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Quaderni del Gruppo di Ur XV SUL PAPATO I Edizione LUGLIO 2006 - II Edizione LUGLIO 2007
Senza Titolo
Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emerso nell'omonimo forum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perciò, sia citazioni degli autori studiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuo aggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato può rendere opportuna una nuova edizione.
INTRODUZIONE Questo quaderno raccoglie numerosi messaggi, che sono stati inviati al nostro forum in relazione al papato, ai suoi rapporti con la romanità, e ai problemi, di vario genere, che esso ha comportato e comporta. La presente II edizione si differenzia dalla I, per l'aggiunta della discussione inerente alla relazione-identità, che esistette per un certo periodo tra il più antico culto di Serapide e il nuovo culto di Cristo. Altri messaggi, relativi al soggetto di questo quaderno non sono stati ancora inseriti, in attesa di un più organico ampliamento futuro. Pertanto l'attuale edizione risulta così strutturata: 1a) Ekatlos, N.D.U., Ultimus: Flamines & Pontifices 1b) EA, Phileas Gage, Pirofilo, Sipex, Sirio, Ultraviolet, Vandermok, Venvs Genitrix: Quando il Cristianesimo non era ancora settario: Cristo e Serapide 1c) Tarquinio Prisco: Il Tradizionalismo Cattolico: Un equivoco 2a) Ekatlos: L'Imperatore Costantino 2b) Ekatlos: La Pseudo-donazione di Costantino, con particolare riguardo alla tesi di Dante 3a) Occhi di Ifà: S.Pietro è stato realmente il primo papa? Analisi delle prove scritturali 3b) Deo Ame: S.Pietro è stato realmente il primo papa? Analisi delle prove storico-archeologiche 4) EA, Deo Ame, Frater Petrus, Ida La Regina, Occhi di Ifà: Nerone e l'Incendio di Roma 5a) Pietro Negri: Il papa è infallibile? 5b) Tarquinio Prisco e Vicario di Satana: Commenti sull'infallibilità papale
1a) Flamines & Pontifices Ekatlos: In questo Forum qualcuno ha talvolta accennato all'opportunità di ricostituire in Europa un Pantheon, sul modello di quello romano, allo scopo di metter anche fine alle guerre di religione. Si tratta di guerre delle quali sono colpevoli soprattutto le tre religioni "abramiche", tutte convinte che esista un unico dio e che naturalmente quello vero sia il loro. Sono guerre spesso assai poco "sacre", perchè la religione exoterica è non di rado paravento di interessi ben più materiali. Già nell'Antico Testamento, massacri di intere popolazioni, allo scopo di impadronirsi della terra di Canaan, vennero fatte passare per guerre volute da Dio. La Pax Deorum può aversi solo nel Pantheon e in esso devono poter aver accesso solo quei culti, "pagani" o "abramici" che siano, che rinuncino (realmente e non a chiacchiere) a imporsi con la violenza. I culti che non accettano questa clausola sono, ipso facto, fuori dal Pantheon: sono da considerarsi eretici e da perseguirsi legalmente, in quanto istigatori di violenza. Perchè il Pantheon sia una istituzione stabile ed efficiente occorrono, come nell'antica Roma, più tipi di sacerdoti: non bastano i Flamines, cioè i sacerdoti delle singole divinità, ma sono necessari anche i Pontifices, cioè coloro che "creano ponti" tra le varie religioni, armonizzandole ed eliminando gli eccessi incompatibili; individuando poi e assimilando quei culti che, pur nelle diversità di superficie, sono equivalenti tra loro; creando infine un calendario compatibile con i vari riti. E' quasi superfluo far notare che i sacerdoti cristiani (inclusi vescovi cardinali e papa), i rabbini, gli imam etc. sono dei Flamines, in quanto sacerdoti di un Dio ben determinato e che l'accesso al pontificato (quello vero) richiede invece un atteggiamento "super partes", che solo l'iniziato esoterico può concretamente avere. Ultimus: Evola, che ha un'opinione denigratoria nei confronti del cristianesimo, sostiene spesso che tale religione abbia degradato la scienza iniziatica. Se tale degradazione c'è stata, mi sono chiesto se essa dipenda da altri fattori, diversi dall'insegnamento cristiano primitivo. I vangeli sembrano infatti zeppi di leggi che possono essere viste come "morali" o come indirizzi "magici" a seconda degli occhi di chi li legge.
