Formazione Tecnica, Tattica E Atletica Del Giovane Calciatore. "la Transizione". Autore: Angelo Pereni

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A.I.A.C. e F.I.G.C. Emilia Romagna Presentano il

6° Stage per Istruttori di Settore Giovanile

“La formazione tecnica, tattica e atletica del giovane calciatore” 11-12-13 Maggio 2007 - Sportilia (FC)

LA TRANSIZIONE (Angelo Pereni) Analizzando le diverse fasi di una partita, si nota come cambi il ritmo col mutare del possesso palla, in quanto un incontro e caratterizzato da due distinte fasi di gioco, offensiva e difensiva. In queste distinte fasi, ciascun giocatore deve assumere, secondo le circostanze, compiti differenti e ritmi diversi. Diventa quindi determinante la capacità di saper gestire rapidamente e correttamente il passaggio mentale tra le due fasi. Passando da quella difensiva a quella offensiva si deve capire, scegliere, valutare ed eseguire lo sviluppo di un azione offensiva intesa come movimento collettivo. In tale contesto, la rapidità legata al cambio di atteggiamento mentale è determinante per il buon esito dell'azione. Spazi, opzioni dei compagni, zona di campo in cui si è riconquistata la palla e disposizione sul terreno di gioco degli avversari, sono gli aspetti su cui focalizzare l'attenzione. Attenzione indispensabile per il più rapido e corretto sviluppo di tutta l'azione, sia essa finalizzata a un rapido contrattacco o a un possesso palla, sempre in funzione di un efficace fase offensiva. Mentre nel passaggio da fase offensiva a fase difensiva la squadra deve dimostrare la capacità di far scattare immediatamente l'intemttore mentale che permette di attuare l'atteggiamento piu corretto, con la giusta concentrazione e nel minor tempo possibile. Saper cambiare velocemente atteggiamento consente di attuare quelle strategie indispensabili per non farsi trovare impreparati. Riformare efficacemente il blocco squadra difensivo, saper rallentare l'azione avversaria attraverso una corretta occupazione degli spazi o una pressione sul portatore di palla, individualmente o attraverso un pressing organizzato permetterà di limitare l'efficacia o circoscrivere il raggio d'azione della squadra avversaria. Per questo la transizione è diventata uno dei momenti piu delicati nel calcio attuale. Tale fase di gioco è diventata di vitale importanza in quanto è stato constatato che la maggior parte delle reti realizzate o subite derivano dalla capacità, da parte della squadra, di adeguarsi tempestivamente alla situazione che si viene a creare. L'aspetto psicologico gioca un ruolo importante e determinante nelle varie fasi di gioco. Molti giocatori, infatti, non riescono a leggere in maniera efficace questo passaggio e ciò è dovuto al fatto che il loro comportamento è dettato, quasi esclusivamente, dall’istinto e dall'estemporaneità, mentre il calciatore moderno, deve essere capace di leggere e, soprattutto, di riconoscere la situazione che si è venuta a creare con la perdita o la riconquista della palla. Per esempio nella transizione passiva i giocatori non si preoccupano di rientrare velocemente, di sostituire il compagno nelle sue posizioni, di portare pressione individuale sull’avversario con la palla, di indirizzare l'azione per un raddoppio o un pressing organizzato, secondo una corretta lettura della situazione, ma agiscono e interpretano la situazione secondo una propria logica. Nella transizione attiva, quando si riconquista la palla, la prima preoccupazione non deve essere quella di partire palla al piede, per conquistare campo con un azione individuale, ma, dopo una lettura

