Nuova Abitazione Ecologica - Bioedilizia, Feng Shui

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Laura Flavia Bottolo

NUOVA

ABITAZIONE

ECOLOGICA

INDICE

INTRODUZIONE. LA CASA, PROBLEMA ALL’INTERNO DEI PROBLEMI di Giovanni Abrami

9

L’UOMO LA CASA E L’AMBIENTE L’abitazione ieri e oggi L’ecologia come disciplina di vita e dell’habitat La casa è un organismo vivente

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LA NATURA, LA CASA DA COSTRUIRE O DA RISTRUTTURARE Luogo, orientamento e materiali Illuminazione naturale e artificiale Il sentimento umano in armonia con la natura

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L’INQUINAMENTO DELL’ARIA CHE RESPIRIAMO Indispensabile come l’aria L’aria e le sue proprietà La casa che non traspira La chimica di sintesi in casa L’inquinamento del sottosuolo: il Radon Le abitudini che favoriscono l’inquinamento L’aria pura, ionizzata, non inquinata Il fenomeno della ionizzazione Trattamento ecologico delle superfici Consigli ecologici e utili

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IL CLIMA NELLA CASA Quale riscaldamento scegliere? I materiali influenzano il clima della casa Consigli ecologici e utili

45 46 50

I RUMORI E LE LORO MALATTIE I suoni naturali e dell’ambiente L'eccessivo rumore provoca patologie Il senso dell'udito e dell'equilibrio

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Consigli ecologici e utili Scala di rumore in decibel

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L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO L’universo è materia ed energia vivente L’elettromagnetismo e il nostro organismo Le correnti telluriche Come individuare le zone patogene? Cosa fare in presenza di geopatologie? L’inquinamento elettrico Consigli ecologici e utili Protezione dalle radiazioni elettromagnetiche Consigli ecologici e utili Quale stile di vita?

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SOLE, LUCE E COLORI La luce naturale Sole, energia, luce, colori e coloranti La luce artificiale e alcuni edifici privi di sole Come orientare la casa e i locali? Quale illuminazione scegliere? e D.L. n. 626/94 Consigli ecologici e utili La scelta dei colori Colori e cromoterapia Consigli ecologici e utili Quale stile di vita?

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L’ARREDAMENTO ECOLOGICO Mobili ecologici e belli o condizionanti? Con quali materiali costruire i mobili L’ergonomia in casa e nel lavoro Come vivere gli spazi in casa? Con quali mobili a misura d’uomo? Consigli ecologici e utili

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I TESSUTI E I LORO TRATTAMENTI Il mercato oggi Naturale e sintetico a confronto Le funzioni dei tessuti e della pelle

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Come utilizzare le fibre naturali? Consigli ecologici e utili

123 124

LA CAMERA DA LETTO ECOLOGICA Simbolismi e salute nel sonno Ecologia nella camera da letto Consigli ecologici e utili

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PULIZIA DELLA CASA CON PRODOTTI ECOLOGICI, NON INQUINANTI La paura dei germi, dei batteri, degli insetti e l’uso eccessivo dei detersivi «miracolosi» I pericoli della «chimica domestica» non sono previsti per legge Come cambiare il mercato e pulire ecologicamente? Come smacchiare naturalmente Consigli ecologici e utili In cucina la «chimica» aggressiva o quella dolce? Consigli ecologici e utili Come tenere un bagno ecologico? Consigli ecologici e utili Pulizia ecologica delle superfici Consigli ecologici e utili Insetti che disturbano e aggrediscono Consigli ecologici e utili Deodorare può intossicare? Quali profumi usare? Consigli ecologici e utili Altri consigli ecologici utili alle donne In particolare alle donne...

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IL FENG-SHUI La filosofia religiosa taoista Valutazione dell’ambiente esterno: la scelta del sito Valutazione dell’ambiente interno Disposizione generale degli ambienti di una casa Gli interni feng-shui per il bambino

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AZIENDE CHE PRODUCONO O COMMERCIANO PRODOTTI ECOLOGICI PER LA CASA Arredi ecocologici ed ergonomici

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Associazioni, esperti e imprese per la bioarchitettura Biosolai, parquet e linoleum depuratori e ionizzatori Fibra di cellulosa, lana di lino, juta e tessuti naturali per vari usi Impianti di riscaldamento, guaine, pannelli di sughero e altro Impianti elettrici contro l’inquinamento elettromagnetico Laterizi, pannelli e terra cruda per isolamento termoacustico Ristrutturazioni, risanamento, malte, intonaci e stucchi Strumenti per la protezione dall’inquinamento elettromagnetico e geopatico Strutture in legno, serramenti e progetti per la bioedilizia Tinture e vernici, prodotti ecologici per la pulizia della casa e personale

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Altre opere delle EDIZIONI GB

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INTRODUZIONE

LA CASA, PROBLEMA ALL’INTERNO DEI

PROBLEMI

di Giovanni Abrami

Il problema della casa per l'uomo contemporaneo diventa sempre più quello dell'abitare in generale. Crescente importanza hanno infatti assunto le condizioni del luogo di lavoro, di studio e ricreazione, gli stessi mezzi di trasporto e così via. La dinamica della vita, la mobilità delle situazioni rendono meno intensi i rapporti con gli oggetti, i luoghi e con lo stesso contesto familiare e sociale in cui si opera, fino a diventare precari. Ha quindi senso parlare di un problema ecologico della casa senza considerare più a fondo l'organizzazione della città, i modi di produzione e di consumo, quindi le relazioni più in generale degli individui e della società umana con l'ambiente naturale? L'attenzione posta dall'Autrice alla casa come «problema all'interno dei problemi», peraltro sempre più inquietanti che investono il futuro della nostra specie, appare giustificata sulla base di almeno tre considerazioni: --- È sempre opportuno che la riflessione sulla questione ecologica parta dal quotidiano, dalla salute dell'individuo o dal benessere; --- Esiste ancora una immensa lacuna culturale e comportamentale attorno a questi problemi nel nostro Paese; --- È necessario reindirizzare la stessa ricerca scientifica e tecnologica verso lo sviluppo di conoscenze capaci di porre la qualità della vita quale tema centrale di approfondimento. Il problema dell'abitare è peraltro quello che più strettamente lega l'uomo al suo ambiente di vita. Evidenzia quindi non solo bisogni fondamentali, ma anche conoscenze e concetti che riguardano il posto che l'uomo stesso ha nella natura. La casa non era che un riparo più o meno temporaneo quando la sopravvivenza dei piccoli gruppi nomadi, che formavano l'umanità nella sua condizione di vita originaria, dipendeva dalla caccia e raccolta dei prodotti naturali. Con la coltivazione e la rivoluzione agricola e la susseguente necessità di costruire insediamenti permanenti, si impose la necessità di costruire la casa.

10 L'organizzazione agricola su vasta scala nelle valli fertili del pianeta, portò poi alla crescita della popolazione e alla nascita delle città. Alla casa si affiancarono nuovi edifici specializzati per usi diversi. Ma il problema costruttivo rimase lo stesso: l'uso dei materiali, le funzioni da dare agli spazi, le architetture e quindi i valori percettivi ed estetici con cui arricchire le forme ottenute. Per la stessa nascita della città, quale insieme di case, altri edifici e varie strutture di servizio, era indispensabile la ricerca di siti ottimali e quindi la definizione di un rapporto costruttivo con l'insieme ambientale. Soltanto in seguito, con il recente sviluppo tecnologico e industriale, le pratiche insediative sono state stravolte dalla crescita abnorme degli insediamenti che hanno utilizzato materiali e criteri costruttivi sempre meno rapportati ai caratteri naturali dei siti e dei luoghi. Attualmente continua la crescente artificializzazione delle condizioni di vita dell'uomo. La casa diventa uno strumento tipico di questa tendenza, come più volte sottolineato nel libro: --- Diventa un luogo che invece di integrare tende a separare da ogni rapporto fisico con l'ambiente naturale; --- Si sostituiscono sempre più i materiali reperibili in loco e le forme tradizionali dell'ambiente interno con sostante sintetiche: --- Si sostituiscono gli stimoli, anche psichici, legati alla percezione del mondo naturale, con immagini artificialmente costruite. La scarsa attenzione posta dall'attuale civiltà tecnologica per tutto ciò che vive (quindi anche per l'uomo, nei suoi più delicati aspetti alimentari e biologici), trova ampie dimostrazioni proprio nel modo di organizzare l'habitat più importante e cioè la casa. Frequenti sono i dibattiti sulle tecniche costruttive, un'industria enorme è cresciuta sul design e l'arredo interno, anche se il più elementare «bisogno di abitazioni» è rimasto all'ordine del giorno delle rivendicazioni sociali. Ma non si va oltre. Si discute solo in modo marginale della qualità della vita entro i muri domestici. Si parla molto poco dei rischi per la salute, delle scarse misure di sicurezza, come pure del comfort, nel modo di vivere contemporaneo. L'Autrice mette in luce diversi aspetti della profonda contraddizione fra sviluppo della tecnologia e degrado della qualità dell'abitare. Molto resta da analizzare e dimostrare, soprattutto sulle ragioni culturali, ecologiche, economiche e quindi politiche di questo degrado, che si estende dai cibi, all'aria, dall'elettrosmog alla casa.

11 Essenziali sono anche le questioni energetiche e della produzione di rifiuti legate alla casa e al suo intorno ambientale. Negli anni '80, subito dopo la crisi petrolifera, molto si è parlato di architettura bioclimatica, osservando che i sistemi costruttivi più diffusi si sviluppavano proprio in direzione opposta al risparmio energetico. Ben poco però è stato successivamente fatto in direzione diversa. La produzione di rifiuti è intanto cresciuta drammaticamente prima di tutto entro le mura domestiche, arrivando nei paesi industrializzali ad un chilogrammo giornaliero pro capite. Ma i comportamenti individuali e sociali sono rimasti quasi immutati, sia merito al consumo, che al riciclo delle risorse naturali. Bisogna quindi fare i conti con una gravissima inerzia a tutti i livelli della società in merito alle questioni ambientali. Non basta la presa di coscienza dei problemi, la denuncia o la ricerca di «un ritorno alla natura», comunque improbabile. Bisogna agire concretamente su un vasto fronte culturale e sociale nella perseveranza di obiettivi che possono essere ottenuti in tempi purtroppo molto lunghi (in molti casi forse troppo lunghi). Il tema della casa e dell'alimentazione rimane comunque centrale a tutto il discorso sull'ecologia e più in generale, sul rapporto uomo-natura. Tanto centrale quanto ancora stranamente incompreso e trascurato come si è detto anche nel dibattito in corso sulle problematiche ambientali del Pianeta. Ben vengano perciò pubblicazioni come questa anche se buona parte dei problemi restano da approfondire, data l'estrema complessità della questione dell'abitare umano. Giovanni Abrami Docente all'Istituto Universitario di Architettura, Venezia

Arch. Raffaele Ghillani - Collline di Parma, vicino al torrente omonimo. La nuova casa del borgo si affianca alle altre con stile moderno, mentre l’arredamento è più tradizionale; vedi la cucina a pag. 104

L' UOMO, LA CASA E L'AMBIENTE

L'ABITAZIONE IERI E OGGI

L'uomo e l'ambiente non si possono considerare separati essendo organismi integrati l'uno all'altro. Ogni essere vivente è influenzato dall'ambiente in cui vive. Nel passato l'uomo viveva immerso nella natura. La sua giornata trascorreva interamente all'aperto, nei campi o nei boschi dove egli godeva delle energie del sole, della terra, dell'acqua e dell'aria. La casa rappresentava un rifugio dove trovava riposo e un riparo dal maltempo. Se l'uomo del passato si confrontava soprattutto con l'ambiente esterno, l'uomo moderno invece trascorre la sua giornata quasi totalmente tra le mura domestiche, di lavoro, di scuola o nell'automobile. Questo significa che quasi il 90% del suo tempo lo passa in luoghi chiusi e perciò ha molto ridotto il contatto con l'esterno. La casa non è più solo un luogo che assolve le necessità quotidiane, ma è anche uno spazio dove distendersi, rilassarsi, favorire l'affettività, la creatività e così «ricaricarsi». La casa ieri L'uomo, nel passato, ha sempre costruito la casa con i materiali che gli offriva la natura. La capanna primitiva era costruita di bambù, canne, foglie o paglia impastate con il fango o l'argilla. Il successivo evolversi delle tecniche costruttive ha sviluppato l'uso di materiali più idonei e più solidi come il legno, la pietra, i mattoni di argilla cruda e cotta, anche per i pavimenti, i laterizi in genere e la calce. Tutti i materiali erano quelli reperibili sul luogo ed erano certamente i più adatti alle condizioni climatiche di quella zona. Le abitazioni avevano una configurazione nella quale si esprimeva la creatività del costruttore e rispettavano precise esigenze ambientali. Le costruzioni erano molto diverse da un luogo ad un altro: i climi

14 piovosi o con precipitazioni nevose, per esempio, richiedevano un tetto spiovente, mentre i climi caldi l'uso di pesanti murature e di pareti bianche che riflettessero i raggi del sole. Il risultato era una costruzione che si adattava all'ambiente inserendosi armoniosamente in esso. Anche l'interno delle abitazioni era di origine naturale: i mobili in legno massiccio, bambù o vimini, i tappeti in fibre vegetali come la paglia o il cocco, mentre le tende e i restanti tessuti, compresi i vestiti degli abitanti, in lana, lino o cotone. La casa «nasceva» dalla natura ed era parte della natura, queste costruzioni quindi potevano definirsi ecologiche.

15 La casa oggi Non sono casi isolati quelli di edifici inutilizzati perché «pericolosi» per la vita umana: nel 1983 venne chiusa una scuola ultramoderna di Ascoli Piceno perché allievi e insegnanti, durante la permanenza nell'edificio, soffrivano di nausee, mal di testa e svenimenti. La stessa cosa si è verificata nella scuola di Serra San Bruno, in Calabria, fatta chiudere nel 1985; in seguito altre scuole e asili nido subirono una simile sorte e furono anche spostati i tralicci dell'alta tensione. Non parliamo dei lavoratori e cittadini morti a causa di malattie cancerogene intorno alle centrali chimiche italiane e straniere. Gli americani, nel 1975, demolirono a St. Louis un intero complesso edilizio formato da 33 palazzi appena costruiti, perché gli abitanti si ammalavano con frequenze elevatissime. Sicuramente molte abitazioni oggi, ad un severo controllo, risulterebbero dannose per la salute. Casa e natura non vanno più di pari passo e oggi l'abitazione è ben lontana dalla costruzione ecologica del passato. I materiali offerti dalla natura spesso sono stati modificati e sostituiti da quelli forniti dalla chimica di sintesi e dalla nuova tecnologia: le case sono costruite principalmente in cemento armato, acciaio e vetro; molti materiali isolanti sono di origine sintetica; le superfici interne ed esterne sono trattate con vernici, lacche chimiche e persino i mobili, le imbottiture e i tessuti derivano da prodotti di sintesi chimica. A tutto questo si aggiungono i prodotti chimici che ogni giorno adoperiamo nell'abitazione per pulirla, lucidarla e mantenerla. Il risultato è un ambiente creato artificialmente dall'uomo, in cui l'uomo stesso non è più in grado di controllare gli effetti negativi, causati dall'impiego di questo tipo di materiali; un ambiente in cui nuove tecniche e nuovi ritrovati vengono sperimentati ogni giorno sulla pelle di chi vi abita, mentre la ricerca scientifica ecologica e i controlli sono ancora inadeguati per avvisarci dei pericoli con cui conviviamo quotidianamente. Le sporadiche notizie che ci giungono sui pericoli della chimica, come i gas tossici della formaldeide (adoperata nell'edilizia come nella produzione di detersivi) o gli effetti devastanti delle fibre di amianto (presenti nei materiali isolanti) quando vengono inspirate, sono appena la punta di un iceberg. Molti materiali adoperati in edilizia, nonostante la loro riscontrata tossicità, vengono usati senza alcuna precauzione. Questi prodotti emanano esalazioni che possono entrare nell'organismo tramite polmoni e pelle.

16 Emerge allora la preoccupazione che molti problemi respiratori, allergici, mal di testa, insonnie, stanchezza, irritabilità o altri disturbi, di cui non si è mai individuata la causa, siano legati alla nostra abitazione «ammalata». Questa somma di malesseri è stata definita dagli americani «sick building syndrome». All'inquinamento esterno si aggiunge quindi quello interno delle nostre abitazioni.

L'ECOLOGIA COME DISCIPLINA DI VITA E DELL’HABITAT La salute è un bene molto prezioso che l'uomo possiede, ma spesso ci si accorge del suo valore solo quando la si è perduta. Il 70% delle persone che vive in ambienti «civilizzati», soffre di malattie fisiche e psichiche e le patologie da ansia e stress sono in aumento. Lo studio del rapporto casa-uomo è la ricerca di un abitare più ecologico e umano, per ristabilire quindi l'equilibrio tra abitazione, uomo e natura assecondando i veri e primari bisogni della persona. Si sta affermando sempre di più un concetto di salute globale, con un orientamento verso la medicina olistica e di terapie naturopatiche. L'uomo non è più considerato un insieme di parti separate, ma nella sua integrale totalità. La salute non deve solo rappresentare l'assenza di malattia, ma uno stato di benessere completo che coinvolge tutte le sue componenti psico-fisiche. Il benessere dipende dalle azioni, abitudini, alimentazione, saperi, vita sociale, riposo e ambiente in cui l'uomo vive. Da qui nasce la «medicina dell'habitat», una disciplina medicopsicologica e bio-architettonica, la quale sostiene che il tipo di abitazione, i materiali che la compongono, la disposizione degli ambienti, il tipo di arredamento, l'illuminazione, i colo-ri nonché le nostre abitudini domestiche e di vita possono influire in senso positivo o negativo sulla casa e dunque sulla nostra salute e benessere. Reagire all’inquinamento L'inquinamento coinvolge un po' tutti e tutto e sembra sempre più difficile sottrarsene. Sono inquinati l'aria che respiriamo, il cibo, l'acqua, la terra e ora anche l'ultimo luogo che pensavamo sicuro: la nostra casa. Dall'assunzione continua di agenti inquinanti e da uno stile di vita scor-

17 retto, il corpo gradualmente si indebolisce riducendo le sue difese immunitarie, esponendosi così più facilmente alle malattie. Spesso risulta difficile collegare determinate sostanze ad alcune malattie. Nel passato, l'amianto, il lindano, il DDT, il piombo e la formaldeide, dopo un periodo di «incubazione» durato lunghi anni, hanno mostrato improvvisamente i loro danni irreparabili. L'inquinamento esiste, c’è però una possibilità di reagire ai gas atmosferici: andando al lavoro in autobus o in bicicletta, aiutati da terapie naturali e dalla medicina dell'habitat per curarsi. Questa intende far conoscere la nuova problematica con la quale ci si deve misurare ogni giorno, ma anche fornire indicazioni e suggerimenti per mantenersi in salute. Certo, occorre sapere cosa si respira, cosa si beve, si mangia e si costruisce.

LA CASA È UN ORGANISMO VIVENTE Se il vestiario si può considerare la nostra seconda pelle, la casa può essere definita la nostra terza pelle. Il suo compito, come la cute e i tessuti che rivestono il corpo, è di proteggere e nello stesso tempo garantire il riposo e la salubrità della persona. La nostra abitazione, in pratica, deve essere come un guscio che ci completa; un «organismo» costituito in funzione dei bisogni vitali e di certi comfort. La casa deve permettere che l'ambiente interno sia in continuo contatto con l'esterno per ricevere da quest'ultimo tutti gli elementi indispensabili al mantenimento della vita. Il microclima domestico è determinato da tutte le componenti che lo formano e lo modificano. I fattori e le condizioni principali che ci permetteranno di vivere in una casa sana o malata sono: --- La qualità dell'aria e dell'acqua; --- Il sole, la luce e i colori; --- La temperatura e l'umidità; --- La presenza di campi elettromagnetici (l'elettrosmog); --- I tipi di materiali, di arredamento e di tessuti; --- Gli odori, l'olfatto e i profumi; --- I rumori e le malattie; --- I detersivi per la casa.

18 Quasi tutte queste problematiche verranno sviluppate nei capitoli successivi e l'applicazione dei suggerimenti proposti vi aiuteranno a trasformare la vostra casa in un'abitazione ecologica più confortevole e sicura.

LA NATURA, LA CASA DA COSTRUIRE O DA RISTRUTTURARE

LUOGO, ORIENTAMENTO E MATERIALI L'ambiente che ci circonda esercita un'influenza su di noi e, in un certo senso, noi siamo il risultato dell'ambiente in cui viviamo. Un progettista, quindi, è responsabile di tali influenze sull'uomo, ma spesso non si rende conto di tutto questo (o non vuole, per propri interessi). Quando viene progettata una nuova abitazione gli effetti esercitati successivamente sulle persone che vi abiteranno sono molti. La disposizione di un appartamento, infatti, influenzerà le abitudini delle persone, l'uso di un materiale piuttosto che di un altro agirà sulla salute psicofisica, la scelta di un certo colore e di un certo arredamento può influire sulla psiche, così anche per i punti-luce, ecc. Oggi il benessere fisico e psichico dell'uomo non è al centro dell'attenzione, tuttavia la salute non dovrebbe mai essere posta in pericolo su siti e con l'utilizzo di materiali dannosi o addirittura tossici. La casa è stata riconosciuta più volte come l'elemento primario per la tutela della salute, ma se non costituisce l'ambiente idoneo al benessere umano, l'edilizia diventa inumana, priva di valori, senza anima e vita. Questo è ciò che accade frequentemente provocando malattie psicofisiche. Avere una casa ecologica non significa un ritorno alle fredde e umide casupole piene di spifferi, anzi, una casa in materiali naturali può essere solida, comoda e bella quanto una casa in cemento armato e plastica con costi di costruzione e mantenimento uguali o inferiori. Questo capitolo vuole dare solamente alcuni suggerimenti per l'edificazione della casa salubre, lasciando ovviamente ai progettisti il compito di una ricerca in questo senso, non dimenticando che la sua influenza viene esercitata su più persone e per diverse generazioni. La costruzione della casa ecologica si basa principalmente sulla qualità di ogni materiale in rapporto all'uso che se ne fa, in funzione della vita dell'uomo. Esistono oggi delle strutture, in acciaio, plastica e vetro, pro-

20 gettate con 1'applicazione di tecnologie avanzate (impianti di riscaldamento, ventilazione, isolamenti di prodotti chimici, ecc.) che sono l'esempio di un controsenso edilizio e che determinano uno spreco energetico enorme. Luogo e orientamento Il primo passo della bioedilizia è la scelta e l'analisi del terreno, della sua radioattività e dei materiali da costruzione. L'argilla, il cotto, la calce e il gesso sono i meno radioattivi come tutti quelli che contengono poco uranio. Occorrerà accertarsi della piovosità, del soleggiamento, delle temperature atmosferiche, dei materiali presenti nell'ambiente circostante o impiegati nelle case del passato per poter scegliere sistemi costruttivi più idonei ed economici per le nuove abitazioni. È bene non edificare nelle vicinanze di centrali chimiche ed elettriche, emittenti tv, radio o radar (come gli aeroporti) perché si tratta di luoghi con intense radiazioni elettromagnetiche. Accertatevi che le linee elettriche ad alta tensione non siano troppo vicine al luogo dove sorgerà la casa. La distanza dovrebbe essere almeno di m 150. Con la consulenza di esperti e l'attenta osservazione della natura del luogo (terreno, tralicci, piante, ecc.) si sceglierà la zona migliore per costruire, anche con l'ausilio di geomagnetometri. Ovviamente più il terreno sarà ampio e adatto, maggiore sarà la possibilità di scelta. Se l'area destinata all'abitazione è influenzata negativamente da falde acquifere, si agirà tramite un'accorta disposizione progettuale: le eventuali zone patogene ospiteranno locali ad uso servizio (bagni, corridoi, lavanderie, garage, ecc.); nelle zone salubri si disporranno le stanze da letto, lo studio, la sala da pranzo e il soggiorno. La costruzione della casa bioecologica deve rispettare un buon orientamento solare e tendere al miglior equilibrio dei campi elettromagnetici al suo interno (vedi paragrafo Le correnti telluriche). I materiali I metalli saranno evitati dalla bioedilizia. Una struttura in cemento armato tende ad eliminare l'irraggiamento elettromagnetico terrestre e può invece aumentare l'irraggiamento tellurico. Le strutture periferiche sono quelle dei muri portanti, possibilmente in cotto e in pietre naturali e con travature in legno. Al contrario, l'edilizia oggi si è specializzata nelle costruzioni in cemento armato, che più volte è stato messo in discussione.

21 Per garantire un'aerazione naturale, le pareti in mattoni cotti dovrebbero contenere nell'intercapedine isolanti naturali, come il sughero granulare, la lana di cellulosa o la fibra di cocco che riparano perfettamente dal caldo e dal freddo, ma lasciano traspirare la casa. Le «barrierevapore» sono ormai usate abitualmente, ma spesso senza una reale utilità. Il tetto non dovrà quindi essere impermeabilizzato, ma si dovrà preferire una giusta inclinazione al fine di evitare infiltrazioni d'acqua. Esistono in commercio dei pannelli isolanti e igroscopici e delle speciali carte che impediscono il passaggio dell'acqua, mentre garantiscono traspirazione e possono essere utilizzati sui tetti e negli scantinati. Anche gli intonaci e le pitture non dovrebbero contenere sostanze plastiche che formano barriera. Inoltre si possono aggiungere dei «manti verdi» di rampicanti, che crescono sulle pareti riparandole dalla pioggia, dal calore e che ossigenano l'aria che entra dalle finestre.

Pannelli igroscopici, fonoisolanti e ignifughi per molti impieghi

In fase di costruzione si può meglio predeterminare il clima interno, più che intervenire successivamente con costosi impianti di climatizzazione. L'uso di materiali porosi e igroscopici influirà beneficamente. Gli intonaci lisci, di gesso o altro, quasi impermeabili, molto in uso oggi, dovrebbero essere sostituiti da quelli più porosi come la calce e la

22 sabbia per le loro qualità igroscopiche. È molto indicato anche l'uso del legno naturale per soffittature, rivestimenti di pareti o pavimenti, perché regola il clima, è bello ed emette un piacevole aroma. Quindi, nella scelta dei materiali non si dovranno considerare solo i dati tecnologici e fisici, ma anche quelli biologici: materiali e trattamenti che non provochino esalazioni tossiche e impermeabilità all'ambiente. Per ciò che concerne la migliore difesa dal freddo e dal caldo, nella fase costruttiva dell'edificio è possibile intervenire con un adeguato orientamento delle aperture, delle sporgenze e degli oggetti (portici o bow-window), per avere una casa calda d'inverno e fresca d'estate. Nel passato questo aspetto era la prima regola: proviamo a pensare alla differenza tra un trullo pugliese e un maso altoatesino. L'isolamento si può ottenere utilizzando grosse pareti e intercapedini per avere la casa ecologica. Certo che nei grandi condomini molti sono «sacrificati». L'impianto di riscaldamento dovrà essere studiato attentamente in fase di progettazione prevedendo termos o stufe radianti come consigliato nel capitolo Il clima della casa.

ILLUMINAZIONE NATURALE E ARTIFICIALE Una particolare attenzione sarà posta dal progettista a tutto l'impianto elettrico. Questo avrà un sicuro «scarico» a terra. Il collegamento non dovrebbe essere collocato a Nord della casa ma preferibilmente a Sud. I campi elettromagnetici, infatti, si espandono in una forma ellittica che aumenta verso sud i suoi raggi. Dovrebbe essere predisposto all'interno dell'impianto un sezionatore (disgiuntore), che stacca la corrente in tutto l'appartamento o la casa, (almeno nella zona letto) quando viene spenta l'ultima lampadina. L'antenna televisiva non dovrebbe essere mai posta in cima al tetto della casa, ma lontana, possibilmente sopra le zone di servizio (vedi capitolo Sole, luce e colori). Anche l'impianto idrico richiede attenzione. L'installazione e il collegamento delle tubazioni possono essere effettuati nei punti meno abitati della casa e/o in zone di servizio. La conoscenza delle radiazioni della luce naturale e artificiale e degli effetti del colore sull'organismo umano è necessaria per ottenere un progetto che rispetti la vita dell'uomo.

23 Un buon progettista utilizza prima i mezzi naturali e ricorre a quelli artificiali solo come soluzione estrema. Esso deve tenere presente alcune semplici regole che spesso però vengono accantonate a favore di un ideale estetico che comunque può essere ottenuto con l'abitazione ecologica. L'orientamento dell'abitazione e delle finestre è una delle prime regole da rispettare. Questi collegamenti tra interno ed esterno sono veri e propri filtri di luce e di aria; la loro disposizione non dovrebbe essere dettata solo da disegni e da composizioni geometriche di facciata, ma dall'effetto di luce che si desidera ottenere nei locali stessi. L'architetto e il costruttore devono tenere presente che i colori scelti per gli edifici hanno influenze psicologiche ed estetiche anche sul pubblico. Certe volte i progettisti scelgono per i loro edifici colori molto brillanti, come l'azzurro forte, che irradiano tutte le vicine abitazioni falsando la luce naturale con toni azzurrastri. Queste strane scelte cromatiche sono spesso tentativi di nascondere difetti o soluzioni architettoniche mal riuscite. Il colore scelto per superfici molto ampie deve integrarsi armoniosamente con l'ambiente urbano. Ai numerosi edifici grigi sarebbe certamente preferibile sostituire tinte chiare e tenui.

IL SENTIMENTO UMANO IN ARMONIA CON LA NATURA Come abbiamo constatato, l'abitazione ha una influenza fisica e psichica sull'uomo. La casa è «l'immagine» della persona che la abita: entrare in un'abitazione significa in qualche modo «entrare» nell'intimo delle persone che la abitano, perché vediamo oggetti, simboli e fantasie materialmente rappresentate nell'ambiente domestico. La casa può essere considerata l'evoluzione del simbolo arcaico della grotta. È il «rifugio» in cui l'uomo, oltre ad esprimere la sua personalità, ricerca sicurezza, protezione e benessere. Un tempo l'abitazione rappresentava il legame con il passato e la tradizione: suppellettili, biancheria e mobili tramandati erano simbolici collegamenti tra l'uomo e le sue origini. La casa moderna non è più tutto questo: superfici splendenti, cucine robotizzate, ma prive di significati, mobili di truciolare che vengono cambiati spesso ecc., disorientano 1'uomo, i suoi affetti e la sua psiche. Assieme alle persone care anche le cose che si usano tutti i giorni sono parte di noi.

24 La casa «rifugio» non esiste più come un tempo. Questo è dimostrato dal fatto che l'uomo è sempre più portato ad usi diversificati dell'abitazione, perché ha luoghi di lavoro lontani e viaggia per divertimento, senza poi contare le seconde e terze case. Oggi le abitazioni sono più belle e funzionali, ma meno accoglienti e prive di calore. Si parla di «case frigorifero», dimore eleganti, ma sempre più anonime e stereotipate. Il «cuore» e il calore di chi ci abita non vengono più espressi e con essi anche quelli della casa. L'uomo si è allontanato dalla natura e la sta distruggendo. Sta diventando sempre più irrazionale o «troppo razionale»; subisce sempre più l'influenza della pubblicità, della moda, del consumismo, perché tutto questo lo fa omologare ad uno «status symbol», privo di originalità e di valori propriamente umani. Siamo ormai «abituati» al nostro «mondo di plastica»; mangiamo molto cibo conservato e non biologico; viviamo, lavoriamo e abitiamo in ambienti artificiali e inquinati. Una parte della natura sta lentamente scomparendo. Un bosco, un prato verde dove giocare o un ambiente lontano dai rumori sono sempre più rari nelle nostre città. Sembra che il tipo di società industriale capitalistica standardizzata, poco a poco, non si accorga di distruggere la natura dimenticando che 1'uomo ne è parte integrante. Nell'ambiente eccessivamente artificiale l'uomo può solo adattarsi temporaneamente, non può abituarsi a vivere. Potrà essere più sereno e felice solo se sarà in armonia con l'insieme della natura. Gli edifici possono dirsi «vivi» o «morti», giacché la casa non è solo un insieme di materiali, ma qualcosa di più che comprende parte della vita: luce, odori, colori, suoni, calore, sentimenti, amore e anche lavoro, i quali coinvolgono tutti i sensi dell'uomo. La natura crea biologicamente con equilibrio e armonia, e così dovrebbero essere le creazioni dell'uomo, anche quelle rivoluzionarie. Ecologia dell'ambiente, della casa e della persona sono quindi aspetti della vita stessa; non basta solo migliorare l'ambiente, ma occorre modificare e migliorare anche noi stessi.

L'INQUINAMENTO DELL'ARIA CHE RESPIRIAMO

INDISPENSABILE COME L'ARIA Poche affermazioni sono vere come questa. Dalla nascita l'uomo viene a contatto con questo elemento nel quale sarà immerso per tutta la vita. È noto che possiamo stare senza acqua per ore e giorni, senza cibo sino ad un mese e più, ma senza aria è impossibile resistere più di qualche minuto. Pur essendo l'aria di vitale importanza, ce ne rendiamo conto solo quando viene a mancare o quando è irrespirabile. Pochi dedicano all'aria quelle attenzioni che rivolgiamo a ciò che beviamo o mangiamo. Lo sappiamo tutti che l'aria è inquinata. Ma chi potrebbe immaginare che, dopo una giornata fra il traffico della città e lo smog delle industrie, quando torniamo a casa e crediamo di essere tranquilli e al sicuro, la nostra salute sia ancora minacciata? È noto l'episodio accaduto a J. Repace, analista della Environmental Protection Agency (EPA: l'ente americano per la protezione dell'ambiente) il quale, mentre attraversava la città di Washington nell'ora di punta, aveva con sé un apparecchio per l'analisi dell'aria. Quando tornò a casa constatò, con molto stupore, che l'aria della sua cucina era più inquinata di quella esterna. Oggi ci sorprende questa nuova realtà, ma l'inquinamento all'interno delle case e degli uffici spesso tocca livelli di concentrazione che all'aperto sarebbero considerati contrari alla salute e alla legge. Teniamo in giusta considerazione che trascorriamo la maggior parte del nostro tempo tra le mura domestiche o di lavoro e quindi questo inquinamento diventa serio e pericoloso. In questi ultimi decenni i nuovi edifici da semplici luoghi di riparo si sono trasformati in sofisticate costruzioni dove metalli, vetro, elettronica, chimica e materiali sintetici hanno avuto la meglio e non fanno bene alla salute. Analizzando le cause ci accorgiamo che l'aria non è salutare per due motivi: l'inquinamento e la deionizzazione. Il Dipartimento di Medicina Ambientale di Stoccolma ha constatato

26 che in un ambiente chiuso possono essere presenti nell'aria da 60 a 120 composti di origine chimica per la maggior parte tossici. C'è il rischio che l'aria degli ambienti interni possa essere più tossica di quella respirata in una strada di traffico, anche se non percepiamo il caratteristico odore acre dei gas di scarico. Le cause dell'inquinamento dell'aria, definita «indoor air pollution», possono essere le seguenti: --- una casa «sigillata» che non respira; --- l'uso esasperato di certi prodotti chimici che invadono le abitazioni; --- l'inquinamento di origine terrestre (gas radon) del traffico automobilistico e di altri inquinamenti industriali e abitativi; --- abitudini domestiche, di lavoro e di vita non consone alla salute.

L'ARIA E LE SUE PROPRIETÀ L'aria è un miscuglio di gas, inodore, insapore, incolore e trasparente, che costituisce l'atmosfera terrestre. La sua composizione varia da luogo a luogo e secondo l'altitudine, in quanto impurità e componenti secondari possono essere presenti con diverso indice di concentrazione. L'aria pura (o secca, cioè senza impurità e vapore acqueo) nella bassa atmosfera risulta composta di azoto (78%), ossigeno (21%) argo ed altri gas rari e variabili (1%). L'aria libera o reale, cioè quella che comunemente si respira, contiene sempre vapore acqueo (in quantità variabili, ma mai superiori al 4%) e i cosiddetti «componenti accidentali» che hanno origine soprattutto dal suolo, dal mare, dalle attività umane e che rappresentano impurità per l'aria; i più comuni sono: composti del carbonio (soprattutto anidride carbonica), dello zolfo, dell'azoto (specialmente in prossimità delle grandi città e degli impianti industriali, causa prima dell'inquinamento atmosferico), del cloro e dello iodio (in vicinanza delle coste marine). Inoltre, essa contiene nuclei d'impurità, pulviscolo atmosferico, la cui concentrazione, fino ad 1 km di altitudine, è compresa fra 4500 e 6000 particelle al cm3; il pulviscolo (chiaramente visibile quando i raggi solari penetrano attraverso una fessura in un locale oscuro) influisce sulla propagazione delle radiazioni, sullo stato elettrico dell'aria, sui fenomeni ottici che avvengono nell'atmosfera, sulla densità stessa dell'aria. L'aria è una cattiva conduttrice del calore e dell'elettricità. Il suono vi

27 si propaga con una velocità, che dipende dall'umidità e dalla temperatura, di circa 340 m/s. L'aria, data la presenza di ossigeno, ha potere ossidante e comburente. Nell'antichità si riteneva che l'aria fosse una delle quattro componenti della natura (aria, acqua, fuoco e terra). Si dovette giungere sino al 1772 perché D. Rutherford e H. Cavendish (separatamente) individuassero uno dei costituenti dell'aria, l'azoto, che fu chiamato aria «mefitica o flogisticata». Nello stesso anno W. Scheele scoprì l'ossigeno, detto anche «aria-fuoco» (scoperta ripetuta indipendentemente, due anni dopo, da J. Priestley); nel 1775, a opera di J. Black, fu la volta dell'anidride carbonica, chiamata «aria fissa»; J. Rayleigh e W. Ramsay nel 1894, scoprirono l'argo; nel triennio successivo, il primo giunse alla conclusione che un altro elemento, l'idrogeno, fosse presente nell'aria in tracce; il secondo riuscì a trovare i quattro componenti secondari dell'aria: elio, neon, cripto e xeno. L'aria, oltre a garantire la vita sul nostro pianeta, trova impieghi industriali per la preparazione dell'azoto e dell'ossigeno ed è, inoltre, la fonte principale dei gas rari. Per queste utilizzazioni l'aria viene liquefatta e i diversi componenti separati, mediante processi indicati globalmente col nome di rettificazione, con cui si ottengono dall'aria l'ossigeno e l'azoto puri (sostanze di grande importanza in tutta la chimica industriale), che comprende due fasi distinte: la liquefazione dell'aria e, successivamente, la rettificazione vera e propria. L'aria incomincia a diventare liquida a pressione atmosferica quando è raffreddata a -184 °C (temperatura di condensazione). Per portarla dalla temperatura ambiente (20 - 30 °C) da temperature così basse, si sfrutta la proprietà che hanno tutti i gas reali di raffreddarsi in seguito a rapida espansione, quando sono ad una temperatura iniziale inferiore ad una particolare temperatura di inversione e diversa da gas a gas. La temperatura di inversione segna il limite massimo delle temperature alle quali l'inizio del processo di espansione di un gas può portare solo al suo raffreddamento. A temperature superiori un gas espandendosi può solo riscaldarsi. Poiché nel caso dell'aria la temperatura di inversione è notevolmente superiore alla temperatura ambiente, mediante compressione effettuata tra 5 e 200 atm (secondo il processo adottato), seguita da scambio termico (per aumentare la refrigerazione) e da espansione, si può raggiungere la temperatura di condensazione. L'aria liquefatta viene inviata in una colonna di rettificazione alla cui

28 sommità si raccoglie azoto gassoso, che è il componente più volatile (p.eb. -195,3 °C a 1 atm); in fondo alla colonna, invece, si preleva l'ossigeno liquido (p.eb. -183,5 °C a 1 atm) più quasi tutto l'argo presente nell'aria (circa 11%). Il problema fondamentale di questa rettificazione è creare una fonte di refrigerazione a una temperatura più bassa di quella a cui si libera l'azoto gassoso dalla testa della colonna, in modo tale che sia possibile condensarlo e, in parte, rinviarlo in testa alla colonna come riflusso. Non è semplice però disporre industrialmente di refrigeranti a temperature inferiori a -195 °C (temperatura a 1 atm dell'azoto gassoso alla testa). Si opera allora con due colonne sovrapposte, funzionanti a due pressioni diverse, sfruttando la variazione dei punti di ebollizione dei liquidi secondo la pressione. Il padre della medicina, Ippocrate, affermava: "l'aria pura è il primo alimento e medicamento e si vive principalmente d'aria e, secondariamente, di alimenti destinati allo stomaco." L'uomo per vivere, come ogni organismo, ha bisogno di energie. Ogni giorno assumiamo circa un chilo di alimenti solidi, tre litri di liquidi e ben 8.640 litri d'aria (considerandone l'utilizzo di circa 6 litri al minuto). Questo dimostra l'importanza dell'elemento gassoso per la vita e quindi anche la necessità della sua purezza. L'aria pura ci fornisce le sue origini chimiche ed elettromagnetiche. L'ossigeno, insieme agli ioni positivi e negativi, contribuisce al processo di depurazione e di nutrizione. Se la qualità dell'ossigeno peggiora e diminuisce a causa dell'inquinamento, il nostro corpo e la mente cominciano a soffrire in forma quasi non avvertibile e, via via, in modo sempre più grave. La diminuzione di ossigeno è riconosciuta come una delle ragioni che determinano il calo di efficienza del corpo, nonché un progressivo e rapido invecchiamento. Diventa difficile lavorare, studiare, leggere, pensare mentre aumentano l'irritabilità, l'insonnia e i malesseri diffusi. Si può affermare che la stragrande maggioranza delle malattie all'apparato respiratorio sono dovute all'aria inquinata sia esterna che interna alle nostre case. LA CASA CHE NON TRASPIRA La casa «sigillata» è una condizione inquinante. Si potrebbe erroneamente pensare che il ricambio d'aria nelle abitazioni avvenga solamente tramite le aperture, le porte e le finestre.

