Esercizi Per Una Visione Alchemica

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Esercizi per una Visione Alchemica In questa pagina raduneremo tutti i post su esercizi e tecniche di vario tipo che abbiamo pubblicato sul blog e aggiunti di nuovi. Ciò che abbiamo potuto sperimentare o che ci è stato suggerito da chi ha sperimentato, per offrire una visione d’insieme di quello che è possibile fare per progredire nel cammino della consapevolezza. LE TECNICHE PERCHE’ ABBIANO UN EFFETTO TANGIBILE DEVONO ESSERE PRATICATE CON IMPEGNO E COSTANZA! La pagina sarà ripubblicata sulla pagina di Facebook periodicamente ed ogni volta che aggiungeremo un post, seleziona sulla nostra pagina la casella a tendina (vedi immagine sotto) e clicca su “aggiungi alle liste di interessi” per ricevere gli aggiornamenti di Visione Alchemica sulla tua home.

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(http://www.visionealchemica.com/wpcontent/uploads/2012/06/Dreamcatcher1.jpg.jpeg) Smetti di ascoltare e sentirai la verità. Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare. Non cercare il contatto e troverai l’unione. Sii quieto e ti muoverai sull’onda dello spirito. Sii delicato e non avrai bisogno di forza. Sii paziente e compirai ogni cosa. Sii umile e manterrai la tua integrità. Meditazione Cheyenne . Come iniziare un percorso? Praticare il Silenzio Interiore è una disciplina che può potenzialmente e alla fine lo sarà essere praticata senza soluzione di continuità nell’arco dell’intera nostra esistenza. Erogando la nostra totale attenzione su ciò che sta accadendo in questo momento, riorientando il più possibile ed il più a lungo possibile, l’attenzione che concediamo ai pensieri della Mente di Superficie verso le percezioni dell’istante presente raccolte dai nostri sensi. Per questa pratica non è necessario null’altro che la nostra vita. In qualsiasi momento, ricordiamoci di ricondurre la nostra attenzione entro i confini dell’istante presente, distaccandola dalla Mente di Superficie. In qualsiasi momento e per qualsiasi azione stiamo facendo. Ricordiamoci di essere vivi, presenti. Ricordiamoci di noi stessi. Concediamo l’intera nostra attenzione all’azione che stiamo facendo. Nel mentre, raccogliamo informazioni sull’ambiente e su noi stessi con i nostri sensi. Quale è la nostra postura ? Come respiriamo ? Stiamo agendo tranquillamente, o percepiamo interiormente una sensazione di disagio ? Cosa ci dice il corpo ? E il luogo in cui siamo ? Thic Nath Han, sollecita l’individuo a coltivare la presenza mentale, perchè rappresenta una risorsa che può donare pace e libertà all’individuo. Quando mangi, mangia; quando cammini, cammina; quando respiri, sii consapevole del

tuo respiro. .

(http://www.visionealchemica.com/wpcontent/uploads/2012/11/542769_383508568393761_703491119_n.jpg) IL PRIMO ESERCIZIO IL RADICAMENTO La connessione a Madre Terra è la base, è la natura che insegna, è da lei che possiamo apprendere ogni cosa serva al nostro cammino spirituale. Siamo su questa Terra per un motivo ben preciso, sia che ne siamo consapevoli o meno resta un dato di fatto e, il radicamento serve per tutto, è qui il punto da cui si parte. Qualsiasi tecnica vogliate praticare se non c’è un saldo radicamento ed uno scambio energetico con l’Essere Spirituale Terra non vi darà i risultati che promette! C’è chi ne è dotato naturalmente e lo potrete verificare dal diametro delle radici che riuscirete a visualizzare nell’esercizio, più saranno fini meno sarete radicati per cui dovrete praticare con costanza, la cara amica Costanza. Se visualizzerete le radici forti come quelle di una quercia vorrà dire che il radicamento è buono ma comunque praticare male non fà e potrete alternare o aggiungere il radicamento ad altre tecniche che utilizzate di solito. La visualizzazione In questo caso per visualizzazione non si intende solo il “vedere” con gli occhi della mente ma, un” sentire” piu’ ampio che coinvolge tutti i nostri 5 sensi, ad esempio: se ” visualizzo” un fiore, non lo vedo solamente, non mi soffermo solo sulla forma e sui colori ma cerco di avvertirne il profumo, di sentirlo tra le dita … quanto sono soffici i petali, le foglie, la consistenza del gambo, ecc. Si tratta di attivare una memoria sensoriale. All’inizio può sembrare difficile ma se ci si concentra veramente in quel che si stà facendo, se c’è la presenza totale, nel qui e ora, si riesce a fare tutto in modo fluido, con un po’ di esercizio diverrà facile e naturale. L’ho fatto con dei b amb ini tempo fà e si sono anche divertiti, tant’è che loro mi chiedevano di farlo insieme. Eseguire il Radicamento Questa è una versione del Radicamento ma ognuno è libero di cambiarla e personalizzarla nei dettagli. 1. Trovate un momento della giornata in cui siete sicuri che nessuno vi disturbi. 2. Mettetevi seduti o in piedi come un albero, scegliete cosa vi fà sentire più a vostro agio, le piante dei piedi ben appoggiate a terra assumete una posizione comoda per voi. 3. Chiudete gli occhi ed immaginate delle radici che scendono lentamente lungo le vostre gambe e poi escono dai vostri piedi. Iniziano a crescere delle radici che lentamente si insinuano nelle crepe del suolo (o del cemento se vi trovate in una stanza) e da li giu’ che scendono verso il cuore della terra. Immaginatele, sentitele, come vostre che passano attraverso i diversi strati della terra, alcuni piu’ duri, altri piu’ soffici, visualizzate i vari strati geologici e tutto ciò che si potrebbe incontrare

inoltrandosi nelle profondita del terreno, radici, sassi, via così fino ad avvicinarsi al nucleo del pianeta, sentite il calore che mano a mano si fa piu’ forte, sentite il cuore del pianeta che vi attrae come una calamita, avvertite come l’energia si fa sempre piu’ intensa. Giunti vicini al magma piantate lì le vostre radici, c’è senz’altro qualcosa a cui appigliarle, un masso, una roccia aappuntita… immaginate… (Una mia amica una volta ha trovato una patata b en radicata ed ha usato quella come appiglio) 4. Iniziate a nutrirvi, ad abbeverarvi a quell’energia fluida, rossa come lava che lentamente attraverso le vostre radici risale, visualizzatela passare attraverso le radici, come sangue attraverso delle vene. Sentitela nei piedi, che sono ora dorati e caldi, sentite il calore, sentitelo salire su per le gambe e arrivare al bacino e poi su per l’addome e poi su nel petto, da dove si dirama nelle braccia, sentitelo in ogni singolo dito delle vostre mani e da li fluire verso il vostro collo e nella testa. 5. Tutto il vostro corpo è rosso-dorato pervaso dalla forza del cuore della terra che vi nutre e vi riscalda, vi rigenera e vi dà nuova forza. Sentite dentro di voi la lava che scorre nel vostro sangue, che penetra nei vostri tessuti, attraverso ogni singolo capillare, giunge ai vostri organi e li irrora, rigenerandoli e fortificandoli e li ringiovanisce. 6. Adesso volgete il vostro pensiero al cielo. Immaginatelo in una limpida serata, illuminato da migliaia di stelle, per nulla offuscate dal bagliore di una splendida luna piena. Visualizzate tutto nei minimi dettagli, sentite la loro energia, cosi leggera e fresca, completamente diversa da quella della terra da cui ora siete pervasi e sentite come il vostro corpo la desidera, come si tende verso di essa. 7. I vostri capelli, come prima le vostre dita si allungano all’infinito, fino al cielo, fino alle stelle. Sentiteli sulla vostra testa muoversi e tendersi, sentiteli crescere e osservateli nella loro salita verso l’alto, attraversate con loro le nuvole, sentiteli agitarsi nel vento, osservateli allontanarsi dalla terra che vedete ora distante, come un globo celeste, sempre di piu’ fino a toccare le stelle. Sentite la loro energia, vivida, di luce, frizzante, chiamatela a voi, nel vostro corpo, immaginate il bagliore, la purezza, la dolcezza della sua energia e sentite che scorre dentro di voi. 8. I vostri capelli sono ora altrettante piccole radici che attingono a questi astri e come prima, visualizzate la loro energia, bianca -argentea, luminosa riscendere a voi, sentitela entrare dolcemente nella testa dal 7° chakra, irrorarvi il viso, le spalle, il torace, le braccia, giu’ fino ai piedi. Godetevi la freschezza, l’enorme senso di rilassamento che vi pervade, la pace, la serenita’ che prelude alla guarigione, sentitela scorrere nelle vostre vene e sanare il vostro corpo, caricarlo, come prima avete fatto con l’energia della terra. 9. Visualizzatevi nella posizione in cui vi trovate, vedete tutto nell’insieme, le radici che dai vostri piedi continuano ad attingere dal cuore della terra e i vostri capelli che attingono alle stelle, osservate le due energie opposte e complementari che affluiscono in voi, ruotano nel vostro corpo e

