vecchia lista o alcune di quelle razze (ad esempio Axa). Unipol non le esclude, ma applica una franchigia di 250 euro. Genialloyd e Groupama chiedono una condizione aggiuntiva per coprire i danni provocati dai cani, Poste per assicurare i danni causati da animali domestici in generale. Reale Mutua esclude i cani iscritti nel registro veterinario, Hdi, invece, li comprende, ma solamente se si stipula la polizza a più ampio raggio (quella da noi esaminata). Insomma, sui cani le compagnie vanno in ordine sparso.

19

20 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

ASSICURAZIONI

Rc capofamiglia

Qualità globale %

Esclusioni

Danni da acqua

Minori

Sport/hobby

Animali

Premio lordo in euro

Compagnia e prodotto

Colf

POLIZZE RC CAPOFAMIGLIA CLASSIFICA PER QUALITÀ

F

AVIVA Abitazione

100

A A A A A B

88

F

UNIPOLSAI divisione UNIPOL Casa - Chiave Platino

171

A B

A B

A B

87

REALE MUTUA Casamia

152

A B

A B

A A

85

CATTOLICA Cattolica&Casa - formula gold

176

A B

A A A B

84

POSTE ASSICURA PostaProtezione MultiRC

183

A B

A B

82

ITALIANA Casa e famiglia

A B

152

A B

B

A A C

81

94,26

A B

A A A C

80

FILO DIRETTO AmiCasa

100

A B

C

A A B

79

SARA Sara Casa Pronta

120

A A B

A A B

79

80

A B

A C

VITTORIA Multirischi casa e famiglia

AXA Rc capofamiglia

B

78

EUROP ASSISTANCE Eura famiglia

108,50

A A A A A B

78

GENERALI ITALIA Generali Sei a Casa - formula top

137,50

B

B

B

A A A C

78

ZURICH Metro per Metro Quadro

105

A B

A A A C

78

GROUPAMA QuiAbito Casa

164

A B

B

B

77

GENIALLOYD Io e la mia casa

96

B

B

A A A B

75

HDI Globale casa - garanzia completa “C”

163

B

C

A B

74

109

B

B

A A A A

ITAS Habitas+ - forma plus CARGEAS Capofamiglia

100,02

A B

A B

A A A A A D

COME VALUTIAMO La qualità nelle prove è indicata attraverso un numero di stelle, da uno (pessimo) a cinque (ottimo). La qualità globale è espressa da un voto in centesimi. Il colore azzurro nelle tabelle indica i prodotti di qualità globale buona o ottima. Il colore nero i prodotti sconsigliati.

LA NOSTRA SCELTA Al primo posto della nostra classifica spicca la polizza “Abitazione” di Aviva Assicurazioni, che ottiene il massimo del punteggio in tutte le categorie, tranne quello dei danni da interruzione da lavoro e nelle esclusioni, e ha un premio di soli 100 euro. Al secondo posto della classifica si trova “Casa - Chiave Platino” di UnipolSai.

88

87

Buona Qualità

Aviva Abitazione

Buona Qualità

UnipolSAI Casa - chiave Platino

Telefono 0227751 www.avivaitalia.it

Telefono 0515077111 www.unipolsai.it

Massimale (euro)

Premio annuo con imposte (euro)

Massimale (euro)

Premio annuo con imposte (euro)

500.000

90

500.000

150

1.000.000

100

1.000.000

171

1.500.000

115

1.500.000

185

2.000.000

130

2.000.000

192

2.500.000

160

2.500.000

200

3.000.000

190

72 69

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

LE POLIZZE DEL TEST



■ I premi indicati sono relativi a un massimale di copertura di 1 milione di euro (solo Poste prevede un massimale di 750.000 euro e Italiana di 1.100.000 euro). ■ I premi riguardano la responsabilità civile per fatti della vita privata, della conduzione e della proprietà di un appartamento a Milano (famiglia con marito, moglie, figlio minore, colf, cane piccolo). ■ Cattolica e Vittoria non hanno voluto collaborare: ci siamo quindi recati in agenzia a Milano per avere i preventivi.

caso di incidente, l’assicurazione rc auto paga ai terzi i danni causati anche da un minore senza patente, ma poi chiede all’assicurato quanto pagato. La polizza rc capofamiglia serve a proteggere proprio dalle conseguenze negative dell’azione di rivalsa. Alcune compagnie stabiliscono un indennizzo massimo (per Vittoria e Groupama il 50% del massimale).

Acqua e lavoro Tra i danni più frequenti che si possono causare a terzi ci sono quelli da acqua, causati ad esempio dalla rottura di una tubatura. Le polizze li prevedono, ma è meglio fare attenzione alle franchigie e alle esclusioni. Le prime variano da 50 a 250 euro. Nel secondo caso, ricordatevi che sono esclusi i danni provocati da umidità, stillicidio e insalubrità dei locali. Altre coperture riguardano le perdite economiche causate al danneggiato: solitamente il fatto che dopo aver subìto il danno non possa lavorare per un certo periodo di tempo. L’esempio classico è il caso della rottura di un tubo dell’acqua dell’appartamento, che costringe il titolare del negozio sottostante a tener chiusa l’attività per qualche giorno perdendo così una parte degli utili. In questo caso, molte polizze prevedono un sottomassimale che va da 25.000 a 100.000 euro e sono previsti scoperti molto differenziati (ad esempio, Axa applica un sottomassimale di 100.000 euro e uno scoperto del 10% con un minimo di 800 euro, Genialloyd

un sottomassimale di 20.000 euro e una franchigia di 100 euro). Cargeas, Itas e Zurich, invece, non offrono questo tipo di copertura.

ALCUNE POLIZZE VENGONO VENDUTE SOLO CON TUTELE AGGIUNTIVE

Colf e casa Per quanto riguarda i collaboratori domestici, bisogna distinguere tre situazioni diverse. La prima è la classica: la colf lascia cadere un vaso dal balcone e colpisce la macchina del vicino. In questo caso tutte le polizze prevedono la tutela. La seconda è la responsabilità civile verso i prestatori di lavoro: in questo caso si parla di un vero e proprio rapporto di lavoro dipendente (ad esempio, la badante che assiste il nonno 24 ore al giorno) e le polizze tutelano l’assicurato in caso di infortunio subìto dal lavoratore nelle sue mansioni. La terza è la prestazione occasionale, quando cioè non c’è una prestazione fornita in modo continuativo: in questo caso le polizze coprono per la morte o le lesioni personali gravi o gravissime subite da persone non dipendenti, incaricate dell’esecuzione di lavori di baby sitting o servizi domestici. Tutte le polizze assicurano i danni derivanti dalla “conduzione della casa”, quindi quelli provocati a terzi che derivano dallo svolgimento di attività domestiche e di ordinaria manutenzione. Generalmente la copertura si estende sia alla casa di residenza sia alle seconde case e riguarda anche le relative pertinenze (box, cantina, giardino...). È importante sapere che queste polizze generalmente mettono al riparo anche dai danni che possono derivare dalla conduzione delle parti comuni, nel caso in cui si abiti in un condominio. Se, ad esempio, un muratore che lavora sulle parti comuni (scala, facciata...) danneggia la proprietà di uno dei condomini e la rc del palazzo non copre il danno, la vostra polizza copre la vostra quota di quanto dovuto al danneggiato.

Esclusioni Tutte le polizze coprono la manutenzione ordinaria, come i piccoli lavori di falegnameria e la tinteggiatura. Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, di solito è coperta la responsabilità del committente (cioè l’assicurato commissiona questi lavori a un’impresa). Solo Cargeas prevede che la tutela si fermi alla responsabilità per ordinaria manutenzione. È esclusa dalla copertura anche la guida dei natanti a motore, mentre rientra il caso di quelli a vela o a remi generalmente fino a 6 metri e mezzo di lunghezza.

CHE COSA FARE



In caso di danno ■ Denunciare il sinistro. La denuncia va fatta a mezzo di raccomandata a.r. entro tre giorni da quando è avvenuto. I termini possono essere anche più lunghi a seconda del contratto: Aviva, ad esempio, prevede sei giorni, Reale Mutua e Zurich dieci. È previsto che la compagnia possa pagare l’indennizzo direttamente al danneggiato se è l’assicurato a richiederlo. Meglio chiedere sempre alla compagnia di farlo e inviare copia della lettera anche al danneggiato, perché sappia che il risarcimento gli verrà pagato dall’assicurazione. ■ Se la compagnia non paga. L’assicurazione si rifiuta di pagare se la polizza non copre quel sinistro. L’assicurato deve quindi risarcire il danneggiato (o andare in giudizio per difendersi) ed eventualmente fare causa alla compagnia, qualora ritenga che il sinistro debba essere coperto. L’assicurazione, però, può anche ritenere il sinistro coperto dalla polizza, ma non provvedere a risarcirlo perché stabilisce che l’assicurato non ha responsabilità in quanto accaduto. In questo caso tocca al danneggiato chiamare in causa l’assicurato, che sarà comunque tutelato dall’assicurazione. Visto che la polizza è attiva, tocca infatti alla compagnia provvedere a difendere l’assicurato. ■ Se la compagnia paga. In questo caso, tutto si chiude per il meglio. Ricordiamo, però, che il diritto ad avere l’indennizzo da parte dell’assicurato si prescrive entro due anni dal momento in cui è stato chiesto il risarcimento.

21

22 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

IMPOSTE

Tempi e modalità

Riavere i soldi dal fisco Versamenti superiori a quanto richiesto o pagamenti di tasse non dovute: come ottenere i rimborsi.

C

i accorgiamo che avremmo dovuto pagare 300 euro di Irpef e invece, per errore, ne abbiamo versate 370. Siamo andati in confusione e abbiamo pagato l'Imu sulla prima casa e solamente in seguito siamo venuti a conoscenza che non avremmo dovuto versare proprio nulla. In casi come questi, il fisco ci dà la possibilità di ritornare sui nostri errori e di chiedere il risarcimento delle somme pagate anche se non dovute, sia perché versate in eccesso rispetto all'effettiva somma a debito sia perché pagate totalmente senza ragione. La richiesta di rimborso, che tecnicamente si chiama "istanza", deve essere fatta in carta semplice entro i termini previsti dalle norme tributarie (vedi schema qui a fianco) e indirizzata a enti differenti a seconda del tipo di imposta di cui si chiede il rimborso (vedi schema a pag. 23).

Gli acconti Una prima ipotesi particolare riguarda il rimborso degli acconti di imposta, spesso richiesti dall’erario (ad esempio nel caso di Irpef, Iva e imposte locali). Prima di tutto, in questi casi, bisogna fare una distinzione: > se l’acconto versato è superiore al totale dovuto (perché, ad esempio, a giugno si è versato l’acconto Imu e a dicembre ci si è accorti che è superiore al saldo, perché nel frattempo l’immobile è diventata l'abitazione principale del contribuente): in questo

I TERMINI ENTRO I QUALI PRESENTARE L'ISTANZA I TEMPI PER RICHIEDERLO Ê I termini per fare la richiesta di rimborso partono generalmente dal giorno in cui è stato effettuato il pagamento dell'imposta, a eccezione di alcuni casi particolari (acconti, esenzioni, illegittimità della norma).

5 anni

per le imposte locali quali Imu, Tasi e Tari

4 anni

per il rimborso di ritenute e versamenti di imposte dirette quali Irpef, Ires...

3 anni

per il rimborso delle imposte indirette quali imposte di registro, di successione o donazione, di bollo...

2 anni

se non specificato diversamente, come per l’Iva

caso il termine per chiedere la restituzione dell’importo versato in eccesso decorre dal versamento del saldo (la stessa regola vale per i pagamenti con carattere di provvisorietà, cioè quelli subordinati alla determinazione in via definitiva dell'importo da versare); > se l’acconto versato non era dovuto o non

era dovuto in quella misura già nel momento in cui è stato pagato oppure non era applicabile la disposizione in base alla quale è stato pagato (ad esempio, si è pagato il primo acconto Imu su una casa che è da sempre l'abitazione principale): in questo caso, il termine scatta dal versamento dell’acconto.