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della situazione, occorre prestare attenzione agli spazi, alle opzioni dei compagni, alla disposizione degli avversari, il tutto per sviluppare un’azione che sia il frutto di movimenti collettivi. È quindi indispensabile far crescere il giocatore e sviluppare, attraverso l'allenamento la capacità di esaltarsi nell'organizzazione di squadra, sublimando l'importanza dell'individuo nell'ambito dell'organizzazione, fornendogli un completo bagaglio culturale. Inoltre, bisogna tener conto che lo sviluppo e l'apprendimento, sia motorio che intellettivo, avvengano principalmente in modo globale. Quindi per imparare, al di là delle singole situazioni da allenare, si deve giocare, quindi analizzare e poi nuovamente giocare. In pratica, si propone un’esercitazione necessaria all'allenatore per osservare e rilevare dati e lacune. Quanto emerge viene analizzato e quindi corretto per tornare a giocare, verificando l'efficacia dell’intervento. Importante e che l’istruttore di settore giovanile non dimentichi mai che: • le dimensioni dei campi devono essere proporzionate al numero dei giocatori impegnati e alle finalità dell'esercitazione; • le esercitazioni devono rappresentare uno spaccato della partita, i tocchi sono scelti in funzione delle abilità del proprio gruppo e del risultato che si vuole ottenere; • ogni esercitazione deve corrispondere a una particolare finalità sia tecnica che tattica; • l'intensità deve essere corrispondente se non superiore al ritmo di gara; • le finalità devono essere spiegate in modo semplice e comprensibile; • le squadre possono essere formate da reparti ma devono essere schierate secondo il proprio modulo tattico che si vuole adottare in modo da finalizzare sempre il lavoro; • le esercitazioni sono utili per ampliare il bagaglio personale ma devono costituire uno stimolo a produrne di proprie a misura della realtà in cui si opera.

Le esercitazioni per la transizione Possesso palla punto per punto 1. Le esercitazioni di possesso palla considerano tutti gli aspetti tecnico-tattici, anche se ognuna ha un fine primario da raggiungere. 2. In ogni azione di possesso sono presenti sia la fase offensiva (possesso) sia quella difensiva (riconquista), ricreando quindi situazioni tattiche che rispecchiano la partita; non dimentichiamo, inoltre, che si esercitano tutti i fondamentali individuali. 3. Nell'esercitazione di possesso, oltre alle azioni di marcamento e smarcamento, è necessario attuare una gestione della palla attraverso un continuo movimento dei giocatori negli spazi (sfruttare tutta la superficie del campo); in tal modo, si attua un continuo aiuto-sostegno al compagno che gestisce la sfera. 4. Chi cerca di interrompere il possesso palla (fase difensiva) attua raddoppi di marcatura, cerca di indirizzare l'azione avversaria in una zona di campo per effettuare un pressing o portare pressione. 5. Si stimolano nei giocatori: l'abitudine all'aiuto reciproco, lo spirito di gruppo, il senso di appartenenza, elementi che rappresentano dei prerequisiti imprescindibili per attuare efficacemente qualsiasi azione che implichi l'utilizzo della tecnica situazionale e della tattica collettiva. 1° - Dalla al portiere: si disegna uno spazio di gioco rettangolare con due zone di meta. Per ottenere un punto si deve far pervenire palla, tramite un lancio o un passaggio, ai portieri che operano nelle zone di meta. Il punto, però, è valido solo dopo aver effettuato cinque passaggi consecutivi senza intercetto. Più le squadre dispongono di elementi abili nell'effettuare dei lanci più deve essere accentuata la pressione nella zona della palla. L'allenatore, all'improvviso, può introdurre una nuova sfera; a quel punto i giocatori devono abbandonare quella precedente e iniziare una nuova azione.

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2° - Vai in meta: si disegna uno spazio di gioco rettangolare con due zone di meta. Per ottenere un punto si deve far pervenire palla, tramite un lancio o un passaggio, a un compagno che si è smarcato nella propria zona di meta, dove non può essere ostacolato. Il punto, però, è valido solo dopo aver effettuato cinque passaggi consecutivi senza intercetto. Se al compagno smarcatosi nella zona di meta non perviene la palla (intercetto) questi non può rientrare sul terreno di gioco, in aiuto ai compagni, sino a quando gli stessi non recuperano il possesso della palla o si giunge alla conclusione dell'azione avversaria. L'allenatore, all’improvviso, può introdurre una nuova sfera; a quel punto i giocatori devono abbandonare quella precedente e iniziare una nuova azione.