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convergono sul vostro plesso solare, appena sopra l’ombelico. Li’ inizia a crearsi una piccola sfera dorata, è l’energia che il vostro corpo sta caricando, osservatela crescere mano a mano che si accumula, diventa sempre piu’ grande, sentitene la potenza sempre piu’ crescente. 10. Quando sentite che la sfera si è caricata al massimo, fatela esplodere e sentite la sua, la vostra energia che inonda il vostro corpo, avvertitela come un’onda che vi travolge da dentro e si espande all’infinito fuori di voi, sentite il vostro corpo, percepitelo, senza piu’ limiti fisici, siete ovunque, ovunque arrivi la vostra energia, ovunque vogliate. 11. In ultimo, quando sentite che è giunto il momento, ritirate le radici, ritirate i capelli e tornate dolcemente in voi stessi, visualizzatevi un ultima volta, rilassati, con gli occhi chiusi, vedete attorno a voi la vostra aura brillare, sentitela crepitare come una fiamma e datele il colore che piu’ vi piace.

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Dopo il radicamento, le vostre percezioni, i vostri sensi sottili saranno potenziati, la vostra mente rilassata vi avvicinerà al pianeta e vi renderà aperti a ricevere messaggi, visioni e più pronti alla concentrazione e alle meditazioni preferite. Il vostro corpo ha messo radici, nella terra e nel cielo, si nutre, traendo da essi le due principali energie di cui ha bisogno per essere in completo equilibrio ed in connessione con l’Universo. Per comprendere cio’ pensate ai chakra principali del nostro corpo. Il primo, “Chakra della Radice” è quello che prende l’energia piu’ densa della terra, l’ultimo il chakra della “Corona” attinge dall’etere l’energia piu’ sottile, insieme i due chakra permettono a queste energie di fluire attraverso gli altri 5 in diversi livelli di densita’ rendendo cosi possibile un buon funzionamento non solo del nostro corpo ma anche della nostra psiche. Un’osservazione, la meditazione è più lunga da scrivere e da leggere che eseguirla, usate una musica di sottofondo e divertitevi ad inventare. Una variante è eseguire la medita zione in piedi, rendendola dinamica e visualizzarsi come alberi, per cui accedere al cielo con i rami (le braccia) e ondeggiare ai vari agenti atmosferici, vento, pioggia, ecc. per utilizzare tutti gli elementi. Si può visualizzare di avere un seme nel ventre e che l’energia della Terra e del Cielo nutrono il seme per cui segue la fioritura e la fruttificazione è più divertente, diventa come una danza, è la versione che è piaciuta ai bambini. Una persona, tempo fà ha obbiettato che le nostre radici dovrebbero uscire dalla 1° chakra, alla fine della colonna vertebrale, nulla vieta di visualizzare l’uscita delle radici da lì, ognuno può creare la sua meditazione personalizzata, basta coi dogmi, ognuno è libero di creare… questo per ora, per il resto ci stiamo attrezzando!!! Namastè! Patrizia di visione Alchemica .. COGLI L’ATTIMO ISTRUZIONI PER MEDITARE

(http://visionealchemica.files.wordpress.com/2012/02/o.jpg) La tua vita non è propriamente tua: è la vita che il cosmo continua a riversare in te, a ogni istante. Il tuo respiro non è tuo, è il cosmo che continua a riversare l’esatta quantità di ossigeno che hai bisogno. Se respirare fosse lasciato nelle mani del singolo individuo, non credo che qualcuno sopravviverebbe! Te ne dimenticheresti. Qualcuno ti insulta, e subito ti dimentichi di respirare: l’insulto diventa una priorità! Vedi una donna bellissima, e ti dimentichi che il cuore deve continuare a battere; si ferma. In questo caso, le cose si complicherebbero… L’esistenza si è premurata di tenere in mano tutte le funzioni vitali. Ciò di cui ti è stato dato il controllo, sono tutte funzioni secondarie, banali; tutte le funzioni vitali, quelle assolutamente necessarie per continuare a vivere sono ancora nelle mani dell’esistenza. Nel momento in cui, in meditazione profonda, tocchi le tue radici, scoprirai che

della Keshe Foundation Che cosa vuoi dire civiltà extraterrestre? Comprendere i propri limiti per poterli superare. Il Credino… chi è? Allora qual è la via della conoscenza?

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una soglia si apre sul trascendente e saprai che la vita si riversa in te da quella dimensione, a ogni istante. Più ti aprirai, rispetto a quel centro, più vita avrai: una vita straripante, al punto che vorrai condividerla con il mondo intero, e anche allora sarà inesauribile. Lo ripeto: il desiderio, la pulsione a comprendere, è di fatto il bisogno primario di diventare un tutt’uno con il cosmo. E allorché accade, non c’è più nascita e non c’è più morte; il cosmo è eterno. Non è mai stato creato; ciò che il cristianesimo e tutte le altre religioni vi hanno detto è falso: il cosmo si evolve dall’eternità nell’eternità, per l’eternità! Le Meditazioni Attive di Osho La meditazione in passato non era qualcosa di difficile, di estremo o di impossibile, tuttavia per la mente occidentale, e oggigiorno perfino per la mente orientale – ormai totalmente assorbita e sopraffatta dall’ideologia dell’Occidente – sedersi in silenzio e osservare tranquillamente il flusso dei propri pensieri non è qualcosa di così semplice. Nella mente si sono accumulati così tanto pattume e così tante sollecitazioni che, se ti limitassi a osservare tutto ciò, impazziresti: è un film che ha un inizio e non ha mai fine. Puoi continuare a osservare, per giorni o per anni, ma la mente non smetterà mai di fornirti nuove immagini, nuovi sogni. Ecco perché ho creato nuovi espedienti: la Meditazione Dinamica, la Meditazione Kundalini, e altre tecniche. Vanno praticate prima che tu possa sederti in silenzio in una meditazione che richiede di essere un semplice testimone, come la Vipassana. Questi espedienti sono stati ideati per permetterti di catartizzare, scaricando così tutto il tuo pattume, anziché sprecare tempo a osservarlo. Si tratta di una pulizia interiore. E la Meditazione Dinamica ha una particolare efficacia. Il processo catartico non può andare fuori dal tuo controllo, poiché io ho diviso la tecnica in diverse fasi: ogni dieci minuti il processo può cambiare; non diventa mai così travolgente da sottrarre qualsiasi controllo. Questi metodi sono necessari solo per ripulire tutto il pattume generato dalle religioni tradizionali, come il cristianesimo, e ricondurti a uno stato di naturalezza e di semplicità… da lì in poi, l’unico percorso ulteriore è essere un testimone, ciò che il Buddha ha chiamato Vipassana, il cui significato è: osservare. Se vuoi praticare la Meditazione Vipassana, o qualsiasi altra meditazione silenziosa, la Meditazione Dinamica è un passo indispensabile, essenziale, visto che il cristianesimo ha avvelenato la tua mente: quel veleno dev’essere espulso dall’organismo. Per liberartene, devi impazzire completamente, in modo consapevole; altrimenti quella follia rimarrà dentro di te e non ti permetterà di scendere nel silenzio, di gustare una meditazione che si basa sull’osservazione, sull’essere un testimone presente e imparziale. Pertanto ti consiglio di fare la Meditazione Dinamica, ma puoi fare anche jogging, correre o nuotare, e quando ti senti assolutamente stanco, quando avverti un intrinseco bisogno di rilassarti, sarai libero da ogni condizionamento cristiano. A quel punto potrai sederti in silenzio e potrai osservare la mente. Certo, non ci sarà molto da osservare: avrai espulso praticamente il novantanove per cento del pattume che gravava in essa. Forse, qui e là, ci saranno alcuni grumi di pensieri che ancora le sono rimasti attaccati, qualcosa di molto antico, e per questo è fortemente incollato a te… osservali semplicemente. L’osservazione è un processo di scollamento di quei piccoli grumi sospesi qui e là nella tua mente. Nel momento in cui anche quelli saranno scomparsi, non avrai mente alcuna: ti dispiegherai in un cielo sconfinato. Quella è l’esplosione, e quell’esplosione ti porterà a ciò che in Oriente è chiamato satchitanand: verità, consapevolezza, beatitudine. Rilassare il respiro – Una meditazione per persone indaffarate Ogni volta che ne trovi il tempo, anche solo per pochi minuti, rilassa la respirazione, non fare altro: non è necessario rilassare tutto il corpo. Seduto sul treno o su un aereo, o in macchina, nessuno si accorgerà che stai facendo qualcosa. Semplicemente rilassa la respirazione. Lascia che segua il suo ritmo naturale. Poi chiudi gli occhi e osserva il respiro che entra, e che esce, che entra… Non concentrarti! Se ti concentri, crei problemi, perché in quel caso tutto è un disturbo. Se cerchi di concentrarti mentre sei seduto in macchina, il rumore della macchina diventerà un disturbo, la persona seduta di fianco a te diventerà un disturbo. Meditazione non è concentrazione. È semplice consapevolezza. Tu