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

LA DOMANDA VA PRESENTATA IN CARTA SEMPLICE A CHI CHIEDERLO Ê A seconda del tributo pagato in eccesso o pagato anche se non dovuto, bisogna chiedere il rimborso a differenti organismi.

Imposte dirette

Imposte indirette

Imposte locali

all’ufficio dell’Agenzia delle entrate competente per il contribuente al momento della dichiarazione dei redditi all’ufficio dove è stato registrato l’atto o la successione all’Amministrazione comunale a cui si è versato il tributo

IN BUSTA PAGA



I rimborsi da dichiarazione 730 ■ Se il diritto al rimborso nasce dalla dichiarazione 730, perché al termine della compilazione risultate a credito, non bisogna presentare alcuna istanza, perché l'importo viene restituito direttamente nella busta paga di luglio (per lavoratori dipendenti) o nella pensione a partire da settembre (per i pensionati). ■ Se per qualunque motivo non si ricevono le somme spettanti, allora bisogna presentare la domanda di rimborso all’ufficio dell’Agenzia delle entrate del luogo di residenza, allegando una certificazione con cui il sostituto d’imposta dichiara di non aver eseguito il conguaglio e di non aver, quindi, rimborsato l’Irpef. L'istanza va presentata entro 4 anni. ■ In alternativa al rimborso in busta paga o nella pensione, è sempre possibile scegliere di utilizzare il credito risultante

dal 730 per pagare, tramite compensazione, le altre imposte che si possono versare con il modello F24 (usato per pagare imposte locali, contributi previdenziali...). ■ Se il credito risulta dal Modello Unico, si può chiedere il rimborso (compilando il quadro RX), utilizzarlo in compensazione o riportarlo a credito nella dichiarazione dell’anno successivo. Quest’ultima scelta conviene soprattutto se si può utilizzare il 730 e ottenere subito il rimborso dal sostituto d’imposta. I tempi per il rimborso dei crediti derivanti da Unico sono infatti molto lunghi: si può aspettare anche due anni. Se non si fa alcuna scelta, il credito può essere recuperato solo dietro istanza di rimborso, dopo che l’ufficio ha verificato che non è stato portato in compensazione o nelle dichiarazioni successive dei redditi.

23

Le agevolazioni fiscali Un'altra ipotesi particolare si verifica quando si versa un’imposta senza tenere conto di un’agevolazione a cui invece si aveva diritto (ad esempio, se un’associazione fa domanda per l’esenzione dall’Ires, ma i termini di pagamento scadono prima del suo accoglimento, deve comunque versare l’imposta, salvo poi chiederne il rimborso). > Dal momento che in casi del genere l’agevolazione viene riconosciuta al termine della verifica dei presupposti da parte dell’amministrazione finanziaria, il termine (di due anni) per chiedere il rimborso inizia a decorrere solamente nel momento in cui il procedimento di verifica si conclude. > Se invece il beneficio fiscale viene introdotto successivamente da una norma con effetto cosiddetto retroattivo (che si applica, cioè, anche ai rapporti non ancora esauriti), il termine per il rimborso di quanto pagato in più scatta dalla data di entrata in vigore della nuova norma.

Le norme fiscali illegittime Passiamo ora al caso di una norma fiscale che ha istituito un tributo che in seguito è stato dichiarata illegittimo. > Se una norma che regola tasse o tributi viene dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale, il termine per chiedere il rimborso di quanto ingiustamente versato in base a quella norma decorre dalla data della sentenza. > Le cose cambiano se invece l’illegittimità viene dichiarata dalla Corte di giustizia europea: la giurisprudenza prevalente, infatti, ritiene che in tal caso vada applicata la regola generale secondo cui il termine per presentare la domanda di rimborso scatta dalla data di versamento dell’imposta. Su SD 138, settembre 2014, ci siamo occupati dell’ultima sentenza della Cassazione (Sezioni Unite n. 13676/2014) che ha confermato il principio: nel caso in esame, la Corte di giustizia europea aveva dichiarato illegittima la norma italiana che richiedeva il versamento dell’Irpef sulle somme

BISOGNA FARE ATTENZIONE AL RISPETTO DEI TEMPI ENTRO CUI EFFETTUARE LE RICHIESTE

24 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

IMPOSTE

Tempi e modalità

ricevute dal contribuente come incentivo alle dimissioni. La Commissione tributaria regionale, dando ragione al contribuente, aveva ritenuto che il termine per il rimborso andasse conteggiato dalla pronuncia di illegittimità della norma. La Cassazione, però, è stata di diverso avviso: ha infatti stabilito che il rimborso non può essere chiesto dopo 4 anni dal pagamento (trattandosi di Irpef), così come stabiliscono le regole italiane. In pratica, con questa sentenza, la Suprema corte ha privilegiato l’esigenza di dare certezza alle situazioni giuridiche rispetto all’interesse del singolo contribuente.

L'IMPORTO PAGATO IN PIÙ VIENE ACCREDITATO SUL CONTO CORRENTE O SUL CONTO POSTALE La domanda Nell’istanza (vedi il facsimile di lettera qui sotto) vanno spiegate le ragioni per cui si ritiene di avere diritto al rimborso e vanno allegate le prove dei versamenti eseguiti o le certificazioni delle ritenute subìte. Se la domanda di rimborso viene respinta, il contribuente può presentare ricorso alla Commissione tributaria provinciale

CHE COSA SCRIVERE COME CHIEDERE IL RIMBORSO Qui sotto riportiamo un facsimile di lettera per la richiesta di rimborso per tributi pagati in eccesso o per tributi pagati anche se non dovuti.

Nome e indirizzo del richiedente Spettabile Agenzia delle entrate (Comune, ufficio, indirizzo) Oggetto: istanza di rimborso di imposta diretta/indiretta/ locale Io sottoscritto…, residente a…, via…, codice fiscale…, premesso che -in data... effettuavo il versamento/subivo la ritenuta dell’imposta... relativa all’anno... per l’importo di ..; -parte/l’intera imposta non risulta dovuta perché... (spiegare i motivi e allegare l’eventuale documentazione a supporto); chiedo il rimborso di... euro dell’imposta... relativa all’anno..., data di versamento/ritenuta..., oltre all'interesse di legge per versamenti eseguiti in eccesso/ritenute subìte erroneamente/ eccedenze di credito non utilizzate in compensazione e non riportate nelle successive dichiarazioni dei redditi. Allego: -distinta di versamento del .../certificazione di ritenuta del...; -(eventuale ulteriore documentazione ); -modello per la richiesta di accredito in conto corrente. Luogo e data

Firma

competente entro 60 giorni dalla comunicazione del rifiuto. Per le controversie fino a 20.000 euro il ricorso alla Commissione tributaria deve obbligatoriamente contenere la cosiddetta domanda di mediazione (vedi SD 144, settembre 2015): senza quest'ultima, la procedura viene automaticamente bloccata. Se entro 90 giorni dalla presentazione della domanda non arriva alcuna risposta, la richiesta si deve intendere rifiutata (scatta il cosiddetto silenzio-rifiuto). Il contribuente può allora ricorrere al giudice tributario ma i tempi si dilatano: il termine di prescrizione è generalmente di 10 anni.

Il rimborso Se il fisco riconosce il diritto al rimborso, il contribuente ha diritto alla restituzione di ciò che ha ingiustamente pagato. L'importo viene accreditato sul conto corrente bancario oppure su quello postale: i dati del conto possono essere comunicati con la domanda di rimborso o in qualsiasi altro momento attraverso il canale Fisconline presente sul sito dell’Agenzia (www.agenziaentrate.gov.it). Se non sono state fornite le coordinate bancarie, l’Agenzia invita il contribuente a presentarsi in un qualsiasi ufficio postale se l’importo del rimborso, comprensivo di interessi, non supera i 999,99 euro. Se l’importo è maggiore, ma inferiore a 51.645,69 euro, il contribuente viene invitato a comunicare i dati del suo conto attraverso un modello da compilare e consegnare in Posta. Per gli importi superiori a 51.645,69 euro e per i rimborsi dei soli interessi, qualunque sia il loro importo, il rimborso avviene esclusivamente tramite accredito su conto corrente bancario o postale. Attenzione: se l’intestatario del conto è diverso dal beneficiario del rimborso o il conto risulta chiuso o, ancora, le coordinate bancarie sono sbagliate, la somma da rimborsare torna nelle casse dell’erario e sul sito dell'Agenzia delle entrate, se si è registrati, l’accredito risulta “non effettuato”. Bisogna quindi rivolgersi agli uffici dell’Agenzia perché il rimborso venga nuovamente emesso. Per i rimborsi delle imposte locali, occorre rivolgersi all’amministrazione comunale.

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26 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

PUBBLICITÀ

Cosa ne pensano gli italiani

Lo spot si può rifare La pubblicità vi condiziona, vi disturba, invade la vostra privacy, vi fa spendere di più? Resistere si può. Con noi.

A

volte ci incanta perché lo spot è un piccolo film divertente o commovente oppure perché c'è il nostro attore preferito come testimonial, spesso ci irrita perché arriva direttamente sul nostro smartphone e ci sentiamo toccati nella nostra privacy oppure ci infastidisce perché si insinua nei siti che visitiamo rimandandoci indietro le nostre ricerche su Google & Co. sotto forma di pubblicità. Il che ci fa

sentire colpiti nelle nostre informazioni più private come i gusti, i bisogni, le preferenze. Il nostro rapporto con le "informazioni commerciali" o i "consigli per gli acquisti" di televisiva memoria è ambivalente: da un lato siamo infastiditi, molto, soprattutto dal telemarketing degli operatori della telefonia e da quelli dell'energia che ci telefonano per offrirci presunti tagli alla bolletta o complicati piani tariffari per risparmiare. Quando navighiamo in internet, poi, siamo

spiati dai cookie (file usati in rete per tracciare l'attività di chi naviga e inviargli poi pubblicità mirata sui suoi gusti e interessi). E ci siamo anche attrezzati per evitare di incappare continuamente nelle strategie di marketing delle aziende, per esempio installando sul computer software che bloccano lo spam. Dall'altro lato, però, ci facciamo ancora influenzare, non poco, nelle nostre decisioni di acquisto e addirittura indurre bisogni che

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

non sapevamo di avere. Spendendo più di quanto pianificato. Questo è il quadro che emerge dalle risposte al nostro questionario a cui hanno risposto, nell'aprile 2015, 1.031 persone (18-64 anni), distribuite su tutto il territorio nazionale.