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3° - Sponde e cambi di gioco: due squadre effettuano un possesso palla con l'aiuto di due compagni che operano, lateralmente, in zone limitate e contrapposte, giocando a un tocco di sponda e a due tocchi per effettuare, un cambio di campo, passando al compagno sul lato opposto. Chi opera fuori dallo spazio di gioco delimitato non può essere ostacolato né da coloro che operano all'interno né dai rispettivi avversari. Se il giocatore esterno gioca di sponda si deve cercare la riconquista portando pressione sugli avversari, se effettua un cambio di gioco, dopo aver stoppato la palla, per il compagno sul lato opposto, la squadra preposta alla riconquista deve cercare di intercettare il lancio. Cinque passaggi consecutivi danno diritto a un punto così come un cambio di gioco riuscito.

4° - Zone di possesso: in un rettangolo diviso in due parti uguali, due squadre effettuano un possesso palla nella propria zona di competenza e conquistano un punto dopo cinque passaggi consecutivi. Ogni squadra inizia il conteggio dei tocchi solo quando rientra nella propria zona di competenza, dopo aver riconquistato la palla. L'allenatore, all'improvviso, può introdurre una nuova sfera; a quel punto i giocatori devono abbandonare quella precedente e iniziare una nuova azione.

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5° - Gioca col portiere: in un rettangolo diviso in due parti uguali, due squadre effettuano un possesso palla e conquistano un punto, dopo cinque passaggi consecutivi, facendo pervenire palla al proprio portiere nella propria zona di competenza. Qualora si debba passare palla al proprio portiere prima di aver effettuato i cinque passaggi si riprende da capo il conteggio, a meno che il portiere non giochi palla con i piedi. Ogni volta che si riconquista la sfera per trasferirsi nella propria zona e iniziare l'azione di possesso si deve lanciare palla al proprio portiere.

Le ripartenze Prosegue l'analisi dell'atteggiamento tecnico-tattico che la squadra deve assumere durante la fase di transizione, uno dei momenti più delicati nel calcio attuale. Tale fase di gioco, che collega quella di possesso a quella di non possesso e viceversa, è diventata di primaria importanza in quanto la maggior parte delle reti realizzate o subite derivano proprio dalla capacità, da parte della squadra, di adeguarsi tempestivamente alla situazione che si viene a creare. L'aspetto psicologico in questa situazione gioca un ruolo determinante. Molti giocatori, infatti, non riescono a leggere in maniera efficace questo passaggio e ciò è dovuto al fatto che il loro comportamento è dettato, quasi esclusivamente, dall'istinto e dall'estemporaneità. Il calciatore moderno, invece, deve essere capace di leggere o, meglio, riconoscere la situazione (questo presuppone un efficace lavoro svolto in allenamento) che si è venuta a creare con la perdita o la riconquista della palla. Nella transizione passiva i giocatori non si preoccupano di rientrare velocemente, sostituire un compagno, pressare il possessore di palla, indirizzare l'azione per un raddoppio o un pressing organizzato, secondo una logica lettura della situazione, ma agiscono e interpretano la situazione secondo una propria logica. Nella transizione attiva, invece, quando si riconquista la palla la prima preoccupazione non sarà quella di partire lancia in resta per conquistare campo con un'azione individuale. Piuttosto, dopo una rapida lettura della situazione, si presterà attenzione agli spazi, alle opzioni dei compagni, alla disposizione degli avversari sul terreno di gioco, il tutto per sviluppare un'azione frutto di movimento collettivo.