ti rilassi e osservi il respiro. In quell’osservare non è escluso niente. La macchina romba; benissimo, accettalo. Il traffico scorre; benissimo, fa parte della vita. Il compagno di viaggio sta russando al tuo fianco, accettalo. Non rifiutare niente. L’osservazione è la tua natura Ricorda: tu sei sempre all’esterno, limitati semplicemente a osservare. La mente è sempre all’interno: non identificarti con lei. Disidentificato, diventerai sempre più lucido, e la mente morirà da sola. La morte della mente e la nascita dell’osservazione attenta e presente, è l’inizio della tua evoluzione. E la luce non sarà lontana: quell’osservazione consapevole è la luce! L’oscurità se ne sarà andata, perché quando sei luce, non puoi essere circondato dall’oscurità. Ecco perché affermo che l’osservazione attenta e consapevole non è una tecnica: è la tua natura. Devi semplicemente ricordarla! Totale indipendenza – Qualcosa di intrinseco al tuo essere… Il frutto cade a terra solo quando è maturo. Un giorno tu ci lascerai, e sarà praticamente impossibile sostituirti con un altro Maestro. Mi chiedo, a quel punto, quando tu non sarai più nel corpo fisico, le tue tecniche di meditazione saranno in grado di aiutare la nostra crescita, come accade adesso? Il mio approccio alla tua crescita è fondamentalmente questo: renderti indipendente da me. Qualsiasi forma di dipendenza è una schiavitù, e la dipendenza spirituale è la peggiore di tutte. Ho fatto ogni sforzo per renderti consapevole della tua individualità, della tua libertà, della tua assoluta capacità di crescere senza l’aiuto di qualcun altro. La tua crescita è qualcosa di intrinseco al tuo essere. Non è qualcosa che proviene dall’esterno; non è un’imposizione, è un dispiegarsi. Tutte le tecniche di meditazione che io ti ho dato non dipendono da me – la mia presenza o la mia essenza non fanno alcuna differenza – dipendono tutte da te. Non è la mia presenza, quanto piuttosto la tua a essere richiesta perché funzionino! Essere nel momento Meditazione significa essere nel momento, non abbandonare questo momento all’inconsapevolezza. Qualcuno chiese al Buddha: “Come dobbiamo meditare?” Il Buddha rispose: “Qualsiasi cosa facciate, fatela con consapevolezza; questa è meditazione. Camminando, camminate con attenzione, come se camminare fosse tutto; mangiando, mangiate con consapevolezza, come se non esistesse null’altro; alzandovi, alzatevi con consapevolezza; sedendovi, sedetevi con consapevolezza. Tutte le vostre azioni diventano consapevoli, la vostra mente non fluttua più oltre questo istante, resta nel presente, si assesta nel presente: questo è meditazione.” La meditazione non è una pratica disgiunta dalle azioni quotidiane. La meditazione non è altro che il nome per definire una vita vissuta con consapevolezza: non è una pratica che dura un’ora, durante la quale state seduti… e arrivederci al giorno dopo! Niente affatto, se ventitré ore sono prive di meditazione e solo un’ora è dedicata alla meditazione, sarà inevitabile che quelle ventitré ore annientino quanto è accaduto in quell’unica ora. La non meditazione vincerà, la meditazione rimarrà sconfitta. Se vivi ventitré ore al giorno senza consapevolezza, e solo un’ora con consapevolezza, non conseguirai mai una vita pienamente risvegliata, la realizzazione del Buddha. Come può un’unica ora vincere la forza di ventitré ore? Inoltre, occorre comprendere un’altra cosa: come si può essere consapevoli per un’ora, se per le rimanenti ventitré non lo si è? Come si può essere sani per un’ora se si è malati ventitré ore al giorno? Salute e malattia sono il risultato di un flusso interno. Se sei sano ventitré ore al giorno, lo sarai per tutte e ventiquattro le ore, perché questo flusso interno non può spezzarsi all’improvviso, solo per un’ora. La corrente che scorre in te continua a fluire. La meditazione non può nascere solo perché visiti una chiesa, un tempio, una moschea… se non eri sveglio nel tuo negozio, nel mondo degli affari, a casa, come potrai mai risvegliarti all’improvviso, in un tempio? Nulla può esplodere all’improvviso, se non faceva parte di un flusso interno. Ecco perché il Buddha ha detto che la meditazione può accadere solo se si è meditativi ventiquattro ore al giorno. Dunque, è bene capire che la meditazione non è solo una delle decine di azioni che accompagnano la vita.

Non si tratta di un anello nella catena di azioni senza fine che accompagnano la vita di un uomo. Si tratta di un filo che unisce tra loro i fiori di una ghirlanda. La meditazione è uno stile di vita, non un’azione. Se si è meditativi in tutto ciò che si fa, se il filo corre attraverso ciascuno dei fiori, solo allora si crea una ghirlanda. Il filo non è neppure visibile, è nascosto sotto i fiori. Né è visibile il meditatore; egli è presente, ma è nascosto sotto tutte le azioni che accadono attraverso di lui. Un individuo si risveglia il giorno in cui inizia a vivere con meditazione. Finché vive senza meditazione, dorme. . SENSAZIONI RESPIRATORIE IN MEDITAZIONE .

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/11/respiro3238x300.jpg) Iniziate questo esercizio impiegando circa cinque minuti per diventare consapevoli delle sensazioni nelle varie parti del vostro corpo… Ora spostate la vostra consapevolezza sul vostro respiro. Diventate consapevoli dell’aria, quando entra e quando esce attraverso le vostre narici… Non concentratevi sull’aria mentre entra nei polmoni. Limitate la vostra consapevolezza all’aria mentre passa attraverso le narici… Fate attenzione a non controllare il respiro. Non tentate di renderlo più profondo. Questo non è un esercizio di respirazione, ma di consapevolezza. Perciò, se il respiro è poco profondo, lasciatelo così. Non interferite. Soltanto osservatelo. Ogni volta che vi distraete, tornate al vostro compito. Vi gioverà molto se, prima di iniziare, deciderete di non perdere consapevolezza di ogni singolo respiro. Ma senza tensione! Iniziate questo esercizio con una specie di seria giocosità. Continuate questo esercizio per dieci o quindici minuti. Nel tentativo di essere consapevoli del vostro respiro, non tendete i muscoli. Decisione non dev’essere confusa con tensione. Dovete aspettarvi di essere notevolmente distratti all’inizio. Ma non importa quanto siate distratti; il semplice fatto di perseverare nel ritornare sempre di nuovo alla consapevolezza del vostro respiro – questo solo sforzo di perseverante ritorno – porterà benefici effetti che voi stessi gradualmente comincerete a vedere. Una volta raggiunto un certo progresso in questo esercizio, avanzate ad una variante leggermente più difficile, ma più efficace: Diventate consapevoli della sensazione dell’aria che passa attraverso le vostre narici. Percepite il suo tocco. Notate in quale parte delle narici percepite il tocco dell’aria, mentre inalate, e in quale parte delle narici percepite il tocco dell’aria, mentre esalate…. Diventate consapevoli, se potete, del calore o del freddo dell’aria… il suo freddo quando entra, il suo calore quando esce… Potete anche rendervi consapevoli che la quantità di aria che passa attraverso