Se ti fai ammaliare, spendi di più Quattro persone su dieci si rendono conto di essere stati spinti dalla pubblicità a fare un acquisto a cui altrimenti non avrebbero pensato. Non solo. Hanno anche speso più di quanto pianificato "per colpa" sua: in media 132 euro oltre il budget stabilito. Pochi si sono pentiti dell'acquisto così indotto: solo l'11% si è dichiarato pentito perché si è reso conto di non aver bisogno di quel prodotto. Per pigrizia poi l'83% se lo tiene, solo il 17% decide di restituirlo. Gli acquisti indotti dalla pubblicità riguardano soprattutto cibi e bevande (28%), ma anche eventi o prodotti sportivi (17%) e, non sorprende, giocattoli (16%), cosmetici (14%) e prodotti hi tech (14%). Come resistere alle sempre più raffinate strategie di marketing? Contate su di noi per evitare l'acquisto di impulso: basta consultare i nostri test e i nostri servizi online. Altroconsumo, grazie alla scelta di non ricorrere alla pubblicità sulle proprie riviste, può permettersi di mettere a confronto qualità e prezzi di prodotti e servizi, dandovi il consiglio giusto (dal detersivo per i piatti alla lavatrice, dalla polizza rc auto al mutuo...) in maniera del tutto indipendente. Quindi, quando vedete lo spot del nuovo smartphone capace di prenotare da solo le vacanze nel posto e al prezzo giusto e di trovarvi anche un compagno di viaggio simpatico e carino, prima di precipitarvi nel negozio a comprarlo, verificate col nostro servizio online che fornisca questa prestazione, che funzioni bene e che abbia un prezzo accettabile: con un'arma così non potete che uscirne vincitori. Il che non significa che bisogna sempre reprimere gli impulsi: se mettere quel profumo ci fa sentire belle come Charlize Theron, beh compriamolo. Bisogna anche dire che se avete acquistato e vi siete pentiti, non tutto è perduto. Se avete comprato online (il computer, il frullatore...) o al telefono, per esempio avete accettato un contratto per la fornitura di energia elettrica o un nuovo piano tariffario per il cellulare e non siete convinti, avete 14 giorni di tempo per cambiare idea e riavere indietro i soldi senza dover fornire alcuna motivazione

e senza dover sostenere costi. Nel caso di vendita via telefono, il recesso parte dal momento in cui si firma il contratto che deve arrivare a casa, in forma cartacea o su supporto digitale durevole; in tutti gli altri casi, si parte dal giorno della conclusione del contratto. Sul nostro sito trovi i facsimili di lettera da usare per esercitare il recesso e tutti i dettagli su tempi e modi: www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia

Prove aperte di resistenza Resta il fastidio di sentirsi assaliti dai messaggi pubblicitari: la nostra inchiesta mette in evidenza un alto grado di insofferenza da parte degli intervistati per il bombardamento di offerte commerciali, soprattutto sullo smartphone e online (vedi il riquadro a pag. 28). Per difendersi, il 50% degli intervistati dichiara di non rispondere a telefonate provenienti da numeri sconosciuti o nascosti, il 16% si è fatto togliere dall’elenco telefonico. Il 28% degli intervistati non autorizza l’installazione di cookie nel proprio computer e

il 32% blocca le finestre pop up del proprio browser internet. Ben il 26% degli intervistati usa un software per bloccare lo spam, cioè i messaggi di posta elettronica con la pubblicità. C'è addirittura un 18% degli intervistati che dichiara di essere disposto a pagare di più per non avere alcuna pubblicità su certi canali tv. Solo i più scafati, il 42% degli intervistati, quando firmano un contratto non danno il consenso per qualsiasi uso commerciale dei loro dati. Sei su dieci, però, lo fanno. Spesso senza esserne consapevoli, perché magari hanno firmato un modulo per avere una carta fedeltà di un supermercato o di una catena dove veniva chiesto il consenso al trattamento dei dati personali (cioè numero di telefono, indirizzo email...) a fini promozionali o commerciali non ben distinto dal consenso all'uso di tali dati necessario per la fornitura del servizio. Le aziende corrette danno la la libertà di scegliere come verranno utilizzati i nostri dati sensibili, distinguendo il consenso dato al

L'ESPERIENZA DI PIÙ DI MILLE ITALIANI LA PUBBLICITÀ CI FA SPENDERE DI PIÙ Ê Ci facciamo condizionare soprattutto nell'acquisto di quello che mettiamo nella dispensa e in frigorifero. Ma anche sui giocattoli, spinti da figli e nipoti.

2 su 5 gli intervistati che si dichiarano consapevoli di comprare un prodotto perché influenzati dalla pubblicità. In particolare:

132 € 11%

27

28%

17%

16%

cibi e bevande

eventi, attività e prodotti sportivi

giocattoli

in media la spesa mensile sostenuta in più rispetto a quella pianificata

gli intervistati che si sono pentiti di quello che hanno comprato influenzati dalla pubblicità

28 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

PUBBLICITÀ

Cosa ne pensano gli italiani

loro uso per la fornitura del servizio, da quello destinato all'uso per scopi commerciali o promozionali, che possiamo invece rifiutare. Purtroppo, una disattenzione su questo aspetto ci può costare cara: la nostra casella di posta elettronica si riempirà di messaggi pubblicitari e anche sul nostro smartphone arriveranno sms commerciali. Come difendersi? Sappiate che il consenso al trattamento dei propri dati personali può sempre essere revocato. Il tutto sta a ricordarsi, nella miriade di consensi che ci chiedono di firmare, in quale ci è scappata la penna o la crocetta, per poter indirizzare la richiesta di revoca al soggetto giusto. Potete, quindi, opporvi in qualsiasi momento all'ulteriore utilizzo dei vostri dati, anche per una sola finalità come ad esempio il marketing o per una specifica modalità di trattamento (l'invio di offerte commerciali via posta o via email). Come? Ci sono gli appositi moduli sul sito del garante per la protezione dei dati personali (www.garanteprivacy.it). Se, invece, siete assillati dalle telefonate

commerciali, considerate che potete cercare di bloccarle iscrivendovi, gratuitamente, al Registro pubblico delle opposizioni, creato proprio per tutelare la privacy degli abbonati agli elenchi telefonici (www.registrodelleopposizioni.it). Inoltre, per arginare le telefonate indesiderate, potete : > chiedere dove hanno preso il vostro nominativo: sono obbligati a rispondervi; > se vi rispondono che l’hanno pescato dagli elenchi pubblici degli abbonati, avvisateli che siete iscritti al Registro delle opposizioni e che quindi non vi devono più chiamare; > se vi rispondono che il vostro nominativo è stato fornito da un’altra azienda a cui avevate dato il consenso al trattamento dei vostri dati, dovete scrivere per revocare l’autorizzazione; > se continuano a chiamarvi, diffidate l’operatore dal farlo di nuovo e segnalate il comportamento scorretto al Garante per la privacy (www.garanteprivacy.it). Sempre al Garante potete fare una segnalazione (via email) se siete vittima di spam o di altre attività di marketing indesiderato.

INSTALLA ADBLOCK, IL PROGRAMMA CHE BLOCCA LA PUBBLICITÀ QUANDO SI NAVIGA IN RETE

TELEFONATE, SPOT, EMAIL, SMS COMMERCIALI IL MARKETING CI STA ADDOSSO

LA DIFESA ATTIVA DEGLI ITALIANI STOP ALLA PUBBLICITÀ

Ê Le aziende devono adottare strategie di marketing più rispettose della vita degli italiani. Ecco quanti sono gli interpellati esasperati dagli spot:

Ê Gli italiani non sono passivi di fronte alla pubblicità assillante. Quando firma un contratto, il 42% degli intervistati non dà il consenso per un uso commerciale dei propri dati.

Telefono fisso: Telemarketing operatori telefonia/energia...

94%

56%

evita di guardare canali tv con troppe interruzioni pubblicitarie

50%

non risponde a telefonate provenienti da numeri sconosciuti o nascosti

Computer: Pubblicità mentre naviga in rete

83%

Smartphone:

78%

Sms Tv: Spot nei programmi

50%

Internet:

32%

28%

26%

blocca le finestre pop up del proprio browser internet

non autorizza l’installazione di cookie nel proprio computer

usa un software per bloccare lo spam

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Antonello Soro: "Non lasciate soli i vostri bambini in rete" Il Garante per la privacy: "Anche su siti e app dedicati all'infanzia c'è la presenza di pubblicità non adeguata. Le ispezioni sono in corso".

N

ei programmi tv e nelle app destinati ai bambini c'è troppa pubblicità che induce i più piccoli a desiderare cose di cui non hanno bisogno. La pensano così otto intervistati su dieci, tra i più di mille italiani interpellati nella nostra inchiesta. La metà ritiene che i bisogni indotti dalla pubblicità portino a un aumento dei conflitti fra genitori e figli. Quale mamma non è stata assillata dalle richieste della sua bambina perché le compri lo zainetto, le cuffie, la maglietta di Violetta? Quando i nostri figli usano app o navigano su siti (anche se a loro destinati) non c'è da star tranquilli: una recente indagine svolta dalle Autorità di 28 Paesi (Global Privacy Enforcement Network) ha mostrato che raccolgono e usano i loro dati personali in modo poco trasparente e al tempo stesso li espongono alla pubblicità (di siti di incontri o di bevande alcoliche) e al rischio di passare a siti per adulti (vedi intervista al Garante per la privacy qui a lato). Nella guida nata dalla collaborazione tra Altroconsumo e Google: "Vivi Internet, al sicuro" (chiedila gratis su: www.altroconsumo.it/vivinternet) ci sono tutte le dritte per rendere la navigazione più sicura. Per esempio, si può ricorrere a SafeSearch, che impedisce di visualizzare immagini inappropriate per i minori.

78% 38%

INTERVISTA Le app e i siti più utilizzati dai bambini italiani non tutelano adeguatamente la loro privacy. È quanto emerso dall'indagine che avete fatto insieme ad altre 28 Autorità internazionali. Cosa state facendo nei confronti di questi siti? Dei 35 casi esaminati dalle Autorità internazionali è stata riscontrata una grave disattenzione nei confronti dei più piccoli dovuta, tra l’altro, alla presenza di pubblicità non adeguata e ai rischi che i bambini vengano reindirizzati anche verso siti “non controllati”. L’obiettivo principale dell’attività svolta è stato quello di diffondere, a livello internazionale, una maggiore consapevolezza sui problemi che possono investire anche i minori nel mondo digitale, al fine di promuovere una corretta tutela dei loro dati. Per quanto riguarda gli esiti dell’indagine a livello nazionale, abbiamo avviato specifiche azioni nei confronti dei titolari dei siti e delle applicazioni esaminate, al fine di rimuovere le illiceità emerse.

Quali sono i siti sotto osservazione?

c'è troppa pubblicità nei programmi per bambini

Le valutazioni sono in corso, quindi mi limito a specificare che dei 35 siti e applicazioni presi in esame a livello internazionale (di cui circa 12 a livello nazionale) nessuno ha superato pienamente le verifiche.

la pubblicità di cibo e bibite per bambini dovrebbe essere vietata (online e in tv)

Che misure possiamo adottare per evitare che i bambini diffondano i propri dati, usati poi a fini commerciali?

Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali.

Le regole sono quelle del buon senso: limitando il tempo che i bambini possono trascorre in rete, di fatto si limita l'esposizione ai rischi, usando software "filtro" con un elenco predefinito di siti da evitare o non lasciando soli i minori in un ambiente popolato da adulti come quello della rete. È quasi impossibile eliminare tutti i rischi presenti sul web. È uno spazio troppo grande, per natura non controllato, in continua evoluzione e sempre più creativo. La contropartita a un’agevole disponibilità, spesso gratuita, di giochi o applicazioni, che come in un Paese dei balocchi stimolano l’apprendimento anche dei più piccoli, è rappresentata da un monitoraggio invisibile e continuo dei loro comportamenti e delle loro abitudini. Per questo dobbiamo riappropriarci del nostro ruolo di genitori e di educatori, che deve spingerci ad essere sempre vigili.

30 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

ISTITUTI DI CREDITO

Bail-in: salvabanche a spese dei risparmiatori

Prendi i soldi Se i conti della vostra banca stanno andando male, ritirate i vostri soldi. Il bail-in, l’autosalvataggio delle banche, sacrifica risparmiatori e correntisti.

GLOSSARIO Bail-in. Significa che la banca in difficoltà deve salvarsi da sola con il sacrificio di azionisti, obbligazionisti e correntisti. Bail-out. Letteralmente vuol dire “tirare fuori dai guai”. In pratica, una banca in crisi viene salvata da un terzo (di solito dallo Stato oppure da una banca più grande). È il sistema spesso adottato in passato, ma ora non è più possibile. Obbligazioni subordinate. Sono una sorta di via di mezzo tra le azioni e le obbligazioni. Prevedono una cedola e il rimborso del capitale come le altre obbligazioni, ma sono più rischiose.