29 Non è così. La casa deve respirare tutta per essere salubre e garantire un benefico microclima interno, anche d'inverno. Possiamo considerarla un enorme polmone, che dovrebbe respirare tramite ogni sua struttura. Questo tipo di aerazione è definita ventilazione naturale. Nel passato, la casa respirava insieme all'uomo: era costruita con materiali completamente naturali porosi, che lasciavano filtrare l'aria dall'interno all'esterno e viceversa, e anche gli spifferi delle porte e delle finestre facilitavano questo ricambio. La necessità del risparmio termico, insieme alle nuove tecnologie, hanno modificato la «terza pelle dell'uomo». L'abitazione, da grande polmone qual'era, è stata sigillata ermeticamente: le intercapedini dei muri sono state riempite con isolanti sintetici, le pareti ricoperte con vernici e resine polimeriche e i tetti impermeabilizzati con catrame e altre sostanze o materiali. Anche le finestre e le porte sono state sigillate con guarnizioni e doppi vetri, riducendo la ventilazione di dieci volte rispetto a quella tradizionale. In alcune abitazioni, specie in quelle ad alto risparmio energetico, si è riscontrato che il ricambio dell'aria avveniva solo due volte nelle 24 ore. Molte delle abitazioni attuali si possono paragonare a dei veri e propri «sacchetti di plastica». Questo significa che tutte le particelle tossiche nell'abitazione e quelle causate dagli abitanti, tendono a ristagnare tra le pareti domestiche inquinando così l'aria.

Wright - La casa sopra la cascata

30 LA CHIMICA DI SINTESI IN CASA Può apparire che la casa sia costruita con materiali tradizionali dai quali non c'è nulla di particolare da temere. In realtà, i materiali usati comunemente oggi nascondono molti pericoli. Le sostanze chimiche prodotte nel mondo sono circa 60.000, spesso non dichiarate per segreto industriale. Ogni anno altre 3.000 nuove sostanze vengono ad aggiungersi. Molte di queste entrano nelle nostre abitazioni. Certi prodotti chimici sono invasivi in fase costruttiva: i cementi e le calci vengono spesso mescolati a sostanze di sintesi per farli indurire meglio e più velocemente; le intercapedini, all'interno dei muri, sono riempite di agglomerati espansi, che attraverso le pareti provocano esalazioni nocive, così come accade per i materiali termoisolanti e fonoassorbenti. Anche i sottofondi dei pavimenti, le colle per mattonelle, le vernici interne ed esterne per pareti e pavimenti sono prodotti che contribuiscono all'inquinamento domestico. I gas sono sempre presenti nelle abitazioni e vengono inspirati continuamente lasciando tracce nell'organismo. Benché «l'odore di nuovo», percepito negli ambienti appena costruiti e arredati, dopo un certo tempo svanisca, questo non significa che l'azione inquinante scompaia. I materiali sintetici usati nei pavimenti in resine polimeriche oppure nelle superfici in laminato, con l'invecchiamento e l'usura, cedono maggiormente le esalazioni inquinanti all'ambiente sotto forma di sostanze volatili. Ecco alcuni dei componenti chimici che possono «abitare» nelle nostre case. Amianto Questo prodotto è stato per decenni usato in campo edilizio per le caratteristiche coibenti e di leggerezza, incombustibilità, facilità di applicazione e i bassi costi. Lo possiamo trovare nei pannelli che isolano dal freddo, dal caldo e dal rumore, spruzzato nelle intercapedini dei muri e adoperato in lastre sui tetti o per pavimenti e soffittature. Nel 1982 una delle aziende maggiori nella produzione di amianto, la John Manville Corporation, fallì perché non fu in grado di risarcire i dipendenti per i danni fisici che avevano subìto. Infatti, dopo lunghi anni di produzione e uso di questo materiale, si provò che la polvere delle sue

31 fibre veniva facilmente respirata. Nei polmoni i cristalli di amianto provocano microferite. Lentamente il tessuto di riparazione, dapprima molle, diventa duro, fibroso, favorendo lo sviluppo di tumori, specie in chi, come i fumatori, assommano altri fattori irritanti locali. Gli effetti negativi dell'amianto sono stati scoperti dopo molti anni perché queste fibre hanno un lungo tempo di «incubazione». Ora l'amianto non viene più usato ed è fuori legge. Formaldeide Molti materiali, specie di uso domestico, contengono formaldeide. La si può trovare in alcune materie plastiche espanse isolanti (quelle poste nelle intercapedini dei muri), nelle resine sintetiche, vernici e colle, ma anche nei detersivi, nei disinfettanti e nei prodotti cosmetici come conservante. In passato, prima che una legislazione più severa ponesse delle restrizioni, era presente anche in diversi alimenti. La formaldeide si libera nell'aria sotto forma di gas molto lentamente e per molti anni. Si è scoperto che è inquinante e molto pericolosa, tanto da presentare rischi cancerogeni. È vero, però, che a basse dosi il pericolo è molto ridotto, anche se è difficile stabilire l'esatta quantità assorbita dal momento che è presente in molti prodotti con i quali veniamo quotidianamente in contatto. Alcuni effetti percepibili possono essere l'irritazione alla gola e alle prime vie respiratorie, con rischi maggiori per gli asmatici e i bambini. Esposizioni più prolungate possono causare alterazioni al sistema nervoso con perdita della memoria e incapacità di concentrazione. Trattamenti delle superfici della casa Le vernici si consumano ogni anno a migliaia di tonnellate. Queste vanno ad aumentare il carico inquinante dell'ambiente e a ricoprire le superfici delle nostre abitazioni di sostanze pericolose. Nel passato la composizione delle vernici era a base di olio di lino, resine vegetali, pigmenti naturali e calce. Oggi invece un barattolo di vernice contiene molte componenti chimiche, anche nocive. Queste vernici sintetiche sono usate con sempre maggiore frequenza e senza rendersi conto che spesso sono inquinanti. Fino a pochi anni fa nella composizione delle vernici era presente il piombo come ossido. Questo, che veniva aggiunto principalmente per diminuire i tempi di essiccazione, in natura non può essere distrutto, si

32 deposita e si accumula nel midollo osseo e colora di turchino l'orletto gengivale. In quantità maggiori può provocare lesioni al sistema nervoso e può danneggiare organi interni quali il fegato, il cuore e i reni. Oggi, una legislazione più severa limita le quantità di piombo, ma se la casa è stata verniciata diverse volte negli anni passati, le dosi di piombo sulle pareti possono rimanere elevate. Solventi e diluenti Nella vernice sono presenti solventi che, evaporando, esercitano un'azione tossica nell'ambiente e nel nostro organismo. Queste sostanze, come acetone, butanolo, dicloroetano, metanolo, percloroetilene, toluene e trielina, possono essere cancerogene. Il danno, inoltre, aumenta dall'inalazione di vapori degli idrocarburi aromatici, ed è midollare (quindi con un quadro ematologico di anemia, riduzione di globuli bianchi, emorragia...) Vernici, acriliche o acquose (tempere) Non c'è obbligo di dichiarare la composizione di tali sostanze in quanto non contengono forti dosi di solventi. La diluizione viene fatta con acqua. Sono certamente i prodotti meno pericolosi. Altre componenti come le resine acriliche possono invece essere nocive (acrilonitrile, acido metacrilico, ecc.) Anche i ricchi si intossicano É il risultato al quale è giunto il Wwf che ha reso noto nel febbraio 2005 in un convegno organizzato a Roma, presso l’Istituto superiore di sanità, i risultati di un vero e proprio check-up chimico realizzato insieme a 18 attori e politici. Il risultato? Allarmante: nel sangue dei vip è stata rilevata la presenza di ben 65 contaminanti di provata tossicità, cioè il 59% dei 111 ricercati. Tutti i soggetti sottoposti al test (tra cui Antonio Guidi, Giovanna Melandri, Anna Donati, Valerio Calzolaio e Vittorio Sgarbi) sono risultati contaminati da metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio), mentre - nel 94,4% dei casi sono stati trovati Pcb; - nel 91,6% tracce di pesticidi clorurati; - nel 72,2% sono stati scovati idrocarburi policiclici aromatici; - nel 66,6% dei testati c’erano diossine. Un test che fa seguito a quello realizzato, sempre dal Wwf, sul

33 sangue di alcuni parlamentari e ministri dell’Ambiente europei (tra i quali anche il sottosegretario all’Ambiente italiano, Roberto Tortoli) evidenziando anche in questo caso la presenza di agenti chimici tossici. Persino nel sangue della Commissaria europea all’Ambiente Margot Wallström è stato trovato il ddt, già proibito da anni, nonchè altri 28 elementi potenzialmente tossici. Il check-up è stato realizzato per promuovere la campagna internazione Detox-Svelenati promossa dall’associazione del Panda, con l’obiettivo di accelerare l’approvazione del nuovo Regolamento europeo in materia si sostanze chimiche (Reach). Questa sporca diecina DDT è il primo insetticida utilizzato, contro gli insetti portatori di tifo e malaria. Pericoloso per gli animali a sangue caldo, probabilmente cancerogeno. ALDRINA E DIELDRINA per proteggere i campi di cotone, agrumi e mais da termiti e cavallette. Sia piante che animali convertono l’aldrina in dieldrina. Vengono accumulati da pesci e bivalvi per destinati all’alimentazione umana. Nell’uomo l’aldrina è un potenziale concerogeno, nonchè una sostanza letale. La dieldrina viene rapidamente assorbita dal suolo dove persiste a lungo. CLORDANO l’inquinamento da questo pesticida, utilizzato per combattere termiti, non si limita alle radici delle piante o ai tuberi ma può coinvolgere anche foglie e frutti. ENDRINA insetticita e topicida. Simile alla drieldrina, ma rapidamente eliminato dagli organismi. Permane invece nel terreno per oltre 10 anni. Potente neurotossico e altamente velenoso per i pesci. TOXAPHENE usato in agricoltura e in zootecnia. Potenzialmente cancerogeno, si accumula nell’adipe dei cetacei. Il tempo di dimezzamento varia dai 100 giorni a 12 anni. EPTACLORO contro i parassiti del suolo e delle piante, persistente e bioaccumulabile come l’aldrina. Nell’uomo provoca ipereccitazione del sistema nervoso centrale, danni al fegato ed è responsabile della decimazione di numerose popolazione di uccelli. PCB sono idrocarburi clorurati derivati dal difenile, ma anche sottoprodotti di una combustione incompleta, utilizzati come isolanti nei trasformatori e nei condensatori, come liquidi refrigeranti e additivi nelle materie plastiche. Tossici e pericolosi per l’ambiente, verosimilmente cancerogeni e dannosi per la riproduzione delle foche artiche.

34 MIREX contro formiche, termiti e materiale ignifugo nelle parti in plastica e gomma, nei colori e degli apparecchi elettrici. Induce la formazione di epatomi, ha effetti estrogenici ed è neurotossico. Tempi di dimezzamento fino a 10 anni. DIOSSINE E FURANI sottoprodotti indesiderati dell’incenerimento dei rifiuti, delle emissioni da auto, della combustione e di alcuni processi produttivi. Il latte contaminato causa nei bambini disturbi della crescita, a livello immunitario e ormonale. Le diossine influiscono anche sullo sviluppo di tumori. ESACLOROBENZENE fungicida per le sementi, è risultato anche letale. Con la gravidanza e il latte materno, gli ambrioni e i lattanti sono esposti ad alte dosi, cui si associano anomalie del sistema immunitario e riproduttivo maschile, sviluppo anormale del feto, aborti, crescita ritardata e ridotta. Marzo 2005 - La nuova ecologia di Valentina Piacentini

Dormire sano, al naturale su legno, cocco e cotone

35 L'INQUINAMENTO DAL SOTTOSUOLO: IL RADON Dal sottosuolo e da taluni materiali da costruzione può provenire un pericolo per le nostre abitazioni: è il gas radon, che penetra all'interno attraverso i muri e si mescola all'aria che respiriamo. Questo gas ha la caratteristica di essere radioattivo. Respirato per lungo tempo e con concentrazioni elevate può provocare il cancro ai polmoni. Negli Stati Uniti l'allarme è stato dato da tempo e pare che molte abitazioni presentino situazioni preoccupanti. Sembra che il pericolo principale non venga tanto dal gas stesso, che non è reattivo chimicamente, ma dagli isotopi radioattivi, quali il polonio 210, il piombo 210 e il bismuto 214, che si formano nell'aria a causa del suo decadimento. Il radon è un problema antico quanto l'abitazione; un problema che oggi si è ulteriormente aggravato visto che molte case non traspirano e quindi gli abitanti lo respirano molto più che in passato. Il livello medio di radiazioni interne, riportato da alcune ricerche scientifiche, può corrispondere a dosi di radiazioni molto maggiori di quelle ricevute per trattamenti medici e raggi X (radiografie) durante una vita. Le abitazioni più a rischio sono quelle poste su terreni particolarmente radioattivi e anche quelle costruite con materiali a radioattività elevata. Sorgenti principali di radon sono il tufo, il granito, il cemento, la sabbia e i mattoni se provenienti dalle zone «a rischio». Il pericolo sussiste anche se gli edifici vengono costruiti su una faglia (una frattura della crosta terrestre o della parte rocciosa del terreno). Da questa possono fuoriuscire quantità elevate di radon. Esso si concentra principalmente nelle cantine e ai piani bassi degli edifici, soprattutto se il ricambio d'aria è scarso.

LE ABITUDINI CHE FAVORISCONO L'INQUINAMENTO L'inquinamento domestico non è da imputare solo alla nuova edilizia, anche noi abbiamo la nostra responsabilità e molto possiamo fare per ridurre i pericoli, poiché certe abitudini contribuiscono ad inquinare la casa. Eccone alcune.

36 Impianti a gas Il gas domestico è molto comodo perché brucia senza sporcare, contrariamente alle vecchie cucine a carbone o a legna. Ma la fiamma del gas, presente nelle nostre abitazioni, produce sostanze volatili durante la combustione che, in ambienti ristretti come una cucina o un bagno, sono molto più pericolose di quanto comunemente si pensi. Alcune misurazioni sull'inquinamento provocato dai fornelli a gas, alla temperatura di 175 °C, hanno evidenziato che nelle cucine con insufficiente ventilazione, erano presenti nell'aria tanto monossido di carbonio e biossido di azoto quanto nel ciclo di una grande città in una giornata di smog. Quando cuciniamo, la nostra piccola cucina si satura di vapore acqueo, riducendo il tasso di ossigeno nell'aria. Se a ciò si unisce una quantità elevata di monossido di carbonio, che pregiudica la capacità del sangue di portare ossigeno ai tessuti dell'organismo, la situazione diventa allarmante. Si possono verificare alterazioni al battito cardiaco, disturbi alla vista e lentezza nei riflessi. Il biossido di azoto, invece, è sospettato come causa principale dell'aumento di malattie respiratorie specie nei bambini. Fumo di tabacco Il fumo di tabacco che inaliamo contiene più di 3600 sostanze chimiche diverse, tra cui gas velenosi come monossido di carbonio, ammoniaca, biossido di azoto, formaldeide, le nitrosammine e il benzopirene. Il fumo della sigaretta, che resta sospeso nell'aria circa 500 ore prima di depositarsi, è una componente primaria dell'inquinamento dell'aria dell'ambiente interno. I non fumatori che vivono accanto ai fumatori corrono rischi quasi altrettanto gravi. Circa il 50% della popolazione coabita con un fumatore ed è risultato che in questi casi la persona che non fuma, un bambino per esempio, è un «fumatore passivo» di ben tre sigarette al giorno. I bambini, essendo più sensibili agli agenti inquinanti, per queste cause, frequentemente soffrono di malattie respiratorie. Negli uffici dove si fuma molto, in un periodo di 24 ore, sono state misurate concentrazioni inquinanti superiori ai livelli di inquinamento esterno consentiti alle fabbriche. Altrettanto potrebbe accadere nelle nostre abitazioni.

37 L'ARIA PURA, IONIZZATA, NON INQUINATA Con l'inquinamento dell'aria si può constatare la sua deionizzazione. L'aria e i materiali naturali che ci circondano hanno loro proprietà e una loro vita naturale. Tutto quello che è indispensabile per vivere, come l'acqua e il cibo, ha dentro di sé delle energie nutrienti ed elettromagnetiche. L'aria può essere biologicamente morta (mancanza di equilibrio tra ioni negativi e positivi) e perciò incapace di darci il giusto «nutrimento». La qualità e vitalità dell'aria è qualcosa di impalpabile (ma misurabile) eppure di vitale importanza. Oggi ci siamo abituati a vivere al chiuso e lontano dalla natura aperta. E si è perso, per esempio, quel gusto frizzantino che si prova dopo un temporale o vicino ad una cascata, oppure camminando nel silenzio di un bosco. L'aria, nelle case di oggi, è in grado di farci sopravvivere, ma non di mantenerci in buona salute. Quella componente «magica» che crea la differenza tra aria «morta» e aria «viva» è la sua carica elettrica, cioè la ionizzazione. Ioni negativi (anioni) e positivi (cationi) Dal sole, dall'aria, dall'acqua, nei pressi delle piante si formano gli ioni negativi (positivi per noi) che rendono l'aria piacevole e pulita dalla polvere e da alcune particelle inquinanti. Dagli apparecchi elettrici e da alcuni venti caldi (scirocco) si generano gli ioni positivi (negativi per noi). Ogni giorno respiriamo circa 9.000 litri d'aria e dovremmo assorbire dai 10 ai 20 miliardi di ioni, ma questo spesso non avviene. Ma quali ioni assorbiamo? In montagna si può considerare una concentrazione di ioni negativi pari a 1500 per cm3, in una città o in una abitazione inquinata gli ioni negativi scendono vertiginosamente a 50 per cm3, lasciando ampio spazio ad un accumulo di sostanze dannose e di carica positiva. Gli ioni positivi, grossi e pesanti, contribuiscono a disturbi quali stanchezza, depressione, irritabilità ed emicranie. Il malessere causato da ioni po-sitivi può essere paragonato alle sensazioni provate in giornate di vento caldo o prima di un temporale, oppure al bisogno di aria durante la permanenza in un ambiente chiuso e affollato. Gli ioni positivi fanno parte del pulviscolo e delle particelle più inquinanti dell'aria. La loro concentrazione diviene particolarmente forte quando l'aria è polverosa e contiene gas di scarico o sono attratti da plastiche, dagli schermi televisivi e dai materiali sintetici. Possono risentirne l'apparato respiratorio e le difese immunitarie.

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IL FENOMENO DELLA IONIZZAZIONE Gli ioni sono atomi, gruppi di atomi o molecole che hanno acquistato una o più cariche elettriche mediante perdita (ioni positivi o cationi) o cattura (ioni negativi o anioni) di uno o più elettroni. Gli ioni vengono indicati con il simbolo dell'atomo o la formula del gruppo di atomi o delle molecole, cui si appone in alto a destra un segno + per ogni carica positiva che lo ione possiede e un segno - per ogni carica negativa; p e H+ per lo ione idrogeno e SO2-/4 per lo ione solforico. Per gli ioni provenienti da atomi si può in generale dire che i cationi derivino dai metalli, gli anioni dai non metalli. Inoltre, gli ioni provenienti da atomi di metalli o non metalli con una sola valenza hanno la struttura atomica del gas raro che precede i cationi o che segue gli anioni. Data la presenza di carica elettrica, i cationi sono attirati dal catodo (polo negativo), gli anioni dall'anodo (polo positivo). Tutti i sali quando sono posti in acqua si scindono in ioni la cui esistenza può essere messa in risalto mediante l'elettrolisi. La funzione degli ioni è fondamentale in molte sostanze in cui la forza di coesione è dovuta all'attrazione elettrostatica tra ioni di carica opposta. Nella formazione di un legame chimico tra l'atomo A e l'atomo B si formano ioni di A e di B, se uno dei due atomi cede completamente all'altro uno o più dei suoi elettroni (legame chimico completamente ionico). Nel reticolo cristallino della sostanza AB non si troveranno allora singole unità AB, ma una successione più o meno regolare di ioni A e B separati. La ionizzazione è produzione di ioni, cioè l'azione di un agente (detto ionizzante), gli atomi acquistano o perdono elettroni, assumendo carica elettrica positiva o negativa. Ciò avviene, per esempio, in un gas attraverso il quale si provochi una scarica elettrica. Particolare importanza riveste la ionizzazione per urto, consistente nell'emissione di uno più elettroni da parte di un atomo che abbia ricevuto energia sufficiente nella collisione con una particella. Ionizzazione specifica è il numero di coppie di ioni che si formano, per unità di percorso, lungo la traiettoria di una particella nella materia. La camera di ionizzazione è un apparecchio utilizzato per determinare la presenza di un agente ionizzante e per misurare l'intensità della ionizzazione prodotta. E un reci-piente metallico, contenente un gas e un elettrodo isolato connesso a un elettrometro; fra la parete della camera di ionizzazione e l'elettrodo centrale si stabilisce una differenza di potenziale rilevabile dall'elettrometro, che permette di risalire all'intensità della sorgente. La camera di ionizzazione può essere usata anche come rivelatore di particelle: per rivelare una particella è sufficiente connettere l'elettrodo a un amplificatore proporzionale, anziché all'elettrometro, e il passaggio della particella attraverso la camera determina un segnale corrispondente alla ionizzazione prodotta nel gas dalla particella stessa. La came-ra di ionizzazione è anche in grado di fornire spettri di energia della radiazione in essa incidente.

39 La ionosfera è la regione dell'atmosfera in cui è molto intensa la ionizzazione provocata dalle radiazioni provenienti dallo spazio sulle varie particelle e molecole di gas che sfuggono dagli strati bassi dell'atmosfera. Tra 60 e 500 Km di altitudine, è sede e causa di fenomeni quali la riflessione delle radioonde. La ionosfera risulta suddivisa in cinque strati che differiscono per la densità elettronica e la persistenza nel tempo. Da ricerche effettuate con radiosonde, è stato accertato che i diversi strati siano dovuti a fotoionizzazione di gas diversi: l'ozono per lo strato D, l'ossigeno biatomico per E1, strato a forte conducibilità elettrica, l'azoto molecolare per F1 e l'azoto atomico per F2. Al di sopra di F2 sembra che esista un altro strato, per cui è stato proposto il termine G, dovuto all'interazione tra l'azoto atomico e le radiazioni cosmiche. L'aria è diversa, più carica di ioni negativi (non metallici e più salutari per l'uomo) vicino a masse d'acqua in movimento (mare in burrasca, cascate, boschi ecc.), o in presenza della pioggia che abbatte gli ioni positivi (metallici).

Gli ioni negativi, diversi da quelli positivi, sono piccoli e leggeri, hanno un effetto rivitalizzante sul corpo in quanto favoriscono l'ossigenazione. Rafforzano il sistema immunitario e apportano una sensazione di rilassamento e di benessere. A livello nervoso, infatti, regolano la produzione dell'ormone serotonina, un neurormone capace di influenzare lo stato psichico dell'individuo. Gli ioni negativi, nella composizione dell'aria pulita, devono essere in quantità maggiore (60%) di quelli positivi. L'aria viene depurata dalla pioggia proprio perché abbatte le particelle (ioni positivi) inquinanti o in prossimità di cascate, al mare e nei boschi. L'aria depurata da microbi, da varie particelle e dal polline crea condizioni favorevoli per coloro che soffrono di patologie alle vie respiratorie (bronchiti, riniti, sinusiti, raffreddori) o di allergie (asma e febbre da fieno, ecc.) Inoltre, l'aria giustamente ionizzata permette una piacevole condizione di rilassamento a livello muscolare e nervoso in situazioni di stress. Ha dimostrato anche un ottimo effetto antispastico, antidolorifico e un'accelerazione dei processi di cicatrizzazione.

TRATTAMENTO ECOLOGICO DELLE SUPERFICI La scelta di una vernice è molto importante perché, una volta che si

40 è usata, non la possiamo più eliminare. Escludiamo quindi le vernici contenenti solventi organici e sintetici, metalli pesanti, fungicidi e altri composti chimici. Gli antimuffa contenuti nelle vernici per interni sono completamente inutili negli ambienti riscaldati. Oggi esistono in commercio vernici e trattamenti ecologici che garantiscono la derivazione naturale dei componenti (vedi gli indirizzi utili in appendice). Alcuni trattamenti possono anche essere preparati in maniera casalinga seguendo le indicazioni della tradizione. La calce, ad esempio, ha un forte effetto battericida; in passato veniva infatti usata regolarmente anche nelle stalle. La polvere di calce viene diluita in acqua con aggiunta di olio di lino (g 100 per 10 litri di pittura-calce) per aumentarne l'adesione e garantire l'impermeabilità. Se viene utilizzata per imbiancare le pareti, risulta più bella se la si scioglie in latte magro (1:3). Anche il bianco di Spagna o l'argilla possono essere delle componenti per ottime pitture. L'essiccazione di queste sostanze sarà più lenta, non contenendo solventi organici o sintetici, ma gli effetti saranno più duraturi e salubri. Naturalmente, a queste pitture possono essere aggiunti pigmenti naturali per ottenere le colorazioni desiderate. Per i trattamenti del legno il capitolo L'Arredamento ecologico riporterà altri consigli utili. CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI Questi «consigli ecologici ed utili», suddivisi nei vari capitoli, servono per disintossicarci e darci benessere e salute.  L'efficienza dei fornelli raramente è perfetta: una cucina a gas mal regolata può emettere più ossido di carbonio. Un segno che i fornelli hanno bisogno di essere regolati lo si ha quando la punta della fiamma è gialla invece che azzurra. Fate molta attenzione all'aerazione delle stanze che contengono caldaie e alla cucina quando i fornelli sono in attività.  Meglio non soggiornare in cucina a porte chiuse in più persone o se fumate.  Non fumare è più sicuro per la nostra salute, per le persone che ci stanno vicino e per l'ambiente. Il fumo può provocare il cancro. Ma, se fumate, scegliete un solo locale della casa, meglio non tappezzato da troppi tessuti. Le particelle inquinanti, infatti, tendono ad aderire

41 alle superfici dei tessuti, specie se sintetici. Aprire la finestra quindi è necessario, ma non sufficiente.  All'interno delle nostre case dovremmo cercare di ottenere la stessa qualità d'aria esistente in natura, ricca di ossigeno e di ioni negativi (possibilmente non inquinata). Nel valutare se l'aria di casa nostra è pura o no, non fidiamoci solo del senso dell'olfatto. Esistono delle sostanze dannose, altre addirittura mortali come l'ossido di carbonio (CO), ma inodori. Inoltre il senso dell'olfatto, tanto spiccato negli animali e negli uomini della società pre-industriale, si è affievolito nelle persone che vivono nei paesi industrializzati a causa dell'inquinamento generale.  Apriamo le finestre per introdurre aria nei nostri polmoni e nelle no stre case. L'uomo ha bisogno di 360 litri d'aria ogni ora. Se la costruzione non è traspirante questo bisogno è soddisfatto solo in parte, perciò può provocare stanchezza, riduzione del rendimento psicofisico e anche stati di intossicazione. Quando si abita una stanza, specie se si è in più persone, si verifica un inquinamento naturale dell'ambiente. La respirazione provoca aumento di anidride carbonica mentre diminuisce l'ossigeno e aumentano gli ioni positivi. Le prime a soffrire di queste condizioni sono le cellule cerebrali. In stanze affollate o quando si svolgono attività mentali l'aria deve essere ricambiata frequentemente. Le aule scolastiche per prime richiederebbero questa misura igienica. Il numero dei microrganismi (pulviscolo, funghi, virus, batteri) aumenta con l'inquinamento e diminuisce con il ricambio d'aria. In buone condizioni di aerazione e di irraggiamento solare i microrganismi vengono ridotti o soppressi. Perciò aerate frequentemente gli ambienti così da permettere all'aria di rinnovarsi. D'inverno è consigliabile aprire le finestre a piccoli intervalli frequenti (bastano pochi minuti 4 o 5 volte al giorno per ricambiare l'aria di una stanza), evitando sprechi di riscaldamento. Ricordiamo, in ogni caso, che l'aria viziata si scalda più difficilmente dell'aria pulita. D'estate è bene che le finestre rimangano aperte il più possibile. Se non è troppo caldo spalanchiamo le finestre quando c'è il sole, che entrando in casa agisce come disinfettante e dona un'aria più ricca di ioni negativi.Le stanze umide, cucina, bagno, lavanderia, quelle affollate da diverse persone (il processo dell'espirazione libera umidi-

42 tà nell'aria) o dove si dorme, richiedono arieggiamenti più frequenti e duraturi per evitare la proliferazione di funghi e acari che possono causare allergie. I momenti migliori per arieggiare sono quelli durante e dopo la pioggia, perché l'aria si purifica e si arricchisce di ioni negativi per l'azione dell'acqua che abbatte quelli positivi (vario pulviscolo). È sconsigliato invece aprire le finestre prima di un temporale: l'aria è carica di elettricità e di ioni positivi e perciò causa tensione, nervosismo e aggressività. Chi ha la fortuna di avere finestre che si affacciano sul verde (alberi, campi, ecc.) arieggi da quelle perché l'aria è più ricca di ossigeno e di ioni negativi.  Via la polvere. La polvere è carica di ioni positivi e di particelle inquinanti. Eliminiamo quindi frequentemente le polveri dalle superfici e dai tessuti (tende, tappeti, imbottiture, cuscini, ecc.) mettendoli all'aria e al sole o lavandoli in acqua. L'aria, l'acqua e il sole sono i migliori antidoti allo sporco, a dispetto dei miracolosi prodotti pubblicizzati.È utile anche l'uso di prodotti con effetto antistatico, come la cera d'api, che non attira la polvere. Se ricopriamo con questa cera anche le superfici di legno, di marmo o metalli, la diffusione nell'aria degli agenti tossici viene temporaneamente ridotta. Se adoperiamo l'aspirapolvere a sacchetto consideriamo che una parte del pulviscolo aspirato ritorna nell'aria insieme a spore, acari e muffe contenuti nel sacchetto dell'apparecchio. Se acquistiamo un aspirapolvere controlliamo che il filtraggio sia ad acqua e non a sacchetto.  Depuratori d'aria e ionizzatori. Se le finestre non possono essere aperte spesso o se vogliamo rendere più pura e tonificante l'aria di un ambiente possiamo acquistare un aspirapolvere ionizzatore per raccogliere la polvere e far passare l'aria attraverso l'acqua per depurarla e ionizzarla.L'aria filtrata solo attraverso materiali isolanti (es. la lana di vetro) perde completamente la sua carica ionica, divenendo «biologicamente morta».  Rivitalizziamo il nostro corpo e la nostra mente trascorrendo, quando possibile, soggiorni nei «grandi climi», cioè al mare o in montagna, nei boschi e ai laghi, dove acqua, pioggia e aria si incontrano e generano un'aria pura ricca di azoto e ossigeno e quindi di cariche ioniche negative. Anche le semplici passeggiate durante giornate di vento (non caldo), di pioggia e la doccia prolungata hanno un effetto molto corroborante sull'organismo. Almeno una volta al giorno sarebbe utile fare degli esercizi di respi-

43 razione per qualche minuto, all'aperto o davanti ad una finestra aperta. Le tecniche yoga e la ginnastica sono estremamente vitalizzanti. Facciamo «il pieno d'aria» non solo mediante i polmoni, ma anche attraverso la pelle che traspira e assorbe ossigeno. Esponiamo, quindi, quando è possibile, il corpo ai benefici bagni d'aria e d'acqua, come suggeriscono le pratiche naturiste.

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IL CLIMA NELLA CASA

Abbiamo constatato che il microclima salubre di un'abitazione è costituito da aria pulita ben ionizzata e di irraggiamento elettromagnetico naturale equilibrato. Ma non meno importanti sono la temperatura e l'umidità. Sensazioni piacevoli e di vitalità provate in un certo ambiente sono definite «benessere termico». Questo dipende dalla temperatura e dall'umidità presenti nell'ambiente e dai meccanismi di termoregolazione corporea, che entrano in azione quando l'ambiente circostante non soddisfa i nostri bisogni (per esempio superfici troppo fredde oppure umidità eccessiva, ecc.) Il tipo di vita che conduciamo oggi, riparati da ogni sbalzo termico all'interno degli edifici o delle automobili o della casa, ci ha reso più sensibili e vulnerabili alle variazioni di temperatura. La temperatura ideale dipende da persona a persona e in casa può essere raggiunta con l'aiuto del riscaldamento regolabile.

QUALE RISCALDAMENTO SCEGLIERE? I tipi di riscaldamento funzionano principalmente per convezione o per irraggiamento. II riscaldamento a convezione agisce riscaldando l'aria. Essendo l'aria calda più leggera, questa sale verso l'alto, mentre quella fredda rimane in basso. Quindi il riscaldamento per convezione, oltre che a sprecare energia, può sottrarre calore. Questo inconveniente può essere eliminato con impianti progettati correttamente. L'aria, anche se calda, non riesce a portare le superfici circostanti ad una buona temperatura. E se la temperatura delle superfici rimane inferiore di 2 o 3 °C alla temperatura dell'aria, per non sentire disagio dovremmo innalzarla ancora di 2 o 3 °C. I radiatori agiscono principalmente sull'aria dell'ambiente e sono di gran lunga preferibili ai termoconvettori. La disposizione migliore dei termosifoni è in estensione orizzontale e non in verticale. Esistono in questo

46 senso dei riscaldamenti ecologici a parete, a «battiscopa» disposti lungo lo zoccolo delle pareti, e a pavimento che con leggerissimi movimenti d'aria scaldano di più le superfici dell'ambiente ed evitano che si risollevi la polvere. II riscaldamento per irraggiamento, invece, corrisponde al tipo di calore prodotto dal sole. È uno scambio di calore tra una superficie e 1'altra e quindi sono le superfici a riscaldarsi direttamente e a riscaldare l'aria interna che rimane piacevolmente fresca. La più antica e buona forma di riscaldamento radiante è quella del fuoco aperto nel camino. Il fuoco, oltre a creare una magica atmosfera, riscalda le superfici circostanti e permette, avvicinandoci o allontanandoci da esso, di scegliere la temperatura preferita. Il fuoco aperto genera naturali raggi calorici che stimolano il metabolismo generale del corpo. Altro sistema di riscaldamento per irraggiamento è rappresentato dalle stufe in maiolica o terracotta, mentre tra i sistemi di riscaldamento a metano i migliori sono i pannelli radianti a basse temperature. Questi diffondono il calore distribuendolo su ampie superfici, entro cui scorre acqua tiepida e vengono installati a parete o a pavimento. Umidità. La temperatura interna deve essere tale da non permettere formazioni di umidità, muffe e condense, ma neppure da rendere l'aria troppo secca. Un clima eccessivamente umido rende il caldo afoso, rallenta la respirazione e il metabolismo, oltre a far proliferare muffe e funghi. Un clima troppo secco aumenta le cariche batteriche, asciuga la mucose nasali, che non possono più agire come filtri e disturba così la respirazione. Irritazioni e gonfiori alle mucose sono una logica conseguenza. Inoltre le cariche elettrostatiche sono più accentuate e la polverosità maggiore. Il giusto clima di un'abitazione, quindi, non deve essere né troppo secco né troppo umido. Oggi invece accade spesso il contrario: le case non traspirano e parecchie stanze sono grondanti d'acqua (piastrelle e vetri), quindi con frequente condensa, oppure sono troppo secche per il riscaldamento eccessivo.

I MATERIALI INFLUENZANO IL CLIMA DELLA CASA La casa deve agire in sintonia con il nostro corpo. Nel passato i materiali usati nelle abitazioni erano di origine naturale e questo significava

47 che tutto ciò che circondava l'uomo era formato da materiale naturale, non elaborato e di sintesi. La casa era un ambiente igroscopico, traspirante e «vivo». Con il progresso tecnologico hanno fatto il loro ingresso nella nostra abitazione, come nell'ambiente esterno, materiali totalmente nuovi, creati in «laboratorio» e spesso estranei alle componenti della natura e dell'uomo. La casa si è trasformata da ambiente vivo in ambiente «morto», con conseguenze negative per il clima interno. Traspirabilità, igroscopicità e porosità Un materiale, per essere vivo e agire beneficamente sul clima e sull'uomo, deve possedere caratteristiche di porosità, igroscopicità e traspirabilità. Tutto ciò lo sanno molto bene gli animali quando costruiscono le loro tane. I materiali scelti sono la paglia, le foglie, le piume, l'argilla e i sassi che garantiscono 1'isolamento dal caldo, dal freddo e dall'umidità. Anche l'uomo del passato conosceva e sapeva usare, per tradizione, le qualità dei materiali naturali, mentre l'uomo moderno sembra averle dimenticate. Vediamo le caratteristiche che differenziano un materiale «biologicamente vivo» da uno «biologicamente morto». La traspirabilità è la caratteristica di un materiale permeabile all'aria e fa quindi traspirare la nostra «terza pelle», la casa. Una casa in cotto, pietre, legno e calce fa traspirare il nostro corpo così come un mobile in vimini e legno o un tessuto di cotone o lana. Si trovano in commercio anche pannelli in fibre di legno mineralizzate, rivestite di cemento ma traspiranti, come isolanti termici, assorbenti acustici, atossici e stabili nel tempo. Il puro cemento, le piastrelle vetrose, la plastica, le vernici sintetiche o altre materie chimiche agiscono invece come «barriere-vapore», cioè come isolanti e impermeabilizzanti, e non permettono quindi la traspirabilità. L'igroscopicità è la capacità di un materiale di assumere o cedere vapore acqueo, influendo sul clima. Entrambe sono legate alla porosità del materiale. I materiali porosi all'interno di un'abitazione sono gli intonaci a calce, il legno non trattato, i tessuti naturali, le tappezzerie di carta, le fibre vegetali e altri materiali naturali che non siano lucidi e vetrificati. Il legno è il materiale traspirante e igroscopico per eccellenza. Quando non è trattato con vernici o colle chimiche mantiene la sua porosità natu-

48 rale. Questa gli permette di agire positivamente sull'ambiente assorbendo l'umidità in eccesso, cedendola poi quando il clima interno è troppo secco. Quindi pavimenti, soffitti e mobili in legno naturale sono dei perfetti regolatori ambientali. La caratteristica igroscopica del legno naturale lo rende molto adatto anche per ambienti umidi come i bagni e le cucine. Il legno trattato, invece, reso impermeabile dalle colle e dalle vernici coprenti, ha le stesse caratteristiche di una qualsiasi superficie chimica non igroscopica. I materiali naturali grazie alle qualità igroscopiche e traspiranti sono anche purificatori dell'aria, assorbono i cattivi odori come dei filtri. È noto che negli ambienti naturali gli odori, come il fumo di sigaretta, scompaiono più facilmente, mentre in ambienti dove abbondano i materiali sintetici gli odori ristagnano, anche con una buona aerazione. Per questi motivi ambienti con grandi superfici di legno garantiscono un clima molto piacevole e salubre.

Materiale isolante in lana di pecora Daemwool. Pannello di sughero bruno espanso che è disponibile in diversi spessori (da 1 a 32 cm), prodotto da Tecnosugheri.

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Catalogo Celenit - Onara di Tombolo (Padova) Mattonelle rettificate e a spessore calibrato, prodotte dalla Baghin per mezzo della tecnologia innovativa denominata «Teratone System» (processo di vibrocompattazione sottovuoto, che permette l'unione di materiali lapidei prestigiosi - marmi, pietre silicee, graniti, ecc - con impasto cementizio). Tale linea prevede materiali per la realizzazione di pavimentazioni interne ed esterne e rivestimenti.

50 CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  L'abitudine di vivere in ambienti con temperature artificiali elevate non è mai consigliabile. Stanchezza, irritabilità e problemi circolatori sono i primi a farsi sentire. Anche i lavori intellettuali, svolti nell'immobilità, richiedono ambienti freschi per evitare affaticamenti mentali. Qualche volta è preferibile indossare un maglione in più per evitare temperature troppo elevate. In particolare, durante la notte, l'aria non dovrebbe mai essere riscaldata.  Pulite accuratamente i termosifoni prima e durante l'inverno, perché altrimenti la polvere viene risucchiata verso l'alto ed immessa nell'aria.  Se il vostro riscaldamento è per convezione, per ridurre le superfici fredde è utile far uso di materiali igroscopici e porosi (legno, tappezzerie in stoffe naturali, paglia) i quali regolano l'umidità e assorbono polvere.  Negli ambienti troppo umidi ristagnano i cattivi odori e le pareti non si scaldano, occorre dunque aerarli spesso.  Per evitare invece ambienti troppo secchi adottiamo degli umidificatori da disporre sui termosifoni. II miglior sistema di umidificazione, comunque, sono le piante da appartamento, ma non in camera da letto.  La vita in ambienti climatizzati ci ha reso più sensibili. In passato l'uomo, vivendo all'aperto, era abituato agli sbalzi di temperatura ed era quindi più temprato. Oggi basta un leggero soffio di vento ed ecco un mal di gola o una bronchite. Il nostro corpo ha bisogno di certi sbalzi termici per mantenersi in salute. In casa non è salubre mantenere tutti gli ambienti alla stessa temperatura; anche piccole differenze di 2 o 3 °C tra un ambiente e l'altro sono uno stimolo per l'organismo. Le cure naturali, specie le idroterapie, consigliano come pratica quella di sottoporre il corpo a brevi stimoli di freddo o a rapide alternanze caldo e freddo (sauna o bagno turco). A contatto con l'acqua fredda cominciamo a respirare molto più in fretta, il battito cardiaco si accelera e il metabolismo cellulare riceve uno stimolo che ci rinvigorisce e ringiovanisce allo stesso tempo.