una narice è maggiore di quella che passa attraverso l’altra…. Siate sensibili e all’erta al più lieve, trascurabile tocco dell’aria nelle vostre narici, mentre inspirate ed espirate… Sostate in questa consapevolezza per dieci, quindici minuti. Il tempo dedicato per ognuno di questi esercizi è la durata minima richiesta perché voi stessi vi facciate una qualche idea del suo valore. Ma più tempo siete in grado di dare all’esercizio e maggiore, naturalmente, sarà il frutto che ne ricaverete. L’unica limitazione che vorrei apportare a questa affermazione è la seguente: non concentratevi nella consapevolezza del solo respiro per molte ore di seguito per più di due o tre giorni. Può capitare che questo esercizio generi in voi una grande pace e un senso di profondità e di gratificante pienezza. Allora potreste avventurarvi per molte ore in questo esercizio, durante un ritiro, quando siete in silenzio per parecchi giorni. Non fatelo, a meno che non abbiate disponibile una guida competente. Il motivo è che una concentrazione prolungata su una funzione così tenue come la respirazione può produrre allucinazioni o smuovere fuori dall’inconscio del materiale che poi non siete capaci di controllare. E’ un pericolo remoto, è vero e la probabilità che qualcuno insista in questa sorta di esercizio per ore, tutto a un tratto, è estremamente ridotta. Ma egualmente ho preferito che ne siate avvertiti. Non posso sufficientemente esaltare il valore di questo esercizio per coloro che desiderano raggiungere pace e autocontrollo e una profonda intima gioia in mezzo alle preoccupazioni. Un famoso maestro orientale avrebbe detto ai suoi discepoli: “La respirazione è il vostro più grande amico. Ritornate a lui in tutte le vostre pene e troverete conforto e guida”. Una asserzione misteriosa – con la quale sarete propensi a concordare, dopo aver investito una sufficiente quantità di tempo nel padroneggiare la difficile arte della consapevolezza. Tratto da: – Sadhana di Anthony De Mello

.. ESERCIZI PER RENDERE LA MENTE UNO STRUMENTO PIU’ DOCILE

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/04/filicolorati.jpg)

Esercizio dei fili neri. Coricati sul dorso su una superficie dura (tappeto, moquette); ed effettua un rilassamento mantenendo le braccia lungo il corpo. Senza fare alcun movimento fisico utilizzare il pollice e l’indice della mano destra (è importante che sia proprio la destra) per sfilare mentalmente dall’ombelico (l’ombelico è detto anche “la sorgente del male”), un filo nero per ogni paura da cui ritieni di doverti liberare, o meglio, ritieni di avere. Togli tutti i fili delle paure e man mano che li togli gettali alla tua destra dove puoi immaginare un fuoco che brucia. Estrai dal punto dove è situato il plesso solare (bocca dello stomaco) un filo nero per ogni risentimento (oppure per ogni persona verso cui nutri del risentimento). Sempre dallo stesso punto estrai un filo nero per ogni insoddisfazione, ovvero per tutte le occasioni in cui hai pensato di non essere abbastanza bravo, capace, forte, ecc. Per terminare estrai dallo stesso punto un filo nero per ogni cosa che non ti piace di te stesso, sia essa del corpo oppure del carattere. Concludi colmando i vuoti lasciati dai fili con luce bianca ed affermando: Io sono come sono e com’è giusto che io sia. Nessuno può pretendere che io sia diverso da quello che sono. Può accadere di incontrare nodi, grovigli o altro che impediscono la completa estrazione di un filo. In questo caso immagina di avere in mano una forbice e taglia il filo, quindi lascialo stare fino alla prossima seduta. All’inizio cerca di togliere i fili che si riferiscono alle situazioni più semplici. Questo esercizio serve per eliminare l’energia delle paure, delle insoddisfazioni, dei risentimenti e delle negatività che alberghiamo in noi stessi. L’esercizio è adatto anche per i bambini. Esercizio per il controllo mentale Questo esercizio sembra banale, ma non lo è. Vi assicuro che se avrete la perseveranza di eseguirlo per almeno 15 minuti continuati al giorno, per alcune settimane, potrete constatare un notevole miglioramento della vostra padronanza mentale. Scegliete un posto dove non vengano a disturbarvi per 15/20 minuti. Sedete eretti ma non rigidi, piedi paralleli, le mani sul grembo. Chiudete gli occhi molto lentamente, massaggiate le sopracciglia, le guance ed il naso respirando profondamente, sbadigliate e stiratevi in tutta libertà. Mettete le mani sull’addome e respirate tranquillamente, osservate se respirate con l’addome (si sente alzarsi ed abbassarsi) oppure con i polmoni (l’addome è quasi fermo mentre sono le spalle ad alzarsi ed abbassarsi). Se respirate con i polmoni è buona cosa spendere qualche minuto esercitandosi nella respirazione addominale (spingere il ventre in fuori quando l’aria entra e viceversa). Senza alterare il ritmo del respiro seguite il percorso dell’aria, da immaginare come luce bianca, pensando:

Pace, inspirando. Amore, espirando. Saggezza, inspirando. Allegria, espirando. Proseguite per 15/20 minuti, poi terminate stirandovi lentamente. Se durante l’esercizio la mente “scappa” riprendere con calma ricominciando da capo. Note: quando subentrano dei pensieri diversi da quelli in programma ignorateli e riprendete l’esercizio, state utilizzando una parte di voi, usate amore e non violenza!. Esercizio di visualizzazione per superare il risentimento Descriveremo ora come si pratica il processo di visualizzazione. Prima di iniziare, tuttavia, sarà bene individuare una persona con cui riconciliarvi: non sarà difficile trovarla. Se vi cogliete a rivangare una ferita passata; a riandare con la mente a un episodio doloroso; a rimuginare continuamente su quello che avreste dovuto dire o fare; a ricordare il comportamento ingiusto di un altro, vuol dire che avete sentimenti irrisolti su quell’esperienza e, con la tecnica proposta da Emmett Fox, potete farvi fronte. Ecco come si fa: Sedete su una sedia comoda, con i piedi a terra e gli occhi chiusi. Se vi sentite tesi o distratti, come preparazione rilassatevi come descritto più innanzi. Evocate nella vostra mente un’immagine nitida della persona verso la quale provate risentimento. Immaginatevi che le succedano delle cose belle. Visualizzatela mentre riceve amore, riconoscimento o denaro, qualunque cosa che pensate possa farle piacere. Prendete coscienza delle vostre reazioni. Se vi riesce difficile visualizzare che a quella persona succedano delle cose piacevoli, non preoccupatevi. È una reazione naturale e si modificherà con l’esercizio. Ripensate alla parte che avete svolto voi in quell’episodio doloroso ed a come si potrebbe interpretare diversamente l’episodio e il comportamento dell’altro. Provate a immaginarvi come potrebbe apparire la situazione dal punto di vista dell’altro. Prendete coscienza di quanto ora vi sentiate più rilassati, più in pace. Ripetetevi che non dimenticherete quello che avete capito ora. Ora siete pronti per riaprire gli occhi e riprendere le vostre attività. Bastano meno di cinque minuti per eseguire questo esercizio. Fatelo ogni volta che vi rendete conto di stare rivangando un episodio passato spiacevole, doloroso o frustrante. Potreste stare dei mesi senza avere bisogno di eseguirlo, o trovarvi in condizione di compierlo cinque o sei volte al giorno. Potete addirittura usarlo mentre si sta verificando una situazione spiacevole. Per esempio, in un caso come quello dei ragazzi in macchina che vi tagliano la strada, potreste immaginarveli che arrivano sani e salvi dove devono arrivare, che vanno bene a scuola o sul lavoro o negli sport. Potreste ripensare a quando eravate ragazzi voi, alle stupidaggini che facevate allora e anche capire certi problemi dei giovani. Fonte:viveremeglio.org ESERCIZIO DI MEDITAZIONE INONDARE IL CORPO DI CONSAPEVOLEZZA

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IL GUERRIERO ED IL CORPO COME PORTALE

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/02/storia-zen.jpg) Sentire il corpo è il principio essenziale per richiamare la Presenza. Ormai questo assunto deve diventare un intento categorico di ogni ricercatore: senza corpo non c’è Presenza. Naturalmente il catalizzatore della Presenza è il respiro a cui si giunge tramite il primo strumento di un’importanza eccezionale: l’ATTENZIONE. Dice Echart Tolle: “La Presenza è un’intensa vitalità. E questa intensa vitalità è sia interna che esterna. In modo molto sottile pervade tutto il corpo” (A. S. Dalal – Eckart Tolle e Sri Aurobindo – La Lepre Edizioni) “Quando entri profondamente nel corpo non c’è più il senso di ‘osservo il corpo interiore[…] La dualità scompare, sei presente in tutto il corpo, proprio come sei presente in tutto quello che è oltre il corpo. Qualunque cosa tu percepisca è te stesso. E questo riconoscimento non viene attraverso la mente ma attraverso la