S

I COLPITI DAL BAIL-IN Ê A salvare una banca in crisi ora sono coinvolti anche azionisti, obbligazionisti e correntisti. La legge stabilisce una gerarchia.

Per prime, le azioni: valore azzerato

Poi tocca alle obbligazioni

Se le azioni sono quotate in Borsa, anche se sono interessanti per prezzo e prospettive di crescita, investite solo una parte dei vostri risparmi. Il resto del capitale meglio diversificarlo in altri settori. Se si tratta di azioni non quotate, oggi ancora più di ieri, sono da evitare.

La stragrande maggioranza delle obbligazioni bancarie è da evitare, tanto più se si tratta di obbligazioni subordinate, le prime a pagare, dopo le azioni, in caso di bail-in. Se proprio non potete farne a meno, investite solo una quota limitata del patrimonio.

i parla molto in questo periodo del coinvolgimento dei risparmiatori nel salvataggio delle banche. Il termine usato è bailin che letteralmente significa “salvataggio dall’interno”. In pratica, dal 1° gennaio, in base alla direttiva europea 2014/59, le banche in crisi finanziaria non potranno più ricorrere all’aiuto di altri istituti bancari o all’intervento dello Stato per salvarsi, ma dovranno trovare le risorse per uscire dalla crisi al proprio interno. Si chiama “Piano di risoluzione” e a metterlo in pratica per l’Italia è la Banca d’Italia, nominata in questo caso “autorità di risoluzione”. Il piano si snoda in quattro tappe: l’ultima è quella che tocca i risparmiatori e prevede la svalutazione e l’azzeramento del valore di azioni, obbligazioni e conti correnti e conti deposito. Quindi, con il beneplacito della direttiva europea, i risparmiatori si vedranno portare via i risparmi per salvare la banca a cui li avevano affidati. Un paradosso

e un’altra crepa nel rapporto tra banca e consumatori. E si conferma la fondatezza di un nostro consiglio: non si deve cedere alle lusinghe dei bancari quando propongono le proprie azioni e obbligazioni. Meglio starne alla larga, oppure investirci solo una piccola parte dei risparmi. Il coinvolgimento di conti correnti e di deposito con una giacenza superiore ai 100 mila euro è la misura che spaventa di più i risparmiatori.

Le ragioni del bail-in La nuova direttiva è nata per armonizzare, a livello europeo, la gestione della crisi di una banca. Norme uguali in tutti i Paesi per giocare in anticipo. Il primo passo è stato stabilire un’autorità per ogni Paese che si occupi di mettere in pratica le regole. Per l’Italia è quindi Banca d’Italia, che si dovrà attivare già ai primi segnali di pericolo per i conti della banca. Lo scopo è di evitarne il fallimento, la cosiddetta liquidazione coatta amministrativa. E questa è la differenza

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31

e scappa CONSIGLI



Scegliere la banca fidata Per ultimi, conti correnti e conti deposito con più di 100.000 euro Rischi di perdere i soldi se possiedi 100.000 euro di giacenza tra conti correnti e conti deposito nella stessa banca. Se superi questa somma, la cosa migliore è cointestarlo o aprire un conto in un’altra banca. Facciamo un esempio per spiegare meglio. Un conto corrente con 140.000 euro cointestato

significa che per 70.000 euro risponde una persona e per la stessa cifra l’altro correntista. Se però uno dei due possiede nella stessa banca un altro conto corrente o un conto deposito per, ad esempio, 40.000 euro, i limiti sono superati, quindi il bail-in viene applicato.

principale con il fondo interbancario, quello che tutela i correntisti già da diversi anni: quest’ultimo interviene solo dopo che una banca è fallita, risarcendo i correntisti fino a 100.000 euro. L’obiettivo è anche quello di evitare che, di fronte alle prime notizie di crisi, si diffonda il panico e tutti i clienti corrano a ritirare i propri soldi. Ecco come la Banca d’Italia interverrà: per prima cosa si cerca di vendere una parte delle attività della banca a un acquirente privato; secondo passo, si può trasferire temporaneamente le attività e le passività della banca a una nuova entità appositamente costituita, in attesa di una successiva vendita sul mercato; terzo passo, si può trasferire i crediti dubbi, in sostanza la parte “malata” del bilancio della banca, a una “bad bank”, cioè a una società che ne curi la liquidazione. Se tutto questo non è sufficiente per salvare la banca, ecco che a rimetterci ci sono i risparmiatori: in pratica, si svalutano azioni, obbligazioni, e si prosciugano conti correnti e conti deposito per

■ Fai attenzione ai prodotti che ti offre la banca: azioni e obbligazioni bancarie. Soprattutto, non dimenticarti dei tuoi investimenti. Alla prima avvisaglia di crisi, prendi i soldi e trasferiscili in un’altra banca. ■ Tieniti aggiornato sullo stato di salute delle banche con la nostra rivista Altroconsumo Finanza, che analizza continuamente due tra

rifornire la banca del capitale necessario per proseguire l’attività. Azionisti, obbligazionisti e correntisti devono coprire una cifra pari almeno all’8% del totale delle attività della banca. Se non fosse sufficiente, solo a questo punto può intervenire il fondo di risoluzione, cioè il sistema bancario. E l’intervento pubblico? Sarà ancora possibile, ma solo in circostanze veramente straordinarie.

Chi si salva Non vengono chiamati in causa, nel momento del salvataggio di una banca, i depositi e i conti correnti fino a 100.000 euro; le passività garantite, ad esempio i covered bond (obbligazioni emesse dalla banca mettendo come garanzia uno specifico “pacchetto” di attività); gli investimenti per i quali la banca fa da custode, ad esempio il contenuto delle cassette di sicurezza e i fondi comuni o i titoli non emessi dalla banca stessa. Non sono toccati dal bail-in i debiti della banca verso i dipendenti e il fisco.

i principali indicatori di solidità: il common equity tier 1 ratio (spesso indicato come cet1) e il total capital ratio, che esprimono il rapporto tra il capitale della banca e i rischi che si è assunta. Detto in altre parole: ti diciamo se la banca è in grado di far fronte, con i mezzi propri, a eventuali difficoltà finanziarie. Un’informazione importante, perché se la tua banca traballa, adesso ci rimetti in prima persona.

Che cosa non va in questa direttiva Per il legislatore europeo, anche il risparmiatore deve essere coinvolto con i suoi investimenti nel salvataggio della banca di cui si è fidato. Lo Stato arriva per ultimo. Principio condivisibile, in teoria, ma solo a patto che l’investitore sia sufficientemente informato sullo “stato di salute” delle banche, in modo da poter prendere decisioni consapevoli. E per per sapere se i conti di una banca sono in rosso non basta la pubblicazione dei bilanci. Peraltro, un’altra direttiva europea impone d’ora in poi alle società quotate in Borsa di pubblicare i bilanci ogni sei mesi e non più ogni tre, quindi le informazioni arriveranno ancora più in ritardo. In un contesto come questo occorre che le autorità di vigilanza, dalla Banca centrale europea alla Banca d’Italia, senza dimenticare la Consob, stringano di più le maglie dei controlli e delle ispezioni. La mancata vigilanza ora rischia di ricadere sulle spalle dei risparmiatori.

DIFENDERE I TUOI DIRITTI È NEL NOSTRO DNA. Questo mese Altroconsumo ti regala la guida perfetta per far valere sempre i tuoi diritti. Quanto vale la garanzia? Quando è possibile avvalersi del diritto di recesso? Vorresti saper scrivere una lettera di reclamo efficace? Non perdere l’occasione, anche a gennaio richiedi la tua Guida Pratica: usa il codice del mese VA16010.

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Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

ASSISTENZA

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Amministratore di sostegno

Un aiuto speciale L’amministratore di sostegno aiuta chi non è autosufficiente. Ma se in famiglia c’è armonia, non serve farvi ricorso.

C

ompie 12 anni la legge numero 6/2004, che ha istituito in Italia l’amministrazione di sostegno. Questa norma protegge le persone che hanno perso la capacità di svolgere da sole alcune attività quotidiane come gestire un conto in banca, ritirare la pensione, pagare le rate condominiali... La bellezza e la forza di questa legge sta nel fatto che permette al giudice tutelare di ritagliare un provvedimento su misura per ogni singolo caso, salvaguardando le libertà dell’individuo. Sono molte le persone che perdono autonomia per problemi legati all’età, a malattie o infortuni; spesso si tratta di infermità mentali o fisiche, che possono essere reversibili o permanenti. È il caso, per esempio, dell’anziano che a causa di malattie come Parkinson o Alzheimer non è più in grado di amministrare i suoi beni. Attenzione, però: nominare un amministratore di sostegno è un atto volontario, non obbligatorio. Se in famiglia c’è già chi si prende cura della persona

fragile, malata o anziana, non c’è alcun bisogno di fare ricorso al giudice tutelare per nominare un amministratore di sostegno.

La nomina L’amministratore di sostegno è scelto preferibilmente tra i familiari dell’assistito, in base ai requisiti che saranno valutati dal giudice tutelare. Il beneficiario può suggerire al giudice chi nominare come amministratore, ma l’ultima parola spetta al giudice. In mancanza dei familiari, può essere nominato amministratore di sostegno una persona estranea (avvocato, notaio, commercialista...), purché disponibile ad assumerne il ruolo. In ogni tribunale, gli uffici del giudice tutelare si sono dotati di elenchi di persone disposte a svolgere il ruolo di amministratore di sostegno.

Chi può fare domanda Per nominare un amministratore di sostegno bisogna presentare un ricorso al tribunale (vedi riquadro a pag.35). Il

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ASSISTENZA

Amministratore di sostegno

“Aumento costante” Molte richieste sono improprie. Abbiamo chiesto un parere a una giudice tutelare. Rispetto alla sua esperienza nel tribunale di Milano, sono tutte motivate le domande che vi arrivano per richiedere l’amministratore di sostegno? In questi ultimi anni c’è stato un aumento davvero esponenziale delle domande per chiedere l’amministratore di sostegno, anche in situazioni in cui la richiesta è praticamente del tutto inutile. I numeri parlano da soli: nel 2014, le richieste presentate al tribunale di Milano sono state ben 2.323, e nel 2015 ancora di più. L’amministratore di sostegno inizia quindi a diventare uno strumento abusato, dal quale, noi giudici tutelari, dobbiamo cercare di difenderci. Dare spazio a ricorsi inappropriati, significa infatti rallentare la macchina, a scapito di quelle persone che, invece, necessitano davvero di un intervento urgente. Chi, per esempio, ha già un conto corrente cointestato e non ha dissidi con i familiari, perché ci fa richiesta di amministrazione di sostegno? Sono male informati e, forse, credono che sia obbligatorio fare la richiesta quando un familiare non è più autosufficiente.

Qual è la casistica più frequente? Si tratta quasi sempre di persone con disabilità mentali. L’anziano senza rete familiare è certamente la persona che più frequentemente richiede di essere amministrato.

È proprio l’anziano solo e fragile a richiedere un amministratore di sostegno “professionista”, come può

ricorso può essere presentato dalla persona che deve essere amministrata, ma anche dal coniuge o dalla persona convivente o da un parente fino al quarto grado. In caso di persone ricoverate in ospedale o in case di cura o seguite dai servizi sociali, possono essere i responsabili stessi dei servizi sanitari e sociali a presentare ricorso in tribunale, ma non possono essere nominati amministratori. Ogni amministratore di sostegno aiuta il proprio amministrato solo per quelle funzioni che il giudice tutelare stabilisce per ogni caso. L’amministrato, quindi, mantiene tutte le sue libertà individuali e resta legalmente capace di intendere e di volere.