N.D.U.: Più che denigratoria direi che l'opinione di Evola è critica, non essendovi in lui una malevolenza aprioristica. La scienza iniziatica ha subito delle "riduzioni" in tutte le religioni abramiche, perchè in tutte e tre queste religioni, a livello ufficiale, ha prevalso l'atteggiamento devozionale, a discapito delle altre vie; che hanno continuato ad essere percorse, ma occultamente, soprattutto da parte dei legittimi eredi del paganesimo. Per quanto riguarda il cristianesimo primitivo e le interpretazioni magiche del suo simbolismo non posso che rimandare a quanto ha detto Occhi di Ifà nel quaderno "Considerazioni sull'Iniziazione". Interpretazioni del resto riprese in ambito rosacrociano. Ultimus: Uno dei fattori che ritengo fondamentali, perchè la degradazione di tali messaggi avvenga, è la distanza ontologica, incolmabile, enfatizzata dal cattolicesimo fra la creatura ed il suo creatore. Sebbene l' "umano" non sia "divino", e l'umiltà sia fondamentale per ogni cammino, mistici e magi hanno anche insegnato che è possibile percorrere la strada che porta alla morte dell'uomo ed alla rinascita del Dio... L'uomo non è Dio, ma è pur sempre un dio dormiente. E Dio è nel tutto, come il tutto è in Lui...c'è una certa continuità. L'adottare invece tale distanza ontologica, fa sì che il fedele si ponga come mero postulante, questuante, che si rivolge a Dio (il quale, perdendo il suo significato trascendente, diviene solo una sua proiezione esteriore) quale ricettacolo di preghiere per ottenere grazia, fiducia, affrancamento dalla paura. Sempre nell'attesa che giunga un dì qualche redentore a liberarlo dai peccati commessi. Ciò lo pone come passivo, gettandolo veramente ancor più nell'oblio, configurando veramente la religione come oppio dei popoli. N.D.U.:Ad eccezione della mistica renana (Eckart e compagni), la teologia ufficiale cristiana confonde tra la Divinità (ted: Gottheit), l'Uno Infinito che contiene tutto ciò che esiste (in atto o in potenza, in forma manifesta o immanifesta) e il Dio personale (ted: Gott) che è il più elevato tra tutti gli enti "personali". La Divinità è tale "de iure" ed è il fondamento di tutto ciò che esiste . Nessun ente personale è mai disgiunto da essa e tuttavia nessuno può sognarsi di diventare la Divinità nel suo complesso: un elemento di una struttura, per quanto migliorabile, non è mai confondibile con l'intera struttura. Il Dio personale è, invece, tale "de facto"; infatti, si può "sfidare": può andar male (come a Lucifero) o andar bene (come a Zeus contro Crono). Oppure, come nel caso di Buddha Sakiamuni, ci si può mettere in una specialissima situazione di "inattaccabilità" , di impossibilità conflittuale (Nirvana). La Divinità, che è impersonale, non parteggia per nessuno, pur sostenendo tutti: il proverbio "Ognuno per sé e Dio per tutti" si riferisce appunto alla Divinità. Ma solo gli esoteristi anelano a questi elevati livelli. Ci sono poi (ed hanno tutto il diritto di esserci) i semplici religiosi che adorano, in vari modi e sotto vari nomi, il Dio personale supremo (Geova, Giove etc.), altri che adorano suoi diretti seguaci (angeli, dei minori dell'Olimpo etc), altri infine che adorano i suoi avversari (demoni, titani etc.). Gli esoteristi non adorano nessuno, semmai, se interessati, evocano. Gli antichi romani chiamavano Flamines i sacerdoti dei singoli dei. Se si lascia fare ai Flamines non può che derivarne settarismo e guerre di religione, ognuno tirando l'acqua al proprio mulino. Ad es. attribuire l'infinitezza al dio personale, come fanno i teologi ufficiali del cristianesimo, è millantare un titolo che egli non può avere. Così i Flamines, in una vera tradizione, devono essere coordinati dai Pontifices, esoteristi che, non adorando nessun dio in particolare, possono coordinare le morali e i culti delle varie religioni, facendo in modo che non entrino in conflitto. Nel 376 d.c., su consiglio interessato del vescovo di Milano Ambrogio (per i cristiani un santo) l'imperatore romano Graziano, per la sua adesione al cristianesimo, rinunciò al pontificato massimo. Non essendo all'altezza del suo compito (perchè non "super partes") egli avrebbe dovuto invece abbandonare la carica imperiale!. Iniziò allora la decadenza ed ad un certo punto il vescovo di Roma (che, come ha accemmato Ekatlos, può esser considerato un Flamen di Cristo) pretese addirittura di farsi chiamare pontefice (in modo ufficiale a partire dal concilio di Trento), ruolo che ovviamente non ha mai svolto, nè potrebbe svolgere. Fortunatamente il collegio pontificale, che coadiuvava l'imperatore (e di fatto, già dall'epoca di Costantino, ne faceva le veci in campo religioso) ha continuato a trasmettere le sue funzioni, da principio pubblicamente e poi occultamente nei secoli successivi. I tempi della resa dei conti si avvicinano: la partita con le tre religioni abramiche ribelli sarà regolata. Non si intende abolirle, ma i Flamines devono rinunciare ad ogni guerra di religione ed affidarsi, come un tempo, al coordinamento dei Pontifices. Oggi, soprattutto gli islamici, fanno resistenza in tal senso e rischiano perciò una pesante punizione. Ultimus: Altro fattore di degradazione dell'insegnamento del Cristo, può essere ravvisato