I RUMORI E LE LORO MALATTIE

I SUONI NATURALI E DELL’AMBIENTE Il suono può essere gioia, piacere e distensione, ma può anche rappresentare disturbo, stress e affaticamento. Questo è ciò che avviene oggi sempre più frequentemente: il suono che diventa rumore raggiunge spesso livelli intollerabili. L'uomo, contrariamente a ciò che si può pensare, non si adatta a tale situazione, ma subisce danni fisici e soprattutto psichici. Non tutti i suoni sono dannosi, anzi, molti sono piacevoli e anche terapeutici. Nella natura il silenzio vero esiste raramente: il frusciare delle foglie, il cinguettio degli uccelli o il canto dei grilli sono tutti suoni a basso volume che tengono piacevolmente compagnia come una distensiva e rilassante melodia. Oggi esistono, però, rumori che, oltre ad aver soppresso i suoni naturali, offendono le nostre orecchie. Sono i rumori provocati dal traffico aereo, stradale, marino lungo le spiagge, delle discoteche, delle industrie e altri suoni di notevole volume, vicini alla soglia del dolore dei 130 decibel. A tutti questi rumori e a quelli della casa automatizzata, che ha moltiplicato le fonti sonore di rumore con gli elettrodomestici, spesso non prestiamo attenzione. Ci siamo abituati alla loro compagnia, anche se sgradevole. Le nostre orecchie sono diventate insensibili; ciò è dimostrato dall'alta percentuale di malattie che colpiscono l'udito; patologie che, come la sordità, toccano non soltanto gli anziani ma sempre più anche i giovani. A contatto col rumore, sembrerà strano, molti ricercano altro rumore. Ciò è dimostrato dal notevole numero di giovani che frequentano le assordanti discoteche, in cui la musica è tanto forte da impedire la conversazione; dagli stereo a tutto volume in macchina e in casa.

L'ECCESSIVO RUMORE PROVOCA PATOLOGIE Se ad una prima impressione possiamo pensare che l'uomo si sia adattato a questa nuova «tecnologia del rumore», uno sguardo un po' più attento ci mostra che ciò non è assolutamente vero.

52 Le connessioni che l'organo uditivo ha con il sistema nervoso rendono valide le motivazioni per cui lo stress acustico provoca più malattie dello stesso inquinamento generale. Oltre ad un abbassamento dell'udito con relative patologie, le alterazioni si ripercuotono a livello generale creando stress, modificazioni delle ghiandole e ipertensione con conseguente debilitazione del corpo. Nei casi più gravi, dopo prolungate esposizioni ai rumori, oltre ad un ronzio incessante e ad un senso di stordimento, i danni coinvolgono anche l'apparato gastrointestinale (nausea), le funzioni visive e quelle psichiche. È bene ricordare che le esposizioni a soglie di rumore elevato sono direttamente collegate al tempo di esposizione e allo stato di salute del singolo individuo. Gli anziani, le persone malate e soprattutto i bambini, sono più sensibili agli stimoli acustici perché hanno livelli di difesa più bassi.

IL SENSO DELL'UDITO E DELL'EQUILIBRIO L'udito è un senso specifico dell'uomo e degli animali che permette di percepire i suoni e i rumori. L'energia vibratoria, trasmessa in forma di onde pressorie alla membrana timpanica, all'orecchio medio, ai recettori dell'organo del Corti e infine alle vie acustiche cerebrali, permette la ricezione, la percezione e l'identificazione dei suoni. Campo di udibilità. L'orecchio di un uomo adulto normale può percepire sotto forma di suoni, soltanto vibrazioni comprese tra 16 e 16.000 cicli/sec. Si possono avere variazioni individuali abbastanza estese (da 8 fino a 20-25.000 cicli/sec). Come è costituito l'orecchio? In generale, l'orecchio viene suddiviso in tre parti: orecchio esterno, medio e interno. L'orecchio esterno si compone del padiglione auricolare e del condotto uditivo esterno; l'orecchio medio comprende la cassa timpanica con la membrana timpanica, gli ossicini (martello, incudine, staffa), la tromba di Eustachio (o tuba uditiva); l'orecchio interno è costituito dal labirinto, nel quale si distinguono l'apparato vestibolare, che è l'organo dell'equilibrio, e la chiocciola, che è l'organo neurosensoriale dell'udito. Come avviene la percezione dei suoni? Le onde sonore entrano nel condotto uditivo esterno dove vengono amplificate e colpiscono la membrana timpanica, mettendola in vibrazione; sul suo lato interno sono appoggiati martello, incudine e staffa. Le vibrazioni della membrana timpanica vengono trasmesse a questi ossicini che, uno dopo l'altro, si mettono a vibrare e trasmettono gli impulsi alla chiocciola: questa è costituita da una delicata

53 struttura a spirale ripiena di un fluido. Quando la staffa si mette a vibrare, gli impulsi vengono trasmessi attraverso il fluido a degli speciali recettori nervosi (organo del Corti). Questi impulsi viaggiano quindi sulle terminazioni nervose e raggiungono il nervo acustico che li trasporta al cervello, dove sono riconosciuti come suoni. Anatomia dell'orecchio 1- Rappresentazione schematica: le onde sonore, raccolte dal padiglione auricolare, entrano nel condotto uditivo esterno dove vengono amplificate e colpiscono la membrana timpanica, mettendola in vibrazione. Tali vibrazioni vengono trasmesse ai tre ossicini dell'orecchio medio, collegato con il faringe per mezzo della tromba d'Eustachio, e da questi, tramite la finestra ovale, al liquido che riempie il labirinto dell'orecchio interno, che ha due organi di senso, formati da un complesso sistema di condotti: le cellule sensoriali dell'organo acustico (organo del Corti) sono situate nella chiocciola (o coclea), quelle dell'organo dell'equilibrio nel cosiddetto apparato vestibolare, costituito dai canali semicircolari, dall'otricolo e dal sacculo. 2- Posizione dell'orecchio medio, della tromba d'Eustachio e del faringe. La figura mostra anche la posizione dei tre canali semicircolari nei tre piani dell'orecchio interno. È possibile stabilire con precisione il grado di capacità uditiva? Si possono eseguire delle misurazioni accurate con uno strumento chiamato audiometro. Questi test audiometrici mostrano con precisione l'ampiezza della sensibilità di ciascun orecchio alle onde sonore, e consentono di accertare il grado di eventuali sordità, ma richiedono un elevato grado di collaborazione da parte del paziente. Quando invece non è possibile ottenere tale collaborazione (bambini piccoli, ammalati in coma, minorati mentali), si fa ricorso ai cosiddetti «test oggettivi», quali l'impedenziometria e la timpanometria. È vero che una persona intensamente concentrata su qualcosa, può non percepire i suoni che sono a portata d'orecchio? Anche se le onde sonore vengono trasmesse normalmente al cervello, questo può esercitare un controllo tale da non regi-strare a livello cosciente i suoni che si producono (rimozione). Da che cosa dipende il senso dell'equilibrio? Il senso dell'equilibrio è la sensazione interna della collocazione nello spazio dell'individuo mentre sta in piedi, cammina e svolge le normali attività fisiche. Esso dipende da tre fattori tra loro correlati: a) la visione; b) la sensibilità cutanea e la percezione muscolare della posizione; c) l'organo dell'equilibrio situato nel labirinto vestibolare dell'orecchio interno e le sue connessioni col cervelletto. II senso dell'udito è dato da quella complessa e delicata struttura che ci permette di udire inviando i suoni al nostro cervello. Ma oltre a tale compito l'apparato uditivo è in stretta relazione alla sfera psichica: determina infatti la percezione della realtà influenzando il senso dell'equilibrio situato nel labi-

54 rinto auricolare. II senso dell'udito è collegato anche all'autodifesa, sia nell'uomo che nell'animale. Forti rumori inducono ad uno stato di allarme con aumento della produzione di ormoni e specialmente di adrenalina. È ciò che si prova quando, camminando per strada, il suono di un clacson dietro di noi ci fa improvvisamente sobbalzare. Si instaura uno stato di paura che modifica le pulsazioni, la pressione del sangue (il viso impallidisce) e la frequenza dell'intensità del respiro. In natura ogni rumore violento ha la funzione di creare allarme, ma che succede quando i rumori non sono più eventi eccezionali, ma ci accompagnano in continuazione? Si crea in pratica una condizione di stimolo e controstimolo, a cui corrisponde prima un segnale di pericolo e poi un ritorno alla calma, senza possibilità di reazione. Tutto ciò a lungo andare degenera in situazioni psico-patologiche. L'organo dell'udito può essere danneggiato da suoni troppo forti e continui? Molti giovani sono affetti da un certo grado di sordità determinata da lesioni all'orecchio, in conseguenza di una frequentazione intensa e costante di ambienti chiusi nei quali viene diffusa musica leggera a volume troppo elevato. Anche l'esposizione prolungata a rumori forti, per esempio nel lavoro in certe fabbriche, può produrre danni all'udito. Quali possono essere le cause della sordità a livello dell'orecchio interno? --- Malattie quali la parotite epidemica (orecchioni), l'influenza, la scarlattina e la malaria; --- Assunzione di farmaci quali il chinino, i salicilati e alcuni antibiotici; storica è la sordità da streptomicina (malattie iatrogene); --- Una costante esposizione a rumori violenti, decibel eccessivi; --- Fratture dell'osso temporale, che provocano anche lesioni nelle strutture dell'orec chio interno; --- Reazioni allergiche che interessano il labirinto; --- Emorragie nell'orecchio interno; --- Tumori al nervo acustico.

CONSIGLI ECOLOGICI UTILI II rumore fa ormai parte della nostra vita, soprattutto delle città, questo è certo. Camminando per strada dobbiamo alzare la voce per conversare perché il rumore dei motori supera gli 80 decibel; anche al ristorante o nei luoghi di ritrovo le nostre orecchie non trovano riposo e il dialogo diventa estremamente faticoso. II nostro lavoro è spesso legato a rumori troppo forti: nelle aziende,

55 dove è frequente l'uso di varie macchine e impianti, nei supermercati, dove sono d'obbligo la musica e gli annunci, eccetera. Allora dove rifugiarci per cercare un po', di silenzio? Sicuramente il luogo più adatto è la nostra abitazione, visto che i boschi non sono sempre vicini. Ma anche in questo caso qualche accorgimento anti-rumore può aiutarci a vivere meglio la nostra «isola» di pace. Una legislazione precisa a tutela del livello acustico ancora non esiste. Solo per il lavoro e le discoteche sono state emanate leggi in materia. Certamente le migliori prevenzioni a livello acustico dovrebbero essere applicate nella fase progettuale dell'abitazione, ma altre soluzioni possono essere adottate anche in tempi successivi. Vediamo quali sono:  I diversi materiali scelti per le nostre abitazioni determinano gli effetti acustici interni: maggiore sarà la loro porosità, migliore sarà l'effetto acustico interno. Questo lo dimostrano i locali dove l'effetto suono è molto importante, come i teatri, le sale da proiezione e da concerto. Ai materiali lisci, lucidi e compatti come il marmo, la plastica e le piastrelle sono preferibili il parquet, gli isolanti igroscopici, il sughero o le fibre di cocco e le tappezzerie naturali, poiché il rumore non rimbomba e i suoni diventano piacevoli.  I pannelli di legno o materiali duri assorbono soprattutto le basse frequenze, mentre materiali come il feltro, la stoffa e le imbottiture assorbono quelle più alte. Minore è il trattamento di questi materiali (l'otturazione dei pori) maggiore sarà l'effetto fonoassorbente. Anche i tendaggi, i tappeti e i cuscini, assieme ai mobili dalle caratteristiche sopracitate, migliorano la silenziosità dei locali. Gli specchi, invece, o le superfici vetrose, aumentano i suoni.  Se la nostra abitazione ha gravi problemi di insonorizzazione verso l'esterno (appartamenti attigui, sottostanti o sovrastanti e adiacenti alle strade di traffico, presenza di industrie, ecc.) i consigli sono i seguenti: --- Le doppie finestre o i doppi vetri sono necessari; l'acustica migliora notevolmente, anche se l'irraggiamento solare diminuisce. --- Le porte hanno capacità isolanti, ma devono essere di legno pieno e con buone guarnizioni.  Isoliamo i muri con pannelli isolanti o con stratificazione di sughero o altro materiale naturale. Anche i pavimenti «galleggianti» (cioè posati su uno strato di materiale isolante che ammortizza le

56 vibrazioni), o i soffitti a intercapedine sono utili per bloccare i rumori provenienti da sotto e da sopra.  Utilizziamo gli armadi a muro per aumentare le capacità isolanti di una parete, oppure come divisori tra la zona notte e la zona giorno o tra il nostro appartamento e quello adiacente. Creiamo una «stanza del silenzio». Appoggiamo gli elettrodomestici più rumorosi (lavatrice, lavapiatti, ecc.) su supporti antivibranti ed evitiamo di accenderli quando siamo in casa.  Disponiamo barriere di verde all'esterno, come folte siepi o alberi sempreverdi a basso fusto, le quali riducono notevolmente i rumori. Autogestirsi In questo mondo di rumori è bene mantenere la calma il più possibile. Se siamo rilassati e tranquilli, l'inquinamento acustico ha effetti meno dannosi. Infatti è noto che le situazioni di stress si sommano: tensione nervosa più rumore possono provocare uno stato patologico. La tranquillità ci permette invece di riequilibrare uno stato alterato (come quello da rumore) ed evitare spiacevoli conseguenze. Ricordiamo inoltre che un rumore troppo alto crea modificazioni fisiologiche. Evitiamo perciò la musica e il televisore a tutto volume; se adoperiamo macchinari rumorosi, come il trapano, le falciatrici, ecc., adottiamo le cuffie di protezione. Osserviamo il rispetto acustico per il vicinato e teniamo presente che un rumore provocato da altri infastidisce più del proprio. Un suono può essere stimolante per alcuni (es. macchine da corsa per gli sportivi) e deprimente per altri. Il frastuono non permette di concentrarsi e può causare incidenti sul lavoro e distrazione intellettuale. Infine, nel sonno la percezione dei rumori è attenuata, ma questi vengono comunque registrati e portano come conseguenza un riposo agitato. Ma quali vie seguire per raggiungere questi risultati? L'apprendi-mento di alcune tecniche di rilassamento psico-fisico è certamente un buon inizio per autogestirsi e garantirsi la salute. Un'utile «terapia antirumore», per ritemprare il corpo e la mente è quella di vivere ogni tanto nel silenzio. Il rumore non ci fa pensare, mentre il silenzio ci porta facilmente dentro di noi. Se i primi passi sono difficili, sicuramente il «viaggio interiore» è qualcosa di meraviglioso. Luoghi di silenzio possono essere semplicemente la nostra abitazione o ambiti naturali come la campagna o meglio ancora i boschi, dove gli unici suoni udibili sono quelli naturali.

57 Non dimentichiamo che ci sono anche gli effetti terapeutici della musica conosciuti da secoli. Un brano musicale può aumentare la concentrazione, caricare psicologicamente, calmare il sistema nervoso e agire addirittura come anestetico. Il segreto sta naturalmente nel giusto uso che si fa della musica.

SCALA DI RUMORE IN DECIBEL ELABORAZIONE DEL CENTRO DI BIOACUSTICA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO (UNITÀ DI MISURA DELLA PRESSIONE SONORA) 10 25 40 50 60 65 70 75 80 85 90 100 110 120 130

Studi di registrazione Casa in aperta campagna Strada senza traffico; conversazione a bassa voce Interno di appartamento su strada trafficata (finestre chiuse) Auto ferma con motore acceso a un metro; interno di appartamento su strada trafficata con finestre aperte Aula scolastica, macchina per scrivere Radio ad alto volume, telefono Interno di auto che viaggia a 140 km/h Incrocio con circolazione animata; aspirapolvere, sveglie Voce urlata Interno carrozza metropolitana (fin. aperti) frullatore Camion e autobus in accelerazione Martello pneumatico, clacson a un metro Interno casco da motociclista; discoteca Aereo in fase di decollo

Soggiorno con divani inglesi dell’Ottocento rivestiti di cotone. La libreria di fine Ottocento proviene dagli ex Uffizi di Firenze

L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

L'UNIVERSO È MATERIA ED ENERGIA VIVENTE Prima di addentrarci in questo capitolo è utile fare un cenno sul rapporto fra elettricità e magnetismo. L'elettricità è una proprietà naturale e fondamentale della materia e quindi anche del corpo umano, dei cibi, ecc., che si manifesta con interazioni attrattive o repulsive fra i vari corpi ed è la causa prima di fenomeni magnetici, chimici e biologici. Un campo elettrico è una condizione, nello spazio attorno a un corpo carico, che può produrre una forza su una qualsiasi altra carica posta in quello spazio. Infatti in prossimità di un corpo elettricamente carico o, in modo più evidente, nello spazio che circonda un circuito percorso da cariche elettriche, si crea un campo magnetico di intensità determinata dal numero delle cariche elettriche stazionarie sulla superficie del corpo o fluenti nel circuito. A sua volta tale campo è misurabile con opportuni strumenti. Esso è rappresentato nello spazio con delle linee di forza che partono radialmente in tutte le direzioni, nel caso di cariche stazionarie, e da superfici sferiche concentriche alla sorgente. Questo campo magnetico, poiché è generato da cariche elettriche, prende il nome di «campo elettrico». Con un parallelismo molto spinto, in prossimità di un magnete si viene a creare un campo anch'esso di intensità determinata, misurabile, con forze analoghe a quelle del campo elettrico. L'unica differenza consiste nel fatto che le linee di forza si chiudono inesorabilmente sulle due polarità magnetiche, non potendo esisterne una sola isolata. Come utile chiarimento aggiungiamo che per magnete è da intendere sia una massa naturale dotata di polarità come la magnetite, variamente dislocata sullo strato superficiale terrestre, sia un elettromagnete, cioè un avvolgimento percorso da corrente continua. Tale campo, essendo generato da polarità magnetiche, prende il nome di «campo magnetico». Da quanto sopra detto, nello spirito della relatività, sia una carica elettrica che una carica magnetica generano dei campi con caratteristiche magnetiche. Perciò è possibile unificare i concetti di campo elettrico e di

60 campo magnetico nell'unica definizione di «campo elettromagnetico». Non dobbiamo tuttavia dimenticare che le cause generatrici elettriche o magnetiche sono diverse; pertanto questi campi, che abbiamo unificato sotto l'unica definizione di «elettromagnetici», conservano le loro matrici e denunciano comportamenti diversi. Esempio tipico è il diverso modo di reagire nei riguardi della possibilità di schermatura degli stessi. Possiamo affermare, quindi, che viviamo in un enorme campo elettromagnetico generato da continui scambi tra circuiti elettrici e magnetici, fra la Terra e il resto dell'universo, dove ogni corpo vibra ed emette energia. Sia il Cosmo che la Terra emanano energie che dall'uomo non vengono percepite a livello cosciente. Queste radiazioni possono essere avvertite da persone che hanno sviluppato particolari capacità sensoriali, ma comunque producono degli effetti su tutti gli organismi. Nel suo complesso sistema bio-fisico, l'uomo potrebbe essere paragonato ad una perfetta batteria che richiede continuamente una giusta carica per funzionare bene. Fino a quando l'uomo viveva all'aperto, a contatto della natura, la carica elettrica ricevuta era quella giusta. Dal momento in cui ha iniziato ad allontanarsene e ad interferire con impianti elettrici anche la ricarica energetica dell'uomo ha subito degli squilibri, divenendo in certe condizioni troppo forte e in altre troppo debole.

L'ELETTROMAGNETISMO E IL NOSTRO ORGANISMO I campi e le onde elettromagnetiche presenti in natura sono essenzialmente di origine magnetica, prodotti quindi da masse magnetiche. Essi sono soggetti a variare nel tempo poiché influenzati dalla incostante attività magnetica del sole, dalle sue esplosioni di idrogeno e da molteplici altre cause di natura interna al nostro pianeta e soggette a variazioni con leggi ancora non del tutto note. Ai fini del corretto modo di intendere i rapporti tra il campo magnetico terrestre e l'uomo sono fondamentali i seguenti concetti: --- il campo magnetico terrestre è variabile di direzione ed intensità nello spazio: la sua intensità ascende mediamente a 0,2 oersted; --- il campo magnetico terrestre deve, invece, ritenersi di valore costante nel tempo istantaneo in ogni punto dello spazio, ma è soggetto a variazioni di intensità in tempi lunghi. In altre parole, il campo magnetico terrestre non possiede una sua frequenza caratteristica.

61 Poiché ogni corpo che si muove in campo elettromagnetico è sede di correnti indotte, il nostro corpo è sede di migrazioni di cariche elettriche nel proprio interno. Si hanno, in tal modo, effetti sull'organismo che possono portare al cosiddetto stato di benessere o di malessere. I campi magnetici naturali possono essere modificati o essere del tutto abbattuti nei loro valori di intensità dai campi elettrici generati da impianti e da apparecchiature costruite dall'uomo. Per esempio, nelle nostre abitazioni ci possono essere macchine elettriche che con l'emissione dei propri campi elettromagnetici alterano o abbattono totalmente quelli magnetici naturali. Due campi, infatti, si influenzano direttamente non solo in ragione delle loro reciproche potenze, ma in modo inverso alle distanze dei centri di emissione. La gabbia di Faraday Il chimico e fisico inglese Michael Faraday osservò che una qualsiasi struttura metallica a forma di gabbia, con maglie relativamente fitte, creava una schermatura. Infatti, i corpi situati all'interno della gabbia di Faraday risultavano isolati dalle azioni di campi elettrici esterni, ma restavano soggetti alle azioni dei campi magnetici naturali esterni. La conclusione è, quindi, che la gabbia di Faraday è uno schermo per i campi elettrici ma non per quelli magnetici. Ne consegue che tutte le abitazioni con strutture metalliche a gabbia (tipo cemento armato) non ricevono all'interno gli effetti benefìci dei campi elettrici atmosferici. Esempio estremo di questo aspetto sono i grandi palazzi in cemento armato dove le condizioni abitative sono tutt'altro che salubri. La mancanza o le anomale variazioni di campi elettromagnetici portano a stati di indebolimento generale. Sembra che le persone costrette a vivere in un ambiente dove mancano, o vengono modificati tali campi, debbano utilizzare una grande energia per la gestione dell'attività delle loro cellule, mentre invece vivendo all'aperto essa sarebbe fornita dalla natura. Tuttavia, pur abitando e passando la maggior parte del tempo in case di cemento armato, il nostro corpo è fornito di buone capacità reattive: bastano anche brevi tempi passati all'esterno per consentirci almeno il minimo irraggiamento vitale necessario a garantirci la sopravvivenza. Ulteriori schermature si verificano in luoghi angusti: per esempio nelle strette vie di città con alte costruzioni, o nei cortili molto ridotti.

62 Anche le case a più piani risultano sempre più inadatte poiché creano un più fitto labirinto di schermature.

LE CORRENTI TELLURICHE Oltre alla benefica influenza data dalle naturali onde elettromagnetiche esistono correnti telluriche tutt'altro che salutari, legate ai corsi d'acqua sotterranei, alle crepe e agli incurvamenti geologici che le determinano. Già nei tempi più antichi l'uomo conosceva e percepiva queste radiazioni terrestri. I cinesi, 4000 anni fa, secondo i principi del Feng-shui, avevano il divieto di costruire «sulle vene del drago», come erano definite le zone perturbate. Egizi e romani lasciavano pascolare un gregge per un certo tempo su un terreno, poi ne analizzavano gli intestini per decidere se il luogo era salubre e adatto alla costruzione. Nel passato la correlazione ambiente-salute era di maggiore certezza. Del resto ciò che gli antichi facevano con una sensibilità più attenta alla natura, gli animali continuano a farlo seguendo l'istinto quando si cercano una tana. Oggi, la geobiologia, una scienza nuova anche se di origini antiche, studia il rapporto tra luogo da abitare, luogo abitato e le influenze terrestri al fine di evitare le perturbazioni nocive. In quanto alle correnti telluriche, trattasi, secondo le più accreditate teorie, di deboli correnti elettromagnetiche che si destano per effetto di movimenti di masse rocciose all'interno della crosta terrestre in conseguenza del moto di rotazione della terra e dei gas. Questi fenomeni, paragonabili a delle vere e proprie «pile» cariche di energia, possono provocare nell'organismo degli scompensi generali. Lo stesso effetto si ha, pur in zone più circoscritte e definite, nel reticolo di Ernst Hartmann dal suo ipotizzatore dell'Università di Heidelberg, degli anni '80. La rete H sarebbe generata da energie telluriche che avvolgono tutta la Terra e disegnano una sorta di rete invisibile. Questa enorme griglia sarebbe formata da linee che s'intersecano fra loro e sono dei veri allineamenti di forza. Nei punti di incrocio si forma un nodo, il «nodo H», in cui l'irraggiamento tellurico sprigiona tutte le sue energie, divenendo un punto di

63 sollecitazione per l'organismo degli esseri viventi. La sua individuazione può essere fatta con geomagnetometri o galvanometri, strumenti dei quali si parlerà in seguito.

Rete di HArtmann. Per il sovrapporsi e l’accumularsi di radiazioni telluriche negative si crea un «punto cancro», come si può osservare nei grafici

COME INDIVIDUARE LE ZONE PATOGENE? Fin dai tempi antichi la ricerca delle zone patogene veniva affidata alla sensibilità dell'uomo: i sensi dell'uomo sono in grado di percepire, a volte meglio di qualsiasi apparecchiatura tecnologica, gli impulsi provenienti dall'ambiente. Oggi, a causa di un ambiente altamente urbanizzato e reso artificiale, la ricettività dell'uomo è fortemente diminuita, ad eccezione dei bambini ancora in tenera età o di certi animali. Cosa accade nelle «zone H a rischio» Lunghi periodi trascorsi nelle zone sollecitate possono dare origine a disturbi più o meno gravi e spesso a malesseri di cui non si riesce ad individuare la causa. Si è constatato un aumento sensibile della frequenza del polso, modificazioni a livello sanguigno, particolarmente dei globuli rossi, alterazione del pH.

64 È vero che gli effetti perturbanti sono molto diversi da persona a persona, ma i disturbi tipici che inizialmente si presentano come campanello d'allarme (spossatezza generale, insonnia, dolori al capo, disturbi nervosi) possono degenerare. Stati di malattia già presenti guariscono molto più lentamente. Sembra che il «male del secolo», il cancro, abbia uno stretto legame con lo stress affrontato dal corpo quotidianamente in tali situazioni. Ricerche hanno osservato il susseguirsi di casi di cancro in case poste su zona geopatogene. Sono note d'altra parte, le «case maledette» che vengono abbandonate perché le persone che le abitano si ammalano e muoiono senza ragioni evidenti. La radioestesia è la facoltà sensoriale di captare vibrazioni terrestri; molto utilizzata in passato e oggi tornata alla ribalta. Spesso viene screditata perché non basa le proprie ipotesi su una misurazione scientifica (su numeri e cifre), ma sulla sensibilità dell'uomo. Speciali apparecchiature, atte a rivelare e misurare i campi elettromagnetici come i geomagnetometri, oggi vengono frequentemente adoperati nella bioedilizia e nel risanamento di strutture già esistenti. Tuttavia, possiamo ricorrere a indizi che segnalano la presenza di zone geopatogene osservando il comportamento degli animali e vegetali che ci vengono in aiuto. Gli animali Quasi tutti gli animali rifuggono le zone perturbate; i nidi, per esempio, non vengono mai fatti su zone geopatogene. Un animale in particolare, il cane, può darci delle informazioni per la nostra ricerca. Il cane, infatti, evita accuratamente le zone perturbate. Se il vostro cane, nonostante un'accogliente cuccia, la rifugge significa che probabilmente il luogo è geopatogeno. C'è un altro compagno domestico che, contrariamente al cane, sceglie i luoghi di più forte sollecitazione: il gatto. Esso ama le vibrazioni telluriche e in particolare i «nodi H», le tensioni sopra la TV o i campi elettromagnetici in cucina. Le piante Anche le piante sono molto sensibili alle geopatologie. Alberi piantati su zone perturbate mostrano difficoltà di attecchimento e di crescita, subiscono malattie da funghi, cancro e attacchi parassitari. Spes-

65 so, per deviare il pericolo, la pianta cresce protendendosi completamente da una parte, verso zone tranquille. In casa è istruttivo osservare il comportamento delle piante da appartamento. Sicuramente vi sarà capitato di vedere avvizzire una pianta a cui dedicavate amorevoli cure e poi, per averla cambiata di posto, vederla riprendersi senza motivo. Non è solo questione di «pollice verde» ma anche di giuste radiazioni. Piante molto sensibili, che possono fungere da «mini detector casalinghi» sono il capelvenere, un tipo di felce maschio e il prezzemolo in vaso: sul posto sbagliato non si sviluppano e appassiscono. Anche i fiori recisi, la rosa per esempio, perdono i petali in pochi giorni in presenza di perturbazioni, mentre si mantengono a lungo in case sane. Altre «tracce» delle acque e fenditure sotterranee Le forti perturbazioni lasciano sempre un segno che, negli edifici colpiti, è possibile individuare. In abitazioni poste al di sopra di forti corsi d'acqua compaiono crepe e fenditure nei muri. Queste crepe, generalmente verticali, sono create nel tempo dalla continua vibrazione microsismica dell'area perturbatrice. Anche le macchie di umidità sono un segno rivelatore. Se queste si estendono verso l'alto, a forma di campana, e si accentuano dopo una pioggia mostrando difficoltà ad asciugarsi, rivelano una sotterranea presenza d'acqua che risale capillarmente. Questi segni sono campanelli d'allarme di una situazione anomala. Sarà bene tenerne conto nel risanamento della propria casa o se dobbiamo acquistarne una.

COSA FARE IN PRESENZA DI GEOPATOLOGIE? Innanzitutto è bene tenere presente che un irraggiamento anomalo ha forti influenze nei luoghi in cui trascorriamo più tempo. Si osserva che le zone a rischio sono le stanze in cui si soggiorna a lungo: la camera da letto, il salotto, lo studio e la zona di lavoro. Se la sera si tarda ad addormentarsi o si rimanda l'ora per coricarsi, probabilmente il letto non si trova nel punto giusto. Spesso bastano spostamenti minimi per allontanarsi da un nodo H, e ritrovare il sonno perduto. Anche essere soggetti a crampi o provare una sensazione di elet-

66 trizzazione agli arti può indicare che il letto non è nel luogo giusto. Può accadere frequentemente che ci si sposti istintivamente verso un lato del letto o obliquamente ad esso per cercare zone meno perturbate. Queste sensibilità sono particolarmente presenti nei bambini piccoli dal sonno molto irrequieto; spesso si può ovviare al problema semplicemente spostando il lettino in un luogo non perturbato della stanza. Se il vostro riposo non è tranquillo, fate controllare le eventuali zone perturbanti e cambiate posizione del letto. Se non è possibile spostare il letto ricorrete a materiali con proprietà schermanti, come il rame conduttore a terra. Evitate i letti di metallo. I fili di rame possono essere intrecciati a stuoie, al materasso e a coperte di pura lana in commercio. Perchè siano efficaci è utile collegarli a terra attraverso il muro. Anche alcuni materiali naturali come il legno, il sughero, il bambù e la lana hanno proprietà parzialmente isolanti. Metalli ed elettricità È possibile che le correnti telluriche sotterranee subiscano delle deviazioni o vengano amplificate? Le strutture in metallo, per esempio, sono amplificatrici di queste onde: caldaie, casseforti, letti, ecc., non devono trovarsi all'interno o sotto le camere da letto. Avere la camera da letto sopra un garage significa dormire su un'enorme struttura metallica. Anche i mobili in struttura metallica, i materassi a molle e le reti sono antenne che captano e trasmettono le onde elettromagnetiche. Sono le superfici ferrose che creano un'amplificazione di qualsiasi onda elettromagnetica, proprio al di sotto di noi mentre dormiamo. In queste condizioni il corpo si carica di tensioni e non riposa.

L'INQUINAMENTO ELETTRICO Oggi, nell'ambiente, esistono nuove fonti di campi elettrici creati dall'uomo e hanno un forte influsso sugli organismi viventi. Il progresso tecnico, in breve tempo, ci ha portati a vivere immersi in un mare di onde elettriche. L'inquinamento elettrico è molto più insidioso perché non segnala la sua presenza, a differenza dello smog che spesso si manifesta tramite i fumi o la colorazione grigia dell'atmosfera. Dai bassi campi elettromagnetici naturali (gli unici presenti nel passato), l'inquinamento è aumentato enormemente in pochi decenni. Si pensi ai tralicci di

67 alta tensione e ai cellulari. È giustamente fondata la preoccupazione dei bio-architetti, medici e popolazione per questo fenomeno crescente, le cui conseguenze psicofisiche e biologiche sono poco note e vengono studiate oggi per la prima volta. Le radiazioni derivano da tutti quegli strumenti di grandi e piccole dimensioni che lo sviluppo industriale ha prodotto, per farci vivere sempre più comodi. Questi sono: In casa. Televisore, videoregistratore, computer, cellulari, forno a microonde, antenne ricetrasmittenti sui tetti e vari altri elettrodomestici; attacchi e cavi elettrici e telefonici, lampade a fluorescenza, ecc. In ufficio e al lavoro. Computer, stampanti, robot, macchine utensili e varie apparecchiature delle fabbriche, degli ospedali, degli uffici, ecc. All'esterno. Centrali elettriche, ripetitori, antenne ricetrasmittenti, tralicci e fili elettrici ad alto voltaggio, ecc. Non siamo più al sicuro sul luogo di lavoro e neppure in casa, anche quando gli apparecchi elettrici non sono in funzione. Infatti basta una presa inserita perché l'elettrodomestico generi intorno a sé un campo elettrico che si espande sfericamente. I pericoli che prima erano riservati soltanto a pochi addetti ai lavori ora si estendono, non solo agli operatori delle industrie e degli uffici, ma anche alle casalinghe e ai bambini che vanno a scuola. Come agisce lo stress elettrico? Lo stress elettrico ha gli stessi effetti di altri carichi stressanti sul sistema nervoso generale, centrale e sull'apparato cardiovascolare. Il cuore in particolare, poiché è molto legato ai processi elettrici e se questi sono alterati può funzionare male e possono verificarsi alterazioni del battito. Scosse elettriche forti ma di breve durata sono meno dannose di esposizioni prolungate a campi elettrici. L'elettrostress può portare all'infarto come uno stress psichico continuato, particolarmente per chi soffre di malattie cardiovascolari. Tutto il sistema nervoso è particolarmente coinvolto da questa forma di inquinamento, essendo strettamente legato a dei fenomeni elettrochimici. In un ambiente fortemente influenzato da campi elettrici le tensioni possono essere molto forti e provocare irritabilità, affaticamenti, vuoti improvvisi di memoria, cefalee persistenti, insonnia e diminuita capacità sessuale.

68 L'organismo stenta a riposare durante la notte perché è in tensione. Una delle cause di diverse malattie psichiche, oggi così frequenti, può essere ricercata nell'inquinamento elettrico. Lo stesso sistema immunitario viene coinvolto. Questo prezioso alleato che ci permette di difenderci ogni giorno da germi e sostanze tossiche viene meno al suo compito perdendo la capacità di produrre anticorpi. Vivere in un clima elettrico artificiale, quindi, è un danno per le persone che pagano con la salute. Si sostiene che l'uomo si abitui a queste sollecitazioni, invece è solo un adattamento momentaneo. L'inquinamento elettrico è difficilmente percepibile nel momento in cui si verifica, ma un'osservazione attenta del nostro stato di salute e delle reazioni psico-fisiche ci permetterà di scoprire gli agenti inquinanti presenti, di avere una migliore attenzione e di correre ai ripari qualora se ne verificasse la necessità. In casa La conduzione della casa e le tecniche domestiche sono dipendenti dall'energia elettrica. La casalinga può disporre, oggi, di circa 300 tipi di elettrodomestici presenti sul mercato. Ogni anno questi preziosi accessori domestici diventano sempre più perfetti, ridotti, multiuso e... indispensabili. La casa automatizzata è un sogno, ma anche una realtà regalataci da uno sviluppo tecnologico senza limiti. Comunque, esistono delle conseguenze dovute all'uso indiscriminato dell'elettricità? E se esistono, quali sono? I limiti di sicurezza circa le radiazioni elettriche sono molto incerti e non esiste una vera e propria tutela a riguardo. I limiti massimi sembra siano attorno ai 50 V/m (intensità di campo elettrico), quindi è bene non esporsi a campi elettrici superiori. Questi valori vengono però ampiamente superati negli ambienti interni. Per esempio, se siamo in vicinanza di una lavatrice o anche ad una lampada le tensioni possono superare i 100 V/m. Solo allontanandosi di almeno due metri l'irraggiamento diminuisce. Spesso semplici attività quotidiane generano tensioni elettromagnetiche molto potenti: un semplice phon ha una potenza radiante di una saldatrice e un frullatore si può paragonare ad un trapano. Ogni apparecchio elettrico emette radiazioni. Alcuni strumenti, sia per il funzionamen-

69 to che per il modo d'uso, hanno influenze più marcate. Vediamo dove si annidano, in casa, i più gravi pericoli di inquinamento elettrico. Il televisore Si può definire il «re degli elettrodomestici» perché ormai occupa, in ogni casa, il posto d'onore. Il televisore, come altri strumenti che ci sono stati dati dalla moderna tecnica, non è nocivo in sé, ma per l'uso sbagliato ed eccessivo che se ne fa. Le energie elettromagnetiche HF (alta frequenza) che si diffondono nella casa sono molto alte: i campi variano da 50 Hz fino a 500 MHz, senza considerare i raggi X che producono. Gli effetti negativi sugli organismi animali e vegetali sono provati anche dal fatto che piante e pesci, di fronte allo schermo, si indeboliscono e muoiono. Lo schermo televisivo è un produttore di ioni positivi e quindi negativi per l'uomo. L'aria si inquina e si elettrizza e noi con lei.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  II primo avvertimento è di mantenere la giusta distanza dal televisore, cioè 3 o 5 metri. Ovviamente la distanza sarà proporzionata alla dimensione dello schermo: i grandi schermi non sono mai convenienti perché elettrizzano e ionizzano l'aria con cariche più forti.  È sconsigliato passare dietro il televisore acceso: le radiazioni aumentano notevolmente. Mantenere le distanze superiori ad un metro (la radiazione è massima a meno di un metro). Dovendo operare sui tasti posti sullo schermo è meglio spostarsi lateralmente o più in basso.  II televisore e il video del computer sono buoni emettitori di raggi X. Non sono ben chiari gli effetti che creano nel corpo umano, ma la nocività è certa. Pare che i raggi X raggiungano la nostra matrice genetica, modificando il DNA.  Nel guardare il televisore lasciamo una piccola luce sempre accesa, per evitare una luminosità troppo intensa che stanca gli occhi. Possiamo servirci di luci colorate: l'azzurro e il viola hanno un effetto calmante e rilassante sul sistema nervoso e sulle cariche vibrazionali. Usiamo questi effetti cromatici anche dopo aver spento il televisore, per circa mezz'ora.

70  Per non trasformarci in frenetici «videodipendenti» usiamo il televisore con una certa accortezza. Occorre evitare assolutamente l'accensione durante i pasti, perché il momento della nutrizione richiede tutte le nostre attenzioni e buone vibrazioni. Il forno a microonde Cuocere a microonde significa risparmiare tempo e il tempo oggi è prezioso. Il forno a microonde possiede tutte le caratteristiche per diventare l'elettrodomestico più usato in Italia. È usato largamente negli Usa da almeno due decenni. Certamente cuocere l'arrosto o lo stufato della domenica in pochi minuti o scaldare un pasto (magari congelato) in 23 minuti, quando si arriva a casa stanchi e trafelati, interessa a tutti. Ma cosa può nascondersi dietro a questo regalo della tecnica? Ricerche statunitensi sono concordi nell'asserire che eventuali fughe di microonde generano disfunzioni fisiologiche. La differenza tra il cibo cotto a microonde e quello sulla tradizionale stufa a legna rimane ancora un rebus. Il passaggio da un riscaldamento indiretto dei cibi (forno o fornello) ad un riscaldamento diretto di ogni singola cellula per effetto di calore prodotto al suo interno dalle vibrazioni elettriche delle microonde può destare sospetti, ma ormai è 30 anni che viene usato. Se è vero che l'universo è un insieme ordinato di piccole particelle e cariche energetiche perché crearvi scompiglio, solo per fare prima? Come agisce questo cibo così cotto all'interno del nostro corpo? Sono tutte domande oggi senza risposta che devono farci pensare. Se attribuiamo al tempo così grande importanza e non vogliamo rinunciare al forno a microonde, adoperiamo almeno qualche accorgimento. Oggi, le aziende produttrici di forni sono riuscite a bloccare la fuoriuscita di microonde nel momento in cui si apre lo sportello. Ciò che dobbiamo quindi controllare è la buona qualità delle schermature quando il forno è in funzione. In questo caso sarà bene affidarsi a prodotti di sicura qualità. Nei luoghi di lavoro Nel passato, l'operaio di fabbrica poteva invidiare l'impiegato che comodo e tranquillo se ne stava al sicuro nel suo ufficio. Ma oggi l'inquinamento non risparmia più nessuno e anche l'ufficio paga il suo tributo alle malattie professionali.