Tutori e curatori

Ilaria Mazzei, giudice tutelare, sezione IX civile del Tribunale di Milano.

essere un avvocato o un commercialista. Perché questi accettano il ruolo, anche se non possono essere retribuiti? Gli amministratori prestano la loro opera gratuitamente, ma possono chiedere l’equa indennità, in caso di amministrati abbienti. È vero che, in caso di persone con entrate modeste o indebitate, non si può chiedere il rimborso. Però, si cerca sempre di distribuire gli incarichi in modo che gli avvocati e gli altri professionisti arrivino a una sorta di pareggio dei conti, tra casi rimborsabili e non. Comunque, i ricorsi presentati da avvocati sono circa un terzo del totale. Molte famiglie, infatti, riescono a fare a meno dell’avvocato, perché vengono aiutate dall’Ufficio relazioni con il pubblico del tribunale e dalla nostra cancelleria che, sebbene sotto organico, riesce a essere molto efficiente. Anche grazie al preziosissimo contributo dei volontari che aiutano le famiglie ogni giorno.

Le nomine di tutore legale sono oggi molto più rare di quelle di amministratore di sostegno, e avvengono nel caso in cui una persona sia dichiarata interdetta, cioè totalmente o parzialmente incapace di intendere e di volere. Si nomina un tutore legale anche nel caso di minori rimasti orfani o i cui genitori non sono in grado di educare il proprio figlio. Al curatore, invece, viene affidato il minore emancipato, cioè che ha compiuto 16 anni e a cui il tribunale per i minorenni ha concesso il permesso di sposarsi. Si parla di curatore anche nel caso di un maggiorenne con infermità mentale, ma non così grave da portare all’interdizione.

I poteri L’amministratore di sostegno deve attenersi scrupolosamente alle direttive del giudice. Quest’ultimo emana un decreto che contiene informazioni sulla durata dell’incarico, un elenco degli atti che l’amministratore può compiere in nome e per conto del beneficiario, gli atti che il beneficiario può compiere solo con l’assistenza dell’amministratore di sostegno, la precisazione di quanti soldi l’amministratore può prelevare dal conto corrente del beneficiario. Infine, il giudice stabilisce la cadenza con la quale l’amministratore di sostegno deve presentarsi al giudice stesso per riferire circa l’attività svolta e le condizioni di vita del beneficiario.

I controlli Appena nominato, l’amministratore è tenuto a fare un inventario per chiarire la situazione patrimoniale del beneficiario. Deve indicare in modo chiaro gli elementi che costituiscono il patrimonio dell’amministrato,

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PROCEDURE E TEMPI

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Il percorso da seguire per chiedere l’assistenza dedicata ■ L’amministrazione di sostegno ha il pregio di essere un istituto flessibile, che si adatta alle esigenze di ogni persona amministrata. La procedura da seguire è piuttosto semplice: la legge prevede la possibilità di fare tutto senza un avvocato. Ogni tribunale, però, va un po’ a ruota libera e, nella prassi, in città come Padova o Palermo, è sempre l’avvocato a presentare ricorso, quasi fosse un obbligo. ■ Ecco le tappe da seguire: bisogna presentare la richiesta di nomina dell’amministratore di sostegno al giudice tutelare dell’area di residenza o domicilio o di dimora

abituale (come la clinica di cura) di chi dovrà essere assistito. Alla domanda bisogna allegare una marca da bollo da 27 euro. ■ Il giudice tutelare fissa un’udienza in cui verifica i bisogni di chi vuole essere amministrato. Se servono più udienze o una consulenza tecnica, può anche nominare un amministratore provvisorio. ■ L’amministratore di sostegno viene nominato entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, con un decreto in cui si indicano dettagliatamente tutti i suoi doveri.

2.

1.

Sul sito del tribunale di competenza (qui sopra l’esempio di quello di Milano) si trovano il modulo e le informazioni necessarie per richiedere l’amministratore di sostegno.

con indicazioni del relativo valore economico e i redditi. Tutta questa documentazione è un obbligo specifico, la cui mancanza può dare origine a responsabilità personale e alla rimozione immediata dall’ufficio dell’amministratore di sostegno. Il consiglio è di tenere una contabilità mensile dell’amministrazione e di raccogliere sempre tutti gli scontrini e le ricevute fiscali delle spese fatte nell’interesse del beneficiario.

l’amministratore può aver sacrificato la cura dei propri interessi. Possono presentare domanda di equo indennizzo sia gli amministratori imparentati con il beneficiario sia i non imparentati. Chi ne fa domanda deve presentare tutte le spese sostenute, spiegando le ragioni per le quali si chiede il rimborso. L’istanza viene generalmente presentata insieme al rendiconto annuale.

No a compensi, sì a rimborsi spese

Come informarsi

Secondo l’articolo 379 del Codice civile l’amministratore di sostegno non ha diritto a un compenso. Tuttavia il giudice tutelare può riconoscergli un rimborso spese (detto equo indennizzo), nei casi in cui il patrimonio dell’amministrato sia notevole e difficile da gestire oppure nel caso in cui la cura e la gestione della persona sia particolarmente faticosa. Il giudice tiene conto del fatto che, per dedicare tempo e risorse al beneficiario,

Collegandosi al sito del ministero della Giustizia (www.giustizia.it) o scaricando sul cellulare l’app Giustizia Civile si evitano inutili code in cancelleria per sapere a che punto è il

procedimento di richiesta dell’amministratore: bisogna selezionare il tribunale competente e il tipo di procedimento, inserire il numero di ruolo generale e l’anno del procedimento. La ricerca può essere effettuata anche inserendo la data di iscrizione a ruolo, dove vengono richiesti la data, il tipo di rito e il nome del giudice tutelare. Alcuni tribunali, come quello di Milano, Trento e Torino, hanno un ufficio informativo a cui ci si può rivolgere per tutti i dubbi relativi all’apertura di un ricorso per amministratore di sostegno. Il comune di Bologna, invece, ha istituito uno sportello che svolge un servizio informativo e riceve richieste anche via email o telefono.

ALCUNI TRIBUNALI HANNO UN UFFICIO INFORMATIVO A CUI CI SI PUÒ RIVOLGERE PER I DUBBI SULL’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO

36 Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

CREDITO

Sistemi di informazioni creditizie

Cattivi pagatori Il nome di chi non onora un debito può finire in particolari banche dati. Ecco come saperlo.

U

n peccato commesso in passato che ancora oggi continua ad avere conseguenze negative. Può succedere che il fatto di non aver onorato un debito anni prima impedisca, o renda particolarmente difficile, ottenere oggi un finanziamento o una carta di credito. Esistono vere e proprie banche dati online che contengono la nostra storia creditizia, cioè tutte le informazioni relative ai nostri rapporti con gli istituti di credito e le finanziarie. In gergo tecnico si chiamano Sic (Sistemi di informazioni creditizie) e rappresentano una specie di termometro che mostra il nostro grado di affidabilità nell’onorare i debiti. Può anche succedere di scoprire casualmente di essere iscritto in una di queste banche dati dei cattivi pagatori: ad esempio, può accadere di venirne a conoscenza perché la banca risponde negativamente alla nostra richiesta di un prestito.

Chi sono i Sic I Sistemi di informazioni creditizie sono banche dati private che, tra i loro doveri, hanno quello di tutelare i diritti dei cattivi pagatori iscritti nelle loro liste: ciò significa, in concreto, che è sempre possibile rettificare, aggiornare e cancellare le informazioni che non sono corrette. La Corte di cassazione, con la sentenza n. 18555/13, ha ribadito che il cliente ha diritto, entro 15 giorni dalla sua

richiesta, ad avere una risposta dalla banca che riporti le informazioni contenute nella segnalazione negativa presente nei Sic. In più, il Garante della privacy ha chiesto che i nominativi a queste banche dati vengano inviati solo in caso di mancato pagamento di somme consistenti o, per quanto riguarda importi bassi, dopo il mancato saldo di più rate o in caso di ritardi prolungati. Il Garante ha chiesto a banche e finanziarie di dare un preavviso agli interessati, affinché possano eventualmente intervenire per regolarizzare la propria posizione ed evitare così l’iscrizione nelle liste dei cattivi debitori. Sempre l’Authority per la privacy ha comunicato di considerare illegittime le segnalazioni riguardanti crediti non concessi, dato che il rapporto di finanziamento non si è neppure instaurato.

Come avere informazioni Per sapere se il nostro nominativo è finito in una di queste liste dei Sic, è sufficiente inviare loro una semplice richiesta di accesso ai dati personali, come prevede l’art.7 del Codice della privacy (vedi facsimile di lettera qui a destra). Nella domanda si dovrà chiedere la conferma dell’esistenza di dati riguardanti la nostra persona, richiedendone eventualmente anche la cancellazione nel caso il debito in questione sia nel frattempo stato saldato. La risposta da parte del Sic a cui ci si è rivolti, deve arrivare entro 15 giorni. Nel caso si oltrepassi questo termine senza aver ricevuto alcuna comunicazione, ci si può rivolgere all’autorità giudiziaria oppure presentare ricorso direttamente al Garante della privacy. Attenzione: per fare questo tipo di richiesta

Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

CHE COSA SCRIVERE INFORMAZIONI DALLE BANCHE DATI

SOCIETÀ PRIVATE

Avete chiesto un finanziamento o una carta di credito, ma non vi vengono concessi perché siete ritenuti cattivi pagatori? Avete diritto di conoscere se il vostro nome è presente in qualche banca dati privata o nella Centrale dei rischi di Bankitalia.

Mittente: Spett. (nome e indirizzo dell’ente che detiene la centrale rischi)



I principali Sic I siti delle banche dati hanno di solito pagine dedicate a chi vuole verificare la propria posizione creditizia (ci sono appositi moduli per la richiesta).

CRIF www.crif.it sezione “consumatori” Bologna, Italia via M. Fantin 1-3, 40131 /4176010 Tel. 051/4176111 - Fax 051

Oggetto: richiesta di accesso ai dati personali presenti nella vostra banca dati Il sottoscritto… nato a… il…, residente a … in via..., cap..., codice fiscale... richiede a… (denominazione dell’ente cui ci si rivolge per l’accesso ai dati) l’accesso ai dati personali presenti nella sua banca dati di rischio finanziario.

CTC www.ctconline.it ca dati” sezione “ accesso alla ban ano (MI) Corso Italia 17, 20122 - Mil 66710235 Tel. 02/66710229 - 02/ 50 792 Fax 02/674

In caso di mancata risposta entro 15 giorni dalla ricezione della presente istanza, il sottoscritto si riserva di adire l’autorità giudiziaria per meglio tutelare i propri diritti senza ulteriore preavviso. Luogo e data

EXPERIAN www.experian.it consumatori” sezione “servizio area a, 11/B enz end dip Piazza dell’In 00185 Roma 45486480 Tel. 06/454861 - Fax 06/

Firma

Allega: copia documento di identità copia codice fiscale/tessera sanitaria

non è affatto necessario, anche perché inutilmente costoso, affidarsi alle società di intermediazione che offrono questo servizio.

Quando si salda il debito Negli elenchi dei Sic c’è posto anche per i dati positivi: una volta saldato il debito, infatti, la banca o la finanziaria devono chiedere all’ex cattivo pagatore di dare l’assenso perché anche questa informazione sia registrata nei Sic. E se le informazioni che ci riguardano contengono errori? Per ottenere l’integrazione o la modifica dei dati è possibile rivolgersi alle banche dati, gratuitamente. Solo se la richiesta è infondata (non c’è alcuna informazione creditizia su di noi), potrà essere chiesto un contributo spese non superiore a 10 euro (Crif chiede un contributo di 4 euro anche se le informazioni sono presenti).

SEGNALAZIONI



La Centrale dei rischi di Bankitalia ■ Le banche e le società finanziarie comunicano mensilmente alla Centrale dei rischi di Bankitalia il totale dei crediti verso i propri clienti: i crediti a partire da a 30.000 euro e tutti i crediti in sofferenza, cioè quelli dei clienti insolventi, incapaci di saldare il proprio debito. ■ A sua volta, Bankitalia

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fornisce mensilmente a banche e finanziarie le informazioni sul debito totale verso il sistema creditizio di ciascun cliente segnalato nella Centrale dei rischi.