Presenza. Così il modo più veloce per uscire dalla mente è entrare con la tua attenzione nel corpo.” Ecco la sequenza che non deve essere assolutamente regola, ma suggerimento: attenzione sul respiro – corpo – energia vitale – Presenza. Ciò che il ricercatore scopre è che, se si sente pienamente il corpo, non lo si avverte come un oggetto solido, ma come un campo pulsante di energia vitale che corrisponde anche alla nostra identità essenziale, al di fuori di ogni rappresentazione dell’ego. All’inizio c’è un osservatore e un oggetto osservato… ma poi tu sei la Presenza e non c’è più soggetto e oggetto. Dice Tolle: “Entrando nel corpo hai trasceso il corpo. Diventa una piccola porta per entrare nell’essere, nel non-manifesto” “Così un bella meditazione è entrare profondamente nel corpo finchè il corpo scompare, finchè tutto ciò che resta è il campo d’intensa vitalità… niente corpo. E quella è quiete e quella e Presenza”. Anche il Surrender è un’altra porta per accedere al Divino, condivisa da Tolle e più volte espressa nelle esperienze dirette di Sri Aurobindo e Mère. Corpo è Surrender sono collegati strettamente perché stando nel corpo si è nel presente, in ciò che c’è all’istante e il Surrender è lo stato di adesione completa a ciò che c’è nel momento dato. Io aderisco e includo l’esperienza presente, qualsiasi essa sia; questo lo posso fare solo se sono nel corpo e non sovrappongo all’esperienza il mio rifiuto o il mio giudizio. Se c’è l’Ego non può esserci surrender. Dice Tolle: “Ego e Surrender non possono in realtà coesistere. La capacità di dire sì a ciò che c’è non viene dall’ego. Chi è fortemente trincerato nell’ego mentale nemmeno comprenderebbe il significato di dire sì a ciò che è”. Il Processo viene così descritto da Sri Aurobindo: “Si costringe la mente ad assumere la posizione del Testimone (…) Io sono il Purusha testimone; sono silenzioso, distaccato, non vincolato (…) Il sadhaka (il ricercatore)percepisce dentro di sé la crescita di una coscienza separata, calma e silenziosa, che si sente del tutto distinta dal gioco superficiale della mente, del vitale e della Natura fisica”. Tutto questo processo di sviluppo del testimone tramite l’attenzione e la Presenza è anche prodotto dalla Vipassana. In realtà Sia Tolle, che Sri Aurobindo, che il Buddha, indicano una strada fondamentalmente identica. Dice Tolle: “Ogni volta che scegli la Presenza stai facendo una pratica spirituale e quando la Presenza diventa il tuo stato normale, mette fine alla Pratica spirituale. Roberto Maria Sassone

A. S. Dalal Eckhart Tolle e Sri Aurobindo – Libro Due punti di vista sull’illuminazione La Lepre Edizioni Lo trovi su Macrolibrarsi.it

LA PRATICA DEL SE’ OSSERVANTE

Il Maestro Joko spiega molto bene e con semplicità il primo passo da fare per essere “Zen” ma la stessa regola è valida per essere “Consapevole”, è il primo passo di qualsiasi iniziazione. Non si può parlare di cammino spirituale se prima non siamo consapevoli di noi stessi, di dove siamo, di cosa stiamo facendo e, soprattutto, essere consapevoli di quali pensieri riempiono la nostra mente, di quali parole escono dalla nostra bocca. Il cammino spirituale non è parlare d’ Amore, di Pace, di Fratellanza che sono ideali di Unione e poi avere pensieri disuniti e caotici nella testa, non possiamo avere pensieri di guerra e parole di Pace, “Fratello cammina le tue parole” dice un proverbio indiano, si potrebbe aggiungere, “Fratello cammina le tue parole e sorveglia i tuoi pensieri”. Patrizia LA PRATICA Molti praticanti dicono che trovano difficile conciliare la meditazione con la vita normale. Sentono uno “strappo” fra cosa succede nei momenti di meditazione e cosa succede durante il giorno quando lavorano, parlano, mangiano ecc. In realtà tutta la nostra vita dovrebbe essere zen, non dovrebbero esserci distinzioni fra i vari momenti, ogni minuto della nostra vita è pratica. Questo si intende quando si dice “essere zen”. Inoltre la nostra vita è uno specchio perfetto del nostro livello di pratica, ci dice chiaramente a che punto siamo. Siamo in pace? Proviamo felicità? Proviamo rabbia? Pensiamo che il nostro datore di lavoro /collega/compagno/genitore/figlio/amico ci abbiano fatto un torto? Pensiamo che altri ci facciano del male? Pensiamo di essere delle vittime? Diamo giudizi sul comportamento altrui? Le nostre relazioni sono tese o armoniche? Sono tutti segnali. Se siamo in qualche modo turbati la nostra vita ci segnala che c’è una frattura, c’è un lavoro da fare in quell’area (c’è sempre del lavoro da fare, questo è il divertente). Uno degli esercizi principali che ci permettono di portare nella nostra vita quotidiana la nostra pratica zen è quello dell’osservatore-testimone. E’ un esercizio apparentemente molto facile. E’ sufficiente che ci osserviamo nelle nostre attività quotidiane. Osservare vuol dire che continuo a portare avanti la mia attività e contemporaneamente una “parte di me” osserva. Osserva me che parlo, lavoro, cucino, faccio aikido ecc. Alcuni Maestri, utilizzando le tecnologie dei nostri tempi, descrivono questo esercizio paragonandolo a guardare un film, sono lo spettatore che guarda e contemporaneamente recito la mia parte di vita che osservo. Forse aiuta a comprendere l’operazione, ma personalmente non amo molto questa spiegazione. Il film ci coinvolge, proviamo emozioni esprimiamo pensieri. L’osservatore invece non fa nulla di tutto questo: osserva e basta. L’esercizio è semplice: continuo a fare le mie attività quotidiane e mi osservo. Non sospendo la mia attività ma la porto avanti con la stessa intensità che mi è abituale. Esiste una parte di me, “esterna a me” che osserva. Semplicemente osserva. Alcuni Maestri chiamano questa parte il sé osservante. Il sé osservante, non è collocato in nessun luogo, non giudica, non esprime opinioni, semplicemente guarda. Sono arrabbiato, guardo la mia rabbia, sto litigando con una persona, mi guardo mentre litigo. Quando si prova a sperimentare questa pratica si capisce che è inizialmente difficile mantenere il sé osservante. Le cose quotidiane ci coinvolgono e dimentichiamo la pratica. Si scopre inoltre che le emozioni “forti” fanno sparire il sé osservante. Ci dimentichiamo della sua esistenza. Con la pratica si scopre un’altra cosa interessante. I momenti della vita in cui è in funzione il sé osservante sono più vivi, più colorati, più definiti. I momenti in cui il sé osservante non è in funzione sono più confusi, meno definiti, scivolano via facilmente. Il sé osservante ci permette di approdare ad una dimensione di Mu (vuoto) , ma questa non è una dimensione grigia, opaca, come ci verrebbe da pensare (tutti lo pensano all’inizio: la dimensione di consapevolezza descritta normalmente dai maestri, il distacco ecc. sembrano portare ad un mondo così noioso!!!!). Al contrario è una dimensione in cui si ottiene la pienezza. E’ difficile spiegare a parole l’apparente contraddizione fra la realizzazione del vuoto e

contemporaneamente della pienezza, ma si vede una differenza notevole fra la capacità di vivere una vita con pienezza e gioia di una persona che pratica con intensità, rispetto a chi pratica poco. Un’altra apparente contraddizione che si può osservare in questo esercizio riguarda la mancanza di dualità. In apparenza è un esercizio che sviluppa la dualità, nella pratica invece si arriva a sperimentare la non dualità fra il sé osservante e il sé che compie gli atti quotidiani , andando avanti addirittura fra il nostro sé e le altre persone con cui interagiamo. L’esercizio del sé osservante è secondo me uno dei più efficaci e porta a risultati veramente sorprendenti. Un’altra delle cose che vengono sempre dette è che esiste un forte collegamento fra zen e arti marziali. Proviamo quindi a capire l’applicabilità di questo esercizio durante la pratica marziale. Evidentemente il sé osservante può essere presente in ogni momento della nostra pratica marziale, non ci sono difficoltà minori o maggiori rispetto ad altre attività quotidiane. Una pratica costante e la realizzazione dello “stato di vuoto” citato sopra porterà alla capacità di osservare la mente dell’”avversario”, semplicemente osservarla, senza partecipare all’azione con le proprie emozioni. Il tempo si dilata, lui attacca, vedo un piccolo movimento nello sguardo (forse era solo un movimento nella sua mente), ha l’intenzione di partire, lo vedo e vedo come io reagirò. Reagisco. Il mio tempo risulta migliore del suo, sono più veloce? No, niente di tutto questo. Il vuoto di emozioni mi permette di “vedere” e anticipare. Tutto qui, semplice. Ma questa è solo un’applicazione dell’esercizio, è solo continuare a praticare. Se incomincio ad affezionarmi ai risultati, alla mia “bravura” sono fuori strada. “Essere zen” è altro, i risultati sono interessanti, ma poco importanti. Qual è il vero risultato? “Non c’è nessuno che ode, c’è soltanto l’udire. Non c’è nessuno che vede. C’è soltanto il vedere. Ma non lo capiano. Una pratica intensa insegna che non solo l’osservatore è vuoto, ma è vuota anche la cosa osservata. E’ lo stadio terminale della pratica. Perchè l’osservatore alla fine scompare? Quando niente vede niente, cosa resta? La meraviglia della vita. Nessuno è separato da nulla. C’è soltanto la vita che vive: udire, toccare, vedere, odorare, pensare. E’ lo stato dell’Amore o Compassione. C. Joko