71 Alle piccole particelle chimiche che inquinano l'aria, si aggiunge una radiazione elettrica sempre più intensa, provocata dai macchinali d'ufficio e di fabbrica. Il computer L'indispensabile «terminale ottico», nel giro di pochi anni, ha cambiato radicalmente le condizioni di lavoro di milioni di persone. Tuttavia la concentrazione per lunghi periodi sul video, ad una distanza ravvicinata di 50-70 cm, e il dover adattare l'occhio ad una sorgente luminosa artificiale crea fenomeni di stanchezza visiva, arrossamenti e bruciori agli occhi, lacrimazione e forte sensibilizzazione alla luce con conseguenti cefalee e capogiri. L'influenza elettrica diretta del computer è da paragonarsi a quella televisiva, con la differenza che alcuni impieghi richiedono la permanenza alla macchina per la quasi totalità delle ore lavorative. È una «scorpacciata» elettromagnetica, alla quale aggiungiamo lo spettacolo preferito in tv alla sera. Il telefono cellulare Anch'esso emette microonde con il medesimo principio del forno. Recenti studi hanno dimostrato che il suo utilizzo prolungato (oltre i sei minuti) provoca nella zona dell'orecchio un aumento di temperatura di circa 1,5 °C. Per limitare i danni causati dai cellulari, sono stati messi in commercio diversi dispositivi. Tra questi il più recente è l'auricolare, di cui però il filo fa da antenna. Ad ogni modo, l'unico sistema veramente efficace pare essere quello di limitarne l'utilizzo e di effettuare telefonate che non superino la durata di due minuti circa. All'esterno dell'abitazione II bombardamento elettrico non finisce in casa o sul luogo di lavoro, ma continua all'esterno. Vi sono anche i radar, le antenne e stazioni ricetrasmittenti e i grandi tralicci dell'alta tensione che troneggiano sulle nostre città e sulle nostre teste. Questi «spettri elettrici» emanano radiazioni milioni di volte più intense di quelle che i nostri antenati assorbivano dal sole, dalle stelle e da altre fonti naturali. L'allarme viene da tutto il mondo industrializzato, dove gli abitanti si riuniscono spesso in grandi manifestazioni per chiedere di sospendere la costruzione di stazioni radar e tralicci elettrici nelle zone abitate. I cavi ad alta tensione sono una delle principali forme di inquinamento. Nelle periferie urbane tralicci e case si mescolano l'uno con l'altro

72 esponendo gli abitanti a seri pericoli. È stato notato che gli operai che lavoravano in prossimità di cavi ad alta tensione sviluppavano disturbi alla pressione del sangue, palpitazioni e dolori gastrici. Ormai ci sono diverse leggi per mantenere a distanza i tralicci. A distanze di 300 metri dalle linee di alto voltaggio elettrico si registrano effetti negativi sul comportamento, come la riduzione dei tempi di reazione, mentre a distanze di 100-150 metri si verificano mutamenti nella composizione chimica del sangue e nel ritmo cardiaco. Queste forti onde elettromagnetiche nello spazio costituiscono un pericolo diffuso e più accentuato nelle persone che abitano entro i 150 metri dalle linee superiori ai 380 kv (chilovolt). I disturbi che possono colpire gli abitanti e i lavoratori con permanenze prolungate sono cefalee, insonnia, disturbi mestruali, aborti e leucemie. Questi disturbi potrebbero essere evitati emanando norme di sicurezza severe. La migliore soluzione sarebbe l'interramento delle condutture elettriche, così diminuirebbe il rischio sugli uomini, si eviterebbe di deturpare l'ambiente e ci sarebbero minori spese di gestione a lungo termine.

Esempio di elettrodotto da 380 KV a doppie terne con 2 fili di guardia

73 PROTEZIONE DALLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE Con l'elettricità dobbiamo imparare a convivere. Quando gli abitanti delle caverne scoprirono il fuoco dovettero imparare ad usarlo senza danni, così l'uomo moderno deve conoscere e apprendere come trattare l'elettricità senza farsi del male. In casa quasi tutti i locali sono soggetti a radiazioni elettromagnetiche. Vi sono però alcuni ambienti più a rischio, perché le onde tendono a concentrarsi e ad essere assorbite più facilmente. È bene ricordare che l'intensità di un campo «elettrico» dipende sempre dalla potenza della corrente elettrica che lo genera, che i suoi effetti dipendono dalla distanza della sorgente, dai materiali interessati alla sua emissione e propagazione. La cucina è il locale più inquinato della casa moderna. In passato simbolo del focolare domestico, la cucina si è oggi trasformata nel regno della tecnica e dell'automatismo. Svariate prese elettriche sono distribuite nella casa per l'uso di piccoli robot casalinghi: frullatore, centrifuga, frigorifero, lavastoviglie, macchina da caffè e l'elenco sarebbe interminabile. In cucina non esiste un punto che non sia turbato da un campo elettromagnetico. Questa grande quantità di apparecchi causano certamente una pericolosa emissione di radiazioni elettromagnetiche. Come evitare questa tempesta elettromagnetica? Vediamo qualche consiglio utile. --- Evitiamo l'acquisto di certi elettrodomestici che spesso si rivelano inutili; inoltre non dobbiamo tenerli accesi contemporaneamente, perché l'irraggiamento elettrico aumenterebbe eccessivamente. --- Se dovesse accadere che frigorifero, forno, lavapiatti, ecc., fossero messi in funzione contemporaneamente, converrebbe aprire la finestra per ionizzare l'aria e non rimanere nella stanza. La camera da letto è il luogo dove il nostro corpo, in stato di riposo per lungo tempo, è più soggetto ad assorbire le cariche elettriche. Il letto, in particolare la testata, dovrebbe essere lontano da campi elettrici. Ad esempio, l'uso della radio-sveglia posta sul comodino crea un continuo campo elettrico, disturbatore del sonno, che ci fa alzare al mattino stanchi e intontiti.

74 I CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  Non avere in camera apparecchi elettrici, in particolare accanto al letto. Se non riuscite ad eliminare il televisore in camera da letto, ricordatevi che gli ioni positivi che produce (sono negativi per l'uomo, mentre gli ioni negativi sono positivi) devono essere combattuti con una lunga aerazione prima del sonno, altrimenti vi sveglierete con mal di testa o altro malessere.  II letto dovrebbe mantenere la distanza di almeno cm 40 dalle prese elettriche.  L'antenna televisiva non dovrebbe mai trovarsi sopra la camera da letto, perché è un ripetitore di onde elettromagnetiche.  È bene staccare ogni apparecchio elettrico presente in casa dopo l'uso. A maggior ragione fatelo con il televisore. Il tasto del telecomando non lo spegne mai completamente. Esistono oggi in commercio dei sezionatori (disgiuntori) di corrente per tutto l'impianto elettrico della casa, che danno tensione ad essa solo nel momento in cui si accende qualche apparecchio o una lampada. Questo significa che durante la notte o il giorno, se nessun elettrodomestico è in funzione (escluso il frigorifero), la casa è beneficamente priva di tensione nei conduttori che possono generare campi elettrici nocivi.  Evitate tutti gli apparecchi che hanno bisogno di elettricità: orologi elettrici, deodoratori, termocoperte, ecc.

QUALI STILI DI VITA? Gli effetti e le reazioni sviluppate dalle influenze elettromagnetiche sono differenti da persona a persona. Sicuramente la costituzione e la salute fisica determinano una maggiore o minore capacità reattiva. Oggi, purtroppo, la difesa immunitaria contro germi e agenti inquinanti è sempre più debole. La maggior parte delle persone, in tempi più o meno lunghi, viene presa da una condizione di intossicazione graduale: --- il tipo di alimentazione non adeguata; --- l'inquinamento atmosferico; --- uno stile di vita scandito da stress e tensione portano a situazioni di «intossicazione cronica», con poche possibilità di ripresa. Ecco perché è importante avere una casa ecologica, maggiori attenzioni e cure per noi stessi, in modo da riportarci globalmente allo stato di

75 equilibrio e benessere. Se viviamo o lavoriamo in edifici in cemento armato o se veniamo a contatto con zone patogene ad alta intensità e continue (correnti telluriche, elettriche, ecc.), consigliamo lunghe permanenze all'esterno e in ambiti naturali, almeno nei fine settimana, perché sono una buona cura per ritemprarsi. È bene liberarsi anche dalle cariche elettromagnetiche usando tessuti naturali per l'abbigliamento e scarpe con suole di cuoio (vedi capitolo Tessuti naturali). Le scarpe di gomma o plastica isolano il corpo dal terreno e non permettono quella «scarica e ricarica» energetica di vitale importanza per il corpo umano. L'uso di piastre di rame, su cui mettere i piedi per alcuni minuti, così come le docce prolungate, oppure getti d'acqua sui piedi permetterà di eliminare una parte di energia elettrica dal corpo. Sono inoltre in commercio tessuti, stuoie e coperte naturali .in grado di neutralizzare gli effetti nocivi dei campi geopatogeni ed elettromagnetici. Anche le tecniche di rilassamento profondo creano onde cerebrali a bassa intensità e riequilibrano uno stato di sovraeccitazione. La piastra di Audisio e i biocircuiti Coloro, invece, che non ricevono sufficiente irraggiamento possono ricorrere ad una semplice piastra di rame, inventata dall'ingegner Audisio. Questa piastra si carica sfregandola energicamente tra due panni di pura lana (non sintetici) e si passa ripetutamente sul corpo, insistendo sui punti malati e doloranti. Anche i «biocircuiti», oggi in commercio, restituiscono una corretta carica e polarità elettromagnetica alle cellule che sono disorientate (per malattia o per carenza di irraggiamento elettromagnetico terrestre).

Massima qualità, alta professionalità, eccellenza nel servizio e attenzione per l’ambiente rappresentano i valori che guidano le scelte aziendali di Paradigma. Da anni infatti Paradigma ha intrapreso la strada della tecnologia e dello sfruttamento delle energie rinnovabili, stimolo costante all’ideazione di nuovi prodotti e allo sviluppo di nuove tecnologie in questa direzione. Paradigma offre le migliori soluzioni eco-compatibili per il riscaldamento, aggiungendo qualità alla vita grazie all’attenzione rivolta alla tutela dell’ambiente e al miglioramento della salubrità e del comfort degli spazi. Il Sistema Solare “Acqua”, per esempio, permette di utilizzare l’acqua come termovettore in sostituzione all’antigelo: l’acqua dell’impianto solare è la stessa dell’impianto di riscaldamento, ciò significa un notevole risparmio in termine di consumi e un’importante diminuzione delle emissioni inquinanti. Il collettore sottovuoto CPC, collegato direttamente al bollitore consente l’eliminazione dello scambiatore dedicato nei bollitori solari utilizzando lo stesso scambiatore della caldaia, riducendo così il numero di accensioni della caldaia e favorendo un notevole risparmio energetico. Il Sistema Solare Acqua è vantaggioso sia per la semplicità idraulica di gestione e il conseguente risparmio economico diretto, sia per i minori costi e tempi d’installazione, non essendo necessari lavori edili ad hoc in casa per la sua realizzazione. La continua ricerca Paradigma ha prodotto, inoltre, EasySun, un pannello solare piano, realizzato con materiali a basso impatto ambientale, all’avanguardia per quanto riguarda qualità e resa. Grazie alla lastra di assorbimento in rame con trattamento Tinox-Sun Select e alla particolare conformazione del vetro della superficie captante, si ottiene un elevato rendimento anche per la produzione di acqua calda sanitaria.

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SOLE, LUCE E COLORI

LA LUCE NATURALE La luce solare e le stagioni, da sempre, hanno scandito i tempi della vita dell'uomo e i suoi ritmi biologici: l'alternanza tra notte e giorno, tra sonno e veglia, tra caldo e freddo. Per millenni l'uomo ha lavorato, seguito dalla luce del sole e ha rallentato i suoi ritmi col calare della sera lasciando che il buio della notte accompagnasse il riposo. Oggi non è più così. Il sole e la luna non guidano più i nostri ritmi lavorativi e vitali: ma «contro» ogni legge naturale l'uomo decide i suoi tempi industriali. II giorno viene prolungato o sostituito dal «giorno artificiale» dei neon, dei fari ad alta potenza o semplicemente dalle lampadine elettriche all'interno delle abitazioni e degli uffici. La netta distinzione tra giorno e notte, imposta per secoli dalla natura all'uomo, non esiste più. Ma tutto questo è possibile senza conseguenze? Oppure i nostri delicati meccanismi biologici pagano un prezzo per questo sovvertimento e adeguamento? E qual’è la differenza tra la luce naturale e la luce artificiale? Vediamolo insieme. Esiste una scienza che studia gli effetti della luce sull'uomo e le sue funzioni vitali: la fotobiologia. Le funzioni della luce naturale non sono semplicemente quelle di illuminare e permettere la visione, ma sono legate ad ogni processo biologico esistente sulla Terra, tanto da poter affermare che la luce è vita.

SOLE, ENERGIA, LUCE, COLORI E COLORANTI Il sole è una stella nana di colore giallastro, del tutto simile ai miliardi di altre stelle che costituiscono il sistema stellare chiamato Galassia (o Via Lattea). Entro questo sistema il Sole occupa una posizione quasi periferica, trovandosi alla distanza di 27.000 anni luce dal centro. La sua

78 grande importanza deriva dal fatto che è la stella a noi più vicina e fondamentale del sistema planetario cui appartiene la Terra: la distanza Terra Sole è di circa 150 milioni di chilometri. La massa del Sole è pari a 333.420 volte quella terrestre e il diametro dell'astro è 109 volte maggiore, ma la densità è circa 4 volte inferiore di quella del nostro pianeta. L'energia emessa dal Sole viene prodotta da trasformazioni termonucleari di idrogeno in elio nel nucleo centrale; si propaga per conduzione nel globo solare per 8 decimi della distanza dal centro alla superficie, mentre nella parte restante si propaga per convezione. La superficie osservabile (gassosa), fotosfera, ha una temperatura di 5600 °C ca., ma presenta macchie di temperatura inferiore e una granulazione dovuta ai moti convettivi ascendenti e discendenti dei gas. L'apparizione delle macchie segue un ciclo undecennale, ma il fenomeno (sicuramente legato al magnetismo solare) non è ancora perfettamente interpretato; osservando le macchie a latitudini diverse si può dedurre che il Sole non ruota come un corpo solido e che all'equatore la sua rotazione è più rapida. Sopra la fotosfera si nota uno strato sottile di colore rossiccio, detto cromosfera, oltre il quale si estende fino a grande distanza la corona (un plasma rarefatto di particelle a temperatura elevatissima). Dalla fotosfera si elevano getti di materiali incandescenti, dette protuberanze, che s'alzano fino a grandi quote (magari ricadendo poi sulla fotosfera) e persistono per molte ore o per giorni; dette brillamenti se la loro apparizione si limita a pochi minuti; filamenti scuri sul disco luminoso indicano l'esistenza di eruzioni estese e persistenti. Gli studi sul Sole dimostrano l'esistenza di elementi chimici identici a quelli che si trovano sulla Terra, anche se in proporzioni diverse. Hanno permesso di indagare la radiazione elettromagnetica del Sole sia nell'infrarosso, sia nell'ultravioletto ai raggi gamma. É stato dimostrato che il Sole emette anche corpuscoli carichi che trasportano energia. Il vento solare di ioni, protoni, elettroni, ecc. provoca numerosi fenomeni nell'intero sistema planetario (magnetosfere intorno ai pianeti, aurore polari, code di polveri cometarie, ecc.) e sembra associato alla frequenza e intensità dei brillamenti e di altri fenomeni del ciclo undecennale di attività del Sole. Si è stabilita la presenza di 70 dei 92 elementi naturali conosciuti: Anche i rimanenti atomi sono probabilmente presenti, ma è difficile individuarli perché troppo deboli.

79 Fenomeni geofisici controllati dal Sole Da lungo tempo è noto che le aurore polari e le tempeste magnetiche seguono un ciclo undecennale; conoscendo meglio i fenomeni solari, oggi il quadro dei fenomeni geofisici controllati dal Sole è più completo. Quando si verificano brillamenti solari di una certa importanza, si ha spesso l'interruzione completa delle comunicazioni radio a lunga distanza, perché l'emissione di radiazioni X dal Sole produce un aumento rapidissimo della densità elettronica nella ionosfera terrestre. Inoltre dalla zona perturbata del Sole viene emesso plasma solare, che viaggia nello spazio seguendo le linee di forza del campo magnetico interplanetario e giunge alla Terra dopo 28 - 30 ore; l'impatto di queste nuvole di plasma sulla magnetosfera produce perturbazioni del campo magnetico terrestre, cioè una tempesta magnetica, e una parte del plasma fluisce lungo le linee di forza del campo producendo intense aurore polari. Talvolta si ha anche l'emissione dal Sole di protoni veloci, cioè di raggi cosmici; grazie ai satelliti artificiali si può intercettare la nuvola di plasma solare nel suo cammino, prima che giunga alla Terra, e studiarne le proprietà per correlarle poi con i fenomeni terrestri. Il sole quindi è generatore di radiazioni elettromagnetiche, di luce e calore; nei tempi antichi era oggetto di culto e di adorazione. I nostri avi comprendevano l'importanza vitale ed energetica di questo astro che, con i suoi raggi, ogni giorno «libera» gli uomini dalle tenebre per riportarli alla vita. Molti templi erano costruiti in adorazione del sole e le lunghe scalinate verso l'alto mostrano l'ideale congiungimento tra l'uomo e il sole. Anche gli animali percepiscono e hanno bisogno di questa energia vitale. Poco prima della levata del sole gli uccelli smettono di cantare per qualche minuto, quasi in segno di rispetto di una forza così grande. L'astro solare è una potente fonte di energia. Infatti la crescita e la vita delle piante, degli animali e dell'uomo, sono strettamente legati all'assorbimento delle sue radiazioni, al vento solare di ioni, protoni, elettroni, atomi, ecc. Le piante verdi, mediante il processo della fotosintesi clorofilliana, catturano questa energia che trasforma e compone sostanze semplici come l'anidride carbonica, l'acqua o le sostanze minerali per formare composti organici complessi adatti per alimentare gli animali e l'uomo. Il sole attiva così il primo anello della catena alimentare e un ciclo vitale al quale sono interessati indistintamente tutti gli esseri viventi, vegetali ed animali. La luce è anche una meravigliosa generatrice di colore. Colore e luce si

80 manifestano contemporaneamente. Lo spettro solare è formato da onde elettromagnetiche, radiazioni luminose che determinano i colori fondamentali: rosso, blu, arancio, giallo, verde e violetto. Quindi, la luce del sole, il bianco, è la risultante della combinazione di tutti i colori, mentre il nero consiste nell'assenza degli stessi. Molti di questi raggi non sono visibili all'occhio umano, come gli infrarossi, gli ultravioletti, le onde hertziane (o microonde) e i raggi X. I colori dello spettro vengono classificati a seconda della lunghezza d'onda. L'unità di misura usata è l'Ångstrom, simbolo abbreviato Å (che equivale ad un centomilionesimo di centimetro). I raggi ultravioletti sono gli ultimi delle radiazioni corte dopo il violetto e si distinguono a seconda della lunghezza d'onda in: UV-A, UV-B, UV-C. In natura l'UV-C non è presente. Come vedremo più avanti, viene emesso in misura notevole dalle lampade fluorescenti, cioè quelle al neon. Gli ultravioletti sono di effetto benefico sull'organismo, se presi a giuste dosi: lo difendono dalle malattie, specie se virali, migliorano il rendimento fisico e muscolare e stimolano la parte psichica dell'uomo, ma possono provocare malattie della pelle se assunti eccessivamente. La luce, oggi descritta dalla teoria quantistica del campo elettromagnetico, è composta di fotoni, quanti di energia associati alla frequenza della radiazione luminosa. --- Maggiore è la lunghezza d'onda, minore è la frequenza, così si hanno raggi infrarossi e radioonde. --- Minore è la lunghezza d'onda, maggiore è la frequenza, così si hanno raggi ultravioletti, gamma e X. Tutte queste radiazioni si propagano normalmente in linea retta con la stessa velocità della luce. Ogni colore corrisponde a una frequenza d'onda diversa e i singoli colori si ottengono dalla luce solare bianca. Colori puri, cioè radiazioni di frequenza unica, si hanno negli spettri di emissione degli atomi. Il colore e i coloranti Il colore è una sensazione ottica variabile secondo la lunghezza d'onda della luce. La luce solare (bianca) può venire scomposta nei cosiddetti colori dell'iride: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco, violetto, con lunghezza d'onda sempre più breve. Il colore di un corpo è l'insieme delle lunghezze d'onda che esso non assorbe; un corpo bianco non assorbe e un corpo nero non riflette.

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I colori dell’iride

I colori dell'iride Per un osservatore normale, a ogni determinata composizione spettrale, corrisponde un colore ben definito, ma la sensazione di uno stesso colore può essere provocata da infinite combinazioni diverse di luci con differente lunghezza d'onda. Caratteristiche fondamentali del colore sono: --- la tinta, che dipende unicamente dalle lunghezze d'onda; --- la purezza, che dipende dalla maggiore o minor quantità di luce bianca mescolata al colore; --- la brillantezza, che è il rapporto fra la luce emessa o riflessa da una superficie colorata e quella emessa da una superficie aventi luminosità che si considera normale.

82 L'importanza pratica del colore costringe a aggettivarne il più possibile l'individuazione; sono state definite alcune norme, dette di specificazione del colore, fondate sull'osservazione che si può ottenere con un fascio di qualunque colore mediante sovrapposizione (o combinazione additiva) di proporzioni opportune di tre colori fondamentali, convenientemente scelti. Le tre coordinate cromatiche e percentuali o le frazioni di ogni colore fondamentale necessarie a formarlo si determinano con i colorimetri. La Commissione Internazionale per l'Illuminazione ha deciso (1931) di fissare un sistema di coordinate tale che l'annullarsi di due di esse non corrisponda alcun colore reale; ma si può ugualmente risalire a esse dalle misure dirette con i colorimetri e quindi alla rappresentazione grafica. Il bianco di uguale energia si ottiene con una distribuzione spettrale uniforme, poco diversi sono i colori corrispondenti alla luce bianca naturale (luce media del giorno) e alla luce bianca artificiale, che hanno però diverse composizioni spettrali. I colori puri, o saturi si possono ottenere combinando il colore puro con una dose sempre maggiore di bianco, oppure la combinazione additiva è il bianco. Così, se si sovrappongono il blu e il giallo, otteniamo il bianco, come pure sovrapponendo il giallo-verdastro al violetto o il bluverdastro all'arancione. Due colori particolari non compaiono nei colori puri dello spettro: il ciano, ottenuto sottraendo il rosso al bianco e il magenta, ottenuto sottraendo il verde al bianco. Più complessa è la precisazione del colore di un oggetto non luminoso ma illuminato, perché in tal caso la sensazione dipende, oltre che dall'oggetto, anche dalla radiazione incidente (dalla sua composizione spettrale). Si dice nera una superficie (realizzabile solo approssimativamente) capace di assorbire completamente tutte le radiazioni; l'assorbimento praticamente completo si ottiene nel corpo nero a cavità. I colori sono sostanze colorate che tingono una superficie per sovrapposizione di uno strato opaco ricoprente. Vengono commerciati in polvere, in pani, in bastoncini: --- Impastati con acqua, gomma, colla, e simili sono detti colori ad aquarello; --- Impastati con olio sono detti colori a olio; --- Impastati con gesso, talco, creta sono detti colori a pastello.

83 I coloranti Sono sostanze capaci di fissarsi stabilmente e di colorare un determinato supporto in virtù di particolari reazioni che intervengono tra il supporto stesso e il materiale colorante. In tale definizione non sono perciò compresi i colori e i pigmenti che rendono colorato il supporto su cui sono depositati unicamente per sovrapposizione, cioè senza reazioni chimiche. Le sostanze coloranti si possono dividere in naturali e sintetiche o artificiali. Coloranti naturali. Hanno oggi un interesse quasi esclusivamente storico, in quanto rappresentano i primi e unici coloranti impiegati fino al 1856, anno in cui nasce l'industria dei coloranti di sintesi. I coloranti naturali erano di origine animale, come la porpora, il rosso di cocciniglia, il nero di seppia; oppure di origine vegetale, come l'indaco, l'alizarina, la porporina, il giallo di curcuma, il nero del mallo di noce. Coloranti sintetici. Sono numerosissimi (decine di migliaia) e offrono, rispetto a quelli naturali, enormi vantaggi per varietà di colore, solidità, potere tintoriale e prezzo. Generalmente non si trovano mai allo stato puro ma vengono arricchiti con materiali vari. Vengono di solito caratterizzati da un nome, da un numero e da una sigla: il nome è spesso di fantasia. Il numero indica la sfumatura di colore; la sigla può indicare diverse cose: o il colore o certe caratteristiche del colorante. La classificazione delle sostanze coloranti può essere fatta sia in base al loro metodo o al loro tipo di impiego sia da un punto di vista chimico-strutturale. Classificazione secondo l'impiego. In base a questo criterio le sostanze coloranti vengono divise in: coloranti diretti acidi, diretti basici, sostantivi, a mordente, a sviluppo o al ghiaccio e al tino. --- I coloranti diretti acidi contengono gruppi solfonici e vengono impiegati per tingere la lana (fibra basica): la tintura avviene per immersione della fibra in una soluzione del colorante; il fissaggio del colorante alla fibra è essenzialmente dovuto ad una reazione di salificazione tra i gruppi acidi del colorante e quelli basici della fibra. --- I coloranti diretti basici contengono gruppi amminici che, essendo basici, vengono usati per tingere fibre acide come la seta o fibre rese acide tramite mordenzatura. --- I coloranti sostantivi contengono nella molecola gruppi solfonici solubizzanti e generalmente gruppi azoici; sono impiegati per tingere le fibre neutre (cotone) e la tintura avviene per immersione della fibra nel bagno del colorante; il fissaggio è dovuto a fenomeni di assorbimento.

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I coloranti a mordente sono sostanze generalmente insolubili in acqua, che vengono applicate alla fibra previa operazione di mordenzatura della fibra stessa. La tintura avviene per immersione della fibra mordenzata in una dispersione acquosa del colorante, che si fissa alla fibra per mezzo del metallo: si formano così lacche in cui sono presenti anelli chelati e il cui colore dipende tra l'altro dal metallo usato per la mordenzatura. Questi coloranti sono fenoli o naftoli aventi in orto - o in para - un gruppo insaturo. I coloranti a sviluppo sono in genere coloranti azoici, che vengono preparati sulla fibra stessa che deve essere tinta. La tintura avviene immergendo in un bagno freddo di un sale di diazonio la fibra precedentemente impregnata con la sostanza da diazotare. I coloranti al tino sono coloranti insolubili che, per essere applicati al la fibra, debbono essere trasformati nella forma ridotta (leucoforma) solubile, che si fissa alla fibra in maniera analoga ai coloranti sostantivi. Per la tintura si immerge la fibra nella soluzione della leucoforma e successivamente si provvede al ripristino del colorante per ossidazione chimica della leucoforma assorbita dalla fibra. Questi coloranti sono detti «al tino» in quanto originariamente la riduzione veniva eseguita nell'ambiente riducente che si crea durante certe fermentazioni batteriche nei cosiddetti tini di fermentazione.

Classificazione chimica. Secondo questa classificazione i coloranti si dividono in cinque gruppi: coloranti dei trifenilmetano, azoici, antrachinoici, indigoidi e coloranti allo zolfo. La luce, oggi descritta dalla teoria quantistica del campo elettromagnetico, è composta da fotoni, quanti di energia associati alla frequenza della radiazione luminosa. --- Maggiore è la lunghezza d'onda, minore è la frequenza, così si hanno raggi infrarossi e radioonde. --- Minore è la lunghezza d'onda, maggiore è la frequenza, così si hanno raggi ultravioletti, gamma e X. Tutte queste radiazioni si propagano normalmente in linea retta con la stessa velocità della luce. Ogni colore corrisponde ad una frequenza d'onda diversa e i diversi colori si ottengono dalla luce solare bianca. Colori puri, cioè radiazioni di frquenza unica, si hanno negli spettri di emissione degli atomi.

85 La luce e i colori La luce con i suoi colori interviene su tutte le attività del metabolismo umano. I raggi solari, visibili e invisibili, penetrano nel nostro corpo tramite l'occhio e la cute. La luce penetra nei nostri occhi e, oltre a permettere la visione delle cose, trasmette degli impulsi all'ipotalamo, formazione nervosa situata nella parte inferiore al talamo, che ha in sé il chiasma ottico con i nervi ottici. I centri ipotalamici integrano e coordinano numerose funzioni somatiche e viscerali, regolano la pressione del sangue, la temperatura corporea, il comportamento sessuale, il sonno, le reazioni emotive e altre importanti funzioni vitali. Tramite la pelle, il sole accelera l'attività delle cellule, migliorando l'assorbimento nutrizionale, aiuta a metabolizzare la vitamina D che facilita l'assorbimento intestinale del calcio. Senza sole, la struttura proteica delle ossa di nuova formazione non si mineralizza, producendo, nei bambini e nei giovani, il rachitismo. Il calore del sole provoca un aumento della sudorazione, favorendo l'eliminazione delle tossine. I tessuti, in generale, vengono rafforzati e tonificati. Si nota subito l'effetto della mancanza di sole su una pallida faccia cittadina o su una scolorita pianta d'appartamento poco esposte alla luce. Invece una buona esposizione solare di un corpo malaticcio o debole lo fa tornare in forza e salute. Gli organi interni, come il cuore, ricevono energia, mentre l'attività respiratoria aumenta e così l'assunzione di ossigeno. I batteri si riducono e così varie malattie, anche le ferite si cicatrizzano velocemente. Le persone che per motivi di lavoro vivono poco a contatto della luce solare, o che subiscono gli effetti dei diversi fusi orari, sanno che molti meccanismi fisiologici si alterano, specialmente quelli legati alla funzione di alcune ghiandole endocrine (tiroide, corteccia surrenale, ovaie, ecc.) Ma questo legame tra luce solare, natura e salute, che ha accompagnato da sempre l'uomo, oggi non sembra più essere rispettato. La luce artificiale, così comoda, sostituisce sempre più quella naturale, con effetti molto diversi.

LA LUCE ARTIFICIALE E ALCUNI EDIFICI PRIVI DI SOLE Possiamo definire la luce artificiale una imitazione della luce naturale, ma per l'uomo non è sempre così facile riprodurre la perfezione della natura.

86 Mentre nella luce solare lo spettro luminoso è rappresentato nella sua completezza, le fonti di luce artificiale contengono solo una parte limitata e distorta di questo spettro, perché non emette le stesse radiazioni elettromagnetiche solari. Lo possiamo osservare nella diversa colorazione che assumono le superfici alla luce artificiale: il verde tende al grigio e gli altri colori si alterano, tant'è che quando guardiamo un abito o una foto a colori dobbiamo uscire dal negozio o avvicinarci alla vetrina per vedere, alla luce del sole, quale sia il colore naturale. Questa mancata resa cromatica della luce artificiale, che affatica notevolmente la vista, ha degli effetti biologici non benefìci. Viene a mancare la stimolazione positiva delle ghiandole endocrine e questo può spiegare perché il lavoro sotto le luci artificiali diventa più difficile. A proposito, studi statistici hanno dimostrato che l'attenzione degli alunni viene mantenuta più a lungo con una illuminazione naturale piuttosto che artificiale, così per tutti quei lavori intellettuali e manuali che richiedono concentrazione. La luce artificiale genera facilmente stanchezza, irritazione agli occhi, mal di testa e tensione nervosa. Al contrario la luce solare ha proprietà rilassanti e distensive sul sistema nervoso. L'illuminazione naturale, seguendo il moto della Terra e le variazioni del tempo, è sempre diversa. La luce artificiale invece è sempre uguale e la sua intensità si può rappresentare graficamente con una retta costante. L'illuminazione interna infatti accentua questa monotonia con luci molto forti o con i neon che tolgono ogni ombra lasciando l'ambiente piatto e innaturale. Sembra invece che la variabilità sia un fattore estremamente utile per un buon equilibrio psichico. In natura non esistono le forme monotone, senza ombre e sempre uguali. Il sole illumina ma nello stesso tempo mette in ombra. Le forme della natura si muovono e «giocano» sempre con la luce: nel bosco si vedono fantastici giochi di luce tra le fronde come pure i prati, i fiori e l'orizzonte offrono spettacoli luminosi sempre diversi. Solo quando il sole arriva allo zenit c'è un momento quasi senza ombre, ma dura poco. Negli ambienti illuminati artificialmente, i punti luce sono quasi sempre allo «zenit» e danno un senso di monotonia. Tutti abbiamo sperimentato il piacere di soggiornare in una stanza esposta a Est, a Sud o a Ovest dove, specie d'inverno, il sole ci accompagna e tinge di colori diversi l'orizzonte e la stanza che ci ospita. In quel momento siamo partecipi della natura e dei suoi cicli.

87 Altre luci naturali come la fiamma di una candela o il fuoco nel camino «nutrono» l'occhio di una luce sempre varia. I bagliori del fuoco che arde nel camino illuminano la stanza con giochi di luce che rendono l'ambiente più caldo e magico. L'arcaico legame con il fuoco vivifica non solo l'ambiente ma anche la nostra mente e lo spirito umano. Oggi, contrariamente al passato, si trascorre molto tempo all'interno degli uffici, dei negozi e delle abitazioni; l'illuminazione dell'ambiente perciò, naturale o artificiale che sia, ha una grande influenza sull'uomo. Una illuminazione naturale durante il giorno sarebbe sempre consigliabile, ma nei centri urbani ciò è abbastanza difficile. Le abitazioni, spesso costruite una vicina all'altra, hanno interspazi troppo stretti che impediscono ai raggi solari di penetrarvi. Gli edifici di alcuni centri urbani hanno una luminosità interna pari al 2% circa di quella esterna. Inoltre la cappa di smog riduce ulteriormente l'insolazione e, specie d'inverno, vengono particolarmente diminuite le radiazioni ultraviolette. Anche nelle nuove case, scuole e ospedali il sole penetra poco o nulla. Alcuni edifici addirittura sono progettati senza finestre, con una costante illuminazione artificiale. In alcuni casi, la luce naturale non viene utilizzata di proposito, come nei grandi magazzini, mostre e negozi, dove si vogliono mettere in rilievo particolari aspetti della merce per facilitarne la vendita. Questi edifici, che rappresentano un aspetto negativo dell'architettura e della cultura, dimostrano come l'uomo spesso usi male la tecnologia, che invece dovrebbe consentire soluzioni più umane e naturali. Che malinconia senza sole! Quando arriva l'inverno la luce del sole è ridotta e accorcia le giornate. Si trascorre poco tempo all'aperto e si lavora in ambienti chiusi. Ci sentiamo più stanchi, ci alziamo dal letto malvolentieri, non abbiamo voglia di lavorare e siamo spesso tristi. È questa una nuova malattia che viene definita S.A.D. (Seasonal Affective Disorder), cioè Disturbo Emotivo Stagionale. Ne sembra interessata l'epifisi, ghiandola a secrezione interna che Cartesio riteneva sede dell'anima. Situata alla base del cervello, sulla faccia inferiore dell'ipotalamo, la sua funzione è di elaborare gli ormoni e regolare lo sviluppo corporeo, il metabolismo, agire sull'apparato sessuale, sul tessuto muscolare e altre numerose funzioni, compresi gli

88 effetti della luce sul nostro organismo. In seguito all'alternanza quotidiana di luce e buio, l'epifisi produce la melatonina, sostanza che provoca uno schiarimento della cute, e che aiuta anche a sincronizzare e regolare i nostri ritmi biologici. Se l'ormone è in eccesso siamo sempre assonnati, se invece manca non dormiamo mai. La melatonina si produce in assenza di luce naturale e anche in presenza di luce elettrica (perché lo spettro incompleto di una lampadina viene recepito dal nostro corpo come buio). Questo tipo di patologia, le cui cause non sono ancora del tutto chiare, con prolungate esposizioni alla luce naturale scompare. È la prova che gli effetti stimolanti della luce del sole annullano quelli deprimenti della illuminazione artificiale. COME ORIENTARE LA CASA E I LOCALI? L'orientamento della casa, dei locali e l'ecologia dell'abitare sono molto importanti. La disposizione rispetto ai punti cardinali condiziona l'illuminazione dell'ambiente e la temperatura. Quando viene progettata un'abitazione o si ristruttura la disposizione interna occorre tenere presente la posizione della Terra rispetto al Sole. Nel passato questa era la prima regola ad essere rispettata. Le vecchie case dei contadini e le ville dei patrizi, per esempio, hanno tutte un orientamento che permette l'illuminazione migliore. Le facciate più ampie e le finestre principali sono rivolte a Sud, spesso protette dai portici nelle regioni più calde, mentre grosse pareti isolano l'abitazione a Nord. Le attuali abitazioni hanno invece un orientamento di «fantasia» e spesso di opportunità speculativa. Anche dove non ci sono limiti di spazio, certi architetti e progettisti preferiscono privilegiare il paesaggio costruendo spesso facciate senza finestre proprio a Sud creando così una casa buia e poco salubre (anche se nuova). In Italia, d'inverno, i raggi del sole sono più radenti, in estate quasi perpendicolari. Il soleggiamento segue queste fasi: --- A Est sorge il sole e i suoi raggi sono bassi e radenti, rispetto alla superficie terrestre: sino alle ore dodici essi penetrano bene anche in presenza di cornicioni o sporgenze che proteggono le finestre. --- A Sud la luce è intensa e luminosa e d'inverno, essendo il sole basso, i raggi penetrano all'interno, mentre d'estate sono quasi perpendicolari perciò colpiscono i tetti degli edifìci.

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A Ovest i raggi sono nuovamente radenti. D'estate il soleggiamento è più prolungato. La luce ha i colori rossastri del tramonto. È una luce molto allegra e rilassante. A Nord il soleggiamento è sempre nullo. Solo d'estate si ha un irraggiamento nei punti nord-est e nord-ovest; la tenue luce arriva più per riflessione dalla volta celeste che in modo diretto e le pareti son sempre fredde. La disposizione migliore degli ambienti dovrebbe essere la seguente: La zona giorno è preferibile situarla a sud-est o sud-ovest, per godere della luce che penetra radente all'interno. Le finestre dovrebbero essere ampie. Le camere da letto dovrebbero essere esposte a sud per dare energia al corpo al risveglio. Se sono camere-studio, come quelle dei ragazzi, possono essere orientate anche a ovest o sud-est. Le zone di servizio (lavanderie, bagni, garage, ecc.) vanno previste a nord in modo da creare un ambiente-cuscinetto per proteggere la casa dal freddo. Le finestre dovranno essere di dimensioni ridotte.

90 QUALE ILLUMINAZIONE SCEGLIERE? E D.L. 626/94 Le regole della natura non possono essere modificate a piacimento. Ecco perché l'illuminazione va pensata e usata come elemento per il nostro benessere e quindi dovrebbe meritare tutta la nostra attenzione. Tuttavia, oggi, l'illuminazione non è solo salubrità, ma anche moda, prestigio e arredo. E questo ci porta ad un uso sempre più indiscriminato e inquinante dell'elettricità, dell'illuminazione artificiale, come di certi cibi transgenici. L'illuminazione naturale Certamente quella solare è naturale, ma noi usiamo spesso luci elettriche. L'uso della luce artificiale è dovuto ad un orientamento sfavorevole dell'abitazione, ma anche ad un arredamento mal disposto. È facile che il tavolo da lavoro sia situato nell'angolo più buio della stanza, quando potrebbe invece essere vicino alla finestra o dove potrebbe ricevere meglio la luce esterna. I raggi solari dovrebbero entrare nelle nostre abitazioni il più possibile, se vogliamo mantenere la casa sana e difesa da muffe e batteri. Queste virtù dei raggi solari sono però ostacolate dalle superfici trasparenti dei vetri. Questi infatti lasciano passare la parte visibile dello spettro solare permettendo la visione, ma limitano i raggi infrarossi e bloccano quelli ultravioletti. I vetri, come tutti gli schermi, quali occhiali, parabrezza, ecc., non permettono ai raggi solari di arrivare al sistema ghiandolare e di apportare le loro benefiche stimolazioni. Recentemente sono state introdotte nel mercato le biofinestre che fanno uso di vetri al quarzo, ma i prezzi sono elevati. Dove l'irraggiamento del sole è intenso, meglio usare i vetri sottili e, se possibile, evitare i doppi vetri. Occorre ricordare di aerare le stanze a lungo quando vi «entra» il sole, se non è troppo caldo o troppo freddo, in modo che i raggi svolgano la loro azione energetica e disinfettante. L'illuminazione artificiale L'illuminazione artificiale consente di notte la nostra attività lavorativa o di svago e per questo dobbiamo usare sempre di più la luce elet-

91 trica. Vediamo come essa può essere utilizzata. Quale lampadina scegliere? La luce solare, sappiamo, è la fonte ottimale che permette una visione nitida di colori e contorni. La luce artificiale non riesce a raggiungere la perfezione di quella naturale, tuttavia alcune lampade favoriscono una migliore visione rispetto ad altre e si avvicinano meglio alla luce solare. I sistemi di illuminazione sono sostanzialmente due: ad incandescenza e a luminescenza: Incandescenza. L'esempio tipico di questa illuminazione è la comune lampadina. Un filamento di tungsteno è posto all'interno di un bulbo di vetro. Col passaggio della corrente il filamento diventa incandescente e genera luce. Le tonalità che predominano sono quelle «calde» come il giallo e il rosso. Questa luce non emana ultravioletti ma infrarossi (invisibili) e falsa leggermente la percezione dei colori, ma crea un'atmosfera piacevole. Gli inconvenienti di questo sistema sono stati parzialmente ovviati con le lampade alogene nelle quali la temperatura è più elevata, perciò simile alla luce solare, ma più bianca e più «fredda». Luminescenza. Nella lampada a luminescenza (neon) la corrente elettrica passa in un tubo di vetro che contiene del gas che, ionizzandosi, emette luce. L'esempio più conosciuto è costituito dalle lampade al neon. Queste, come tutte quelle a luminescenza, hanno trovato diffusione per la loro versatilità ed economicità. Sono molto usate per le insegne luminose, in luoghi pubblici o nei negozi, dove spesso le colorazioni migliorano l'aspetto dei locali o della merce. È una luce sgradevole, troppo bianca e piatta e nasconde insidie. Lo spettro cromatico è particolarmente snaturato, specie nella gamma ultravioletta dove c'è grande predominanza di UV-C. Nelle persone che soggiornano a lungo in stanze illuminate dal neon si è riscontrata una maggiore secrezione di ormoni ipofisari. Il neon, inoltre, produce spesso un continuo «sfarfallio», cioè un'alternanza tra luce e buio, spesso invisibile ma di effetto negativo sul corpo. Queste oscillazioni di luce, che diventano più visibili nelle lampade in cattivo stato, creano disturbi alla vista, mal di testa, nausee e altri disturbi psico-fisici.