nell'interpretazione dei messaggi cristiani come forieri di repressione degli istinti, falso buonismo, ecc. Ma anche questo dipende dal grado di maturità di chi ascolta, legge, intepreta. Non certo dal messaggio originale. Come sempre, ognuno ci legge ciò che può. Per attualizzare in modo degno il messaggio evangelico credo sia fondamentale interpretarlo, infine, privandosi di quel senso di colpa, che spinge l'ego a difendersi sempre, anzichè riconoscere con serenità i suoi "peccati". Se non cancelliamo il senso di colpa, non saremo mai sinceri con noi stessi, e faremo solo finta di non vedere i vermi che ci rodono, anzichè bruciarli nel fuoco d'amore, portandoli alla luce del Sole. Il vero unico peccato è forse mentire a se stessi... N.D.U. : Non si deve confondere l'esoterismo con qualsivoglia singola religione, cristianesimo incluso. Al semplice religioso non si possono chiedere troppe "interpretazioni", giacchè, a furia di interpretare, finirebbe col capire ... ciò che vuole!. I codici morali devono essere semplici e immediati. Così che, se non li condivide, il religioso possa scegliere un altro culto, con una morale più confacente alla propria indole, pur essendo rispettosa delle leggi dello stato. In particolare, è importante che si scelgano culti che non predichino esplicitamente o ambiguamente la sopraffazione delle altre religioni.
1b) Quando il Cristianesimo non era ancora settario: Cristo e Serapide
Sipex: Come è noto, nella Roma imperiale, il 25 Dicembre era festeggiato come il Giorno di Nascita del dio Sole Invitto. La data venne scelta dall'imperatore Aureliano nel 274 d. C., per farla coincidere con la fine del solstizio d'inverno (1). Venne anche istituita, per la direzione di tale culto, una nuova carica sacerdotale: il "Pontifex Solis Invicti". E' significativo che venisse usato il termine "Pontifex" e non il termine "Flamen". L'adozione del culto del Sol Invictus era infatti concepita da Aureliano non come un semplice culto che si aggiungeva ad altri, ma come un forte elemento di coesione della religiosità dell'impero (un "ponte" tra le varie religioni) dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le contrade: dall'Egitto (riti di Horus/Serapide) alla Persia (culto di Mithra, peraltro diffusosi ovunque) e alla Germania (culto di Yule, la Ruota, quale simbolo del Sole), tra le popolazioni celtiche (rito della Mastruca) e quelle siriane ed arabe (culti di Helios/Dusares e Baal), tra i Greci (culto di Apollo) e gli stessi Romani (culto del Sol Indiges). (1) Il termine Solstitium, significa "Sole fermo". Il 21 Dicembre è la giornata più corta dell'anno e nei giorni dal 22 al 24 Dicembre sembra che il Sole, nel suo moto apparente, rimanga stazionario (raggiunga la medesima minima declinazione). Solo il 25, si rende evidente che il Sole ha ripreso il suo cammino ascensionale, ogni giorno orbitando un po' più verso l'alto, fino al Solstizio di Estate. Ultraviolet: Il culto del Sole, primo tra tutti e per tutti i popoli della terra, erompe potente ancora oggi, in "templi" non sospetti: se entro in una chiesa, in una qualsiasi domenica (dies solis...) ed alzo lo sguardo all'altare in un certo preciso momento, sorprenderò il sacerdote -cattolico- volto verso di me, con le braccia tese nell'ostensione dell'ostia-Disco Solare. Non ci avevo mai fatto caso prima d'ora. Pirofilo: In effetti vi fu un periodo in cui gli stessi culti cristiani si confusero, in certe aree, con i culti solari preesistenti, tanto che l'imperatore Adriano dopo il suo viaggio in Egitto (131 d.C.) scrisse al console Serviano, identificando Cristiani e adoratori del dio Serapide, i cui lunghi capelli (raggi solari) gli danno analoga apparenza a quella che conosciamo per Cristo: "ill qui Serapem colunt, Cristiani sunt et devoti sunt Serapi, qui se Cristi episcopos dicunt, nemo illic archisynagogus Iudeorum, nemo Samarites, nemo Cristianorum presbyter non