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Charlotte Joko Beck Zen Quotidiano – Amore e Lavoro Astrolabio Ubaldini Edizioni Lo trovi su Macrolibrarsi.it

IL SALUTO AL SOLE – MEDITAZIONE Ecco una spiegazione su come fare il Saluto al Sole o Surya Namaskara, una sequenza di 12 posizioni Yoga che aiutano a stirare i muscoli, riattivare il metabolismo, effettuare un leggero massaggio degli organi interni, assaporare la pace per qualche minuti, cominciare la giornata con un sorriso. Il Saluto al Sole è una pratica Yoga molto antica, quasi un rituale che riflette e riprende l’energia del sole, che ai tempi degli antichi veniva venerato come un Dio. Il sole è una fonte di energia e attraverso l’esecuzione delle 12 posizioni del sole, dall’alba al tramonto, riproducendole attraverso altrettante sequenze yoga, è possibile captare l’energia solare e riequilibrare il Prana, l’energia vitale, in tutto l’organismo. Ecco come fare il Saluto al Sole. Osservando il video del Centro Dharma Yoga potrete apprendere il modo migliore di eseguirlo.

Istruzioni State eretti, con i piedi uniti e le mani giunte davanti al petto. Sentite il contatto dei piedi col pavimento e tenete il collo ben eretto. Espirate. Inspirando, distendere le braccia verso l’alto e flettere il tronco all’indietro. Espirando, piegarsi in avanti partendo dai fianchi. Appoggiare i palmi delle mani a terra a fianco dei piedi, se possibile appoggiando il viso alle ginocchia. Inspirando, stendere la gamba sinistra indietro. Contemporaneamente piegare il ginocchio destro e guardate in alto sollevando il mento. Trattenendo il respiro, portare il piede destro indietro, accanto al sinistro. Il corpo deve formare una linea dritta. Espirando, appoggiare a terra le ginocchia, il petto e la fronte, tenendo sollevati il bacino e lo stomaco. Inspirando, sollevare la parte superiore del corpo stendendo le braccia. Guardare in alto Espirando, con le mani a terra, portare la punta dei piedi in avanti e spingere le natiche verso l’alto e indietro. Spingere i talloni e la testa in direzione del pavimento. Inspirando, portare il piede sinistro tra le mani. La gamba destra si troverà tesa all’indietro, con il ginocchio appoggiato a terra. Espirando, portare la gamba destra vicino alla sinistra e il bacino verso l’alto, avvicinando il viso alle gambe. Inspirando, portare le braccia distese in avanti, poi verso l’alto e quindi oltre la testa, piegandosi all’indietro con le mani unite. Tornare in posizione eretta ed espirare. Ripetere la sequenza partendo con la gamba destra

. ESERCIZIO DI MEDITAZIONE CUORE ED ALCHIMIA .

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/10/cuori.jpg) Il cuore è la chiave segreta di tutta l’alchimia, apre al sentiero interiore, conduce nella profondità ed espande la consapevolezza. Quando spostiamo la presenza dalla testa al cuore tutte le idee e i condizionamenti che ci portiamo dal passato vengono trasformati. Il Cuore meraviglioso laboratorio Alchemico, meditazione. Secondo alcune scuole ” esoteriche”, è possibile assorbire tutta la felicità ed espellere tutta la sofferenza. Il cuore è in grado di assorbire il dolore e trasformarlo in gioia, è in grado di assorbire la sofferenza e trasformarla in benessere questa è l’alchimia del cuore. Siediti a gambe incrociate e chiudi gli occhi, appoggia il dorso delle mani sulle ginocchia i palmi verso l’alto, entra in te stesso e respira profondamente. Immagina tutta la tua sofferenza, le tue paure, la tua rabbia, quello che vuoi trasformare che si condensano in una sfera oscura che piano piano si forma nella mano sinistra. Respira profondamente ed immagina che la sfera , seguendo il ritmo del respiro, scorra nel braccio mentre la mano si chiude, poi la sfera raggiunge il

cuore. Ferma l’immagine della sfera nel cuore per un attimo e poi visualizza la sfera che si trasforma e diventa una splendente sfera dorata, sentila mentre si trasforma da oscura a dorata, percepiscila nel cuore e continua a respirare. Ora immagina che, seguendo il respiro, la sfera dorata scende attraverso il braccio destro mentre la mano destra si apre e immagina che la palla dorata arriva nel palmo della mano e poi si solleva espandendosi nello spazio circostante. L’energia sprigionata dalla sfera d’oro diventa una sottile pioggia benefica o un’onda di energia, come preferisci, essa inonda te per primo e poi tutti e tutto ciò che riesci ad immaginare, la trasmutazione è avvenuta. Libearamente tratto da projectraphael

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MEDITAZIONE PER L’ATTIVAZIONE DELLA MERKABA La merkaba è una delle più antiche e segrete conoscenze riguardo alla nostra essenza, alla parte più divina del nostro Essere. Essa è anche legata alla conoscenza di un altro simbolo ricco di significati: il fiore della vita; un simbolo che si può trovare nei reperti antichissimi di tutte le civiltà del nostro globo, dalle piramidi egizie, a quelle sudamericane, da creta all’antica grecia, dall’estremo oriente al medio oriente. Merkaba significa mer, ka, ba è un campo di energia altamente spirituale, presente in tutti ma in una fase latente o ‘addormentata’.

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/09/merkaba.jpg) La forma della Merkaba è come una stella formata da due tetraedri interconnessi, cioè due piramidi a base triangolare (tetraedri) una dentro l’altra, che viene chiamata ‘stella tetraedro’. In realtà la merkaba è formata da tre stelletetraedro, una fissa relativa al corpo fisico, una che dovrebbe ruotare verso

sinistra, relativa al campo elettrico e all’energia maschile, la terza che dovrebbe ruotare verso destra, in senso orario, relativa al campo magnetico e all’energia femminile. (mizar100.it)