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Esempi di interni. Colori e materiali si liberano nelle forme.

93 L'illuminazione dell'ufficio La maggior parte di noi passa molte ore della giornata lavorativa in ambienti illuminati artificialmente. Poiché gran parte del lavoro in un ufficio è basato sulla percezione visiva e sulla visione, è comprensibile che si siano sviluppate ricerche ergonomiche sui requisiti degli impianti di illuminazione, affinché ai lavoratori fossero garantite prestazioni visive ottimali. Il decreto legislativo n. 626/94 allinea il nostro Paese al resto dell'Europa e sottolinea l'importanza del benessere psicofisico del lavoratore. In fatto di illuminazione, esiste una correlazione tra la prestazione visiva e l'illuminamento. L'illuminamento (illuminance) è la grandezza fisica che rappresenta la quantità di luce (lumen) che cade su una superficie unitaria (il metro quadrato), ovvero il rapporto tra flusso incidente e area della superficie illuminata. Un lumen su una superficie di un metro quadrato produce un illuminamento di un lux (lx), unità di misura dell'illuminamento. Per valutare il comfort visivo il rapporto tra illuminamento e visione è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Infatti, è molto importante la distribuzione della luce all'interno dell'ambiente per impedire l'affaticamento dell'occhio a causa della disparità delle luminanze (luminosità delle superfici osservate). A tale scopo, una ripartizione equilibrata, che si adotta frequentemente, prevede luminanze maggiori nelle zone alte (pareti e soffitti) con un minimo sulle pavimentazioni. In questo modo si ricreano le condizioni dell'illuminazione naturale (luce intensa del cielo e luce più debole riflessa dal terreno). Inoltre, è fondamentale progettare impianti che facciano risaltare efficacemente i contrasti. Un oggetto si percepisce in modi diversi a seconda di come si staglia su un fondo più o meno luminoso rispetto ad esso. Quindi, una buona resa del contrasto implica rendere più agevole la visione e ridurre l'affaticamento. Un altro parametro di valutazione del comfort visivo è il controllo dell'abbagliamento, che è un'accentuata disuniformità delle luminanze contenute nel campo visivo. In questo caso conta molto la direzione dei fasci proiettati verso l'osservatore. L'ultimo parametro da considerare è la tonalità della luce, che determina la qualità dell'illuminazione. La valutazione della tonalità della luce si determina tramite una grandezza termica (temperatura assoluta)

94 espressa in Kelvin (K). Al di sotto di 5.300 K (tonalità che l'uomo percepisce come luce bianca) la luce è considerata fredda, tra i 5.300 K e i 3.300 K intermedia, e al di sotto dei 3.300 K calda. Esiste una correlazione tra livello di illuminamento e temperatura di colore: a basse temperature di colore si dovrebbero associare bassi livelli di illuminamento e, viceversa, alte temperature richiedono elevati illuminamenti.

La disposizione e la scelta delle luci cambiano i nostri ambienti

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L'ILLUMINAZIONE E IL D.L. N. 626/94

Il D.L. n. 626/94 non si propone solo di tutelare la sicurezza dei lavoratori, ma anche la loro salute e il loro benessere. Testualmente il decreto recita all'articolo 33, comma 8: «L'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956 n. 303 è sostituito dal seguente: Articolo 10 (illuminazione naturale e artificiale nei luoghi di lavoro). --- I luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale ed essere dotati di dispositivi che consentono un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. --- Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo di illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. --- I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. --- Le superfici vetrate illuminanti e i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia ed efficienza.» Il Decreto non fornisce grandezze fisiche, né indica i limiti quantitativi. La cosiddetta «illuminazione artificiale adeguata» si può ottenere seguendo i dettami della norma Uni 10380 (maggio 1994). «Illuminazione di interni con luce artificiale» che delinea i requisiti degli impianti sotto molteplici punti di vista, con particolare attenzione per i luoghi di lavoro. Nella norma citata si trovano i valori degli illuminamenti consigliati insieme ai parametri per il controllo del comfort visivo, nonché le procedure per le verifiche di impianti progettati e/o installati. Inoltre, il Titolo VI del Decreto è dedicato all' «Uso di attrezzature munite di videoterminali» e prescrive l'obbligo per il datore di lavoro di valutare i rischi «per la vista e per gli occhi derivanti dall'uso dei videoterminali». Per i luoghi di lavoro attivi dopo l'entrata in vigore del decreto sono fornite delle prescrizioni minime (allegato VII) tra cui, in riferimento agli schemi dei videoterminali, le seguenti: --- «Lo schermo non deve avere riflessi o riverberi che possano causare molestia all'utilizzatore»; --- «La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare riflessi»; --- «Il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di dimensioni sufficienti e permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio.»

96 La luce ideale per il computer Le fonti di luce naturale possono disturbare chi lavora ad un videoterminale. Si consiglia di posizionare il computer lontano da finestre, da lucernari o da vetrate, che in ogni caso è bene schermare con tendaggi o barriere semitrasparenti o opache. Tali sorgenti di lavoro non devono trovarsi dietro o di fronte al video e, quindi, la direzione di mira dell'operatore deve essere il più possibile parallela al piano delle superfici vetrate. In questo modo, si evitano superfici ad alta luminanza (quantificazione della luminosità di una superficie emittente, riflettente o trasmittente). Un altro consiglio è quello di limitare il valore di illuminamento sul piano di lavoro orizzontale a un valore compreso tra 200 lx e 500 lx. Di seguito si riportano tre esempi di posizione del videoterminale: 1 --- posizione corretta del videoterminale rispetto alla parete finetrata; 2 --- posizione non corretta del videoterminale a causa delle elevate differenze di luminanze nel campo visivo; 3 --- posizione non corretta del videoterminale a causa delle riflessioni della luce diurna sullo schermo.

97 CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  Se il sole crea fenomeni di abbagliamento, filtriamolo con delle tende leggere. Evitiamo i tessuti troppo pesanti che oscurano l'ambiente e inoltre trattengono molte radiazioni utili all'organismo. Se le stanze sono buie si può rimediare con superfici chiare e luminose. Non teniamo luci accese quando non è necessario. In casa è preferibile la luce piacevole a incandescenza. Le lampade al neon sono eventualmente da usare solo nei luoghi di lavoro dove è richiesta un'illuminazione più chiara. È bene tenere presente che le luci a bassa temperatura, cioè a 30003500°K sono «calde» e psicologicamente gradevoli per le loro tonalità rosa. Luci a maggiore temperatura rendono la visione un po' più facile, ma creano ambienti «freddi» e, se poco potenti, le tonalità che prevalgono sono il verde e l'azzurro. Sono da preferire quindi lampade a campana o smerigliate per meglio diffondere la luce.  Se soffriamo della sindrome emotivo-stagionale (SAD) o il nostro lavoro richiede l'uso costante di luci artificiali, è possibile acquistare lampade in commercio con spettro più completo. Con queste lampade gli effetti negativi diminuiscono. La temperatura è infatti di 5500°K, cioè quella della luce naturale.  II tavolo da lavoro è il luogo dove gli occhi si stancano di più per l'attenzione richiesta. La lampada da tavolo che fornisce luce concentrata deve essere utilizzata assieme a una illuminazione generale per evitare forti contrasti. Non teniamo le lampade troppo vicino alla testa per non dar luogo ad emicranie o stanchezza generate da onde elettriche. Se adoperiamo dei monitor, illuminiamo tutta la stanza diffusamente per non stancare gli occhi.  Le superfici non dovrebbero mai essere lucide, ma opache per evitare di abbagliarsi. I colori scuri, che creano contrasti troppo forti con quelli chiari, non sono consigliati. Le tonalità migliori sono quelle chiare come il legno naturale (non il bianco). Per le attività intellettive disponete il tavolo vicino alla finestra, in modo da ricevere la luce naturale.  Controlliamo l'intensità luminosa degli ambienti ricordando che: --- un'illuminazione troppo forte porta a disturbi nervosi, insonnia, ansia, ipereccitazione; --- una luce carente o piatta porta malinconia, stanchezza, depressione, pessimismo;

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un'illuminazione varia e piacevole favorisce il rilassamento, la gioiosità, l'allegria e il piacere. Quindi studiare e disporre l'illuminazione nel proprio ambiente diventa un «gioco» di forme, luci e colori che agiscono anche sul corpo e sugli stati emotivi.

Questo soggiorno è caratterizzato da una vetrata, che permette alla luce naturale di entrare. La scelta di un arredamento con tonalità naturali abbinate al bianco rende l'ambiente ancora più luminoso. La disposizione e la scelta delle luci «cambiano» i nostri ambienti.

99 LA SCELTA DEI COLORI Quando scegliamo il colore rosa per le pareti della nostra camera o indossiamo un maglione blu o acquistiamo un'auto rossa non lo facciamo solo per questioni di gusto, ma per qualche cosa di più. La scelta di un colore piuttosto che di un altro è infatti un modo di comunicare, esprime un nostro stato d'animo e rivela qualcosa della nostra personalità. Non a caso il colore è stato definito un linguaggio più efficace delle parole. Ai colori associamo situazioni, stati d'animo e sensazioni: diciamo infatti che diventiamo rossi di rabbia, verdi per lo spavento o blu per la paura. La miseria è nera mentre la felicità è sempre rosa. Ci esprimiamo continuamente con i colori e questi, a loro volta, influenzano la nostra vita, anche se non ce ne accorgiamo. La natura è maestra nel dosare i colori. Alla sua ricchezza cromatica corrispondono sempre dei segnali. Il cambiamento di colore delle foglie degli alberi e dei fiori indica il mutare delle stagioni e degli ambienti, il cielo azzurro o un tramonto rosso indicano il bel tempo mentre una colorazione grigia segnala la pioggia. Anche i campi coltivati cambiano colore col crescere e cambiare delle colture; alcuni animali cambiano il colore del manto in certe situazioni di difesa, di attacco o di amore. I colori vivaci dei fiori hanno lo scopo di richiamare gli insetti che consentono di essere fecondati. L'uomo non può sfuggire agli effetti dei colori della natura. Anche nell'antichità i colori e i loro effetti erano usati a scopo religioso, terapeutico, magico e sociale. Nell'antica Cina i colori erano usati nella dietetica e per la diagnosi delle malattie. Il colorito del corpo e del viso, infatti, indicava un disturbo legato a determinati organi: l'eccesso di rosso richiamava a disturbi del cuore, l'eccesso di giallo alla milza e così via. La medicina Ayurvedica, una delle forme terapeutiche più antiche provenienti dall'India, prescrive quali colori devono avere i farmaci. La litoterapia (uso medico delle pietre) era certamente legata anche al colore della pietra. Per i terapeuti indiani, in passato come oggi, il colore ha un'azione energetica profonda sull'uomo non solo a livello del corpo ma anche della mente e dello spirito. Le radiazioni cromatiche, assorbite e cedute dal corpo sono state dimostrate dal ricercatore russo Kirlian agli inizi del XX

100 secolo. Questi, con una tecnica fotografica particolare, è riuscito a fissare l'aureola colorata anche delle mani e dei piedi emanata dagli organismi viventi. Questo metodo, che mostra la presenza di energie (colorate) attorno a noi (chiamate dai giapponesi «aura o ki» e dagli indiani «prana»), è utile per formulare una diagnosi sull'equilibrio energetico e quindi sulle funzionalità o su eventuali lesioni dei vari organi. Il mutamento cromatico più evidente avviene tutti i giorni con l'alternarsi del sole e della luna: giallo e rassicurante è il colore del giorno, blu e misterioso è quello della notte. Proprio questa alternanza sembra definire i principali effetti psico-fisici dei colori sull'uomo. I colori «caldi» o chiari, come il rosso, l'arancio o il giallo e la luce naturale, sono quelli attivi e generano un'azione stimolante: accelerano i battiti del cuore e la respirazione, accrescono la tensione muscolare e favoriscono la vitalità; spingono l'individuo alla praticità e alla concretezza. I colori «freddi» e scuri, come l'azzurro, l'indaco e il violetto e il buio della notte, hanno invece un effetto calmante. Rallentano i ritmi vitali, favoriscono il sonno e il riposo. Richiamano l'uomo ad una dimensione più spirituale e interiore. Il bianco e il nero sono i non-colori; il primo rappresenta in assoluto tutto ciò che è vita, sole e felicità, mentre il secondo richiama l'oscurità, l'immobilità, la tristezza e la morte. La persona non ha bisogno di un colore solo ma di tutti i colori integrati ed alternati. Il bisogno di un colore e del suo complementare è avvertito continuamente, anche se a livello inconscio. Nell'abbigliamento e nelle varie mode, dove il fenomeno cromatico è più evidente, un colore domina solo per un certo periodo, in quanto stanca; e il colore successivo sarà il suo inverso e opposto per ristabilire gli equilibri. Dopo un periodo di giallo si impone il viola e, a rotazione, dopo un periodo di grigio o nero, tornano gli abbinamenti sgargianti. Questo bisogno di equilibrio avviene anche per quanto riguarda le abitazioni. I contadini, per esempio, essendo a continuo contatto col verde dei campi e delle piante dipingono di rosa gli interni delle abitazioni. Forse, senza saperlo, scelgono un colore opposto al verde per ristabilire un equilibrio cromatico e fisiologico.

Questo soggiorno ha un aspetto estivo e fresco. I colori freddi riescono a creare un’impressione di spazialità, quindi sono utili per ingrandire i locali piccoli.

Questo ambiente ha un aspetto caldo ed accogliente. In questo caso i toni non sono troppo forti, prevalgono, l'arancione ed il giallo.Tenete presente che un colore è tanto più forte quanto più si avvicina ad un colore primario. In genere, è consigliabile adottare le tonalità intermedie, ricorrendo alle tinte forti solo per qualche particolare.

102 COLORI E CROMOTERAPIA I colori hanno effetti sul corpo e sulla mente determinando e spesso modificando la percezione della realtà delle cose e degli ambienti. Questo lo sanno bene le agenzie pubblicitarie e le aziende che scelgono con estrema cura il colore dei loro prodotti e delle confezioni. Le etichette, ad esempio, hanno precisi riferimenti: un prodotto dolciario dovrà essere confezionato generalmente con carta o decorazioni azzurre, essendo questo colore il simbolo della dolcezza. Mentre per i detersivi sono preferiti i colori verde, blu e azzurro che richiamano l'acqua e la pulizia, e il rosso per la potenza del lavaggio. Nell'ambito del lavoro i colori possono esercitare un'influenza negativa o positiva. Quelli che favoriscono il lavoro intellettuale e anche quello fisico sono i toni dell'azzurro e del verde mentre un lavoro monotono richiede colori più energetici. I colori «forti e caldi», per esempio, aumentano la percezione dei rumori e del calore. I pesi da sollevare di colore scuro sembrano più pesanti di quelli di colore chiaro. I colori possono anche determinare la percezione della temperatura: persone che soggiornano in una stanza a colori «caldi», quali il giallo, si sentono a proprio agio a una temperatura di 18 °C; le stesse sentono freddo a una temperatura di 20 °C se le pareti hanno colori «freddi» come il verde. I colori infatti penetrano più o meno profondamente all'interno del corpo a seconda della lunghezza d'onda. I colori «caldi» arrivano ai tessuti più profondi, mentre quelli freddi sono assorbiti solo superficialmente dalla cute. I dodici colori «puri» La ruota dei colori visualizza in modo efficace le relazioni tra le varie tinte contrasto, armonia, affinità. Si dice che l'uomo sia in grado di distinguere oltre dieci milioni di tonalità diverse. Tuttavia, questa varietà di tinte Nasce da pochissimi colori base, i cosiddetti colori «primari». I colori «primari» Sono il rosso, il giallo e il blu. Questi colori dividono il cerchio in tre parti uguali.

103 I colori «secondari» Sono tre e derivano dall'unione di parti uguali di due colori primari: il verde, che si ottiene dal giallo e dal blu; il viola, dal blu e dal rosso e l'arancione dal rosso e dal giallo. Colori «caldi» Sono i colori che occupano la parte sinistra della ruota dei colori. I rossi, i rosa, i gialli e gli arancioni sono ideali per creare un'atmosfera calda e accogliente. Colori «freddi» L'altra metà della ruota è occupata dai verdi, dai blu e dalle loro tonalità intermedie. Sono adatti se si vuole creare un'atmosfera fresca e rilassata.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI I colori hanno quindi grande influenza sull'uomo e certamente le tinte che scegliamo per le pareti, i tessuti e i materiali delle nostre abitazioni determinano in qualche modo la nostra vita. Affidarsi solo al gusto spesso non basta; i risultati cromatici potrebbero essere scadenti e tutt'altro che terapeutici e psicologicamente equilibranti. Il nostro senso del colore è deviato per contatti sempre più rari con la natura, il grigio del cemento e i colori artificiali troppo forti, che falsano l'equilibrio cromatico interiore dell'uomo. Oggi i colori seguono la moda, influenzano l'abbigliamento e ancora di più l'ambiente domestico e lavorativo. Dovrebbero essere scelti e combinati con attenzione, spesso invece una stanza, addirittura l'intera abitazione, vengono arredate solo scegliendo tinte alla moda. Non è raro vedere ambienti, specie le cucine, tutti bianchi. Mobili, pareti, pavimenti e persino gli accessori, spesso creano lindi e asettici ambienti che assomigliano più a sale operatorie che a un confortevole focolare domestico.  L'ambiente sarà accogliente e piacevole se prevarranno i colori «caldi»,

104 naturalmente smorzati come le tinte pastello, mentre i toni «freddi» saranno limitati a superfici più ridotte. L'uso di un solo colore nell’intero ambiente non è consigliabile perché innaturale. Un singolo colore, inoltre, ha un solo effetto invece che una somma di colori. Permanendo a lungo in ambienti di un solo colore la loro influenza, positiva o negativa, può essere troppo forte. Anche nella cromoterapia le esposizioni ad un solo colore vengono consigliate per tempi brevi.  I colori scelti dovranno essere vicini fra loro e non eccessivamente contrastanti. Uno sarà dominante e gli altri più chiari o più scuri in gradazione. I colori complementari, cioè opposti, non contrastano solo a livello visivo, ma influenzano eccessivamente la persona. Se il rosso rappresenta energia e il verde la quiete, l'arancione rappresenta il calore e il blu la freschezza; contrapporre questi toni significa disorientare la mente e i ritmi del corpo.  Particolare attenzione sarà posta sull'uso del nero e del grigio, per i loro effetti deprimenti, e dove predomina troppo il bianco, perché sono molto differenti da un ambiente naturale variopinto. Il caso tipico della lavagna nera contro una parete bianca nelle scuole, è «veleno per la psiche del bambino».  Il grado di riflessione di luce di alcuni colori, da tenere presente per determinare la luminosità degli ambienti, è per i toni «freddi» toni «caldi» verde 29% giallo 65% blu 11% arancione 38% violetto 7% rosso 12% Questi valori determinano anche la capacità di accumulo termico. I colori poco riflettenti come il blu o il rosso e in assoluto il nero accumulano calore mentre quelli chiari e luminosi riflettono e garantiscono freschezza.  Anche la posizione del sole può cambiare cromaticamente un ambiente. Se dipingiamo una stanza di rosa e questa è esposta ad Ovest, dove il sole invia raggi rossastri, tenderà all'arancio mentre a Nord, dove la luce è «fredda», la tonalità sarà violetta. Con un uso appropriato dei colori è possibile quindi agire per dare ad una stanza, esposta a nord, una colorazione leggermente gialla che supplirà alla mancanza diretta dei raggi solari. Anche una tenda leggera dai toni pastello o quadri colorati possono modificare la luce rendendo gli ambienti più confortevoli.

105  La colorazione degli ambienti è bene che sia data prima di tutto dal materiale e dai mobili usati in casa. Il legno, il mattone, il cotto, il vimini, la paglia e anche molti tessuti hanno una piacevole colorazione naturale, che soddisfa l'occhio senza stancarlo. Se il colore originale del materiale non viene modificato non ci deve essere nessuna preoccupazione di sbagliare abbinamenti. Le costruzioni o gli interni più affascinanti sono quelli in cui il legno, il mattone, la pietra o le fibre naturali vengono mescolali tra di loro.  I pavimenti è bene che non siano troppo chiari; le superfici in natura hanno i colori del marrone, del verde, del rossiccio o del giallo e questi toni cromatici rendono l'ambiente piacevole e meno soggetto alle macchie.  Le pareti avranno tinte tenui; i colori «freddi» possono essere adottati nelle camere da letto dove viene favorito il rilassamento, mentre nelle camere dei bambini sono sempre preferibili i colori «caldi» pastello. I toni «caldi» accompagneranno anche le zone giorno.

QUALE STILE DI VITA? II sole ci regala luce, calore e colore. Utilizzare questi doni naturali, spesso trascurati, significa mantenersi in salute, perché hanno un potere terapeutico molto più efficace di certi farmaci. Questo lo sapevano bene i romani e altri popoli antichi, che prevedevano sopra i tetti i solarium dove prendere bagni di sole, aria e luce. La elioterapia e l'aeroterapia sono un mezzo di guarigione naturale efficace e un buon antidoto alle carenze da sole della vita cittadina, di lavoro e alle eccessive esposizioni a radiazioni elettriche. Come sostengono diversi naturopati è sufficiente esporre anche per pochi minuti il corpo nudo all'aria e alla luce per ritemprarlo e rinvigorirlo. Questa pratica può essere attuata anche in casa, nel terrazzo o aprendo una finestra dove penetrano i raggi del sole. È bene ricordare che diverse radiazioni solari non attraversano il vetro e neppure i tessuti scuri. Se lasciamo per qualche tempo un tessuto bianco e uno nero su un prato, noteremo che sotto il primo l'erba mantiene il suo colore mentre sotto il tessuto nero ingiallisce. Anche gli occhiali da sole riducono la penetrazione della luce nell'occhio e limitano gli effetti elioterapici. Questa «protezione» porta la pupilla a dilatarsi, ma non blocca le radiazioni eccessive, che sono molto dannose per gli occhi.

106 Le creme e le «lozioni» solari riducono parzialmente l'assorbimento dei raggi ultravioletti, oltre ad interferire su un naturale «sistema d'allarme» del corpo, quale un arrossamento. Sostare invece sotto le verdi fronde di un albero permette al corpo di ricevere dei magnifici «bagni» di luce senza dover applicare le creme. Anche la cromoterapia diretta, cioè applicata tramite tessuti e luce colorata, acqua irraggiata dal sole da ingerire o visualizzazioni mentali di particolari colori, è una forma di cura molto utile. L'uso più semplice dei colori è comunque quello del contatto con la natura e la permanenza in un ambiente piacevole cromaticamente equilibrato.

Esempi di cucina rurale ampia, con le travi naturali che «scaldano» l’ambiente

L'ARREDAMENTO ECOLOGICO

MOBILI ECOLOGICI E BELLI O CONDIZIONANTI? Se la disposizione della casa è importante, anche l'arredamento e la disposizione dei mobili hanno un'influenza ben precisa sul microclima delle nostre case, sull'energia bipolare e quindi sull'uomo che le abita. Nel passato il mobile ha sempre rappresentato una nota determinante della «personalità» di chi abita una casa. Esso veniva prodotto artigianalmente e quasi sempre secondo le esigenze della singola famiglia. Il mobile era un oggetto unico, espressivo, destinato a durare nel tempo e veniva tramandato anche alle successive generazioni. Tutto ciò è riscontrabile nei mobili antichi, che rappresentano un valore affettivo, perché ereditati dalla famiglia, e simboleggiano una continuità che rassicura e permette un contatto importante con la tradizione. Oggi la progettazione e la fabbricazione del mobile non sono quasi più gestiti personalmente, ma dall'industria che li produce in serie. Quando, all'inizio del XX secolo, da una produzione artigianale si passò a quella industriale, questo sviluppo della tecnica venne salutato come l'opportunità di diffondere un arredamento di qualità per tutti. L'artista o l'artigiano esperto progettavano l'originale e da questo potevano essere tratte copie all'infinito. L'arte, finalmente, era alla portata di tutti e non solo di pochi eletti. Ma se l'intento iniziale era nobile, il successivo sviluppo industriale non si poteva ben prevedere. Il mobile, da depositario di valori artistici, funzionali e affettivi, è diventato semplicemente un fatto di moda. L'industria, più che seguire le esigenze del pubblico, le manipola e spesso le modifica creando bisogni fittizi piuttosto che reali. Non si progetta quasi più seguendo le effettive esigenze dell'uomo, ma per motivi economici, tecnici o puramente estetici. Il mobile segue sempre più spesso la direttiva «dell'usa e getta» del consumismo e dunque il livello di qualità, nella maggior parte dei casi, non può che essere basso. L'arredamento influenza la sfera fisica e psichica dell'uomo. I suoi

108 primi requisiti dovrebbero consistere nella praticità e semplicità per assecondare i bisogni delle persone. Quello che però avviene nelle abitazioni è spesso l'opposto, perché si guarda alla moda. Le stanze sono spesso troppo ingombre: credenze, tavoli, armadi e comò si affiancano l'uno all'altro lasciando poca libertà di movimento. Alcuni locali, definiti di rappresentanza, come il «salotto buono», vengono usati solo in speciali occasioni. I piccoli spazi degli appartamenti cittadini diventano ancora più angusti, fino a far svolgere la vita familiare nella sola cucina dove si prepara il cibo, si mangia, si chiacchiera o si guarda la televisione, mentre il resto della casa viene spesso trascurato. Cosa è successo? Siamo diventati prigionieri del nostro arredamento. In questo tipo di abitazioni soffocanti non c'è spazio per il movimento dei bambini. La creatività, la fantasia e il gioco, che spesso necessitano semplicemente di libertà e spazi vuoti per esprimersi, vengono repressi. Aumentano così l'aggressività, il nervosismo, l'insonnia, disturbi tipici dei bambini di oggi. Le forme di un mobile Un mobile dovrebbe essere armonico nelle sue proporzioni e stimolare contemporaneamente le qualità interiori di chi abita. È bene ricordare che ogni forma geometrica ha una precisa influenza sulla nostra psiche. Le quattro forme fondamentali sono: --- Cerchio: rappresenta la creatività, la protezione, lo sviluppo e il nutrimento, ed è la forma più completa. --- Quadrato: rappresenta la razionalità, la stabilità e la fissità. --- Triangolo: rappresenta l'energia, la forza vitale e l'ascensione. --- Spirale: rappresenta l'intuizione, il movimento e lo sviluppo. La natura crea sempre le forme più morbide e arrotondate, mentre l'uomo, fino a poco tempo fa, ha preferito rivolgersi alle linee rette che meglio assecondano una produzione industriale. I mobili e le nostre abitazioni sono spesso stati improntati alla forma quadrata. Forme rigidamente geometriche e astratte componevano gli ambienti influenzando la sola sfera razionale del nostro intelletto. E i bambini, più sensibili degli adulti, percepiscono un ambiente ostile e rigido, contrapposto alle rotonde forme del grembo materno. Oggi, fortunatamente, la tendenza è cambiata.

109 CON QUALI MATERIALI COSTRUIRE I MOBILI? I materiali che compongono un mobile influiscono in senso favorevole o sfavorevole sul clima interno. I mobili dovrebbero essere rigorosamente ecologici, cioè costruiti con solo legno e altri materiali naturali. Se acquistiamo un tavolo o un armadio in legno e osserviamo la loro struttura, noteremo che, nella maggior parte dei casi, i mobili sono in pannelli di truciolare rivestiti di un sottile strato di legno o di plastica esterno. Il truciolare è formato da piccole schegge di legno tenute insieme dalla colla, ovvero da una resina sintetica a base di formaldeide; dunque l'attuale arredamento, salvo eccezioni, ha ben poco di naturale. Anche i prodotti di trattamento e le vernici di superficie sono composti da agenti chimici. I prodotti di protezione per il legno contengono insetticidi e fungicidi molto forti. Il pentaclorofenolo (PCP), per esempio, è un veleno potentissimo presente nei fungicidi di uso domestico. Chi lavora nella fabbricazione di questo prodotto rischia disturbi quali la cirrosi epatica o l'atrofia del midollo osseo. Il legno trattato chimicamente, quindi, non è più un materiale vivo e sano ma un composto di veleni. I prodotti sintetici, i polimeri, come la plastica o la formica, non dovrebbero far parte dei mobili. Questi materiali oltre ad inquinare l'aria, elettrizzano l'ambiente e le persone: sedendosi o sdraiandosi sulla plastica aumentano i battiti cardiaci e si modifica la respirazione, come è stato dimostrato da ricerche eseguite presso l'Istituto di igiene ambientale dell'Università di Vienna. Anche i mobili imbottiti sinteticamente come i divani, le testate dei letti o le poltrone sagomate in poliuretano espanso, possono modificare i nostri sistemi di regolazione corporea.

L'ERGONOMIA IN CASA E NEL LAVORO Un mobile può essere esteticamente piacevole e funzionale, biologicamente sano e anche confortevole ma fisiologicamente inadatto. Cosa significa? È la caratteristica che hanno alcuni mobili (specie i tavoli, le sedie, i divani e i letti), di non sostenere bene il corpo e non rispettarne la fisiologia, con conseguenti danni alla salute, specie alla colonna vertebrale. Una nuova scienza, l’ergonomia, ricerca un adattamento delle forme e delle proporzioni dei mobili e delle macchine al corpo umano.

110 Le sedie e i tavoli Il nostro tempo è l'era della sedentarietà. Un numero crescente di professioni è «legato» alla scrivania, mentre le macchine e i computer annullano gran parte del lavoro fisico di un tempo; la sedia e il tavolo diventano accessori indispensabili. Se stessimo effettivamente seduti comodi tutto si limiterebbe ad un problema di mancata mobilità, ma i mal di schiena, i dolori al collo e alle spalle, le continue tensioni e indolenzimenti dimostrano che c'è qualcos'altro che non va. Ciò che danneggia maggiormente la nostra schiena è una posizione scomoda e 1'immobilità. Ne sono un esempio i continui spostamenti che facciamo quando siamo seduti: accavalliamo le gambe, ci solleviamo, distendiamo il dorso o lo appoggiamo allo schienale in cerca di sollievo. La sedia, effettivamente, non era nata per facilitare l'uomo nelle sue attività, ma come un «trono», per mettere in evidenza personaggi importanti. Infatti se osserviamo i popoli primitivi e i bambini (che non sopportano le sedie) vediamo che la posizione preferita è quella accovacciata. In Oriente la maggior parte delle attività viene svolta in questa posizione o su sgabelli molto bassi. In questa maniera la colonna vertebrale si snoda nella naturale forma ad «S» e le vertebre rimangono ben distanziate e non sollecitate da un peso eccessivo. Contemporaneamente la zona inguinale si distende garantendo flessibilità alle anche e al bacino. Oggi questa posizione è per la maggior parte di noi impraticabile, eccetto che per i bambini. Ora vediamo cosa accade alla nostra schiena quando stiamo seduti per lungo tempo. Può sembrare strano, ma i muscoli si stancano di più quando stiamo seduti. In questa posizione, infatti, le cosce formano un angolo retto col tronco, e i muscoli che collegano le gambe al bacino si tendono, mentre la parte più bassa della schiena, l'area lombare, deve contrastare questa tensione flettendosi all'indietro. Anche l'addome, in questo innaturale incurvamento, non esercita il sostegno e si rilassa in avanti, mentre le gambe, totalmente inutilizzate, perdono il tono muscolare. Alcuni organi interni, come lo stomaco o i polmoni, vengono così danneggiati per eccessiva compressione. La colonna vertebrale perde la sua forma fisiologica e i muscoli entrano in eccessiva tensione o rilassamento. Risulta evidente che lunghe ore passate sulla sedia possono essere dannose. Anche nelle scuole il bisogno istintivo di movimento dei bam-

111 bini (assumono le posizioni più impensabili sulle sedie!) non dovrebbe essere stroncato con sonore sgridate, ma assecondato con pause di movimento da alternare alla staticità. Oltre al letto (vedi capitolo La camera da letto), l'influenza maggiore sull'uomo è determinata dai tavoli, dalle sedie e dai divani. Uno dei fondatori dell'ergonomia, il prof. E. Grandjean di Zurigo, sostiene che «chi sta seduto per 8 ore in modo sbagliato, la sera è insopportabile e non ha più voglia di niente». L'ergonomia ci fa osservare che le persone hanno stature diverse, perciò soprattutto la sedia e il tavolo dovrebbero essere su misura. Le sedie con le gambe troppo alte rispetto alla misura ginocchio-piede impediscono ai piedi di poggiare per terra, creando una posizione scorretta. La circolazione del sangue è rallentata con conseguenti problemi venosi, i piedi e le cosce sono freddi e compaiono gonfiori agli arti inferiori, senza considerare gli affaticamenti specie nella zona lombare. La soluzione migliore è adottare una sedia regolabile in altezza. Un altro accorgimento è quello di posizionare uno spessore sotto i piedi, portando le ginocchia ad una altezza superiore al bacino, favorendo così la circolazione.

LA COLONNA VERTEBRALE L'80% della popolazione soffre di dolori alla schiena ed anche i bambini e gli adolescenti presentano disfunzioni sempre maggiori quali scoliosi e indebolimenti muscolari. La colonna vertebrale assieme ai muscoli ha il compito di sostenere il corpo e di garantire la posizione eretta. Gli indiani la definiscono «il monte che sorregge il mondo». La sua naturale forma, vista di lato, non è rettilinea ma ad «S». Grazie alla sua struttura flessibile e contemporaneamente rigida, permette il movimento e ammortizza gli urti. La sua grande efficienza è legata ad una estrema sensibilità: invece certe condizioni provocano dolori di schiena. La colonna vertebrale rappresenta anche qualcosa di più: ogni vertebra, infatti, è collegata ad un organo del nostro corpo tramite un complicato sistema di nervi. Questo significa che, se esistono delle deviazioni o delle tensioni in un punto di questa, gli organi correlali ne soffriranno. Le distorsioni alle delicate vertebre cervicali, per esempio, coinvolgono per via riflessa gli organi del capo generando tensioni agli occhi, emicranie o problemi alle prime vie respiratorie. Non bisogna inoltre dimenticare che i dolori alla schiena rappresentano la via che porta ad alterazioni morfologiche più gravi, come l'artrosi, le discopatie o l'osteoporosi (decalcificazione delle ossa).

112 Anche il profilo dello schienale dovrebbe adattarsi alla linea sinuosa della colonna vertebrale. Esistono oggi in commercio sedie ergonomiche create da alcuni progettisti norvegesi, che permettono un allineamento perfetto della schiena. Il piano di appoggio inclinato in avanti consente una flessione ideale di 60 - 70° delle anche e lo scarico di una parte del peso sulle ginocchia. Il risultato è una logica distribuzione delle forze che agiscono sul nostro corpo. La fisiologia dell'abitare studia inoltre le misure dei piani di lavoro (in cucina per esempio) e l'interrelazione stessa tra i vari mobili, a salvaguardia della salute della casalinga, giacché la casa è il suo ambiente di lavoro. Questa ricerca viene naturalmente attuata nel rispetto delle proporzioni e dell'estetica, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Molti mobili antichi e moderni dimostrano che estetica e funzionalità possono essere in perfetta armonia.

Una corretta postura da seduto significa prevenzione dai dolori vertebrali, al collo, spalle e schiena.

113 COME VIVERE GLI SPAZI IN CASA? CON QUALI MOBILI A MISURA D’UOMO? I mobili naturali senza chimica Esistono nel campo dell'arredamento degli accorgimenti che ci permettono di vivere meglio la nostra abitazione e il nostro lavoro. La prima caratteristica di un mobile ecologico è di essere naturale, cioè costruito con il legno, il bambù o altri materiali lasciati allo stato integrale, evitando trattamenti coprenti con smalti colorati che nascondono le venature e le caratteristiche originali. Meglio utilizzare la cera d'api. Oltre ad essere vantaggioso per il microclima dell'ambiente, il mobile ecologico, regolato dai pori aperti dei materiali, mantiene un collegamento visivo e psichico fra l'uomo e la natura. I bambini, specialmente, gradiscono le opache superfici del legno o di un tessuto naturale ed evitano il contatto con i «freddi» metalli, il vetro e certe superfici lucide, che non esistono in natura. I mobili interagiscono con il microclima dell'abitazione influenzandone: --- La composizione dell'aria (quantità di ioni positivi e negativi, le cariche elettrostatiche, agenti chimici presenti, polveri in sospensione, ed altro); --- Il grado di umidità dell'ambiente. II mobile quindi dovrebbe essere di legno massiccio (non trattato chimicamente). In alternativa, ci possiamo orientare verso il tamburato o il multistrato, richiedendo l'incollaggio con resine vegetali prive di formaldeide ed evitando rigorosamente il truciolare. Le varie parti saranno tenute insieme da pochi punti incollati o preferibilmente da incastri e da viti. I trattamenti chimici devono essere limitati al minimo. I prodotti antimuffa sono superflui. Infatti, funghi e muffe si formano solo se l'umidità è elevata, cosa che non dovrebbe avvenire mai nei locali abitati. L'unica precauzione da adottare è quella di controllare l'aerazione delle stanze e dei mobili nelle parti posteriori. É inutile usare prodotti antitarlo se il legno è ben mantenuto e trattato con cera d'api e non è stato esposto all'umidità. Ciò è dimostrato dal fatto che case, chiese o castelli vecchi di secoli sono ancora in ottimo stato senza vernici o protezione alcuna. Se si possiedono mobili vecchi o antichi sarebbe utile un trattamento ad aria calda (sopra i 60°C), in questo caso attuato nel forno di una car-

114 rozzeria, così per restaurare le strutture portanti (solai, travature o pavimenti). Gli unici preparati adatti allo scopo non molto tossici sono quelli a base di sali di boro, acido acetico o soda. Volendo usare un prodotto chimico ricordiamo che una pennellatura superficiale serve a poco, perché non penetra in profondità nel legno, dove si trova il tarlo. Conviene iniettare un prodotto antitarlo nei piccoli fori visibili e nelle fessure e chiuderli con cera solida o con stucco. La migliore cura del legno è l'applicazione della pura cera d'api. Questa cera emana un piacevole aroma che profuma la stanza e procura un'azione antisettica, proteggendo il legno dai parassiti e dalla polvere. Il legno può essere leggermente impermeabilizzato nel caso dei mobili della cucina, del bagno o dei pavimenti, con impregnanti naturali, oggi in commercio, a base di resine vegetali. Anche l'olio di lino è una buona soluzione. Per la colorazione del legno la soluzione migliore è data dai mordenzanti in soluzione acquosa, con coloranti derivati da pigmenti naturali. Alcuni impregnanti a base di corteccia agiscono anche come fungicidi e insetticidi, in quanto la pianta da cui si ricava la corteccia produce queste sostanze per difendersi. Le sostanze per il trattamento del legno è bene acquistarle presso negozi di prodotti ecologici, poiché le vernici a base di olio di lino possono contenere piombo come essiccante, mentre le cere d'api possono essere diluite in acquaragia e i mordenzanti possono essere diluiti in solventi. Attenzione a non incorrere nell'errore di acquistare mobili vecchi o antichi ritenendoli ecologici: i prodotti utilizzati nel restauro sono spesso tossici. Cercate invece mobili ancora da restaurare e fate svolgere l'intervento in modo ecologico. Considerate l' importanza degli spazi L'arredamento è determinante per un armonico inserimento nell'ambiente di casa. Non lasciamo che i mobili influenzino o «imprigionino» la nostra libertà di movimento, di gusto e di colore. In Oriente, specialmente in Giappone, i mobili sono ridotti al minimo: l'arredo è costituito da armadi a muro, stuoie da stendere a terra, tavolini bassi e pareti semoventi che «mutano» continuamente gli spazi. Cerchiamo di non ingombrare le nostre stanze. Scegliamo mobili

115 semplici e funzionali, evitando così una disposizione fissa degli arredi che impedisce modificazioni nel tempo. Un maggiore spazio via via consentirà la soluzione consona ai nostri futuri bisogni. Qualche volta lasciamoci anche trasportare e torniamo a vivere «sul pavimento» aiutati da tappeti e morbidi cuscini. Se inizialmente un ambiente con i mobili e altri accessori, tutti dello stesso stile e colore può affascinarci (vedi le moderne soluzioni di interni), in breve tempo stanca. L'uniformità in natura non esiste e la monotonia annoia e reprime la creatività. Molti arredi moderni, troppo uguali, inducono ad un continuo desiderio di cambiamento, mentre ciò non avviene con i mobili artigianali, vecchi o antichi. Questi, infatti, trasmettono alla persona qualcosa di più della sola funzionalità e razionalità: valori legati alla cultura e allo spirito o semplicemente ricordi lieti e rispetto per il costruttore. Anche per i bambini ciò rappresenta un valore pedagogico notevole. Il revival pubblicitario di alcuni mobili tradizionali, per esempio delle cucine, che si contrappongono ai «freddi» ambienti puramente funzionali, confermano la ricerca di valori non solo legati al lusso, all'estetica e alla razionalità ma alla vita naturale e alla tradizione culturale di un popolo. È bene ricordare che in un ambiente: --- i materiali «freddi» sono quelli lucidi e lisci come il marmo, il vetro, le piastrelle, i polimeri, i laminati vari e i metalli; --- i materiali «caldi» sono l'argilla cotta e cruda, il legno, il vimini, il cocco, il bambù, i tappeti e i tessuti naturali.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI Ricordiamo che ogni posizione fissa è innaturale. Se siamo costretti all'immobilità per il lavoro, ogni tanto facciamo qualche movimento e cerchiamo di evitare le posizioni scorrette come quelle piegate in avanti o lateralmente. Se abbiamo dolori alla schiena o anche semplici tensioni, teniamo presente che tutto il corpo soffre per l'interrelazione tra colonna vertebrale e gli altri organi. È possibile aiutarsi con qualche massaggio o sedute di fisioterapia, massaggi, ginnastica chiropratica, e con altre attività che rafforzano la muscolatura della schiena e correggono le deviazioni.