■ Per la correzione di eventuali errori nelle segnalazioni, bisogna rivolgersi direttamente alla banca o alla finanziaria che ha fatto la segnalazione.

■ I dati della Centrale dei rischi sono riservati. Chi vuole conoscere la propria posizione può rivolgersi alle filiali di Bankitalia.

■ Le segnalazioni rimangono visibili per 36 mesi (anche se, nel frattempo, la situazione del cliente è stata sanata).

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PIGNORAMENTO

Debitori e creditori

Quel che resta Se dopo aver sollecitato e risollecitato non vogliono pagare un debito, si può ricorrere al pignoramento dei beni o di una parte dello stipendio.

C

hi non ricorda la tragica fine di Madame Bovary che si avvelena con l’arsenico quando, già abbandonata dall’amante, vede l’ufficiale giudiziario alla porta di casa pronto a pignorarle i mobili? Un personaggio leerario, per fortuna, ma che ci ricorda che il pignoramento è la tappa finale di un copione in cui gli aori principali sono un creditore che non riesce a recuperare in altro modo i soldi a cui ha dirio e un debitore che non può o non vuole pagare il suo debito. Quando, nonostante i solleciti, non oiene nulla, il creditore cerca di riavere indietro i suoi soldi rivalendosi sui beni mobili, immobili, sull’auto o sullo stipendio o la pensione del debitore. Aenzione, però: non tuo è pignorabile. L’ufficiale giudiziario che esegue il pignoramento non può lasciare in mutande il debitore. Infai, i vestiti e la biancheria intima sono per legge impignorabili, così come le lenzuola e le tovaglie, ma anche il leo, il frigo, la lavatrice, le pentole, gli utensili da cucina, la stufa, la spesa alimentare, i libri e ciò che serve per l’aività lavorativa (l’elenco completo riportato dall’art. 514 del Codice di procedura civile). In generale, non si possono togliere al debitore i beni di prima necessità né gli oggei che rivestono un valore affeivo (ad esempio, la fede nuziale).

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

SE HAI DUBBI CHIEDI CONSIGLIO AI NOSTRI AVVOCATI: TELEFONA ALLO 02/69.61.550

Come si procede Il pignoramento è l’atto con cui l’ufficiale giudiziario espropria crediti o beni del debitore per soddisfare il creditore direamente o araverso la vendita degli stessi. Per chiedere e ottenere un pignoramento bisogna avere un titolo esecutivo, cioè una sentenza definitiva o un decreto ingiuntivo. Il primo passo è di intimare per iscrio al debitore, tramite un avvocato, di pagare le somme dovute entro un determinato termine (in genere, 7 o 15 giorni). Trascorso il termine, se il debitore continua a non pagare si fa un ao di preceo, cioè l’ao formale con cui il creditore intima al debitore di adempiere all’obbligo previsto nel titolo esecutivo entro una scadenza non inferiore a 10 giorni, avvisandolo che, scaduto il termine, ci sarà l’esecuzione forzata. Il preceo ha una validità di 90 giorni, per cui se entro questo termine il creditore non procede al pignoramento, dovrà ricominciare da capo, sostenendo di nuovo le spese che tua questa procedura comporta e che dipendono anche dal valore del credito che si deve riscuotere.

Quale mobili e immobili Il pignoramento mobiliare ha tempi più brevi di quello immobiliare, ma il successo dipende molto da quello che l’ufficiale giudiziario trova nella residenza o nel domicilio del debitore e, soprauo, da quanto si potrà realizzare con la vendita dei beni pignorati. Pignorare un immobile ha tempi più lunghi perché la procedura è molto più complessa, ma l’efficacia è maggiore. Si esegue con notifica al debitore e successiva trascrizione nei registri immobiliari di un ao che contiene la descrizione dell’immobile e l’ingiunzione al debitore di non compiere ai dispositivi (in pratica non può venderlo né affiarlo). Custode del bene è in genere il debitore, ma il creditore potrebbe chiedere al giudice di nominare un’altra persona.

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ANNA 40 ANNI SEPARATA, VIVE A MILANO Separata da Marco dopo 5 anni di matrimonio. Il giudice ha stabilito nella sentenza di separazione che ha diritto a un assegno di mantenimento pari a 400 euro mensili. Da cinque mesi, però, Marco non versa più l’assegno.

La sentenza di separazione è un titolo esecutivo, quindi Anna può, attraverso un avvocato, mandare all’ex marito una raccomandata a.r. in cui gli intima di pagare entro 7 - 15 giorni i 2.000 euro che le sono dovuti.

Mi rifaccio sulla busta paga

Precetto. Scaduto il termine, se l’ex marito non fa nulla, Anna può chiedere all’avvocato la notifica del titolo esecutivo e dell’atto di precetto. In pratica, intima a Marco di adempiere entro un termine non inferiore a 10 giorni con l’avviso che, scaduto il termine, ci sarà l’esecuzione forzata senza altri avvisi. Il precetto ha una durata di 90 giorni, entro i quali Anna deve procedere al pignoramento, altriment i dovrà rifare tutto da capo, con i relativi costi per l’avvocato e gli atti.

Una delle possibilità che dà la legge è di chiedere il pignoramento presso terzi, cioè rivalersi sullo stipendio o sulla pensione oppure sui soldi presenti sul conto corrente del debitore. Per il creditore, il pignoramento presso terzi è quello preferibile, perché ha un’efficacia molto alta, visto che va a prendere i soldi direamente sullo stipendio o la pensione o il conto corrente. Con decreto legge n. 83 del 27/6/2015 sono stati stabiliti nuovi limiti alle somme pignorabili

Pignoramento. Se Marco continua a non pagare, Anna può chiedere il pignoramento di una quota del suo stipendio. Marco e il suo datore di lavoro riceveranno la notifica del pignoramento. La somma dovuta da Marco è pari a 2.000 euro più circa 800 euro di spese ( 146 euro circa per l’atto di precetto più 662 euro circa per l’esecuzione mobiliare).

sulla pensione e sullo stipendio. Per le pensioni, la legge non consente di pignorare un importo corrispondente all’assegno sociale aumentato della metà. Quindi, considerando che per il 2015 l’Inps ha stabilito che il valore della pensione sociale è pari a 448, 52 euro, il pignoramento può riguardare solo l’eccedenza rispeo a 672,76 euro e solo per un quinto dell’importo. Se il debitore percepisce una pensione di 1.000 euro,il creditore potrà chiedere il pignoramento di un quinto di 327,22 euro, cioè 65,44 euro. Se il debitore ha lo stipendio o la pensione che vengono accreditati sul conto corrente bancario o postale a lui intestato la faccenda si complica. La nuova legge distingue così: > se le somme sono state accreditate sul conto del debitore prima del pignoramento, potranno essere pignorati solo gli importi eccedenti il triplo della pensione sociale. Per esempio, se l’assegno è di 1.500 euro, le somme non pignorabili saranno il triplo di 448,52, cioè 1.345,56 euro, quindi la somma pignorabile sarà di 154,44 euro, cioè la differenza tra 1.500 e 1.345,56 euro; > per gli assegni versati contestualmente o successivamente al pignoramento la parte pignorabile sarà quella prevista per legge. Per esempio, se l’assegno è pari a 1.500 euro, le somme non pignorabili saranno 672,78 euro. Quindi la base pignorabile è di 827,22 euro, che è la differenza tra 1.500 euro e 672,78. Da qui si calcola un quinto, quindi 165,44 euro mensili.

Pagare, pagare, pagare Per evitare il pignoramento bisogna versare nelle mani dell’ufficiale giudiziario la somma dovuta (spese comprese). Un’altra possibilità è chiedere al giudice la conversione del debito prima che sia emessa l’ordinanza con cui è disposta la vendita o l’assegnazione dei beni. In pratica, si chiede la sostituzione dei beni pignorati con una somma di denaro comprensiva delle spese. Si può anche chiedere la rateizzazione (max 36 rate).

40 Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

PARLACONNOI Fermo dell'auto

Se resto a piedi non posso lavorare Equitalia Sud mi ha notificato un provvedimento di fermo amministrativo sulla vettura che mi serve per lavorare. Sono un libero professionista del settore edilizio e l'auto mi serve per muovermi sul territorio: per fare sopralluoghi, perizie e anche consulenze. Per questo motivo ho chiesto a Equitalia la cancellazione del fermo, presentando la documentazione che dimostrava che senza macchina avrei subito un grave danno nel mio lavoro. Mi sono appellato alla legge che mi sembrava tutelasse proprio il mio caso. Infatti, il D.P.R. 602/1973 (art. 82, comma 2) stabilisce che il veicolo non può essere sottoposto a fermo amministrativo se è strumentale allo svolgimento dell’attività di impresa o della professione. Purtroppo, Equitalia ha respinto la mia istanza perché “pur essendo esaustiva la documentazione inviata”, a loro dire sarebbe possibile “evitare l’iscrizione del fermo amministrativo solo estinguendo il debito ad esso riferito”. Cosa posso fare? Lettera firmata

SD risponde La legge parla chiaro: se il contribuente, entro 30 giorni dalla notifica del fermo, dimostra agli uffici competenti la strumentalità del bene, il fermo va cancellato. Il che non significa che Equitalia non può riscuotere le somme dovute, ma solo che non può farlo rivalendosi sul veicolo essenziale per l’aività lavorativa. Anche perché, a rigor di logica, se al contribuente viene

Raccontaci la tua storia: esperienze personali, segnalazioni e denunce possono diventare utili per tutti.

CHI LA DURA LA VINCE 

Se la penale è gonfiata Nel 2005 il nostro socio, Federico De Franceschi, ha stipulato con Unicredit un contrao di mutuo per comprare la sua prima casa, per un capitale di 170 mila euro, durata 20 anni, tasso fisso del 4,67%. Il 30 giugno di quest’anno ha deciso di estinguere parzialmente il suo mutuo: ha così versato 60 mila euro alla banca per rimborsare una parte del capitale residuo. Il nuovo piano di ammortamento fao da Unicredit porta la rata mensile nea da 1.092 euro a 466 euro. Il signor De Franceschi ha fao poi qualche conto per capire se era tuo a posto e ha scoperto che la banca gli aveva traenuto 900 euro dai 60 mila euro versati. A titolo di penale per l'estinzione anticipata? Ma non

impedito di lavorare, non potrà mai estinguere il proprio debito nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Il nostro socio, di fronte al rifiuto di Equitalia, che non è disposta a cancellare il fermo, può rivolgersi al Giudice chiedendo la sospensione della procedura esecutiva. È il primo passo per far valere l’illegiimità del fermo amministrativo (ai sensi dell’art. 86 del D.P.R. 602/1973). Un'altra opportunità data dalla legge, che il nostro socio può sfruare, è chiedere a Equitalia di rateizzare il pagamento del debito. Fino a 72 rate (6 anni di tempo per restituire il tuo) in caso di temporanea difficoltà. Se dimostra una grave difficoltà dovuta alla crisi economica può arrivare a 120 rate per 10 anni.