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/09/merk.jpg) Utilizzata fin da tempi remotissimi, la Merkaba è una meditazione dagli effetti estremamente forti, indicata per il periodo temporale in cui ci “veniamo a trovare”. E’ ormai assodato che l’umanità e con essa tutto l’universo, si sta preparando (o meglio sarebbe dire “si dovrebbe preparare”) ad un salto dimensionale previsto a breve termine. Con questa evoluzione si arriverà a raggiungere una dimensione nuova, differente, più completa, che ci permetterà di comprendere meglio la profondità dell’esistenza insieme ad altri arricchimenti personali. Alcuni chiamano questo salto dimensionale “il ritorno a casa”, intendendo con questa definizione la possibilità che ci viene data di avvicinarsi ancora di più alla nostra essenza profonda, quella che ci tiene in stretto contatto con l’Universo; non dimentichiamo che noi siamo parte dell’universo, ma con esso siamo una cosa sola, praticamente indivisibile. L’argomento è serio, complesso e può incutere timore, ma non spaventiamoci. L’utilizzo della Merkaba ci prepara a questo salto dimensionale. MEDITAZIONE La Merkaba – I primi sei respiri La Merkaba consta di diciassette respiri che vanno praticati seguendo una metodologia precisa. In questo intervento impariamo come effettuare i primi sei respiri. Pur trattandosi di respiri, essi richiedono una preparazione a monte, a livello mentale. L’attivazione della Merkaba, come in altre tecniche di meditazione, si basa in primo luogo sulla visualizzazione. Visualizzare significa dare forma alle energie che verranno chiamate in causa. La visualizzazione potenzia l’efficacia e la durata delle meditazioni, quindi anche della Merkaba. Nel nostro caso, l’elemento da utilizzare è un doppio tetraedro. I due tetraedri rappresentano la parte maschile e la parte femminile di ogni essere e la loro interazione nell’universo. Il nostro corpo fisico va immaginato all’interno di queste figure geometriche come segue: la base del tetraedro superiore, definito “del cielo”, si trova all’altezza delle ginocchia e la sua punta superiore si estende per un palmo di mano sopra la testa. La figura inferiore, tetraedro “della terra”, si estende dalla linea dei capezzoli fino ad un palmo sotto i piedi. Ora siamo pronti per effettuare i primi sei respiri: essi servono per purificarci da eventuali “sporcizie” energetiche che sono presenti nel nostro corpo. Ci mettiamo in posizione a noi comoda, in cui il nostro corpo sia rilassato in ogni sua parte. Sgomberiamo la mente da ogni pensiero… con i palmi delle mani rivolti verso l’alto, uniamo il pollice con l’indice, senza fare eccessiva pressione, chiudiamo gli occhi e pronunciando a mente le parole “tetraedro del sole” visualizziamo la parte superiore della figura che si riempie di luce bianca mentre inspiriamo lentamente. Nell’iniziare l’espirazione, pronunciamo a mente la frase “tetraedro della terra” e ​

visualizziamo la parte inferiore della figura riempirsi di luce bianca. Quando siamo al termine dell’espirazione, trattenendo il respiro, immaginiamo di riempire la parte inferiore della figura di colore grigiastro e quando questa è piena, muovendo gli occhi rapidamente dall’alto al basso, di lasciare uscire le impurità. Ripetiamo questa fase per sei volte, ogni volta variando la posizione delle dita delle mani che si toccano (vale a dire, pollice-indice, pollice-medio, polliceanulare, pollice-mignolo, poi di nuovo pollice-indice, pollice-anulare e pollicemedio. Alla fine dei sei respiri, dobbiamo trovarci con il pollice ed il medio che sono a contatto. Con questa fase, abbiamo completato i primi sei respiri della Merkaba. A presto con la seconda serie di respirazione. La Merkaba – La seconda serie di otto respiri Si tratta di otto respiri, che andranno eseguiti in successione ai primi sei che abbiamo visto nell’intervento precedente. Sono suddivisi in tre gruppi, il primo dei quali costituito da quattro respiri. Per effettuare questi respiri, dobbiamo prima di tutto cambiare la posizione delle dita delle mani. Precedentemente, avevamo unito il pollice di ogni mano con le altre dita, seguendo la respirazione, passando dalla combinazione pollice-indice a pollice-medio e così via, fino a completare la serie di sei respiri. Ora uniremo il pollice, l’indice ed il medio delle mani e rimarremo in questa posizione per tutti i seguenti otto respiri. Immaginiamo di visualizzare un canale luminoso lungo la spina dorsale, e nello stesso tempo una sfera all’altezza dello stomaco. Effettuiamo quattro respirazioni consecutive, facendo entrare l’aria dal naso e uscire dalla bocca; ad ogni respiro, la sfera che abbiamo nella pancia si ingrandisce e diventa sempre più luminosa. Nel terminare il quarto respiro, espiriamo con forza, come se dovessimo “sputare” qualcosa dalla bocca. Rimanendo con le dita sempre nella posizione sopra descritta, effettuiamo tre respiri consecutivi di “rilassamento”, seguiti da un respiro con il quale immaginiamo di portare la sfera tutt’ora presente sulla nostra pancia, all’altezza del cuore. Non è difficile, no? Vi ricordo che imparare la Merkaba in questo modo non significa attivarla, l’attivazione avviene quando si eseguono le respirazioni in maniera continuata, dall’inizio alla fine. La Merkaba – Gli ultimi tre respiri Ci siamo! Siamo pronti per l’ultima serie di respiri che compongono la Merkaba! La parte più bella, più intensa ed efficace! Composta “solo” da tre respiri, ma sono i respiri che permettono di accendere l’astronave e di partire per la nuova dimensione. Ricordiamo che la Merkaba è una tecnica di meditazione che permette di elevarci, e di passare dalla terza dimensione, quella in cui ci troviamo ora, alla quarta dimensione, che implica un’enorme salto evolutivo. Per questa ultima serie dobbiamo cambiare la posizione delle mani: l’uomo deve mettere il dorso della mano sinistra sopra il palmo della mano destra, le dita si fermano alla base della mano destra. Per la donna, è l’opposto… la mano destra sopra la sinistra. Uniamo poi le punte dei pollici, senza esercitare troppa pressione. Immaginiamoci all’interno del tetraedro di base, il triangolo con il vertice superiore deve iniziare dalle nostre ginocchia e terminare un palmo di mano sopra la nostra testa; il triangolo inferiore inizia dalla linea dei capezzoli e termina un palmo di mano sotto i piedi. Con il primo respiro, ripetiamo a mente “stessa velocità”: questo fa si che le due figure geometriche ruotino, uno in senso orario e l’altro in senso opposto, alla stessa velocità. inspiriamo ed espiriamo lentamente. Con il secondo respiro, ripetiamo a mente “trentaquattro ventuno”: in questo modo le due parti della figura aumentano velocità ruotando uno più veloce dell’altro. Completiamo il respiro, e quando iniziamo l’ultimo respiro, ripetiamo “nove decimi la velocità della luce”. In questa fase potremmo avvertire la sensazione di essere dentro ad un “frullatore”. Questo perché abbiamo attivato appieno l’energia della Merkaba che ora è pronta a dare i suoi risultati. Può accadere che avvertiamo la sensazione di cadere o di essere “sparati” da

qualche parte, non preoccupiamoci… la nostra “astronave” ci sta già accompagnando nel nostro viaggio. Ora che abbiamo attivato, attraverso l’esecuzione di tutti i respiri, la Merkaba, essa va “mantenuta” ripetendo la procedura entro 48 ore, almeno per un mesetto. Se ciò non avviene, essa perde di efficacia e bisogna ripartire daccapo. Trascorso questo periodo di consolidamento, la Markaba può essere richiamata mentalmente attraverso la parola stessa “Merkaba”, e gli effetti sono esattamente quelli ottenuti dall’esecuzione della respirazione completa. Luca Samyaza

Questa può essere una musica appropriata se si ama l’accompagnamento musicale durante meditazione.

MEDITAZIONE SUFI DEL CUORE

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/09/medit.jpg) Tutte le scuole di meditazione offrono una via per calmare la mente, perché le esperienze spirituali accadono al di là del livello della mente. La mente è nota come “l’assassina del reale”; i suoi pensieri ci isolano in un mondo di illusioni. Essa ci mantiene identificati con l’ego, e il suo continuo chiacchierio ci allontana dai livelli più profondi del nostro essere. Osservando i nostri pensieri, possiamo vedere quanto spesso la mente pensa noi, e non il contrario. Siamo prigionieri della nostra mente e del nostro ego, ma la meditazione può aiutare a liberarci. Diverse tradizioni spirituali usano diverse tecniche per calmare la mente. Il