116 Tra le più consigliate vi sono le terapie yoga. Come suggerisce questa pratica antica, dimentichiamo qualche volta la sedia (nei momenti di relax) e preferiamo la posizione a gambe incrociate e quella in ginocchio, che, come insegnano i cinesi, aiuta anche la digestione.

I TESSUTI E I LORO TRATTAMENTI

IL MERCATO OGGI La casa non è fatta solo di muri, pavimenti, finestre, mobili e piante, c'è un'altra componente importante che fa parte della nostra abitazione: i tessuti. Le tende, i cuscini, i rivestimenti delle poltrone e dei divani, le tappezzerie, ecc. sono tessuti che influenzano il clima, il gusto e la salute nel nostro appartamento o casa. Oggi siamo attirati da tessuti con disegni fantasiosi e originali, da trame sempre nuove e diverse, dai colori più svariati, dai tenui ai variopinti accostamenti fino ai più bizzarri giochi fosforescenti. Lo scopo della fibra colorata è quello di rendere la vita più piacevole e certamente meno grigia. Forse dobbiamo supplire alla mancanza di un prato verde, di un campo di fiori o del cielo azzurro a cui si sostituisce il grigio del cemento e dell'asfalto. Ma se questi variegati e splendidi colori sono un bel «regalo» per i nostri occhi e per la nostra anima, ci siamo mai chiesti se i tessuti sono salubri per il nostro corpo? Quando si acquista un vestito, un lenzuolo o altri tessuti di arredo si presta attenzione al colore e all'estetica ma raramente alla qualità del tessuto. Iniziano i problemi quando appaiono allergie, irritazioni o altri malanni come reumatismi, artriti o problemi respiratori che non colleghiamo direttamente ai tessuti e alla condizione abitativa, mentre invece sono spesso intimamente correlati. Nel passato questi problemi non esistevano; i tessuti erano solo quelli di derivazione animale o vegetale. Nell'ultimo secolo, invece, i tessuti hanno subito grandi modifiche; dalle fibre di derivazione naturale, familiari all'uomo, si è passati alle fibre artificiali, non presenti in natura e totalmente create in laboratorio. Oltre alle fibre sono cambiate anche le sostanze coloranti e gli additivi chimici. Trattamenti chimici Prima causa del «malanno da tessuto» è il trattamento chimico a cui spesso viene sottoposta la fibra originale. I trattamenti possono essere

118 antitarme, antipiega, antinfeltrenti o impermeabilizzanti. Le stesse colorazioni sono un trattamento chimico. I nuovi colori di sintesi si fissano sul tessuto e sono spesso allergici o addirittura tossici. I trattamenti spesso snaturano a tal punto la fibra naturale da renderla simile ad una artificiale. Questo può provocare, ad esempio, un'allergia al contatto della lana. Non è però la lana che provoca l'allergia, ma il trattamento a cui è stata sottoposta. Quando leggiamo la dicitura «superwash» sulla nostra canottiera sappiamo che possiamo comodamente infilarla in lavatrice all'occorrenza, ma non immaginiamo che quella canottiera non ha più le stesse proprietà della lana, in quanto il filato è stato trattato con resina acrilica, che ora lo riveste. I trattamenti chimici, oltre ad alterare la qualità del tessuto naturale, lasciano dei residui tossici che aderiscono alle fibre. Questi residui entrano a contatto con la pelle e nel tempo vengono da questa assorbiti. Cerchiamo almeno di usare i detersivi ecologici in commercio, che logorano meno le fibre e la pelle.

NATURALE E SINTETICO A CONFRONTO Il discorso certamente si fa complesso. Se prima acquistavamo un abito, una coperta o una tenda lasciandoci guidare solo dal gusto, è bene capire che, oltre a questo, ci sono altre proprietà e funzioni a cui il tessuto è legato e che queste incidono sulla nostra salute. Vediamo come orientarci nella giungla di tessuti dai nomi strani che ci propone il mercato. Tessuti naturali. I tessuti naturali, usati per secoli dall'uomo, sono di derivazione animale come la lana e la seta, o di derivazione vegetale come il lino, il cotone e la canapa. Se lasciati allo stato naturale hanno fibra irregolare e sempre diversa. Questa alternanza la rende compatibile con la nostra struttura corporea e utile come «seconda pelle» alle nostre funzioni fisiologiche. Fibre artificiali. Differenti sono le fibre artificiali perché derivano da fibre animali o vegetali, che però vengono trasformate chimicamente con acidi, producendo una massa fluida che viene poi filata. Tra le più

119 conosciute c'è il rayon viscosa. Questi tessuti possono essere assimilati come caratteristiche generali a quelli sintetici poiché la loro natura viene completamente modificata. Tessuti sintetici. Queste fibre hanno un'origine molto recente, nel 1940 erano appena conosciute. Sono interamente sintetizzate chimicamente a partire da composti minerali organici come il petrolio, il carbone o il metano. Le proprietà che hanno facilitato la loro diffusione sono il basso costo, la facilità di colorazione tramite i prodotti di sintesi, la comodità di pulizia (non si restringono o infeltriscono) e l'inattaccabilità da parte di batteri, muffe e tarme. Le fibre sintetiche sono numerose e altre ne vengono continuamente inventate. Le principali sono le poliammidiche (esempio nailon e perlon), le fibre poliesteri (terital), le poliviniliche (movil) e quelle acriliche (leacril, dralon, orlon).

LE FUNZIONI DEI TESSUTI E DELLA PELLE I tessuti naturali e quelli sintetici spesso si mescolano nelle composizioni più svariate, riportate sulle etichette. Ogni fibra possiede caratteristiche peculiari che non sempre indirizzano il nostro acquisto in un senso o nell'altro. Vediamo come agiscono questi differenti tessuti e in quale maniera determinano il microclima del corpo e dell'ambiente domestico. Un tessuto è per noi una «seconda pelle», specialmente gli abiti, le lenzuola e le coperte del letto. Tra le particolari funzioni che possiede la pelle ci sono quelle di difendere il corpo dal caldo e dal freddo, di termoregolarlo e proteggerlo. Queste qualità dovrebbero averle anche i tessuti, almeno quelli più a contatto del corpo. Le principali proprietà di un tessuto sono: --- Traspirabilità --- Igroscopicità e termoregolazione --- Elettrostaticità neutra --- Potere parzialmente isolante --- Buona resistenza meccanica --- Non infiammabilità --- Assenza di elementi irritanti --- Capacità generative

120 Traspirare è vitale Il tessuto dovrebbe essere di provenienza naturale, una materia viva, sensibile e attiva, e non semplicemente un arredo. Per meglio comprendere questo, vediamo quali sono le funzioni primarie di quel meraviglioso manto che ci riveste sempre, così da essere contemporaneamente elastico e resistente, termoregolatore e protettore, traspirante e parzialmente impermeabile. I tessuti naturali come la lana e il cotone, sono quelli che si avvicinano di più alle proprietà della pelle. La fibra di derivazione animale o vegetale è «viva», e lascia respirare il corpo e l'ambiente. Se indossiamo un indumento o se dormiamo in un letto coperti da tessuti naturali il nostro corpo può continuare, attraverso la cute, le sue funzioni. Ma se il tessuto che ci riveste o ci copre è di origine sintetica esso ostacolerà il ricambio fisiologico del corpo e creerà un effetto di «sigillo» dell'umidità simile all'effetto serra. Infatti le fibre sintetiche, come gran parte dei materiali di sintesi, non sono traspiranti e creano un ristagno dell'umidità del corpo, come può avvenire all'interno di un sacchetto di plastica. Viene a mancare il passaggio d'aria dall'interno all'esterno e viceversa. Le tossine prodotte dal corpo permangono tra la pelle e il tessuto e vengono lentamente riassorbite dalla cute stessa. È quello che si può definire un lento auto avvelenamento, che può verificarsi anche all'interno dell'abitazione, quando le pareti sono tappezzate da tessuti sintetici o i pavimenti ricoperti di moquette artificiale. LA PELLE La pelle non è semplicemente un involucro che riveste il nostro corpo, ma ha funzioni ben più importanti che condizionano l'andamento della salute corporea e che si possono riassumere in nutrizione ed eliminazione. Non ricaviamo nutrimento solo dai cibi, ma anche da ciò che la pelle assorbe: l'aria, il calore, la luce con le radiazioni solari ed elettromagnetiche. Pensiamo un attimo alle funzioni respiratorie della pelle: il suo potere di incamerare aria è pari a 1/5 di quello dei polmoni. Una buona attività cutanea rifornisce perciò il corpo di ossigeno e di flussi energetici e in tale quantità da considerare la pelle il nostro «secondo polmone». Se il corpo ogni giorno deve venire alimentato per mantenersi in vita, di pari importanza è l'eliminazione delle scorie. In ogni momento le nostre cellule richiedono sostanze vitali da assorbire e nel contempo espellono residui della loro attività metabolica. Insieme a intestino, fegato e reni, la pelle ha la funzione di mantenere il

121 corpo pulito. Ogni giorno, attraverso i milioni di pori presenti sulla cute, ben 500 grammi di sostanze tossiche vengono veicolate verso l'esterno tramite la sudorazione e una continua evaporazione (da 200 ml a 1 litro è il vapore acqueo disperso giornalmente). Ostacolare le funzioni dell'apparato cutaneo significa avviarsi verso sicuri disturbi e malattie. Sono noti casi di morte improvvisa di attori di teatro che avevano dovuto dipingersi interamente il corpo con una vernice impermeabile. Questo ci fa comprendere che la pelle non deve richiamare la nostra attenzione solo quando appare un brufolo o si squama (tutti segni, del resto, che «qualcosa» all'interno non funziona), ma ogni giorno perché è «veicolo» di salute e di benessere.

La capacità igroscopica e la termoregolazione dei tessuti e della pelle Come abbiamo potuto vedere in relazione al clima dell'ambiente, essa è la proprietà di un materiale o di un tessuto di assorbire e cedere umidità. Tutte le fibre naturali assolvono egregiamente a questo compito, grazie alla trama irregolare e mai uniforme e alle capacità assorbenti molto elevate. Il sudore o il vapore acqueo emesso dal corpo viene assorbito lasciandolo asciutto. I tessuti sintetici non hanno questa proprietà perché le fibre compatte e regolari sono poco assorbenti e impediscono la traspirazione, lasciando la pelle umida. Questa umidità, se costante, predispone all'insorgenza di artriti e artrosi, accentua quelle già presenti e crea l'ambiente adatto alla proliferazione di patologie dermiche come arrossamenti e dermatiti, oppure rallenta la guarigione di infezioni e ferite. Lo stesso effetto di umidità stagnante può verificarsi nelle stanze di casa. Essa dovrebbe invece essere assorbita dai tessuti (tende, tappeti, stuoie, tappezzerie) e legno e poi essere «ceduta» lentamente all'occorrenza (per esempio, nel caso di aria troppo secca da riscaldamento). Un tempo le nonne consigliavano, in previsione di una sudata, la maglietta di lana aderente alla pelle. Questa, infatti, assorbiva il sudore lasciando il corpo asciutto ed evitava raffreddamenti cutanei. Era la salute delle articolazioni. La lana, grazie alle fibre larghe e diramate, agisce continuamente come una spugna assorbente a differenza del cotone e della seta che, dopo un certo tempo, restringono la trama e diminuiscono la permeabilità. La pelle è un termoregolatore. Tramite la dilatazione o la costrizione dei suoi pori, regola la temperatura interna del corpo. Se fa caldo i pori si dilatano e fuoriesce il sudore che, evaporando, mantiene fresco il corpo;

122 se fa freddo i pori si chiudono e formano un involucro compatto che riduce la dispersione del calore. Anche i tessuti naturali si avvicinano a questo meccanismo di termoregolazione. Le fibre ampie e igroscopiche formano delle piccole e continue camere d'aria che mantengono la temperatura del corpo costante, lo proteggono dal caldo e dal freddo eccessivi. Elettrostaticità viva Noi siamo degli accumulatori di energia che si caricano positivamente tramite l'aria, il cibo adeguato, il riscaldamento e il contatto con la natura, oppure negativamente in seguito a tensioni, inquinamento e cariche elettromagnetiche eccessive (elettrosmog), ma anche se sono insufficienti (gabbia di Faraday). Per mantenere una carica equilibrata occorre far scorrere le energie senza blocchi. Se siamo a contatto con materiali naturali questo avviene facilmente e si provano sensazioni di benessere; altrimenti, se l'ambiente è artificiale, si creano dei veri e propri «corto circuiti». Se indossiamo abiti acrilici, portiamo suole di gomma e dormiamo avvolti nei tessuti sintetici si favorisce l'accumulo di elettricità statica e si generano «blocchi» energetici. La stessa cosa avviene quando prendiamo la scossa e calziamo scarpe di gomma: evitiamo di rimanere folgorati, ma la assorbiamo tutta senza scaricarla. Il crepitio che risuona quando strofiniamo due tessuti sintetici o le piccole scintille che si vedono al buio (se la giornata è secca) quando ci sfiliamo velocemente il maglione in poliestere, sono tangibili presenze delle cariche elettrostatiche. Queste si aggiungono all'inquinamento elettrico, affaticando ulteriormente il corpo e il sistema nervoso e generando irritabilità diffusa nella persona. I tessuti naturali, al contrario, hanno il pregio di mantenere le cariche elettrostatiche a livelli neutri e nel contempo di liberare il corpo da cariche elettromagnetiche eccessive. Micromassaggi cutanei curativi dei tessuti naturali Allo stato grezzo, le fibre dei tessuti naturali sono ricoperte da una fine e folta peluria che li rendono morbide e piacevoli al tatto. Anche il cotone (che oggi conosciamo nella versione liscia di lenzuola e T-shirt) difficilmente si distingue dalla lana. Questa peluria e la porosità dei tessuti stessi, a contatto della pelle, creano un continuo e piacevole micromassaggio che agisce sull'epidermide stimolando l'irrorazione sanguigna

123 dei tessuti periferici del corpo. Anche il senso del tatto viene gratificato dalla porosità, dalla morbidezza e dal calore emanato dalla fibra naturale. IL SENSO DEL TATTO La tattilità, a torto sottovalutata, si sviluppa molto precocemente nel bambino e rimane per l'uomo il più diretto e concreto modo di rapportarsi alla realtà. Essa dona sicurezza, calore, conforto e piacere. Ma perché questa sensitività si sviluppi e si esprima, specie nel neonato, ha bisogno di superfici irregolari, porose e poco uniformi proprio come in natura. Oggi le superfici della casa sono sempre più lisce, lucide e fredde come specchi; il metallo e il vetro, sempre più usati nell'arredamento, i giocattoli di plastica e lo stesso legno reso lucido dai trattamenti disorientano lo sviluppo tattile del bambino.

Pulitura facile o difficile? È vero che alcune fibre naturali fanno un po' «impazzire» al momento del lavaggio, mentre invece il tessuto sintetico non si restringe né infeltrisce. La lana, invece, come tutte le materie naturali, subisce l'influenza dell'umidità e della temperatura. Se per il lavaggio della lana è richiesta più attenzione e fatica (la lavatrice mal si combina con la pura lana vergine) è anche vero che i lavaggi richiesti sono meno frequenti. Il tessuto sintetico attira lo sporco e i cattivi odori, determinando l'obbligo di cambiarsi frequentemente; la fibra naturale invece si mantiene inalterata. Basta esporre all'aria il maglione o la coperta di lana per qualche ora per riportarli all'originale morbidezza e sentire svanire ogni odore. COME UTILIZZARE LE FIBRE NATURALI? Il cotone è il tessuto della freschezza. Tollerando bene temperature anche molto alte, è consigliato nei periodi caldi perché mantiene fresco e ben ventilato il corpo. Se lasciato allo stato grezzo la folta peluria lo rende utile anche nei periodi freddi (la flanella). Possiede una buona capacità di assorbimento e un'ottima resistenza. Può essere lavato ad alte temperature e questo lo rende più adatto per la biancheria intima e per gli abiti da lavoro. La seta è la fibra «viva» per eccellenza. Morbida e molto piacevole al tatto, è la più indicata alla pelle, perché ne rispetta la fisiologia. Possiede

124 inoltre il pregio di difendere il corpo dalle cariche elettromagnetiche ed elettrostatiche. Per questo motivo è molto indicata nei momenti di stress, tensione e superlavoro. Il lino è un tessuto «difficile» perché si sgualcisce facilmente ed è faticoso da stirare. Possiede però una elevata capacità di assorbimento (gli asciugamani e gli strofinacci di lino sono i migliori) e la trama larga e ruvida lo rende una fibra «curativa» per la pelle. Dormire nelle lenzuola di lino a corpo nudo significa massaggiare la pelle e mettere in atto processi di guarigione dei tessuti cutanei. È una fibra antiallergica per eccellenza e, rispetto al cotone, lascia traspirare ancora più liberamente la pelle. La lana è una fibra pregiata, che è stata di grande aiuto all'uomo in qualsiasi condizione climatica. La lana, oltre a possedere capacità di elevato assorbimento, mantiene costante la temperatura corporea. Il tepore dato dalla lana è un «calore attivo», ideale per i bambini e per coloro che soffrono di problemi di circolazione del sangue o di reumatismi. La lana, come anche la seta, è inattaccabile da germi e batteri. Questo la rende indicata per indumenti intimi e nei casi di infezione della pelle. Un capo di pura lana è garantito dal marchio IWS e dalla dicitura: «pura lana vergine». Invece, se indicato «cento per cento lana» ha una composizione di lana rigenerata. La migliore qualità di lana, in assoluto, è la lana di pecora merino.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI Come regolarsi nell'acquisto di un tessuto? Non è sempre facile, perché il tessuto sintetico spesso ha la meglio sul mercato. Vediamo allora come orientarsi.  Scegliere esclusivamente fibre naturali per tutti gli indumenti che vengono a contatto diretto con la pelle, cioè lenzuola, camicie, canottiere e tutta la biancheria intima. Cerchiamo di rivolgerci a produzioni ecologiche, oggi in commercio, che escludono trattamenti chimici della fibra. Preferiamo i tessuti di colore bianco o almeno chiaro, per essere certi che le fibre non siano state sottoposte a colorazioni. (Più il colore è scuro maggiore è il pericolo di allergie).

125  Per i restanti indumenti, se non riusciamo ad evitare i tessuti sintetici, acquistiamoli solo per l'abbigliamento «esterno», come i maglioni e soprabiti. Non indossiamo capi tutti sintetici, ma preferiamo un misto di naturale e di sintetico.  Vi sono persone che non dovrebbero mai indossare tessuti artificiali: i neonati, i bambini, gli ammalati e le persone che sudano molto, come quelli che praticano sport o svolgono lavori pesanti.  In particolari condizioni climatiche, come il gran caldo, i tessut naturali sono gli unici da indossare.  Nella casa moderna è frequente l'impiego di tessuti sintetici per l’arredamento. L'industria chimica della fibra offre soluzioni per ogni mobile o accessorio. Le tende, i tappeti, le stuoie, le imbottiture dei divani, le tovaglie ed ogni altro tessuto presente sono spesso di derivazione sintetica o artificiale. Raramente ci eravamo posti questi problemi e probabilmente, nell'acquisto, non avevamo nemmeno guardato l'etichetta. Tuttavia le influenze che i tessuti hanno sul microclima interno e sull'aria che respiriamo in casa non sono trascurabili. Il tessuto sintetico, generando cariche statiche, attira ioni positivi e, con questi, la polvere e le particelle inquinanti. Inoltre, non ha le qualità di assorbire e mantenere una certa umidità nell'ambiente e di rigenerare l'aria; il fumo e i suoi componenti tossici permangono a lungo. Mentre le possibilità di rigenerare l'aria sono proprie della materia «viva», come quella delle fibre naturali. Per questi motivi l'aria di certi ambienti è spesso pesante e genera stanchezza, allergie, asma e infiammazioni alle vie respiratorie. Le cariche elettriche aumentano e un eventuale irraggiamento tellurico diventa più intenso. Nel caso che la componente di fibre artificiali fosse elevata è opportuno seguire scrupolosamente i consigli suggeriti nel capitolo «L'inquinamento dell'aria che respiriamo». Per i tessuti sintetici non è sufficiente la pulizia tramite l'aerazione, perché essi non hanno la capacità di rigenerarsi, ma è bene smagnetizzarli e purificarli dalle piccole particelle tossiche (polvere) tramite frequenti lavaggi, senza l'uso di detersivi forti, adoperando gli accorgimenti descritti nel capitolo «La pulizia della casa e dei tessuti con prodotti biodegradabili, non inquinanti». La moquette può essere liberata da cariche elettrostatiche strofinandola con un panno umido.  Anche in casa «senza scarpe». In una casa costruita con materiali na-

126 turali è possibile evitare l'ingresso con le scarpe. In Oriente, liberare i piedi dalle scarpe prima di entrare in casa è una forma di rispetto. Ha un significato simbolico, poiché mette in relazione l’interno di una casa con la nostra interiorità, come se la porta di casa si aprisse dentro di noi. Per chi vi abita togliersi le scarpe è come liberarsi dalle fatiche del giorno e passare dall'esterno (la terra che si è calpestata) all'interno (la casa rappresenta i nostri sentimenti). Chiedere agli ospiti di liberarsi delle calzature inizialmente sembra strano e quasi offensivo. Solo i bambini ne sono felici. Ma, dopo il primo impatto, i mocassini che vengono forniti da chi ci riceve risultano comodi e permettono in ogni momento di liberare il piede per accovacciarsi sul divano o sedersi sul tappeto Scompaiono, con le scarpe, anche molte difese psicologiche e culturali ingiustificate. Così le particelle inquinanti derivate da polvere, batteri, gas di scarico e altri agenti chimici vengono lasciate all'ingresso, evitando che si depositino su tappeti, moquette o sul pavimento di casa. Inoltre, le scarpe non rispettano mai la fisiologia del piede, lo costringono ad un adattamento innaturale. In casa sarebbe consigliabile non portare le scarpe, specie se hanno la suola di gomma, che isola da terra e non permettono al corpo di scaricare le tensioni. Sono preferibili mocassini morbidi in pelle o delle ciabatte di tela, si favorirà così l'eliminazione dell'energia elettrostatica. Quale stile di vita? La fisiologia del nostro corpo e i materiali sintetici non vanno d'accordo. Se per ragioni di lavoro o altro non riusciamo ad evitare materiali sintetici, cerchiamo almeno di indossare abiti di tessuti naturali quando è possibile, così possiamo scaricare le tensioni accumulate. E anche nei momenti di maggior contatto con la natura lasciamo che la pelle «respiri» e che si vivifichi il nostro corpo. Una tecnica naturista che permette di scaricare le tensioni accumulate, efficace durante i periodi di nervosismo, è quella di camminare scalzi sull'erba e sulle superfici naturali. Il piede, che porta descritto per zona riflessa tutto il corpo, se stimolato da superfici non lisce, agisce come un massaggio generale e scarica a terra le tensioni elettroma-gnetiche accumulate dal corpo.

LA CAMERA DA LETTO ECOLOGICA

SIMBOLISMI E SALUTE NEL SONNO La camera da letto ha un ruolo predominante nell'abitazione ecologica. Le camere moderne, sempre più confortevoli e automatizzate con testate del letto a telecomando e con televisori incorporati, non sono sempre garanzia di sonni tranquilli. La camera da letto è il luogo dedicato principalmente al sonno, al riposo e all'amore. Durante l'arco di ogni giornata trascorriamo otto ore, circa, in questa stanza. Quindi, un terzo della nostra vita è legato ad essa. Di conseguenza, la nostra salute dipende anche da questo locale. Cosa accade durante il sonno? Il sonno è un abbandono quasi completo. La mente in particolare e il sistema muscolare lasciano cadere le difese per ritemprarsi con un profondo rilassamento. La nostra consapevolezza del mondo esterno viene praticamente a mancare e, tramite i sogni, i nostri istinti più profondi e arcaici si esprimono. Ma il sonno non è una fase inattiva. Durante il sonno avvengono la maggior parte dei processi vitali e soprattutto le operazioni di recupero del nostro organismo. La produzione di nuove cellule che sostituiscono quelle vecchie è accelerata (diverse decine di miliardi su centomila miliardi di cellule in totale). Inoltre i muscoli vengono tonificati, i tessuti ricostruiti e l'attività delle ghiandole regolarizzata. Dalla posizione distesa la struttura ossea trae beneficio, in particolare la colonna vertebrale che, in posizione verticale, deve sopportare il peso del corpo; distesa, invece, può allungarsi e riposarsi. Fare un buon riposo significa svegliarsi al mattino ritemprati e carichi di nuove energie. Spesso ciò non avviene. Dalle indagini statistiche risulta che quasi il cinquanta per cento delle persone ha problemi legati al sonno: difficoltà ad addormentarsi, agitazione, sogni angosciosi, bisogno di alzarsi frequentemente, sudorazione eccessiva con vampate di caldo e freddo, risveglio al mattino con una stanchezza maggiore del giorno precedente.

128 Se vogliamo riequilibrare naturalmente il nostro corpo, evitando di ricorrere a sonniferi, tranquillanti o altri farmaci dannosi, è necessaria invece un'analisi attenta del tipo di vita che conduciamo. Tra le cause principali dell'insonnia c'è una incapacità di rilassarsi, di scaricare le emozioni della giornata e spesso anche una alimentazione sbagliata e la non corretta disposizione del letto e dell'arredamento della camera.

ECOLOGIA NELLA CAMERA DA LETTO Questo ambiente della casa, che per secoli è rimasto quasi inalterato, ha subito negli ultimi decenni delle grandi modifiche. La stanza da letto, come la casa in genere, ha aperto le porte alla tecnologia e alla chimica di sintesi. I mobili, i tessuti e le tappezzerie, sono spesso sintetici, non sono più naturali, e si aggiungono poi le radiazioni elettriche o elettromagnetiche che disturbano il riposo. Il nostro corpo, in fase di rilassamento ha minori difese e viene quindi più facilmente «bombardato» dall'inquinamento. Vediamo insieme quali sono le condizioni perché la camera da letto non procuri disturbi al nostro riposo e ci regali «sogni d'oro». La camera ecologica non vuole essere un ritorno alle fredde e umide stanze dei nostri nonni che richiedevano «il prete» (lo scaldino a brace o la bottiglia dell'acqua calda, cioè il predecessore delle moderne termocoperte) per togliere il gelo dal letto. Vuole proporre i materiali naturali e il buon senso in sostituzione alla chimica di sintesi e alle mode dettate dal consumismo. Dove disporre il letto? L'orientamento del letto ha una grande importanza. La posizione migliore è quella con la testa (polo positivo) verso Nord (polo negativo della terra), in modo da favorire i processi di scarico elettrico e un allineamento con le linee di forza terrestri. Il sonno più leggero e agitato (fase REM dei sogni) sarà più profondo e passerà alla fase NREM senza sogni. Sembra che la pressione sanguigna si normalizzi e la produzione di globuli rossi sia favorita. In alternativa, si possono scegliere tutte le posizioni intermedie da Nord fino a Est, in quanto hanno effetti vitalizzanti, dovuti all'energia solare del primo mattino. Sono sconsigliate le posizioni verso Sud e verso Ovest.

129 I letti non dovrebbero mai essere appoggiati contro pareti fredde e umide. Se la parete verso nord è esterna e mal isolata è bene applicare al muro o al letto un'ampia testata di legno naturale.

Quale struttura del letto? Sinora si è pensato che dormire sul duro fosse il riposo ideale per la schiena, ma non è proprio così. La nostra colonna vertebrale ha una naturale forma ad s; il corpo non è rettilineo. Questo significa che il supporto deve essere sostenuto, in maniera da non formare gobbe, ma non rigido al punto da impedire alla schiena o ai fianchi di mantenere la naturale forma fisiologica. Le tavole di legno o le reti e i materassi molto rigidi (ortopedici), costringono la schiena ad uno sforzo continuo, e noi ignoriamo che i muscoli dorsali devono lavorare di continuo per compensare la posizione innaturale. Il risultato è quello di arrivare al mattino poco riposati e indolenziti, con le «ossa rotte» o il mal di testa, senza capirne l'origine.

130 Quale rete scegliere? In quest'ultimo periodo si è fatto largo uso di reti metalliche, abbandonando il legno di un tempo. Le reti metalliche, se di vecchio tipo a piccole maglie, cedono e si imbarcano come amache, mentre quelle più recenti, a trama più larga, sono spesso troppo rigide. Inoltre, il supporto in ferro della rete e la rete stessa formano una «antenna» che capta le radiazioni elettromagnetiche generando una specie di gabbia isolante e, non essendo a contatto con la terra, non si scaricano, aumentando così il nervosismo e la tensione. La rete ideale è quella in legno Le soluzioni più moderne propongono un supporto in lamelle di legno, leggermente incurvate verso l'alto e regolabili; fissate all'estremità da giunti di caucciù. Queste reti sorreggono molto bene il corpo e si adattano alle sue forme sia in posizione supina che in quella laterale. La struttura del letto ha una grande importanza perché durante il sonno diventa un prolungamento del nostro corpo che, come la pelle, deve traspirare. Non sarà perciò mai a contatto del pavimento, ma sollevato da terra per fare circolare l'aria. Anche un letto con struttura a fondo chiuso, con cassetti e pannelli, è da evitare per la stessa ragione. Il materiale ideale per la costruzione del letto è naturalmente il legno, perché di carica neutra, in quanto non capta le onde elettromagnetiche. Altri materiali da utilizzare sono il vimini, il bambù o il rattan. Supporti troppo duri o troppo cedevoli non permettono alla colonna vertebrale di distendersi naturalmente. Invece il corpo può mantenere la propria forma con un supporto a listello di legno regolabili, montate su giunti oscillanti in caucciù.

Rete a doghe di faggio curvato, trattate con vernici atossiche. È dotata di dispositivi per regolare la rigidità lombare, la forma e il peso del corpo, in tutte le misure singole e matrimoniali.

131

Letto che si «imbarca»

Letto troppo rigido

Letto idoneo al corpo

132 Il materasso ideale Quello a molle non fa bene, come per anni ci hanno fatto credere. Le molle, collegate tra loro, non seguono la forma del corpo e con il tempo assumono un andamento irregolare. Inoltre, essendo metalliche captano le onde elettromagnetiche e hanno spesso imbottiture di origine sintetica per attutire «l'effetto molla», solo i lati più esterni sono in lana o cotone. Lo star bene a letto dipende in gran parte dal materasso. Questo sostegno, per garantire un sonno ristoratore, deve essere flessibile ma non troppo, evitare dispersioni di calore, isolare elettricamente e assorbire la traspirazione del corpo. Queste qualità ci permettono di alzarci al mattino senza dolori alla schiena e soddisfatti da un sonno rigeneratore. Ancora una volta le fibre naturali ci vengono in aiuto al fine di scegliere un buon materasso. La lana ha una buona elasticità e flessibilità per adattarsi alla forma del corpo. Inoltre mantiene il calore e assorbe l'eventuale umidità. L'unico inconveniente è che il materasso di sola lana va rifatto ogni due tre anni. Il cotone non è così elastico ma è molto resistente. Il materasso in cotone, di derivazione giapponese, prende il nome di Futon. Comodo e maneggevole, può avere differenti altezze che lo rendono adatto anche come stuoia per il relax o per alcune attività sportive. La sua freschezza è molto adatta in estate. Il crine lascia traspirare perfettamente il corpo e lo mantiene fresco. Oggi, non trattato chimicamente, è difficile da reperire. Ha il difetto di «far polvere», ma può essere ben stratificato con la lana. Il lattice espanso e il caucciù sono di origine naturale e mantengono 1'iniziale elasticità nel tempo, purché non ci sia un'alta percentuale di gomma al posto del lattice. Nel materasso vanno normalmente stratificati con altri prodotti naturali: lana, crine, ecc., per aumentarne le capacità assorbenti e traspiranti. Sarebbe bene utilizzare anche un coprimaterasso in lana merino con una sottile rete di fibre antistatiche di cotone bekaert o di rame per mantenere la naturale carica bioelettrica del corpo. I materiali sintetici sono oggi reperibili in grande quantità; un esempio è il poliuretano espanso che si trova anche all'interno dei ma-

133 terassi a molle. Ma per tutti i motivi già spiegati i tessuti sintetici sono sconsigliati. La coperta di lana merinos è il miglior avvolgimento per un sonno naturale, dato dal tepore della pura lana di pecora merino. Durante la notte ci preoccupiamo spesso di coprirci, e «stratifichiamo» il nostro letto di coperte. Quello che non consideriamo è la dispersione del calore del corpo che avviene soprattutto da sotto. Questo avviene se il nostro materasso è a molle o di materiale sintetico e, anche se usiamo varie coperte, dormiamo su una superficie fredda e che non assorbe l'umidità del corpo. Se il calore non viene mantenuto dal materasso, serve perciò un coprimaterasso di lana o di cotone d'estate. Le coperte di lana merinos, preferibilmente allo stato grezzo con pelo rialzato oggi si trovano in commercio. È possibile avvolgere completamente il corpo nella pura lana (senza lenzuola) fra le due coperte. Così il corpo viene isolato dal freddo e da dispersioni di calore, garantendo un buon riposo. Inoltre, la folta peluria della lana merinos genera un costante massaggio sulla superfìcie cutanea, stimolando così la circolazione sanguigna anche nel sonno. Chi soffre di raffreddamenti localizzati del corpo (per esempio mani, piedi o cosce fredde) percepisce una generale sensazione di benessere accompagnata da un calore diffuso. Con una migliore circolazione sanguigna periferica si possono prevenire e curare le artriti e le artrosi, mentre la pelle si rassoda e si sciolgono gli eccessi di grasso e anche la cellulite. Il micromassaggio notturno rende la pelle maggiormente liscia più resistente e il corpo migliora esteticamente. La cute, troppo protetta e poco stimolata, perde la sua resistenza mentre può riacquistarla a contatto con le fibre naturali. Timorosi di prendere freddo ci vestiamo anche di notte, quando invece la pelle avrebbe bisogno di essere libera di respirare. Per utilizzare tutti i benefici della lana merinos l'ideale sarebbe dormire fra questo tipo di coperte senza lenzuola e meglio nudi. Una proprietà della lana è di mantenere la giusta temperatura corporea; questa può essere sperimentata ponendo un cubetto di ghiaccio tra due tessuti merinos: dopo due o tre ore il cubetto sarà ancora intatto. Questa proprietà termoregolatrice la rende utile anche nelle mezze stagioni e ne rende l'uso consigliabile ai bambini.

134 Le lenzuola, le coperte e il materasso devono permettere al corpo di traspirare, facendo evaporare l'umidità che contiene anche sostanze tossiche prodotte dal metabolismo. L'ambiente umido e stagnante di un letto sintetico si evita scegliendo tessuti naturali come lino, cotone, lana o canapa. Le fibre naturali non attirano le cariche elettrostatiche e la polvere, con benefici per la respirazione. Il piumino d'oca è un'ottima alternativa per coprirci durante la notte: soffice, morbido e leggero accompagna meravigliosamente i nostri sonni, donando al corpo il giusto calore. Il cuscino può inoltre regalare un buon sonno. Ad esso sono legati spesso i dolori alle spalle, alle cervicali, l'indolenzimento e le emicranie. Le vertebre cervicali, che sostengono la testa, richiedono un adeguato supporto per non essere in tensione durante la notte. Il cuscino non deve essere troppo alto, ma avere un sottile spessore per equilibrare la fisiologia della colonna vertebrale. I prodotti per il cuscino dovrebbero essere di lana, di piuma o di latex.

Durante la notte la maggior parte delle persone assume una posizione laterale per effetto della dinamica del sonno. è stato studiato un disegno esclusivo per creare una zona morbidissima dove l’orecchio va naturalmente ad appoggiarsi. Ci sono in commercio anche altri cuscini ecologici in lana merinos

135 CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI Per avere un appartamento o una casa ecologica ci troviamo spesso ad intervenire su strutture, disposizioni di ambienti, mobili, ecc., già esistenti. Questo non significa che la nostra abitazione non possa diventare più salubre. Con qualche piccolo accorgimento possiamo iniziare delle modifiche e avvertire dei benefici. Anzitutto occorre avere attenzione al letto che ci «accoglie» per tante ore.  La struttura e la rete del letto non dovrebbero essere metalliche, ma se non possiamo cambiarle, per «scaricare» l'elettricità a terra adoperiamo una stuoia con una sottile rete di rame o di fibre antistatiche di cotone bekaert da stendere sopra il materasso.  Se il materasso è a molle e di cotone è da preferire una sottocoperta di lana merinos che ci isoli dal freddo e dalle cariche elettromagnetiche. Inoltre, per il letto usiamo solo tessuti naturali, non trattati.  Il letto ha bisogno di cure ogni giorno. Lo sapevano bene le nostre nonne che ogni mattina esponevano all'azione disinfettante dell'aria e del sole la biancheria per qualche ora. Questo fa evaporare l'umidità assorbita dai tessuti lasciandoli nuovamente freschi e asciutti. L'aria, a volte, agisce meglio di un lavaggio sui tessuti naturali perché ha capacità autopulenti.

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DETERSIVI

«MIRACOLOSI»

Ogni giorno intraprendiamo una mini guerra casalinga, armati di spray,disinfettanti e detergenti. Qual è il nemico? La nostra società può essere definita la società del pulito. E fin qui non ci sarebbe nulla di male se tutto ciò non fosse diventato una vera e propria mania con l'utilizzazione di prodotti inquinanti e non ecologici biodegradabili. Le nostre case, negli ultimi decenni, si sono trasformate in luoghi lindi e lucenti dove ogni cosa brilla e risplende grazie ai detersivi di cui si può disporre. Basta accendere il televisore e gli spot pubblicitari ci mandano subito immagini di famiglie felici e donne sorridenti che risolvono i loro problemi semplicemente «affidandosi» all'uno o all'altro detersivo. Ma, oltre alle immagini televisive, che mostrano il sole che splende immancabilmente nel cielo azzurro e la natura pulita ed incontaminata, dietro ai sorrisi e alle famiglie felici, si nasconde una produzione chimica che spinge al consumo sfrenato di prodotti per la casa, con effetti disastrosi sull'ambiente e sulla salute degli stessi consumatori. Cosa ci ha spinto ad aumentare 20 volte il consumo di prodotti per la pulizia della casa in pochi anni? Le nostre abitazioni sembrano dei veri e propri arsenali chimici, dove detersivi, disinfettanti, solventi, smacchiatori, deodoranti e altre decine di prodotti (uno per ogni problema) entrano a far parte del corredo necessario del vivere. L'industria chimica, per assecondare i nostri bisogni (o i propri?), sforna ogni anno centinaia di nuove sostanze. Esse assommano ormai a circa 60 mila tipologie nel mondo, di cui una buona parte è destinata alle nostre case. Il primo interrogativo da porsi è se le abitazioni siano realmente più pulite del passato, oppure se c'è qualcosa di sbagliato in tutto questo consumo. La pubblicità ha inculcato nella cultura delle persone questa

138 certezza: milioni di germi (batteri, virus, acari, ecc.) ci circondano e allora occorre assolutamente difenderci, altrimenti rischiamo la malattia. Alla base di questo orientamento risiede «la fobia dei germi», ovvero un'assurda interpretazione della teoria microbica e della pratica del vivere, di cui si serve la pubblicità per far presa sul consumatore. L'assillo di essere contaminati e il bisogno di disinfettare ogni angolo della nostra casa è assurdo. Assomiglia ad una lotta senza fine contro schiere di invisibili nemici, che comunque non riusciremo mai a vincere, per nostra fortuna. Questa assurda maniera di vivere le nostre abitazioni ci indica come facilmente l'uomo possa essere «pilotato» dalla pubblicità e da erronee abitudini. Come è possibile far credere che il lavandino deve essere tanto asettico da «mangiarci dentro»? Le superfici dei pavimenti tanto lucide da specchiarsi e il bagno disinfettato giornalmente come una sala operatoria? Ma cosa contengono realmente questi «prodotti miracolosi»? E quali effetti hanno sul clima interno delle nostre abitazioni e sulla nostra pelle? Vediamolo insieme. I BATTERI, L’ECOSISTEMA CASALINGO E LA SALUTE I batteri, date le loro dimensioni microscopiche e le ridotte esigenze alimentari e ambientali, sono gli esseri più diffusi. Sono presenti dovunque: nel terreno, nell'acqua e nell'aria. Numerosi sono anche i batteri parassiti che vivono all'interno di altri organismi. Non tutti i batteri parassiti sono peraltro patogeni: negli animali erbivori i batteri sono assolutamente necessari alla digestione poiché permettono la scissione della cellulosa, che altrimenti non potrebbe essere digerita. Nell'intestino dell'uomo sono presenti batteri che si nutrono con i prodotti della digestione; tali batteri non solo sintetizzano sostanze quali vitamine utili all'organismo umano, ma ostacolano l'attecchimento delle specie patogene. La malattia insorge, quindi, quando l'equilibrio tra batteri e organismo ospite si rompe e i batteri penetrano nei tessuti (solitamente per difetto dei meccanismi di difesa); oppure in presenza di batteri specializzati per una vita parassitaria nell'interno dei tessuti o delle cellule dell'ospite. Nell'economia complessiva della catena alimentare, tuttavia, il maggior contributo è dato dai batteri saprofiti che si nutrono di materiale organico (rifiuti, organismi animali e vegetali morti) che attaccano e demoliscono (putrefazione e fermentazione) rimettendone in libertà gli elementi costitutivi (azoto, carbonio, ossigeno, ecc) I batteri vengono usati dall'uomo per la produzione di prodotti caseari (formaggi, yogurt, ecc.), nella «macerazione» di fibre vegetali (iuta, canapa, lino) e nella sintesi di numerose sostanze quali alcol, amminoacidi, vitamine e antibiotici. Alle tecniche tradizionali basate sui batteri (biotecnologia), si aggiungono oggi tecnologie innovative, come l'ingegneria genetica, in cui i batteri occupano

139 un ruolo di primaria importanza. I batteri sono organismi unicellulari di dimensioni microscopiche (diametro 0,3-0,2 µm; lunghezza 0,3-100 µm) caratterizzati dall'assenza di un nucleo morfologicamente definito. I batteri possono avere forma sferica (cocchi), cilindrica (bacilli), a virgola (vibrioni), a spirale (spirilli); esistono anche batteri provvisti di ramificazioni e filamenti simili ai miceli dei funghi (attinomiceti). Si riconoscono vari tipi caratteristici di aggregazione batterica: batteri sferici associati a due a due vengono definiti diplococchi; se sono disposti a formare una catena, streptococchi; se formano un grappolo, stafilococchi, ecc. I batteri possono essere privi di mobilità o muoversi nell'ambiente che li circonda; in questo caso il movimento avviene per mezzo di particolari appendici, dette ciglia o flagelli, distribuite in vari modi sulla superficie cellulare. Il citoplasma della cellula batterica ha caratteristiche analoghe a quelle delle cellule di tutti gli organismi viventi e anche le reazioni biochimiche sono fondamentalmente le stesse. I batteri sono però sprovvisti di un nucleo vero e proprio dotato di una membrana che lo separi dal citoplasma e mancano anche di cromosomi morfologicamente identificabili in un'unica molecola di DNA che contenga tutta l'informazione genetica essenziale per una determinata specie. Le cellule batteriche si riproducono in via asessuata per scissione dividendosi lungo un piano perpendicolare all'asse longitudinale. Nel XIX secolo, periodo di grande sviluppo scientifico, ad opera di Pasteur, Koch ed altri microbiologi, nacquero le teorie sui microbi: il germe venne individuato e si vide in lui la causa di tutte le infezioni, malattie, degenerazioni e annientamenti delle difese corporee. Se 30 o 40 anni fa le persone non sapevano cosa fossero i batteri (i microbi), i virus e gli acari, oggi i nomi sono a tutti familiari. Essi sono presenti ovunque e noi dipendiamo da loro. Sono all'esterno e all'interno del nostro corpo. La vita senza batteri sarebbe impossibile. Intervengono nei processi biochimici riducendo forme complesse di vita in forme semplici e permettono alle sostanze, cosi trasformate, di rientrare nel ciclo vitale. Presenti nel tubo digerente e nell'intestino facilitano la digestione ed evitano fenomeni putrefattivi interni. II nostro corpo e le nostre abitazioni possono definirsi come un complesso «ecosistema» dove convivono microrganismi di ogni genere. Alcuni di questi sono «dannosi» e altri «utili», ma in realtà essi devono convivere in reciproco equilibrio e sono l'unica garanzia di armonia per la nostra salute. Anche se ognuno ha un proprio compito, come in natura l'animale che ci sembra più repellente o più dannoso ha una sua funzione all'interno del sistema ambientale, tuttavia tali equilibri possono alterarsi o essere alterati. L'uso di certe sostanze, per uso personale, specie se di sintesi e comunque chimiche, crea uno «squilibrio batterico»; esso generalmente va ad annientare i batteri positivi e a favorire quelli dannosi che, senza più essere ostacolati dai primi, possono proliferare. È un po' quello che accade quando assumiamo degli antibiotici: insieme ai batteri patogeni vengono annientati anche molti altri microrganismi utili che vivono nel nostro intestino e che devono essere poi ripristinati.