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È quindi indispensabile far crescere il giocatore e sviluppare, attraverso l'allenamento, la capacità di esaltarsi nell'organizzazione di squadra, sublimando l'importanza dell'individuo nell'ambito dell'organizzazione, fornendogli un ampio bagaglio culturale. Lo sviluppo e l'apprendimento, sia motorio sia intellettivo, avvengono principalmente in modo globale. Per imparare ad andare in macchina non apprendiamo separatamente come si tiene il volante, come si sterza o come si utilizzano i pedali, ma tutte queste cose in modo contemporaneo. Per imparare a giocare, al di là delle singole situazioni da allenare, si deve giocare, quindi analizzare e poi, nuovamente, giocare. In pratica, si propone un'esercitazione necessaria all'allenatore per osservare e rilevare le lacune. Quanto emerge viene analizzato e poi corretto, per tornare a giocare, verificando l'efficacia dell'intervento.

Le esercitazioni per le ripartenze 1° - Inizia dal portiere: si gioca in un campo con porte e portieri, per la conclusione, e alcuni palloni posti nelle due porte. Quando la palla esce dal campo è il portiere della squadra cui spetta la rimessa in gioco a riproporre una nuova azione, introducendo una nuova palla. La squadra cui spetta l'inizio del gioco, deve rapidamente proporsi in modo equilibrato per dar inizio a un'azione efficace (questo è l'aspetto cui deve prestare grande attenzione l'allenatore), mentre l'altra formazione dovrà leggere correttamente la situazione e quindi scegliere se riformare il blocco difensivo, portare una pressione individuale o indirizzare la palla in una determinata zona per poi attuare un pressing organizzato, con eventuali raddoppi di marcatura (tali situazioni sono l'altro aspetto da curare, anche in base alle esigenze della prossima partita da disputare.

2° - Attenti al segnale: si gioca in un campo con porte e portieri, per la conclusione. In qualsiasi momento del gioco, l'allenatore (richiamando l'attenzione tramite un segnale acustico) può introdurre una nuova palla in una zona qualunque del campo scegliendo la squadra cui affidare l'inizio di una nuova azione. Il tutto senza alcuna soluzione di continuità nel gioco. Le due squadre devono adattarsi velocemente e quella in possesso palla, in base alla lettura della situazione, opterà per una transizione veloce se gli spazi e le opzioni a disposizione (determinate dal movimento dei compagni) lo consentono, altrimenti opterà per un possesso palla finalizzato alla creazione di spazi in fase

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offensiva. L'altra squadra, opterà per la fase difensiva più coerente in quella circostanza (riformazione del blocco, pressione individuale, pressing.

3° - Sfrutta la superiorità: si gioca in un campo con porte e portieri, per la conclusione. La squadra che perde il possesso della palla gioca in inferiorità numerica in quanto uno o due dei suoi componenti devono disinteressarsi della fase difensiva per andare, velocemente, a toccare la linea di demarcazione del campo più vicina e poi rientrare in aiuto ai compagni. La squadra che conquista palla, sfruttando la momentanea superiorità numerica, deve cercare la conclusione, mentre l'altra deve cercare di rallentare l'azione avversaria fino a quando si ristabilisce la parità numerica.

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4° - Taca la bala: si gioca in un campo con porte e portieri, per la conclusione (sul terreno sono disseminati diversi palloni). Durante il gioco, l'allenatore può chiamare un giocatore di qualsiasi squadra che recupererà la palla a lui più vicina e inizierà una nuova azione con quest'ultima. Entrambe le squadre dovranno adattarsi velocemente al mutare della situazione.

5° - Cambio improvviso: si gioca in un campo con porte e portieri, per la conclusione. Quando la palla esce dal campo è inattiva (a seguito di una rimessa laterale, calcio di punizione o calcio d'angolo), all'atto della ripresa del gioco, l'allenatore passerà una nuova palla a un giocatore della squadra schierata in fase difensiva che gestirà l'improvvisa transizione offensiva, mentre l'altra squadra dovrà attuare le contromisure difensive attuando, altrettanto velocemente, a una transizione negativa.

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