sufismo è un sentiero dell’amore. L’amore è la forza più grande della creazione, in grado di portarci al di là della mente e dell’io attraverso le profonde preghiere e meditazioni del sufismo: l’amante entra alla presenza dell’Amato. In questi stati possiamo conoscere intimamente l’amore divino: carezze delicate, parole sussurrate nel nostro cuore. Potremo provare la meraviglia di sentirci amati, o assaporare la pace della nostra anima. Ma per il mistico il viaggio va ancora più in profondità, nel vuoto infinito al di là della mente: “Il silenzio oscuro in cui ogni amante perde se stesso”. Per il sufi, il cammino mistico va dalla forma all’assenza di forma, dalla presenza dell’io a quella dell’Amato cercato dal nostro cuore. In questo cammino, l’amore ci riconduce all’amore. Dio, il nostro Amato, viene nel nostro cuore e ci chiama, seducendoci con la dolcezza del tocco e la fragranza intossicante dell’unione. Il compito dell’amante è arrendersi al mistero dell’amore, lasciare che il cuore venga aperto. E anche se la maggior parte di questo lavoro accade segretamente dentro di noi, al centro profondo del nostro essere, esistono antiche tecniche per aprirci al trascendente, alla meraviglia che risiede nel nostro cuore. La meditazione sufi del cuore è una tecnica per sollevare il velo della separazione e risvegliarci a ciò che è reale. È un modo semplice ma efficace di usare l’energia del cuore per calmare la mente e andare oltre l’ego. È preferibile praticarla per almeno mezz’ora ogni mattina. In questa meditazione immaginiamo tre cose. 1) Pensiamo di scendere sempre più in profondità dentro di noi, nel nostro sé più nascosto. Là – nel nostro essere intimo, al centro di noi stessi – troveremo un luogo in cui vi è pace, tranquillità e, soprattutto, amore. 2) Dopo aver trovato questo luogo, dobbiamo immaginare di restarvi, immersi e circondati dall’Amore di Dio. Siamo nella pace più profonda, amati, protetti e al sicuro. Siamo qui con tutti noi stessi, il corpo fisico e il resto; nulla è all’esterno, nemmeno la punta di un dito o il capello più sottile. Il nostro intero essere è contenuto nell’Amore di Dio. 3) Mentre ci troviamo in tale luogo, felici e sereni alla presenza di Dio, i pensieri si affacceranno nella nostra testa: quello che abbiamo fatto il giorno prima, quello che faremo domani. Affiorano ricordi, passano immagini davanti all’occhio della mente. Dobbiamo immaginare di prendere ogni pensiero, immagine e sentimento, e affondarlo, immergerlo nel sentimento dell’amore. Ogni sentimento, specialmente quello dell’amore, è molto più dinamico del processo del pensiero. Quindi, facendo bene questa pratica, con la massima concentrazione, tutti i pensieri scompariranno. Non resterà nulla e la mente sarà vuota. Quando avremo acquistato familiarità con questa meditazione, non useremo più l’immaginazione. Ci basterà riempire il cuore con il sentimento dell’amore, e poi annegare ogni pensiero nel cuore. Svuotando la mente, creeremo uno spazio interiore in cui possiamo diventare consapevoli della presenza del nostro Amato. Dio è sempre con noi, ma la nostra mente, le emozioni e il mondo esteriore sono veli che ci separano. Dio è un vuoto silenzioso, e per farne esperienza dobbiamo diventare silenziosi. In meditazione torniamo a darci a Dio, al nostro Amato, passando dal mondo delle forme alla Verità senza forma all’interno del cuore. Llewellyn Vaughan-Lee, Maestro Sufi-Copyright per la traduzione Italiana: Innernet. IL LUOGO DI POTERE – Don Juan di Carlos Castaneda

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/08/Luoghi-diPotere.jpg) Il luogo di potere è un posto fisico, un momento temporale e uno stato interiore. Nel nostro luogo di potere ci riallineiamo a noi stessi ascoltandoci e abbiamo l’opportunità magica di riequilibrare le nostre energie personali. Respirare è il gesto più semplice e al tempo stesso più potente per il nostro benessere.. una piccola gioia che ci è concessa almeno 16 volte ogni minuto! Gran parte della nostra energia personale è quotidianamente impiegata per “sostenere” la nostra immagine di noi stessi, il nostro ego. Scegliere di ridurre l’energia impiegata in questa opera di mantenimento dell’ego è una delle chiavi per l’impeccabilità ed è ciò che avviene nella meditazione, ancor più se praticata in un luogo di potere che può essere il “nostro luogo di potere” La conoscenza sciamanica dell’ambiente naturale e dei fenomeni visibili ed invisibili ad esso connesso, costituisce un elemento fondamentale per sfruttare il flusso naturale dell’energia terrestre, che ricopre la superficie della Terra. Si tratta di una conoscenza che si perde nella notte dei tempi, laddove si riteneva che la fonte del magnetismo terrestre, nonché le linee di campo note in fisica, fossero generate dal movimento magmatico del ferro liquido imprigionato nelle viscere del pianeta. Nei racconti degli sciamani Maya e Quechua dell’antico Perù si riportano delle conoscenze, a tale proposito, secondo le quali i primi sciamani conoscevano le tecniche per spostarsi in volo da un luogo all’altro del pianeta sfruttando i campi e le linee magnetiche. Alcune leggende, inoltre, raccontano che anche i sacerdoti Druidi percorressero tali linee levitando e spostandosi su di esse come fossero delle moderne autostrade. In Australia, gli aborigeni camminano ancora su lunghe strade diritte per ricaricarsi di energia e percorrono antichi sentieri tracciati sul suolo. Le linee e i luoghi magnetici, “luoghi di potere”, sono noti nella tradizione tantrica e lamaista. Gli antichi cinesi li chiamavano “la forza del drago” e tale conoscenza fa parte della geomanzia e della dottrina nota come Feng-Shui. Su tali conoscenze sono stati edificati, in ogni parte del mondo, stupefacenti monumenti, immensi agglomerati urbani, luoghi di culto, cimiteri, centri di meditazione, ecc. Il tema è talmente vasto e affascinante che merita studi molto approfonditi. Qui ci limitiamo a riportare alcune considerazioni più specifiche dello sciamanesimo, cioè che il luogo di potere costituisce un punto particolare in cui un essere umano, nella sua specifica struttura bio-magnetica temporale, si fonde con la struttura magnetica zonale del luogo, ottenendo un riequilibrio energetico ed emozionale di straordinaria efficacia, sia in termini di benessere fisico che in termini di elevazione spirituale. L’architettura delle costruzioni a forma di capanna, di nuraghe, di trullo, ecc. contengono e simboleggiano l’armonia circolare del rapporto Uomo-Natura, un rapporto imprescindibile per la sopravvivenza della specie terrestre e della Terra stessa. Il Luogo di Potere è, quindi, molto più dell’ambiente immediato nel quale operiamo e ci moviamo, ciò al contrario di quanto la mente umana possa pensare. Il fatto che ogni emissione di pensiero venga trasportata su onde

fluidiche ci dovrebbe facilmente aiutare ad immaginare che nell’etere si verifica un continuo incrociarsi di emissioni di pensieri, di idee e di vibrazioni. Il confluire di queste emanazioni in specifici luoghi, “carica” la struttura magnetica del luogo stesso, compresi alberi e animali lì presenti, conferendogli delle caratteristiche che possono essere di tipo attrattivo, protettivo, neutro. Alan Anam Una Tecnica per l’individuazione dei luoghi di potere Trova un posto dove ti senti a tuo agio, ad esempio nella tua stanza, usa gli occhi e ricordati che deve essere tutto buio. Cerca con gli occhi di recepire le variazioni di colore e le sfumature, dopo poniti in quelle zone dove hai percepito queste cose e cerca di capire cosa senti. Associa le sensazioni ai colori. Trova il tuo posto definitivo e di potere, esso ti servirà per ricaricarti. Evita invece tutti gli altri che ti hanno procurato sensazioni negative. VERDE ——-> VERDE RAME ——-> POSITIVO VIOLA ——-> VIOLA PALLIDO ——-> NOCIVO Per riuscire a vedere i colori devi sfuocare lo sguardo, all’inizio prova a incrociare gli occhi, senza esagerare, poi ti verrà più facile con la pratica. Questa tecnica è da usare solo in ambienti all’interno o al massimo all’esterno ma non in natura.

ESERCIZI ENERGETICI DI: Omraam Mikhaël Aïvanhov

(http://www.visionealchemica.com/wp-content/uploads/2012/11/aiv2.jpg) I movimenti che facciamo con la mano o anche solo con un dito e, più particolarmente con il pollice, influenzano la nostra psiche. Ecco qualche esercizio. Quando vi sentite invadere dalla stanchezza, chiudete il pugno e tenendo il pollice staccato, girate la mano a destra e a sinistra, poi muovete anche il pollice dal basso in alto. Per mettere in moto in voi la volontà di intraprendere un lavoro, cominciate stringendo il pugno in modo da rendervi padroni di tutte le forze che sono a vostra disposizione. E tenete sempre il pollice bene all’esterno, ripiegato sopra le dita! Non tenetelo mai chiuso all’interno del pugno! Il seguente terzo movimento vi aiuterà a dominare le energie in voi e ad imprimere loro una buona direzione. Con il pollice e l’indice della mano sinistra, toccate, l’uno dopo l’altro, le dita della mano destra premendo leggermente dal basso verso l’alto. Occorre prendere sul serio questi esercizi apparentemente insignificanti, ma così importanti per la nostra vita psichica e spirituale. Sappiate che l’Universo

intero è presente nelle nostre mani. Esse possiedono una sorta di commutatori che possono metterci in comunicazione con le forze della natura. Omraam Mikhaël Aïvanhov Like

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One Response sofia mirella ursino January 15, 2013 at 11:33

grazie Reply

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