140 I PERICOLI DELLA «CHIMICA DOMESTICA» NON SONO PREVISTI PER LEGGE Questa società, «perfetta», asettica e per nulla equilibrata, crea, prima di tutto, vantaggi ai produttori di detersivi. Il loro giro di affari, già di migliaia di miliardi l'anno, è in continua ascesa. Lo dimostrano la pubblicità e i negozi di detersivi che proliferano ovunque per offrire la più ampia scelta al cliente. I prodotti oggi proposti sono sempre più specifici e numerosi. Le proprietà «miracolose» sono riportate con grandi caratteri colorati, mentre le scritte come «Attenzione, può inquinare i mari, i fiumi, i laghi e anche la casa. Non eccedere nell'uso» non ci sono (per legge obbligatorie!) o appaiono a volte con diciture microscopiche. Ma le proposte di facile pulito e serenità domestica portano con sé non pochi pericoli. Le specifiche componenti chimiche di un detersivo, di un lucidante per i mobili o di un disinfettante sono innumerevoli e sconosciute. I produttori, infatti, mantengono l'assoluta segretezza e non rivelano le componenti e le dosi. Quando usiamo uno di questi prodotti per la pulizia e il mantenimento della nostra casa, le sostanze chimiche contenute si depositano sulle superfici (pavimenti, mobili, stoviglie, tessuti, abiti, ecc.). Questi composti, inquinanti e pericolosi per la salute dell'uomo, dovrebbero essere accuratamente eliminati con risciacqui per impedirne il contatto con le persone. Questo però, avviene raramente. Innanzitutto il risciacquo dovrebbe essere estremamente prolungato, perché ogni particella chimica scompaia completamente e quelle che tendono ad aderire alle superfici per conferire lucentezza e brillantezza sono difficili da eliminare. Altri prodotti vengono spruzzati e le loro composizioni rimangono sospese per ore nell'aria in forma di microscopiche goccioline, che poi si depositano nella casa, sui tessuti, sulle persone e quindi in parte assorbite dalla pelle. Far giocare il bambino sul pavimento pulito e disinfettato con un prodotto come quelli che non richiedono risciacquo non è certo sicuro e consigliabile. Un ulteriore pericolo risiede nell'aggressività di certi prodotti pulenti usati su superfici di materiale sintetico come la plastica, le superfici laccate o i pavimenti in PVC. Queste sostanze vengono parzialmente disciolte e i loro gas, insieme a quelli del detersivo, si sprigionano nell'aria. I rischi si accentuano per la casalinga che si destreggia tra i preparati dalle più svariate e sconosciute composizioni.

141 Si parla oggi di housewife sickness (malattia della casalinga), cioè di tutta quella serie di disturbi che colpiscono le donne a contatto quotidianamente con prodotti pulenti di origine sintetica. Gli eczemi alle mani o alle braccia, dermatiti allergiche di difficile guarigione, ipersensibilizzazioni e disturbi respiratori sono i sintomi principali di un uso inadeguato di tali sostanze. UNA TERAPIA ALLA ROVESCIA Proviamo ad osservare cosa accade quando una donna lava i piatti o fa il bucato. Nell'acqua calda si scioglie il detersivo e i vapori che sono saturi di composti chimici vengono inalati. È ciò che accade quando facciamo un suffumigio per curare le vie respiratorie. I pori della pelle a contatto dell'acqua e del calore si dilatano, preparandosi ad assorbire le sostanze chimiche disciolte. Le mani e i piedi, oltretutto, sono le parti più assorbenti del nostro corpo. Basta provare a sfregare uno spicchio di aglio sotto la pianta di un piede per sentire, dopo l5 minuti circa, l'odore dell'aglio in bocca. Questo significa che le componenti assorbite entrano velocemente nella circolazione del sistema sanguigno. I detersivi sono costituiti da sostanze che si legano ai grassi per sciogliere lo sporco. Insieme alla macchia d'unto, però, se ne va anche quella pellicola lipidica che protegge la cute. A poco serve la crema applicata successivamente perché la pelle, ormai privata delle sue difese naturali, lascia aperta la via ad irritazioni, eczemi e infezioni. Almeno usiamo i guanti!

II lavoro e l'ambiente casalingo diventano quindi luoghi di intossicazione, di cui sono vittime adulti e bambini. Avvelenamenti provocati da sbiancanti, smacchiatori e detergenti sono molto più frequenti di quanto si possa pensare. Anche le ustioni e le ulcerazioni alla pelle o alla cornea dell'occhio possono essere provocate da prodotti quali antiruggine, pulisciforno e sturanti. Cosa accade nel corpo? I detersivi non sono innocue polverine ma composti chimici altamente attivi. Le dosi minime non sviluppano reazioni evidenti, ma queste nel tempo agiscono sommandosi e favorendo malattie o ipersensibilità e accentuano quelle già presenti. I test di nocività, come per i prodotti edilizi, non sono una garanzia. Infatti sono limitati ad alcune sostanze rispetto alle centinaia immesse nel mercato, e si limitano agli effetti di un composto preso singolarmente. Non sono valutati i pericoli di sincancerogenesi, cioè gli effetti

142 prodotti da piccole dosi che si sommano tra loro (sinergia), ovvero le interrelazioni che possono avvenire all'interno del corpo tra un componente chimico e l'altro con effetti cumulativi o moltiplicativi dei valori tossici. Gli effetti a lungo termine sono sempre sconosciuti.

COME CAMBIARE IL MERCATO E PULIRE ECOLOGICAMENTE? È facile ascoltare la pubblicità dei prodotti chimici per la casa, comprarli, consumarli e poi gettarli via senza riflettere. Se l'industria tende ad indirizzare i nostri acquisti e a creare bisogni inutili, è però vero che i consumatori hanno un grande potere che spesso non conoscono: basta infatti una diminuzione delle vendite di certi prodotti inquinanti per imporre nuove soluzioni che possono portare alla produzione di prodotti migliori, non dannosi alla salute. Da qualche anno si trovano detersivi ecologici e cibi biologici anche nei supermercati. Perché dobbiamo bere l'acqua minerale e non quella del rubinetto o delle sorgenti? Questo significa che il consumatore può modificare gli indirizzi della grande industria. Spesso cambiare piccole abitudini ci permette di uscire da un vortice consumistico, migliorare la salute e risparmiare denaro. Una pulizia a misura d'uomo e di ambiente non significa rinunciare all'igiene, né tanto meno alle comodità, ma uscire da un meccanismo di consumo, produzione e pubblicità basato sulla suggestione e sulla disinformazione, a danno della nostra salute e della ecologia dell'ambiente. In sostanza, l'affermazione che l'acqua che inquiniamo la ritroviamo nel nostro bicchiere, non deve essere dimenticata perché è vera più di ogni immagine pubblicitaria. Quindi, come vedremo nei successivi paragrafi, pulire sì...ma non da morirne! Il bucato, detersivi e ammorbidenti In passato le donne hanno sempre lavato ma nessun torrente, fiume e mare sono stati inquinati, e tanto meno le falde acquifere. Quali erano i detersivi usati? Il sapone, la cenere di legna, l'argilla e l'erba saponaria. Il sapone prodotto «ecologicamente» con grassi vegetali, animali e soda, era un bene prezioso; la varechina si usava in casi eccezionali. Poi venne l'industria chimica e in pochi decenni cambiò anche il

143 modo di fare il bucato. Si scoprì che dal petrolio era possibile ricavare nuovi detergenti, i tensioattivi sintetici, efficaci e convenienti allo stesso tempo. Il sapone venne soppiantato e sostituito dai «fustini» con le «polveri magiche», che si versano regolarmente in lavatrice. Cosa contengono queste miracolose composizioni per darci il bianco, che più bianco non si può? E liberarci da ogni fatica infilando nel cestello la maglietta così macchiata da sembrare una carta geografica e ritrovarla, a fine lavaggio, linda e pulita? Ecco di seguito il perfetto cocktail chimico. I tensioattivi Il loro compito è di attaccare lo sporco ed eliminarlo dai tessuti. Queste sostanze, derivate dal petrolio e dal carbone, entrano ogni giorno «a fiumi» nell'ambiente e non sono facilmente biodegradabili. I tensioattivi più usati sono gli anionici e i non ionici; hanno prezzi molto bassi, buona capacità detergente, ma alto potere inquinante e spesso si accompagnano ai metalli pesanti molto tossici. Sono la causa di allergie e dermatiti. In un fustino la percentuale varia dal 15 al 40 % e si trovano anche nei dentifrici, nei saponi, negli shampoo e nei tessuti. I fosfati Il problema della «durezza» dell'acqua, che causa il deposito dei sali sui tessuti, è stato risolto ricorrendo ai fosfati che legano a sé i sali, migliorando l'azione delle sostanze detergenti. Questi sono degli ottimi fertilizzanti delle acque dei fiumi, dei mari e dei laghi dando così luogo al triste fenomeno dell'eutrofizzazione. Le alghe crescono a dismisura, consumano molto ossigeno, e così .i pesci vengono soffocati e la vita nelle acque muore. Un chilogrammo di fosfati permette la crescita di ben 100 kg di alghe. È bene sapere che il 60% dei fosfati degli scarichi urbani proviene dalle nostre abitazioni. Si è cercato di sostituire i fosfati (in seguito alla legge che ne limita le quantità), ma il rimedio si è rivelato peggiore del male. L'NTA, il sostituto del fosforo indicato nei detersivi dal bollino rosso, se limita il fenomeno dell'eutrofizzazione, provoca però rischi per l'ambiente e per l'uomo. L'aspetto più preoccupante dell'NTA è la capacità di rendere solubili i metalli pesanti (piombo, cromo, cadmio e ferro), che altrimenti resterebbero bloccati nei fanghi dei fiumi e nei terreni marini, creando composti

144 molto tossici, che possono provocare lesioni al cervello, al fegato e ai reni (se assunti tramite l'acqua da bere). Inoltre sembra che l'NTA provochi alterazioni cromosomiche al codice genetico (DNA), tanto da essere severamente vietato nello stato di New York. Gli sbiancanti Ogni detersivo in polvere contiene sbiancanti dal 10% al 30%, generalmente a base di perborato, che, liberando ossigeno, sbiancano con un processo detto di «bruciatura». Le fibre così trattate si logorano facilmente, i colori sbiadiscono e il boro, in essi contenuto, ha un effetto tossico sulla flora marina. La temperatura ideale di azione del boro è sopra i 60°C, mentre al di sotto di questa temperatura usarlo significa sprecarlo perché non agisce. Altro candeggiante è l'economica varechina, usata nei lavaggi a mano e per disinfettare. Essa sfibra i tessuti, è molto corrosiva per la pelle e il cloro inalato può irritare le mucose e creare spasmi alla laringe. Mescolarla con altri prodotti può essere pericoloso. Gli enzimi Questi servono per decomporre certi alimenti e le proteine (macchie di sangue, uovo, cacao, ecc.) Essi sono attivi tra i 30 e i 60°C (vengono distrutti al di sopra dei 60°C) e permettono di ottenere effetti di lavaggio simili a quelli che si ottengono alle alte temperature. Sono però pericolosissimi tanto che vengono incapsulati in uno strato protettivo che si scioglie a contatto dell'acqua. Provocano, inoltre, danni ai bronchi, alle vie respiratorie (quando versiamo il detersivo nella vaschetta si solleva una finissima polvere che facilmente inspiriamo) e diffusi pruriti ed eritemi alla pelle, impedendo la guarigione delle lesioni cutanee (anche dopo ripetuti risciacqui lasciano tracce sugli abiti). La biancheria dei neonati e delle persone allergiche non dovrebbe mai essere lavata con queste sostanze. Gli azzurranti ottici Sono pigmenti azzurri che riflettono i raggi ultravioletti e conferiscono alla biancheria un effetto più bianco. Naturalmente queste sostanze devono depositarsi sui tessuti per creare l'effetto «bianco più bianco». Vengono così assorbiti dalla pelle con danni che possono portare al cancro.

145 I riempitivi Sono sali vuoti, e si ritrovano in quantità che si aggira tra il 20 e il 40% del contenuto del fustino e che fanno sembrare convenienti i grossi fustini. Questi composti (come il solfato di sodio), oltre ad inquinare i fiumi e le acque, rendono i tessuti duri e rigidi e richiedono l'uso di ammorbidente. Gli ammorbidenti Un bucato che si rispetti non termina senza ammorbidente, per la felicità della famiglia che si «coccola» in morbidi tessuti. Queste emulsioni rosa o azzurrine sono abbondantemente versate nei risciacqui e raggiungono a tonnellate le acque dei fiumi e dei mari. In questo caso la legge sui fosfati non viene applicata: gli ammorbidenti ne contengono fino al 22%, contrariamente al 2,5% consentito nei detersivi. I tensioattivi cationici In essi contenuti, si attaccano alle fibre dei tessuti; dopo il duro lavaggio con questi prodotti di sintesi, esse tornano morbide ma nel successivo lavaggio devono essere eliminati con una dose aggiuntiva di detersivo ai tensioattivi anionici. L'ammorbidente, come i balsami dopo shampoo, si deposita sulle superfici col risultato che miliardi microscopiche molecole di sintesi chimica vanno a ricoprire tessuti, pelle e capelli. La sottile pellicola che aderisce alla biancheria, inoltre, non rende assorbenti le fibre. Un tessuto naturale, quindi, perde le utilissime capacità di mantenere il corpo asciutto. I batteri e i funghi proliferano con danni alla pelle (specie nella biancheria intima) e gli abiti devono essere lavati frequentemente a causa del ristagno di tossine e odori prodotti dal corpo. Altri composti L'elenco dei vari composti chimici è molto lungo e comprende antischiuma, anticorrosivi, additivi anti-ingrigimento o i profumi sintetici che danno quell' «odore di pulito» alla biancheria (che è solo un espediente per nascondere l'odore sgradevole degli altri composti.)

146 Lo smacchiatore indispensabile per la «macchia terribile» Vi sono flaconi, addirittura uno per tipo di macchia, che contribuiscono all'elenco di prodotti velenosi che usiamo e conserviamo nelle nostre abitazioni. Questi prodotti, che contengono solventi come il tricloroetilene, il percloroetilene o il cloruro di metilene, sono gli stessi adoperati nelle lavanderie. Sono velenosi semplicemente per contatto e si mischiano all'aria di casa. Una volta scaricati in acqua si accumulano nei tessuti adiposi dei pesci e comunque finiscono nelle falde acquifere e quindi nei nostri bicchieri dopo una parziale depurazione. Gli smacchiatori per la ruggine, a base di acido fluoridrico, oltre a sciogliere la ruggine riducono anche il calcio nelle ossa. Un esempio di intossicazione si può verificare togliendo le macchie di ruggine dalle scarpe da tennis e poi calzarle per qualche ora, le componenti tossiche entrano immediatamente in circolazione corporea. COME SMACCHIARE NATURALMENTE Smacchiatore universale La maggior parte delle macchie può essere eliminata con del sapone di marsiglia prima di mettere il tessuto in lavatrice. Certe macchie, se trattate appena si formano, vengono eliminate con sola acqua. L'ammollo con l'uso del sale toglie le macchie più difficili. Macchie di sangue, carne, uova, cacao Possono essere smacchiate con acqua salata, bicarbonato di sodio e un po' di sapone. Per i tessuti bianchi anche acqua e soda. Per materassi o coperte in lana o tessuti di arredamento occorre strofinare bene con acqua e bicarbonato. Applicare fecola di patate o amido, lasciare asciugare e spazzolare. Ripetere se necessario. Macchie di grasso e unto Si puliscono con sapone secco, lasciato agire per una notte, sui tessuti che vanno poi messi in lavatrice. La lana e la seta invece vanno ricoperte con saponaria o talco e spazzolate dopo qualche ora. Se la macchia permane usare carta assorbente e passarvi il ferro da stiro caldo. Per i tessuti d'arredamento, materassi, ecc. è possibile usare una soluzione di alcol e sale e poi un panno umido per risciacquare.

147 Macchie di frutta Possono essere smacchiate con acqua o acqua e sapone. Prima del trattamento il tessuto viene lasciato a bagno in acqua e limone o acqua e latte. Se le fibre sono resistenti il limone può essere applicato sulla macchia o si può usare acqua molto calda. Macchie di pennarello, biro, inchiostro Vengono pulite con lo yogurt o succo di limone diluito. Anche con aceto o alcool denaturato applicati in alternanza. Macchie di erba Sul cotone si possono smacchiare con acqua e sapone; sulla lana con acqua tiepida, alcool e qualche goccia di ammoniaca e poi sciacquare con acqua e aceto. Macchie di urina Si puliscono in acqua e aceto abbondante e poi lavate normalmente. Per tessuti d'arredamento o materassi strofinare con la stessa soluzione. Macchie di ruggine Si detergono sciogliendo del sale nel succo di limone e lasciando un batuffolo intriso di questa soluzione sulla macchia e frizionare. Risciacquare bene oppure mettere a bagno con glicerina. Macchie di caffé e té Si smacchiano con acqua minerale se la macchia è fresca; se è vecchia servono borace e acqua tiepida salata. Macchie di impronte Sui tessuti di arredamento si tolgono con acqua e aceto. Macchie sul legno, vetro o carte da parati si puliscono con una cipolla o patata tagliata a metà strofinando e poi ripassando con un panno umido. Se sono su legno lucidare poi con cera o olio di lino e sulla tappezzeria strofinare con mollica di pane. Macchie di sudore Si strofinano con acqua distillata, lavandole poi con sapone e sciacquandole con acqua ossigenata o aceto.

148 Macchie di cera Si tolgono con la carta assorbente e ferro da stiro passato sopra per assorbire la cera. Stirare oggi? Sarebbe semplice lavoro domestico se le donne, prima di stirare, non applicassero le «miracolose» nebulizzazioni di prodotti chimici. Questi composti, contenuti come molti altri in bombolette spray, sono nocivi. Cosa accade quando provochiamo una nuvoletta chimica per «stirare ed ammirare» come suggerisce la pubblicità?

LE BOMBOLETTE SPRAY Lo spray permette di nebulizzare il prodotto ma questo si espande nell'ambiente sotto forma di piccole goccioline, che poi ricadono sulle superfici circostanti. Quindi l'inquinamento chimico non viene ristretto al solo tessuto interessato, ma anche tutt'intorno. Il risciacquo è perciò quasi impossibile e l'aerazione non elimina completamente i residui. Mentre la nebulizzazione viene assorbita tramite la respirazione e la pelle. Ciò può causare disturbi quali vertigini, mal di capo e infiammazioni alle vie respiratorie. Se il contenitore è di alluminio, piccole particelle si possono staccare dalla superficie interna del contenitore e nebulizzate possono raggiungere il cervello tramite la mucosa nasale. Secondo alcuni ricercatori del Mount Sinai Medical Center di New York, si sospetta che l'uso degli spray possa essere una causa del morbo di Alzheimer, una malattia degenerativa del cervello, che sembra causata dall'alluminio. Inoltre, il propellente, cioè il tetrafloruro di carbonio, oltre ad inquinare è responsabile come noto, della riduzione dello strato di ozono che ci protegge dalle radiazioni ultraviolette del sole. Infine, per la produzione delle bombolette di alluminio (anche delle bevande) vengono usate materie prime che scarseggiano e non sono riciclabili; queste confezioni non dovrebbero essere acquistate.

Se il lavaggio degli indumenti è dolce e se evitiamo di farci convincere dalla pubblicità, possiamo tranquillamente eliminare i prodotti per stirare. Consigli ecologici e utili  Inumidire la biancheria con lo stesso ferro da stiro o con uno spruzzatore manuale contenente acqua ed eventualmente qualche goccia di essenza profumata.

149  I colli e i polsini delle camicie si sporcano meno se si inumidiscono in una soluzione di un cucchiaio di amido e 1/4 di acqua.  Un panno inumidito con acqua e aceto (2/3 e 1/3) evita che sugli abiti si formi una patina lucida e li rende brillanti. Il bucato ecologico Si dice che le donne, grazie alle lavatrici, hanno diminuito il tempo di lavoro e la fatica. Ma è tutto vero? Oggi il guardaroba di una famiglia richiede parecchio lavoro; ci si può affidare ad una lavanderia, ma è poco consigliabile considerando che i lavaggi sono a base di solventi di sintesi. I tessuti, spesso di origine sintetica, si sporcano molto più facilmente, attirando a sé particelle di polvere, smog e cattivi odori. Se da un lato la lavatrice è utile, dall'altro i lavaggi con prodotti molto aggressivi rovinano le fibre rendendole più soggette ad assorbire lo sporco. Sono necessari, quindi, lavaggi più frequenti. Oltre a suggerire tessuti naturali, le possibilità di un bucato ecologico sono tante, anche alle soglie del terzo millennio. CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  Usare detergente ecologico in quantità minime. Il sapone di marsiglia in fiocchi va bene, ma facendo attenzione alla quantità per non provocare eccessiva schiuma in lavatrice, specie alle alte temperature.  Se i tessuti sono molto sporchi, o vogliamo diminuire le dosi di detersivo, è utile l'ammollo, oggi spesso trascurato e molto più efficace del pre-lavaggio in lavatrice. Acqua calda, sapone in fiocchi e sale (vedi L'armadio delle pulizie) sciolgono lo sporco e rendono il lavaggio più facile. Se il tessuto e lo sporco sono resisten ti può essere usata la soda.  Solo pochi capi non possono essere lavati in acqua. Le etichette spesso consigliano i lavaggi a secco per l'evidente aggressività dei detersivi di sinte-si chimica. Molte donne hanno constatato che è possibile lavare in acqua quasi ogni tessuto: maglie, pantaloni (senza intarsi di pelle), coperte, abiti e camici di seta saranno morbidi e profumati dopo un lavaggio adeguato. Occorrono soltanto acqua appena tiepida, sapone di marsiglia per le macchie, qualche cucchiaio di bicarbonato nell'ammollo e dopo il risciac-

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quo immergere il capo per cinque minuti in acqua con un po' di aceto. La soluzione migliore per l'addolcimento dell'acqua è quello di applicare un filtro addolcitore alla lavatrice; si potranno così diminuire notevolmente le quantità di detersivo necessario. In alternativa usiamo un addolcitore a parte a base di soda o di bicarbonato. L'acqua di montagna non richiede addolcimento e quella delle zone marittime ne richiede di più; alcune prove ci indicheranno la quantità più appropriata. Usare sbiancanti ecologici e solo nei casi strettamente necessari; non è necessario sbiancare i tessuti ad ogni lavaggio. L'ammorbidente, a questo punto, sarà completamente inutile: il sapone ha infatti una naturale proprietà ingrassante, mentre i riempitivi dei detersivi chimici sintetici inaridiscono i tessuti. L'aggiunta di un po' di aceto nella vaschetta dell'ammorbidente sarà utile per ridurre l'alcalinità dei detersivi, disinfettare la biancheria e renderla più soffice. Il profumo di pulito sarà quindi quello naturale del sapone, ma è possibile aggiungere all'ultimo risciacquo qualche goccia di olio essenziale preferito. In caso di macchie è bene trattarle con un po' di sapone prima di mettere il tessuto in lavatrice. Ciò permetterà di risparmiare detersivo ottenere un bucato migliore. Gli ingiallimenti si evitano usando sale in ammollo e nel risciacquo; così la seta torna bianca con l'aggiunta di due cucchiai di latte o qualche goccia di acqua ossigenata. Per disinfettare la biancheria il miglior battericida è il sole. Gli indumenti, le lenzuola e la biancheria intima delle persone malate dovrebbero essere .lavate esclusivamente con metodi dolci ed esposte ad asciugare al sole. Per i tessuti di grandi superfici (tappeti, coperte matrimoniali, ecc) scegliete il lavaggio a vapore (usato anche per i tappeti pregiati) invece di quello a secco. Qualche soluzione completamente ecologica potrebbe essere effettuata con l'uso di: acqua della cottura della pasta o del riso o della patata per lavare i capi di seta e di lana molto delicati. scorze di limone immerse nell'acqua bollente, questa diventa sbiacante. acqua di cottura degli spinaci per pulire e ravvivare i colori neri della seta e della lana.

151 IN CUCINA LA «CHIMICA» AGRESSIVA O QUELLA DOLCE? Sgrassare e sterilizzare sono le parole d'ordine della pubblicità per la brava casalinga. Per ottenere piatti e stoviglie puliti e brillanti, la casalinga li immerge nella schiuma abbondante di un detersivo liquido, il quale è composto da tensioattivi, enzimi, disinfettanti, conservanti e coloranti. La lavastoviglie. Questo utile elettrodomestico richiede l'uso di detersivi aggressivi e il risciacquo spesso non avviene completamente. Per far brillare le stovi-glie, i detersivi devono aderire alle superfici sotto forma di sottile pellicola, che è difficile da risciacquare, così ogni giorno ingeriamo la nostra piccola dose di detergente che si somma alle altre sostanze inquinanti (effetto sinergico). È stato riscontrato che queste sostanze formano dei ponti chimici all'interno dell'organismo, facilitando l'assorbimento di componenti tossici, come i pesticidi presenti nei cibi. Forno e fornelli. I prodotti che puliscono il forno sono tra i più pericolosi, contengono solventi, soda caustica e antiruggine. L'odore acre e il «nodo che prende alla gola» possono farci immaginare i possibili effetti. La nebulizzazione dovrebbe richiedere la protezione di una mascherina. Eventuali schizzi agli occhi possono distruggere la cornea. I residui dei gas contenuti da questi prodotti possono venire assorbiti dai cibi quando si cuociono.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  L'acqua ben calda scioglie buona parte dell'unto; bicchieri e vasellame poco sporchi possono essere strofinati con una spugnetta, risciacquati e risultare così puliti. Ricordate che l'unto aderisce molto più alla plastica che non al vetro o alla porcellana.  Se per pulire è richiesta un'azione più energica usate un prodotto ecologico o un po' di sapone in scaglie con poca soda. Se avete cotto la pasta, la sua acqua con qualche goccia di aceto è un detergente eccezionale. I tegami anneriti o incrostati possono essere messi a bagno e poi puliti con un po' di polvere di pomice.  Stoviglie e accessori in legno, terracotta e altri materiali assorbenti non devono mai essere lavati con i detergenti, ma solo con acqua cal-

152 da. Possono essere disinfettati con aceto e/o lasciandoli al sole. Per diminuire la quantità di detersivo è utile applicare un «addolcitore» alla lavastoviglie e inserire le pentole e i piatti non troppo sporchi; in tal caso i detersivi scelti possono essere quelli ecologici, giacché il loro potere pulente è inferiore. Con l'addolcitore non serve il brillantante e può essere sostituito dall'aceto.  II sale azzurrante può essere sostituito con il normale sale da cucina (che ha un prezzo molto inferiore).  Il forno andrebbe pulito ogni volta che si cucina, così come i fornelli, altrimenti i residui di cibo si carbonizzano e producono gas tossici. Se la pulizia avviene poco dopo l'uso, a forno tiepido, basterà un po' di sapone, della polvere di pomice e una spugna. Un accorto uso di recipienti ampi o fogli di alluminio possono evitare la fuoriuscita del cibo e degli ingredienti. Un'ultima passata con aceto o succo di limone nella spugna renderà splendente l'acciaio dei fornelli e del lavello. COME TENERE UN BAGNO ECOLOGICO? L'assoluta assenza di germi e batteri è impossibile, perché sono parte organica della vita. Oggi, invece, nel bagno si vuole un clima perfettamente asettico e questo viene ottenuto con i prodotti per sanitari che contengono soluzioni molto corrosive a base di ammoniaca e alcali, mentre i composti per il wc (il cui consumo in pochi anni è aumentato di 10 volte) sono a base di cloro che si libera nell'aria sotto forma di gas. Questi, come tutti quelli a base di ipoclorito di sodio (per esempio varechina e candeggina), non devono mai essere usati in successione ad altri prodotti (quelli per sanitari) altrimenti si avranno gravi conseguenze. Se infatti uniamo al cloro detersivi acidi, ammoniaca o solo aceto, si forma immediatamente un gas letale che satura velocemente un ambiente ristretto come il bagno. Già a basse dosi si riscontrano effetti negativi per il sistema respiratorio e si verifica anche perdita di capelli, come sostiene E. Koch, noto ecologo tedesco. Inoltre, quando disinfettiamo il wc uccidiamo non solo i batteri dannosi ma anche quelli utili. L'utilità di questi prodotti detergenti è spesso una manovra pubblicitaria per venderli. Anche certi disinfettanti sono altrettanto inutili, perché contengono pericolosi fenoli e clorofenoli che sono sospettati di provocare cancro, mutazioni genetiche e malformazioni.

153 Per questo motivo anche i biberon dei bambini dovrebbero essere in vetro e sterilizzati solo mediante bollitura per non fare uso di disinfettanti, che in quantità minime possono permanere. Gli scarichi intasati sono un inconveniente che ci induce a liberarli con liquidi pericolosi. È mai possibile che per disintasare il nostro lavandino e il water dobbiamo inquinare una grande quantità d'acqua e rovinarci i polmoni con acri esalazioni? La soda caustica (prodotto naturale) è contenuta, in questi liquidi per circa il 90% e sviluppa grande calore per sciogliere i residui che otturano gli scarichi. Un involontario getto d'acqua, inoltre, può provocare schizzi di soda bollente con pericolo per la persona. CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  Un sapone in fiocchi disciolto in acqua, un po' di soda e della polvere di pomice formano un detersivo casalingo per i sanitari. Se volete lucidare ulteriormente i sanitari potete usare aceto e sale (un bicchiere di aceto e due cucchiai di sale sono sufficienti).  Le macchie ostinate, specie quelle di resina o gomma, possono essere eliminate con benzina, mentre per quelle scure e di ruggine ci aiuta una pasta di borace e aceto. La rubinetteria sarà protetta e si incrosterà meno di calcare se passeremo ogni tanto uno straccio imbevuto di vaselina.  L'uso di quasi tutti i prodotti naturali non rovina le superfici (porcellana, marmo, piastrelle o rubinetteria cromata) ed evita la maggiore aderenza dello sporco.  Per i rifiuti solidi possiamo prevenire gli ingorghi usando il cestino e non il water. Se il danno è fatto usiamo le ventose.  Anche un bicchiere di aceto bollente e un cucchiaio di sale, oppure acqua bollente, aceto e soda (un cucchiaio per litro), possono risolvere il problema senza danni.

PULIZIA ECOLOGICA DELLE SUPERFICI Secondo la pubblicità, ogni superficie (mobili, pavimenti, pareti, piastrelle o altro) è tanto sporca da richiedere l'uso di una speciale

154 sostanza. I pavimenti vengono puliti con prodotti a base di ammoniaca, solventi e derivati amminici, mentre per la lucidatura ci si affida a cere a base di petrolio, paraffina e solventi come il toluolo e lo xilolo (il benzolo è proibito perché cancerogeno). Questi prodotti richiedono meno fatica nella lucidatura (sono autolucidanti), ma formano una pellicola plastica su ogni superficie, togliendo ogni benefica proprietà al materiale naturale e fanno risaltare graffi e impronte. Anche per i mobili si segue lo stesso procedimento, con spray lucidanti e non si capisce perché debba essere lucidata una superficie già laccata o lucidata.  Per pulire un pavimento non troppo macchiato può bastare solo acqua, magari tiepida. In caso di sporco più resistente basta poco sapone e un po' di bicarbonato. Per disinfettarlo e lucidarlo sono sufficienti acqua e aceto, le cere sono quelle naturali, (la cera d'api), liquide (da sciogliere in acqua) o dure; esse possono essere usate per ogni superficie conferendo un gradevole profumo, ed essendo antistatiche ci fanno spolverare meno.  Anche i panni imbevuti in acqua molto calda con un po' di essenza di limone e poi lasciati asciugare servono per spolverare le superfici.  II legno verniciato si lucida con una soluzione di alcol e olio di lino in parti uguali. Tappeti, moquette e vetri La pulizia accurata di grandi tappeti e moquette è difficile. La chimica e il suo mercato propone soluzioni spray da lasciare asciugare sulla superficie, cosicché lo sporco possa venire poi aspirato o pulito assieme al prodotto che lo ha incorporato. È chiaro che una parte di queste sostanze rimane sul tessuto e si polverizza successivamente nell'aria venendo respirata dalla casalinga e dai bambini. CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  Passare con un buon aspirapolvere di frequente è la migliore pulizia insieme ad un buon arieggiamento.  Nel caso di profonde pulizie bastano acqua e bicarbonato o acqua e aceto sfregati con una spazzola o uno straccio. È consigliabile eseguire il lavoro in una giornata di sole lasciando poi asciugare bene a finestre aperte.

155  I colori dei tappeti possono essere ravvivati cospargendoli di bicarbonato per una notte e aspirandolo il mattino dopo, oppure usando un cavolo tagliato a metà e usato come una spazzola.  Non dimentichiamo che camminare con le scarpe in casa e soprattutto sulla moquette significa introdurre diverse particelle inquinanti (asfalto, metalli, polveri varie e anche microrganismi). I bambini sono soggetti al contatto di queste sostanze perché giocano sui tappeti. Prendiamo quindi la sana abitudine di levare le scarpe quando si entra in casa.  Per pulire i vetri sono sufficienti l'acqua e uno straccio (carta di giornale o la pelle di daino).  Per vetri più sporchi e macchie molto ostinate possono essere eliminate con l'alcool puro o diluito in acqua.

INSETTI CHE DISTURBANO E AGGREDISCONO Certe volte in casa si svolge una vera e propria caccia all'insetto, che a colpi di spray o di talco termina con l'annientamento del malcapitato. Gli insetticidi, che adoperiamo con la massima tranquillità, contengono fluoruri, arsenico e cianuri. Prolungate permanenze in ambienti in cui è stato fatto uso di insetticidi, specie se mal aerati, hanno effetti tossici sul sistema nervoso. Oltre a provocare disturbi respiratori, specialmente durante il sonno, quando il corpo diminuisce le difese. Inoltre, i prodotti applicati direttamente sulla pelle contengono DET (dietiltoluammide) che viene assorbito dai pori della cute, specie se si accumula con successive applicazioni.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI Contro le zanzare  Impedite che fuori casa si formi l'acqua stagnante per evitare le zanzare (grondaie mal messe, recipienti d'acqua, nei vasi sotto le piante).  Per evitare di essere punti di notte la soluzione migliore è applicare una zanzariera alle finestre o sul letto (come è in uso in oriente).  Alcune piante da posare sul davanzale sono insettorepellenti: geranio, lavanda, menta piperita, basilico e quasi tutte le erbe aromatiche.

156  Anche gli olii essenziali, spalmati sulla pelle o evaporati, sono utili come la cedronella e il geranio. Contro le mosche  Le superfici pulite con acqua e aceto e le tende risciacquate con infuso di amarella o issopo tengono lontane le mosche.  L'aceto evaporato su una piastra, l'incenso e le foglie di sambuco, menta, lavanda e artemisia possono aiutare ad allontanare le mosche. Contro le formiche e le tarme  Preveniamo le formiche evitando di lasciare residui di cibo in giro e puliamo con acqua e aceto (o solo quest'ultimo).  Le foglie di pomodoro, le bucce di limone o il tanaceto seccato e polverizzato allontanano le formiche. Se si sono insediate in casa individuate il nido, spruzzatevi acqua bollente e chiudete il buco.  Nei nostri asettici appartamenti cittadini, dove non c'è più posto per un ragno o una zanzara, cerchiamo di non farci prendere dalla «fobia» da insetti. Ricordiamo che, a dispetto degli insetticidi, gli animali superstiti diventano sempre più tenaci e forti mentre l'uomo sempre più debole e intossicato. Gli antitarme contengono paradiclorobenzene, naftalina, esacloroetano o lindano che sono sostanze altamente irritanti e che provocano allergie alla pelle, all'apparato respiratorio, disturbi gastrointestinali e asma. Sono molto rischiosi in presenza di bambini per l'eventuale ingestione e per i vapori emanati. La naftalina è poco solubile in acqua e può permanere sugli indumenti anche dopo i lavaggi. Essendo però solubile in olio si combina con il grasso della pelle o con la crema applicata alla pelle, venendo cosi facilmente assorbita, con danni al fegato e ai reni. L'ingestione di una sola pallina potrebbe essere mortale per un bambino. Sono pericolosi anche i trattamenti antitarme usati in fase di lavorazione. I tessuti vengono infatti impregnati di sostanze velenose come l'Eulan o il Mitin. Consigliamo:  L'aria, il sole e i lavaggi sono una buona prevenzione. È utile anche arieggiare periodicamente gli armadi (tessuti sporchi o pregni di sudore attirano le tarme).

157  Non avvolgete abiti nei sacchetti di plastica perché creano un ambiente di serra favorevole alle tarme.  Antitarme naturali sono: fiori di lavanda, foglie di noce, canfora naturale (esiste anche la versione sintetica), frutti di ippocastano, essenza di cembro; per riporre i tappeti è sufficiente la semplice carta di giornale.  Quando pulite l'armadio usate acqua e olio essenziale di lavanda. DEODORARE PUÒ INTOSSICARE? QUALI PROFUMI USARE? La pubblicità ci suggerisce di deodorare l'ambiente e non ha torto. Il profumo è un piacere, ma quali deodoranti usare? I PROFUMI E L’OLFATTO Nel passato i profumi erano molto usati per il corpo, per deodorare gli ambienti, tenere lontano gli insetti, disinfettare l'aria e per proteggere dalle epidemie. II senso dell'olfatto è molto potente e più sensibile del gusto e si integra con questo. Abbiamo un archivio di almeno 5000 odori che sollecitano i nostri ricordi, ci rimandano spesso al nostro passato e stimolano l'inconscio. Gli odori, infatti, rimangono impressi per anni e ciò che non piace all'olfatto non è bene accetto neppure agli altri sensi. Gli aromi hanno un'influenza psicologica. Fin dall'antichità si riteneva che questi fossero un anello di congiunzione tra il corpo e la mente e che influissero sugli stati emotivi. Nei riti religiosi e nelle cerimonie sacre si usano particolari profumi per favorire la spiritualità. I profumi possono rilassare, stimolare all'amore, dare energia, e per queste ragioni vengono usati anche nelle terapie naturali.