è stata abolita nel 2007? Queste le domande che il nostro socio fa al servizio di consulenza legale di Altroconsumo. Le commissioni di estinzione anticipata sono state eliminate, certo, ma per i mutui stipulati dal 2 febbraio 2007 in avanti. Per quelli stipulati prima, come il suo, sono state solo ridoe grazie a un accordo stipulato tra l'Abi (l'associazione delle banche) e le associazioni dei consumatori. Nel contrao di mutuo del nostro socio la penale prevista è dell’1,5%, che grazie all’accordo è stata ridoa all’1,25%. Infai, se l’estinzione anticipata è faa nella seconda metà del piano di ammortamento (ed è il caso del signor De Franceschi, che a giugno aveva già pagato più di 120 rate del

Rc auto

La classe (di merito) è acqua Ho comprato un camper, ma mi hanno detto che non posso utilizzare la classe di merito che ho maturato in tutti questi anni di guida sicura con la mia auto. La classe di merito non dovrebbe seguire l'autista e non il mezzo che guida? Facebook

SD risponde Il decreto Bersani prevede che in caso di acquisto di un veicolo aggiuntivo (nuovo o usato) il titolare della polizza o un suo familiare possano godere presso la stessa o

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

suo mutuo ventennale) la penale non può superare l’1,5% e, se nel contrao è indicato questo valore, deve essere ridoa di un ulteriore 0,25%. Il nostro socio ha fao reclamo chiedendo l’applicazione dell’accordo. Così gli sono stati restituiti 150 euro.

altra assicurazione della classe di merito più favorevole già maturata. Il che fa sì che non si ricominci dalla classe più alta (la 14) quando si compra un'auto nuova (o usata) e si possa, quindi, pagare un premio rc auto più basso di quello massimo corrispondente alla classe di ingresso. Peccato che il decreto stabilisca anche che il veicolo da assicurare debba essere della stessa tipologia del veicolo di cui si utilizza l’aestato di rischio (cioè auto su auto, moto su moto...). Quindi, il decreto non si applica al caso del nostro leore, visto che ha comprato un camper e l'aestato di rischio riguarda un'auto. Ricordiamo le altre condizioni per godere della stessa classe di merito: il veicolo da assicurare deve

Federico De Franceschi di Ancona ha ottenuto la riduzione della penale citando espressamente l'accordo firmato da Abi e associazioni dei consumatori. Infatti, le banche spesso "si dimenticano" dell'accordo e quindi meglio ricordarglielo. Sul sito (www.altroconsumo.it/ soldi)trovate l'elenco delle penali massime applicabili ai mutui stipulati prima del 2007, oltre che il modulo per chiedere la loro applicazione.

VERIFICA SUL NOSTRO SITO QUANTO PUOI RISPARMIARE SULL'RC AUTO

essere stato appena acquistato e lo si assicura per la prima volta (non è applicabile, quindi, ai veicoli della famiglia già assicurati in precedenza). Se papà ti compra l'auto e vivi ancora con lui l'assicurazione dovrà applicarti la sua classe di merito e non quella che da neopatentato avresti tu. Se l'aestato di rischio è intestato a una società (persona giuridica) non si può applicare il decreto Bersani.

Le regole dell'Enac

Droni che volano troppo in alto Ho una segnalazione da fare sulla vendita di droni nelle grandi catene dell'hi-tech. I clienti non vengono avvertiti che è in vigore il Regolamento dell'Enac (Ente nazionale aviazione civile) che limita l’uso dei droni. Queste limitazioni di legge non sono indicate nei volantini pubblicitari e neanche all’esterno della confezione. Per esempio, la legge non permette l'uso di dispositivi elettronici, mentre il volantino che pubblicizza i droni ne promuove il volo assistito tramite app. Un'altra discrepanza riguarda la distanza dell'aeromodellista dal drone: 500 metri sulla confezione quando la legge lo consente fino a 200 metri al massimo. Tra l'altro so che l'Enac prevede multe per chi non rispetta le regole. È lecito quello che avviene? Lettera firmata

SD risponde I droni a cui si riferisce il nostro socio sono apparecchi volanti radiocomandati, che possono essere dotati di fotocamere e in alcuni casi

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videocamere, per effeuare riprese dall’alto. Il loro costo è assai vario: si va dai 55 ai 1.150 euro. Innanzituo, bisogna dire che non spea al venditore dare informazioni sulle regole di utilizzo del prodoo, ma solo sulle caraeristiche e sulla qualità. Per esempio, un venditore di automobili deve indicare al cliente le altre caraeristiche e la velocità che il veicolo può raggiungere, ma non è suo dovere puntualizzare quali sono i limiti di velocità consentiti dalla legge. Quindi, può pubblicizzare il fao che un’auto raggiunge i 200 km all'ora, anche se il limite di velocità stabilito dalla legge è di 130. Chi guida l'auto deve conoscere le regole del Codice della strada. Lo stesso discorso si può fare per il drone. Chi lo usa deve conoscere le regole di volo e conseguire un’abilitazione alla navigazione, se necessario. L’Enac ha disposto un regolamento che ne disciplina l’utilizzo, stabilendo regole diverse a seconda dei modelli e del tipo di impiego. Gli aeromodelli, che sono i mezzi usati da non professionisti del volo, non sono sooposti al Codice della navigazione e possono essere usati solo per un impiego ricreativo e sportivo. Tuavia, traandosi di mezzi potenzialmente pericolosi per oggei e persone che vengono sorvolati e per gli altri mezzi aerei, anche i mini-aeromobili devono rispeare le disposizioni per l’uso dello spazio aereo a garanzia della sicurezza di cose e persone al suolo. Quindi, prima di fare l'acquisto meglio documentarsi presso l’Enac, visto che si è personalmente responsabili sugli obblighi di legge, tra cui le autorizzazioni per l’utilizzo dello spero eleromagnetico impegnato dal radiocomando. Tue le informazioni utili si possono trovare sul sito dell'Enac: www.enac.gov.it/Home/.

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SENTENZE Eredi

Saldare i conti con il Fisco

T

occa agli eredi saldare i conti in sospeso che il parente defunto aveva nei confronti del Fisco, anche se la comunicazione sui debiti arriva loro dopo un po’ di tempo dal decesso. Questa la vicenda: il Comune di Baipaglia, in provincia di Salerno, manda al signor S.A. gli avvisi di liquidazione per l’Ici non pagata da suo padre, ora defunto, per gli anni 2001-2004. Ma S. A. si rivolge al giudice tributario, affermando di non aver ancora acceato l’eredità e quindi di non essere obbligato al pagamento. E che, in ogni caso, il debito fiscale deve

Le leggi spesso devono essere interpretate: ogni decisione dei giudici crea un precedente, di cui possono poi tenere conto i tribunali.

essere ripartito tra tui gli eredi. I giudici danno torto a S. A. e la questione finisce in Cassazione. Quest’ultima afferma che S. A. ha torto: si deve considerare erede chi è stato chiamato all’eredità, anche se non l’ha ancora acceata, a meno che non provi di avervi concretamente rinunciato. Nel caso in questione manca la prova della rinuncia all’eredità. Al contrario: S. A. ha chiaramente manifestato la volontà di accearla, perché ha preteso il pagamento dell’affio per gli immobili che suo padre aveva concesso in locazione. La Cassazione ricorda anche che, per legge, è vero che gli eredi sono obbligati “in solido” (cioè tutti insieme) al pagamento dei debiti tributari del defunto, ma che il Fisco può chiedere il pagamento

dell’intero debito a uno solo: sarà poi suo diritto rivalersi sugli altri eredi.

CHE DIRE? Le norme cercano di tutelare diversi interessi: quello del Fisco di recuperare i propri crediti e quello degli eredi di non vedersi sommergere di richieste da parte dell’Erario. Agli eredi conviene quindi fare una verifica della situazione finanziaria del defunto prima di accettarne l’eredità. In ogni caso, secondo l’Agenzia delle entrate, non ricadono sugli eredi le sanzioni in caso di pagamento rateale delle somme dovute dal defunto una volta conclusosi l’accertamento fiscale. ■ Corte di cassazione,

sentenza n. 5622, 20 marzo 2015

Tempi di risarcimento

Danni da trasfusione

P

er le malaie causate da una trasfusione di sangue, il termine entro cui si prescrive il diritto al risarcimento del danno parte dal momento in cui ci si accorge del danno stesso. La vicenda è drammatica: nel 1987 un uomo muore in conseguenza di un’infezione trasmessagli durante una trasfusione di sangue in ospedale. Sua moglie, contagiata dal marito, scompare nove anni dopo per la stessa infezione. A quel punto i figli chiedono al ministero della Salute il risarcimento danni per la morte dei genitori. Prima il tribunale e poi la Corte d’appello rigeano la domanda perché fuori tempo massimo: dato che sono trascorsi oltre dieci anni dalla scomparsa del padre, il

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

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dirio al risarcimento è prescrio. I figli si rivolgono allora alla Corte di cassazione, sostenendo che solo nel 1996, in seguito alla morte della madre, erano venuti a conoscenza dell’infezione contraa dal padre a causa dell’emotrasfusione. Prima di quella data era quindi impossibile per gli eredi ricorrere al tribunale. La Suprema corte accoglie la domanda dei figli, affermando che il termine di prescrizione del dirio al risarcimento del danno di chi ha contrao per contagio una malaia scaa nel momento in cui la malattia stessa viene riconosciuta come conseguenza al comportamento doloso o colposo di un terzo.

CHE DIRE? Questa sentenza rappresenta una grande svolta per chi chiede il risarcimento per danni biologici e morali conseguenti a lesioni da trasfusioni di sangue: il malato (o un suo parente) ha dieci anni di tempo per chiedere il risarcimento del danno dal momento in cui scopre di averlo subìto. Alcune malattie infettive hanno tempi di incubazione molto lunghi: in base a questa sentenza, il termine si prescrive dal momento in cui il danneggiato viene a conoscenza dell’infezione. ■ Cassazione Civile,

sentenza n. 20934, 16 oobre 2015

Strade di campagna

Incidente con il cinghiale

I

n campagna, in caso di incidente d’auto con un animale selvatico su una strada senza la relativa segnaletica di pericolo, l’automobilista danneggiato può chiedere

I DEBITI DEL DEFUNTO PASSANO AGLI EREDI A MENO CHE QUESTI ULTIMI NON RINUNCINO ALL’EREDITÀ

risarcimento proprio all’ente che si occupa della segnaletica stessa. Questa la vicenda: un automobilista di Avellino, mentre sta percorrendo una strada provinciale, si trova improvvisamente di fronte a un cinghiale, che attraversa la carreggiata. Il guidatore frena, ma la macchina investe l’animale, che praticamente distrugge la veura. L’automobilista decide di chiedere il rimborso danni alla Regione Campania e si rivolge al giudice di pace. Quest’ultimo condanna la Regione al pagamento dei danni subìti dall’auto, quantificati in poco più di 2 mila euro. La Regione, però, non ci sta e si rivolge al tribunale, sostenendo che la responsabilità dell’accaduto è della Provincia di Avellino, a cui spetta il compito di mettere i segnali che avvisano del possibile attraversamento della strada da parte di animali selvatici. Il tribunale accoglie il ricorso della Regione, decisione che viene ribadita in Corte di cassazione. Quest’ultima afferma che la

responsabilità di quanto successo è della Provincia perché, pur avendo ricevuto i finanziamenti per mettere l’adeguata segnaletica, non ha fao il suo dovere.

CHE DIRE? Dei danni provocati alle auto circolanti da animali selvatici è responsabile l’ente a cui è affidata la cura della strada stessa (Regione, Provincia, Ente Parco...). Questo purché l’ente abbia piena autonomia nella gestione dei rischi di danni a terzi e sia quindi in grado di adottare tutte le misure necessarie per prevenire o evitare eventuali danni. Proprio per questo la Cassazione ha condannato la Provincia di Avellino. Quest’ultima, pur avendo tutti i mezzi per prevenire eventuali incidenti dovuti ad animali selvatici (creare appositi protezioni stradali, avvisare del rischio tramite la segnaletica...) non ha fatto nulla. ■ Cassazione Civile,

sentenza n.12944, 23 giugno 2015

44 Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

❯❯e-turismo

Tendenze

ECONOMIX

Nel 2015 gli acquisti effettuati tramite smartphone o tablet hanno rappresentato il 15% dei 9,5 miliardi di euro spesi nell'ecommerce per pagare hotel, trasporti e pacchetti viaggi. Secondo i dati dell’Osservatorio sull’innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano (riferiti al periodo settembre 2014 - settembre 2015), gli acquisti online legati al settore turistico sono cresciuti dell'11% rispetto all'anno precedente. Praticamente un euro su cinque speso in viaggi e turismo è arrivato da canali digitali: sia dalla rete web sia da quella cosiddetta mobile. Quest'ultima, in particolare, ha raggiunto i circa 500 milioni di euro per quanto riguarda gli acquisti tramite smartphone (con un aumento di oltre il 70% ) e superato i 900 milioni di euro per l'ecommerce tramite tablet (+17% ). Se nella fase di preparazione del viaggio (ricerca di informazioni, prenotazione alberghi, voli...) il turista digitale italiano preferisce di gran lunga usare il computer, durante la vacanza le prenotazioni di ristoranti, la partecipazione a eventi e il noleggio di beni in loco è effettuato in buona parte con dispositivi mobili.