Oggi l'industria produce i profumi in modo da imitare quelli naturali, ma l'origine delle loro componenti sintetiche è chimica. Quando degustiamo l'aroma sintetico di fragola non ricaviamo le sostanze nutrienti del frutto, così quando aspiriamo il profumo chimico sintetico di rosa non ne traiamo i benefici del fiore. I componenti artificiali dei deodoranti sintetici, come tutte le profumazioni presenti nei detersivi, possono deodorare l'aria ma anche inquinarla. Un profumo di sintesi chimica intenso può provocare irritazioni

158 alla gola, riniti allergiche e malessere generale, ma soprattutto sembra che esso agisca a livello psichico inducendo a depressione nervosa. Si sostiene che, eliminando i profumi di sintesi industriale dalle abitazioni, specie nelle camere da letto, si eviterebbe l'uso troppo frequente di tranquillanti. I deodoranti per wc, ad esempio, contengono paradiclorobenzolo che inquina l'ambiente ed è stato rintracciato nel tessuto adiposo dell'uomo.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI  Ogni abitazione dovrebbe essere pervasa da profumi che portano l'ebbrezza e l'energia della natura. Un profumo non deve servire per «coprire» i cattivi odori, per questo basta una sufficiente aerazione. L'odore del cibo in preparazione è più piacevole delle esalazioni di certi prodotti chimici, contrariamente a ciò che la pubblicità di questi prodotti vuole far credere.  Gli olii essenziali (soluzioni concentrate di aromi naturali, che, contrariamente al nome, non ungono) o le erbe sono i profumi della natura. Sono utili per riportare freschezza nell'aria delle nostre stanze, specie nei centri urbani dove spesso non è possibile arieggiare bene gli ambienti. È sufficiente versare qualche goccia di olio essenziale in un diffusore di essenza in terracotta, nell'umidificatore del termosifone o nebulizzarli con uno spruzzatore sulle tappezzerie o sugli abiti.  Gli olii essenziali inoltre hanno un forte potere disinfettante. Le erbe invece possono essere appese a mazzi, conservate in pot-pourri (un miscuglio di erbe e fiori e olii essenziali) o in piccole confezioni di tessuto da tenere sul divano o a letto per favorire il rilassamento.  Ricordiamo che le erbe, ma soprattutto ,gli olii essenziali non devono essere mescolati con aromi di sintesi chimica come spesso avviene. È bene rivolgersi a produzioni di sicura qualità.  L'incenso disinfetta l'aria, allontana gli insetti e rilassa la mente favorendo la concentrazione.  Le bucce di mele, di agrumi o noccioli di pesca e albicocca profumano l'ambiente, se messe sopra una stufa dentro a un forno o nel fuoco di un camino.

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USO DEGLI AROMI NATURALI Nel soggiorno rinfrescano e profumano l'aria la rosa, la lavanda, la melissa, la citronella, la crespolina, la stellina odorosa, l'assenzio, il geranio, la verbena, il cedro e il bergamotto. In cucina riducono gli odori e allontanano gli insetti la melissa, la menta, l'alloro, il sedano di montagna, il garofano, il basilico, il tanaceto e l'assenzio. In camera per favorire il sonno è consigliabile il luppolo, la camomilla (evita gli incubi), la lavanda (rilassa), la maggiorana (sedativa), la rosa (distensiva) e il sandalo. Nel guardaroba profumano e proteggono i tessuti, ma anche aggiunti nell'ultimo risciacquo in lavatrice o nebulizzati sui vestiti la lavanda, la rosa, la radice di giaggiolo, il pino cembro, la buccia di limone essiccata e l'arancia pommader (chiodi di garofano infilati in un'arancia mantengono il profumo per mesi). Nelle stanze dei bambini è consigliabile la camomilla romana, il finocchio, il mandarino, la cannella, l'essenza di miele e l'arancio. In ufficio è consigliabile il limone, il bergamotto, il mirto, l'issopo e il pino cembro. Nei momenti di raccoglimento e di rilassamento si suggerisce l'incenso, la rosa e l'issopo. Per pulire l'aria in ambienti dove ci sono ammalati o dove si è fumato sono utili la salvia, il ginepro, il pino cembro, il limone, l'issopo e la lavanda. Per i lavori domestici disinfettano, profumano e proteggono qualche goccia di limone o cedro o mirto o cannella versata nel detersivo o nell'acqua di pulizia.

ALTRI CONSIGLI ECOLOGICI UTILI ALLE DONNE La nostra civiltà dei consumi ci ha insegnato che l'abbondanza e lo spreco sono garanzia di buoni risultati. Questo non è sempre vero. Più detersivo non significa più pulito ma inquinamento maggiore. Per ottenere dosi ecologiche possiamo spesso dimezzare quelle indicate dal produttore, a tutto vantaggio della salute e dell'economia.  Un detersivo multiuso può essere utilizzato per scopi diversi. Le industrie propongono invece numerose e diverse confezioni per aumentarne 1'impiego, per far crescere il loro fatturato e guadagno; ma il contenuto, spesso, è quasi identico.  Ricordate che anche i detersivi ecologici hanno una dose inquinante e vanno controllate le diciture sulle etichette, perché alcuni detersivi sono ecologici solo di nome (un detersivo non è ecologico solo per-

160 ché non contiene fosfati). Le case produttrici più serie, riportano l'elenco dei componenti pericolosi, e si preoccupano di non inserirli nei loro prodotti.Un detersivo ecologico ha un prezzo maggiore, ma ha una migliore riuscita e fa risparmiare in rapporto agli altri, perché non contiene riempitivi e sali aggiunti, mentre gli sbiancanti e i dolcificanti, forniti a parte, si usano solo se è necessario.  L'acqua è il migliore pulente in assoluto: elimina polvere e i cattivi odori. Scopo principale del detergente è quello di sciogliere gli unti (che in parte avviene con l'acqua calda). Diventate seriamente critici e resistenti verso la pubblicità ma non ai germi e metà del lavoro ecologico sarà fatto.

L'ARMADIO DELLE PULIZIE II sapone ecologico in polvere o scaglie (per lavatrice). Il sapone di marsiglia, anche vegetale solido, in fiocchi e liquido. Quest'ultimo può essere usato come detersivo universale (per superfici, abbigliamento, ecc.) Il sapone è biodegradabile, scioglie lo sporco, dolcifica l'acqua, ammorbidisce e profuma. Rivolgersi a case di sicura serietà che garantiscano la naturalità della composizione. Il sale. Far bollire 3-4 litri di acqua e versarvi un pacchetto di sale. Conservare questa soluzione e adoperarla quando necessita. Scioglie lo sporco e se usato in ammollo o, in piccole dosi, nel risciacquo evita l'ingiallimento dei tessuti. Il bicarbonato potenzia ogni detersivo e diminuisce perciò l'uso di quest'ultimo. Toglie i cattivi odori, è un ottimo detersivo delicato e addolcisce l'acqua. L'aceto (quello bianco di vino per uso alimentare) neutralizza l'alcalinità dei detersivi, disinfetta e deterge. Agisce da ammorbidente e mantiene i colori dei tessuti brillanti. In caso di contatti della pelle con prodotti tossici ristabilisce la naturale acidità (il pH) della pelle. La pomice è una polvere finissima che non graffia, ma accentua l'effetto abrasivo. Unita al sapone sostituisce l'uso degli abrasivi tossici in commercio, che spesso graffiano superfici come la plastica o i metalli. La soda addolcisce l'acqua, scioglie lo sporco, ma bisogna usarla in piccole dosi. È un prodotto economico che inquina ancor meno del sapone. La cera d'api e l'olio di lino si possono usare sul legno e per varie superfici. L'alcool deve essere quello denaturato con etere da petrolio e non con piridina. L'amido per gli usi dovuti.

161 IN PARTICOLARE ALLE DONNE… Circa un terzo dell'inquinamento proviene dalle abitazioni grazie all'uso di detersivi e composti chimici di sintesi. Altre sostanze inquinanti provengono dalle industrie che fabbricano i prodotti che usiamo abitualmente. Abbiamo però constatato che il consumatore ha la possibilità di modificare questo circolo inquinante, altrimenti senza fine. La donna ha molta voce nel capitolo ecologico perché le è affidata la gestione della casa. Gli acquisti alimentari (biologici o no) sono molto spesso una scelta femminile. Molti altri prodotti (ecologici o no) sono scelti dalla donna: detersivi, prodotti per la cura personale, e anche oggetti per la manutenzione della casa e i mobili. Questo dimostra l'importanza di una sensibilizzazione delle donne su questi problemi della casa, della nutrizione, del consumare meno e meglio. Le nostre abitazioni, sono una buona base di partenza biologica ed ecologica per la salvaguardia della salute personale e collettiva. II nostro corpo e la nostra casa sono un «ecosistema» perfetto e se mantengono l'equilibrio fisiologico naturale la salute è garantita. La medicina allopatica (quella ufficiale basata sui farmaci di sintesi) ha sviluppato la teoria microbica. Così si ha paura della malattia infettiva e si crede di essere aggrediti da microrganismi patogeni, sopprimendo i quali pos-siamo ottenere la guarigione. Tutto ciò, ha rafforzato la caccia al microbo e ai virus. Le medicine naturali sostengono, invece, che questo ha possibilità di attecchire solo se il «terreno» lo permette. Se siamo indeboliti, intossicati e con una bassa difesa immunitaria i batteri trovano facilmente «nutrimento» negli eccessi di impurità e nel non equilibrio del nostro organismo. Ciò è dimostrato dal fatto che una malattia, ad esempio un raffreddore, aggredisce una persona e non un'altra, anche se il contatto è stato lo stesso. Nel nostro corpo sono costantemente presenti dei batteri che normalmente non generano patologie. Così, ad esempio, nei polmoni possono risiedere i germi della tubercolosi senza sviluppo di tubercolosi. È questione di fortuna? Certamente no, ciò dipende dall'equilibrio psico-fisico. Solo se il batterio trova il terreno idoneo, cioè un corpo intossicato e malnutrito, la malattia si attiva e si sviluppa. La prevenzione e la medicina naturale (olistica) sostengono che nell'eccesso tossico e nella mancanza di equilibrio risieda la causa di ogni malattia e non solo di quelle infettive.

162 Le scorie trattenute nel corpo, a lungo andare, creano condizioni di tossiemia, cioè un avvelenamento interno che è alla base di ogni patologia. Una alimentazione adeguata e uno stile di vita equilibrato sono i presupposti fondamentali per la salute fisica e psichica. Limitare l'assorbimento di agenti chimici significa evitare accumuli di scorie. Se gli agenti esterni, come l'aria e l'acqua, sono inquinati e non possiamo evitarli, non peggioriamo la situazione con un'abitazione inquinata e malsana e l'uso esagerato di detersivi e dei composti chimici. Cerchiamo piuttosto di essere più attenti nei confronti degli alimenti e dei prodotti che consumiamo. Non è solo questione di detersivi, ma anche questione di cibi, di smog, di medicinali, di certi prodotti per la cura personale. Non lasciamo che la nostra consapevolezza venga sopraffatta dalle immagini pubblicitarie dell'«usa e getta». Scegliamo un'alimentazione più sana, a base di prodotti naturali biologici, come primo passo verso la salute e una vita più semplice e più bella.

IL FENG-SHUI

LA FILOSOFIA RELIGIOSA TAOISTA Il feng-shui (vento e acqua che si pronuncia fung-scioi) è la filosofia religiosa taoista del vivere in armonia con l'ambiente ed è una delle arti pratiche più antiche. Le radici del feng-shui risalgono agli sciamani dell'antica Cina e per secoli i cinesi si sono affidati a questo orientamento per seppellire i morti e costruire case e città. Simbolicamente, il Feng è il «Vento», mentre lo Shui è «l'Acqua» ed essi vanno intesi come elementi del movimento «dell'energia universale» che agiscono intorno all'uomo e all'ambiente che lo circonda. Ogni oggetto prende vita grazie al «soffio vitale», il Ch'i, che si muove proprio attraverso il Vento e l'Acqua. L'energia che scorre dà nutrimento e vitalità, mentre quella che ristagna è distruttiva. Per i cinesi ogni edificio ha una «vita». Una casa può essere «sana», «malata» o «moribonda» e questo dipende innanzi tutto dal suo orientamento, dall'epoca in cui è stata costruita, dai dintorni, che possono celare forze benefiche o distruttive, e dagli edifici adiacenti che possono dirigerle, ampliarle, diminuirle, disperderle o raccoglierle. Quindi, la scelta del sito in cui sorgerà un'abitazione o un edificio funebre è fondamentale, affinché gli abitanti o i discendenti del defunto godano di prosperità e di buona salute. Il feng-shui residenziale e quello dei luoghi di sepoltura si basa su principi molto simili. I cinesi dicono che un luogo ideale per vivere è perfetto anche per seppellirci i morti. In Cina gli esperti di feng-shui hanno il compito di comprendere il flusso di energia nella terra, che può essere ying o yang. Ogni tipo di terra può essere descritta come montagna o come acqua. Le montagne sono ying ed immobili, mentre l'acqua è yang e dinamica. L'armonia non è altro che l'equilibrio tra queste forze energetiche. I siti feng-shui ideali, infatti, si trovano in luoghi dove sono presenti sia montagne che acqua. Siti con caratteristiche agli opposti non sono in equilibrio terrestre, poiché la presenza esclusiva di montagne diminuisce il flusso energetico e quella esclusiva di acqua impedisce di contenere l'energia stessa, che tende a dissiparsi.

164 VALUTAZIONE DELL’AMBIENTE ESTERNO: LA SCELTA DEL SITO Nel valutare l'ambiente esterno, si procede all'analisi dei dintorni immediati e del territorio in generale. Nel caso in cui l'ambiente circostante non fosse appropriato, sarà del tutto inutile procedere. Inoltre, bisogna distinguere le aree rurali da quelle urbane, poiché le prime avranno i dintorni immediati e un ambiente generale caratterizzati da un'estensione maggiore di terra, mentre le seconde avranno dei confini più ristretti. Aree rurali La protezione è l'elemento principale su cui si basa la scelta di un sito. È molto importante che siano presenti formazioni naturali o artificiali davanti, dietro e sui lati del luogo prescelto con le seguenti caratteristiche: --- la facciata del sito dovrebbe essere protetta da catene montuose in lontananza, in modo da non bloccare la vista. Questa protezione è chiamata «Corvo Rosso». --- il retro dovrebbe essere chiuso da una formazione degradante verso il sito stesso e non essere né troppo rocciosa né troppo alta. In questo caso si dice che il luogo ha una buona «Tartaruga Nera». --- Lateralmente, il sito dovrebbe essere protetto efficacemente da un «Drago Verde», terreno alla sinistra del sito, e da una «Tigre Bianca», terreno alla destra del sito. Un buon «Drago Verde» è costituito da un terreno alto coperto di alberi o erba, privo di sabbia, sassi o buche profonde. Una «Tigre Bianca» efficace dovrebbe essere una formazione rocciosa priva di tratti appuntiti. Aree urbane I principi di protezione che valgono per la valutazione di un ambiente rurale valgono anche per un ambiente urbano. Cambiano i riferimenti che ora sono identificati negli edifici circostanti: --- l'edificio di fronte «Corvo Rosso» dovrebbe essere più basso del vostro e possibilmente lungo e non troppo vicino. La distanza ideale potrebbe essere una strada larga, una piazza aperta oppure un prato non troppo vasto. --- l'edificio retrostante «Tartaruga Nera» dovrebbe essere più alto della vostra casa, ma non troppo vicino.

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una buona protezione alla sinistra «Drago Verde» potrebbe essere rappresentata da un edificio con sfumature di colore verde o blu, oppure da alberi e siepi. Una buona «Tigre Bianca», invece, dovrà essere un fabbricato basso e tozzo e di colore bianco. In generale, se il «Drago Verde» è alto, la «Tigre Bianca» dovrà essere bassa e viceversa .

Tigre Bianca alta Sito

Drago Verde lungo

Drago Verde alto

Tigre Bianca lunga Sito

Se il «Drago Verde» è lungo, la «Tigre Bianca» deve essere alta. Se la «Tigre Bianca» è lunga, il «Drago Verde» deve essere alto.

La scelta del sito non si limita esclusivamente a queste considerazioni, che rappresentano solo la prima fase della valutazione. Infatti, è molto importante esaminare le caratteristiche morfologiche degli oggetti naturali o artificiali nelle immediate vicinanze. Esistono forme dannose e forme benefiche che possono portare sfortuna o raccogliere energie positive per le persone che abitano una casa. Per esempio, sono nocivi gli oggetti aguzzi che puntano contro l'abitazione, poiché trasportano e concentrano sugli abitanti energia distruttiva (trasmettitori, gru da costruzione, antenne, cartelloni pubblicitari,

166 rami di alberi che puntano verso la casa, rocce frastagliate in direzione del sito, ecc.). Competitori di energia sono anche tutti quegli oggetti, come una grossa formazione rocciosa o una fossa profonda, che possono far apparire l'edificio in cui vivete piccolo in proporzione; oppure gli oggetti lucenti che riflettono la luce verso la casa, quali pannelli solari, oggetti metallici, specchi d'acqua, finestre, ecc. Anche una formazione rocciosa sospesa sopra il sito è distruttiva, poiché dà la sensazione che l'edificio stia per essere schiacciato. Alcuni esempi sono raffigurati nelle immagini riportate di seguito. Al contrario sono considerati benefici tutti quegli oggetti che raccolgono energie positive. Tra questi ci sono gli oggetti rotondi, quali rocce e sculture dalle forme levigate ad esclusione delle parabole satellitari e gli specchi d'acqua davanti a casa, a patto che non ci siano riflessi diretti contro l'edificio per i motivi sopraccitati. La rotondità è simbolo di completezza e devia l'energia negativa. L'acqua è yang e portatrice di prosperità. Benefici sono anche giardini e parchi con fiori e alberi sempreverdi. Nella cultura cinese, i fiori e i giardini sono associati alla crescita e simboleggiano la prosperità, mentre gli alberi sempreverdi sono il simbolo di longevità e salute dal momento che non perdono le foglie d'inverno. Anche le strade e i corsi d'acqua sono canali d'energia e nel feng-shui essi vengono valutati allo stesso modo. VALUTAZIONE DELL’AMBIENTE INTERNO Una volta valutato il feng-shui dell'ambiente esterno, si passa all'esame dell'ambiente interno. Per «ambiente interno» si intende l'edificio in sé e il terreno posto tra la facciata e la strada. Verranno analizzati due elementi la forma e la pianta dell'edificio. Forma dell'edificio La forma della casa è il fattore determinante. Infatti, se la forma è quella sbagliata sarà inutile proseguire nella valutazione. I principi fondamentali sui quali si basa la forma di un edificio sono tre: stabilità, equilibrio e uniformità. La stabilità conferisce vitalità e salute e una casa è stabile se i livelli più alti poggiano su fondamenta robuste. Sono sconsigliate, quindi, strutture che poggiano su pilastri, poiché danno l'impressione di fragilità.

167 L'equilibrio è sinonimo di armonia e collaborazione tra le persone che abitano una casa. Affinché ci sia equilibrio, la forma non dovrà essere irregolare. L'uniformità prevede l'assenza di strutture sporgenti, sia verticali sia orizzontali, e ruvide. Le superfici uniformi proteggono la casa dalle energie distruttive. Alcuni esempi di irregolarità sono gli edifici a forma di piramide o con parti a sagoma triangolare; edifici ad «H», ad «L» o con parti che sporgono dal corpo principale; edifici con parti isolate del tutto o parzialmente dal resto. Il triangolo forma spigoli nei quali l'energia distruttiva viene incanalata e dai quali essa non riesce più a uscire. Verande sporgenti e le strutture a contrafforte sulla facciata di un edificio lo rendono fortemente sbilanciato. Case a torre o edifici lunghi e sottili che estendono verso l'alto sono aspri ed attraggono le energie distruttive. Lo stesso concetto vale per i camini troppo sottili e sporgenti e per gli abbaini. Anche le case caratterizzate da architetture particolari, quali per esempio pareti inclinate, sono da evitare, poiché trasmettono la sensazione di forte instabilità. Eva Wong, esperta consulente di feng-shui, sostiene che gli inquilini potrebbero correre il rischio di bancarotta o perdere il lavoro. La copertura di un edificio dovrebbe avere una pendenza lieve o essere piatta. Infatti, tetti spioventi danno l'impressione di scivolare e ciò potrebbe portare a perdite di denaro da parte degli inquilini. Benefiche sono le coperture a volta o a cupola. Si è già spiegato precedentemente l'efficacia della protezione delle forme rotonde. Altri esempi di forme irregolari che creano squilibrio e instabilità sono rappresentati nelle figure che seguono. Pianta dell'edificio Una volta esaminata la forma di un edificio, si procede a valutare il feng-shui della pianta e quindi la conseguente disposizione dei vari ambienti. Alcuni ambienti vengono normalmente utilizzati con maggior frequenza di altri, per cui bisognerà tenerne conto nella valutazione delle posizioni più propizie. I locali di servizio, quali ripostigli o dispense, possono essere localizzati nelle zone più «sfavorevoli» della casa. Affinché il Ch'i, «l'energia vitale», possa fluire liberamente è deter-

168 minante la posizione delle porte, e vedremo in dettaglio anche questo aspetto. Per prima cosa, esamineremo uno per uno i vari ambienti che compongono un'abitazione residenziale, ai fini di approfondire i criteri di valutazione di una pianta.

In atmosfera tutta orientale

L’ingresso L'Energia positiva o negativa entra nella nostra casa dalla porta principale, per cui l'ingresso è importante nella determinazione del feng-shui di un edificio. L'ingresso dovrebbe dare su un foyer o stanza d'ingresso, che funga da «cuscinetto» tra l'esterno e l'interno, affinché l'energia positiva venga distribuita al resto degli ambienti. In questo modo, se l'energia fosse negativa, la stanza d'ingresso la smorzerebbe. Un altro accorgimento è far affacciare il foyer su altre stanze per facilitare il flusso dell'energia positiva. Da evitare sono gli ingressi che affacciano su corridoi stretti e lunghi, poiché l'energia negativa rimarrebbe intrappolata. Così come si sconsigliano ingressi a forma di imbuto, perché puntano contro la casa e convogliano l'energia distruttiva verso tutte le stanze.

169 Corridoi e scale I corridoi e le scale sono entrambi elementi di collegamento tra le varie parti di un'abitazione. Di conseguenza sia i corridoi sia le scale sono conduttori di energia e la loro disposizione determina la buona circolazione del Ch'i. Per quanto riguarda i corridoi, sarà bene evitare quelli troppo lunghi e stretti, poiché l'energia sarà compressa e anche l'energia positiva verrà trasformata in energia negativa. Inoltre, è bene che le zone dei corridoi più buie vengano illuminate dalla luce naturale. Questo è possibile se le porte che affacciano sul corridoio stesso lasciano intravedere le finestre affacciate all'esterno. Infatti, le zone buie danno un senso di tristezza e sono catalizzatori di «energia yin», o di morte, mentre il sole permette all'energia yang, o di vita di penetrare. Allo stesso modo le scale dovrebbero essere ampie e non troppo ripide. Scale strette con piccoli pianerottoli per ogni piano creano un flusso di energia troppo impetuoso, imprevedibile e quindi distruttivo. Anche le scale a chiocciola sono sconsigliate, poiché l'energia è costretta a percorrere una strada contorta e a girare su se stessa. Cucina Nella cultura cinese la cucina e la sala da pranzo sono strettamente associate alla salute e alla vitalità e sono considerate le stanze più importanti della casa. La posizione errata di questo locale in relazione al resto dell'abitazione potrebbe causare malattie ai suoi inquilini. In altre parole, la cucina dovrebbe avere una forma regolare e simmetrica ed essere situata in un luogo riparato della casa, senza viste dirette sull'ingresso. Se così fosse, l'energia distruttiva sarebbe direttamente indirizzata verso di essa. Andrebbe allineata con l'asse centrale della casa, affinché il Ch'i non debba fluire in modo contorto. Dovrebbe, inoltre, avere più di una porta per permettere un buon flusso dell'energia vitale. Camera da letto La camera da letto è uno degli ambienti maggiormente utilizzati ed è quello in cui ci ricarichiamo di energia. Mentre dormiamo siamo più vulnerabili e quindi la camera da letto dovrebbe essere la stanza più protetta della casa. Le sue caratteristiche prioritarie dovrebbero: --- Avere una pianta regolare e simmetrica; --- Avere un'unica porta, affinché l'energia nutritiva venga assorbita dal

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nostro corpo e non venga dissipata; la porta non deve trovarsi di fronte ad una scala, perchè l'energia negativa entrerebbe in modo impetuoso; Evitare travi a vista, poiché darebbero l'impressione che un palo stia per schiacciare chi sta dormendo; Posizionare il letto sulla direttrice tra la porta d'ingresso e la stanza per permettere al Ch'i di fluire; oppure, se il letto non può essere posizionato contro la parete sulla quale si apre la porta, collocarlo sul muro di fronte la porta stessa.

DISPOSIZIONE GENERALE DEGLI AMBIENTI DI UNA CASA In generale, per ottenere una disposizione benefica delle stanze, dal punto di vista del feng-shui, si possono tenere presenti gli accorgimenti che seguono: --- La pianta della casa e la disposizione delle stanze dovrebbero essere regolari, preferendo le forme rettangolari e rotonde ed evitando angoli acuti e forme triangolari. --- La casa non dovrebbe avere dislivelli. Se la parte frontale dell'edificio fosse più alta, i membri giovani della famiglia avrebbero difficoltà a raggiungere l'indipendenza. Se, invece, fosse la parte posteriore ad essere più alta, la ricchezza scorrerebbe via verso l'esterno. --- Se la casa prevede due ingressi, quello principale non dovrebbe essere allineato a quello sul retro: l'energia benefica che entra da una porta uscirebbe immediatamente dall'altra. --- La casa dovrebbe essere ben illuminata dalla luce naturale. Ricordo che il sole porta energia positiva yang (vita), mentre il buio energia negativa ying (morte). Tuttavia, è bene che le finestre non siano troppo grandi o troppo piccole. Le pareti vetrate, per esempio, non proteggono a sufficienza la casa dall'energia distruttiva e disperdono quella nutritiva. --- I soffitti ideali sono quelli piatti o a volta e con un'altezza golare. Sconsigliati soffitti mansardati o a «V» rovesciata o troppo alti: l'energia nutritiva sale verso l'alto e rimane intrappolata. --- Come abbiamo già detto, i corridoi non devono essere troppo lunghi, bui, stretti e tortuosi per i motivi elencati sopra. --- I vari livelli di una casa dovrebbero essere regolari e bisognerebbe evitare terrazzi sporgenti, rientranze eccessive e dislivelli tra le varie parti: un aspetto «confuso» dei vari livelli rende il flusso energetico caotico.

171 La bussola geomantica La bussola geomantica viene utilizzata per determinare l'orientamento di un sito ed è la base per computare la carta geomantica. La bussola geomantica non è altro che una ciotola rotonda che contiene tutti i misteri della terra e quella completa è costituita da trentasei anelli. Oggi si utilizzano versioni semplificate della bussola completa e possono variare da 9 a 22 anelli. Ogni anello determina un aspetto del feng-shui e la bussola viene usata principalmente per valutare i luoghi di sepoltura. Per quanto riguarda la valutazione del feng-shui residenziale, è sufficiente l'anello delle 24 Direzioni, detto anche Cerchio della Montagna, che ha lo scopo di determinare il punto in cui il flusso dell'energia del territorio entra in un certo sito. La carta geomantica mostra come l'energia si muove nel territorio e nell'ambiente che lo circonda.

172 GLI INTERNI FENG-SHUI PER IL BAMBINO Una cameretta feng-shui I bambini sono particolarmente sensibili alle sollecitazioni e alle alterazioni dell'ambiente. Pertanto, converrebbe mettere in pratica qualche accorgimento affinché la loro camera sia un luogo armonioso. Ecco alcuni consigli pratici. Il pavimento ideale è quello in legno naturale, che evita l'accumulo di cariche elettrostatiche e mantiene l'energia del corpo in armonia, offrendo un effetto equilibrante al bambino. Il tappeto dovrebbe essere in fibra naturale e la sua funzione è quella di ridurre l'impressione di confusione creata dai giochi sparsi in terra. Per l'illuminazione, si consiglia l'uso di una lampada in cristallo di sale che produce un'ottima luce e influenza positivamente il benessere del bambino tramite la ionizzazione e il colore. Per rendere l'effetto prodotto paragonabile all'aria di mare o di montagna. Le forme dei mobili dovrebbero essere morbide, così da ricondurre alla rotondità dell'utero materno e i colori chiari. Le tende dovrebbero essere in tessuto naturale. Inoltre, di notte, se chiuse, rallentano l'energia proveniente dalla finestra. Di giorno sarebbe bene aprirle, per far entrare la luce e l’aria (quando è possibile), che influisce positivamente sul bambino. Culla e lettino. I materiali migliori sono il midollino, il legno e il giunco non verniciato. Da evitare letti in metallo, in plastica o di materiali verniciati. Il fondo della culla deve permettere una buona aerazione e dispersione dell'umidità. I tessuti consigliati per rivestire la culla e i lenzuoli sono il cotone e il lino, possibilmente non tinti, poiché certi coloranti contengono sostanze nocive. L’ideale sarebbe un velo di seta color porpora, in modo da creare all'interno della culla un tono di porpora che ha un effetto calmante sul bambino. In secondo luogo, è molto importante che il letto si trovi il più lon-

173 tano possibile dalla porta e soprattutto non sotto ad una finestra, in modo da permettere una giusta circolazione dell'energia. Per i bambini più piccoli, i carillon e le girandole sono oggetti che richiamano un'energia leggera e vitale. In particolare, si consiglia di appendere una girandola in metallo lucido (Yang) ad ovest della stanza e una morbida in tessuto (Yin) sul lato opposto. Di notte sarebbe meglio riporre i giocattoli sui vari scaffali (preferibilmente in legno e di forma arrotondata), per attenuare l'energia provocata dal disordine dei giochi sparsi in giro per la camera. Anche la personalità dei bambini può essere più yin o più yang, la scelta dei quadretti e dei complementi d'arredo è molto importante per riequilibrare l'armonia di queste due parti. I colori brillanti (rosso, giallo, arancio) sono stimolanti e quindi yang, mentre i colori tenui hanno un effetto rilassante e quindi yin. I colori nel Feng-Shui Nella tradizione cinese i colori hanno un'importanza notevole nella definizione dell'ambiente. --- Il verde dà armonia e tranquillità. --- Il blu è usato con grande cautela, poiché è considerato il colore più freddo. --- Il nero, invece, è legato alla cattiva sorte. --- Il giallo è il colore dell'evoluzione, della longevità ed è abbinato alla Terra. --- Il rosso è il colore più propizio ed è tra i colori più usati in Cina. Indica calore, felicità, sincerità, fortuna e ha la proprietà di trattenere la forza del Ch'i. --- Il bianco, infine, che in Cina è il colore del lutto, ma anche della purezza, è legato al metallo.

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179 LATERIZI, PANNELLI E TERRA CRUDA PER ISOLAMENTO TERMOACUSTICO Bampo Srl - via Psaro 13/E - 32100 Belluno - tel. 0437/941395 - www.termofon.com - Produttrice fin dagli anni ’70 dei blocchi microporizzati con farina di legno a geometrie intelligenti Termofon. Prima ditta italiana certificata Anab - Ibo - Ibn. Centro Affari Veneto Srl - via Spada 5 - 31050 Fanzolo di Vedelago, Tv - tel. 0423/487349 - fax 0423/487205 - e-mail, [email protected] - Produce mattonelle in cotto ottenute da argille pregiate, impastate a mano, essiccate lentamente e cotte in forni a legna alla temperatura di 1050 °C per impedire la cristallizzazione del materiale e conferire al manufatto una porosità igroscopica. Ceramiche Boaretto Sas - strada Battaglia 109 - 35020 Albignasego, Pd tel. 049/680996 - fax 049/8824322 - Pavimenti in «cotto fatto a mano» con argille naturali. Ceramiche Daitona Spa - Fornace Sila - via Ghiarola Nuova 120 - 41042 Fiorano Modenese, Mo - tel. 0536/830232 - fax 0536/832764 - e-mail, [email protected] - www.daitonagroup.it - Produce tegole e coppi in gres ceramico disponibili in varie colorazioni di facile impiego nelle varie ristrutturazioni e costruzioni. Gruppo Stabila - La Capiterlina - via Capiterlina 141 - 36033 Isola Vicentina, Vi - tel. 0444/977009 - fax 0444/976780 - e-mail, [email protected]. La Centrale La Fauci - via S.Nicola - 98040 Valdina, Me - tel. 090/ 9941072 - fax 090/9943862 - e-mail, [email protected]. Laterizi Alan Metauro - via Montefeltro 118 - 61010 Secchiano Marecchia, Ps - tel. 0541/912331 - fax 0541/912154 - e-mail, [email protected]. Nigra Industria Laterizi - traversa Mazzini 2 - 10037 Torrazza Piemonte, To - tel. 011/9180034 - fax 011/9189517 - e-mail, [email protected]. S.I.A.I. - via Mediterraneo 40 - 86038 Petacciato, Cb - tel. 0875/67302 fax 0875/678553 - e-mail, [email protected]. Cotto San Michele Srl - via Mondaviese 88 - Loc. San Michele al Fiume 61040 Mondavio, Pu - tel. 0721/987006 - fax 0721/987007 - e-mail, [email protected] - Produce eco-coppo ed eco-tegola, realizzati solo con argilla e terra senza fanghi industriali di scarto, né graniglie o coloranti.

180 Fornace di S. Anselmo Spa - via Tolomei 61 - 35010 Loreggi, Pd - tel. 049/9300312 - fax 049/5791010 - e-mail, [email protected] www.santanselmo.com - Mattoni tipo a mano, cotto da pavimentazione fatto a mano e a pezzi speciali. Fornaci di Manzano Spa - via Udine 40 - 33044 Manzano, Ud - tel. 0432/754732 - fax 0432/754224 - Produce il Microton, un laterizio a incastri verticali, microporizzato con farina di legno e disponibile in vari formati. IBL Spa - sede amministrativa e stabilimento di Cotignola - via Ponte Pietra 11 - 48010 Cotignola, Ra - tel. 0545/40123 - fax 0545/42067 - email, [email protected], www.iblspa.it - Produce mattoni a mano Terre di Romagna. Stabilimento di Bentivoglio - via saliceto 55/2 - 40010 Bentivoglio, Bo tel. 051/6647270 - fax 051/863451- Produce mattoni faccia a vista Felsinei. Sede di Milano - via Passo di Fargorida 6 - 20148 Milano - tel. 02/48714204 fax 02/40010988. Mattoni faccia a vista di argilla in due tipologie: a mano Terre di Romagna ed estrusi Felsinei, insieme al legno è a più elevata biocompatibilità. Industrie Cotto Possagno Spa - via Molinetto 46 - 31054 Possagno, Tv - tel. 0423/9205 - fax 0423/920910 - numero verde 167/857078 - e-mail, [email protected] - www.industriecottopossagno.com - Produce pavimenti e coperture in cotto e tetti ventilati. Magneti Spa - Regione Belvedere - 12048 Sommariva Bosco, Cn - tel. 0172/561111 - fax 0172/55231 - e-mail, [email protected] - Produce blocchi in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa Leca per murature destinate all’isolamento termoacustico. Terreal Italia Srl - strada San Dono 80 - 30033 Noale, Ve - tel. 041/ 580 0644 - fax 041/441251 - Tutta la produzione di laterizi è ottenuta dalla lavorazione d’argille selezionate e laminate, in un impasto molle (non trafilato) e conseguente stampaggio a mano o meccanizzato in apposite forme «all’antica maniera». VELA Spa - via dei Laterizi 2/A - 44010 Filo d’Argenta, Fe - tel. 030/ 984261, 0532/317501 - fax 0532/317530 - e-mail, fornacimolino@coop-costruttori. Wienerberger Brunori Srl - via Ringhiera 1, loc. Bubano - 40020 Mordano, Bo - tel. 0542/56811 - fax 0542/51143 - e-mail, [email protected] www.winerberger.it - Stabilimento - strada della Fornace 7 - 32030

181 Villabruna di Feltre, Bl - tel. 0439/340411 - fax 0439/42731 - e-mail, [email protected] - Produce laterizi termici Porotherm e Porotherm Bio per un sano benessere abitativo.

RISTRUTTURAZIONI, RISANAMENTO, MALTE, INTONACI E STUCCHI

Fassa Bortolo Srl - via Lazzaris 3 - 31027 Spresiano, Tv - tel. 0422/ 887495 - fax 0422/887509 - e-mail, [email protected] - www.fassabortolo.it - Prodotti per la rasatura, rivestimenti murali minerali, adesivi per piastrelle, aggrappanti, termo-intonaci, massetti e intonaci di fondo per interni ed esterni, tra cui il KB13, bio-intonaco innovativo a base di calce idratata ad altissima traspirabilità, con marchio di qualità da tre autorevoli istituti europei: Associazione Nazionale Architettura Biologica (Anab), Osterreichisches Institut fur Baubiologie und Omologie (Ibo) e Institute fur Baubiologie Neubeuern (Ibn). Gessica Spa - Contrada Favarotta-Giordano - 92023 Campobello di Licata, Ag - tel. 0922/877214 - fax 0922/870247 e-mail, [email protected] www.gessica.com - Produce intonaci premiscelati a base di gesso, intonaci minerali tipo livigni, tonachine colorate, adesivi per piastrelle e distribuisce cartongesso, tramezzi, prodotti per il recupero e risanamento, leganti e cementi. Gras Calce Spa - via Grandi 5 - 20056 Trezzo sull’Adda, Mi - tel. 02/ 909644141 - fax 02/90962801 - Produce grassello di calce con sassi di fiume cotti a legna, idratati e stagionati secondo metodi tradizionali; pittura per pareti naturali. Italsave Srl - via Tiziano Vecellio 13 - 31025 Santa Lucia di Piave, Tv - tel. 0438/460640 - fax 0438/460672 - e-mail, [email protected] - www.italsave.it - Interventi di manutenzione conservativa, risanamento anche ecologico, sabbiatura e trattamento di strutture lignee, di pietra, mattoni e pulizie. Tassullo Spa - via Nazionale 157 - 38010 Tassullo, Tn - tel. 0463/451506 fax 0463/451403 - e-mail, [email protected] - Produce calce idraulica naturale e calce romana a elevata purezza. Torggler Chimica Spa - via Prati Nuovi 9 - 39020 Marlengo, Bl - tel. 0473/282500 - fax 0473/282501 - e-mail, [email protected] - www.torggler.com Produce vari prodotti e malte speciali per l’edilizia.

182 STRUMENTI PER LA PROTEZIONE DALL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E GEOPATICO

Studio Eidos - via Caccia 13/A - 34129 Trieste - tel. 040/361400 - fax 040/ 3728409 - Indagini geobiologiche; consulenze e progettazione ecologica di spazi, arredi e riequilibrio energetico ambientale.

STRUTTURE IN LEGNAME, SERRAMENTI E PROGETTI PER LA BIOEDILIZIA Cooperativa Padovana Muratori Scrl (C.P.M.) - via Giovanni XXIII 18 - 35020 Ponte San Nicolò, Pd - tel. 049/8961444 - fax 049/8960181. Nuove costruzioni, restauri, risanamento e progettazioni varie. Damiani Legnami Srl - via J.Durst 68, Zona industriale - 39042 Bressanone, Bz - tel. 0472/200055 - fax 0472/834445 - e-mail, [email protected] - www.balken.it - Fornisce travi in legno pronti per il montaggio della struttura completa del tetto basato sulla carpenteria sudtirolese per ridurre i tempi di esecuzione in cantiere. Gruppo Nulli - via Roma 1/A - 25049 Iseo, Bs - tel. 030/9869211 - fax 030/9869222 - 030/9869333 - www.woodbeton.it - Strutture di legname stagionato.

TINTURE, VERNICI E PRODOTTI ECOLOGICI PER LA PULIZIA DELLA CASA

Abitalmente Srl - via Caccia 13/A - 34129 Trieste - tel. 040/3726266 fax 040/3728409 - Materiali per la bioedilizia, vernici e pitture naturali, disgiuntori di corrente e cavi elettrici schermanti, arredi e complementi di arredo naturale. Alchimie Snc - via della Fornace 2 - 35013 S. Croce di Cittadella, Pd 049/691966 - fax - 049/9445589 - Produce vernici naturali per il trattamento del legno, del cotto e di superfici metalliche. Algalite Spa - via Leonardo Da Vinci 277 - 20090 Trezzano sul Naviglio tel. 02/48401020 - fax - 02/48401990 - e-mail, [email protected] Produce pitture e rivestimenti murali, soprattutto decorativi, tutti a base di acqua. Produce anche la linea «Naturae» altamente ecologica perché non

183 contiene legnanti sintetici, ma sono a base di caseina, latte e bianco d’uovo. Colorificio Atria Srl - contrada Camarro - Formica - 91028 Partanna, Tp tel. 0924/49500 - fax 0924/921250 - e-mail, [email protected] - www.atria.it Produce e commercializza per il settore edilizia vernici, idropitture, smalti antiruggine e isolanti. Durga Srl - via Togliatti 3/5 - 56040 Orciano, Pi - tel. 050/699737 - fax 050/699854 - e-mail, [email protected] - www.durga.it - Produce vernici naturali per il trattamento del legno, del cotto e idropitture murali; distribuisce detergenti e cere naturali per la casa. Ecor Spa - via Palù 23 Z.A. Zoppè - 31020 San Vendemmiano, Tv - tel. 0438/7704 - fax 0438/770447 - e-mail, [email protected]. - Distribuisce all’ingrosso prodotti alimentari biologici, biodinamici e detersivi per la casa. Oikos Srl - via Cherubini 2 - 47043 Gatteo a mare, Fc - tel. 0547/681412 - fax 0547/681430 - e-mail, [email protected] - www.oikospaint.com - Leader a livello mondiale nella produzione di pitture e vernici per decorazioni interni ed esterni a Basso Impatto Ambientale (B.I.A.). Azienda con Sistema Qualità e Ambiente Certificato. Solas Sas - di Vittorio Tamburini & C. - via Regina 16 - 23870 Cernusco Lombardone, Lc - tel. 039/9284687 - fax 039/9905063 - email, [email protected] - www.solasnet.it - Produce vernici naturali prive di sintesi chimica, esenti da petrolderivati, per legno, l’arredo e idropitture da muro.

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