❯❯ Consigli Usare le carte Il Regolamento Ue 2015/751 ha fissato un limite alle commissioni interbancarie che le banche e gli emittenti possono applicare ai pagamenti con carta: per ogni singola transazione, un massimo dello 0,3% per i pagamenti con carta di credito e un massimo dello 0,2% per i pagamenti con carta di debito e prepagate. Questo limite, abbassando i costi per gli esercenti

In crescita gli italiani che eseguono le operazioni bancarie via smartphone e tablet.

che accettano pagamenti con moneta elettronica, avrà effetti positivo anche per i consumatori, per i quali sarà più facile usare la carta anche per piccoli importi o in periodi dell’anno particolari, come quello dei saldi. Avere meno contante in tasca significa avere meno perdite in caso di furto o smarrimento: le carte si bloccano e se il ladro riesce a usarle, l’addebito per il titolare potrà essere al massimo di 150 euro.

80% crescita annuale dei clienti degli istituti di credito che utilizzano il mobile banking. Fonte: Abi

Aggiornamenti fiscali su: altroconsumo.it/ imposte-tasse

Bancomat

1,7

MILIONI

è il numero dei pos che accettano carte Pagobancomat in Italia. Fonte: Consorzio Bancomat

Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

45

❯❯ Calendario

CONTI CORRENTI  Qui sotto i dieci migliori conti per questo correntista: 55 anni, sposato, moglie casalinga, casa di proprietà con mutuo estinto, 1 box in affitto, circa 100mila euro di liquidità investita in conti di deposito, 1 carta di credito.

di tutte le spese d’uso del conto, compresa l’imposta di bollo ed è al netto degli interessi attivi di conto.

 Dati aggiornati a metà novembre 2015.

www.altroconsumo.it/conti-correnti

 Il costo totale annuo tiene conto

LA NOSTRA SCELTA Banca

Conto

Tipo

Ricavo/Costo annuo in euro

Banca Sistema

Sì Conto

internet

8,40

BCC Emilbanca

Only Web

internet

-2,45

Hello! Money

internet

-7,78

Banco Popolare

Premiaconto Risparmio

tradizionale

-7,78

Banco Popolare

Premiaconto Plus

tradizionale

-7,78

Banco Popolare

You Banking

internet

-7,78

Unicredit Banca

My Genius - Silver

tradizionale

-8

Unicredit Banca

My Genius - Base

tradizionale

-8

Banco Posta

Bancoposta Più

tradizionale

-8

Conto Dueper 100

tradizionale

-8

BNL

Credem

10 GENNAIO  Versamento dei contributi Inps per colf e badanti relativi al quarto trimestre 2015.

30 GENNAIO  Pagamento del bollo auto scaduto a dicembre 2015. La scadenza del bollo auto generalmente corrisponde ogni anno al mese successivo a quello della prima immatricolazione. Fanno eccezione alcune Regioni (per esempio, Lombardia e Piemonte), che per certi tipi di vetture fissano la scadenza del bollo nello stesso mese della prima immatricolazione.

1 FEBBRAIO

PRESTITI  Rispetto alla scorsa rilevazione, c'è una sostanziale stabilità dei tassi sia per i prestiti da 2.000 euro sia per quelli da 5.000 euro.

 Dati aggiornati a metà novembre 2015.

www.altroconsumo.it/prestiti

LA NOSTRA SCELTA Taeg %

Rata mensile per ogni 1.000 euro

Intesa Sanpaolo

8,53

89,68

Consel

8,61

89,99

8,83

90,41

Banca/finanziaria

Richiede il conto corrente

2.000 EURO PER 2 ANNI

Fineco

V

5.000 EURO PER 4 ANNI Banca Popolare dell'Emilia Romagna

7,17

117,78

Agos Ducato

7,79

120,40

Consel

7,93

120,87

 Per chi non ha scelto il regime della cedolare secca, registrazione e versamento dell'imposta per i contratti di locazione con decorrenza 1° gennaio 2016. Il versamento va effettuato tramite modello F24 (il cosiddetto F24 Elementi identificativi) oppure richiedendo all’Ufficio delle entrate l’addebito diretto sul proprio conto corrente.

29 FEBBRAIO  Pagamento del bollo auto scaduto a gennaio 2016. La scadenza del bollo auto generalmente corrisponde ogni anno al mese successivo a quello della prima immatricolazione. Fanno eccezione alcune Regioni (per esempio, Lombardia e Piemonte), che per certi tipi di vetture fissano la scadenza del bollo nello stesso mese della prima immatricolazione.

2 MARZO  Per chi non ha scelto il regime della cedolare secca, registrazione e versamento dell'imposta per i contratti di locazione con decorrenza 1° febbraio 2016. Versamento tramite modello F24 o richiedendo all’Ufficio delle entrate l’addebito sul proprio c/c.

46 Soldi&Dirii 146 Gennaio 2016

MUTUI  Le due tabelle riportano, per diverse durate, rata e Taeg (Tasso annuo effettivo globale) di un mutuo di 100.000 euro relativo a una casa di 200.000 euro.

per assicurarsi una rata stabile. Ricordatevi che la banca non può chiedervi di aprire obbligatoriamente un conto corrente.

 Dati aggiornati a metà novembre 2015.

 La differenza tra i due tipi di tasso è solo dell'1,06%. Il tasso fisso ha oggi livelli molto bassi: vale quindi la pena di pagare un po' di più

www.altroconsumo.it/mutui

LA NOSTRA SCELTA Taeg %

Rata mensile per ogni 1.000 euro

1,35

8,78

Taeg %

Rata mensile per ogni 1.000 euro

Unicredit

1,99

9,03

Intesa Sanpaolo Euribor

Intesa Sanpaolo

2,06

9,09

Webank Euribor

1,51

8,96

Cassa di Risparmio di Ferrara

2,26

9,16

Veneto Banca Euribor

1,63

8,88

Mutui a tasso fisso

Mutui a tasso variabile (Euribor o Bce)

DURATA: 10 ANNI

DURATA: 10 ANNI

DURATA: 15 ANNI

DURATA: 15 ANNI Intesa Sanpaolo

2,21

6,41

Intesa Sanpaolo Euribor

1,39

6,05

Banca Sella

2,44

6,50

Webank Euribor

1,49

6,18

Unicredit

2,66

6,60

Unicredit Euribor

1,59

6,12

DURATA: 20 ANNI

DURATA: 20 ANNI Intesa Sanpaolo

2,43

5,15

Intesa Sanpaolo Euribor

1,41

4,69

Banca Sella

2,49

5,17

Webank Euribor

1,49

4,80

Webank Mutuo fisso prefissato

2,71

5,37

Unicredit Euribor

1,54

4,74

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Soldi&Diritti 146 Gennaio 2016

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INDICE Pubblichiamo l’elenco degli articoli di SD dal numero di marzo 2014. Per gli argomenti che sono stati ripetuti, indichiamo solo la versione più recente. Gli articoli sono elencati in ordine alfabetico. La prima colonna indica il numero della rivista, la seconda l’anno di pubblicazione. A riv/anno ACCOMPAGNAMENTO 139/14 AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO 146/16 ASSICURAZIONE DANNI: -disdire polizze danni poliennali 137/14 -esclusioni e rivalse 145/15 -polizze casa 135/14 -polizze infortuni 143/15 -polizze Ltc (per non autosufficienti) 141/15 -polizze malattia 144/15 -polizze: quali scegliere? 142/15 -polizze rc capofamiglia 146/16 -polizze sci 140/15 -polizze viaggio 136/14 ASSICURAZIONE RC AUTO: -auto storiche 142/15 -andamento 2015 146/16 -incidenti all’estero 136/14 -legge Bersani 141/15 -riscatto del sinistro 139/14 -venti anni di liberalizzazione 137/14 ASSICURAZIONE VITA: -polizze caso morte 138/14 -polizze vita 144/15 AUTO: -noleggio 144/15 -rimborso bollo 139/14 B BADANTI E COLF BANCA: -Bail-in -conti correnti -conto corrente online -dietro le quinte -portabilità conto corrente BANCHE DATI CATTIVI PAGATORI BANCONOTE FALSE

riv/anno 136/14

C CALCOLATORI ONLINE CARTE DI CREDITO: -carte di credito a confronto -obbligo Pos per gli esercenti CARTE FIDATY E REVOLVING CASA: -acquisto con affitto -affitti -certificato di agibilità -certificazione energetica -registrazione contratto di affitto COFANETTI REGALO CONDOMINIO: -aree parcheggio -condomini morosi -lavori di ristrutturazione -liti -riscaldamento centralizzato COPPIE DI FATTO

riv/anno 143/15

D DIRITTI: -acquisti nella Ue -dei figli -del ciclista -del compratore DISOCCUPAZIONE, INDENNITÀ DIVORZIO BREVE

riv/anno

E ENERGIA: -disservizi fornitura elettricità -disservizi fornitura gas EREDITÀ E SUCCESSIONE: -diritti degli eredi -morte di un familiare

riv/anno

146/16 145/15 135/14 141/15 144/15 146/16 142/15

137/14 138/14 135/14 143/15 137/14 144/15 139/14 138/14 145/15 136/14 138/14 146/16 135/14 141/15 140/15

137/14 136/14 141/15 140/15 142/15 143/15

140/15 138/14 135/14 145/15

47

F FAMIGLIA, GESTIONE DEI SOLDI FISCO: -acconto Irpef -avviso di accertamento -cartelle esattoriali -detrazione farmaci -Isee -Pin Agenzia delle entrate -rimborsi

riv/anno 144/15

G GARANZIA: -a pagamento -diritti del cliente -sui prodotti usati

riv/anno

I INTERNET: -acquisti online: siti -pagare con lo smartphone INVESTIMENTI: -azioni banche popolari -chiusura conto titoli -conti di deposito -fondi pensione -guida ai calcolatori online -informarsi per investire

riv/anno

L LAVORO, ANTICIPO TFR

riv/anno 138/14

MNO MULTE: -class action Comune Milano -come fare ricorso MUTUI: -mediatori creditizi -surroga

riv/anno

PQR PENSIONI: -calcolo pensione sito Inps -lavorare in pensione -previdenza integrativa PIGNORAMENTO POSTA: -come protestare -Posta elettronica certificata (Pec) -servizi postali privati PRESTITI: -acquisto auto -da banche, finanziarie e online -online tra privati -per efficienza energetica casa PROCEDURE EXTRAGIUDIZIALI PUBBLICITÀ

riv/anno

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riv/anno 136/14

TU TELEFONIA -acquisto smartphone a rate -problemi con gli operatori -Registro pubblico delle opposizioni TRASPORTI: -treni: chiedere i rimborsi

riv/anno

VZ VACANZA: -documenti -prenotazioni online -problemi in aeroporto

riv/anno

Archivio online

145/15 144/15 143/15 135/14 141/15 140/15 146/16

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146/16 143/15 136/14 142/15

143/15 139/14 140/15

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